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Autore: cassiana    16/04/2021    2 recensioni
[David Gilmour X Ginger Gilmour]
Una ragazza va a un concerto dei Pink Floyd e fa un incontro che le cambierà la vita.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, David Gilmour
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'David & Ginger '
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CAP. III




La serata era finita fin troppo presto, ma Ginger avrebbe dovuto fare un servizio fotografico il mattino dopo e non poteva presentarsi con le occhiaie e un viso meno che riposato.

- Ma sei sempre così bella!

Era sbottato con sincerità David quando lei gli aveva spiegato il motivo della sua partenza e Ginger era arrossita deliziata dal complimento. David avrebbe almeno voluto accompagnarla, non gli importava niente della festa e della gente che lo reclamava, ma la ragazza lo aveva fermato:

- Domani sarò impegnata tutta la mattina, ma se vuoi nel pomeriggio posso farti da guida per Ann Arbor, anche se non c’è molto da vedere.

La prospettiva di trascorrere un intero pomeriggio con la ragazza fece illuminare in viso David che si aprì in uno dei suoi sorrisi assassini annuendo.

- Lascia almeno che ti faccia compagnia mentre aspetti il taxi.

Rimasero sulla strada, le ortensie ai lati del cancello della villa erano in piena fioritura e spandevano un profumo dolce, Ginger rabbrividì nella sua giacchetta e come poco prima David la strinse a sé in un abbraccio. Sapeva che non ne aveva il diritto, ma se lei glielo permetteva forse la sua relazione non era così solida e a lui non sarebbe dispiaciuto diventare il suo nuovo ragazzo. Le accarezzò il volto e si persero occhi negli occhi. Quando la macchina era arrivata si erano separati a malincuore, Ginger gli aveva fatto un’ultima una carezza e lui si era chinato a baciarle delicato una guancia. Le sue labbra premettero un momento di più contro la pelle setosa. A Ginger batteva forte il cuore mentre si infilava in macchina, incerta su tutto tranne che su una cosa; voleva assolutamente rivedere David. Lui si chinò sul finestrino:

- Ci vediamo domani pomeriggio: è un appuntamento!

Le fece l’occhiolino mentre lei lo salutava con un sorrisino. Mentre ripensava a lei quella notte, troppo eccitato per dormire, David riflesse se fossero davvero il momento e il luogo giusto per provare dei sentimenti così forti per una ragazza che aveva conosciuto solo da poche ore. Era così giovane, per di più americana, il che voleva dire che fra pochi giorni si sarebbero dovuti separare e un intero oceano si sarebbe frapposto fra loro. Al solo pensiero il cuore gli doleva. Avrebbe fatto di tutto per stare con lei perchè David poteva essere riservato e poco comunicativo, ma dentro di sé era assolutamente sicuro di due cose: che la musica era la sua vita e che si fosse davvero innamorato per la prima volta. E con quelle certezze nel cuore si era addormentato. La mattinata era trascorsa pigramente, non c’erano le prove e i ragazzi oziavano giocando a carte, fumando, suonando le chitarre. Forse Roger aveva qualche spunto carino e stava cercando di tirare giù qualche verso sul suo quadernino. David guardava l’orologio ogni cinque minuti e per quanto avesse cercato di farlo di nascosto il suo nervosismo non era passato inosservato agli amici che per una volta erano stati pietosi nei suoi confronti e si erano astenuti dal commentare. Tutti loro sapevano cosa voleva dire essere innamorati e per la verità non avevano mai visto David in quello stato. Si era persino messo una camicia di jeans e pantaloni di velluto a coste, segno che voleva fare colpo. Ginger si era svegliata di ottimo umore e col sorriso sulle labbra, ma si era rannuvolata pensando che avrebbe dovuto parlare con Roger. Non poteva e non voleva avere il piede in due staffe ed era già stata troppo vicina al tradirlo la sera prima per sentirsi in pace con sé stessa. Non aveva fatto altro che pensare a David, al suo sorriso, al calore mentre la stringeva tra le braccia, a quel bacio appena accennato. Non era giusto né nei confronti di Roger nè in quelli di David. E ad essere sincera non era corretto neanche nei confronti di sé stessa; lei non era una ragazza leggera e non avrebbe voluto fare del male a nessuno, in particolare non voleva ferire Roger. Non se lo meritava. Una linea decisa si formò tra le sue sopracciglia mentre cercava il suo quasi ormai ex ragazzo per parlargli. Il servizio fotografico era andato benissimo, all’inizio era sembrata un po’ spenta e scoordinata, pensierosa riguardo alla reazione di Roger alle sue parole. Avrebbe pensato che lui se la sarebbe presa di più, ma era stato fin troppo tranquillo e questo le aveva fatto sorgere un dubbio nel cuore: forse la rottura non era stata del tutto inaspettata, forse lo stesso Roger stava solo aspettando il momento giusto per rompere lui stesso e lei gli aveva fatto un favore. Una volta arrivata a questa conclusione Ginger aveva sentito un enorme peso sgravarle le spalle e con il cuore più leggero aveva ripreso il servizio con un nuovo stato d’animo. E poi il pensiero che fra poche ore avrebbe rivisto David la rendeva raggiante. Aveva scelto con cura il proprio abbigliamento e aveva indossato un miniabito a fiori sui toni del giallo e un lungo spolverino scamosciato con le frange.

- Mi hai rubato la giacca?

L'aveva salutata lui appena l’aveva vista con un sorriso che gli increspava le labbra. Il luogo in cui si erano dati appuntamento era l’ingresso dell’Università del Michigan. Passeggiarono e chiacchierarono ancora di tutto, delle loro vite, dei sogni e degli impegni futuri. A Ginger sembrò giusto mettere subito in chiaro che non era più fidanzata e David non potè trattenersi dall’aprirsi in un enorme sorriso:

- Fantastico! Cioè volevo dire, mi dispiace!
- Si si, lo vedo come sei dispiaciuto!

Rispose lei dandogli una piccola spinta giocosa. Poi prese a raccontargli dell’università, della sua vita al campus, dei festival e della controcultura che si respirava in città. Mentre camminavano David le disse di quanto quel luogo gli ricordasse Cambridge e le canticchiò Grantchester Meadows. La ragazza rimase incantata una volta di più nell’ascoltare la sua voce e come se fossero state calamitate le loro mani si erano incontrate e non si erano lasciate più. Si erano fermati in uno dei luoghi preferiti di Ginger, un prato ondulato vicino alla facoltà di Matematica bordato da un boschetto di larici. Erano seduti sull’erba, David si era tolto le scarpe rimanendo scalzo e Ginger lo aveva imitato. L’erba era fresca e morbida sotto le dita nude, David aveva raccolto un lungo stelo e si divertiva a passarlo a turno sui piedi curati della ragazza facendole il solletico.

- Mmmh, se lo avessi saputo avrei portato la chitarra.
- La suoni sempre, vero?

David sporse in avanti le labbra e si passò un filo d’erba sulle labbra facendolo fischiare.

- Non sono molto comunicativo, credo - riprese con una smorfia - quello bravo con le parole è Roger. Però ho questi suoni in testa che abbino a quello che vorrei esprimere. Allora gioco un po’ con la chitarra, con le melodie, gli effetti finchè non esce fuori quello che voglio dire.

Si era animato mentre parlava e i suoi occhi brillavano. Ginger si sdraiò sulla pancia guardandolo da sotto in su:

- Non avete mai scritto una canzone d’amore?
- Vorrei...vorrei saper scrivere la più bella canzone d’amore...per te.

Un calore improvviso, due braccia che la stringevano le fecero alzare il capo e Ginger rimase senza fiato. Il volto serio di David era a pochi centimetri dal suo, gli occhi brillavano di stelline, le labbra così vicine da poter sentire il calore del fiato. Ginger chiuse gli occhi e sentì le labbra di David poggiarsi sulle sue, così morbide. Lei socchiuse la bocca e permise al ragazzo di baciarla. All’inizio fu delicato, quasi temesse quel momento, ma quando lei gli avvolse le braccia intorno al collo la sua bocca divenne più avida, il bacio più disperato e ruvido. Ginger si lasciò scappare un piccolo mugolio e David si staccò temendo di averle fatto male. Ma lei sorrideva, il sorriso più splendido che le avesse mai visto fare e David l’abbracciò di nuovo. Le posò minuscoli baci delicati sulle tempie, il naso, la mandibola, poi di nuovo tornò a impadronirsi delle labbra della ragazza. Quando si staccarono lei lo accarezzò in viso tenera:

- Mi sembra di conoscerti da sempre.
- Anche a me, tesoro. Non avrei mai pensato di dover attraversare l’oceano per trovarti.

Lei si accoccolò tra le braccia del ragazzo e osservarono il mare d’erba davanti a loro incresparsi al vento.





Nota Autrice:

Eccomi qui. Naturalmente ringrazio chiunque abbia letto, commentato, seguito, messo kudos a questa storia. Come sempre, ogni commento, consiglio, aiuto e feedback è più che ben gradito. Alcune precisazioni. A quanto sembra Ann Arbor non era così smorta, anzi negli anni ‘70 era uno dei centri più vivaci della controcultura. Avete riconosciuto la giacca su cui David fa la battuta? -__^ E’ simile a quella che portava lui in Francia qualche anno prima (68/69 forse?). Il resto è tutta una mia fantasia \o/
   
 
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