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Autore: ballerina 89    16/04/2021    1 recensioni
Prima di introdurvi questa storia voglio rassicurare tutti i miei lettori dicendo loro che a differenza di alcune storie scritte in precedenza e lasciate purtroppo incompiute, questa storia è stata già portata a termine prima di essere pubblicata. Ho già tutti i capitoli pronti, compreso l’epilogo finale e non aspettano altro che essere letti da voi. E’ per questo che sono sparita per un po’ ma sono pronta a tornare in carreggiata e darvi compagnia.
Bene... dopo questa piccola premessa ecco un piccolo anticipo di quello che stiamo per affrontare.
Emma Swan è una giovane ginnasta che sogna di prendere parte un giorno ai famosi giochi olimpici ma che aimè proprio ad un passo dalla realizzazione di tale sogno è costretta, cause di forza maggiore, a rinunciarvi. Riuscirà a raggirare l’infausto destino e a trovare la strada per il successo o il suo sogno rimarrà per sempre solo ed esclusivamente un sogno?
Scopriamolo insieme.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amore olimpico 
Capitolo 16

 

POV EMMA.

 

“ te lo meriti...” mi disse, ma cosa meritavo esattamente? Di continuare a soffrire cercando di stare al passo con le altre ginnaste che rispetto a me non avevano alcun tipo di impedimento fisico o mentale, o meritavo di buttarmi tutta questa storia alle spalle, vivere la ginnastica in maniera leggera, spensierata e iniziare a concentrarmi seriamente su quello che sarebbe stato il mio futuro? Avevo ben chiaro nella mia mente quale fosse la soluzione migliore per la mia salute ma nonostante ciò, per una frazione di secondo, non potei far altro che provare ad immaginare cosa sarebbe successo se avessi preso l’altra strada. “ e se....” “forse...” “magari...” NO! Non potevo cedere così, non dopo tutto il lavoro fatto fino a quel momento. Mi ci erano voluti tre anni e mezzo per riprendermi, per accettare almeno un minimo quell’assurda situazione... tre anni di pianti e isterismi vari. Non sarei di sicuro stata in grado di sopportare un’altra batosta simile, tanto valeva quindi lasciare stare e attenermi al piano originale. 

 

  • Eviterò di commentare i tuoi modi di relazionarti con le persone più grandi di te signorina ma sappi che non è con questi modi che si affrontano le situazioni. - disse Regina, totalmente contrariata del mio comportamento, non appena Harris andò via. - Ma hai capito o no quello che ti ha appena proposto Harris? No perchè a me non sembra che tu abbia capito...
  • Ho capito benissimo invece, non sono mica scema! - risposi leggermente scontrosa.
  • Piano con le parole signorina, dentro la palestra rimango pur sempre la tua allenatrice, non scordarlo. - mi rimproverò. 
  • Scusami... mah... lo sai! Sai come la penso, l’ho detto talmente tante di quelle volte che pensavo lo avessero capito anche i muri ormai. Non voglio più illudermi! E’ la mia ultima parola e non intendo assolutamente cambiarla. 
  • Io proprio non ti capisco sai... il presidente della federazione nazionale americana di ginnastica artistica viene qui, in questa sottospecie di topaia adibita a palestra per portarti personalmente, con mano, una lettera di convocazione per un possibile posto in nazionale e tu che fai? non reagisci neanche? Non solo... venendo qui ti ha praticamente detto che ti vuole con se... che nonostante tutto ti riprenderebbe a braccia aperte e tu ti prendi anche la libertà di dirgli di volerci pensare? Emma... 
  • io non ho detto di volerci pensare... voi avete detto che devo farlo. Fosse stato per me...
    • Avresti buttato tutto al cesso lo so. - finì la frase a suo piacimento. -  Possibile che non capisci, eppure sei una ragazzina intelligente... 
    • Pure voi però non capite mi sembra... non posso più permettermi di giocare Regina, devo pensare al mio futuro, a cosa ne sarà di me una volta uscita dal liceo. Devo mettere sulla bilancia tutte le possibilità e capire quale delle tante che mi piacerebbe intraprendere sia la più concreta e scartare il restante. E’ una scelta difficile, che richiederà tempo, ma di sicuro una cosa la so: tra l’università e la ginnastica la via più sicura è la prima. La seconda sarebbe troppo travagliata e piena di insidie. Sono grande ormai... non posso permettermi di perdere tempo. 
    • Perdere tempo? - chiese
    • Sai cosa intendo...
    • No, non lo so.
    • se torno sui miei passi, se decidessi di provare  e poi dovesse andare tutto male? come farei?
    • Hai 19 anni... se tutto andasse male come hai detto tu avresti comunque 19 anni.... nulla ti impedirebbe di frequentare l’università. 
    • Ma se voglio entrare devo iniziare a studiare già da adesso e non potrei conciliare entrambe le cose neanche se volessi.
    • Perchè no? Lo stai già facendo mi sembra. Concili studio e allenamento i maniera ottimale mi risulta, O forse questo è un modo per dirmi che stai pensando di lasciare ancora. - mi scrutò con lo sguardo come a volermi leggere nella mente. 
    • Cosa? No! Come ti viene in mente. Non lascerò la ginnastica.
    • E allora? Guarda che il lavoro sarebbe lo stesso...
    • Non credo! Harris ha parlato di allenamenti personalizzati, non di limitazioni. Se devo lavorare per una squadra nazionale non sarà affatto facile poter conciliare il tutto. - la vidi sospirare... 
    • d’accordo ho capito... mi arrendo! Potrei andare avanti per ore cercando di convincerti ma rispondimi sinceramente: servirebbe a qualcosa?
    • No!
    • Lo sospettavo. - ci fu un minuto di silenzio -  Vai a casa dai... ti ho stressata fin troppo per oggi. Ci vediamo domani per gli allenamenti ok?
    • Ok... a domani allora... e scusami... per tutto.
    • E di cosa... l’ultima parola in fondo spetta a te. A me può dispiacere ma alla fine quella ci rimette non sono io... fammi solo una cortesia: ti prego... pensaci su ok? Anche se la risposta sarà la stessa tu promettimi che almeno ci penserai.
  • non so a cosa possa servire ma si... te lo prometto. 

Uscii dalla sala per recarmi verso i cancelli di uscita e senza neanche rendermene conto mi ritrovai a piangere. Mi ero trattenuta per non scoppiare a piangere davanti a loro, non volevo farmi compatire, ma successe di peggio: piansi davanti al mio uomo, il quale finiti gli allenamenti mi stava aspettando per riaccompagnarmi a casa. Non appena mi vide in quelle condizioni scattò subito sull’attenti e mi raggiunse, mi strinse tra le sue braccia e lasciò che mi liberassi a suon di lacrime di tutto il macigno che mi ero portata dietro nelle ultime ore. Non si aspettava certamente di vedermi così, in effetti non me lo sarei aspettata neanche io, ma stette al suo posto e aspettò paziente che i singhiozzi si placarono.

  • va tutto bene amore? Vuoi parlarne? - si limitò a dire continuando a tenermi stretta a se dandomi di tanto in tanto dei dolci baci tra i capelli. 
  • Sto.. sto bene. Voglio solo andare a casa se non ti dispiace. 
  • Nessun problema! - lo vidi armeggiare con il suo borsone. - ecco! Prendi le chiavi, inizia ad andare in macchina, io ti raggiungo subito. Vado a dire a Sam - un suo compagno di squadra - che sto andando via. - lo lascai andare troppo frastornata per capite che quella fosse palesemente una bugia. Andò dritto da sua madre a farsi raccontare per filo e per segno cosa fosse accaduto e io, ingenuamente, me ne accorsi solamente quando tornò in macchina. Era decisamente più nervoso rispetto a come lo avevo lasciato e per tutto il tragitto non fece altro che tamburellare nervosamente le dita sul volante e sul cambio. 
  • Quando avrai voglia di parlare sai dove trovarmi ok? - mi disse una volta riaccompagnata a casa subito dopo avermi dato un bacio.
  • Lo sai già non è vero? Hai parlato con Regina... - domandai.
  • Cosa? Quando?!?! Io...
  • Si... hai parlato con Regina... lo so, ti si legge in faccia. - costatai.
  • Si... non sopportavo l’idea di vederti così e non sapere cosa fosse successo. Lo so, avrei dovuto aspettare che fossi pronta a parlarmene mah...
  • Shhh... va tutto bene, non sono arrabbiata! Avrei fatto lo stesso al tuo posto e poi... beh... mi hai risparmiato di dover riaffrontare l’argomento per la milionesima volta almeno. - abbozzai un sorriso. - Sono stufa di parlare sempre delle solite cose. Ho preso la mia decisione? Basta, non voglio più tornarci sopra. Fa male... fa male come se fosse la prima volta dover ripetere sempre le stesse cose, perchè nessuno lo capisce? Regina sopratutto... perché non lo capisce. - sospirai. 
  • Vedrai che capirà prima o poi... - mi baciò una guancia. - ora smettila di tormentarti e vai a guardarti un bel film. Verrei con te ma ci sono i tuoi e... beh... tuo padre non gradirebbe la mia presenza a quest’ora.
  • Se non ci fossi tu amore mio... - fui i questa volta a prendere l’iniziativa e a baciarlo. 
  • Dovresti inventarmi lo so! - disse giocosamente riuscendo a strapparmi un sorriso. 
  • Scemo. - gli diedi un buffetto sul braccio. - ascolta mah... se salissi seriamente con me su in casa? Potremmo  seriamente guardarci un film, fare una partita alla play...
  • E con tuo padre come la mettiamo? L’ultima volta che ci ha visti sul divano a guardare la tv ricordi come si è stranito?
  • Ho 19 anni, deve accettarlo. Dai... ti prego... ho bisogno di stare un po’ con te. 
  • D’accordo... se me lo dici con questi occhioni come faccio a dirti di no? - e senza aggiungere altro scese dall’auto. 

Come aveva immaginato papà non la prese benissimo, continuava a fargli strano il pensiero che avessi un fidanzato, ma non fece nessuna sceneggiata fortunatamente. Si limitò a squadrarci dalla testa ai piedi come a dire “vi tengo d’occhio” per poi andare in cucina con mamma e tornare di tanto in tanto, in punta di piedi convinto di non essere visto, a controllare la situazione. 

Cercai di ignorarlo e killian fece lo stesso, non stavamo facendo nulla di male in fondo e dopo un film e una partita alla play, dove mi stracciò letteralmente, rimanemmo ancora un altro po’ di tempo, accoccolati sul divano con una coperta di pile, a chiacchierare del più e del meno. 

  • Uh... che sbadata! Come sono andati gli allenamenti dopo il rimprovero del mister?
  • Bene... - disse senza approfondire la cosa.
  • Nessun giro di campo extra, flessioni, addominali in più per averti preso in castagna?
  • No... tutto come sempre.
  • Buon per te allora! Tua madre con me non sarebbe stata così tranquilla al suo posto. - sorrisi pensando alla faccia di Regina nel vedere me e killian scambiarci effusioni proprio durante l’ora di allenamento. Rise anche lui.
  • Mia madre non fa testo! E’ pazza....
  • Stai attento che se si coalizza con il tuo allenatore è la fine. A proposito di allenatore... ti ha già dato le date del prossimo incontro? Immagino che siano uscite le date per le selezioni definitive della nazionale no? - se erano uscite per la ginnastica dovevano essere uscite anche per la scherma. 
  • Non che io sappia... non ci ha comunicato nulla ancora. - rispose poco interessato all’argomento. 
  • Mmh... strano, di solito anche se vengono svolte in periodi differenti la data di comunicazione è sempre la stessa..
  • Non saprei risponderti amore! - disse guardando l’orologio per poi alzarsi in piedi - quello che so è che è tardissimo: tu domani hai scuola e io devo andare a lavoro. 
  • No, non te ne andare... - protestai - resta un altro po! Devi raccontarmi ancora come vanno le cose in palestra, sono settimane che non mi aggiorni più... - in effetti erano secoli che non mi parlava dei suoi allenamenti. 
  • è tardi amore... ne parleremo un altro giorno ok? - si certo come no.... dopo quella sera anche solo provare a nominare la parola allenamenti o scherma divenne un’impresa. Non riuscivo a comprenderne il motivo, pensai addirittura che ci fossero dei problemi che non era pronto ad espormi, ma con il passare dei giorno mi resi conto di essere completamente fuori strada. Non vi era nessun problema fortunatamente, le cose andavano alla grande, solo che non voleva condividerle con me. 

Era mercoledì pomeriggio, ero appena uscita da scuola e come  capitava spesso quando Killian aveva il turno di pomeriggio, mi fermai nel baretto difronte l’ospedale a prendere il pranzo per poter passare del tempo insieme prima di tornare a casa e mettermi sui libri. Quel giorno però non ci arrivai neanche in ospedale, non appena arrivai davanti al cancello principale lo vidi seduto su una delle panchine dei giardinetti a parlare con Sam, il suo inseparabile compagno di squadra. Erano di spalle rispetto a me ma lo avrei riconosciuto tra chiunque e zitta zitta cercando di non farmi sgamare, mi avvicina a loro per coglierlo di sorpresa. Fu una pessima idea... non volendo mi capitò di ascoltare parte della loro conversazione... neanche a farlo a posta la parte che riguardava me. 

 

  • Mi sento una merda a doverle mentire ogni volta, a nascondere la gioia che sto provando in questo momento ma non ce la faccio... - si confidò con lui. 
  • E’ la tua ragazza Killian... vorrebbe saperlo non credi? - vi giuro che li per li pensai ad un tradimento. Come riuscii a rimanere in silenzio dietro di loro senza farmi scoprire fu un mistero. Avevo paura di svenire da un momento all’altro. 
  • Certo che vorrebbe saperlo, ci sta provando in tutti i modi ad estorcermi informazioni ma non me la sento di condividere con lei tutto questo. Cioè mi spiego meglio, non me la sento perchè so che ci rimarrebbe malissimo e l’ultima cosa che voglio è farla soffrire. 
  • Ci rimarrebbe malissimo? Seriamente? Killian secondo me dai i numeri...
  • No Sam, fidati di me... è così. Conosci la sua situazione, sai cosa ha dovuto affrontare in questi anni e sai cosa le hanno detto quell’imbecille di mia madre il suo inseparabile cagnolino proprio  pochi giorni fa. Ha pianto quel giorno in palestra, sembrava un piccolo cucciolo indifeso, si vede che ne soffre ancora.... non posso farle questo. Non posso dirle che tra due giorni ci sarà la competizione di cui tanto mi sta chiedendo.
  • E mentirle sarebbe la soluzione secondo te? 
  • Io non voglio mentirle credimi ma voglio comunque salvaguardarla e so per certo che finiremmo per litigare se solo le accennassi a questa cosa. Vorrebbe venire a vedermi per sostenermi, per starmi vicino...
  • E sarebbe un male? Scusa amico ma non ti seguo. Kelly la mia donna si farebbe sparare piuttosto che seguirmi nelle partire, non sai che fortuna hai ad avere una ragazza che apprezza lo sport che pratichi e vuole sostenerti.
  • Io lo apprezzo eccome, lei è la mia fan numero uno lo so ma non mi perdonerei mai di essere la causa del suo sguardo infelice e sai bene che questo potrebbe succedere se le selezioni andranno come speriamo. 
  • Hai paura che vedendoti entrare ufficialmente in nazionale e non solo tra i papabili possa star male per qualcosa che a lei non capiterà più? 
  • Ci sei arrivato finalmente.
  • Ma lo scoprirà prima o poi no? Non sarebbe peggio a quel punto? 
  • O si che lo sarebbe! - Intervenni io facendoli voltare entrambi. - Ciao ragazzi tutto bene? - dissi in modo sarcastico cercando di abbozzare un sorriso del tutto fasullo. 
  • O cazzo! - esclamò Sam con la sua eleganza innata.
  • Emma amore... non... non è - si alzò in piedi raggiungendomi all’istante - Tesoro io...
  • Lascia stare... - feci per andare via ma lui mi tratte per un braccio costringendomi a restare.
  • No non lascio stare. - disse prendendomi poi il volto con entrambe le mani per assicurarsi che lo guardarsi.- Mi dispiace che sei venuta a saperlo così, mi dispiace davvero ma l’ho fatto con tutte le buone intenzioni: volevo solo proteggerti. 
  • Non mi va di parlarne adesso... non è il momento. 
  • Sam... ti dispiace? - capì subito che non avevo alcuna voglia di mettermi a discutere con lui davanti al suo amico così gli chiese gentilmente di lasciarci soli. Sam naturalmente fu felicissimo di scappare via dopo quella figurara e in men che non si dica eccoci finalmente soli...
  • Avrei potuto sopportarla una notizia del genere sai? non sono così debole come pensi... e poi sono sempre stata la prima a prendere l’argomento. Se non fossi stata in grado di accettare una cosa del genere credimi che non mi sarei mai imposta una tortura simile. 
  • Non sei debole amore questo lo so ma non puoi venirmi a dire che è tutto ok e che non soffri. Non è così e lo sai anche tu o non ti avrei vietato di venirmi a vedere alle competizioni che ci sono state fino a pochi giorni fa. - in effetti dall’ultima competizione a cui assistii sentendomi male non mi aveva più voluto come spettatrice ma questo non lo giustificava. - io non voglio leggere nei tuoi occhi quello che ho letto quel giorno... delusione. Non riuscirei a guardarmi allo specchio la mattina se una cosa del genere ricapitasse per cui...
  • Per cui hai deciso di estraniarmi da una parte della tua vita? Ma ti ascolti quando parli? Che c’è sono la tua fidanzata solo quando lavori, quando usciamo o quando scopiamo? Quando fai sport non sono nessuno? - forse avevo esagerato un po’ con i toni ma volevo che capisse. 
  • Emma amore non..
  • Non mi piace questa cosa! Io voglio essere la tua donna sempre, nel bene e nel male. Sei felice? Voglio gioire con te. Sei triste? Voglio starti accanto e aiutarti. Questo fa una coppia, questo pensavo fossimo insieme. Perchè tu puoi prenderti cura di me se ne ho bisogno ma io non posso gioire dei tuoi traguardi? Non è giusto. Non mi piace...
  • Hai ragione, forse tenerti allo scuro di questa cosa è stato stupido... infondo prima o poi lo avresti scoperto comunque.
  • Togli il forse! - gli feci notare.
  • Ma rimane il fatto che non sei pronta a tutto questo e l’altro giorno ne è stata la prova. Emma tu amore mio neanche te ne rendi conto di come stai. Dici di aver superato tutto ma la verità è che non è vero. Tu stai ancora male per come sono andate le cose e non puoi dire il contrario. Non ti ritroveresti ad avere quell’aria affranta che hai da giorni se non fosse cosi. 
  • Cosa centra... io...
  • Come cosa centra? Sono il tuo fidanzato Emma e da fidanzato ho il dovere di proteggerti.
  • Non devi, non ce n’è bisogno...
  • Devo devo... eccome se devo e al momento l’unica cosa che posso fare per farlo è tenerti distante dal mondo che ti fa soffrire. 
  • Quindi lo ammetti che in fondo mi hai mentendo!
  • Non ti ho mentendo, ho  solo cercato di non parlare di cose superflue che avrebbero potuto rattristarti.
  • Ti ho chiesto se sapessi la data della selezione e mi hai detto di no! A casa mia questo è mentire.... 
  • scusa! - disse sinceramente - Ma come ti ho già spiegato l’ha  fatto solo ed esclusivamente per proteggerti, credimi! 
  • Ok lo hai fatto per proteggermi ma dimmi una cosa....prima hai accennato al fatto che per difendermi hai cercato di non parlarmi di cose “superflue”... ritieni quindi che per me non sia importante sapere se il mio fidanzato è felice per un incontro vinto o arrabbiato per uno andato male? Che a me non importi  sapere come siano andati gli allenamenti o come ti senti in vista di una competizione così importante come quella che stai per affrontare? - domandai riassumendo il punto. - Se la pensi cosi evidentemente non hai capito nulla di me. 
  • Emma...
  • NO! Ora mi lasci finire! - lo zittii. - io voglio sapere tutto di te Killian, tutto, anche quante volte mangi o vai al bagno al giorno. voglio vivere con te ogni singolo momento, bello e brutto... non mi interessa nulla il resto. Con il mio problema dovrò conviverci per sempre probabilmente... che facciamo? Smettiamo di parlare di qualsiasi cosa possa essere riducibile a questo? E’ follia. Pura follia. Non voglio una relazione così... non voglio che ci siano segreti tra di noi. 
  • Hai ragione, avere segreti non porta mai a niente di buono ma a me fa davvero male vederti soffrire e mi fa male ancora di più  sapere di esserne la causa. 
  • Ma tu non ne sei la causa, smettila di dire così! Sei ciò che di più bello c’è al mondo quindi smettila di farti queste paranoie che non stanno ne in cielo ne in terra. Voglio essere al corrente di tutto ciò che succede nella tua vita esattamente come io rendo partecipe te. E’ forse sbagliato chiedere questo al proprio fidanzato?
  • No, affatto, anzi... credo che tu abbia ragione. Da oggi in poi proverò a coinvolgerti di più, te lo prometto amore, ti terrò aggiornata su tutto ciò di bello o brutto mi accadrà e sarai la prima a cui confiderò ogni mia singola paura o timore. 
  • Cominciamo a ragionare... 
  • si mah... beh... resta ancora una cosuccia su cui vorrei battermi e far valere la mia opinione. - mi incuriosì quella sua richiesta e gli feci cenno di continuare. - continuo a pensare che sia meglio non averti come spettatrice ancora per un po’. 
  • Mah... no! Killian...
  • No no no no... su questo non transigo purtroppo! 
  • Ma se abbiamo appena detto che... - mi interruppe. 
  • Emma amore mio... Io sto cercando di venire in contro a te, ci sto provando seriamente anche se mi risulta difficile ma anche tu devi venire in contro a me. Funziona cosi in una coppia no? - sbuffai.
  • Ok però dammi una buona ragione per cui dovrei accettare questa proposta! Una ragione valida però. - precisai. Non mi sarei accontentata di una spiegazione da quattro soldi: se non sarei potuta essere presente ai suoi incontri volevo quantomeno essere a conoscenza del vero motivo che lo portava a tagliarmi fuori!
  • Semplice, non mi concentrerei. Penserei per tutto il tempo a te, al tuo stato d’animo e non riuscirei a concentrarmi a dovere su ciò che dovrei fare. Conoscendomi, e tu dovresti saperlo, passerei tutto il tempo dell’incontro a guardare con la coda dell’occhio te piuttosto che il mio avversario e di sicuro questo finirebbe per penalizzarmi. - in effetti ne sarebbe stato capace. Era morboso miei miei confronti, protettivo in maniera esagerata... forse aveva ragione dopotutto a non volermi li, sarei stata solamente una distrazione. - Con questo però non sto dicendo che non ti terrò partecipe: ti chiamerò appena terminato ogni singolo incontro raccontandoti per filo e per segno tutti i dettagli. - continuò cercando di convincermi - E’ un buon compromesso mi sembra no? 
  • Diciamo di si - accennai un sorriso - ma solo perchè ho paura che tu per guardare me potresti addirittura farti infilzare come un cotechino. Non voglio averti sulla coscienza quindi per ora faremo a modo tuo ma sia ben chiaro: non sarà per sempre così. Voglio tornare a tifare per te, dal vivo, al più presto. 
  • Ci lavoreremo insieme ok? - provò a baciarmi, anche se titubante, aveva paura che non volessi vista la piccola discussione avuta ma io non lo ostacolai lasciandomi trasportare senza nessuna esitazione. Si era comportato non proprio bene nei miei confronti raccontandomi bugie e non manifestandomi i suoi stati d’animo ma lo aveva fatto per il mio bene e non potevo non apprezzare. 
  • Ok.... - fui io la prima ad interrompere il contatto, eravamo circondati da altre persone e lui aveva indosso il camice.. non era una scena molto professionale. - direi che basta dare spettacolo, ci stanno guardando tutti...
  • Che guardino pure... - se ne infischiò killian provando a baciarmi ancora.
  • Fermo! mangiamo dai... muoio di fame.  
  • Sei una guastafeste.

 

Nonostante il battibecco non previsto ritrovammo subito la nostra armonia e trascorremmo l’ultima parte della sua pausa pranzo in tutta serenità a mangiare e a sbaciucchiarci come al nostro solito. Avevamo fatto bene a parlare, con i segreti non si va mai da nessuna parte, eppure l’essere a conoscenza dei suoi pensieri, per quanto nobili fossero, mi portò a vivere i giorni a seguire in completo stato d’allarme. Mi aveva confessato che fosse in pensiero per me, che aveva paura a confidarmi le sue emozioni per timore che ne risentissi psicologicamente; ora che finalmente era uscito allo scoperto sarebbe cambiato qualcosa? Avrebbe ripreso a parlarmi come se nulla fosse o ci sarebbe stato ancora un velo di incertezza nell’esprimere determinate emozioni? Iniziai a diventare paranoia, scrutavo ogni singolo sguardo e parola che usciva dalla sua bocca ogni qual volta che nelle conversazioni veniva fuori il tanto atteso argomento “scherma”. Tutti erano a conoscenza della competizione della “ribalta”, così la chiamava Regina, per cui era inevitabile che chiunque lo incontrasse facesse domande. Il suo modo di rispondere però, sempre uguale e mai emozionato, almeno in mia presenza, mi fece insospettire e a quel punto decisi di fare qualcosa... già, qualcosa che se fosse stata scoperta mi avrebbe causato non pochi problemi con il mio lui. Cosa feci? Mah... niente di che in realtà, mi presentai semplicemente nell’unico luogo dove non mi avrebbe mai voluto... in altre parole presenziai in gran segreto, senza dire nulla neanche agli altri, alla sua competizione di selezione. Feci molta fatica a non farmi beccare quel giorno credetemi, il palazzetto era gremito di gente che conoscevo, ma con un po’ di ingegno riuscii a mimetizzarmi tra la folla e andandomi a sedere tra le tifoserie di una palestra totalmente estranea alla nostra zona riuscii ad assistere indisturbata alla competizione. Fu un vero e proprio duello all’ultimo sangue ma alla fine Killian riuscì a spuntarla entrando di diritto in quella che sarebbe stata la squadra olimpica dell’anno. Non appena venne chiamato sul podio, arrivò addirittura primo, lo vidi piangere dall’emozione e tenere stretta al petto la sua medaglia incredulo di averla tra le mani. Sembrava non crederci eppure era così: aveva vinto e contro tutto e tutti era riuscito a rimettersi in carreggiata ed ottenere il posto che quattro anni prima gli sarebbe spettato di diritto. 

Nonostante la competizione fosse ormai terminata da un pezzo, rimasi a guardare il mio uomo gioire da lontano, mi spostai solo per evitare di essere scoperta andandomi a nascondere accanto allo stand delle bevande. La maggior parte degli spettatori era andata via, erano rimasti solo i parenti e gli amici dei vincitori, se fossi rimasta sugli spalti mi avrebbero vista senza ombra di dubbio e allora si che sarebbero stati guai. Continuai ad osservarlo da lontano mentre abbracciava i suoi amici ancora in lacrime per la vittoria. Rideva e piangeva... non riusciva a fare altro e io piansi dall’emozione insieme a lui.

 Mi allontanai solo quando lo vidi entrare negli spogliatoi ma non andai via...andai a nascondermi accanto alla sua auto e a quella del suo amico Sam convinta che sarebbero venuti a prendere la macchina insieme. Mi fecero aspettare più di quaranta minuti, poi dicono che sono le donne a fare sempre tardi, ma come sospettavo eccoli arrivare insieme, ancora con il sorriso sulle labbra per la vittoria ottenuta. 

  • Sei dei nostri stasera si?!?! Non hai risposto al coach prima... - disse Sam buttando senza grazia alcuna il suo borsone nel porta bagagli. 
  • Stasera non posso mi dispiace. Sono a cena con i miei ed Emma. 
  • L’appuntamento è dopocena quindi hai tutto il tempo per festeggiare con la tua famiglia, sbaciucchiarti la tua fidanzata e correre da noi per brindare alla vittoria. - di tutta la loro squadra solo lui e Sam erano entrati, gli altri ragazzi erano nuovi, ma nonostante ciò i loro compagni di sempre volevano festeggiarli ugualmente anche se a loro non era andata poi tanto bene.
  • Sam davvero non...
  • Non mettere scuse, non fare l’idiota! Stiamo andando alle olimpiadi lo hai capito si? E’ obbligatorio festeggiare.
  • Lo so ma Emma... - io? Cosa centravo io... 
  • Emma cosa Killian!!!! Avanti non essere scemo! puoi vederla a tutte le ore del giorno e della notte la tua bella, non ti lascerà di certo se per una sera ti dedicherai ai tuoi amici e non a lei. 
  • Non... non è questo... 
  • e allora che c’è!?!
  • vedi.... - sospirò - beh lo sai! Sai la nostra situazione e sai che le ho proibito di venire a vedere l’incontro di oggi. Non posso, dopo averle negato di venirmi a vedere, lasciarla a casa, con i miei per giunta, per venire a divertirmi con voi. non è giusto... non me la sento. 
  • Parli seriamente?
  • Certo che parlo seriamente! E poi... stasera a cena dovrò dirle cosa è successo oggi, non sarà facile, voglio quindi restare con lei per assicurarmi che stia bene e che il mio racconto non la faccia soffrire; cosa che non posso di cero fare se sarò con voi a festeggiare.
  • Tu sottovaluti quella povera ragazza. Emma sarà felicissima di sapere che sei dentro, che hai coronato il tuo sogno... smettila di farti paranoie inutili e vieni a fare baldoria.
  • Lo so che sarà felicissima, lei è la prima che crede in me...
  • E allora? Certo che quando fai così proprio non ti capisco.
  • Non voglio che la mia vittoria le causi scompensi dovuti alla sua situazione personale. Voglio assicurarmi personalmente, con i miei occhi, che il suo volto non venga macchiato da altre lacrime. Non me lo perdonerei mai se dovesse star male a causa mia.
  • Quella ragazza ti ha fritto cervello e cuore amico mio! - lo prese in giro Sam ridendo - Parli come un uomo di altri tempi: onore, rispetto... mette i brividi. Se continuerai di questo passo non mi stupirò di certo di vederla con un anello al dito nel giro di qualche anno! - rise - forza va dalla tua bella, ti starà aspettando impaziente al balcone come una perfetta Giulietta.
  • Fai meno lo spiritoso, quando troverai la donna giusta, credimi non l’hai ancora trovata, anche il tuo cuore e il tuoi cervello verranno fritti in maniera irreparabile. - rimasero a parlare ancora qualche minuto dopodichè ognuno salì sulla propria macchina per raggiungere le loro rispettive abitazioni. Aspettai cinque minuti prima di ripartire anche io, non volevo che mi beccasse proprio ora che l’avevo fatta franca e proprio nel mentre che aspettavo ecco arrivare un suo sms. Ve lo giuro, il mio cuore iniziò a battere all’impazzata, temevo in un messaggio del tipo: “guarda che ti ho sgamata”, fortunatamente però la mia era solo paranoia, il messaggio citava tutt’altro.

 

“ Sono passato... sono ufficialmente dentro! Non vedo l’ora di stringerti a me e raccontarti tutto. Ps. Mi sei mancata oggi.” 

 

Se fino al secondo prima, vista anche la conversazione con Sam, ero convinta che non mi avrebbe coinvolta nella sua felicità, con quel messaggio cambiai idea al volo e dopo aver risposto con un “ sto arrivando! non vedo l’orda di festeggiarti, sei il mio orgoglio più grande” misi a moto e mi recai dritta dritta a casa sua. 

Non riuscivo a capacitarmi di essere stata così superficiale, come avevo anche solo potuto pensare che volesse nascondermi la sua felicità? Per un momento mi sentii anche in colpa per essere andata a vederlo contro la sua volontà. Dalla parte della “ragione” mi ritrovai ad essere senza dubbio nella parte del torto e come prevedibile i sensi di colpa iniziarono fin da subito a non lasciarmi tregua. Per tutto il tragitto mi sentii sporca, un’imbrogliona... con che faccia lo avrei guardato negli occhi dopo ciò che avevo fatto? Non sapevo darmi una risposta ma orami ero giunta a destinazione per cui non mi restava altro che salire in casa e vedere cosa sarebbe successo.

Mi accolse Regina, una cosa stranissima visto che quella non era casa sua, o meglio... non era più casa sua. Era stata invitata a cena anche lei e anche se non dava a vederlo era parecchio agitata dalla presenza del suo ex marito. 

  • menomale sei arrivata... altri due minuti da sola con quello li e sarei impazzita. - mi disse alzando gli occhi al cielo senza farsi sentire. Da sola aveva detto? E killian? A quanto pare non era ancora arrivato ma non si fece attendere molto, dopo una decina di minuti ci degnò della sua presenza. Aveva ritardato per andare a prendere delle paste.
  • Amore mio!!!! - Esclamò venendomi in contro e baciandomi con passione nonostante in sala ci fossero i suoi. - sei già arrivata? Scusa se ti ho fatto aspettare ma mi sono girato tutte le pasticcerie di New York per trovare i bignè giganti con la panna. - mi mostrò la busta.
  • Ok che dobbiamo festeggiare ma addirittura i bignè giganti killian? - gli disse regina contraria - con la panna poi. Una disgustosa bomba calorica... 
  • forse a te non piacerà ma la mia Emma ne va...
  • La tua Emma???? - domandò Regina con fare minaccioso. I bignè con la panna erano il nostro piccolo segreto, almeno due volte a settimana killian me ne portava uno, ma a quanto pare ora quel piccolo segreto era appena stato rivelato... e alla persona meno indicata. - la tua Emma cosa killian?????
  • Ehm... niente mamma... niente! - rispose grattandosi l’orecchio. - vado a metterli in frigo... torno  subito. 

Dopo quel piccolo siparietto tragicomico, che fortunatamente non ebbe conseguenze, Regina si limitò solo ad un’occhiataccia, ci sedemmo a tavola e iniziammo la cena in onore di Killian. 

  • Allora Killian... perchè non racconti ad Emma come è andata oggi? Immagino sia curiosissima di sapere.
  • Adesso papà? Stiamo cenando, non mi sembra il caso! Magari più tardi...
  • Credo che Emma sia venuta a cena appositamente tesoro... - continuò il signor Jones. - Perchè aspettare? Deduco sia impaziente di sapere come sia andata la giornata speciale del suo moroso non credi?
  • Sa già come sono andate le cose! - risposi leggermente spazientito. - Ho detto che ne parliamo dopo. -non mi aspettavo di certo che perdesse le staffe così, per cosa poi... in fondo per messaggio mi aveva detto che non vedeva l’ora di raccontarmi tutto.
  • Derek forse nostro figlio vuole parlare con la sua fidanzata in privato, dopocena... senza genitori tra le scatole. - gli fece notare, Regina aveva capito benissimo cosa passasse nella testa di suo figlio. 
  • Ah si? E perchè mai? Comunque Emma non sai cosa ti sei persa, avresti dovuto esserci, è stato a dir poco fantastico. I suoi avversari non facevano in tempo a salire in pedana che già erano costretti a scendere. Era carichissimo, non l’ho mai visto così intenzionato a portarsi a casa la vitt...
  • PAPÀ’ SMETTILA! - alzò la voce sbattendo i pugni con forza sul tavolo 
  • Killian mah... - Brennan era sconvolto dalla reazione di suo figlio. Anche io a dire il vero...
  • Ti ho detto che non ne voglio parare adesso quindi smettila.
  • D’accordo... non ti scaldare!  Ma di qualcosa dovremmo pur parlare non trovi? 
  • Parla di quello che vuoi ma non di me. 

Dopo quel piccolo scontro padre/figlio ci fu qualche minuto di silenzio ma subito il caro darei riprese a parlare cercando di alleggerire la tensione che si era venuta a creare. Parlammo delle scuola, di come stava procedendo la mia maturità e di cosa avevo intenzione di fare una volta terminati gli studi. Tutto procedeva nel migliore dei modi ma poco dopo, anche se involontariamente eccolo tornare a toccare dei tasti pericolosi.

  • Visto? Anche tu hai trovato la tua strada dopotutto. Ricordi quando credevi di non aver più un futuro senza la ginnastica?
  • Brennan... - Regina provò a richiamarlo all’ordine vedendo lo sguardo di Killian.
  • Eri disperata ma io lo sapevo già da allora che prima o poi avresti trovato la tua vera strada. 
  • Brennan... è terminata l’acqua, perchè non vai gentilmente a prenderla? - continuò Regina lanciandogli cenni che lui non captò.
  • Si certamente... e con la scusa prenderò anche una cosuccia che avevo preparato. Torno subito - si allontanò per mezzo minuto facendoci respirare, avevo temuto che killian sarebbe scoppiato da un momento all’altro, ma quando tornò purtroppo capii che il pericolo non era ancora scampato, anzi... - Ecco l’acqua e.... tadààààà - tirò fuori dal secchiello del ghiaccio, che aveva portato con se, una bottiglia di champagne.  - credo sia arrivato il momento di un brindisi. - regina lo guardò come a supplicarlo di smetterla ma Derek era troppo euforico per poter leggere tra le righe. Riempì velocemente i nostri bicchieri e dopo aver preso il suo tra le mani esclamò: - a voi due... - indicò me e Killian - alla nostra futura psicologa e al nostro ormai quasi conclamato campione olimpico: che il futuro vi riservi solo cose belle. Cin cin. - si portò il bicchiere alla bocca ma fu l’unico a farlo, Killian subito dopo il suo Brindisi si alzò in piedi e dopo aver borbottato qualcosa di incomprensibile uscì dalla stanza andando sulla terrazza. - e ora che gli prende? - esclamò Derek.
  • Che gli prende... che gli prende è? - esclamò Regina tra l’arrabbiato e l’incredulo - Ma dico io: sei imbecille o cosa? Roba da pazzi... - fece per alzarsi anche lei in modo da raggiungere suo figlio ma prima che potesse varcare la soglia la fermai chiedendole se potessi andare io a parlare con Killian... credevo di aver capito cosa fosse passato nella la mente del mio fidanzato e in quel caso ero l’unica a poterlo calmare. Regina capendo le mie intenzioni mi lasciò andare e con la scusa ne approfittò per fare quattro chiacchiere con il suo ex. 

Aspettai qualche secondo prima di raggiungerlo in terrazza ma quando mi avvicinai lo trovai intento a fare una cosa che mai mi sarei aspettata. 

  • Da quanto in quai fumi? - chiesi meravigliata, aveva una sigaretta tra le mani e la stava portando alla bocca in maniera frenetica quasi a volerla consumare nell’immediato. 
  • Non fumo mai... lo faccio solo quando perdo la testa. Era una vita che non lo facevo... l’ultima volta risale a..... - ci pensò su - cinque o sei anni fa ormai. Sono di mio padre comunque se te lo stai chiedendo. - mi indicò il pacchetto che aveva in mano. 
  • Mi dici che succede Killian? Perchè hai perso la testa? E’ tutta la cena che ti vedo nervoso. 
  • Non doveva dire quello che ha detto! 
  • Parli di me? Della storia della ginnastica? Killian non è nulla davvero, sto bene... non l’ha detto in cattiva fede. Era felice che avessi trovato la mia strada. 
  • Buona o cattiva fede doveva farsi i fatti propri, non uscirsene con queste battute infelici.
  • Dai smettila... non roviniamo una giornata così bella per una piccola incomprensione è? Dobbiamo festeggiare no? Il tuo passaggio in squadra olimpica va festeggiato come si deve non credi? E se non ricordo male ci sono dei bignè super calorici pieni zeppi di panna per me. - non commentò, in altre occasioni lo avrebbe fatto. - avanti valli a prendere, io ti aspetto qui. 

Si avviò in casa come un automa e quando tornò portò sia un vassoio pieno zeppo di bignè, ce ne saranno stati minimo una dozzina, che una coperta matrimoniale di pile dove ci avvolgemmo subito dopo esserci andati a sedere sul divanetto situato proprio vicino la staccionata. 

  • Avevi paura di morire di fame quando sei passato in pasticceria? - chiesi scherzando, per quattro persone tutti quei dolci erano decisamente esagerati. 
  • Sono tutti per te! - si limitò a dire guardando le stelle. 
  • E cosa vogliono dire con esattezza questi bignè? Che hai scoperto un amore folle per le ragazze in carne o perchè...
  • Zitta e mangia! - rispose prendendo un bignè e portandomelo alla bocca in maniera scherzosa. Almeno se non altro con quella battuta ero riuscita a tranquillizzarlo un po’. Aspettai un pochino prima di tornare all’attacco con le mie domande ma vedendo che da lui iniziativa a parlare non sembrava arrivare ripresi la parola.
  • Ti va di raccontarmi di oggi? Per messaggio sembrava non vedessi l’ora. - gli ricordai il messaggio che mi aveva inviato subito dopo la competizione.
  • E’ andata bene, qualche errore qua e la ma alla fine sono passato. 
  • E?
  • È tutto!
  • È’ tutto... “È andata bene” e “sono passato” è tutto ciò che volevi dirmi? Scherzi vero?
  • Che altro devo dirti amore? Sono passato, mi allenerò per i giochi olimpici...
  • Non é cosa da poco! - aggiunsi. 
  • Già... - mmmh un nuovo dubbio mi sfiorò alla mente, forse dopotutto avevo visto giusto la prima volta. A quanto pare era in difficolta a parlare di quell’argomento con me e forse la scenata di poco prima a tavola quando Derek spingeva per parlare della sua esibizione era dovuto proprio a questo. Mi ero sentita in colpa per avergli mentito e per essere andata a vederlo contro il suo volere ma a quanto pare avevo fatto bene. Se non fossi andata non sarei riuscita a vivere le sue emozioni tramite i suoi racconti. 
  • Dovresti fare i salti di gioia lo sai si? - certo che lo sapeva, li aveva fatti fino a poco prima, aveva addirittura pianto. - non capita a molti. - aggiunsi. 
  • Lo so... sono felice infatti. 
  • Mmh... si! Si vede! - addentai un secondo bignè iniziando a capire anche il motivo di quell’enorme vassoio: si sentiva in colpa per essere passato ed essere felice. - Killian amore ascoltami: non c’è nulla che tu non possa raccontarmi quindi perchè non parti dall’inizio e mi dici per filo e per segno, senza tralasciare nulla cosa è successo? Ti prego...
  • Ti ho già detto tutto amore, è stata una competizione intensa, ce l’ho messa tutta e alla fine ho ottenuto la posizione desiderata. - proprio in quel momento mi arrivò un sms da Sam dicendomi se per quella sera potevo concedergli killian perchè avevano da festeggiare. Aggiunse anche che killian sapeva della serata che aveva deciso di disertare per non far soffrire me. Come se non lo sapessi poi... avevo assistito a tutta la scena. 
  • Sei felice? - gli chiesi cercando di non fargli notare i miei occhi lucidi. L’idea che non riuscisse a sfogarsi con me mi distruggeva dentro. 
  • Certo che lo sono ma sarebbe stato lo stesso se non fossi passato.
  • Si certo.... se ci credi tu....
  • Emma è la verità! 
  • Quattro anni fa, quando ti ho conosciuto non la pensavi così! Comunque ok... se non vuoi parlarmene non importa! - mi alzai - Vado a casa adesso... è tardi.
  • Emma amore non...non fare così, dai su... resta! 
  • Sono stanca e poi... beh Sam sta venendo a prenderti per portarti a festeggiare. Chissà magari senza questo peso tra i piedi riuscirai a goderti la serata. - senza aggiungere altro, Con le lacrime che ormai uscivano incontrollate dai miei occhi corsi in casa e senza dare spiegazioni ai suoi genitori scappai precipitandomi in macchina e allontanandomi velocemente da li. Mi fermai in un parcheggio poco distante incapace di guidare oltre, le lacrime mi impedivano una corretta visuale e senza pensare che fosse ormai tardi chiamai la mia migliore amica chiedendole aiuto. Nonostante fosse tardi mi rispose subito e senza esitazione mi invitò ad andare a casa sua per la notte, in questo modo avremmo potuto parlare tranquillamente. Avvisai i miei che non sarei rientrata e di non aspettarmi, mia madre non sembrava voler credere alla mia versione, secondo lei stavo andando da Killian, dopodiché rimisi a moto e raggiunsi Abby.
  • Raccontami tutto!! - esclamò consegnandomi un pigiama in modo da potermi sistemare e mettermi comoda - suppongo che centri Killian - ipotizzò. annuii... - tze... lo sospettavo. Che accidenti ha fatto quel cretino questa volta? 
  • Mi sta mentendo... mi sta mentendo in continuazione...
  • Ti sta mentendo? su cosa esattamente? Non dirmi che lo hai pizzicato in compagnia di qualche sciacquetta!!! 
  • Co... cosa?No! - esclamai scandalizzata - No certo che no. Scherzi? Lo avrei già ammazzato in caso.
  • E allora cos’ha fatto?? Su cosa ti sta mentendo? Se non è a causa di una donna cos’è che ti fa stare così?
  • Lo sport! O meglio... la sua vita sportiva. Da quando ha ripreso a lavorare nella sua vecchia società non fa altro che tenermi alla larga da tutto ciò che riguarda la scherma. Prima mi raccontava ogni cosa: sogni, timori... tutto. Adesso invece.... bah... già è tanto se mi dice di essersi andato ad allenare. - feci una pausa - Io non pretendo che stia ogni sera a parlarmi della sua vita sportiva e delle sue aspirazioni ma cavolo...almeno un minimo.  Non mi vuole più neanche alle sue competizioni. 
  • Lo sai perché non ti vuole li e probabilmente è lo stesso motivo per cui non ti rende partecipe di quel lato della sua vita. 
  • Si lo so, lo fa per me... per non farmi ripensare alle crudeltà che la vita mi ha riservato ecc ecc ecc. - risposi alzando gli occhi al cielo esasperata. - sono stufa di sentire questa storia sai? Non fraintendermi... ho apprezzato molto il suo volermi proteggere ma adesso basta! È acqua passata, sto bene e posso gestire benissimo le gioie di un fidanzato sportivo. 
  • Sará... - esclamò poco convinta. - gliene hai parlato? 

Annuii - già... l’ho pizzicato mentre si confidava con Sam così ho preso la palla al balzo per parlargli chiaro. Pensi sia servito a qualcosa?? Certo che no. Mi ha dato il contentino dicendomi si sì e poi rieccolo cadere nei suoi errori. É entrato in nazionale proprio poche ora fa è l’unica cosa che ha saputo dirmi è stata “sono passato” - gli feci il verso - esattamente con questo entusiasmo me l’ha detto. Ti pare normale? 

  • Perchè no? - cosa? “Perché no?” Diceva sul serio?la guardai del tutto contrariata - Emma non guardarmi così, che ne sai??? Magari è il suo carattere... ci hai pensato a questo?  forse non vuole nasconderti le cose, forse non sa esprimere il suo entusiasmo. 
  • Si certo... - sbuffai, ma mi faceva davvero così scema? - uno che non sa esprimere il suo entusiasmo non si commuove tenendo stretta al petto una medaglia, non corre per tutto il palazzetto in spalla ai suoi amici ridendo e scherzando.... vuoi che continuo? 
  • Scusa ma....Come sai tutte queste cose?
  • Semplice! L’ho seguito! - le confidai
  • Hai... hai fatto cosa? - mi guardò sgranando gli occhi.
  • Hai capito! L’ho seguito! - ripetei. 
  • Emma mah...
  • Lo so! É pessimo ma cosa dovevo fare è? Non potevo di certo restarmene a casa a contemplare il soffitto. 
  • No mah...
  • E poi se non lo avessi fatto non avrei avuto la certezza che mi stesse mentendo. - sospirò per poi scuotere la testa. - cosa c’è! Perchè tutto questo sgomento! 
  • Ascolta... posso farti una domanda che non c’entra nulla con lui in questo momento? - non ne capivo il motivo ma si... Perchè no? Annuii - cosa hai provato nell’assistere alla sua vittoria? - eccone un’altra pensai... 
  • Che c’è.. stai cercando di psicanalizzarmi anche tu per caso? No perché se è così... 
  • No, lungi da me credimi... voglio solo capire una cosa. - sembrava sincera. 
  • E va bene.... non ci crederai ma ero felicissima. Sono tutt’ora felice per lui e credimi se ti dico che neanche una sola volta ho pensato alla mia situazione. Non in maniera negativa almeno.... - mi corressi 
  • Sul serio? 
  • Già... te l’ho detto, sono guarita! Vorrei solamente che lo capisse anche lui. - mi intristii ancora una volta. - pensi lo capirà mai? - non fece in tempo a rispondermi che un sms da parte di Killian ci interruppe. - lupus in fabula - esclamai senza aprire il messaggio - stavamo dicendo? 
  • Leggi,.. vedi cosa vuole! 
  • Sarebbe come dargliela vinta! No, non voglio sentire nulla di quello che ha da dirmi. 
  • Dai... non fare la ragazzina, magari è in pensiero per te! 
  • Poteva pensarci prima di fare l’idiota. 
  • Emma!!!! - mi riprese. - o gli rispondi o non ti aiuto! 
  • Che c’è! Sei dalla sua parte adesso?
  • Non sto dalla parte di nessuno! Siete due capoccioni... forza dai! Leggi quel benedetto sms. - sospirai, non avevo nessuna voglia di ascoltare cosa avesse da dirmi, ma pur di non battibeccare con Abby decisi di accontentarla. Presi il cellulare da sopra il comodino, dove lo avevo precedentemente appoggiato e aprii la chat di Killian. Non era un semplice sms... era un messaggio audio.

“Mi dispiace amore... sono stato un cretino lo so ma ti prego, cerca di capirmi... è difficile anche per me questa situazione. Vedere i tuoi occhi brillare ancora dopo anni è una gioia per me unica al mondo ed è per questo che ho difficoltà nel raccontarti o renderti parte di questo piccolo angolo della mia vita. Vivo con la costante paura che per causa mia i tuoi occhioni verdi possano tornare a rivestirsi di tristezza e malinconia e non posso permetterlo. Non voglio più vederti star male e non voglio per nessuna ragione al mondo, se questo dovesse accadere ancora, esserne proprio io la causa. È solo per questo che cerco di trattenermi, nulla di più.” - fece una piccola pausa di cinque/dieci secondi, poi riprese a parlare “ so anche che questo atteggiamento però potrebbe portare il nostro rapporto ad inclinarsi...non ci avevo mai pensato fino ad oggi, ho sempre creduto che agire in buona fede non potesse portare con se conseguenze spiacevoli ma forse non è proprio del tutto vero. Forse anche agendo in buona fede si può ferire qualcuno...togliamo il forse... Ho sbagliato Emma, ho sbagliato di nuovo e capisco benissimo se adesso c’è l’hai a morte con me. Fai bene... me lo merito dopotutto. Ti chiedo solamente una cosa.... parliamone... a voce. non oggi, è ancora presto per te credo, domani magari. Giuro di aprirti il mio cuore a prescindere se dopo averlo fatto vorrai parlarmi ancora. Ti prego.... dammi un’ultima possibilità, prometto che non te ne pentirai. Ti amo... 

P.S. Ho detto domani perché immagino tu sia accecata dalla rabbia in questo momento ma nel caso vorresti parlare oggi stesso io ci sono. Mi trovi a casa. Non sono uscito con Sam e gli altri... ogni voglia di festeggiare la mia vittoria è svanita vedendoti uscire dalla porta di casa. “ 

 

  • Lasciatelo dire tesoro... non apprezzi ciò che hai... - esclamò Abby vedendomi alzare gli occhi al cielo durante l’ultima parte del messaggio. - io non so cosa darei per avere un uomo come il tuo al mio fianco e tu che c’è non riesci a capire quanto tu sia fortunata. 
  • Io so benissimo di essere fortunata ad averlo nella mia vita credimi! - dissi con convinzione.
  • Non si direbbe sai?
  • E’ proprio perchè a lui ci tengo che non accetto che mi menta! Lui vuole vedermi sorridere ha detto no? Dice di volermi sempre vedere felice.... beh... anche io vorrei tanto vederlo sorridere senza paure superflue. Perchè se lui mi mente a fin di bene è giustificabile e io che mi arrabbio perchè non accetto che non si confidi sono da criticare? Non stiamo entrambi lottando per vedere uscir fuori la felicità dell’altro?
  • Ti sei risposta da sola... state entrambi facendo di tutto per vedere il vostro rispettivo partner essere felice quindi converrai con me che è totalmente impensabile tenergli il muso. 
  • Non dovrei essere arrabbiata con lui secondo te?
  • Non dico questo! Dico solo che piuttosto che essere qui a parlare con me dovresti andare da lui e chiarire una volta per tutte. Lui vorrebbe che andassi subito, senza aspettare domani e in fondo anche tu non vedi l’ora di poter far pace con lui... non siete mai stati bravi a stare troppo a lungo separati - disse maliziosa facendomi alzare gli occhi al cielo per l’ennesima volta. - Per una volta abbandona l’orgoglio e segui il tuo cuore, fidati di me che sono anziana... - anziana... aveva solo tre anni più di me - è la scelta migliore che tu possa fare. 
  • Quindi in altre parole pensi che io stia esagerando?
  • No, alla fine stai dando voce ai tuoi sentimenti, non c’è nulla di sbagliato in questo.
  • Mi stai mettendo ancora più in confusione lo sai si? Faccio bene ad esprimere ciò che provo ma allo stesso tempo dovrei lasciare stare e correre da lui.... mmmh. Non ha tanto senso...
  • In effetti... 
  • Senti, lo sai che non mi offendo quindi perchè non mi dici esattamente cosa pensi di tutta questa storia? Tralasciamo il fatto che ci amiamo ecc ecc ecc. cosa pensi del modo di comportarsi di Killian? Ho bisogno di vedere un punto di vista differente dal mio. Voglio capire se sono la sola a pensare certe cose o meno. Voglio cercare di vedere, nel caso ci sia, una visione della storia differente... 
  • cosa penso... penso che mentire non è stata proprio la scelta più giusta, come ti ha proibito di andarlo a vedere agli incontri poteva benissimo dirti che non se la sentiva di parlare con te delle sue vicende sportive, ma capisco il motivo per cui lo ha fatto e questo non lo rende affatto una cattiva persona anzi... ai miei occhi sarebbe esattamente un tipo da sposare. Te lo ripeto Emma.... Hai tra le mani l’oro... non lasciartelo scappare. 
  • Pensi che possa allontanarsi da me per questo mio voler a tutti i costi sapere la verità? - iniziò a battermi il cuore al solo pensiero che fosse possibile una cosa del genere. 
  • Affatto... penso che possa essere proprio tu quella che per orgoglio potrebbe mettere le distanze... - ci pensai su dopodichè mi portai entrambe le mani sul viso completamente incapace di prendere una decisione su cosa fare.
  • Cosa devo fare Abby? Vado da lui e cedo al suo fascino o...  - sapevo per certo che sarebbe successo. Avremmo finito per andare a letto ancor prima di chiarire. Non era di certo la nostra prima discussione quella - o aspetto, riacquisisco un minimo di lucidità e poi provo ad affrontare la cosa?
  • Mmmh... ti ho detto fino a due secondi fa di correre immediatamente da lui ma in realtà, visto quello che mi hai appena detto, forse è il caso che tu ci dorma un pochino su... non vorrei che domani mattina mi chiamassi inveendomi contro per non aver concluso nulla. - sorrise - in fondo stare un po’ lontani non vi farà di certo male, anzi... vi farà capire che siete due idioti che non possono vivere l’uno senza l’altra. Ora scrivigli prima che si preoccupi e poi mettiti a dormire, ne hai bisogno. 
  • Grazie abby... - sorrisi a mia volta. - sei un’amica. 

Come consigliato presi nuovamente il telefono, scrissi a Killian che ci saremmo visti l’indomani, che per quella sera proprio non me la sentivo di riprendere l’argomento e poi, dopo aver spento la luce, mi misi sotto le coperte e provai a dormicchiare almeno un po’. La mia testa era piena di pensieri quella sera, per la maggior parte brutti, tristi... ma uno spiraglio positivo, seppur piccolo ed incerto, c’era e dopo averlo analizzato a fondo, cosa che per tutta la giornata non avevo fatto, decisi di dar voce a questo piccolo pensiero sperando che la mia amica avrebbe potuto aiutarmi anche in questo. 

-Abby... - la chiamai sperando non fosse già caduta nel mondo dei sogni.

  • mmh.... - mugolò qualcosa. Forse avrei dovuto aspettare l’indomani e lasciarla dormire, non era il caso di disturbarla ancora dopo tutto ciò che aveva già fatto per me,  ma come potevo mettermi a dormire con quel pensiero che ormai mi stava invadendo testa e cuore impedendomi di fare altro?
  • Sei.. sei sveglia? - che domanda idiota...
  • Mmh... s...si.... dimmi.
  • No è che... stavo pensando ad una cosa... una cosa strana in realtà...
  • Non... non farla tanto lunga... che c’è! Giuro che se mi dici che ti manca Killian e vuoi andare da lui ti prendo a calci nel sedere. - però! Per essere mezza addormentata sapeva minacciare bene. Risi.
  • No... non centra Killian. - la tranquillizzai. - in realtà mi stavo domandando una cosa... 
  • - mmh.... sentiamo...
  • Che ne pensi se ci riprovassi? - chiesi credendo fosse scontato a cosa mi riferissi.
  • A fare che?!? - a quanto pare non era poi così scontato.
  • A tornare a gareggiare come un tempo... - dissi con sincerità. Era questo il pensiero che mi stava attanagliando la mente: tornare o non tornare ad inseguire il mio sogno perduto? - E’solo un’ipotesi mah.... si beh ecco... secondo te, se prendessi in considerazione la proposta di mr Harris pensi che... - improvvisamente sentii un rumore. La mia amica si era alzata in piedi saltando letteralmente giù dal letto per correre ad accedere la luce
  • C... come scusa? - chiese incredula sorridendo come un ebete... aveva capito benissimo - ti dispiacerebbe ripetere? 
  • Se partecipassi alle selezioni di qualificazione, se tentassi di entrare nuovamente in squadra... pensi che...
  • Penso che sarebbe formidabile Emmaaaaaaaa!!!!!!! Dici sul serio? Vuoi farlo seriamente???? Mamma mia non posso crederci! Erano anni che aspettavo questo momento! - iniziò a dire senza prendere fiato tra una fra e l’altra, era completamente su di giri. - devo dirlo alle altre! Devo scrivere loro immediatamente... dove ho messo il telefono? Dobbiamo cercare di passare le selezioni tutte insieme come quattro anni fa, dobbiamo.... aspetta un secondo! - disse mentre cercava il cellulare in giro per la stanza - Posso dirlo anche a zelina oltre che a Sarah? Forse sei ancora arrabbiata ma fidati lei sarebbe felic...
  • Abby... Abby... ABBY! - La richiamai all’ordine - Respira! Stai iperventilando!
  • Lo so ma non posso farci nulla! E’ una notizia grandiosa? - continuò imperterrita a gongolare - lo hai già detto ha Regina? Che ti ha detto? E’ felice? Immagino di si, da quando te ne sei andata non è più lei in sala... credo sia senta ancora in colpa per via dell’incidente. 
  • Abby... frena l’entusiasmo! Non l’ho ancora detto a nessuno, la mia era solo un ipotesi... - le spiegai. - Non ho preso ancora nessuna decisione, non era calcolata una cosa del genere, credevo che... si insomma... che non ne sentissi più il bisogno, invece oggi...- non riuscivo a trovare le parole -  va beh... dimmi solo se sto dicendo una stronzata. 
  • Una stronzata? Emma.... è la cosa più sensata che tu abbia detto in questi quattro anni! Era ora tesoro.... - non mi vide convinta. - perchè non andiamo in cucina, ci facciamo una bella cioccolata calda con tanto di cannella e mashmellow e mi racconti tutto dall’inizio? No so perchè ma ho come la sensazione che l’incontro di scherma di oggi sia stato decisivo. - come darle torto, in effetti fu proprio l’incontro di quella sera a smuovere qualcosa dentro di me. Fino a quel momento non avevo mai preso in esame l’idea di tornare, mai... avevo deciso semplicemente di non tentare più la sorte. Con la lettera di Harris poi le cose non erano affatto cambiate, mi aveva detto di pensarci su, anche regina me lo aveva chiesto ma io, vuoi per paura o altro, non l’ho mai fatto.  Avevo stabilito dentro di me che quella era la decisione giusta, punto... nessuno avrebbe potuto farmi cambiare idea... già... nessuno a parte il mio cuore. Quando andai ad assistere alla competizione di Killian tutto mi sarei aspettata tranne quello che in realtà successe. Dentro di me ero pronta a tutto: lacrime di nostalgia, rabbia interiore, invidia verso il mio uomo e tutti quel ragazzi che erano in pista. Avevo preso in considerazione ogni possibile mia reazione tranne quella che effettivamente ebbi. Senza volerlo quella sera mi immedesimai in tutti quei ragazzi: pensai all’ansia che si prova prima di un incontro così decisivo, agli allenamenti frenetici dove tutto ciò che hai sempre fatto ad occhi chiusi in quei mesi il giorno prima della gara non riesce mai, all’adrenalina che ti sale in corpo non appena senti il telecronista annunciare il tuo turno. tutte sensazioni provate un’infinità di volte, sensazioni che al solo pensarci mi mancavano terribilmente. “Come è possibile?” Vi starete chiedendo... “Come è possibile che ti manchino sensazioni che in teoria vivi quotidianamente?” Sembra strano lo so ma non è così... è difficile da spiegare, diciamo solo che se non si ha una passione verso lo sport non si può capire. Le cose che ho citato io continuo a viverle ogni giorno, lo so questo, ma non hanno nulla a che vedere con le sensazioni che si provano quando si è in ambito professionale. Perdere una gara di routine di serie A non compromette nulla in fondo, ci si può arrabbiare, si può star male... ma poi?? Poi niente, si passa alla gara successiva e quella precedente cade nel dimenticatoio. Quando si fa parte di una squadra nazionale invece le cose sono diverse... molto diverse. Ogni gara è connessa a quella successiva quindi non si può sbagliare, si deve fare sempre e comunque del proprio meglio per non vedere sfumare la possibilità di arrivare fino alla fine. Sono sempre stata consapevole di questo ma credevo che non mi toccasse più ormai... beh, mi sbagliavo. Il mio cervello aveva  svolto un ottimo  lavoro di auto convincimento in tutto quel periodo  ma il cuore a quanto pare non si è fatto abbindolare... affatto: è bastato assistere ad una  competizione ad alti livelli per riaccendere il fuoco che credevo ormai essersi spento per sempre. Raccontai tutto questo alla mia amica davanti ad una tazza fumante di cioccolata e mi sentii immediatamente più sollevata. Quella sensazione di voler tornare alla mia vecchia vita mi aveva mandata in confusione pertanto parlarne con qualcuno che non fosse Killian, regina, Harris o i miei era la cosa di cui più avevo bisogno. Dopotutto la discussione con Killian era capitata a fagiolo come si suol dire. Non credo che lo avrei ammorbato con i miei problemi nel caso fossi rimasta a casa sua. Era il suo giorno dopotutto, mi sarei dedicata completamente a lui tralasciando come sempre me stessa. 

 

  • E se fosse solo un’illusione? - chiedi guardano i piccoli mashmallow galleggiare e gonfiarsi nella cioccolata - Se fosse stato il contesto a farmi venire alla mente questa stramba idea? Pensaci... è possibile no? Come si spiega altrimenti che fino ad oggi non ho mai voluto saperne nulla. - la risposta la conoscevo in realtà, volevo semplicemente assicurarmi che non mi stessi illudendo da sola. 
  • Non è che non ne hai mai voluto sapere nulla, hai semplicemente smesso di prendere argomenti che portassero dritti a questa conclusione. La proposta di Harris... dillo sinceramente, l’hai mai presa in esame in questi giorni? 
  • No! Mai... ma questo non vuol dire che io non voglia prendere in mano la situazione. Non ho pensato perchè semplicemente ero più che convinta della mia decisone. 
  • E la lettera? La lettera di convocazione che ti ha dato... dove sta?
  • Nel portafoglio, perchè... vuoi costringermi a compilarla?
  • No certo che no, questo dipende da te ma ti farei notare una cosa: la lettera è qui con te, te la porti dietro da quasi una settimana ormai mi sembra... non è a casa nel cestino o buttata chissà dove.
  • Che centra...
  • O centra eccome. Se fossi stata sicura della tua decisone l’avresti già butta all’istante fidati... ti conosco. Il portartela dietro come una reliquia, e si è una reliquia se la tieni custodita nel portafoglio, fa capire che anche se non ci pensi sei comunque combattuta. La competizione del tuo moroso è stata la tua salvezza altro che illusione: ti ha finalmente aperto gli occhi.
  • Tu dici?
  • Dico...
  • Non lo so... e se una volta entrata in squadra mi accorgessi di aver fatto una cavolata? Se non fossi all’altezza delle aspettative di tutti voi e sbagliassi tutto? Non voglio fallire ancora. Non voglio ritrovarmi a vedere nuovamente  il mio sogno andare in frantumi.
  • Se non te ne importasse nulla di questa possibilità non ti faresti tutti questi problemi. O rinunceresti sul nascere, buttando di conseguenza la lettera, o ci proveresti e poi come va va... nessuna di queste due possibilità rispecchia ciò che vuoi davvero fidati o non staresti così. Che ti piaccia o no tu desideri tornare a “casa” quindi... beh... non devo di certo dirtelo io cosa devi fare. - come darle torto... a chi non sarebbe piaciuto tornare nel luogo dove si è stati bene? - secondo me devi solo ammetterlo a te stessa, il resto verrà da se. 
  • Mmh... non lo so...la paura è tanta...
  • Non devi mica rispondere subito... Pensaci! quanto ti ha dato Harris per poter rispondere?
  • Una settimana... il che scade domani.
  • Ah... beh in questo caso allora ti conviene andare a dormire... - la guardai perplessa. - come si dice? La notte porta consiglio no? Vedrai che adesso che ti sei finalmente sfogata sarà più semplice riflettere e  prendere una decisione. - mi sorrise - solo una cosa però... lascia che sia il tuo cuore a prendere la scelta finale per te Emma, lascia stare tutto ciò che ti dice il cervello. Un domani guardandoti alle spalle potresti pentirti di essere stata troppo razionale. Lascia che le tue emozioni prendano il sopravvento, solo in questo caso non avrai rimpianti. 

Andai a mettermi a letto con queste ultime parole che rimbombavamo nella mia mente: “lascia che le emozioni prendano il sopravvento”... “non essere razionale”... era semplice da dire, farlo però era tutt’altra cosa, sopratutto per una come me che aveva passato gli ultimi quattro anni della sua vita ad ignorare ciò che le urlava il suo cuore. Difficile però non vuol dire impossibile quindi forse dopotutto avrei dovuto fare almeno un tentativo... lo dovevo a tutti coloro che avevano sempre credito in me ma sopratutto lo dovevo a me stessa. 

Il mattino seguente mi svegliai che erano le 7:30, non avevo scuola quel giorno ma il mio orologio biologico non la pensava allo stesso modo. Al calduccio delle mie lenzuola tornai a pensare ai discordi della sera precedente e senza esitare un secondo decisi che era giunto il momento di prendere nuovamente in mano la mia vita. Mi alzai di scatto dal letto e corsi a prendere il mio portafoglio. Estrassi la lettera ormai alquanto malconcia e dopo averla letta ancora e ancora per capire se fosse tutto vero mi misi alla scrivania per provare a compilarla. Ve lo giuro, mi sentii come quando a scuola si è alle prese con un compito estremamente difficile, un compito dove credi di non sapere nulla e invece sai tutto.

- Dai non è difficile... devi solo scrivere “io sottoscritta Emma Swan, nata a story....story.... oddio com’è che si chiama la cittadina da dove vieni? Story e qualcosa....

  • Storybrooke! - la corressi 
  • Va beh... quello la.... insomma:”io sottoscritta ecc ecc nata a ecc ecc dichiaro con la presente la mia partecipazione alle selezioni nazionali” che ci vuole?Avanti scrivi prima di cambiare idea. 
  • un attimo, non è semplice...
  • Ma quale attimo e attimo... fatto subito! Avanti forza, guarda che non mi muovo da qui finchè non avrai firmato.  Ormai sei anche maggiorenne quindi non hai neanche bisogno della firma di mamma e papà.  su su signorina! Forza e coraggio, Harris tra poco sarà nel suo ufficio e quale modo migliore di iniziare la mattinata se non ricevere la notizia che più aspetta da sempre?
  • Non dire cretinate... “la notizia che più aspetta da sempre”.... tze...
  • Credimi è così! Harris punta su di te per l’oro olimpico mia cara. Sei l’unica che può riportarlo a casa.
  • Abby per piacere smett...
  • Ok ok ok.... la smetto ma muoviti non ho tutto il giorno! - sospirai rassegnata per la sua eccessiva insistenza ma compilai comunque la lettera di convocazione. La chiusi nella busta in cui mi era stata recapitata dopodichè la consegnai a Abby.
  • Portala tu per piacere ad Harris, lo farei mah... non... non ho ancora il coraggio di entrare in federazione. - dissi con sincerità.
  • Sarebbe meglio se lo facessi tu ma se proprio non te la senti ok... andrò io, sono diretta li tanto, ma sappi che dovrai superarla questa paura prima o poi... presto tornerai a casa dopotutto. 

Evitai di commentare, ero troppo in ansia e la lasciai andare ai suoi allenamenti mattutini mentre io, in tenuta ginnica, gentilmente concessa da lei , andai al parco a farmi una corsetta per distendere i nervi. Tra la discussione del giorno prima con Killian e la lettera che stava per essere recapitata avevo davvero bisogno di staccare la spina e la corsa era l’unica cosa che mi aveva sempre aiutato a non pensare. Per più di un’ora riuscii a liberare la mente da tutto ciò che mi circondava poi però, quando mi fermai per fare stretching e gli occhi si posarono sul telefono, lo presi dalla tasca dei pantaloni per mettere una playlist più adatta al tipo di allenamento in corso, notai un nuovo sms in arrivo da parte di Killian.

 

“Non credo di resistere fino a questa sera senza vederti o sentirti quindi ti chiedo, se possibile di poterci vedere prima, anche adesso se ne hai voglia. Mi trovi a casa, non sono andato a lavoro.... non ci sto proprio con la testa. Ti prego, raggiungimi quanto prima ok? non voglio più passare una notte come quella appena trascorsa.... non voglio più addormentarmi sentendoti distante anche nel cuore.”

 

Il mio primo istinto nel leggere quel messaggio fu quello di voler correre da lui per stringerlo tra le mie braccia sussurrandogli che andava tutto bene, ma non lo feci... presi un respiro profondo, ragionai su cosa fosse meglio per entrambi e poi agii di conseguenza rispondendo al suo sms:

 

“Venire ora da te non risolverebbe il problema purtroppo. Abbiamo entrambi passato una nottataccia credimi, non sei il solo, ma proprio per questo vederci ora non farebbe bene a nessuno dei due. Sappiamo già cosa succederebbe in quel caso: ci scuseremmo per i nostri reciproci comportamenti e senza approfondire i motivi che ci hanno spinto a tanto finiremmo per chiudere la questione li, lasciandola totalmente irrisolta e fare l’amore. Non voglio questo... non oggi... non per una cosa così importante come il nostro futuro, perchè è proprio del nostro futuro che stiamo parlando. Vorrei che fossimo entrambi lucidi, per quanto si possa naturalmente, quando ci incontreremo, vorrei evitare che l’istinto fisico prenda il sopravvento su di noi insabbiando tutto. Sai benissimo che potrebbe succedere, sai benissimo che è già successo. Non fraintendermi, adoro il nostro bizzarro modo di fare pace ma il punto è che spesso, quando questo succede, non  riprendiamo mai in mano l’argomento e voglio evitare che questo accada anche oggi. Lo so... le altre volte erano tutte incomprensioni di poco conto, gelosie e quant’altro, ma meglio non rischiare. Preferisco attendere qualche ora e chiarire una volta per tutte piuttosto che venire adesso da te, non risolvere nulla e portarci questo problema dietro come un macigno ingombrante per anni. Sará difficile stare separati, come lo è per te lo è per me credimi... anche io ci sto molto male, ma se proviamo ad impegnare la giornata in qualche modo forse la cosa ci risulterà meno pesante non credi? Proviamoci almeno... di sicuro stare distanti per un po’ ci fará capire le nostre priorità.” 

 

Inviai quell’sms con le lacrime agli occhi, avrei voluto correre da lui a gambe levate ma sapevo bene quanto fosse sbagliato. 

 

“E chi lo dice che la lontananza non peggiori le cose facendo uscire in noi, in me più che altro, l’istinto primordiale? Facciamo pace saltandoci addosso di solito, è vero questo ma è vero anche che la maggior parte delle volte la cosa parte da me. Questo accade perchè anche starti lontano solamente otto ore per me è infernale, figuriamoci 24. vorrei poter sapere gestire la cosa per non sembrare così patetico ma non ci riesco purtroppo, mi manchi ogni secondo di più e ho paura che rivederti questa sera dopo 24h di lontananza mi porti a fare qualche stronzata. Ci tengo seriamente a chiarire questa situazione e sono d’accordo con te che parlarne a cuore aperto è la cosa migliore ma non vedo la necessità di aspettare. Naturalmente questo è semplicemente il mio punto di vista, sicuramente per te le cose saranno diverse quindi, se sei davvero convinta che sia la soluzione migliore ok... faremo a modo tuo anche se so già che sarà dura... molto dura, non averti intorno per tutto il giorno. Ti amo piccola mia e spero vivamente che la questione possa risolversi una volta per tutte. Per te sarei disposto seriamente a rinunciare a tutto... non dimenticarlo mai”

 

Quel messaggio mi fece sorridere un po’ in realtà, aveva chiaramente ammesso di aver paura di saltarmi addosso, ma al tempo stesso mi fece anche una tenerezza immane perchè quello che era il suo chiodo fisso, la sua valvola di sfogo, l’argomento che più gli piaceva affrontare adesso, per quello che gli avevo precedentemente scritto, sembrava essere diventato la sua paura più grande. Avrei voluto scrivergli un: “cretino ma falla finita” accompagnato da una serie di emoji che se la ridevano alla grande ma non lo feci... in fondo per quanto lui scherzasse sul sesso quel messaggio era tutto fuorché ironico... e poi aveva concluso dicendo che per me avrebbe rinunciato a tutto... già! Proprio quello che volevo a tutti i costi evitare. 

In dieci minuti scrissi e cancellai non so quanti messaggi cercando in qualche modo di tranquillizzarlo ma nulla sembrava soddisfarmi a pieno. Era tutto o troppo complesso o troppo banale, una cosa snervante... fortunatamente in mio soccorso arrivò una chiamata da un numero a me sconosciuto che per qualche minuto mi fece staccare la spina. 

  • Pronto?!? - risposi al terzo o al quarto squillo inizialmente titubante: “e se fosse killian?” Pensai
  • Quando questa mattina Abigail è entrata nel mio ufficio con la tua lettera di convocazione firmata e compilata non potevo credere ai miei occhi... - ma quale killian e killian... era Harris. - credo di averla letta una ventina di volte prima di chiamarti ma continuo a credere di stare sognando. E’ così vero? - avevo mandato abby a parlare con lui proprio perché non me la sentivo ancora di avere un nuovo colloquio con il diretto interessato. Non ero stata molto cortese l’ultima volta e avevo paura che se ne ricordasse stracciandomi di conseguenza la lettera davanti agli occhi. Era stato lui stesso a consegnarmela è vero ma chi mi diceva che non me l’aveva consegnata solo perchè gli avevo detto di no? Lo so ero paranoica ma da Harris ci si potrebbe davvero aspettare di tutto.
  • Ehm... no signore! E’... è tutto vero. Ho ragionato come lei mi ha chiesto di fare e...
  • Hai ripreso a darmi del lei? Ma come... mi sembrava che fossimo entrati parecchio in confidenza la scorsa volta. - toushè. Lo sapevo che avrebbe trovato il modo di rinfacciarmelo. 
  • Ehm... le chiedo scusa signor Harris per quanto avvenuto la scorsa volta, non era nelle mie intenzioni risponderle in modo poco consono mi creda è solo che...
  • Non giustificarti, sono stato un adolescente anche io e fidati... ne ho combinati di casini con i miei insegnanti... - rise e io sorrisi in silenzio per non farmi sgamare nell’immaginario un ragazzino ribelle che va contro tutto ciò che adesso sono i suoi punti cardine. - Hai passato momenti bui, difficili, anche io nel riviverli sarei arrabbiato con il mondo quindi non scusarti. Pensiamo solo al futuro ok?
  • Va bene... - mi limitai a dire.
  • Hai ragionato mi stavi dicendo... e? Continua dai... - presi un respiro profondo
  • Ho ragionato... più che altro mi hanno fatto ragionare e alla fine sono arrivata alla conclusione che la mia vecchia vita mi manca davvero tanto e che tra il rimanere ferma a guardare gli altri tentare e il tentare io stessa è meglio la seconda opzione. Sono a conoscenza dei miei limiti fisici, so che probabilmente le altre potrebbero essere più avanti di me e che di conseguenza potrei anche non entrare in squadra ma non mi importa... prenderò quello che verrà. Quattro anni fa sono caduta nel baratro e nella disperazione perchè ero spaventata da ciò che sarebbe stato il mio futuro senza ginnastica, come sarebbe potuto essere altrimenti visto che la mia vita girava solo intorno ad essa? Ad oggi però posso dire che che ho superato la cosa e sapendo che la ginnastica sarà sempre parte di me a prescindere dal modo in cui la praticherò mi sento finalmente pronta a rischiare ancora. Questa volta, vincitrice o sconfitta ne uscirò comunque a testa alta. Mi piace la mia vita com’è adesso, non nego che mi piacerebbe realizzare anche il mio vecchio sogno ma se così non fosse andrebbe bene ugualmente. Sarei comunque soddisfatta di averci provato ancora e di non essermi arresa. 
  • Devi dirmi il nome di questa persona che ti ha aperto gli occhi: devo assolutamente ringraziarla. 
  • In realtà un po’ tutti sono stati complici di questo ma la persona che più in assoluto mi ha aiutato in realtà neanche lo sa di averlo fatto anzi... a dire il vero in queste ore pensa di starmi causando dispiacere. 
  • Non riesco a...
  • Lasci stare la prego... lunga storia! - chiesi gentilmente. Non avevo nessuna intenzione di parlargli di Killian. 
  • D’accordo, non sono affari miei dopotutto solo.... beh... ringrazia costui o costei non appena avrà capito  di essere il tuo salvatore... ti sta dando una seconda possibilità e la sta dando a tua l’America. 
  • Harris non...
  • Emma, io ne ho viste di ginnaste nella mia lunghissima carriera da allenatore e presidente, poche hanno il tuo temperamento, la tua pulizia nei movimenti e la tua tecnica. Quando ti ho vista esibirti la prima volta avevi solo 10 anni eppure ricordo di aver pensato: “voglio quella bambina in federazione, ha i cerchi olimpici marchiati a fuoco nel suo cuore”. A 10 anni ce ne sono di ginnaste brave, ma poche sono perfette. Tu lo eri e...
  • Lo ero... poi l’incidente mi ha tarpato le ali purtroppo- dissi con nostalgia. Sentire i suoi elogi alla vecchia me mi fece tornare per un momento al mio post infortunio... a quella sensazione di vuoto nell’aver perso ciò che di più bello c’è al mondo. 
  • L’incidente ti ha solo rallentato la corsa e resa più insicura ma dentro di te continua a vivere la piccola Emma credimi... devi solo sentirla e aiutarla ad uscire fuori. 
  • Non ne sarei così sicura... 
  • ce lo sapremo ridire tra sei mesi... - disse riferendosi alle olimpiadi
  • O tra uno... - risposi parlando della gara di qualificazione. Non avevo la più pallida idea su come sarebbe andata quella competizione, come poteva anche solo iniziare a pensare già alle olimpiadi? Avrei voluto dirgli qualcosa, che tutto questo ottimismo non mi faceva affatto bene, ma a quanto pare sembrò capirlo da solo.
  • Non parliamone adesso ok? Il tempo saprà rivelarci chi di noi ha sempre avuto ragione. 
  • Mi sembra un’ottima idea! Mi dovrà una cena signor Harris. - la buttai sul ridere.
  • O la dovrai tu a me... - rispose di rimando. - a parte gli scherzi, torniamo a noi. Sono stato davvero felice di aver ricevuto la tua lettera. Invierò tutto il programma della competizione a Regina in giorna....
  • No! - esclami interrompendolo - Non... non mandi nulla a Regina la prego. Non...non le ho detto ancora nulla sulla mia decisione e...
  • E vorresti essere tu a procurarle l’infarto... va bene! - rise.
  • Stavo per dire: “vorrei essere io a dirglielo” ma mi rendo conto che tutto sommato forse ha ragione lei. - ridemmo insieme. 
  • Invierò tutto a te allora, luogo, ora e quant’altro. Ci vediamo presto signorina Swan. In bocca al lupo per tutto.

Quella fu una chiamata che mi fece bene al cuore, non pensavo inizialmente, quanto sentii la sua voce iniziai immediatamente a tremare pensando volesse insultarmi per la sfacciataggine di aver anche solo pensato di provare a ripresentarmi dopo il modo poco consono di rispondergli l’ultima volta, ma fortunatamente mi sbagliavo, era felice di sapere che avessi cambiato idea e questo mi rese ancora più determinata: non volevo deluderlo. Se da una parte però quella chiamata mi diede un po’ d’aria fresca da respirare dall’altra c’era ancora una piccola cosuccia da fare: dovevo rispondere a Killian il quale poverino attendeva impaziente la mia risposta da circa venti minuti. Non avevo ancora trovato le parole giuste da digitare così rilessi il suo messaggio ancora una volta e alla fine, considerando anche il fatto che probabilmente la notizia che avrei dovuto dargli, quella del mio tentativo di riprovarci, avrebbe messo fine ad ogni battibecco esistente, decisi di scrivergli semplicemente un: “si risolverà! Io so già che si risolverà ❤️” nella speranza che quel cuoricino aggiunto alla fine potesse quantomeno calmarlo e rendergli la giornata meno angosciosa di quello che di sicuro si prospettava. Io per tenermi occupata ed evitare di pensare tornai a casa e mi misi a studiare, una vera noia mortale ma cosa dovevo fare? Qualsiasi cosa mi sarei messa a fare vuoi o non vuoi mi avrebbe ricondotta con la mente a lui. Mi fermai solo per un piccolo spuntino pomeridiano dopodichè tornai a mettermi sui libri fino a quando non fu ora di prepararmi per gli allenamenti. Fui velocissima a prepararmi tanto che mia madre vedendomi pronta con quaranta minuti di anticipo rispetto all’orario in cui ero solita uscire di casa si insospettì credendo chissà che cosa.

  • Non credi che Regina possa arrabbiarsi se venisse a scoprire che ti vedi con suo figlio proprio a ridosso di un allenamento? - mia madre conosceva benissimo Regina, la sua era infatti una domanda retorica. 
  • Chi ha detto che devo vedermi con Killian?!? - chiesi non capendo.
  • Intuito di mamma amore mio! Mancano ancora quaranta minuti all’orario in cui di solito scendi per recarti in palestra quindi...
  • Quindi nulla! Non devo vedere Killian, non ora almeno... 
  • Allora ti si è rotto l’orologio in camera tesoro mio! - rise. - esci sempre per il rotto della cuffia correndo come un’ossessa e oggi invece eccoti qui già bella che pronta! Qualcosa deve essere successo e se non è Killian o è l’orologio o qualcosa di cui devo preoccuparmi. E’ l’orologio vero?
  • No mamma non è l’orologio...
  • Oh signore... che hai combinato? - chiese già nel panico immaginando chissà quale scenario.
  • Oh beh... grazie della fiducia mamma! - esclamai ironicamente vedendola agitarsi - Non ho combinato nulla comunque, stai tranquilla... è solo che....
  • Che???? - era impaziente.
  • Sono impaziente di incontrare Regina! Ho dovuto prendere una decisone in questa settimana e ora che ho finalmente la mia risposta non vedo l’ora di comunicarla anche a lei.
  • Che decisone dovevi prendere figlia mia???? - sbarrò gli occhi - Perchè io non ne sapevo nulla?
  • Vi avrei detto tutto non appena fossi stata sicura e siccome papà oggi non è in casa pensavo che magari sarebbe stato più opportuno parlarvene domani a pranzo. 
  • O signore....
  • Comunque tranquilla mamma non fare così, non agitarti. Non devo dirti nulla di scandaloso. Non sto ne per sposarmi ne tantomeno sono incinta se è questo che pensi.
  • Ci mancherebbe altro tesoro mio.
  • E’ una cosa bella quella che ho da dirvi... davvero. - avrei dovuto aspettare che ci fosse anche papà lo so ma era troppo agitata, non potevo non dirglielo, si sarebbe fatta venire qualche coccolone entro sera come minimo. - in pratica ho firmato proprio questa mattina una domanda di partecipazione ad una competizione davvero importante. - rimase a guardarmi non capendo. Come darle torto, ormai era diventata una routine presenziare alle competizioni. - mamma... prenderò parte alle qualificazioni per l’assegnazione dei posti in nazionale per le prossime olimp.... per le prossime gare importanti che verranno - mi corressi. Rimase a fissarmi a bocca aperta per circa una decina di secondi incapace di fare altro poi eccola iniziare a ridere e a piangere allo stesso tempo. 
  • Oh tesoro mioooo.... è la notizia più bella che tu potessi darmi - mi abbracciò con forza. - Sono davvero felice di saperti finalmente fuori dal quel brutto incubo. Non ci speravo più credimi, mi stavo quasi arrendendo nello sperare di rivedere prima o poi la mia vera Emma. 
  • La tua vera Emma? - domandai.
  • Già... In questi anni ho avuto davanti a me una ragazza eccezionale non fraintendermi mah... non eri tu, non eri la bambina che con timore e paura ho lasciato andare via di casa otto anni e mezzo fa per inseguire il suo sogno. Io ti conosco meglio di chiunque alto Emma, ti ho portata in grembo per nove mesi non dimenticarlo, conosco ogni tuo sorriso e ogni tuo sguardo. Riesco a capire con il semplice osservarti quando sei felice, triste, arrabbiata.... ma sopratutto riesco a capire quando fingi e per questi quattro anni tu hai finto.... già... hai finto di stare bene. Puoi aver ingannato Killian, Regina, i tuoi amici e forse qualche volta anche tuo padre... hai di sicuro ingannato te stessa ma credimi.... non hai mai ingannato me. Io so leggere dentro i tuoi occhi ricordatelo bene... deve ancora nascere chi frega mamma Mary! - mi guardò con sguardo furbo. - Ho capito prima di te quando ti sei innamorata, non ho capito con chi e al solo ripensare allo shock che mi hai fatto prendere portandomi a casa il tuo fisioterapista ancora tremo, ho capito quando hai intrapreso con lui un rapporto piu intimo e ho capito che quell’incidente ti ha segnata nel profondo trasformandoti completamente. Sai qual’è la cosa più brutta per un genitore? Vedere il proprio figlio soffrire in silenzio e non poter fare nulla per aiutarlo. Ho pianto giorno e notte credimi... mamma mia quanto ho pianto per questa situazione... sono davvero felice che l’incubo si sia finalmente concluso. 
  • Oh... mamma.... - fui io questa volta a correre tra le sue braccia in preda alle lacrime. Mi ero commossa nel sentire quanto anche lei avesse sofferto per me. Mi ero sempre sentita sola nel dover affrontare i miei scheletri ma a quanto pare non lo ero mai stata. La mia famiglia era sempre stata al mio fianco, ero io, troppo accecata dal dolore, a non vederlo. 
  • Basta piangere! - esclamò improvvisamente asciugandosi le lacrime e asciugando le mie  - abbiamo pianto fin troppo in questi anni! E’ una notizia bellissima quella che mi hai appena dato amore quindi bisogna sorridere! - annuii. - Adesso vai o da che eri in anticipo finirai per fare tardi. Ci vediamo a cena, ti preparerò qualcosa di speciale per festeggiare.
  • Se rimandassimo a domani a pranzo sarebbe un problema? Non torno a cena, ho un impegno... forse, non è sicuro, non torno neanche a dormire. 
  • Mmh... non credi di esagerare tesoro? Dormi da lui anche questa sera? Non...
  • Ieri ho dormito da Abby mamma! Te lo giuro! Ho discusso con Killian e sono andata da lei. 
  • Ecco cos’era l’occhietto spento. Immagino che quindi stasera andrai a far pace con lui... - mi guardò in attesa di una confessione.
  • Abbiamo appuntamento per parlare, non so cosa succederà in realtà. Può succedere che io torni come può succedere che io rimanga fuori. 
  • D’accordo vorrá dire che se non ti vedrò tornare dovrò inventare una scusa con tuo padre.  
  • Grazie mamma! Sei unica!
  • Lo so... ma non ti ci abituare! Tuo padre non mangerà la foglia per sempre e comunque non ho voglia di continuare mentirgli. 
  • Non ti ho mai chiesto di farlo! - Le dissi. Mi ero sempre trovata ottime scuse per passare la notte fuori. 
  • Lo so... ma a chi vuoi che chieda se è vero quello che gli racconti? Pensi che stasera non mi chieda come mai sono due sere che dormi fuori? - abbassai lo sguardo, in fondo un po’ mi sentivo in colpa. - dai su non ci pensare. Per stasera mi inventerò qualcosa ma vedi di ridurre le tue seratine con il moroso al limite mia cara se non vuoi essere scoperta oppure.... beh parla chiaro. 

Ci mancava solo mio padre da affrontare... no grazie, preferivo continuare a far finta di nulla ancora per un po’. Ringraziai mia mamma ancora una volta per le belle parole dette nel pomeriggio dopdichè mi misi in macchina e raggiunsi Regina in palestra. Avevo pensato di darle la grande notizia subito, prima della lezione, ecco perchè avrei voluto anticiparmi ma purtroppo arrivai giusto in tempo per la lezione e di conseguenza preferii rinviare la questione ad un secondo momento. Mi allenai con uno spirito totalmente differente quella sera tanto che per Regina non fu difficile capire che mi fosse successo qualcosa. 

  • Qualsiasi cosa sia successa fattela accadere più  spesso - mi disse  - se questi sono i risultati ben venga.         

Fu difficile non farsi sfuggire nulla in quelle ore, più volte Regina mi chiese cosa mi fosse realmente  successo, ero troppo energica secondo lei, ma cercai in tutti i modi di trattenermi per potermi gustare in tutta tranquillità la sua reazione una volta terminati gli allenamenti. “Ho discusso con Killian” fu l’unica cosa che le dissi, in fondo lo sapeva già, mi aveva vista uscire di corsa da casa del suo ex la sera precedente, ma era anche l’unico modo per evirare di farmi fare ulteriori domande. Raramente entrava nella nostra vita privata, almeno quando non vi erano gare in vista, di conseguenza ero sicura che una volta aver messo in mezzo suo figlio non avrebbe insistito oltre nel chiedermi come mai fossi così stranamente energica. 

A fine allenamento mi avvicinai a lei per poter finalmente vuotare il sacco, ero agitata, emozionata... non so spiegare esattamente cosa stessi realmente provando ma una cosa era certa: non sapevo da dove iniziare. Raramente mi capitava di rimanere senza parole e quella fu una delle volte in cui successe. fortunatamente però Regina, anche se per puro caso, mi spianò la strada prendendo la parola  e iniziando a parlare proprio dell’argomento in questione.

  • Emma ascolta, prima che tu vada via vorrei chiederti una cosa.  - iniziò così il discorso. Non ci feci caso quel giorno troppo presa delle mie emozioni, ma anche lei era parecchio agitata.
  • Dimmi... 
  • Beh ecco... so che non ti fa piacere riprendere in mano l’argomento, non ho intenzione di stressarti o altro credimi, ma ho bisogno di sapere una cosa. 
  • Non capisco di cosa tu stia parlando... - in teoria iniziavo ad immaginare ma volevo esserne sicura prima di dire chissà quale stupidaggine o rovinarle la sorpresa. 
  • Della proposta di Harris. 
  • Regina...
  • Lasciami parlare ti prego! Lo so... so cosa pensi e non ho nessuna intenzione di convincerti a fare il contrario, quello che voglio sapere, onestamente Emma, è se hai pensato almeno una volta alla possibilità che ti è stata posta. - wow... aveva trovato lei le parole per me. 
  • Inizialmente no sono onesta ma alla fine si... ho pensato a ciò che mi è stato proposto e..
  • Ok! Ok va bene, mi basta sapere che hai riflettuto e che sei cosciente di quello a cui stai rinunciando. - mi interruppe non dandomi modo di dirle come stavano le cose. Era convinta che avessi rifiutato la proposta... bene, molto bene, forse potevo rendere ancora più emozionante la rivelazione della mia decisone. Corsi a prendere i fogli dell’itinerario inviati da Harris nella mia borsa dopodichè andai da lei che stava sistemando le sue cose per tornare a casa. 
  • Regina scusami, volevo mostrarti una cosa. - le dissi attirando la sua attenzione. - Stavo navigando in internet l’altro giorno e mi sono imbattuta per puro caso in un manifesto di una competizione ginnica. L’ho aperto, ho sfogliato il programma e mi è sembrato molto interessante. Non è neanche molto distante da qui.
  • Cosa stai cercando di dirmi con questo? Che ti piacerebbe partecipare? Non so se possiamo Emma, il calendario è già pieno e sinceramente, a meno che non sia anche questa una gara di serie A, cosa che non credo visto che conosco il calendario a memoria e che sei segnata praticamente a tutto, dubito che potremmo andare.  - in effetti aveva ragione, ero registrata a tutte le competizioni di serie A presenti sul calendario annuale, tutte tranne una: quella che credeva avessi rifiutato che in teoria era anche quella a cui le stavo proponendo di accompagnarmi. 
  • Ho capito... - feci finta di rimanerci male. - puoi almeno darci giusto un’occhiata? Non so, se piace anche a te magari potremmo trovare un compromesso. 
  • Non cancellerò la tua presenza in una competizione di serie A per una meno importante sappilo ma visto che ci tieni dammi qua - mi indicò i fogli - vediamo almeno di cosa si tratta. 

Le consegnai i fogli con mano tremante e aspettai una sua reazione. La vidi leggere una, due, tre volte l’intero programma senza proferire parola. Le cose erano due: o non aveva capito o aveva perso la parola.  

  • Hai... hai una vaga idea di cosa sia questo? - mi chiese calma, tranquilla. Che ridere... credeva che fossi io quella a non aver capito. 
  • E’ una bella gara! Non trovi? Dai... non dirmi che un programma così non ti alletta neanche un pochino. 
  • Emma tesoro... hai letto bene tutto? Proprio tutto? - quando mi chiamava tesoro mi faceva morire. In più inizia a a sventolarsi con le mani per farsi aria... non so neanche io come riuscii a trattenermi.
  • Si...
  • Non... non credo proprio...
  • Vuoi dire che non so leggere? 
  • No mah... credo tu ti sia soffermato solo sul programma e non sul restante.
  • Cosa avrei dovuto leggere di più: non è il programma quello che conta di più? - decisi di giocare ancora un pochino con lei.
  • Lo sapevo... doveva esserci una spiegazione a tutto questo strano entusiasmo. Leggila bene - mi riconsegnò i fogli - Sono sicura che cambierai idea da sola. - feci finta di leggere ma dal mio sguardò non feci trapelare nessuna emozione , cosa che lei invece aspettava da un momento all’altro. Rimasi impassibile, con lo sguardo fisso e attento su ciò che stavo leggendo fin quando, impaziente, non richiamò la mia attenzione. - Hai letto meglio? Avevo ragione no?
  • Mah... a dire il vero io non vedo cosa ci sia di male nel prendere parte a questa competizione. E’ di serie A come piace a te, il programma e ottimo e.... ahhhhh aspetta un attimo! Ho capito: forse questo... oddio com’è che si chiama? - feci finta di ricontrollare il nome -  ah si Harris, forse questo soggetto, quello che sta cercando delle atlete per la sua squadra per capirci,  tu lo conosci... non è un tipo affidabile eh? - se non capiva adesso che la stavo prendendo in giro era proprio un caso irrecuperabile. 
  • Emma... mi.. mi stai prendendo in giro? - disse seriamente.
  • Beh.. in parte si... la parte che non conosce Harris naturalmente, il resto... il resto è tutto vero in realtà solo che  non sapevo come dirtelo e quindi ho inventato questa piccola scenetta.
  • Tutto il resto è vero in che senso.... - disse per poi sbarrare gli occhi tra l’incredulo e lo scettico. - Emma tu... - annuii sorridendo.
  • Ho detto di si! Ho consegnato la lettera di convocazione ad Harris questa mattina stessa e sono ufficialmente una delle aspiranti candidate per un posto nella nazionale. 
  • Mah... mah tu... io... io credevo che... io... Emma.... - era nella confusione più totale, non poteva credere alle sue orecchie. - Datemi una sedia, potrei svenire da un momento all’altro... sei... sei sicura? Vuoi...
  • Si, voglio tentare di riprendermi ciò che mi è stato tolto, sono sicurissima di volerlo e non mi importa se non andrà: l’importante è averci provato! - e come successe con mia madre ecco anche Regina iniziare a piangere per l’emozione.
  • E’ la cosa più bella che potessi dirmi Emma, sul serio! Non ci speravo più ormai... - mi abbracciò.
  • Lo so, sono stata un osso duro ma adesso ho tutta l’intenzione di rimediare. 
  • Ce la farai, lo so, ne sono sicura! - aggiunse cercando di darsi un contegno.
  • Lo spero, come spero che continuerai a guidarmi: che sia in squadra o meno.
  • Certo che continuerò a seguirti, scherzi? Ti ho rimessa in carreggiata piano piano, pensi che adesso mi perda il momento in cui sbiecherai il volo? Forza avanti dammi il programma, voglio vedere chi parteciperà e capire cosa cambiare nei tuoi esercizi. - ed eccola concentrarsi subito sul lato pratico della questione. Mi sembrava  strano che ancora non lo avesse fatto.
  • Regina mah... li abbiamo cambiati da poco non credo che...
  • Devi entrare in nazionale, devi tornare a casa tua, ci vuole qualcosa che spacchi! - disse togliendosi le scarpe e andando in pedana - vai a casa, domani ti dirò a cosa ho pensato! 
  • Ma no, resto se rimani anche tu!
  • Affatto, tu hai da risolvere con chi so io e io.... beh io elaboro meglio le cose quando sono da sola quindi... dai tranquilla, ci vediamo tra due giorni tanto... il tuo nuovo programma sarà qui ad aspettarti. 

La lasciai al suo lavoro sentendomi anche leggermente un po’ in colpa e raggiunsi Killian che poverino era da quella mattina che aspettava di vedermi con impazienza. Parcheggiai al mio solito posto, ormai c’era la mia firma sopra, dopodichè citofonai. Mi aprì immediatamente il portone principale, secondo me stava aspettando che arrivassi piantonato davanti al citofono e non appena arrivai sul pianerottolo mi accolse con un caloroso abbraccio. 

  • Non puoi capire quanto mi sei mancata... - disse mentre mi fece accomodare in casa. Notai subito l’assenza di suo padre, di solito a quell’ora era sempre in salotto a guardare la tv e quando chiesi che fine avesse fatto il caro Brennan killian mi rispose con sincerità dicendomi che era uscito per lasciarci chiarire in pace senza interruzioni. 
  • Mi ha anche detto di non farmi trovare a casa, quando tornerà, se non avrò chiarito con te. Dice che sono stato un idiota a lasciarti andare via in quel modo l’altra sera e in effetti ha ragione: sono stato proprio un cretino... ho sbagliato su tutta la linea. 
  • Killian...
  • No aspetta, lasciami parlare ti prego o non troverò mai più il coraggio di farlo. - mi supplicò quasi.
  • Ok va bene...
  • Sediamoci prima però - aggiunse facendomi notare che effettivamente eravamo ancora in piedi davanti la porta d’ingresso e accompagnandomi fino al salotto dove notai un piccolo cambio di arredo. I divani erano sistemati in maniera decisamente diversa dall’ultima volta, erano posizionati uno davanti l’altro e divisi in malo modo da un tavolinetto messo li, a mio parere, tanto per. Avrei voluto commentare dicendo che era evidente l’assenza di una donna in quella casa ma fortunatamente non lo feci risparmiandomi anche una figuraccia. - Non far caso alla disposizione... - disse dandomi una spiegazione come se mi avesse letto nella mente - C’è un motivo se ho disposto il tutto in questo modo... 
  • Ti annoiavi? - dissi ironica cercando di risultare simpatica. Era teso come una corda di violino, non era da lui e di conseguenza volevo tentare di metterlo a proprio agio. 
  • Magari... non ho avuto tempo di annoiarmi oggi... ho pensato alla nostra situazione tutto il giorno. - rispose facendomi sentire una vera idiota per quanto detto.  - Il motivo di questa sistemazione comunque è semplicemente perchè vorrei evitare di commettere passi falsi.
  • In che sen... - mi guardò come a dire “capisci a me” e li capii seriamente. - ah... - in poche parole il tavolo doveva essere una sorta di divisorio tra me e lui in modo da evitare che finissimo per fare altro piuttosto che chiarire. - Lasciatelo dire: sei un idiota! 
  • E’ meglio essere previdenti, forza dai, siediti. - disse indicandomi uno dei due divani e andando, di conseguenza ad accomodarsi sul divano opposto. - come ti dicevo... ho pensato molto a quanto successo l’altro giorno e voglio dirti che mi dispiace seriamente di non essere stato del tutto sincero con te. Vedi Emma, dopo quello che ci siamo detti davanti l’ospedale il giorno in cui mi sentisti parlare con Sam ho cercato davvero renderti partecipe di tutto ciò che riguardava la mia sfera emotiva riguardante la scherma... ci ho provato con tutto me stesso credimi e in qualche modo ci stavo anche riuscendo ma poi l’entrata in nazionale ha cambiato ogni cosa. Non credo ci sia bisogno di spiegare nei dettagli ciò che mi ha portato a chiudermi nuovamente a riccio con te, la storia della tua vita credo tu la conosca a memoria ormai, ma è proprio questo che mi ha spinto a non esternarti le mie emozioni come avrei invece fatto con chiunque altro. So quanto hai lottato per accettare la tua nuova vita e lasciarti il sogno delle olimpiadi alle spalle... con che faccia sarei potuto venire da te dopo tutto ciò che ti ho visto affrontare e sputarti la mia felicità addosso? Non potevo Emma, mi sarei sentito troppo in difetto nei tuoi confronti. Questo naturalmente però non mi giustifica lo so, avrei potuto affrontare la cosa in maniera diversa provando magari a confidarti le mie paure... in questo caso almeno sarei stato onesto e il mio non parlare avrebbe assunto un significato del tutto differente. Non vado fiero di come mi sono comportato e spero tu possa passarci sopra ancora una volta anche se so che è difficile. 
  • Io neanche vado molto fiera di parecchie cose che ho fatto e come tu ritieni di avere le tue colpe anche io ho le mie. 
  • No Emma, tu non hai colpa di niente tesoro, sono io che...
  • Ho assistito di nascosto alla tua gara due giorni fa! - sputai il rospo lasciandolo per una manciata di secondi a bocca aperta. - Già... e probabilmente è per questo motivo che ho reagito male.. togliamo pure il probabilmente. - mi corressi cercando di aprirgli il mio cuore. - In fondo cosa hai fatto tu di male per meritarti la mia reazione? Nulla se ci pensi, anzi... sei stato onesto con me, me lo hai detto che eri entrato in squadra. Forse se non avessi disobbedito al tuo desiderio di non avermi li probabilmente non mi sarei infuriata così tanto come invece è successo; vederti in pedana felice come non mai di aver realizzato il tuo sogno, vederti abbracciare i tuoi amici e piangere dalla felicità incredulo di stringere tra le mani la medaglia che segnava la vittoria mi ha resa gelosa. Non della vittoria, sono felicissima per quella, ma per non aver ricevuto lo stesso trattamento degli altri. Avrei voluto anche io stringerti, baciarti, perdermi nei tuoi occhi profondamente commossi e quando questo non è accaduto e davanti a me ho visto l’ennesimo muro non ho retto più le mie emozioni e sono esplosa. Ho sbagliato a non essere onesta con te rivelandoti fin da subito di aver assistito alla tua competizione ma se devo essere onesta non mi pento di averlo fatto perchè so che in caso contrario non avrei visto ciò per cui sono qui in questo momento. Io ti amo Killian, ho solo 19 anni e tu sei di sicuro la mia unica esperienza in campo sentimentale ma credo seriamente di amarti. Non so come la vedi tu ma io non sto affatto giocando con te, non ho lo scopo di “divertirmi perchè sono giovane”come molte mie coetanee ed è per questo che ci tengo a mettere i puntini sulle i prima che sia troppo tardi. Mi piacerebbe costruire un futuro con te un giorno sai? - lo vidi sorridere
  • Davvero?
  • Certo, ma per costruire un futuro solido però ci vogliano fondamenta stabili e... beh... se continuiamo di questo passo non credo che queste fondamenta siano abbastanza forti da reggere un impegno che duri per tutta la vita. - o mio Dio... stavo seriamente facendo un discorso del genere? - Se vogliamo continuare a stare insieme dobbiamo smetterla di tenerci i segreti e dobbiamo smetterla di farci paranoie inutili e non consultare l’altro. Se siamo una coppia siamo una coppia sempre, nel bene e nel male. Si gioisce insieme e si piange e ci si rialza insieme... non esiste niente di meglio per creare un qualcosa di unico. 
  • Dovrei essere io che sono il più grande a dover fare questo genere di discorsi ma ancora una volta ecco che viene fuori che tra i due la più matura sei tu! Neanche io ho mai giocato con te, lo fatto con tante altre ragazze conosciute in passato è vero ma con te mai. Sei unica, speciale e non ho intenzione di lasciarti uscire fuori dalla mia vita così facilmente. Sono perfettamente d’accordo su quanto detto, basta segreti... lo so, l’ho già detto la volta scorsa ma questa volta lo dico sul serio. Sei troppo importante per me e ho capito che comportandomi in quel modo forse ti ho ferita più di quanto avrei fatto raccontandoti la verità. Non si ripeterà più te lo prometto amore, non voglio perderti per una stupidaggine simile e so che questo succederà se non affronto le mie paure. 
  • La mia non deve risultare una minaccia sia chiaro, non pretendo che da domani tu sia perfettamente in grado di raccontarmi tutto senza timori o paure... vorrei solo che ci provassi o che quantomeno mi informassi di essere a disagio nel parlare di qualsiasi cosa: scherma, olimpiadi ecc ecc. Non c’è nulla che tu non possa dirmi Killian e anche nello sport è così: sono la tua fan numero 1 e non potrei mai non gioire o star male per una tua vittoria. 
  • Ci proveremo... insieme! 
  • Questa cosa già mi piace - sorrisi - Ah!!! Quasi dimenticavo... da oggi in poi io tornerò a presenziare ad ogni tua competizione sia chiaro! Non voglio più essere messa in panchina...
  • Va bene amore!!!! In fondo mi manca vederti li a tifare per me! - ammiccò

 

Ricordate il tavolino messo da Killian tra i due divani onde evitare contatti fisici troppo diretti prima di ogni genere di chiarimento? Beh... lo stesso tavolino fu testimone della nostra passionale riconciliazione. Già... una volta sistemate le nostre divergenze non riuscimmo a resistere neanche il tempo di arrivare in camera sua che già eravamo uno sopra l’altro a donarci piacere incuranti del fatto che Brennan sarebbe potuto rientrare in casa da un momento all’altro. Fortunatamente non ci beccò, rientrò molto tardi per paura di disturbare e quando arrivò noi eravamo già in camera di killian a replicare quanto successo al piano di sotto. Questo però non significava certo che non ci avesse scoperti, tutt’altro... noi credevamo di essere stati furbi a calcolare con precisione i tempi per non farci sgamare ma non eravamo stati altrettanto attenti ai particolari: come due idioti infatti lasciammo i nostri vestiti in bella vista al piano al sotto sparsi un po’ ovunque per tutta la stanza. 

Quando il mattino seguente mi svegliai non pensai minimamente ai vestiti, tutt’altro: me ne restai sdraiata a letto a guardare il mio uomo dormire sereno e beato. Era domenica, non avevo scuola, compiti da fare o impegni con la ginnastica quindi non lo disturbai e lo lasciai dormire ancora un po’ sperando che al risveglio ci sarebbe stato modo di riprendere il discorsetto interrotto la notte prima a causa della stanchezza. Iniziavo a ragionare come Killian a quanto pare.

-Non ho sognato allora... - mi disse non appena aprì gli occhi - sei qui...

  • sono qui si e non ho nessuna intenzione di andare via! - lo baciai sulla fronte per poi ricevere un bacio da parte sua sulle labbra, bacio per nulla delicato come il mio di poco prima. 
  • Mi dispererei se lo facessi! - mi strizzò l’occhio. - A parte gli scherzi... questo è decisamente il risveglio che più amo al mondo. Averti al mio fianco già di prima mattina non mi fa desiderare di volere altro. 
  • Sei un adulatore... - lo presi in giro.
  • Dico sul serio. Hai presente quando ti svegli al mattino e sai già che odierai la giornata che ti  attende? Beh... quando ci sei tu questo non accade mai anzi... rendi tutto perfetto, niente potrebbe farmi sentire meglio di come mi sento ora!
  • Davvero? Io non ne sarei così sicura... potresti essere anche più felice di così!
  • Ne dubito amore mio. Sottovaluti l’amore che ho nei tuoi confronti. Batte anche la colazione sai?- mi guardò maliziosamente.
  • Posso fare un tentativo? 
  • Certo, ma ne rimarrai delusa. Qualsiasi cosa dirai non potrà mai essere paragonata alla sensazione di averti qui nel mio letto. 
  • Ok... dunque vediamo... - feci finta di ragionare un po’ - ieri mattina ho inviato ad Harris la lettera di convocazione firmata per prendere parte alle selezioni per la squadra nazionale.  - dissi tutto d’un fiato per paura di perdere il coraggio. Ne susseguì qualche secondo di silenzio prima di vederlo sorridere. 
  • Ottimo tentativo signorina mah... - credeva che scherzassi ma guardando il mio sguardo serio iniziò a dubitare che quello fosse uno scherzo e la sua espressione cambiò di colpo diventando improvvisamente seria. Che avessi fatto male a dirglielo in quel modo? - Stai... stai scherzando?
  • Affatto... l’ho fatto sul serio, te lo giuro. 
  • Hai... hai accettato la proposta? Tu hai.... Emma che... che accidenti aspettavi a dirmelo amore!!!!!! O mio Dio sono felicissimo per te tesoro! Era ora che iniziassi a fare sul serio. - disse baciandomi su tutto il viso, ovunque gli andasse a tiro, per la gioia. - Come... come è successo, ti credevo ferma sulle tue decisioni, cosa... cosa ti ha fatto cambiare idea. - nel mentre parlava non smetteva un secondo di baciarmi. Sembrava letteralmente impazzito.
  • Tu! - risposi con tutta onestà facendolo bloccare per una manciata di secondi - è tutto merito tuo amore. 
  • Mio? Ma come... non ho fatto nulla oltre che rispettare la tua decisione... cosa...
  • Vederti gioire per il traguardo raggiunto mi ha fatto capire quanto mi manca tutto questo. Sono stati i tuoi occhi lucidi e fieri a... - il suo volto da felice quale era divenne triste, sconsolato... sembrava aver perso completamente  la sua gioia di vivere. - che hai? Perchè mi guardi così? - chiesi non capendo. Fino a due secondi prima a momenti si metteva a saltare sul letto e poi?
  • Che ho... Emma mi hai appena fatto capire che avevo ragione a non volerti tra il pubblico durante la competizione... ti ho fatto provare invidia, non è una cosa per cui dovrei andare fiero... sopratutto se è questa invidia che ti ha portato a dire di si a Harris. - ci mancava solo Killian che si sentiva in colpa... 
  • Killian ma cosa dici è? Ma quale invidia... non ho provato affatto invidia credimi, perchè avrei dovuto, in fondo non mi è stato negato di tentare di riscattarmi, sono io che non ho voluto farlo inizialmente... è diverso. - gli feci notare. - Sono sincera quando ti dico che è tutto merito tuo se sono rinsavita e l’invidia credimi non centra affatto. Tu mi hai fatto vedere attraverso i tuoi occhi cosa mi stavo perdendo, mi hai fatto capire che mi manca avere un sogno in cui credere. - non sembrava convinto. - Guardami negli occhi... pensi seriamente che dopo tutti i discorsi di ieri sulla sincerità reciproca io voglia cominciare a mentirti? 
  • No però... - prese un respiro - Me lo diresti se fosse stata l’invidia nei miei confronti a farti cambiare idea?
  • Certo che te lo direi amore... ma non è così! Te lo giuro! Sono felicissima di aver trovato la voglia di non mollare, sono felicissima che sia stato tu a trasmettermela.. non spegnere questo entusiasmo con paranoie inutili. - lo guardai con lo sguardo da “bimba triste” come lo chiamava lui, sguardo a cui non ha mai saputo resistere. 
  • Se la metti su questo piano allora.... - come sospettavo non riuscì a resistere al mio sguardo ed eccolo tornare a guardarmi con aria serena. - bisogna festeggiare amore mio. 
  • A si?!?
  • Si si! - rispose malizioso per poi portarsi sopra di me e iniziare a baciarmi dal collo fino a risalire al lobo del mio orecchio. - lascia fare a me, penso a tutto io. - mi aveva letteralmente invitata a nozze con quella proposta, non aspettavo altro, mi ero come si suol dire alzata già con il chiodo fisso, ma il mio stomaco aveva altri piani per la mattinata che non prevedevano di certo l’attività fisica a digiuno. Mentre Killian era preso, come me del resto, a regalarmi baci passionali ecco il mio stomaco lamentarsi rumorosamente in cerca di cibo una volta, due... tre. 
  • Ho capito, mi arrendo! - disse divertito per poi alzarsi, ancora nudo, dal letto
  • Dove vai, resta qui! - mi lamentai 
  • Vado a prendere la colazione ma tranquilla ritorno subito, non ho di certo finito con te. - mi guardò con sguardo provocatorio. - devo solo trovare i vestiti - disse cercando per tutta la stanza gli indumenti della sera precedente. Non erano da nessuna parte e solo allora ci rendemmo conto di averli lasciati al piano di sotto. 
  • O cavolo!!! - esclamai per nulla felice della cosa. - e se li ha visti tuo padre?
  • Papà? Ma no che dici... sarà andato direttamente in camera fidati, lo conosco. Torno subito, prendo la colazione e i vestiti - disse mettendosi i primi pantaloncini che trovò nell’armadio - aspettami qui. - era sicuro quello, dove credeva sarei potuta andare nuda? Lo lasciai andare e quando tornò aveva una faccia che non piacque per niente. Tratteneva a stento una risata e la cosa non prometteva nulla di buono. 
  • Che c’è? - lo esortai a parlare - che ti ridi?
  • Guarda!!! - mi fece notare i nostri vestiti. I suoi erano piegati in maniera ordinata uno sopra l’altro mentre i miei erano tutti raggruppati in modo sparpagliato.
  • Quindi? Cosa vorresti dirmi che sei più ordinato di me? - non capivo proprio dove voleva arrivare.
  • No... voglio dire che mio padre è uno spasso. Quando sono sceso giù l’ho trovato in cucina a fare colazione. Strano... di solito lui la fa in salotto mentre guarda il tg. Gli ho chiesto come mai fosse li e mi ha risposto con queste testuali parole - si concentrò per provare ad imitarlo anche nella voce - “dove avrei dovuto fare colazione secondo te? Sul tavolino che avete usato voi due sporcaccioni ieri per fare chissá che cosa? No grazie. Aspetterò che venga Lucinda a rassettare.” - lucinda era la donna delle pulizie che ogni tanto dava loro una mano. Divenni paonazza dalla vergogna. 
  • Ho provato a dirgli che era fuori strada ma mi ha messo al tappeto quando mi ha mostrato parte dei nostri vestiti... i tuoi in vestiti in particolar modo buttati a caso tra il divano, il camino e il tavolo. 
  • O signore!!!! - esclami sempre più in imbarazzo, avrei voluto seppellirmi. Con che faccia sarei scesa al piano di sotto?
  • E non ti ho detto la parte comica.
  • Ah no? - che altro c’era ancora?
  • No! In pratica ha sistemato i miei vestiti ripiegandoli alla meglio ma non ha avuto coraggio di sistemare i tuoi. - rise non riuscendosi più a trattenere - era imbarazzo Emma dovevi vederlo: “Sono un gentiluomo, non mi sono permesso di toccare la roba della tua ragazza, non mi sembrava corretto! pensaci tu” mi ha detto provando a fare il sostenuto ma era evidente che era in imbarazzo. 
  • Non c’è nulla da ridere Killian!!!! E’ imbarazzante la cosa, ha ragione lui! Come potrò ancora guardarlo in faccia? 
  • E dai... non esagerare adesso! Che sarà mai! non è mica una novità! Sa quello che facciamo in camera. E’ solo in imbarazzo per aver trovato roba femminile sparsa per casa dopo.... bah... dopo mamma credo! 
  • Smettila ti prego mi è quasi passata la fame! - esclamai mettendomi le mani davanti agli occhi - Non ci tengo minimamente ad immaginare tua madre, che sarebbe poi la mia allenatrice, spassarsela come abbiamo fatto noi ieri. No no no! Dimmi solo che tuo padre sta per andare a lavoro, che non dovrò vederlo questa mattina e passami un cornetto! Voglio affondare la vergogna nel cibo. - dissi mettendo fine alla discussione. 
  • Sei uno spasso amore mio! - mi baciò portandomi un cornetto al cioccolato bianco, uno dei miei preferiti. - comunque papà esce tra dieci minuti massimo, abbiamo casa libera... - mi provocò guardandomi maliziosamente e togliendosi i pantaloncini improvvisati, l’unica cosa che aveva in dosso, per tornare a mettersi sotto le coperte insieme a me. - di nuovo... 

Naturalmente passato l’imbarazzo iniziale cercai di riprendermi e una volta terminata la colazione, sapendo che suo padre era uscito per andare a lavoro, festeggiammo alla grande il mio ritorno verso la strada del successo. Mi rifiutai di uscire dalla stanza per provare nuove “avventure”, avevo già dato abbastanza la sera precedente ma questo non ci impedì di rimanere tra le calde lenzuola a spassarcela fino ad ora di pranzo. Nessuno dei due aveva fame, non di cibo almeno e avremmo continuato fino ad esaurimento forze se solo il mio cellulare non iniziò a squillare freneticamente. All’inizio, anche su richiesta di killian, provai ad ignorarlo, ma quando sentii che non era intenzionato a smettere di suonare decisi di interrompere per vedere chi fosse.Ironia della sorte trovare il cellulare si rivelò una vera caccia al tesoro ma quando riuscii a intercettarlo non solo trovai ben 7 chiamate perse da mia madre ma anche un bel sms minatorio:

 

“Tuo padre inizia ad insospettirsi, quindi... se ci tieni alla tua liberà ti conviene presentarti a casa in condizioni decenti e con una spiegazione logica sul motivo per cui non sei ancora rincasata. Ha chiamato Abby poco fa che ti cercava e naturalmente a risposto tuo padre. 

Ps. Naturalmente Abby ti ha coperta per questa notte ma non so se sia stata convincente visto che ha chiamato me disperata di aver fatto qualche casino. Potevi quantomeno avvertirla”

 

  • Oh cazzo!!!!! - esclamai lanciando il telefono a killian in modo da renderlo partecipe e iniziando a vestirmi in tutta velocità cercando di ritrovare ogni singolo indumento nel cumulo di vestiti che killian aveva portato in camera. - Questa è la volta buona che mi chiudono in camera e buttano la chiave me lo sento!
  • Ma no tesoro, stai calma!
  • Non conosci mio padre, a lui non sfugge nulla e se abby è preoccupata di non essere stata convincente allora significa che sono nei guai fino al collo! - mi feci una coda di cavallo ai capelli per cercare di essere presentabile, non potevo di certo presentarmi con i capelli tutti scombinati ma per il trucco non ci fu nulla da fare, ero costretta a tornare a casa struccata, cosa assurda da un po’ di tempo a questa parte per me, o avrei perso troppo tempo. - Ti chiamo dopo ok??? - gli diedi un bacio al volo per poi precipitarmi di corsa per le scale - augurami in bocca al lupo
  • Spero tu non ti uccida prima di arrivare a casa altro che in bocca al lupo! Va piano con la macchina!!! - si raccomandò ma non riuscii a rispondergli che ero già uscita di casa e salita in macchina pronta a raggiungere la mia famiglia prima che succedesse l’apocalisse e il mio sogno olimpico venisse distrutto  per sempre a causa della mia prematura dipartita. 

 
  
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