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Autore: Stella Di Mezzanotte    28/08/2009    2 recensioni
I suoi capelli erano di un colore particolare: castano chiaro con sfumature color caramello, leggermente mossi e lunghi fino alla vita...[...]Le donne guerriere … discendenti di Ares, Dio della guerra …[...]Dovevo assolutamente sapere ciò che celava quella splendida Vampira.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedico  questo capitolo a due persone, davvero molto importanti per me. Due amiche che non ho avuto ancora il piacere di conoscere di persona, ma che mi hanno regalato il loro affetto. Senza di voi non saprei come fare! Se sono di nuovo qui a scrivere è solo grazie al vostro aiuto, senza il quale mi sentirei persa!

Vi voglio molto bene e non riuscirò mai a trovare le parole adatte per ringraziarvi …

        

     

                        Suoni e Silenzi

 

 

Il rifugio temporale delle Amazzoni era qualcosa di molto semplice e complicato al tempo stesso. Mi chiesi come avevano fatto a organizzare tutto quello, in così poco tempo. Piccoli capanni, formati da piante e vari rami spezzati, erano posti al limitare del bosco, vicino al ruscello. Mi avvicinai a quella piccola zona di emergenza e raggiunsi la capanna, dove sapevo di trovare Bella. Ero scosso, arrabbiato, confuso per tutto ciò che Elisar mi aveva confidato qualche ora prima. Non potevo incolpare del tutto la splendida vampira che mi aveva confuso l’esistenza, ma rimanere all’oscuro di qualcosa che mi riguardava mi rendeva nervoso. Entrai bruscamente nel piccolo capanno di Bella, ma mi fermai quando la vidi distesa su un letto fatto di paglia e foglie. Inarcai un sopracciglio vedendola con gli occhi chiusi. Mi piegai sulle ginocchia, vicino a lei e sentii il suo respiro lento e regolare.

 Ero affascinato e sconcertato al tempo stesso. Elisar non mi aveva mentito, Bella era in grado di dormire, anche se in realtà era come se lei si allontanasse dalla realtà per entrare in una dimensione fatta di suoni e silenzi. Ciò che mi aveva spiegato quel vampiro era parecchio complesso, ma Bella sembrava davvero trovarsi in quella fase, che equivaleva a dormire. Le carezzai il viso e le portai un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. I suoi lineamenti erano addolciti dal sonno e la sua espressione rilassata. Osservai insistentemente le sue labbra rosse e carnose desiderando assaggiarle nuovamente.

 Sospirai e chiusi gli occhi, alzandomi. Non volevo svegliarla, anche se mi era ancora impossibile credere che fosse capace di dormire. Per un attimo pensai che potessi portarla in un posto dove i suoi sensi si sarebbero confusi a tal punto da impedirle la fuga. Da quanto sapevo, grazie a Elisar, esistevano delle condizioni ambientali particolari che riuscivano ad adombrare i suoi sensi. Secondo quanto mi disse il saggio vampiro doveva essere un ambiente pieno di vibrazioni e ultrasuoni, magari non percepibili molto da parte degli umani ma che al suo particolare potere avrebbero fatto la differenza. Sarebbe stata confusa e non avrebbe potuto pensare a come scappare. Mi sembrava l’unica soluzione, dato che Elisar mi aveva già predetto che Bella si sarebbe arrabbiata oltre misura quando avrebbe saputo che io ero a conoscenza della verità …

Non sapevo cosa dovevo fare. Era esagerato?  Ero troppo arrabbiato per ragionare, così mi abbassai e cercando di non svegliarla la presi in braccio e uscii fuori. Mentre correvo, più velocemente possibile, pensai ad un luogo che potesse aiutarmi allo scopo di bloccarla. Superai il paese e arrivai in un laboratorio minerario, situato poco al di fuori di una cittadina, nei dintorni di Port Angeles.

All’interno di un laboratorio come questo, gli umani utilizzavano spesso apparecchiature ad ultrasuoni, per sondare la compattezza e la resistenza dei minerali. Non appena entrai, sentii Bella cominciare a svegliarsi. Il viaggio era durato appena una decina di secondi. Naturalmente avrebbe dovuto svegliarsi immediatamente, ma Elisar mi aveva informato pure sul modo per evitare di svegliarla subito … in fondo non si trattava di un sonno normale.

Mi dispiaceva per lei, parecchio, ma non avevo altra scelta. La poggiai a terra e nello stesso momento lei aprii i suoi splendidi occhi verdi. Si alzò subito e si guardò intorno, cercando di registrare dove si trovasse. Io presi la mia decisione e mi avvicinai, prima che lei potesse reagire, a diversi macchinari che emettevano ultrasuoni e rilasciavano delle vibrazioni nell’ambiente. La sentii lamentarsi … probabilmente aveva capito cosa stavo facendo. Incontrai il suo sguardo infuriato e stupito, fin quando non cadde a terra in ginocchio, con le mani premute sulle orecchie. Cominciò a lamentarsi sempre più forte, fino a quando non mi pregò con lo sguardo di smetterla.

No … dopo quello che avevo sentito non potevo tornare indietro. Mi aveva tenuto da parte, sperando che io non venissi mai a conoscenza di ciò che tanto teneva segreto. Non capivo il motivo per cui non mi aveva detto tutto dall’inizio. Lei aveva bisogno di me, se non voleva capirlo con le buone, avrei usato le cattive.

Regolai l’intensità degli ultrasuoni, fino a farla arrivare persino al mio udito. Per la nostra natura gli ultrasuoni erano un disturbo persistente. Normalmente erano un vero e proprio problema arrivati all’intensità che io stavo per raggiungere. Per me che leggevo nella mente e sentivo costantemente i pensieri di tutti, era un disturbo maggiore, quasi quanto lo era per Bella. Solo che per lei era devastante. Il suo potere, ovvero quello di manipolare la mente altrui era per certi versi superiore al mio, come una componente aggiuntiva rispetto al mio potere, quindi era qualcosa che potevo solo immaginare. Quasi una tortura. Strinsi le mascelle per non cedere, anche se mi sentivo troppo deluso e arrabbiato per poter tornare ad abbassare l’interruttore che avrebbe potuto mettere fine al suo tormento.

Vidi chiaramente Bella contorcersi sul pavimento, mentre la sua voce aumentava di intensità. Soffriva maledettamente sotto i miei occhi e io non ero ancora pronto a cedere. Non prima di averle fatto capire di cosa ero capace. In quel momento pensai che la mia era solo una semplice attrazione verso di lei … quella vampira non era ancora molto per me … se potevo ancora definirla una vampira vera e propria a sentire ciò che diceva di lei Elisar.

Non amavo essere preso in giro e lei aveva sempre tergiversato lasciandomi fuori da una situazione che mi riguardava nel profondo.

 … tu puoi aiutarla, perché è stato stabilito dal fato che entrambi abbiate un unico legame collegato a quello della rosa … voi dovete esaudire il suo volere se Bella vuole liberarsi dalla sua condizione …

Le parole di Elisar erano chiare nella mia mente. Mi aveva parlato della Rosa Antica. Colei che aveva deciso il mio e il suo destino. La cosa che più mi sconcertava era che anche mio padre sapeva. Tutti ne erano a conoscenza tranne il sottoscritto. Un colmo per chi conosce i pensieri di tutti. Per la prima volta ero io l’unico a non sapere. Come avevano fatto a mentirmi per tutto quel tempo?

E lei, Bella , perché l’aveva fatto? Girai ancora la manopola, per aumentare l’intensità degli ultrasuoni e a quel punto la sentii urlare, mentre con le mani cercava di attutire, inutilmente, quel frastuono assordante che ora rischiava di fare impazzire pure me.

Tu devi essere il più forte tra i due … lei non è capace di esserlo fino in fondo … tu hai in mano la sua e la nostra sorte. Siete indivisibili …

Non mi lasciai corrompere dal suo dolore, perché io dentro di me soffrivo almeno il doppio rispetto a lei. Non per quei suoni, che ormai mi stavano portando a sragionare, ma perché avevo vissuto una vita senza sapere dove stavo andando … cosa stavo facendo … e invece da qualche parte nel mondo c’era lei … Bella, che aveva bisogno del mio aiuto per finire una missione che era stata voluta dal fato.

- E- Edward … ti prego … -

Non  la ascoltai, ma mi avvicinai a lei e mi piegai sulle ginocchia guardandola con espressione neutrale. Con la mano le sollevai il mento e con l’altra le spostai una ciocca di capelli dal volto sudato … come poteva essere? Semplice … Bella non era una vera vampira, non si trattava neppure di un ibrido. Era una creatura, con poteri e capacità dei vampiri, ma le debolezze e le caratteristiche, alcune anche fisiche, di un umano.

Non era un esemplare raro … ma unico. Non era mai esistito una creatura come lei. Solo la Rosa Antica poteva creare una creatura simile. Eppure era nata umana, o almeno con le sembianze di un essere umano, ed era stata trasformata da un vampiro. Questo punto, non riuscivo a capirlo, ma Elisar aveva cercato di convincermi che già da umana era stata la prescelta della Rosa Antica, così le sue caratteristiche erano rimaste anche quando era stata trasformata in vampira. Tuttavia sapevo che c’erano molti vuoti ed Elisar non mi aveva detto tutto, anche per quanto riguardava il mio ruolo in questa faccenda. Per quanto riguardava questo, volevo che lei mi dicesse tutto, di conseguenza ero ben intenzionato a farle capire chi era davvero Edward Cullen, e se non aveva intenzione di dirmi tutto ciò che mi riguardava allora sarebbe rimasta in quel luogo, perché non l’avrei lasciata uscire da quel laboratorio tanto facilmente.

La sentii agitarsi sempre di più, mentre le sue grida mi scivolavano addosso. Soffriva, ma non avevo più intenzione di scherzare. Non più.

Le presi il viso tra le mani e feci in modo che lei mi guardasse. Guardai a lungo quelle iridi verde muschio, così intenso da ricordarmi il folto bosco di cui era padrona. Era stupenda, come nessuno avevo mai visto nella mia vita.

- Voglio sapere tutto, Bella. –

Lei cercò di divincolarsi dalla mia presa, ma io non glielo permisi. Tra l’altro era quasi del tutto sfiancata da quei suoni che la torturavano come lame nella pelle. Capivo che mi sentiva a mala pena, dato il frastuono che solo lei avvertiva dentro la sua testa. Come una batteria incessante o un allarme acuto nelle sue orecchie.

- Elisar mi ha detto ciò che dovevo sapere. Tu … adesso dovrai dirmi il resto, altrimenti starai più male di così. –

Lei per risposta riuscì a farmi spostare le mani e si accucciò in un angolo, vicino a un tavolo bianco dove erano situati diversi campioni e provette. Scossi la testa e lentamente mi alzai. Raggiunsi la macchina che emetteva ultrasuoni e girai la manopola al massimo. Rimasi lì, perché avrei dovuto abbassarla immediatamente se non volevo farla morire.

Le sue grida mi stordirono quasi, mentre l’intensità dei suoni era impossibile da reggere per sino per me. La mente di Bella era profondamente legata ai movimenti e ai suoni della natura, quindi percepiva suoni di qualunque genere con maggiore evidenza rispetto a qualsiasi altro vampiro o animale.

La vidi accasciarsi a terra distrutta. Forse aveva capito che non aveva alternative, perché cercava disperatamente di arrivare verso di me, ma non c’è la faceva più ne a pensare ne a muoversi. Lentamente girai la manopola per diminuire  l’intensità dei suoni. Se l’avessi fatto di colpo sarebbe stato peggio che aumentare, anche se ero arrivato ormai al limite. Spensi del tutto la macchina e aspettai, prima di raggiungerla. Bella si era distesa e aveva voltato il capo verso il pavimento. Respirava con difficoltà e io la presi in braccio e con la stessa velocità con cui ero entrato in quel laboratorio, uscii. In pochi secondi ritornammo di nuovo a Forks e la deposi all’interno della sua capanna, esattamente nello stesso posto da cui l’avevo prelevata solo una decina di minuti prima. Era passato pochissimo tempo, ma la sofferenza che Bella aveva provato sembrava essere durata ore. Fu un sollievo sia per me che per lei, ritornare al bosco.

Lei cercò di alzarsi dal suo giaciglio e guardò insistentemente fuori, come un assetato vede la sua oasi in mezzo al deserto. Collegai i suoi movimenti, così la sollevai un'altra volta e la distesi sul manto erboso. Lei si rilassò di colpo, stringendo tra le dita l’erba umida della recente pioggia, sotto di lei. Il suo legame con la natura era indelebile e importantissimo per lei.

Mi sollevai e mi appoggiai a un albero vicino, guardandola riprendersi lentamente. Il suo viso era ancora una maschera di sofferenza, ma io ero tornato il vampiro freddo e insensibile, che un tempo ero stato. C’era qualcosa che non sapevo spiegarmi che mi rodeva dentro. Non sapevo se era la rabbia per il fatto che lei avesse sofferto molto peggio di così, fin ora, per andare avanti da sola in quel compito impossibile, oppure per il fatto che avevo passato quasi un secolo all’oscuro di tutto questo. Stava di fatto che vederla a terra, mentre cercava di normalizzare il suo respiro mi lasciava solo un lieve fastidio. Non amavo quella parte, ma lei con i suoi atteggiamenti riusciva a tirare fuori il peggio di me.

La vidi alzarsi lentamente e poi rimanere con gli occhi chiusi, con il vento che le smuoveva i capelli, per lungo tempo. Io continuavo a fissarla. Era troppo bella e ancora ero sorpreso del fatto che la mia vita era sempre stata legata alla sua ancor prima di nascere.

- Sai solo essere violento? Sei soddisfatto adesso? Io non ti dirò mai le cose che mi appartengono … -

La sentii ringhiare e sorrisi.

- Non voglio sapere le cose che appartengono solo a te, ma ad entrambi … -

-Elisar … -  sussurrò ringhiando ancora.

Nonostante la sua voce fosse ferma, sapevo che il corpo era provato per ciò che le avevo fatto subire. Non sarebbe riuscita a mettermi fuori gioco, in nessun modo, quindi era costretta a parlare.

- Si … grande Vampiro. In ogni modo è stato parecchio gentile, mi ha detto ciò che dovevo sapere. –

La vidi irrigidirsi e inarcai un sopracciglio. Aveva forse paura di ciò che il suo mentore mi aveva rivelato?

- Cosa ti ha detto esattamente … -  mormorò.

Allora avevo ragione, c’erano cose che Elisar non mi aveva detto e che la riguardavano personalmente. Bella non voleva che sapessi queste cose, era evidente dal suo atteggiamento.

- Purtroppo non tutto. E’ stato molto criptico, ma ho saputo delle cose che non riguardano solo te … -

Lei sbuffò di irritazione e si voltò verso di me, furente, inchiodandomi con il suo sguardo.

- Non sai quello che dici! Per anni io e Elisar abbiamo discusso e lavorato per capire se ero l’unica ad avere questo destino. Il fatto che da quando siamo qui, sembra che tu abbia delle affinità con me e con la Rosa, non vuol dire che sei anche tu il prescelto! –

Si portò entrambe le mani al viso e si lasciò scivolare a terra, con la schiena premuta all’albero. Era stanca, l’avevo messa a dura prova. Mi avvicinai a lei, ma non troppo e  le camminai lentamente intorno.

- Forse ancora non hai capito … -

Lei mi guardò, facendo per alzarsi. Sorrisi malignamente, aveva forse paura che l’avessi portata di nuovo lì? Era allo stremo e ammiravo la sua forza, la stanchezza avrebbe dovuto avere la meglio su di lei, eppure era lì a guardarmi con quello sguardo fiero e determinato. Senza paura.

- Devi dirmi tutto Bella, cosa c’entro io con la Rosa e perché non me l’hai detto subito? –

Continuai a camminare lentamente, mettendo poca distanza tra noi. Tuttavia, mantenevo i sensi bene all’erta, anche se lei non avrebbe potuto muoversi da lì, anche volendo. Non era stupida, aveva capito che non aveva scelta, anche se manteneva quell’atteggiamento sicuro di sé, che mi attirava a lei come una calamita.

- Quando Elisar credette che ero arrivata a un buon livello di gestione del mio potere, decise che era il momento di cercare la cosa che mi mancava. Durante tutti questi anni ho cercato di colmare da sola, tutti i vuoti che sentivo durante gli allenamenti, ma non ci sono mai riuscita appieno. Il giorno in cui siamo arrivati qui, ho cominciato a sentire una strana forza fluire dentro di me. Il mio scudo si era rafforzato, di conseguenza anche quello della e la Rosa. Elisar si fermò nella vostra famiglia, perchè sperava che uno di voi fosse il motivo di questo mio cambiamento. Tuo padre, gli disse che aveva sempre avuto il sentore che tu fossi un vampiro dalle doti particolare. Anche se tu non lo sai, Carlisle lavorò a lungo su di te, così quando seppe della nostra visita, immaginò che tu eri coinvolto con noi. Quello stesso giorno, quando i nostri sguardi si sono incontrati ho subito pensato che eri tu colui che stavamo cercando, ma il mio orgoglio e la paura che potessimo aver sbagliato, mi hanno condotto a comportarmi in questo modo. –

Io mi appoggiai allo stesso albero, dove lei si era accasciata, ma dalla parte opposta. Avevo incrociato le braccia al petto e cercavo di capire cosa mi stava dicendo.

Allora era per questo che le vampire del suo clan si erano scambiate quello sguardo, quando mi avevano visto …

- Spiegami dall’inizio, Bella. Perché hai parlato di “ vuoti” che sentivi durante gli allenamenti, in cosa consistevano? –

- E’ un discorso molto complesso. Spero che mi darai la possibilità di riprendermi prima di affrontare una cosa simile. Posso dirti però che i miei allenamenti consistono nell’estendere il mio scudo lontano da me. In realtà la Rosa ha un suo scudo che espande sino a me, ovunque io sia, ma purtroppo questo è stato danneggiato dalla forza emotiva di un vampiro centenario, che non siamo ancora riusciti a trovare. Tu hai la forza necessaria per aiutarmi, fin quando non troveremo il posto dove si nasconde la Rosa. A nessuno è dato di sapere dove si trova. Solo io dovrei esserne a conoscenza, ma quando venni trasformata ed Elisar mi trovò, lo scudo della Rosa era stato già danneggiato. –

- Stai dicendo che sia tu, che la Rosa avete uno scudo che vi protegge entrambe? – dissi cercando di ragionare.

- Si, ma il fatto è che da sola non troverò mai la Rosa e questo vuol dire che quel vampiro che ha minato il suo scudo la potrebbe trovare, anche se è molto difficile. –

- Che succederebbe in tal caso? – dissi, facendo il giro dell’ alta quercia e parandomi di fronte a lei.

- Morirei. –

Smisi di respirare e continuai a osservarla. I lunghi capelli le coprivano quasi del tutto il viso e aveva le braccia abbandonate lungo i fianchi.

Mi abbassai alla sua altezza e le scostai i capelli dal viso. Non avrei mai permesso che morisse. Nonostante fossi arrabbiato ed ero cosciente di averla fatta soffrire, la mia era soltanto paura. Come pensavo c’era qualcosa di molto importante dietro tutta questa storia, e lei non voleva farsi aiutare. Ringhiai sommessamente, mentre le asciugavo le lacrime che le scendevano silenziosamente sul viso.

- Non succederà. Che tu lo voglia o meno, ti starò accanto. Ucciderò quel vampiro con le mie stesse mani. –

Lei mi guardò e io mi persi nei suoi occhi smeraldo. Mi sedetti accanto a lei e la tirai sul mio petto. Lei strinse le dita sulla mia maglietta e io appoggiai il capo sui suoi capelli, respirando a fondo il suo odore.

- Sarà molto difficile uscire vincenti da questa sfida … -

- … e io sarò con te. Sempre. –

Non la feci terminare di parlare e sentii un profondo sospiro da parte sua, mentre si abbandonava a me, completamente.

Saremmo riusciti entrambi a porre fino a tutto questo. Le nostre vite erano legate indissolubilmente e niente e nessuno si sarebbe potuto mettere tra noi.

 

Angolo Autrice:

Eccomi tornata, in ritardo, con questo capitolo. So che avete dei dubbi, ma dovrete solo pazientare un po’, dal prossimo capitolo sarà molto più diretta. Purtroppo questi sono dei passaggi obbligati, che non potevo evitare!

Serve: Grazie mille, sei sempre gentile a commentare! Sono davvero contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto. Devi pazientare con questo capitolo, che ha dato solo degli scorci e poi passeremo all’azione! Ahah. Beh fammi sapere cosa ne pensi, un bacio, ciao^^

Femke: Ciao, sono veramente onorata! Spero che continuerai a seguirla e a dirmi ancora cosa ne pensi, credimi è davvero importante! Grazie ancora, un bacio, ciao!

Lady jadis: Ciao tesoro!!!!!!! Sono contentissima che tu mi abbia lasciato un commento! Come sempre sono contenta di sentire che ti piace il modo in cui scrivo, sul serio! Spero di non averti deluso con questo capitolo, un bacione, ciao!

Jma: Ecco Giulietta mia! ( ahah, ti chiamo così ormai!!!XD) Allora Giuly, io non ho parole per ringraziarti, lo sai! Sono felice davvero che anche tu mi abbia lasciato una recensione, come ti sembra questo capitolo! Non vedo l’ora di saperlo, un bacione anche a te, tesoro!

  
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