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Autore: Afrodyte    22/04/2021    6 recensioni
Una terribile sensazione in grado di presagire ciò che accadrà in futuro, un ritorno dal passato che sarà capace di stravolgere il corso degli eventi.
Sensazioni ed emozioni che arriveranno a travolgere le vite di Oscar e di Andrè perchè, si sa, i moti del cuore sono infiniti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Confessioni notturne

“Ragazzi, volete conoscere il segreto del nostro nuovo comandante?
Si tratta di una donna, anche se indossa l’uniforme militare, è assurdo ma vero!”
"Ma non è uno scherzo?"


Erano passate diverse ore da quando aveva fatto ritorno alle proprie camerate, eppure Andrè continuava a percepire lo sguardo azzurro di Oscar fisso su di sè e sulla propria uniforme.
Per settimane aveva temuto il giorno in cui sarebbe tornata dalla Normandia perchè sapeva bene che, prima o poi, avrebbe dovuto affrontarla, ma come?
Come avrebbe potuto dirle che in sua assenza aveva deciso di seguirla ancora una volta, nonostante lei gli avesse chiaramente detto di non farsi vedere mai più?
Come avrebbe potuto dirle che aveva deciso anche per lei, senza voler sentir ragioni?
E alla fine lo aveva scoperto, forse nel peggiore dei modi, ma come avrebbe potuto dirglielo altrimenti?
Lei gli aveva detto addio, ma lui non era riuscito a fare altrettanto.
Adesso il suo pensiero era tornato a straziarlo come nelle ultime settimane ma, d'altronde, non avrebbe potuto essere altrimenti: lei era da sempre il suo tormento, la sua ossessione.

“Non so voi, ma io non ho alcuna intenzione di prendere parte alla rivista in onore del nuovo comandante, non se si tratta di una donna!”

Toccava a lui sorvegliare le strade di Parigi quella notte, ma era un compito di cui non si sentiva all'altezza.
Non riusciva a non pensare a lei e alle difficoltà che avrebbe incontrato prestando servizio presso i soldati della guardia metropolitana, decisamente più burberi e irruenti rispetto ai damerini che erano soliti vedere alla reggia di Versailles.
Ma lei questo ancora non lo sapeva, lui invece si.
Per questo motivo, Andrè era molto preoccupato e non riusciva a pensare ad altro da alcune ore a questa parte.
I suoi pensieri arrivarono a sovrastare qualsiasi altro rumore lo circondasse, persino quello della voce di Alain che per più volte lo aveva invitato a sedersi accanto a lui.
"Tanto non succederà niente neanche questa notte"
Forse aveva ragione lui: una pausa gli avrebbe fatto bene.
Posò il fucile alla sua sinistra e prese posto accanto al suo amico che, nel frattempo, aveva tirato fuori dalla tasca interna dell'uniforme una fiaschetta "per potersi riscaldare un po'."
In effetti, Andrè iniziò a sentire che l'alcool fosse ciò di cui avesse bisogno per poter dimenticare, almeno per un po', i suoi tormenti.
"Sai Andrè, oggi ho finalmente capito il perchè della tua presenza quì"
Lo vide bere un sorso di quel nettare che aveva iniziato a bramare anche lui da qualche istante, per poi stiracchiarsi dopo essersi messo un po' più comodo.
"Ma certo Alain, devo sorvegliare le strade di Parigi insieme a te"
Cercò di cambiare discorso e di soffocare le proprie pene d'amore in quel liquido inebriante che aveva iniziato a scaldargli l'anima.
"Non fare lo spiritoso, lo sai a cosa mi riferisco"
Andrè continuò a far finta di niente, scuotendo la testa in senso di diniego.
"No, non lo so"
Lo ascoltò sospirare in silenzio, ma non si voltò a guardarlo: aveva paura di incontrare il suo sguardo perchè, a quel punto, non sarebbe più stato in grado di mentirgli.
"Riesco a riconoscere bene la sofferenza quando la vedo e tu, amico mio, sei un ragazzo sofferente”
Andrè fece un profondo respiro e, rivolgendo la testa al cielo, chiuse gli occhi per cercare di scacciare dalla propria mente il pensiero del tuo triste tormento.
“E che ne sai tu della sofferenza, Alain?”
Lo sentì mormorare tra sé e sé: “Molto più di quello che pensi, amico mio, molto più di quello che pensi”
Con un cenno del capo, Alain richiese ad Andrè la propria fiaschetta e, dopo aver bevuto un altro sorso, proseguì il suo discorso.
“Ho visto l’estrema sofferenza dipinta su molti volti ma, soprattutto, ne so riconoscere il l’effetto perché per diverso tempo ha albergato anche dentro il mio cuore”
Andrè si voltò a guardarlo, sorpreso.
“Che cosa intendi dire?”
Lo sentì sospirare prima di spezzare il silenzio che era calato tra di loro.
“Per anni io e la mia famiglia abbiamo vissuto di stenti: non avevamo di che mangiare e mia madre, malata, faceva fatica a trovare un lavoro, per molto tempo ho creduto che quella fosse la vera sofferenza.. finchè non è mancata mia madre, solo allora ho capito che cosa fosse veramente e quanto potesse essere distruttivo il suo potere”
Andrè posò una mano sulla spalla del suo amico, sperando che con quel gesto riuscisse a rincuorarlo almeno un po’.
“Come te, anche io ho pensato di farla finita perché credevo che la mia vita non avesse più un senso e lo avrei fatto se non ci fosse stata lei: la mia Diane.. lei aveva bisogno di me, non potevo lasciarla sola, ne aveva già passate troppe, così mi sono fatto forza e sono riuscito a risollevarmi.. è grazie a lei se adesso io sono qui”
Una lacrima silenziosa scese a rigare il volto di Alain che, subito, si ridestò dai propri pensieri e si alzò in piedi di scatto.
“Ma non pensiamo a queste cose adesso, quello che volevo dirti è che i soldati covano un odio profondo nei confronti degli aristocratici, soprattutto nei confronti delle donne aristocratiche, e dopo il tuo colloquio con il comandante tutti hanno iniziato ad avere il sospetto che tu sia un suo informatore.. quindi guardati le spalle, amico”
E, detto questo, riprese a fare la ronda.
Andrè rimase ancora un po’ seduto a terra, scosso per tutto quello che aveva sentito.
Non avrebbe mai potuto immaginare che un ragazzo all’apparenza tanto forte come Alain avesse sofferto così tanto, soprattutto perché era stato in grado di nasconderlo molto bene.
Invece, era stato esattamente come lui: disperato.
E chissà se adesso il suo cuore avesse trovato veramente un po’ di pace.
Sentì di provare molta pena per lui, ma anche una grande ammirazione perché, a differenza sua, Alain era stato in grado di rialzarsi da solo, mentre lui avrebbe compiuto un gesto estremo se non lo avesse incontrato sul suo cammino.
Ancora una volta, in quelle settimane, ringraziò il Signore per averlo messo sulla sua strada e, dopo aver afferrato il proprio fucile, riprese anche lui a fare la ronda.
   
 
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