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Autore: trollpazzo    17/04/2021    2 recensioni
Si può davvero scappare dal passato?
Aurora se non altro ce l’ha messa tutta. Dopo la guerra, ha lasciato Hogwarts ed è volata negli Stati Uniti, cercando di cancellare ogni traccia di sé. Ma i suoi segreti hanno radici troppo profonde per riuscire davvero a liberarsene. Come una gabbia, non la lasceranno mai davvero andare…
Quando viene cacciata dall’FBI e torna in Inghilterra, quello che la attende è un puzzle sanguinoso. Qualcuno sta assottigliando il confine tra il mondo della magia e il mondo dei babbani. E Aurora ha la brutta sensazione di sapere perfettamente chi sia il colpevole…
Ma non è così sola come ha sempre pensato.
Un ex Auror e poliziotto babbano che si è autoproclamato suo padre molti anni prima. Una legilimens naturale che passa ogni giorno cercando di non impazzire. Un disastro umano che cerca sempre di far sorridere gli altri. Un Harry Potter che non riesce a trovare pace dopo la guerra. I Sandman, una squadra speciale che agisce nel sottile confine tra la magia e il mondo babbano, forse sono la sua unica speranza per indagare senza finire trascinata nell’oscurità dai fantasmi del suo passato.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo Due



Aurora dovette fermarsi un attimo per ricordarsi di respirare. Non era il momento di avere un attacco di panico. Non era il momento.

La mano destra stava tremando. La chiuse a pugno, fece un respiro profondo e si alzò.

- La vittima è morta a causa di una pozione chiamata il Fantasma. Provoca una morte rapida ma dolorosa, e scompare dall’organismo subito dopo, per cui è irrintracciabile. Ma se qualcuno sa dove cercare, basta un revelio, e compaiono delle macchioline nere sotto la lingua –. Sfoggiò la sua migliore voce professionale.

- E come fai a sapere tutto questo? – chiese Harry. Sembrava aver passato almeno la prima fase di shock nel rivederla dopo dieci anni, quel tanto che bastava a farlo concentrare sul caso.

- L’ho già visto, - rispose Aurora con semplicità. – Il nostro killer è un emulatore: sta copiando un altro serial killer -. Un respiro profondo… - Il dottor Micheal Campbell, lo Scienziato –

- E sai tutto di questo Scienziato? – chiese Jonah.

Aurora incrociò lo sguardo di Sam con un sorriso ironico. – Quasi fosse uno di famiglia –

Gli consegnò il file e si diresse verso le scale. Aveva bisogno di aria. Subito.





Restarono un attimo in completo silenzio. Con sorpresa di nessuno, fu Jonah il primo a riprendersi.

- E’ stato interessante… Dove l’hai trovata? – si rivolse a Sam, che stava ancora fissando le scale.

- Ha frequentato Hogwarts con me, - disse Harry. – Serpeverde, scomparsa dalla circolazione dopo la guerra. Molti avevano perso la speranza di rivederla… - la voce gli si spense.

- La cosa si fa ancora più interessante! – esclamò Jonah. – Sono curioso di sapere cosa ha fatto in questi anni, per diventare così brava. Voglio dire, cinque minuti sulla scena del crimine e ha già trovato una pista! Mi sembra di aver letto di questo Scienziato, era tra i casi che abbiamo dovuto studiare durante l’anno di valutazioni, non è vero? Il serial killer che sperimentò l’effetto della magia sui babbani dopo averne scoperta l’esistenza a causa della moglie strega… –

A quel punto Sam si scosse e tornò a rivolgersi alla squadra. – Basta spettegolare, - ordinò. – Vado a parlare con la polizia. Potter e Millis, tornate al distretto e controllate i file delle vittime dello Scienziato, vediamo se riusciamo a trovare qualche sua vecchia conoscenza che può essere il nostro killer. De la Rose, vai a parlare la governante che ha trovato il corpo -. Detto questo, salì le scale e si chiuse la porta alle spalle.

- Solo a me è sembrato più teso del solito? – chiese Jonah. – Diana, hai sentito niente che potrebbe spiegarlo? Sei l’unica che è rimasta in silenzio per tutto il tempo –

- Qualunque cosa io abbia sentito, non sono affari tuoi, - fu la risposta.

- Quindi hai sentito qualcosa! – esclamò Jonah. Diana gli lanciò un’occhiata minacciosa. Harry si affrettò ad afferrare il braccio del suo irritante collega.

- Dobbiamo andare al distretto! – esclamò – Avanti, Jonah! –

Avevano già un omicidio da affrontare, non voleva rimanere testimone di un altro, grazie tante.

Jonah provò a replicare, ma Harry lo trascinò via dal seminterrato prima che potesse aggiungere altro.



Aurora era appoggiata al muro, in cima alle scale anonime d’entrata. Sembrava completamente distante dal mondo. Sam fece del suo meglio per parlare con la polizia babbana il più velocemente possibile -cosa non semplicissima dovendo accordarsi per collaborare nelle indagini. La raggiunse subito dopo.

- Reckless, stai bene? – si appoggiò al muro accanto a lei. Un sospiro fu la risposta.

- Posso solo immagine come ti stai sentendo in questo momento… - Sam provò a dire.

- Il killer sta usando imitando “La dozzina”,- lo interruppe Aurora. – Una serie di omicidi che mio padre ha compiuto nel 1989 dopo aver raffinato la pozione Il Fantasma -

- Abbiamo trovato sette vittime, - disse Sam. – Pensi che il killer abbia intenzione di uccidere altre cinque persone? –

- L’unica cosa su cui sono sicura è che non ha finito, - affermò Aurora. – Ma questa uccisione non era premeditata, perciò non rientra nella sua lista. Adesso si trova in un momento di vulnerabilità, qualcosa non è andato secondo i suoi piani. Possiamo sfruttarlo per prenderlo –

- E’ una buona notizia, - affermò Sam.

- Non del tutto, - ribatté Aurora. - Questa vittima può essere considerata come un punto di rottura per lui, sta superando i confini che si era prestabilito, perciò sta diventato più pericoloso. Se non riusciamo a prenderlo alla svelta… -

- Diventerà un problema ancora più grande, - sospirò Sam. Aurora annuì, ma aveva ancora gli occhi persi nel vuoto. Sam notò che la sua mano destra stava tremando. Sospirò.

- L’hai più visto? – chiese, abbassando la voce.

- No, - rispose lei. – Non da dieci anni… Non posso tornare da lui, Sam, io non… - chiuse la mano tremante a pugno.

- Non ti sto assolutamente chiedendo di vederlo, - affermò Sam. – Concentriamoci solo sul caso –

Aurora abbozzò ad un sorriso. – Vado a lavorare sul profilo, allora –. Si scostò dal muro e nascose le mani nelle tasche della sua giacca nera.

- Chiamami sei hai bisogno di qualunque cosa, - affermò Sam.

- Certo, - rispose Aurora, un sorriso spento sul viso. Poi si incamminò verso casa. Sam la guardò andare via con un sospiro.

Diana lo raggiunse poco dopo.

- Questa è la deposizione della governante, - e gliela consegnò. Sam annuì, cominciando a leggerla.

Diana rimase in silenzio ancora qualche istante, prima di scuotere la testa e spostarsi di fronte a lui, braccia incrociate. Sam capì al volo.

- Hai sentito tutto? –

- I suoi pensieri non sono semplici da seguire, - rispose Diana. – Non quando ragiona, almeno. Troppo rapidi. Ma quando ha capito il modus operandi? Era impossibile da ignorare, – lo guardò in modo significativo.

- Non sapevo che questo caso fosse collegato allo Scienziato, altrimenti… - Sam sospirò. – Potresti…? –

- Non è il mio segreto da rivelare, - affermò Diana. – Ma… ti fidi davvero di lei? –

- Assolutamente, - Sam non dovette neanche pensarci. Diana annuì e non aggiunse altro.



Harry era stranamente silenzioso. Insomma, Jonah era abituato ai silenzi di Potter, li aveva classificati e nominati lui stesso. Ma questo… non era il silenzio di livello 3 di quando stava ragionando, né quello di livello 6 di quando era stanco per un caso difficile, e neanche il livello 1 di quando pensava alla moglie e al figlio in arrivo… Questo era un tipo completamente diverso di silenzio. Teso e preoccupato, ma non per il caso. Assorto.

Jonah fece cadere i file dello Scienziato sulla scrivania di Potter, che sobbalzò e afferrò d’istinto la bacchetta.

- Frena, Potter, - Jonah si sedette accanto a lui. – E’ solo un po’ di lavoro d’ufficio –

Harry sbatté le palpebre un paio di volte, poi allentò la presa sulla bacchetta con un sospiro. – Una di queste volte ti colpirò con una maledizione, Millis, - affermò. – Smettila di sorprendermi alle spalle –

- Oh, ma questa volta sono innocente! – si lamentò Jonah. – Non guardarmi così! Senti, sei nervoso da quando abbiamo lasciato la scena del crimine, e se dovessi affidarmi al mio perfetto intuito da detective, direi che è stata la nuova Sandman a farti innervosire –

Harry gli lanciò un’occhiataccia.

- Sono abituato agli sguardi minacciosi di Diana, - affermò Jonah. – Non puoi davvero sperare di spaventarmi, Potter –

- Abbiamo dei file da controllare, - disse Harry. – Perché non usi il tuo perfetto intuito da detective per prendere un serial killer? –

- Perché i file da studiare sono più noiosi, - fu la risposta. – E perché sono preoccupato per un amico –

Harry sospirò di nuovo e si passò una mano fra i capelli. Come se avessero bisogno di incoraggiamento per essere disordinati…

- Sto bene, - affermò alla fine. – Davvero. Aurora è stata… inaspettata. Non la vedevo da dieci anni, e ormai mi ero arreso all’idea che fosse… Ma non importa. Abbiamo un serial killer da prendere, i miei drammi personali possono aspettare, - e abbassò lo sguardo sui file.

- Beh, se dopo aver chiuso il caso hai bisogno di consigli per i tuoi drammi personali, conta su di me! – affermò Jonah.

- Millis, sei letteralmente l’ultima persona da cui andrei per un consiglio –

Jonah si portò una mano al cuore. – Colpo basso, Potter! Colpo basso! –

Harry scosse la testa, ma le sue spalle erano mene tese, perciò Jonah la considerò una vittoria.



Quando Aurora tornò a casa, ebbe circa due secondi per registrare una giacca bianco panna appesa all’ingresso. Qualcuno stava armeggiando in cucina. Aurora richiuse la porta alle spalle, assottigliando gli occhi: chi poteva…

Dopo esserci avvicinata di un paio di passi all’angolo cucina, sospirò e scosse la testa. Ovviamente, chi altri poteva essere?

- Buonasera, madre -. La donna che stava armeggiando con i fornelli si voltò con un sorriso.

- Aurora! -.

Era ben pettinata come sempre, con i capelli biondi perfettamente ordinati, un fermaglio zaffiro che le teneva elegantemente qualche ciuffo scelto ad arte lontano dagli occhi. Occhi color del ghiaccio, che potevano essere confortanti come la neve che turbinava dolcemente la notte di Natale, o gelidi e taglienti quando il ghiaccio che si incrina sotto i piedi. Unghie ben tagliate, pelle liscia e un vestito scuro, elegante ma comodo.

- A cosa devo il piacere? – Aurora si stampò un sorriso ironico in volto. L’ultima cosa che voleva in questo momento era una delle vecchie discussioni con sua madre.

- Sapevo che non saresti venuta da me a cena, perciò ho portato la cena qui da te! – spiegò Marisa. – Oh, non fare quella faccia, potresti almeno fingere di essere felice di vedermi. Adesso siediti, ho persino preparato una di quelle zuppe che ti sono sempre piaciute molto –

Aurora si sedette sul bancone di legno davanti a lei e lasciò che sua madre le mettesse una ciotola di zuppa davanti. Almeno era qualcosa che il suo stomaco di solito non rigettava subito… Sotto lo sguardo minaccioso di Marisa, cominciò a mangiare.

- Benissimo! – esclamò Marisa, sorridendo di nuovo. – Adesso, qui ho una lista di lavori che possono interessarti: ricordo che amavi studiare lingue, e il Ministero della Magia sta cercando nuovi interpreti per l’Ufficio dei Diritti delle Creature Magiche. Lavoreresti anche in collaborazione con Hermione Granger, probabilmente la tua unica amica rimasta… Se invece ti senti in vena di avventure, qui ho un lavoretto divertente che… -

- Madre, - la interruppe Aurora. – Grazie per la tua ricerca, ma il lavoro che avevo mi piaceva e… -

- Oh, non avrai mica intenzione di continuare a lavorare per catturare serial killer! – esclamò Marisa. – Hai finalmente l’occasione per ritirarti da quella vita da incubo e dedicarti a qualcosa di più divertente, e felice, e che ti aiuti a dormire la notte -

- Sto bene, - affermò Aurora. – Grazie per la visita, ma onestamente… -

- Perciò ti lascerò qui la lista, - continuò Marisa come se non avesse parlato. – Ho fatto cambiare a Luisa le tua lenzuola e fatto pulire le cinghie con cui dormi, il tuo frigo è pien0 di cibo, e ho fatto dare una pulita a tutto l’appartamento -.

- Grazie, - disse Aurora. – Ma davvero, non ce n’era… -

- Inoltre, ho delle pillole! – con un movimento elegante, Marisa si sfilò dalla tasca dei contenitori. – Ho anti-depressivi, sedativi, melatonina, valeriana… -

- Sto bene, - la interruppe Aurora. – E non penso che saranno delle pillole a risolvere i nostri problemi –

- Sì, se ne prendi abbastanza, - fu la risposta. Marisa si alzò e le scompigliò i capelli. – Ho preparato una camomilla per quando andrai a letto -. Si diresse verso l’ingresso. – Prenditi cura di te stessa, ora che finalmente sei libera da quell’incubo di stile di vita che chiamavi lavoro -. Con un ultimo sorriso, si infilò la giacca e uscì di casa.

Aurora sospirò. – Quanto mi erano mancate le nostre chiacchierate -.

Lasciando una ciotola ancora piena per metà, si diresse verso la scrivania addossata alla parete. Aprì uno dei cassetti e tirò fuori una scatola con scritto sopra “lo Scienziato”.

- Mettiamoci a lavoro -. Si sedette e cominciò a sfogliare i file sulla Dozzina.



Dopo ore di lavoro sui vecchi file dello Scienziato, Sam ordinò a tutti di andare a dormire qualche ora e tornare la mattina presto.

Harry fu il primo ad uscire: aveva bisogno di un po’ d’aria, e non poteva aspettare di tornare a casa da Ginny. Aveva davvero bisogno del sorriso luminoso di sua moglie dopo tutte le foto delle vittime che aveva dovuto studiare.

Ma… avrebbe anche dovute dirle di Aurora. Del suo ritorno inaspettato. E non aveva idea di come affrontare l’argomento.

Quasi sentendo i suoi pensieri, il suo cellulare squillò. Sam aveva fatto in modo che ogni Sandman ne avesse uno, e onestamente Harry li trovava molto comodi.

Era Hermione. Harry sorrise e rispose subito.

- Come stai? – fu la prima cosa che Hermione disse. – Ho saputo che stai affrontando un caso molto difficile, un Mangiamorte serial killer, se non sbaglio? Ginny mi ha chiamata stamattina dicendo che fatichi più del solito a dormire, e… -

- Sto bene, non preoccuparti, - la interruppe Harry. – Dormo di meno solo per colpa dei caffè in più, gli incubi stanno andando meglio, lo giuro –

- E me lo diresti se peggiorassero, dico bene? – la voce di Hermione conteneva una buona dose di minaccia.

- Assolutamente! – affermò Harry. – Anche se non so davvero cosa potresti fare contro degli incubi… -

- Non sei il mio primo amico che soffre di terrori notturni, - disse Hermione. – Stai tornando a casa? Sento il traffico

- Il nostro capo ci ha ordinato di dormire qualche ora, - rispose Harry. – Tu? –

- Devo ancora finire di riguardare gli ultimi accordi per i diritti degli elfi domestici, - rispose lei. – Tra circa un’ora dovrei aver finito, voglio solo assicurarmi che non ci siano errori o contraddizioni, e che non ci siamo dimenticati di includere niente –

- Sono felice che finalmente sei riuscita a raggiungere il tuo obiettivo, - affermò Harry.

- Anche io, ma ricordati che gli elfi domestici sono solo la prima delle molte creature fantastiche che hanno bisogno di aiuto e di veri diritti scritti e che la lotta è ancora lunga, dobbiamo prendere in considerazione… -

- Puoi goderti il momento ed essere fiera di te, - la interruppe Harry. – Te lo meriti –

Un momento di silenzio in cui Harry riusciva quasi a sentire il sorriso di Hermione.

- Grazie, - disse lei, infine. – Ma! Basta parlare di me! Il caso a cui stai lavorando è così terribile?

- Per la prima volta dopo giorni abbiamo una pista, - rispose lui. – Quindi direi che sta andando meglio… E’ tutto grazie alla nuova Sandman, sai… -. Prese un respiro profondo. – E’… è Aurora, Herm. Aurora è tornata –

- A Londra?! – esclamò Hermione. – E’ di nuovo nel Regno Unito?!

- Di nuovo? – ripeté Harry. – Aspetta… tu sapevi dove fosse in tutti questi anni? –

Un sospiro dall’altra parte del telefono.

- Lo sapevi! Perché non hai detto niente? Hai idea di quanto Ginny l’abbia cercata? –

- E’ stata Aurora a chiedermi di non dire niente, - affermò Hermione. – E’ mia amica e ho rispettato le sue decisione. Non mi è piaciuto tacere su di lei, credimi. Ma non era qualcosa che potevo decidere io –

Un respiro profondo. – Ginny sarà furiosa, - affermò Harry. – L’ha cercata per anni prima di arrendersi, e adesso scoprirà che tu hai saputo per tutto questo tempo… -

- Le parlerò, - affermò Hermione. – Comunque non sapevo fosse tornata qui… e lavora con voi?

- Il nostro capo l’ha convinta a collaborare per questo caso, - rispose lui. – E’ brava, anche se non ho idea di dove abbia imparato tutto quello che sa. E adesso devo dire a Ginny che è ricomparsa dopo dieci anni, e non so neanche dove iniziare… -

- Va tutto bene, - affermò Hermione. – Fai respiri profondi, parlale con voce tranquilla, spiegale la situazione. Rispetta come reagisce e non dirle di calmarsi, ma stalle vicino

Harry annuì. – Certo. Tutto chiaro –

Hermione sbuffò divertita. – Anni di guerra e di lavoro come Auror e ancora sembri il ragazzino che non ha idea di come parlare con una ragazza… -

- Molto divertente, - Harry alzò gli occhi al cielo. – E guarda che non è ancora finita, dovrai spiegare a me, Ron e Ginny il fatto che ci hai tenuta nascosta la vita di Aurora per dieci anni –

- Lo farò, - affermò Hermione. Non c’era esitazione nella sua voce: doveva aver immaginato che un giorno sarebbe successo, e non era mai stata il tipo da sottrarsi alle proprie responsabilità. – Adesso devo andare. Buona fortuna con Ginny! –. E chiuse la chiamata.

Harry sospirò, mettendo via il cellulare. Buona fortuna… ne avrebbe avuto bisogno.



ANGOLO DEL TROLL PAZZO

Ed ecco il secondo capitolo! E’ un po’ più di riempimento, lo so, ma nel prossimo continueranno le indagini e ci sarà un po’ d’azione! E tra poco potrò scrivere il padre di Aurora! (continuo a ripeterlo, ma davvero non vedo l’ora!)

Per il momento, mi sono divertita a scrivere sua madre!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nonostante sia più da riempimento. Ci ho messo un po’ ad aggiustarlo tutto, ma sto già lavorando al terzo!

Grazie a tutti i lettori silenziosi e grazie a fenris per la recensione!

A presto con il prossimo capitolo!

   
 
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