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Autore: Allen Glassred    20/04/2021    4 recensioni
Ivy è una giovane ragazza, figlia di due Hunters molto famosi. Dopo il brutale assassinio dei suoi genitori da parte di Vanitas, il così detto re bambino e sovrano di Veritas, la ragazza vive insieme al fratello Garry, ed entrambi hanno un solo scopo: trovare ed uccidere l'assassino dei genitori. Ma cosa succederà quando Ivy si troverà faccia a faccia con il re dei vampiri, ora ventenne è più spietato di prima? Quale tremenda verità emergerà dal loro incontro? E cosa succederà in seguito? Ragione o sentimento, cosa seguirà la bella cacciatrice? Vi ho incuriositi? Allora leggete la mia storia, e scoprirete tutto quanto.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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Tutto intorno a lui sembra essere buio. No: no, non è affatto così e solo ora se ne accorge. Una luna rossa brilla sovrana in cielo: non è la luna degli Hikari ma, lo sente nel profondo, è ugualmente forte e fonte di un enorme potere. “ Ti stavo aspettando “. Una voce, una voce indistinta che a lui, per un solo istante pare quasi di aver già sentito. “ Ti stavo aspettando da tanto, tanto tempo. Fatti vedere “. Una mano gelida e nera si pone sul suo viso, due occhi di un rosso cangiante sono l’unica cosa visibile sul volto nero ed oscuro di quella figura.

“ Chi sei…? “. Suona quasi come un sussurro la voce del giovane cacciatore, che ancora non riesce a riscuotersi né ad allontanare quella mano gelida dal suo volto.

“ Oh, tu sai chi sono. Lo sai molto bene, lo sai sin da quando… “. Non riesce ad udire bene: cos’ha detto in seguito, quella nera figura? Perché lui non riesce ad udire il termine della frase? “ Finalmente ti ho trovato: eri così vicino, eppure non ho mai percepito la tua presenza. Non fino a questo momento “. Prosegue poi la frase l’ombra misteriosa. Il ragazzo non può fare a meno di puntare lo sguardo alla luna.

“ La luna rossa? “. Chiede sorpreso e, a quella frase il fantasma, se così lo si vuol definire, prende parola.

“ Si: la fonte di potere del Clan della Luna Rossa, ti piace? Guardala: guarda come brilla “. Gli afferra il viso tra le mani, dopo essersi spostato o spostata dietro il giovane e confuso ragazzo dalla chioma argentea. Giovane che, sotto quel tocco e guidato da quelle mani, volge lo sguardo verso la luna rossa. Immediatamente i suoi occhi si tingono di quel colore brillante mentre la figura prende parola di lì a poco. “ Ecco, bravo: ricorda. Ricorda cosa successe, ricorda come il Clan della Luna Rossa bandì quello della Luna Blu, ricorda cosa successe la notte della mia ascesa al trono. Ricorda come tutto cambiò “. Il giovane sente come una fitta tremenda proprio accanto al cuore e, sconcertato e dolorante, porta una mano chiusa a pugno su di esso.

“ Ah! Fa male! “. Sussurra semplicemente, l’altra figura continua a parlare di lì a poco.

“ Possiedo i poteri di entrambi, una forza mai vista prima. Ed ho scelto di condividerla con te, ma tu dovrai fare una cosa per me. Dovrai fare una cosa che solo tu puoi… “. Di nuovo: la voce non è più udibile all’udito di Garry Perry, o forse pensa, forse è solo il suo cuore che batte all’impazzata e gli impedisce di udire altro. Improvvisamente gli occhi di quella persona, di quell’anima si tingono di un intenso blu, così come la luna che ora brilla sovrana ed i cui raggi illuminano entrambi. “ Oh… luna blu: la luna degli Hikari “. Sussurra la nera figura. Garry fa per volgersi verso di lui, tuttavia l’altro è più rapido: la sua mano artigliata afferra con forza la chioma dell’argento, facendogli inclinare il capo di lato. “ La Luna Rossa e la Luna Blu, malgrado il divieto si sono unite “. Dopo l’enigmatica ed oscura frase, sussurrata all’orecchio del cacciatore, questi sente un paio di zanne affilate piantarsi nel proprio collo.

 

Garry si desta di soprassalto, quasi gridando: porta una mano al collo sconcertato. Un momento, pensa: ma quello è sangue! Il suo collo sanguina, ma non ricorda che qualcuno lo abbia morso. Solamente in sogno ciò è avvenuto, tuttavia nella realtà dei fatti non può essere che… i suoi pensieri vengono interrotti. Nota solamente ora la fanciulla accanto a lui. Sorride lievemente: tre anni ad odiarla ed ora eccoli lì, esattamente come quando si conobbero. Nascosti dal mondo intero, solo loro due ed il loro nuovo e ritrovato amore. Amore, si: non c’è altro termine per definire ciò che prova per la bella Principessa di Veritas se non amore, al di là delle sue origini, al di là del fatto che sia la sorellastra di quel bastardo di Vanitas. In fin dei conti pensa, avrebbe dovuto pensarci anche prima: lei non ha colpe delle azioni malvagie del fratello. Lui solo è il responsabile del rapimento di Ivy, lui solo sterminò la sua famiglia ed aggredì i Delacour, lui, non Jeanne. Jeanne che, di lì a poco, apre gli occhi: evidentemente ha percepito la concitazione con la quale Garry si è destato di soprassalto e, senza volerlo, finendo così per svegliare anche lei. “ Garry? “. Sussurra solamente la donna. Lui la osserva qualche istante, portando una mano alla camicia ed alzandone il colletto, come a voler celare quel morso dalla provenienza sconosciuta. “ Garry, stai bene? “. Chiede poi la bionda, alzando il busto e guardando preoccupata l’altro giovane. Lui la osserva qualche istante per poi fare cenno di sì con il capo.

“ Sto bene, ho solo avuto uno strano incubo che mi ha un po' turbato. Tu? “. Chiede. Lei lo osserva un po' perplessa per poi incrociare lievemente le braccia al petto.

“ Io sto bene. Ma dimmi: di che incubo si trattava, per turbarti in questo modo? “. Chiede. A quella semplice domanda lui abbassa da prima lo sguardo, in seguito decide di chiedere a Jeanne in merito a ciò che lo ha maggiormente turbato.

“ Senti… “. Inizia il discorso lui, portando poi il suo sguardo in quello di lei. “ Tu hai mai sentito parlare del clan della Luna Rossa? “. Chiede. A quella frase la donna non può fare a meno di rimanere sconcertata: il Clan della Luna Rossa è conosciuto solo dai membri della famiglia Hikari.

“ E tu come lo conosci? Solo noi Hikari ne conosciamo l’esistenza, allora come… “. Si interrompe, sconcertata mentre lui le da una risposta.

“ Perchè un’ombra in sogno, me ne ha parlato. Ha parlato dell’unione del potere del clan della Luna Rossa e quello della Luna Blu. Ha detto che gli Hikari furono banditi dal Clan della Luna Rossa e confinati a Veritas, dove divennero sovrani incontrastati. Poi non sono ben riuscito a capire, era come se a tratti non potessi più udire le parole di quella figura. Eppure ne sono rimasto profondamente colpito. Anche perché… “. Finalmente si decide a mostrarlo. Il segno di un morso proprio lì, sul suo collo. Un morso che non ricorda di aver ricevuto se non in sogno. “ A meno che tu non lo abbia fatto mentre dormivo, nessuno mi ha morso se non quella figura nel mio sogno. La cosa inizia sinceramente a spaventarmi “. Ammette il giovane Perry. Jeanne sgrana gli occhi sconvolta.

“ Oh Santo Cielo, Garry! Quello… quello è il morso di un vampiro, un morso che io non avrei mai osato darti senza il tuo consenso. È come se il tuo sogno si fosse materializzato nella realtà, e… “. Si ferma un momento, stringendo forte tra le mani l’orlo della sottoveste. “ Il Clan della Luna Rossa era quello a cui apparteneva Lady Ivonne, la nonna di Vanitas. Prima di unirsi in matrimonio a Vanitas Lunettes e cedergli così il proprio potere, che divenne parte integrante di quello della Luna Blu, lei deteneva il controllo su questa grande forza, una forza ereditata dal Padre che, tempo addietro, fondò un regno molto simile a Veritas in cui la Luna Rossa era sovrana, la fonte del potere del suo Clan. Fino a che sua figlia non si innamorò di Vanitas e, cedendo a lui il proprio immenso potere, pose fine alla stirpe della Luna Rossa. Questo non fu mai accettato da suo padre che, furioso, la bandì per sempre dal regno. Fu così che lei ed il suo sposo si insidiarono qui, a Veritas dove originariamente regnava la totale anarchia: umani e vampiri erano in perenne lotta, si uccidevano quotidianamente. Ma l’avvento dei sovrani ristabilì l’ordine, almeno per un po' di tempo “. Spiega la Principessa al suo attonito e ritrovato fidanzato.

“ Cosa cambiò? “. Chiede ora incuriosito il cacciatore, mentre la Principessa si stringe maggiormente a lui che, dopo essersi nuovamente seduto accanto a lei, l’ha presa tra le bracca.

“ Vanitas Lunettes perse la ragione: non si sa esattamente il perché, si sa solo che non riuscì più a sostenere la forza della Luna Blu. Dopo la morte di lady Ivonne rimase come unico sovrano a Veritas, solo assieme alle due figlie: Veronica, la minore. E Luna, la maggiore: colei che avrebbe ereditato il regno e non solo. Anche l’immenso potere del suo Clan sarebbe stato suo e addirittura ancor più forte di quello del padre. Ma con il matrimonio di lady Luna, le cose precipitarono: Vanitas temeva che, un giorno lui avrebbe perduto il potere e che questo sarebbe stato ceduto dalla figlia al marito e quindi ai futuri eredi. Ma lui non voleva, non poteva permetterlo: lui solo avrebbe dovuto essere sovrano del regno, lui e nessun altro. Stava andando fuori controllo “. Sussurra, ricordando il racconto che le narrò Dante, qualche tempo addietro quando lei chiese spiegazioni sulla sua famiglia.

“ Proprio come tuo fratello i questo momento, no? Arrivare a rapire Ivy… “. Sussurra, lasciando cadere la frase a metà il ragazzo. Jeanne alza lo sguardo, i suoi bellissimi occhi celesti incontrano quelli di lui.

“ E’ proprio questo il punto: c’è un motivo per cui mio fratello si comporta così. Una maledizione: la maledizione del Re pazzo, scagliata da suo nonno poco prima di cadere per mano di mio padre “. Spiega, agghiacciando sul posto l’altro che, sconcertato, non può fare a meno di sgranare gli occhi.

“ Mi stai dicendo che fu tuo padre, re Kaname, a porre fine alla vita di Vanitas Lunettes? È così? “. Chiede, Jeanne non può fare altro che annuire.

“ Si, ma questo portò la sventura sul casato Hikari: ogni re avrebbe subito la maledizione del Re pazzo, ogni re appartenente alla dinastia Hikari ne sarebbe stato colpito. Nessuno escluso “. Spiega, lasciando di sasso il compagno che istintivamente porta una mano a quel morso.

“ E cosa potrebbe essermi successo? Perché questo morso? E chi era l’uomo che ho sognato? Jeanne? “. Chiede, ma lei scuote il capo.

“ Non so dirtelo “. Fa semplicemente, ma Garry percepisce che, per proteggerlo, gli sta nascondendo qualcosa di molto importante.

“ Jeanne, se le cose stanno così io devo salvare Ivy, quanto prima: non posso più attendere che Lukas convochi tutte le famiglie di Hunters, mia sorella è in un grave pericolo. Ti prego… “. Prende le mani della donna tra le proprie, guardandola intensamente. “ … se mi ami davvero come dici, allora ti supplico: aiutami. Aiutami a salvare mia sorella, te ne prego “. A quella richiesta tanto inaspettata Jeanne non può fare altro che sussultare, ma ancor più shoccante è il proseguo della frase. “ Se mi aiuterai ti giuro che ti sposerò, non mi interessa di cosa penseranno le altre famiglie di Hunters e mio zio stesso. Ma ti supplico: dimostrami che sei diversa da quello psicopatico di tuo fratello, per favore! Fallo per noi “. A quella richiesta, a quella proposta che ha quasi il suono di una proposta di matrimonio, lei non può fare a meno di rimanere atterrita e sconcertata: una cosa però, la sa di sicuro. Ama Garry con tutta sé stessa ed ha visto di persona cosa possa arrivare a fare Vanitas, quanto possa essere crudele e come abbia torturato la povera Ivy. La decisione più saggia? Lei la conosce già e non esita a dare la propria risposta.

 

Ivy si sveglia in una stanza che non è la sua: quanto ha dormito, si chiede? Non lo sa. Frastornata porta una mano al capo, che le fa ancora piuttosto male come avesse preso un’enorme botta in testa. “ Ahi… “. Borbotta solamente la Principessa di Veritas, notando solo ora i morsi presenti su tutto il suo corpo: sono davvero tanti, eppure pensa, non si sente indebolita. Anzi, oserebbe dire che si sente rinforzata malgrado sia ancora un po' stordita dalla notte precedente. La notte precedente, appunto: cos’è avvenuto si chiede, la notte precedente? Non ricorda nulla, come se la sua mente fosse stata resettata. “ Che cosa diavolo mi è successo…? “. Mormora semplicemente l’ex cacciatrice, confusa come mai prima d’ora. Una voce la fa sussultare.

“ Succede che la Luna Blu ha agito su entrambi, ieri notte. Proprio come dicevo io: era solo questione di tempo “. Prima di riconoscere la voce, Ivy non può fare a meno di riconoscere l’odore del sangue di colui che ora la guarda con un ghigno quasi malizioso stampato in faccia. In imbarazzo la fanciulla si copre fino al mento con le coperte, anch’esse macchiate di sangue.

“ Che cosa… che è successo?! E che ci fai tu qui, nella mia stessa stanza?! “. Chiede agitata la donna: il fatto di non ricordare nulla le fa temere il peggio. Colui che si rivela essere Vanitas la osserva qualche istante per poi scuotere il capo, alzando gli occhi al cielo e sbuffando sonoramente.

“ Si da il caso che questa sia la mia stanza, mia cara sorellina. Dove altro dovrei essere? “. Chiede, sempre con quella malizia che non fa altro se non far avvampare Ivy come un semaforo.

“ E io che ci faccio in camera tua?! Che mi hai fatto?! “. Chiede, memore di quanto accaduto in giardino. Lui la guarda qualche istante: no, pensa. No, non è furiosa. È confusa ed in imbarazzo, questo si ma non è arrabbiata. E forse pensa, questa è la prima volta che si trovano vicini e non legge negli occhi di lei quell’odio che invece vi ha sempre letto in tutte le volte precedenti.

“ Io non ti ho fatto niente: sei stata tu ad azzannarmi e ad offrirmi il tuo sangue. un’occasione del genere, quando mi ricapitava? Ovvio che ho accettato, sorellina “. Sogghigna poi, quasi divertendosi a metterla in imbarazzo mentre lei nasconde il viso sotto la coperta.

“ Io ho fatto cosa?! “. Chiede, ricordando vagamente: non sta mentendo. Ricorda di come lo abbia seguito senza opporsi nella sua stanza, ricorda come gli abbia offerto spontaneamente il proprio sangue e ricorda di come lei si sia nutrita a dovere di quello di lui. Ricorda che, totalmente sotto l’influsso della luna blu, non ha voluto andarsene ed è rimasta lì con lui, tutta la notte. Ricorda di come il loro indistruttibile legame di sangue l’abbia portata a scordare quasi, ciò che lui ha fatto ai Perry come se non fosse mai avvenuto. E ricorda che, per la prima volta, in quello sguardo non ha letto pazzia ma amore: amore, desiderio, ma non pazzia. Imbarazzata la ragazza non proferisce altre parole per una buona parte di tempo. Solo di lì a poco decide di parlare, rompendo così quell’irreale silenzio. “ E… e dopo? Dopo che ho bevuto il tuo sangue e ti ho offerto il mio, che è successo? “. Sussurra, rossa in viso: perché non è arrabbiata, si chiede? Perché per la seconda volta, non sente odio verso colui che a conti fatti è suo fratello? Perché non lo odia per ciò che ha fatto a coloro che per lei erano i genitori? Lui la osserva attentamente: da prima rimane vago, poi porta lo sguardo al morso che la fanciulla ha proprio sul seno, lasciato lievemente in mostra dalla scollatura di quella che, si rende conto la corvina, è una veste da notte.

“ Davvero non ricordi? Non ricordi neanche come hai fatto a procurarti quello? “. Chiede, mentre Ivy porta lo sguardo allo stesso punto e notandolo solo ora: altro che solo un morso, pensa!

“ E questi lividi che diavolo sono?! “. Chiede, avvampando come un semaforo e sempre più in imbarazzo. “ Oh no. Oh no! Non saranno ciò che penso? “. Chiede, ottenendo solamente un’occhiata maliziosa da parte dell’altro.

“ Te ne ho già fatto uno, ricordi? Quando quel bastardo ti ha baciata, in giardino. Solo che ieri ne hai voluti altri, così ti ho accontentata “. Sogghigna, riferendosi sicuramente all’episodio avvenuto in giardino, quello di quel succhiotto che rimase ben visibile per un bel po' di tempo sul suo collo candido, pensa colei che in quel momento vorrebbe solamente sprofondare nel materasso e non uscirne più.

“ No no no… ditemi che non è vero “. Fa, eppure non c’è traccia di rabbia in lei, solamente un fortissimo imbarazzo per ciò che teme sia accaduto in quella notte di luna blu. A quella frase finalmente Vanitas decide di essere più serio. Si va a sedere accanto alla sorella, che istintivamente porta nuovamente le coperte a coprirla sin sotto il mento.

“ Non ti senti diversa? “. Chiede solamente lui, guardandola intensamente. “ Davvero non ti ricordi cos’è successo? “. Chiede, per la prima volta da quando è sua prigioniera pensa Ivy, non ha lo sguardo di un pazzo psicopatico. Ciò, deve ammetterlo, la inquieta e tranquillizza al tempo stesso e le rende ancor più difficile fare ordine nelle sue emozioni.

“ Diversa? Che abbiamo fatto? “. Chiede sconcertata. “ Vanitas, che è successo? Perché mi dovrei sentire diversa? “. Chiede solamente. Lui la osserva qualche istante, senza dire una sola parola. Poi, improvvisamente si avventa su di lei, stringendola in un abbraccio quasi doloroso e facendola cadere sdraiata sul letto, con lui sopra. Eppure pensa lei, è strano: dovrebbe essere terrorizzata ma questa volta non avviene, perché? cos’è successo la scorsa notte, si chiede?

“ Ieri notte, tu hai smesso di odiarmi “. Sussurra solamente il Re Bambino mentre, in un’altra stanza, il ritratto di Vanitas Lunettes sembra quasi prendere vita per un breve istante e quasi ghignare.

 

L’ombra misteriosa artiglia lievemente il muro, lasciandovi delle leggere crepe e ridendo da prima sommessamente. “ La luna blu… la luna degli Hikari… la maledizione del Re Pazzo si compirà molto presto… si, è così… manca poco… “. Ride di nuovo, una risata tetra, a tratti quasi infantile. “ La Luna Blu… Luna degli Hikari… “. Continua con quella nenia, gli artigli affilati della sua mano toccano il viso nel ritratto, il viso dell’uomo dalla lunga chioma corvina: Vanitas Lunettes, ultimo Re della dinastia Lunettes prima dell’ascesa al trono di Kaname. “ Presto le mie belle bamboline si incontreranno, sarà un vero e proprio spasso “. Continua, con quel tono quasi infantile. “ Senza contare le altre bamboline… oooh… quanto divertimento mi attende, in attesa che… “. Non termina la frase: la figura scompare all’interno del quadro, che ora assume decisamente un ghigno cinico e crudele.

 

Proprio in quell’istante, nel medesimo momento Dante e Rosina stanno salendo delle scale: le stesse che Ivy salì solamente una volta, le stesse che da anni il maggiordomo e la seconda sposa di Kaname salgono di soppiatto, sperando sempre che Vanitas non li scorga, non volendo procurargli un brusco cambio d’umore: quando si parla della stanza che stanno raggiungendo infatti, il Re diventa molto suscettibile, a tratti pericoloso. “ Donna Rosina, siete certa di voler entrare? l’ultima volta non vi sentiste bene “. Chiede Dante, la donna tuttavia annuisce determinata.

“ Si, ti prego: apri la porta “. Fa solamente, una volta che entrambi sono giunti di fronte all’imponente porta chiusa. Dante fa un cenno affermativo con il capo, aprendo il chiavistello che sigillava l’entrata e conducendo anche la donna all’interno della stanza. La madre di Jeanne deglutisce un paio di volte, per poi avanzare assieme a Dante. “ Questo posto è così tetro… “. Sussurra semplicemente la bionda. Dante fa un cenno affermativo con il capo per poi prendere parola di lì a poco.

“ Non c’è altro modo in cui potremmo tenere questa stanza. E d’altra parte, a lui sarebbe piaciuta così “. Commenta e, prima che l’altra abbia il tempo di rispondere le torce presenti si illuminano di una fiamma viva, mentre una bara viene illuminata improvvisamente. No: non è una bara comune, quasi sembra fatta di vetro. Su di essa, un potente incantesimo impedisce che chi vi è all’interno possa decomporsi e, allo stesso tempo, quasi sembra essere un sigillo. La donna e l’uomo di fermano, osservando il cadavere di colui che da circa otto anni giace in quello stato di morte. “ Eccoci qui: signora, ecco Re Kaname, vostro marito e precedente Re di Veritas “. Sentenzia perentorio anche se, per lui, la sola ed unica moglie di Kaname era e rimarrà sempre Luna. Rosina rimane sconvolta: non la impressiona vedere cadaveri, questo no. Piuttosto è un altro il dettaglio che la porta a sussultare.

“ Dante, guardalo: sembra quasi stia dormendo. Non sembra nemmeno morto “. Ammette, sorpresa dalla visione del suo sposo ancora in quello stato che, più che di morte, sembra quasi essere di sonno. “ Ma dimmi: come mai Vanitas non lo ha seppellito? “. Chiede. Dante rimane serio qualche istante, in seguito posa le mani sul bordo di quella bara per poi guardare il precedente sovrano.

“ E chi vi dice che Re Kaname sia davvero morto? “. Chiede, gettando Rosina nella più totale sorpresa: cosa vorrà dire Dante? Le risposte certo, non tarderanno ad arrivarle.



Salve amici, come va? Ed eccomi con il nuovo capitolo, che ve ne pare? Garry sogna una figura misteriosa e, improvvisamente, si trova un morso sul collo: che significa? Chi è la figura che ha sognato? Intanto Ivy pare avvicinarsi a Vanitas: i due hanno trascorso una notte insieme, notte della quale lei ha solo ricordi parziali: cosa mai sarà succeso? L'anima nera torna a farsi sentire, Dante e Rosina visitano il corpo senza vita di Re Kaname ed il maggiordomo fa una sconcertante domanda alla donna. Che ne pensate? Cosa accadrà secondo voi, ora? Avete teorie? Su, mi piacerebbe sentirle! Alla prossima!
   
 
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