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Autore: SkysCadet    22/04/2021    2 recensioni
La cittadina di Filadelfia sembra un borgo tranquillo, in cui la gente comune passa la giornata senza occuparsi degli strani avvenimenti che accadono da diverso tempo. Tuttavia, Simon si ritrova - suo malgrado - a combattere per la salvezza delle anime sfuggite al potere dei Lucifer. Tra questi c'è Joshua, un ragazzo con un dono particolare. Il giorno in cui Ariel - una matricola impulsiva dell'università di Filadelfia - lo incontra per la prima volta, capisce che in lui c'è qualcosa di diverso dagli altri ragazzi. Solo un nome sembra in grado di cambiare il corso degli avvenimenti, un nome che i Lucifer non possono nominare...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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In un pezzo di terra, lambita da un mare schiumante, dove colline verdi circondavano una fertile pianura e un aspro monte sovrastava il paesaggio, lì sorgeva Filadelfia.

Le stradine di impronta medievale dei borghi periferici scendevano giù, lasciando gradualmente il posto allo stile liberty delle abitazioni signorili del centro città. Proprio lì, gli abitanti pacifici si riunivano nella piazza centrale, decorandola di ombrelloni variopinti e allestiti per il mercato ortofrutticolo settimanale, sotto gli occhi vigili dei gargoyles della Cattedrale delle Sette Chiese.

Tra le tante persone, un uomo con gli occhi color nocciola fissi nel vuoto di una delle numerose bancarelle, sembrò non accorgersi del mercante che gli porgeva una busta trasparente piena di frutti di stagione. Era inutile, nonostante lo stesse richiamando più volte, Simon non riuscì ad alzare lo sguardo verso l'anziano venditore. I capelli sferzavano il mento lievemente barbuto, riuscendo a nascondere le gocce trasparenti che gli rigavano la guancia.

Camminò a passo lento, ascoltando riecheggiare le suole sul marciapiede, vestito di una camicia sgualcita e dei pantaloni marroni, ascoltando giovani passanti ridacchiare e anziani signori parlare degli ultimi misteriosi rapimenti avvenuti in città.
Non si meravigliò: gli abitanti sapevano solo quello che avrebbero dovuto sapere.

Simon percorse quella strada ad occhi bassi per non incrociare il suo sguardo riflettersi nelle vetrine dei negozi di abbigliamento e di ristoranti rinomati e, mentre le maestose campane della Cattedrale intonavano il canto di mezzogiorno, si passò una mano tra i capelli castani aumentando il passo.

Poi un boato, come un'esplosione e un violento spostamento d'aria, lo fecero cadere al suolo. Venne rapidamente sormontato da una coltre di fumo grigio e calcestruzzo.

Avendo subito il colpo d'aria, si ritrovò a terra, carponi, tra i gli ampi ombrelloni del mercato, caduti come alberi sradicati. Lo sguardo vagò attraverso il grigiume, con occhi sottili e una mano sulla fronte a bloccare i detriti provenienti da una zona antistante la via percorsa dall'uomo. Le narici inalarono inevitabilmente le polveri e i bronchi soffocati iniziarono a tossire.

Si era verificato tutto nella Centrale di Polizia, situata nella via parallela a quella che l'uomo stava percorrendo.
Lì vi era il Commissario Capo della Polizia di Filadelfia: un uomo ben voluto da tutta la comunità. A parte loro...

«Bene, bene...» pronunciò una voce calda ma alquanto tagliente e ostile. Quella voce venne rivolta al figlio del Commissario, trovato ad attendere il padre nella piccola stanza pregna dell'odore di carta impolverata e librerie alte fin al tetto; l'unica finestra aperta si affacciava sulla strada principale.
L'uomo alto e slanciato, vestito di un completo nero lucido teneva i palmi poggiati sulla scrivania piena di carte e fascicoli impilati, con un sorriso arrogante; il pizzetto, i baffi e i capelli neri di media lunghezza circondavano il viso scarno. Gli occhi dal taglio fine erano azzurri come acqua cristallina e, in quel momento, il giovane capì chi aveva di fronte.
Abbassò il capo per non incrociare il suo sguardo magnetico e si alzò di scatto spostando la sedia rumorosamente.
«Cosa ci fai tu qui?» domandò il giovane dai riccioli bruni.
L'uomo di fronte a lui si drizzò, portando le mani dietro la schiena; dopo un paio di passi prese un fascicolo tra le mani e glielo mostrò. «Devi dire a tuo padre che se non fa sparire questa inchiesta, io farò saltare in aria la Centrale con dentro il suo amato figlioletto». L'uomo si riferiva a quel che era successo quella mattina: era stato arrestato un uomo facoltoso, accusato di traffico di stupefacenti e rapimenti. Dall'inchiesta, portata avanti dal Commissariato, si palesava lo stretto legame tra i criminali accusati di violenze, rapimenti, traffico di droga e membri della loggia Lucifer.
«Mai!» ringhiò tra i denti il giovane, con i pugni stretti ai fianchi.

Subito dopo, udì un fischio che giunse acuto fino ai suoi timpani e, in quel preciso istante, una forza invisibile lo prese dal colletto della camicia e lo scaraventò fuori dalla finestra. Quell'uomo senza nome l'aveva spostato col solo gesto della mano sinistra.

Una volta sul marciapiede, il ragazzo non fece in tempo ad alzarsi e scappare, perché l'esplosione lo scaraventò a molti metri di distanza.


Quando Simon arrivò di fronte alle macerie della Centrale di Polizia, il fumo, ancora fitto e impenetrabile, mostrava l'ombra di un uomo statuario e dal fisico longilineo. I due occhi zaffiro lo squadravano con astio, mentre i pugni chiusi si stringevano e la nuvola di detriti e polveri pian piano si diradava.
Quegli occhi, sgranati, gli furono mostrati nel grigiume spazzato via da un vento improvviso e impetuoso. Mentre un rivolo di sudore ghiacciato gli imperlava le tempie, Simon avvertì una fitta all'altezza dello stomaco.
Poi, d'un tratto, quell'uomo dai capelli corvini, vestito interamente di nero, divenne improvvisamente pallido e tremante; nel muovere un passo indietro, incespicò in un mattone e, trovandosi ormai sull'asfalto, iniziò a balbettare qualcosa di indefinito e indicare un punto alle spalle di Simon, che lo fissava con sguardo confuso e fronte aggrottata.

Qualcosa aveva costretto l'attentatore a creare un varco spirituale di fronte a Simon e ad immergersi in una nube nera, una condensa oscura e tenebrosa. Simon si passò le mani incrociate tra i folti capelli castani prima di accorgersi di non essere solo.

Abbassò lo sguardo ai suoi mocassini marroni, attorno ai quali saettavano fulmini incandescenti, mentre, alle spalle, un calore dolce e penetrante fino alle midolla lo costrinse a rivolgere lo sguardo dietro di sé e incontrare gli occhi albini di tre figure luminescenti dalle armature sfolgoranti: tre esseri alati che l'avevano circondato, in una bolla di luce abbagliante.
 

***
 

«Ogni potere mi è stato dato, in cielo e sulla terra.»
-Gesù Cristo

   
 
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