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Autore: __Dreamer97    18/04/2021    8 recensioni
(FANFICTON INTERATTIVA, ISCRIZIONI CHIUSE)
Da ormai molti anni, la società magica londinese, unica rimasta in un mondo ormai distrutto, ha deciso di dividere la popolazione in quattro grandi gruppi, chiamati Fazioni, ognuna specificata in un'attività: i Grifondoro, per la difesa della città; i Tassorosso, per il sostentamento della popolazione; i Corvonero, per l'elettricità; i Serpeverde, per le risorse idriche. Per anni, la società ha goduto di un periodo di pace, ma quanto durerà ancora? Qualcosa si muove nell'ombra, desideroso di arrivare alle fondamenta dii questa civiltà. Nel mentre, il Giorno della Scelta si avvicina e nuovi maghi e streghe entreranno a far parte definitivamente nelle Fazioni, ormai sempre più ostili verso le altre. E tu, che Fazione scegli?
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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CAPITOLO 1

COLLAGE

 

 

 

 

 

 

 

AINEAine CATALINACatalina

23 Giugno, Recinti1, Settore Ovest2, Fazione dei Corvonero

 

 

            Catalina camminava allegramente per la zona degli Abraxan, intenta a dirigersi verso il recinto dei cuccioli, in modo da poterli coccolare. Mentre passeggiava, salutava sorridendo tutte le persone che incontrava sul suo passaggio, che ricambiavano il sorriso in quanto riconoscevano la figlia di Maria Ramirez, importantissimo medico legale dei Corvonero, dettaglio che l’aveva salvata parecchie volte – anche troppe – quando combinava disastri.

Dopo qualche minuto, la ragazza riuscì finalmente a raggiungere il recinto, ma con la coda dell’occhio notò un movimento strano dietro ad una delle staccionate. Incuriosita, decise di avvicinarsi, sorridendo poi radiosamente non appena riconobbe la figura lì seduta.

-Aine, non pensavo di trovarti qui! – esclamò la castana spaventando completamente l’altra, che nel sobbalzare aveva fatto cadere il libro che stava leggendo. Dopo averlo raccolto ed essersi accertata dell’assenza di danni o graffi, si voltò verso Catalina.

- Cata, per Merlino, mi hai spaventata! Quante volte ti ho detto di non apparire alle spalle della gente? Prima o poi ammazzerai qualcuno dallo spavento! – esclamò Aine, spostandosi leggermente per permettere all’amica di sedersi di fianco a lei.

- Tu invece dovresti evitare di isolarti! Non fa bene alla psiche! – ribatté Catalina e l’altra si mise a ridere per quell’ultima affermazione.

- Lo so, ma non avevo voglia di stare un po’ da sola a riflettere… -

- Pensi al Giorno della Scelta? – domandò improvvisamente Catalina e Aine venne presa alla sprovvista. Avrebbe tanto voluto parlarne con lei, ma la Legge3 glielo impediva e, se l’avessero scoperta, sarebbe stata in guai seri. Quindi, si limitò ad una scrollata di spalle.

- Sì e no. Forza, ho sentito il Professor White dire che hanno spostato i Demiguise nel Recinto Quattro. – fece lei alzandosi e la castana le rivolse un sorriso malandrino.

- Pensi anche tu a quello che penso io? – domandò retorica ed Aine rise. Catalina la prese per mano e cominciò a trascinarla con sé, voltandosi ogni tanto per guardare l’amica: sapeva che qualcosa la turbava, ma non le avrebbe mai chiesto niente che avrebbe potuto ferirla o metterla a disagio. Così, si limitò a sorriderle, cercando di trasmetterle tutto l’affetto che provava nei suoi confronti.

 

 

 

 

 

AIDANAidan FLAREFlare

Cucine, Piano Terra, Fortezza Rossa, Fazione dei Grifondoro

 

 

            -Come mai qui sola soletta? Non dovresti essere con le altre a discutere di qualsiasi cosa discutiate voi ragazze? – sbuffando leggermente per quel commento senza senso – al quale, però, era abituata insieme a tutti gli altri -, Flare alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo, puntandolo poi in quello di Aidan, che la osservava sorridendo beffardo. Prima che lei potesse dire qualcosa, il ragazzo le rubò il libro da sotto il naso, cominciando a sfogliarlo con uno strano cipiglio.

- Aidan, ridammelo. – fece la ragazza alzandosi ma questi lo ignorò.

- Mi spieghi perché leggi un libro di cucina? È noioso! – esclamò il ragazzo, ridendo quando, finalmente, Flare riuscì a riprendersi il libro.

- Tu invece non dovresti essere da qualche parte a fare l’imbecille? Sono certa che in Sala Comune troverai un pubblico appropriato. – replicò la ragazza inarcando un sopracciglio e il castano le sorrise. Dopo qualche attimo di silenzio, Aidan si sedette di fronte a lei, appoggiando la testa alla mano sinistra mentre la osservava.

- Rimarrai qui a fissarmi come un ebete? Perché altrimenti puoi andare da tutt’altra parte. – continuò Flare tornando a leggere.

- In realtà avevo voglia di chiederti una cosa. – rispose lui sospirando, mentre con la mano iniziava a creare delle piccole fiammelle rosse, che vagavano tra le sue dita.

- Spara, tanto difficilmente raggiungerà le tue solite scemenze… -

- Te ne vuoi andare dalla Fazione, vero? – disse ad un certo punto Aidan e Flare sobbalzò. Cominciò a guardarsi intorno, accertandosi che nessuno li avesse sentiti e, dopo aver pronunciato un Muffliato con la bacchetta, rivolse un’occhiata stizzita al compagno.

- Sei impazzito? Se ti sentono parlare di questo finiremmo in guai seri. E poi, cosa te lo fa pensare? – Flare incrociò le braccia al petto, lanciando un’occhiataccia ad Aidan per la sua indelicatezza. Il ragazzo alzò le spalle.

- Così. Non mi sei mai sembrata una ragazza da Grifondoro, ecco. Ovviamente è una scelta tua. – rispose lui, portando l’attenzione dalle sue dita alla compagna. Questa inarcò un sopracciglio.

- Perché tu pensi di rispecchiare le qualità di Grifondoro? Ah sì, hai un alto desiderio di morte. – a quella risposta, il castano serrò la mascella.

- Non è desiderio di morte. Sei una persona analitica, non fermarti alle apparenze. – fece serafico Aidan, lasciando di stucco la ragazza. Flare ritornò alla lettura del suo libro, continuando però a pensare alle parole del castano: spesso non so sopportava, ma aveva capito il suo carattere più riservato: per come la pensava, Aidan Cleremont era un gran mistero.

 

 

 

 

 

AILEENAileen ASHERAsher ELLENEllen evelynEvelyn JUDEJude LENORALenora VENUSVenus

Sala Comune, Quinto Piano, Centrale, Fazione dei Serpeverde

 

 

            Non appena la sirena suonò, annunciando la fine dei turni lavorativi, i membri della Fazione verde-argento si diressero verso la Sala Comune per il pranzo, desiderosi di un pasto caldo che li avrebbe riscaldati. Vista la profondità della Centrale4, più si scendeva verso il basso, più la temperatura calava, costringendo così i suoi abitanti ad utilizzare abiti abbastanza pesanti. Tuttavia, vi era anche gente che sembrava essere immune a quella temperatura glaciale. Evelyn Mikaelson, avvolta nel suo grazioso vestitino verde a maniche corte, si dirigeva allegramente presso la Sala, cercando di farsi spazio tra le persone che le camminavano di fianco. Fortunatamente, era sempre stata molto minuta, per questo trovava facile muoversi velocemente. Arrivata nella Sala Comune, si guardò intorno, cercando con la vista i suoi amici che, ne era certa, si trovavano lì. Fortunatamente, la corvina vide due teste rosse vicine che, non appena la notarono, sventolarono il braccio per chiamarla. Evelyn si diresse verso il tavolo dove, oltre alle due, vi erano altre tre persone: due ragazze, una bionda e l’altra mora, e un ragazzo, dai capelli biondo scuro.

-Evie, tu sei pazza a girare così qui sotto! Hai forse intenzione di prenderti un’influenza? – le domandò una delle rosse, osservando scandalizzata l’abbigliamento della corvina. A quel commento Evelyn scoppiò a ridere.

- Ellie, lo sai che io non ho freddo. Non ho mai beccato un raffreddore e non sarà di certo oggi la prima volta! Cambiando discorso, è vero che i signori Farley hanno chiesto la tua mano a tuo nonno, cara Lenora? – chiese in direzione della mora che, fino a quel momento, non sembrava particolarmente interessata alla conversazione. Nel sentirsi chiamare, Lenora alzò lo sguardo, trovandosi gli sguardi degli amici addosso.

- Qualcosa del genere, il nonno stava per perdere la calma. So però che anche tua madre ha deciso di “offrirti” ai Farley. – replicò senza peli sulla lingua ed Evelyn alzò gli occhi al cielo.

- Morgana, non me ne parlare. Quando me l’ha comunicato sono quasi caduta dalla sedia. Non può farmi questo! – accanto a lei Ellen, che era riuscita a raccattare con la magia una brocca d’acqua e dei bicchieri, storse il naso.

- In generale, neanche sotto tortura andrei con Asher. – sbottò, mentre Aileen e Venus, esattamente di fronte a lei, le davano man forte.

- È una cosa da pazzi pensare di poter vivere con lui… Jude, il cappuccio. – Venus si voltò verso l’amico e gli abbassò il cappuccio della felpa grigia, che lui usava per nascondersi dagli altri, e gli rivolse un’occhiata, intimandolo a partecipare alla conversazione. Jude alzò gli occhi al cielo ma non replicò: sapeva che Venus lo faceva per il suo bene, non voleva che si isolasse troppo.

- Su questo sono assolutamente d’accordo con Venus. È un essere spregevole e viscido, ancora non ho capito come facciano tutti ad osannarlo. – continuò Aileen.

- Se mi odi così tanto come mai sono sempre sulla tua bocca, McGideon? Vuol dire allora che, sotto sotto, ti interesso. – l’intero gruppo si irrigidì, voltandosi poi contemporaneamente verso l’estremità del tavolo dove, impassibile e fiero, stava Asher Farley ad osservarli, sorridendo beffardo. Aileen contrasse la mascella.

- Farley, ti conviene allontanarti da qui se non vuoi essere scaraventato giù dalla diga. – disse secca la rossa, mentre Lenora le rivolse un’occhiata per il tono utilizzato: la rossa era famosa per il suo carattere “di fuoco” e molto spesso era finita nei guai per questo. Tuttavia, Asher rise sprezzante.

- Sicura che non sarai tu a fare un bel volo? È una cosa di famiglia ormai… - commentò lui e Venus ed Ellen, rapide come due fulmini, furono veloci a bloccare l’amica che, se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe strangolato il ragazzo a mani nude.

- Asher, piantala. Non sei simpatico. Vattene. – replicò Jude, che per la prima volta aprì bocca. Il castano lo guardò fisso ma poi, salutandoli con un finto sorriso, li lasciò, dirigendosi verso il fondo della sala dove, appena entrato, si trovava il Capofazione Stettner.

- Non lo sopporto. Come avete fatto ad essere suoi amici da piccoli? – sbottò Ellen in direzione di Jude ed Evelyn, che da bambini erano stati molto legati con Asher. Jude fece spallucce e prese ad ascoltare la conversazione tra Lenora ed Aileen, mentre Evelyn osservava attentamente il ragazzo, che aveva preso a parlare con Armin. Lei si ricordava perfettamente il tempo che aveva passato insieme a lui da bambina e ancora non si spiegava come mai avesse cambiato così tanto. Smise di guardarlo e rivolse un triste sorriso alla rossa.

- Me lo sto chiedendo anche io. -

 

 

 

 

 

INGRAMIngram IVANIvan

Campi di grano, Settore Est, Fazione dei Tassorosso

 

 

            Quell’anno, la Natura aveva deciso di fare un dono alla Fazione dei Tassorosso e, diversamente dagli altri anni, aveva fatto sì che i terreni fossero sempre fertili. Nei campi di granoturco, che ancora non era stato raccolto, un giovane ragazzo, dalla zazzera castana e dalla carnagione pallida, caratteristica strana per la gente di quelle parti, che viveva perennemente sotto al sole5, stava riposando sdraiato in mezzo al campo, approfittando dei raggi del sole e lasciandosi cullare dalla leggera brezza che passava. Ascoltando il cinguettio degli uccellini, era sul punto di appisolarsi quando, improvvisamente, qualcosa gli cadde addosso, esattamente all’altezza dell’addome, mozzandogli il fiato. Non appena sentì una risata cristallina, che conosceva molto bene, cercò di alzarsi.

-Ingram, brutto ingrato, levati di dosso, che sei pesante come un Ippogrifo! – sbottò il ragazzo e l’altro rise ancora di più.

- Mi dispiace ma non sono riuscito a resistere! Piuttosto, eviti di dormire in mezzo ai Campi, Ivan! La prossima volta ti tramuto in un albero se ti piace così tanto stare qui! – esclamò l’albino, levandosi però dall’amico. Se li si osservava da fuori, ai più potevano sembrare una coppia stravagante, ma i due erano amici fin dall’infanzia: si erano avvicinati per caso, principalmente perché Ingram, per via del suo albinismo, che aveva provocato stupore nella maggior parte della popolazione, veniva sempre preso di mira dagli altri bambini e Ivan, già conosciuto per il suo iperattivismo, era corso a difenderlo, buttandosi senza paura contro quei bambini che, vista la statura, erano molto più grossi di lui, che poteva essere paragonato ad uno scricciolo. Da quel momento, i due non si erano mai separati e sembravano esseri complementari, dove uno faticava vi era sempre l’altro ad aiutarlo e sostenerlo.

- Come mai ti nascondi qui? Pensavo volessi festeggiare la fine della scuola con gli altri. O con fiumi d’alcool, dipende da come la vedi. – disse Ingram, alludendo alla festa che, ogni anno, i diplomati di Tassorosso organizzavano nella Grande Serra, per celebrare la fine del percorso scolastico e l’inizio della nuova avventura che li aspettava. Ivan si voltò verso il suo amico, che ondeggiava con la testa mentre batteva i piedi sul terreno. Nonostante fosse stato sgridato tante volte, Ingram era dinamico, si muoveva sempre e non stava mai fermo. Questa era una delle tante particolarità che Ivan adorava nel suo amico.

- Lo so che c’è la festa ma volevo rilassarmi cinque minuti in pace. Tanto durerà almeno tutta la notte, abbiamo tempo per andarci. – rispose il moro. Subito, Ingram inarcò un sopracciglio e prese ad osservarlo.

- Tu menti. Saresti lì ad aprire la festa e saresti l’ultimo ad andartene. – fece l’albino e Ivan sbuffò: Ingram era un ragazzo intelligente e, conoscendolo da tantissimo tempo, aveva imparato a capire quando stava bene e quando no.

- Va bene, lo ammetto. Pensavo al Giorno della Scelta. Mi scoccia che sia un argomento tabù. Perché non possiamo parlare di quello che vogliamo fare? – sbottò il ragazzo e l’altro rise.

- Per evitare di farci condizionare da altri pareri. La scelta è solo nostra, tanto tra due giorni verrà fuori. E ora ti alzi? Mi annoio a fare niente e lo so che per te è lo stesso. – a quelle parole, Ivan si alzò e prese a correre, ridendo agli insulti che riceveva da Ingram per essere partito per primo. Scappando per non essere preso da lui, Ivan decise di passare quegli ultimi due giorni a divertirsi. Per la scelta, c’era ancora tempo.

 

 

 

 

 

JAMESJames KAIAKaia

Sala Comune, Fortezza Grigia, Fazione dei Corvonero

 

 

            Nel silenzio della stanza, quasi vuota vista l’ora tarda, James White era impegnato in una delle sue letture serali, godendo della penombra data dalle poche candele accese della sala. Accanto a lui sul tavolo, un bicchiere di Fire Whiskey con qualche cubetto di ghiaccio al suo interno, che sorseggiava ogni tanto per accompagnare la lettura. Era talmente assorto da non rendersi conto della ragazza che era appena entrata nella stanza e che, notandolo, si stava avvicinando a lui.

-James, buonasera. Non pensavo di trovarti qui. – fece quella e James sorrise, riconoscendo subito la voce.

- Ho voluto rilassarmi un attimo prima di rientrare nella mia unità6… E tu Kaia, come mai fuori a quest’ora? È abbastanza tardi. – rispose lui, mentre la corvina gli si sedeva davanti.

- La riunione con gli altri Capifazione è finita pochi minuti fa. – disse Kaia, facendo apparire un bicchiere con un cenno della mano e versandosi qualche dito di Whiskey dalla bottiglia di fronte a lei. James la guardò divertito.

- Come mai ti dai all’alcool? Pensavo lo disprezzassi. – fece e la ragazza gli rivolse un’occhiata.

- Primo, non mi sto dando all’alcool e, secondo, non lo disprezzo. Diciamo solo che lo bevo nei momenti opportuni. Comunque, la riunione è durata quasi tre ore e mi hanno affidato l’incarico di addestrare i Cadetti. – a quella risposta, il professore rise ancora.

- E’ la maledizione dei nuovi Capifazione. Mi ricordo l’anno scorso quando è toccato ad Adrian Wilks. Sarà stato contendo ti averti ceduto il ruolo. – disse, mentre la corvina sospirava.

- Lo so bene, ha sghignazzato tutto il tempo. Ma ora non ha importanza, mi è stato assegnato questo compito e lo porterò a termine. – esclamò lei con grande serietà. D’altronde, fin da bambina possedeva questo grande senso del dovere che, con l’avanzare dell’età, era cresciuto insieme a lei. Con un cenno del capo, salutò James, che decise anch’egli di tornare nella propria unità abitativa. Nelle loro menti, mille pensieri navigavano a forte velocità, entrambi domandandosi cosa sarebbe successo nei giorni seguenti. Il Giorno della Scelta si avvicinava.

 

 

 

 

 

AMOSAmos LYSANDERLysander OYSTEROyster

24 Giugno, Palestra, Fortezza Rossa, Fazione dei Grifondoro

 

 

            -Va bene ragazzi, per oggi l’allenamento finisce qui! – la voce dell’Allenatore Johnson, colui che si occupava dell’addestramento degli aspiranti Auror, risuonò potente per tutta la palestra. Stanchi ed affannati, i ragazzi e le ragazze si recarono presso gli spogliatoi, felici che l’allenamento fosse terminato. Tuttavia, tra tuti gli aspiranti, ve n’era uno che, diversamente dagli altri, si stava ancora allenando con uno dei manichini. Il giovane, dai corti capelli castani e il fisico slanciato, stava scagliando ogni tipo di incantesimo contro il manichino che, incantato dall’allenatore, rispondeva con altri.

-Dovresti smetterla, rischi di rompere il manichino o di farti male. – disse una voce improvvisa. Il ragazzo si voltò ma, proprio in quel momento, il manichino lanciò una fattura, che lo colpì trascinandolo indietro di qualche metro. Il ragazzo gemette dal dolore e, mentre si massaggiava la testa, che aveva sbattuto contro il pavimento, si voltò furente verso la figura che lo aveva distratto.

- Oys! Non dovevi distrarmi, avevo quasi raggiunto il mio record! – sbottò il ragazzo e, come risposta, la ragazza rise ancora più forte.

- Oh Merlino, hai fatto un volo stupendo! Comunque, l’allenamento è finito da un pezzo, quindi fila sotto la doccia e poi verso la tua unità abitativa. – fece la ragazza, tirando fuori la bacchetta dai pantaloni per sistemare tutti gli oggetti sparsi per la palestra. A quel punto, il ragazzo sbuffò.

- Ho ancora voglia di allenarmi! Non sono stanco lo giuro! – la supplicò, ma la ragazza non sembrava cedere.

- Amos, piantala. È tardi e poi la palestra serve agli Auror. Ma se vuoi possiamo allenarci in cortile, ti aiuto io. – nel vedere il ragazzo sorridere entusiasta e cominciare un balletto di felicità Oyster sorrise: nonostante la differenza di età, si era affezionata ad Amos, considerandolo quasi un fratello minore. Certo, di guai ne combinava, ma riusciva quasi sempre a scamparla, grazie anche all’intervento della mora. I due si diressero verso l’esterno, salutando di tanto in tanto gli Auror che incontravano. Ad un certo punto, Oyster sollevò un braccio per salutare qualcuno e Amos seguì la direzione: vide un ragazzo dalla corporatura possente e dai capelli castano scuro. Indossava un giacchetto di pelle smanicato rigorosamente rosso, dove vi era appuntata la spilla degli Auror, ovvero una grande A rossa. Amor riconobbe subito Lysander Thomas Rill, Responsabile della Squadra A e nuovo Capofazione dei Grifondoro.

- Oys, non pensavo di trovarti qui! Pensavo che la tua squadra fosse ancora fuori in missione. – chiese alla ragazza, notando con la coda dell’occhio Amos che, nel sentire la parola “missione” si era illuminato. Oyster scosse la testa.

- Siamo rientrati mezz’ora fa, pensavo vi avessero avvertito. Ti presento Amos Xander Park, uno degli Aspiranti. – fece la mora, mentre Amos salutava con un cenno della mano.

- Sì, so bene chi è. Due anni fa ho aiutato per l’addestramento, eri uno dei migliori. Cavoli, pensare che quest’anno tocca a me trattare con i cadetti. – rispose Lysander sbuffando.

- Sono certo che farà un lavoro stupendo, Auror Rill! – esclamò il più giovane dei tre e il Capofazione si mise a ridere.

- Va bene, il titolo di Auror usalo solo al lavoro, per adesso chiamami solo Lysander. Stavate andando ad allenarvi? Vi seguo anche io, ho voglia di sfogarmi. E poi, forse riesco a darti qualche dritta. – replicò il castano e, voltandosi, si diresse verso il Cortile seguito dagli altri due.

- Sto per allenarmi con un Capofazione! È un’occasione d’oro! – esclamò Amos quasi saltellando per la gioia. Oyster gli diede una pacca sulla spalla.

- Visto che è un’occasione d’oro, non lasciartela sfuggire. E poi, sai com’è: se impari qualche trucchetto, potresti battere i tuoi avversari. -

 

 

 

 

 

ARMINArmin DESIREEDesiree

Sala Macchine, Terzo Piano, Centrale, Fazione dei Serpeverde

 

 

            Il leggero ticchettio delle sue scarpe con il tacco, rigorosamente verdi per evidenziare la sua appartenenza Fazione, rifletteva perfettamente lo stato d’animo della proprietaria. Desiree camminava frettolosamente, anche se cercava di non darlo a vedere, verso la Sala Macchine del Terzo Piano, dove sapeva avrebbe trovato il suo obiettivo. Man mano che si avvicinava, un forte rumore metallico aumentava sempre di più, segno che qualcuno si trovava ancora lì a lavorare. Al suo interno, Desiree vide subito l’oggetto dei suoi desideri, impegnato nella riparazione di una delle pompe idriche.

-Capofazione Stettner, gradirei si fermasse qualche secondo, ho delle cose molto importanti da comunicarle. – pronunciò ad un certo punto la ragazza. Nel sentire la sua voce, il ragazzo si voltò verso di lei: aveva il viso sporco di polvere e fuliggine, oltre che di sudore, mentre gli occhi erano protetti da un paio di occhialoni grigi. Persino i guanti e la tuta da lavoro stavano diventando più neri che verdi. A quella visione, Desiree storse il naso.

- Sai che puoi chiamarmi per nome. Ci togliamo solo due anni di differenza. – replicò Armin alzandosi. Lasciò a terra la chiave inglese che teneva in mano e si tolse sia i guanti che gli occhiali, che gli avevano lasciato il segno.

- Hai saltato la riunione, Armin. Una riunione molto importante. – disse la mora regalandogli uno sguardo di ghiaccio. Il ragazzo sghignazzò, ormai insensibile a quel modo di essere osservato: ormai conosceva Desiree da tanto tempo e aveva imparato a gestire quegli sguardi freddi che la donna regalava alla gente.

- Mi dispiace, ma ero impegnato a mantenere in funzione queste macchine che, come saprai, servono ad impedire che la Centrale crolli. Quindi, stavo svolgendo il mio lavoro di Responsabile. Avete detto qualcosa di particolare? – domandò alla fine serafico, appoggiandosi con la spalla al macchinario.

- Soliti problemi, macchinari che sono da cambiare, risorse che dovrebbero essere di più e la mancanza di cadetti. A questo proposito, Armin, ti consiglierei di non fare come gli altri anni. Ci servono ragazzi e con te molti scappano. – a quelle parole, lui sbuffò.

- Mi hanno affidato questo compito sei anni fa perché hanno visto che i miei cadetti erano migliori. – replicò piccato e Desiree alzò le braccia al cielo.

- L’anno scorso su almeno una ventina di cadetti solo cinque sono arrivati fino alla fine. Quindi ti scongiuro, Armin, cerca di non essere crudele come al solito. Ricordati, lo facciamo per il bene della Fazione. – e, detto questo, la ragazza se ne andò, lasciando Armin da solo nella sala. Questi scosse la testa, riprendendo gli occhiali e i guanti per indossarli nuovamente. Nonostante l’aria altezzosa che aveva, sapeva benissimo che avrebbe dovuto ascoltare Desiree, perché aveva pienamente ragione, ma non poteva farci niente. D’altronde, non lo chiamavano Il Mietitore senza motivo.

 

 

 

 

 

ADELINEAdeline APOLLOApollo NICHOLASNicholas

25 Giugno, Settore Ovest, Reparto Erbologia, Fazione dei Tassorosso

 

 

            Quel pomeriggio, Nicholas Rymer si trovava all’interno del Reparto Erbologia per prendere le pozioni che servivano ai maghi del Reparto Nord e, cosa che accadeva pochissime volte, era stranamente felice di non essere di turno, anzi di averlo terminato. Adorava aiutare le persone, era uno dei Consulenti, ma la Signora Holmes, una simpatica vecchietta di sessantotto anni, aveva la brutta – bruttissima, a detta dei suoi colleghi – abitudine di confondere la sua pozione per colorare i capelli con il cibo per le sue galline. Così, ogni due per tre, la donna si ritrovava il piumaggio degli animali dei colori più improbabili, che le causavano perennemente delle crisi isteriche perché, a detta sua, non capiva come ciò potesse succedere. Sfortunatamente per i ragazzi del Laboratorio, quel pomeriggio era uno di quei giorni.

-Davvero non capisco, Guenda e Brenda stavano bene stamattina e ora sono verdi! – Nicholas sentì la Signora Holmes lamentarsi delle sue galline e, facendo silenzio, si recò verso l’uscita del suo lavoro.

- Come mai scappi? Sembri un fuggitivo. – disse una voce alle sue spalle facendolo trasalire. Si voltò, trovandosi così di fronte il volto del Responsabile del Settore Est.

- Pollo, mi hai fatto prendere un colpo! Potresti avvertire la gente della tua presenza ogni tanto! – esclamò il rosso, una mano sul cuore per riprendersi dallo spavento appena ricevuto. Il biondo rise, facendo un cenno con la testa per scusarsi.

- La prossima volta me ne ricorderò. Allora, come mai così nascosto? – domandò Apollo e Nicholas guardò dentro il Laboratorio, dove la Signora Holmes si agitava disperata mentre Charlotte, la sua collega, cercava di calmarla.

- La Signora Holmes ha ancora confuso la sua pozione per capelli per il mangime delle galline. Piuttosto, cosa ci fai qui? Di solito passo io dalle tue parti a portarti le cose. Non dirmi che le avete già finite. – replicò Nicholas. I due erano in buoni rapporti, per questo era Nicholas ad andare di persona nel Reparto Est per portare pozioni e fertilizzanti. E, come sempre, per ringraziarlo Apollo gli consegnava subito la frutta e la verdura che gli serviva.

- Ehy ragazzi, non pensavo di trovarvi entrambi qui! – nel sentire quella voce, i due si voltarono, trovandosi una sorridente Adeline che si dirigeva verso di loro. Apollo aprì le braccia e la ragazza corse ad abbracciarlo.

- Sono fiero di te. Essere Capofazione è un onore e so che riuscirai a svolgere questo ruolo egregiamente. – disse il biondo e la ragazza sorrise.

- Grazie davvero. Però mi dispiace, so che anche voi due eravate candidati per il ruolo. – rispose Adeline sinceramente dispiaciuta ma Nicholas scosse la testa.

- Non pensarlo nemmeno, sei perfetta. Non potevano fare scelta migliore. – replicò il rosso e l’amico annuì dandogli ragione.

- Poi possiamo aiutarci a vicenda. L’addestramento l’hanno affidato a me e posso aiutarti, mentre Nick, essendo consulente, può essere tipo il tuo consigliere personale. – continuò Apollo e i due risero. Adelina prese a braccetto i due ragazzi e sorrise.

- Sarà un’avventura spettacolare. Comunque Nicholas, perché la Signora Holmes piange disperata sulla spalla della povera Charlotte? – chiese la ragazza e Nicholas si voltò, notando all’interno del Laboratorio la scena che aveva appena descritto la sua amica.

- Ha ancora confuso il cibo per le galline con la sua pozione per capelli. Ha delle galline colorate. – a quelle parole, Adeline cercò di immaginarsi la scena nella sua testa e, dopo un po’, fece spallucce.

- Beh, di sicuro saranno più belle di lei. Cielo, la dovrebbe smettere con quei colori improponibili. – a quell’uscita, i due ragazzi scoppiarono a ridere, non potendo fare altro che dare ragione all’amica. I tre presero a camminare verso le Capanne*, dove i membri dei Tassorosso alloggiavano e, raggiunte le proprie abitazioni, si separarono. L’indomani, sarebbe stato il Giorno della Scelta, dove avrebbero dovuto operare come die veri membri Tassorosso. Ma per adesso, potevano permettersi di essere come erano.

 

 

 

 

 

1.Recinti: la zona dove i Corvonero tengono e allevano le Creature Magiche che trovano fuori dalla città. Li curano e, se ne hanno la possibilità, li lasciano nuovamente nel loro habitat, mentre alcune specie vengono studiate per capirne i tratti peculiari;

2.Settore Ovest: la Fazione dei Corvonero, come Tassorosso e Grifondoro, è divisa in settori: nel Nord si trova la Fortezza Grigia, nell’Ovest tutto quello che riguarda le Creature Magiche, nell’Est le strutture mediche e nel Sud, oltre ad Hogwarts, i sistemi delle infrastrutture e la Stazione;

3.Legge: come accennato negli scorsi capitoli, vi è una Legge che vieta ai Cadetti di parlare della loro scelta, per non essere condizionati o per non condizionare gli altri, pena la reclusione;

4.Centrale: i piani più bassi della Centrale sono quelli per la Sala Comune e per le unità abitative, quindi molto fredde visto che si trovano molto sottoterra;

5.Sole: per via di alcuni incantesimi, i Tassorosso sono perennemente al sole, quindi è raro che ci siano Tassorosso “pallidi”, vista la costante esposizione al sole;

6.Unità: come i Grifondoro e i Serpeverde, anche i Corvonero si trovano in unità abitative;

7.Capanne: a differenza delle altre tre Fazioni, i Tassorosso abitano in Capanne.

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Eccoci finalmente qua con il primo capitolo! È stato un lavoraccio ma sono contenta del risultato. Chiedo già perdono per i paragrafi corti (tranne Serpeverde, ma loro sono tanti), ma questo è un mio primo approccio con dei nuovi personaggi. Spero comunque di aver fatto un buon lavoro. Ho delle domandine per voi.

 

CADETTI

Come sarà al Giorno della Scelta? Come si comporterà? Sarà nervoso, eccitato?

 

MEMBRI

Come si ricordano il loro Giorno della Scelta?

 

TUTTI

Colore preferito?

 

 

 

Ora, avverto già adesso che fino a giugno-luglio sarò impegnata con l’università, quindi non ci vedremo per un po’. Ergo, potete lavorare con calma alle risposte. Ricordo anche che ho una pagina Instagram, __dreamer97_efp, dove sarò attiva per domande, curiosità, tornei… Non ho più niente da dirvi. Ci vediamo alla prossima! Bacioni,

__Dreamer97

   
 
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