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Autore: MaryFangirl    18/04/2021    2 recensioni
[Sequel di 'Una presenza così familiare']
Prosegue la vita familiare dei nostri adorati sweeper...
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Mentre l'ambulanza percorreva, con la sirena a tutto volume, le strade di Shinjuku, Kaori stringeva la mano floscia di Sumire, parlandole fermamente nel tentativo di tenerla cosciente. Il suo viso era coperto da una maschera per l'ossigeno e l'oscillazione di luci e suoni dimostrava il suo attaccamento alla vita nonostante il segnale diminuisse nel corso dei minuti. Sebbene la giovane donna avesse perso i sensi da alcuni minuti, Kaori fece del suo meglio per tenere vivo il legame verbale in modo che la sua nuova amica avvertisse la sua presenza. Dolorosamente, ricordò il lungo coma di Ryo, ma lui era tornato grazie alla forza del suo amore, avrebbe fatto lo stesso per quella giovane donna.
 
Il veicolo impazzito finalmente si fermò e i soccorritori tirarono fuori rapidamente la barella, portando la giovane donna direttamente in sala operatoria. La camicetta coperta di macchie rossastre, gli occhi paralizzati e il cuore spezzato, Kaori guardò il carrellino scomparire dietro le porte oscillanti mentre interinali e medici motivavano la donna ferita a lottare per la sopravvivenza.
 
L'autocontrollo che stava dimostrando da un po' la stava gradualmente abbandonando; non doveva più recitare, era sola e indifesa di fronte alla tragedia dell'assenza di sua figlia.
 
Barcollando, Kaori si appoggiò a una parete e si avvicinò ai telefoni.
 
“Devo avvertire Ryo” disse con voce vacillante. Tremando, dovette rimettersi in sesto energicamente per riuscire a comporre il numero di telefono.
 
* * *

La conferenza era iniziata da circa un'ora e il ministro della difesa, il signor Mirizawa, terminando il suo discorso lasciò il posto al Primo Ministro che proseguì con gli schieramenti armati da investire. Un giovane messaggero si avvicinò silenziosamente al politico, porgendogli un telegramma mentre la suoneria di un cellulare squillava nella sala.

* * *

Cercando di coprire la suoneria, Ryo uscì dalla stanza.

“Pronto?”

“Ryo...” singhiozzò lei.

“Kaori?”

“Hanno sparato a Sumire...li hanno rapiti...”

“Calmati! Non capisco niente” cercò lui di ammansirla con voce più dolce possibile. “Dove sei? Chi è stato rapito?”

“Sono solo un'incapace...” disse lei scoppiando in lacrime. “Non ho saputo proteggere la nostra bambina!”

“A-Shan! A-shan è ferita?”

“No, l'hanno rapita! L'hanno rapita insieme al piccolo Kito! Non ho potuto fare niente...perdonami...”

Mentre lei continuava a ripetere le stesse parole più e più volte lui sentì, in sottofondo, l'appello di un medico.

“Il dottor Takamoto è atteso in sala operatoria”

Ironia della sorte, era stato il dottore che si era preso cura di lui durante il come; sapeva dove lei si trovava. Mentre cercava di confortarla stringendo nervosamente il cellulare, si mise a correre lungo il corridoio verso la macchina.

“Aspettami, tesoro, arrivo tra mezz'ora!”

Con rabbia, mise giù e prese velocità, vedendo finalmente la sua auto rossa. Una voce maschile, inseguendolo, gridò con impazienza:

“Signor Saeba!”

Nonostante la fretta di andare da sua moglie, Ryo si fermò per qualche secondo la sua corsa, vedendo il ministro della difesa avanzare.

“Sta andando all'ospedale di Shinjuku?”

“Sì, come...”

L'uomo porse un foglietto allo sweeper; una delle guardie del corpo, lievemente ferita, aveva potuto inviargli un messaggio.

“La signorina Sachiwa è in ospedale, è rimasta ferita mentre cercava di intervenire nel rapimento di mio figlio...”

“Dei NOSTRI figli!” sbottò Ryo furiosamente.

“Come?”

“Non hanno solo rapito suo figlio, ma anche la mia. Kaori è da sola in ospedale”

“Mi ci può accompagnare?”

“Ma, la conferenza!”

“Se la caveranno senza di me!”

Su ciò, i due saltarono sulla Mini e con un piede sull'acceleratore Ryo si avventurò lungo la strada che lo separava da Kaori. Energicamente passò a un'altra marcia, mentre una brutta sensazione gli formicolò lungo la spina dorsale.

-Miki!- pensò improvvisamente.

Regolando l'auricolare, compose il numero del Cat's Eye e pochi secondi dopo sentì la voce dolce di Miki.

“Miki, sono Ryo!”

“Ryo? Che succede? Hai una voce strana” si preoccupò.

“Senti, non ho tempo di spiegare, ma potresti andare all'ospedale di Shinjuku!”

“Chi c'è in ospedale? Kaori?”

“Non preoccuparti, non ha niente, ma non voglio lasciarla sola...”

Il suo cellulare si spense di colpo, non c'era più campo; con un gesto rabbioso, gettò a terra l'auricolare e proseguì.

Al Cat's Eye, Miki, un po' in preda al panico, lasciò il locale al marito, spiegandogli cosa le aveva detto Ryo e baciò teneramente il suo bambino prima di scomparire dietro il suono del campanello. Svelta, zigzagò tra le auto che le strombazzavano dietro nervosamente; dieci minuti dopo, parcheggiò in fretta il SUV e si precipitò in ospedale. Guardandosi intorno, scrutò l'ambiente e vide la sua amica, la testa china e la camicia insanguinata.

“Kaori! Kaori!” la chiamò con ansia.

Alzando lentamente il viso alla voce familiare, gli occhi rossi di Kaori finalmente distinsero la figura femminile che correva verso di lei.

“Cos'è successo? Dov'è A-Shan? Ma tu tremi!”

Sconvolta e muta, Kaori non riusciva ad articolare alcuna parole che si annodò nella sua gola; un cartello attirò l'attenzione dell'ex mercenaria.

“Vado a prenderti un caffè e mi racconterai tutto”

Sorridendo per cercare di confortarla, Miki corse verso la direzione indicata; con passo rapido, la donna andò alla caffetteria per prendere una bevanda calda per la sua amica. Ma quando si presentò al bancone, quattro persone attendevano di essere servite.

“Non ci credo!” si innervosì.

Una parola riportò Kaori alla pseudo lucidità.

“A-Shan!” soffiò, alzandosi per uscire dall'ospedale.

Un quarto d'ora dopo, tra gli indecisi e i lenti, Miki tornò con una tazza di caffè fumante.

“Ti farà bene” disse raggiungendo il luogo in cui si era trovata Kaori in precedenza. “Kaori? Kaori?” chiamò, cercandola. Appoggiò subito il bicchiere di cartone su una sedia, che finì per capovolgersi a causa del movimento impetuoso, e corse verso la reception.

“Non ha visto dov'è andata la giovane donna seduta lì pochi minuti fa?”

“Mi dispiace, signora, non lo so” si scusò l'altra.

In preda al panico, Miki corse verso le porte scorrevoli; scrutando i dintorni, non trovò alcuna traccia della sua amica.

“Kaori!” urlò disperatamente.

In quel momento, una piccola auto rossa si fermò frettolosamente davanti all'edificio e due figure maschili si districarono dal veicolo. Vedendo Miki, Ryo corse da lei.

“Miki? Dov'è Kaori?”

“Non lo so! Sono andata a prenderle un caffè e quando sono tornata se n'era andata!” disse spaventata.

“Non posso crederci!” sbottò lo sweeper.

“Che succede?” chiese Miki.

“A-Shan è stata rapita insieme al figlio del signor Mirizawa!”

“Kito?”

* * *

Il politico colse l'occasione per informarsi presso la reception sullo stato di salute della sua segretaria.

“Non posso risponderle, signore, è ancora in sala operatoria”

I passi di un gruppo di medici risuonarono.

“Sumire!” esclamò guardando la processione. In quel momento passò la barella che trasportava la giovane donna priva di sensi; i medici si fermarono.

“Non si preoccupi, signore! Sua moglie ha affrontato bene l'operazione, avrà bisogno di molto riposo”

A quelle parole, Yuri li osservò e, rassicurato, riportò la sua attenzione sulla donna. Con un gesto tenero, scostò le ciocche brune che le attraversavano il viso.

“Grazie Sumire!” sussurrò.

Mosso dalla tristezza e dall'affetto che provava per la sua segretaria, si avvicinò per baciarla dolcemente sulle labbra, poi lasciò che la barella proseguisse. Confortato sulle sue condizioni, Yuri uscì per raggiungere Ryo e Miki ma trovò solo l'ex mercenaria.

“Dov'è il signor Saeba?”

“È andato a cercare sua moglie...”

* * *

Nel frattempo, Kaori vagava per le strade, con un ritmo più moderato; aveva corso per il primo pezzo ma, col fiato che veniva a mancarle, aveva dovuto rallentare per risparmiare le forze. La folla si allontanava alla vista della strana giovane donna, con la camicetta sporca di macchie di sangue e lo sguardo assente; in bisbigli interrogativi, tutti fissavano quella creatura ferita e le lasciavano il passaggio per continuare la sua epopea. Lo sguardo distante, cercava sua figlia e il bambino che erano stati portati via, continuando a ripetere:

“La mamma sta venendo a prenderti, amore!”

Vedendo all'angolo di una strada il vecchio lustrascarpe, uno degli informatori di Ryo, gli si avvicinò e lo interrogò con voce piatta ma dalla strana risonanza.

“Ha visto la mia bambina?” chiese speranzosa.

Fissandola da testa a piedi, lui aggrottò la fronte quando vide la sua camicetta sporca e il viso mortificato.

“Ma cosa ci fa in questo quartiere? Sa che è pericoloso venire da sola in questa zona della città”

Nonostante lo shock, Kaori era consapevole che si stava avventurando nei bassifondi della città, ma non poteva avere una chance per trovarvi sua figlia? Non ottenendo risposte, proseguì per la sua strada trascinando i piedi, spinta dall'unico desiderio di rivedere sua figlia.
 
Perplesso, il vecchio si precipitò a una cabina telefonica e telefonò il tenebroso sweeper.

* * *

A bordo della sua auto rossa, Ryo guidava per le strade alla ricerca della sua donna. L'ira difficilmente sotto controllo, la sua mascella era contratta così come i lineamenti del suo viso.

“Me la pagherete!” si infuriò.

Il cellulare squillò e lui rispose velocemente.

“Saeba!”

“Ryo! La tua donna è passata da me”

“Da tanto?”

“No, un secondo fa!”

“Ok, arrivo!”

Gettando senza tante cerimonie il cellulare sul sedile del passeggero, diede un brusco colpo di volante verso destra e si infilò in una stradina deserta per raggiungere un incrocio dove gli altri automobilisti, sorpresi, schiacciarono energicamente i freni per poi insultarlo con tutti gli epiteti.
 
Poco dopo, Ryo parcheggiò sul marciapiede e il vecchio gli andò incontro.

“Ha svoltato a destra!”

Fissando la direzione indicata, lo sweeper corse e osservò la piccola folla che riempiva i marciapiedi; una giovane donna dalle spalle curve attirò la sua attenzione.
 
“Kaori!” sussurrò sollevato.
 
Infilandosi tra i passanti, finalmente la raggiunse e la fermò posandole una mano sulla spalla. Lentamente, alzò la testa e incontrò lo sguardo scuro dello sweeper.
 
“Ryo!” mormorò lei.

Fu presa da una vertigine e le ultime forze l'abbandonarono; bruscamente, crollò tra le braccia protettive del suo compagno.

“Perdonami!” sussurrò in un soffio prima di svenire.
 
Raddrizzandosi e tenendo il corpo di Kaori contro di sé, tutti gli spettatori si allontanarono senza osare fare un solo commento quando incontrarono la fiamma astiosa che incupiva il suo sguardo già nero. Posandola delicatamente sul sedile del passeggero, la baciò sulle labbra.
 
“Non preoccuparti amore mio, troverò i bambini e mi occuperò di quei terroristi”

Mettendosi al suo fianco, la portò direttamente da Doc; raccogliendo il suo delicato fardello tra le braccia, con un forte calcio aprì le porte della clinica. La bella infermiera si precipitò verso di loro.
 
“Ryo, cos'è successo? Dio mio, sangue!” gridò spaventata.
 
“Non preoccuparti, non è suo”

“Seguimi, mettila nella stanza sul retro in attesa che il Doc la visiti”

Allertato dal baccano, l'anziano uscì dal suo studio.

“Che sta succedendo qui?”

Quando vide Ryo e la giovane donna priva di sensi adagiata delicatamente sul letto, corse da loro.
 
“Cos'è accaduto?”

“Ha avuto un malessere, tutto ciò che conta è la sua salute”

“Esci per qualche minuto, le do un'occhiata”

Lentamente, Kazue lo accompagnò in corridoio dove lui si accasciò pesantemente su una sedia della sala d'attesa. Sospirando, appoggiò la testa contro il muro chiudendo gli occhi, cercando di pensare a un'idea razionale per trovare la loro figlia e il bambino. Passi affrettati echeggiarono nel corridoio; apparvero Mick, Pai Lan, Miki, Falcon, Shin Hon e il signor Mirizawa.
 
“Ryo, cos'è successo?” chiese Miki. “E dov'è A-Shan?”

“È stata rapita con il figlio di Mirizawa!” sbottò nervosamente.

“E come sta Kaori?”

“Doc la sta visitando; se le sue condizioni glielo permettono, la porterò a casa e mi occuperò di questi 'Bambini del nuovo mondo'”
 
“Io vengo con lei!” disse il politico con tono deciso. “Hanno rapito mio figlio e ferito Sumire; voglio prendere parte al salvataggio”

In quel momento, il Professore e la sua bella assistente uscirono per raggiungere Ryo.
 
“Le ho dato dei calmanti, ne avrà bisogno, ha subito un forte stress...”

“Può tornare a casa?”

“Sai, ha bisogno di molto riposo...”

“Non è quello che ti ho chiesto!” si infuriò. Un'aura oscura emanava dallo sweeper; la sua furia aveva fatto saltare in aria la barriera che aveva cercato di mantenere.
 
“Sì, puoi portarla a casa...”

Avendo ottenuto la risposta che aspettava, Ryo si diresse verso la camera e prese gentilmente Kaori tra le braccia, recandosi poi all'uscita.
 
“Aspetta, Ryo!” gridò Mick. “Che intendi fare?”

“Mi sembra di essere stato chiaro...li eliminerò uno dopo l'altro, quei vermi che hanno attaccato la mia famiglia!”

“Anch'io ho dei conti da regolare!” si infuriò l'americano. “Hanno aggredito anche mia figlia”

Lo sguardo scuro dello sweeper cadde sulla sua figlioccia, che si nascondeva dietro sua madre; il sorriso ingenuo era scomparso dal suo viso infantile dopo quel giorno. Falcon si fece avanti a sua volta.

“Anche mio figlio è stato coinvolto da quei malati! Se pensi che ti lascerò solo a risolvere le NOSTRE divergenze, ti sbagli proprio”

Il bambino, a differenza delle sue amiche, aveva reagito con violenza; si muoveva ovunque, tranne che a scuola, con il suo finto bazooka, proclamando ad alta voce che sarebbe stato pronto a combattere per salvare i suoi amici se i cattivi fossero tornati. Non era brutale, ma aveva trovato attraverso quell'atto un modo per esorcizzare le sue paure.

Tutti quei padri arrabbiati avevano una buona ragione per unirsi allo sweeper.

“Va bene! Venite tutti a casa mia, prepareremo il nostro piano di attacco e contatteremo i nostri informatori per trovarli. Pagheranno a caro prezzo quello che hanno osato fare”

Su ciò, riprese la sua camminata fluida che contrastava con i lineamenti duri e tesi del suo viso; durante il tragitto, contattò i suoi vari informatori e i suoi compari fecero lo stesso.
 
Poco dopo, arrivarono al palazzo di mattoni rossi e uno dopo l'altro entrarono silenziosamente nell'atrio, salendo i vari pianerottoli per raggiungere l'appartamento di City Hunter. I due bambini, in braccio alle rispettive madri, fissavano incuriositi gli adulti in collera; non avevano paura di loro, ma capivano di dover stare tranquilli.
 
Mentre ognuno dei protagonisti prendeva posto in salotto, Ryo proseguì in camera da letto lasciando con cura Kaori sul letto. In un sussurro, lei chiamava inesorabilmente la loro bambina e le lacrime le rigavano le guance; delicatamente, le accarezzò lo zigomo per asciugare le perle salate e la baciò teneramente sulle labbra. Nell'incavo dell'orecchio, le sussurrò:
 
“Non piangere più, amore mio, riporterò nostra figlia!”

Baciandola di nuovo, lasciò la stanza in silenzio, ma prima di chiudere la porta diede un'ultima occhiata alla sua dolce metà, in seguito raggiunse il gruppo di amici.
 
Seduti intorno a una tazza di caffè fumante, tutti attesero l'arrivo di Ryo; quando sentirono i suoi passi sulle scale, lo seguirono con lo sguardo finché non si sedette sul divano.

“Prima di tutto, ho delle condizioni da porre” dichiarò improvvisamente.

“Vai, ti ascoltiamo”

“Miki e Kazue, vi chiedo di vegliare su Kaori mentre saremo via. Ci sono delle stanze per gli ospiti per questa notte”

“Nessun problema, Ryo” affermò Miki.

“Così mi prenderò cura di Kaori nel miglior modo possibile” aggiunse Kazue.

“Anche noi restiamo” esclamarono i bambini.

“Sì, piccoli” dissero le due madri.

L'entusiasmo si dipinse sui volti dei ragazzini, lasciando poi gli adulti a parlare dei loro affari troppo complicati. Lentamente salirono le scale arrivando alla stanza della loro amica. Spinsero la porta della camera e aspettarono qualche secondo, come se attendessero che l'amica uscisse da un armadio, da sotto il letto o da dietro la porta, vestita come un soldato per coinvolgerli in una nuova avventura. Ma sfortunatamente nulla si mosse: Shin Hon prese la mano della bambina che iniziava a tirare su col naso.

“I nostri papà la troveranno e i cattivi non torneranno mai più” affermò il bambino.
 
Con cautela Pai Lan avanzò, servendosi del raggio di luce proveniente dal corridoio, nell'oscurità della stanza, raggiungendo il letto vuoto per afferrare l'orsetto preferito dell'amica.

“Mi occuperò dell'orsacchiotto di Shan In finché non tornerà a casa. Non deve rimanere solo, altrimenti sarà triste” disse, stringendo teneramente il peluche contro di sé.

Con la punta delle dita, Shin Hon chiuse la porta e si recarono nella stanza di Kaori. Entrarono lentamente, la giovane donna addormentata era stesa sul letto. Sfiorando il viso di Kaori, Shin Hon mostrò un'espressione malinconica:

“È triste” balbettò.

Pai Lan, a sua volta, si avvicinò alla donna e la baciò dolcemente sulla guancia.

“Non piangere, Kaori! I nostri papà andranno a prendere A-Shan e zio Ryo li punirà” aggiunse con voce ferma.

I due si sedettero su una poltrona, stringendo saldamente il peluche mentre fissavano la zia che sembrava non volersi svegliare e confortarli con il suo caloroso sorriso. Volevano occuparsi di lei come lei faceva spesso con loro.

In salotto, le discussioni avanzavano.

“Voglio che tu rimanga indietro!” gridò Ryo a Yuri.

“Ma è mio figlio che hanno rapito!” si infuriò l'uomo, colpendo il tavolino con il pugno e alzandosi.

“Ma il tuo status non ti consente di fare come vuoi, non puoi essere coinvolto in questa faccenda”

“Non mi interessa niente! Posso aiutarvi!”

“Infatti, riprendi le tue occupazioni tornando al ministero, se le cose dovessero andare male, ci servirai come copertura”

Sospirando l'uomo si risedette.

“Va bene, ma mi terrete informato sull'andamento delle indagini”

“Ti riporteremo tuo figlio sano e salvo, hai la mia parola”

Il telefono squillò e Ryo vi si precipitò.

“D'accordo! Verrai ricompensato!”

Con un gesto lento, mise giù la cornetta e la luce del predatore velò i suoi occhi.

“La festa può avere inizio”

Mentre il piano di attacco prendeva forma nelle mani degli uomini, i due bambini tornarono in salotto perché nessuno al piano di sopra li attendeva per giocare. Dalla cima delle scale fissarono gli adulti che si davano da fare per concordare la migliore linea di condotta e quando tutti furono d'accordo si alzarono dirigendosi all'armeria. I due bambini li fermarono.

“Zio Ryo!” gridò la biondina. “Mi occuperò dell'orsacchiotto di Shan In intanto che tu andrai a cercarla” esclamò, mostrando il peluche.

“E io veglierò sulle nostre mamme” esclamò Shin Hon, alzando il bazooka.

I piccoli volevano partecipare a modo loro al rischioso intervento; nonostante le circostanze, un sorrisetto apparve sul viso dello sweeper. La possente mano di Falcon sollevò suo figlio, afferrandolo per le bretelle della salopette:
 
“Non farei sciocchezze, altrimenti guai a te!” borbottò il gigante.

“No, promesso!”

Contro ogni attesa, il ragazzino abbracciò suo padre e lo baciò sulla testa; il fumo uscì dalle sue orecchie e istintivamente l'uomo lasciò il figlio tra le braccia di sua madre. Approfittando della confusione, lei a sua volta lo baciò sulle labbra e sorrise al crescente rossore che gli colorava il viso.

Pai Lan non aveva finito e corse da Ryo.

“Abbassati” sussurrò, facendogli cenno.

Accigliandosi, lui obbedì e lei gli saltò in braccio per baciarlo sulla guancia.

“Zia Kaori ti dà sempre un bacio prima di lasciarti andare a combattere i cattivi, quindi visto che lei dorme, te lo do io” sorrise angelicamente. Con un gesto affettuoso, lui strinse la piccola e la baciò dolcemente sulla guancia.

“Grazie tesoro”

Il viso della piccola si illuminò alla reazione inaspettata del padrino, poi corse da suo padre per baciarlo a sua volta, facendogli promettere di fare attenzione. Sorridendo, Mick riportò l'attenzione sulla sua compagna.

Quante volte l'aveva sentita pronunciare le stesse parole?

Abbracciando la sua bella infermiera, le sfiorò le labbra con un bacio.

“Starò attento” le sorrise.

Con aria seria, i tre professionisti uscirono, pronti a passare alle cose serie.
  
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