Dedico
questo capitolo a
due persone, davvero molto importanti
per me. Due amiche che non ho avuto ancora il piacere di conoscere di
persona, ma
che mi hanno regalato il loro affetto. Senza di voi non saprei come
fare! Se sono
di nuovo qui a scrivere è solo grazie al vostro aiuto, senza
il quale mi sentirei
persa!
Vi
voglio molto bene e non riuscirò mai
a trovare le parole adatte per ringraziarvi …
Suoni e Silenzi
Il
rifugio temporale delle Amazzoni era qualcosa di molto semplice e
complicato al
tempo stesso. Mi chiesi come avevano fatto a organizzare tutto quello,
in così
poco tempo. Piccoli capanni, formati da piante e vari rami spezzati,
erano
posti al limitare del bosco, vicino al ruscello. Mi avvicinai a quella
piccola
zona di emergenza e raggiunsi la capanna, dove sapevo di trovare Bella.
Ero
scosso, arrabbiato, confuso per tutto ciò che Elisar mi
aveva confidato qualche
ora prima. Non potevo incolpare del tutto la splendida vampira che mi
aveva
confuso l’esistenza, ma rimanere all’oscuro di
qualcosa che mi riguardava mi
rendeva nervoso. Entrai bruscamente nel piccolo capanno di Bella, ma mi
fermai
quando la vidi distesa su un letto fatto di paglia e foglie. Inarcai un
sopracciglio vedendola con gli occhi chiusi. Mi piegai sulle ginocchia,
vicino
a lei e sentii il suo respiro lento e regolare.
Ero affascinato e
sconcertato al tempo stesso.
Elisar non mi aveva mentito, Bella era in grado di dormire, anche se in
realtà
era come se lei si allontanasse dalla realtà per entrare in
una dimensione
fatta di suoni e silenzi. Ciò che mi aveva spiegato quel
vampiro era parecchio
complesso, ma Bella sembrava davvero trovarsi in quella fase, che
equivaleva a
dormire. Le carezzai il viso e le portai un ciuffo di capelli dietro
l’orecchio. I suoi lineamenti erano addolciti dal sonno e la
sua espressione
rilassata. Osservai insistentemente le sue labbra rosse e carnose
desiderando
assaggiarle nuovamente.
Sospirai e chiusi gli occhi,
alzandomi. Non
volevo svegliarla, anche se mi era ancora impossibile credere che fosse
capace
di dormire. Per un attimo pensai che potessi portarla in un posto dove
i suoi
sensi si sarebbero confusi a tal punto da impedirle la fuga. Da quanto
sapevo,
grazie a Elisar, esistevano delle condizioni ambientali particolari che
riuscivano ad adombrare i suoi sensi. Secondo quanto mi disse il saggio
vampiro
doveva essere un ambiente pieno di vibrazioni e ultrasuoni, magari non
percepibili molto da parte degli umani ma che al suo particolare potere
avrebbero
fatto la differenza. Sarebbe stata confusa e non avrebbe potuto pensare
a come
scappare. Mi sembrava l’unica soluzione, dato che Elisar mi
aveva già predetto
che Bella si sarebbe arrabbiata oltre misura quando avrebbe saputo che
io ero a
conoscenza della verità …
Non
sapevo cosa dovevo fare. Era esagerato?
Ero troppo arrabbiato per ragionare, così mi
abbassai e cercando di non
svegliarla la presi in braccio e uscii fuori. Mentre correvo,
più velocemente
possibile, pensai ad un luogo che potesse aiutarmi allo scopo di
bloccarla.
Superai il paese e arrivai in un laboratorio minerario, situato poco al
di
fuori di una cittadina, nei dintorni di Port Angeles.
All’interno
di un laboratorio come questo, gli umani utilizzavano spesso
apparecchiature ad
ultrasuoni, per sondare la compattezza e la resistenza dei minerali.
Non appena
entrai, sentii Bella cominciare a svegliarsi. Il viaggio era durato
appena una
decina di secondi. Naturalmente avrebbe dovuto svegliarsi
immediatamente, ma
Elisar mi aveva informato pure sul modo per evitare di svegliarla
subito … in
fondo non si trattava di un sonno normale.
Mi
dispiaceva per lei, parecchio, ma non avevo altra scelta. La poggiai a
terra e
nello stesso momento lei aprii i suoi splendidi occhi verdi. Si
alzò subito e si
guardò intorno, cercando di registrare dove si trovasse. Io
presi la mia
decisione e mi avvicinai, prima che lei potesse reagire, a diversi
macchinari
che emettevano ultrasuoni e rilasciavano delle vibrazioni
nell’ambiente. La
sentii lamentarsi … probabilmente aveva capito cosa stavo
facendo. Incontrai il
suo sguardo infuriato e stupito, fin quando non cadde a terra in
ginocchio, con
le mani premute sulle orecchie. Cominciò a lamentarsi sempre
più forte, fino a
quando non mi pregò con lo sguardo di smetterla.
No
… dopo quello che avevo sentito non potevo tornare indietro.
Mi aveva tenuto da
parte, sperando che io non venissi mai a conoscenza di ciò
che tanto teneva
segreto. Non capivo il motivo per cui non mi aveva detto tutto
dall’inizio. Lei
aveva bisogno di me, se non voleva capirlo con le buone, avrei usato le
cattive.
Regolai
l’intensità degli ultrasuoni, fino a farla
arrivare persino al mio udito. Per
la nostra natura gli ultrasuoni erano un disturbo persistente.
Normalmente
erano un vero e proprio problema arrivati
all’intensità che io stavo per
raggiungere. Per me che leggevo nella mente e sentivo costantemente i
pensieri
di tutti, era un disturbo maggiore, quasi quanto lo era per Bella. Solo
che per
lei era devastante. Il suo potere, ovvero quello di manipolare la mente
altrui
era per certi versi superiore al mio, come una componente aggiuntiva
rispetto
al mio potere, quindi era qualcosa che potevo solo immaginare. Quasi
una
tortura. Strinsi le mascelle per non cedere, anche se mi sentivo troppo
deluso
e arrabbiato per poter tornare ad abbassare l’interruttore
che avrebbe potuto
mettere fine al suo tormento.
Vidi
chiaramente Bella contorcersi sul pavimento, mentre la sua voce
aumentava di
intensità. Soffriva maledettamente sotto i miei occhi e io
non ero ancora
pronto a cedere. Non prima di averle fatto capire di cosa ero capace.
In quel
momento pensai che la mia era solo una semplice attrazione verso di lei
…
quella vampira non era ancora molto per me … se potevo
ancora definirla una
vampira vera e propria a sentire ciò che diceva di lei
Elisar.
Non
amavo essere preso in giro e lei aveva sempre tergiversato lasciandomi
fuori da
una situazione che mi riguardava nel profondo.
…
tu
puoi aiutarla, perché è stato stabilito dal fato
che entrambi abbiate un unico
legame collegato a quello della rosa … voi dovete esaudire
il suo volere se
Bella vuole liberarsi dalla sua condizione …
Le
parole di Elisar erano chiare nella mia mente. Mi aveva parlato della
Rosa Antica.
Colei che aveva deciso il mio e il suo destino. La cosa che
più mi sconcertava
era che anche mio padre sapeva. Tutti ne erano a conoscenza tranne il
sottoscritto. Un colmo per chi conosce i pensieri di tutti. Per la
prima volta
ero io l’unico a non sapere. Come avevano fatto a mentirmi
per tutto quel
tempo?
E
lei, Bella , perché l’aveva fatto? Girai ancora la
manopola, per aumentare
l’intensità degli ultrasuoni e a quel punto la
sentii urlare, mentre con le
mani cercava di attutire, inutilmente, quel frastuono assordante che
ora
rischiava di fare impazzire pure me.
Tu devi
essere il
più forte tra i due … lei non è capace
di esserlo fino in fondo … tu hai in
mano la sua e la nostra sorte. Siete indivisibili …
Non
mi lasciai corrompere dal suo dolore, perché io dentro di me
soffrivo almeno il
doppio rispetto a lei. Non per quei suoni, che ormai mi stavano
portando a
sragionare, ma perché avevo vissuto una vita senza sapere
dove stavo andando …
cosa stavo facendo … e invece da qualche parte nel mondo
c’era lei … Bella, che
aveva bisogno del mio aiuto per finire una missione che era stata
voluta dal
fato.
-
E- Edward … ti prego … -
Non la ascoltai, ma mi
avvicinai a lei e mi
piegai sulle ginocchia guardandola con espressione neutrale. Con la
mano le
sollevai il mento e con l’altra le spostai una ciocca di
capelli dal volto
sudato … come poteva essere? Semplice … Bella non
era una vera vampira, non si
trattava neppure di un ibrido. Era una creatura, con poteri e
capacità dei
vampiri, ma le debolezze e le caratteristiche, alcune anche fisiche, di
un umano.
Non
era un esemplare raro … ma unico. Non era mai esistito una
creatura come lei.
Solo la Rosa Antica poteva creare una creatura simile. Eppure era nata
umana, o
almeno con le sembianze di un essere umano, ed era stata trasformata da
un
vampiro. Questo punto, non riuscivo a capirlo, ma Elisar aveva cercato
di
convincermi che già da umana era stata la prescelta della
Rosa Antica, così le
sue caratteristiche erano rimaste anche quando era stata trasformata in
vampira. Tuttavia sapevo che c’erano molti vuoti ed Elisar
non mi aveva detto
tutto, anche per quanto riguardava il mio ruolo in questa faccenda. Per
quanto
riguardava questo, volevo che lei mi dicesse tutto, di conseguenza ero
ben
intenzionato a farle capire chi era davvero Edward Cullen, e se non
aveva
intenzione di dirmi tutto ciò che mi riguardava allora
sarebbe rimasta in quel
luogo, perché non l’avrei lasciata uscire da quel
laboratorio tanto facilmente.
La
sentii agitarsi sempre di più, mentre le sue grida mi
scivolavano addosso.
Soffriva, ma non avevo più intenzione di scherzare. Non
più.
Le
presi il viso tra le mani e feci in modo che lei mi guardasse. Guardai
a lungo
quelle iridi verde muschio, così intenso da ricordarmi il
folto bosco di cui
era padrona. Era stupenda, come nessuno avevo mai visto nella mia vita.
-
Voglio sapere tutto, Bella. –
Lei
cercò di divincolarsi dalla mia presa, ma io non glielo
permisi. Tra l’altro
era quasi del tutto sfiancata da quei suoni che la torturavano come
lame nella
pelle. Capivo che mi sentiva a mala pena, dato il frastuono che solo
lei
avvertiva dentro la sua testa. Come una batteria incessante o un
allarme acuto
nelle sue orecchie.
-
Elisar mi ha detto ciò che dovevo sapere. Tu …
adesso dovrai dirmi il resto,
altrimenti starai più male di così. –
Lei
per risposta riuscì a farmi spostare le mani e si
accucciò in un angolo, vicino
a un tavolo bianco dove erano situati diversi campioni e provette.
Scossi la
testa e lentamente mi alzai. Raggiunsi la macchina che emetteva
ultrasuoni e
girai la manopola al massimo. Rimasi lì, perché
avrei dovuto abbassarla
immediatamente se non volevo farla morire.
Le
sue grida mi stordirono quasi, mentre l’intensità
dei suoni era impossibile da
reggere per sino per me. La mente di Bella era profondamente legata ai
movimenti e ai suoni della natura, quindi percepiva suoni di qualunque
genere
con maggiore evidenza rispetto a qualsiasi altro vampiro o animale.
La
vidi accasciarsi a terra distrutta. Forse aveva capito che non aveva
alternative, perché cercava disperatamente di arrivare verso
di me, ma non c’è
la faceva più ne a pensare ne a muoversi. Lentamente girai
la manopola per
diminuire l’intensità
dei suoni. Se
l’avessi fatto di colpo sarebbe stato peggio che aumentare,
anche se ero arrivato
ormai al limite. Spensi del tutto la macchina e aspettai, prima di
raggiungerla. Bella si era distesa e aveva voltato il capo verso il
pavimento.
Respirava con difficoltà e io la presi in braccio e con la
stessa velocità con
cui ero entrato in quel laboratorio, uscii. In pochi secondi ritornammo
di
nuovo a Forks e la deposi all’interno della sua capanna,
esattamente nello stesso
posto da cui l’avevo prelevata solo una decina di minuti
prima. Era passato
pochissimo tempo, ma la sofferenza che Bella aveva provato sembrava
essere
durata ore. Fu un sollievo sia per me che per lei, ritornare al bosco.
Lei
cercò di alzarsi dal suo giaciglio e guardò
insistentemente fuori, come un
assetato vede la sua oasi in mezzo al deserto. Collegai i suoi
movimenti, così
la sollevai un'altra volta e la distesi sul manto erboso. Lei si
rilassò di
colpo, stringendo tra le dita l’erba umida della recente
pioggia, sotto di lei.
Il suo legame con la natura era indelebile e importantissimo per lei.
Mi
sollevai e mi appoggiai a un albero vicino, guardandola riprendersi
lentamente.
Il suo viso era ancora una maschera di sofferenza, ma io ero tornato il
vampiro
freddo e insensibile, che un tempo ero stato. C’era qualcosa
che non sapevo
spiegarmi che mi rodeva dentro. Non sapevo se era la rabbia per il
fatto che
lei avesse sofferto molto peggio di così, fin ora, per
andare avanti da sola in
quel compito impossibile, oppure per il fatto che avevo passato quasi
un secolo
all’oscuro di tutto questo. Stava di fatto che vederla a
terra, mentre cercava
di normalizzare il suo respiro mi lasciava solo un lieve fastidio. Non
amavo
quella parte, ma lei con i suoi atteggiamenti riusciva a tirare fuori
il peggio
di me.
La
vidi alzarsi lentamente e poi rimanere con gli occhi chiusi, con il
vento che
le smuoveva i capelli, per lungo tempo. Io continuavo a fissarla. Era
troppo
bella e ancora ero sorpreso del fatto che la mia vita era sempre stata
legata
alla sua ancor prima di nascere.
-
Sai solo essere violento? Sei soddisfatto adesso? Io non ti
dirò mai le cose
che mi appartengono … -
La
sentii ringhiare e sorrisi.
-
Non voglio sapere le cose che appartengono solo a te, ma ad entrambi
… -
-Elisar
… - sussurrò
ringhiando ancora.
Nonostante
la sua voce fosse ferma, sapevo che il corpo era provato per
ciò che le avevo
fatto subire. Non sarebbe riuscita a mettermi fuori gioco, in nessun
modo,
quindi era costretta a parlare.
-
Si … grande Vampiro. In ogni modo è stato
parecchio gentile, mi ha detto ciò
che dovevo sapere. –
La
vidi irrigidirsi e inarcai un sopracciglio. Aveva forse paura di
ciò che il suo
mentore mi aveva rivelato?
-
Cosa ti ha detto esattamente … -
mormorò.
Allora
avevo ragione, c’erano cose che Elisar non mi aveva detto e
che la riguardavano
personalmente. Bella non voleva che sapessi queste cose, era evidente
dal suo
atteggiamento.
-
Purtroppo non tutto. E’ stato molto criptico, ma ho saputo
delle cose che non
riguardano solo te … -
Lei
sbuffò di irritazione e si voltò verso di me,
furente, inchiodandomi con il suo
sguardo.
-
Non sai quello che dici! Per anni io e Elisar abbiamo discusso e
lavorato per
capire se ero l’unica ad avere questo destino. Il fatto che
da quando siamo
qui, sembra che tu abbia delle affinità con me e con la
Rosa, non vuol dire che
sei anche tu il prescelto! –
Si
portò entrambe le mani al viso e si lasciò
scivolare a terra, con la schiena
premuta all’albero. Era stanca, l’avevo messa a
dura prova. Mi avvicinai a lei,
ma non troppo e le
camminai lentamente
intorno.
-
Forse ancora non hai capito … -
Lei
mi guardò, facendo per alzarsi. Sorrisi malignamente, aveva
forse paura che
l’avessi portata di nuovo lì? Era allo stremo e
ammiravo la sua forza, la
stanchezza avrebbe dovuto avere la meglio su di lei, eppure era
lì a guardarmi
con quello sguardo fiero e determinato. Senza paura.
-
Devi dirmi tutto Bella, cosa c’entro io con la Rosa e
perché non me l’hai detto
subito? –
Continuai
a camminare lentamente, mettendo poca distanza tra noi. Tuttavia,
mantenevo i
sensi bene all’erta, anche se lei non avrebbe potuto muoversi
da lì, anche
volendo. Non era stupida, aveva capito che non aveva scelta, anche se
manteneva
quell’atteggiamento sicuro di sé, che mi attirava
a lei come una calamita.
-
Quando Elisar credette che ero arrivata a un buon livello di gestione
del mio
potere, decise che era il momento di cercare la cosa che mi mancava.
Durante
tutti questi anni ho cercato di colmare da sola, tutti i vuoti che
sentivo
durante gli allenamenti, ma non ci sono mai riuscita appieno. Il giorno
in cui
siamo arrivati qui, ho cominciato a sentire una strana forza fluire
dentro di
me. Il mio scudo si era rafforzato, di conseguenza anche quello della e
la
Rosa. Elisar si fermò nella vostra famiglia,
perchè sperava che uno di voi
fosse il motivo di questo mio cambiamento. Tuo padre, gli disse che
aveva
sempre avuto il sentore che tu fossi un vampiro dalle doti particolare.
Anche
se tu non lo sai, Carlisle lavorò a lungo su di te,
così quando seppe della
nostra visita, immaginò che tu eri coinvolto con noi. Quello
stesso giorno,
quando i nostri sguardi si sono incontrati ho subito pensato che eri tu
colui
che stavamo cercando, ma il mio orgoglio e la paura che potessimo aver
sbagliato, mi hanno condotto a comportarmi in questo modo. –
Io
mi appoggiai allo stesso albero, dove lei si era accasciata, ma dalla
parte opposta.
Avevo incrociato le braccia al petto e cercavo di capire cosa mi stava
dicendo.
Allora
era per questo che le vampire del suo clan si erano scambiate quello
sguardo,
quando mi avevano visto …
-
Spiegami dall’inizio, Bella. Perché hai parlato di
“ vuoti” che sentivi durante
gli allenamenti, in cosa consistevano? –
-
E’ un discorso molto complesso. Spero che mi darai la
possibilità di
riprendermi prima di affrontare una cosa simile. Posso dirti
però che i miei
allenamenti consistono nell’estendere il mio scudo lontano da
me. In realtà la
Rosa ha un suo scudo che espande sino a me, ovunque io sia, ma
purtroppo questo
è stato danneggiato dalla forza emotiva di un vampiro
centenario, che non siamo
ancora riusciti a trovare. Tu hai la forza necessaria per aiutarmi, fin
quando
non troveremo il posto dove si nasconde la Rosa. A nessuno è
dato di sapere
dove si trova. Solo io dovrei esserne a conoscenza, ma quando venni
trasformata
ed Elisar mi trovò, lo scudo della Rosa era stato
già danneggiato. –
-
Stai dicendo che sia tu, che la Rosa avete uno scudo che vi protegge
entrambe?
– dissi cercando di ragionare.
-
Si, ma il fatto è che da sola non troverò mai la
Rosa e questo vuol dire che
quel vampiro che ha minato il suo scudo la potrebbe trovare, anche se
è molto
difficile. –
-
Che succederebbe in tal caso? – dissi, facendo il giro
dell’ alta quercia e
parandomi di fronte a lei.
-
Morirei. –
Smisi
di respirare e continuai a osservarla. I lunghi capelli le coprivano
quasi del
tutto il viso e aveva le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Mi
abbassai alla sua altezza e le scostai i capelli dal viso. Non avrei
mai
permesso che morisse. Nonostante fossi arrabbiato ed ero cosciente di
averla
fatta soffrire, la mia era soltanto paura. Come pensavo c’era
qualcosa di molto
importante dietro tutta questa storia, e lei non voleva farsi aiutare.
Ringhiai
sommessamente, mentre le asciugavo le lacrime che le scendevano
silenziosamente
sul viso.
-
Non succederà. Che tu lo voglia o meno, ti starò
accanto. Ucciderò quel vampiro
con le mie stesse mani. –
Lei
mi guardò e io mi persi nei suoi occhi smeraldo. Mi sedetti
accanto a lei e la
tirai sul mio petto. Lei strinse le dita sulla mia maglietta e io
appoggiai il
capo sui suoi capelli, respirando a fondo il suo odore.
-
Sarà molto difficile uscire vincenti da questa sfida
… -
-
… e io sarò con te. Sempre. –
Non
la feci terminare di parlare e sentii un profondo sospiro da parte sua,
mentre
si abbandonava a me, completamente.
Saremmo
riusciti entrambi a porre fino a tutto questo. Le nostre vite erano
legate
indissolubilmente e niente e nessuno si sarebbe potuto mettere tra noi.
Angolo
Autrice:
Eccomi
tornata, in ritardo, con questo capitolo. So che avete dei dubbi, ma
dovrete solo
pazientare un po’, dal prossimo capitolo sarà
molto più diretta. Purtroppo questi
sono dei passaggi obbligati, che non potevo evitare!
Serve: Grazie
mille, sei sempre gentile
a commentare! Sono davvero contenta che il capitolo scorso ti sia
piaciuto. Devi
pazientare con questo capitolo, che ha dato solo degli scorci e poi
passeremo all’azione!
Ahah. Beh fammi sapere cosa ne pensi, un bacio, ciao^^
Femke: Ciao, sono
veramente onorata! Spero
che continuerai a seguirla e a dirmi ancora cosa ne pensi, credimi
è davvero importante!
Grazie ancora, un bacio, ciao!
Lady jadis: Ciao
tesoro!!!!!!! Sono contentissima
che tu mi abbia lasciato un commento! Come sempre sono contenta di
sentire che ti
piace il modo in cui scrivo, sul serio! Spero di non averti deluso con
questo capitolo,
un bacione, ciao!
Jma: Ecco
Giulietta mia! ( ahah, ti chiamo
così ormai!!!XD) Allora Giuly, io non ho parole per
ringraziarti, lo sai! Sono felice
davvero che anche tu mi abbia lasciato una recensione, come ti sembra
questo capitolo!
Non vedo l’ora di saperlo, un bacione anche a te, tesoro!