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Autore: darkroxas92    25/04/2021    3 recensioni
Midoriya Izuku è un ragazzo privo di Quirk. Per questo si è convinto di essere inutile e che il suo sogno di diventare un eroe resterà tale. Ma il destino potrebbe avere in mente piani diversi per lui. Dopotutto, non succede tutti i giorni che una nevicata improvvisa seguita da uno tsunami ti trascini in un nuovo mondo abitato da strane creature digitali, no?
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Digital Hero - Capitolo 05: Esplosivo incontro

Capitolo 05
Esplosivo incontro


Izuku cercò di resistere a quel vento innaturale, tenendosi forte al braccio di Leomon, che aveva piantato nella sabbia la sua spada.

Greymon era appena evoluto in MetalGreymon, e con la sua nuova potenza era riuscito a sconfiggere Etemon.

Ma il Digimon malvagio non sembrava intenzionato ad andarsene senza provocare ulteriori danni: in seguito a un incidente con le apparecchiature della sua rete oscura, si era fuso con esse, e ora la sua sconfitta aveva letteralmente creato un buco nero che stava risucchiando ogni cosa.

I Bambini Prescelti si stavano aggrappando ai loro Digimon, mentre MetalGreymon tentò di evitare che Taichi venisse trascinato via, piantando i suoi nuovi artigli metallici davanti al bambino.

Sfortunatamente, l’attrazione del buco nero fu tale da trascinare entrambi dentro di esso.

“Taichi!” Urlarono tutti quanti.

“Izuku…” Disse Leomon, senza spostare il suo sguardo. “Sei sicuro?”

Il ragazzo spostò lo sguardo sul suo partner. “Come-”

“Ho riconosciuto quell’espressione. Non puoi abbandonarlo a sé stesso, vero?”

Izuku continuò a guardarlo perplesso, per poi sorridere. “Sono davvero una mappa aperta, vero?”

“Già.”

E detto ciò sollevò la spada, lasciando che quel vento risucchiasse entrambi.

 

 

“…chi. Taichi!”

Il ragazzo dai capelli castani aprì lentamente gli occhi, cominciando a mettere a fuoco cosa circondava lui e Koromon.

“Che bello, sei sveglio!” Saltellò la creatura.

“Koromon? Sei tornato di nuovo a quel livello?” Chiese Taichi, prendendolo tra le braccia.

“L’Evoluzione in MetalGreymon mi ha prosciugato tutte le energie. Ma dove siamo?”

Taichi si guardò intorno. Erano in quella che sembrava una città, anche se era stranamente silenziosa.

“Forse… Forse siamo nel mio mondo? Non ho visto nel Mondo Digitale nulla del genere, ma sembra proprio una città.”

“E sono tutte così vuote?”

“Ecco, quello è qualcosa di strano… Solitamente sono piene di persone, molto rumorose e-”

Prima che potesse concludere la frase, le vetrate dietro di loro esplosero, lasciando uscire un robot, che alzò immediatamente una delle sue braccia per colpirli.

“E non ci sono robot assassini!!!” Urlò Taichi, riuscendo a saltare di lato appena in tempo per evitare il colpo, che spaccò l’asfalto dove si trovavano.

Il robot rivolse la sua attenzione nuovamente sul duo.

Solo per venire colpito da una scarica elettrica che lo fece esplodere in pochi secondi.

“Evvai! E con questo sono a trenta punti!” Esclamò una voce, poco prima che un ragazzo saltasse fuori da dietro l’angolo, con delle scintille ancora attorno alle mani. “Spiacente, ma quello me lo sono preso io. Provate con il prossimo.”

E detto ciò corse via, lasciando un incredulo Taichi.

“Era un umano quello?” Chiese Koromon.

“Credo di sì…”

“E ha usato lo stesso attacco di Kabuterimon?”

“Così pare…”

“Come ha fatto?”

“E come diamine faccio a saperlo?!” Gridò Taichi, alzandosi e cominciando subito a correre via. “So solo che è meglio allontanarci subito da qui!”

Ma non riuscì a fare che pochi passi prima di andare a sbattere contro qualcosa, anche se era sicuro che non ci fosse niente.

“Ehi! Vedi di fare attenzione!” Disse infastidita una voce femminile. “Sarò anche invisibile, ma questo non ti dà il diritto di venirmi addosso!”

Taichi sbatté più volte le palpebre, guardandosi intorno.

“Sono proprio di fronte a te! Non mi vedi?”

“Sinceramente… no.”

“Oh, giusto, è vero… colpa mia.” Replicò con tono imbarazzato la voce. “Ma comunque dovresti fare attenzione a dove cammini!”

“Mi dispiace.” Rispose atono il bambino.

“Ehi, non sei troppo piccolo per l’esame?”

“Esame? Cos’è? Si mangia?” Domandò Koromon.

“Quella cosa parla?! Pensavo fosse solo un pupazzo!” Esclamò la voce.

“Credo di aver colpito la testa, e anche forte…” Borbottò Taichi.

“Beh, ad ogni modo, meglio che vada. C’è un ragazzo che sta distruggendo tutti i robot, e voglio accumulare sufficienti punti prima che si esaurisca il tempo.”

Taichi sentì dei passi allontanarsi, per poi lasciarlo di nuovo da solo con Koromon.

“Okay… o siamo finiti in un set cinematografico o decisamente non siamo nel Kansas, come diceva quel vecchio film. E sono reduce da un mondo totalmente diverso dal mio!”

Le sue preoccupazioni furono ancora una volta interrotte da una nuova esplosione, stavolta provocata da un robot che atterrò a pochi metri da loro, con un ragazzo in piedi sopra esso.

Un ragazzo che Taichi e Koromon riconobbero immediatamente.

“E un altro è giù!” Disse Bakugo Katsuki, sorridendo mentre lasciava andare un pezzo di ferro che gli era rimasto in mano, per poi provocare qualche piccola esplosione attorno a lui. “Forza pezzi di latta, fatevi sotto!”

“Ehi Taichi, quello non è-”

“Kacchan?” Concluse il bambino, ricordandosi del nome con cui l’aveva chiamato Izuku.

Sfortunatamente per lui, lo disse a voce abbastanza alta da venire sentito.

Katsuki si irrigidì immediatamente, per poi voltarsi verso di loro.

“Dove avete sentito quel nome?” Domandò serio.

“E-Eh?”

“Ho chiesto dove avete sentito quel nome e come fate a sapere che è riferito a me!” Urlò Bakugo, provocando due esplosioni che lo fecero volare verso i due, per poi afferrare per la maglietta Taichi e sollevarlo, facendo così cadere a terra Koromon.

“L-Lasciami…”

“Come fai a conoscere quel fastidioso nome? Rispondi!”

“I-Izuku ti ha chiamato così…” Rispose lui, solo per vedere gli occhi del biondo spalancarsi.

“Deku? Lo hai sentito dire da Deku?!”

“Il suo nome è Izuku!” Gridò Koromon. “E lascia subito andare Taichi!”

“E tu che cosa saresti? Il Quirk di questo moccioso?” Chiese lui, lasciando comunque cadere a terra il bambino.

“Quirk? Si può sapere che diamine è questo Quirk di cui continuate a parlare?” Fece Taichi, cercando di ignorare la botta della caduta.

“Eh? Ma se è la prima volta che lo nomino. E come diamine fai a non sapere che cos’è?”

“È un termine che ogni tanto Izuku tira fuori, ma non ha mai detto che cosa significa.”

“E questo mostriciattolo che cos’è allora?”

“Sono un Digimon! E mi chiamo Koromon!”

“Non importa. Ora voglio sapere dove si trova Deku!”

“Te l’ha detto anche Koromon: si chiama Izuku Midoriya, non Deku! E non ne ho idea. Non so nemmeno dove sono io!”

“Quindi è proprio lui. Voglio delle risposte! Sono dieci mesi che Deku è sparito nel nulla, e tu sei il primo a saperne qualcosa!”

“Dieci mesi?!” Ripeté incredulo Taichi. “Ma non è passato così tanto tempo! Saranno circa due mesi che siamo in viaggio, se ho tenuto bene il conto.”

Ma il colloquio tra i due fu interrotto da un botto alle loro spalle, che fece voltare tutti e tre i presenti.

Taichi spalancò gli occhi. Di fronte a loro c’era un uomo alto oltre due metri, con i muscoli più evidenti che avesse mai visto, oltre che un sorriso smagliante sul volto.

“Non dovete temere, e sapete perché? Perché ora qua ci sono io!” Dichiarò l’ultimo arrivato.

“All Might?!” Esclamò incredulo Katsuki. “Che cosa ci fai qui?!”

“Stavo osservando l’esame, quando ho notato che avevi preso di mira un altro candidato. Poi avete cominciato a parlare di qualcosa che ha attirato la mia attenzione.”

Detto ciò l’uomo rivolse la sua attenzione a Taichi, il quale tuttavia non poté nascondere una piccola rabbia nei suoi confronti. Aveva sentito da Izuku di All Might, ed era il responsabile della distruzione del suo sogno.

“Hai nominato Midoriya. Devo sapere, sai dove si trova?”

“E perché vorresti saperlo?” Replicò il bambino, mentre Koromon saltellava di fronte a lui. “Da quel che ci ha detto, non ti sei dimostrato proprio grande come idolo.”

L’uomo sussultò, ma non fece sparire il sorriso.

“Ecco-”

“Hai calpestato il sogno di Izuku, quando sperava nella tua approvazione! Hai idea di come fosse giù? Abbiamo impiegato settimane per convincerlo che non era inutile!”

“È vero!” Esclamò Koromon. “È sempre stato gentile con tutti noi, ma voi due invece non avete fatto altro che denigrarlo!”

“Che cosa vi ha raccontato Deku?” Domandò Kacchan.

“Ci ha solo detto di aver dovuto affrontare tutti che andavano contro il suo sogno perché non aveva qualcosa come voi. Non ci ha mai detto qual era il sogno o che cosa gli mancava.” Rispose Taichi. “Ma di certo non mi aspettavo che il suo bullo potesse davvero provocare esplosioni come in quella visione.”

Ma prima di poter continuare, sentì il braccio di All Might prenderlo attorno alla vita, mentre con l’altra mano prendeva Koromon.

“Ragazzo, continua il tuo esame. Mi occupo io di loro.” Disse l’eroe, ignorando le proteste dei due e saltando via, sparendo in pochi secondi dalla vista.

Bakugo si portò un braccio davanti agli occhi per ripararsi dal vento provocato dal salto, potendo solo osservare come l’unico indizio su Deku veniva portato via.

 

All Might atterrò su un tetto, lasciando andare subito Taichi e Koromon.

Il bambino barcollò in avanti, per poi girarsi incredulo verso l’eroe.

“C-Come hai fatto? Avremmo superato di altezza non so quanti palazzi!”

“Immagino tu sia tra le poche persone al mondo che non mi conosce, vero?”

Taichi annuì. “Ti ho solo sentito nominare da Izuku. Non avevo nemmeno idea di che aspetto avessi e perché ti considerasse il suo mito. Direi che ora posso capirlo un po’ di più.”

“Questo però ancora non ti perdona per aver distrutto il suo sogno!” Esclamò Koromon. “Potrai anche saltare in quel modo, ma non ti giustifica!”

“Credetemi, ho passato gli ultimi dieci mesi a non perdonarmi per quello che ho detto al giovane Midoriya. E da quando ho scoperto che era scomparso nel nulla ho dedicato ogni minuto libero a mia disposizione per cercarlo. Per questo vi ho portati qui.”

Dicendo ciò si avviò verso la porta che dava sulle scale del palazzo dove si trovavano. “Seguitemi. C’è qualcuno che dovreste incontrare.”

Bambino e Digimon si guardarono, per poi annuire.

Koromon saltò tra le braccia del castano, che seguì l’eroe lungo le scale e poi attraverso un corridoio, finché non si ritrovarono davanti a una porta, dove All Might suonò il campanello.

Si sentirono dei rumori all’interno, per poi lasciare che la porta si spalancasse di colpo.

“Izuku!” Urlò una donna paffutella dai capelli verde scuro, guardandosi subito intorno con un sorriso pieno di speranza.

Sorriso che si spense quando vide All Might e Taichi.

“Oh… Sei solo tu, All Might…” Mormorò, per poi spostare lo sguardo su Koromon.

“Salve signora Midoriya.” La salutò l’eroe senza scomporsi, come se fosse abituato a quel tipo di benvenuto. “Possiamo entrare?”

La donna annuì, per poi lasciarli passare, guardando con curiosità il bambino e il Digimon.

“Allora All Might, c’è qualche novità su Izuku?” Chiese dopo che i suoi ospiti si furono accomodati sul divano, mentre lei si sedette di fronte a loro.

“Stavolta spero proprio di sì.” Rispose l’uomo, lasciando che il viso di Inko Midoriya s’illuminasse di nuovo.

“Davvero?!”

All Might voltò lo sguardo verso il bambino e il Digimon. “Questi due dicono di aver incontrato Izuku, e lo hanno fatto sicuramente dopo di me. A proposito, non vi ho ancora chiesto come vi chiamate.”

Il castano, che era rimasto ad osservare la madre del suo amico, la quale stava fissando con sguardo assente la creaturina rosa, si alzò in piedi, per poi fare un piccolo inchino. “Sono Taichi Yagami. Piacere di conoscervi.” Disse.

“Io invece sono Koromon!” Esclamò il Digimon. “Allora tu sei la mamma di Izuku?”

La donna sembrò tornare in sé e annuì. “Sì. Chiamatemi pure Inko.”

“Scusate la domanda diretta, ma vorremo delle risposte. Abbiamo usato ogni mezzo a nostra disposizione per cercare il giovane Midoriya, ma senza risultati. È sparito nel nulla dal tetto dove lo avevo lasciato. Sta bene?”

Taichi annuì. “L’ultima volta che lo abbiamo visto stava bene. Anche se purtroppo non possiamo esserne certi. Ci trovavamo in una situazione… diciamo non proprio tranquilla.”

Quello attirò l’attenzione dei due.

“Che genere di situazione?” Domandò All Might.

“Etemon stava provando a ucciderci!” Rispose Koromon prima che Taichi potesse dire qualcosa.

A quella frase i due adulti spalancarono gli occhi.

“Che cosa? Qualcuno ha provato ad uccidervi, ne siete certi? Chi è questo Etemon?”

“Ecco… non so come spiegarvelo senza sembrare pazzo… non che non mi sembri di esserlo, considerando le ultime cose che ho visto da quando ho ripreso i sensi e quello che ho visto da quando ho conosciuto Koromon. Senza offesa, eh?”

“Tranquillo Taichi.” Rispose il Digimon, sorridendogli.

“È un Quirk piuttosto particolare.” Disse Inko, sorridendo. “Immagino che Izuku ti abbia tormentato un bel po’ con le domande, eh?”

“Quirk?” Ripeté Koromon, guardando Taichi. “Tu hai capito che cos’è? Continuano a nominarlo tutti.”

Quando il ragazzo scosse negativamente la testa, gli adulti sgranarono gli occhi.

“Aspetta, non sai cos’è un Quirk?” Chiese conferma All Might.

“La prima volta che io e i miei amici abbiamo sentito il termine è stato tra i borbottii di Izuku. Ma non ci ha mai detto che cosa significava.”

“Non sei solo tu, ma anche i tuoi amici non ne hanno idea? E allora cos’è quella creatura che tieni tra le braccia?” Domandò l'eroe.

“Io sono un Digimon! Un Mostro Digitale!”

“Che cos’è invece un Quirk?” Chiese Taichi. “Potete dircelo?”

“Ecco… forse una dimostrazione è più pratica.” Disse Inko, cominciando ad agitare la mano su e giù.

Sotto gli occhi sorpresi del Bambino Prescelto e del Digimon, un libro che era a terra cominciò a sollevarsi in aria, seguendo il ritmo della mano della mamma di Izuku, per poi fermarsi a mezz’aria.

“C-Come…?”

“Quirk è il termine con cui chiamiamo i nostri poteri.” Spiegò All Might. “Avrete sicuramente notato i ragazzi che stavano svolgendo l’esame, e tutti loro avevano un Quirk diverso.”

“Aspettate, volete dire che non era un effetto speciale di qualche tipo?!” Esclamò Taichi, incredulo.

“Direi proprio di no.” Rispose Inko, lasciando nuovamente cadere a terra il libro. “Ma non capisco come sia possibile che non ne abbiate mai sentito parlare prima. Q-Quasi tutti ne hanno uno, è difficile incontrare qualcuno che ne sia privo. Ed è ancora più raro trovare qualcuno che ne ignori l’esistenza.”

“Credetemi, l’ultima volta che sono uscito di casa non conoscevo nessuno, al di fuori dei personaggi in tv, che avesse dei superpoteri!” Replicò Taichi. “È per questo che Izuku è sempre stato preso in giro? Perché non aveva un superpotere?”

“Sfortunatamente, sì.” Disse All Might. “Solo il venti per cento della popolazione mondiale è come lui.”

“Beh, anche io e i miei amici siamo come Izuku. Come i nostri genitori e tutte le persone che conosciamo.”

L’uomo e la donna si guardarono a vicenda.

“Beh, questo è inaspettato.” Ammise l’eroe.

“La mamma!” Esclamò Taichi, spalancando gli occhi. “Devo chiamarla, sarà preoccupatissima!”

Inko tirò fuori dalla tasca il suo cellulare, porgendoglielo. “Ecco, chiamala pure. Da madre posso immaginare la situazione in cui si trova.”

“G-Grazie.” Rispose il bambino, prendendolo, solo per guardarlo curioso.

“Tranquillo, non ho un codice di sblocco.” Disse lei.

“E-Ecco… potrà sembrare una domanda stupida… ma dove sono i tasti?” Chiese Taichi, diventando un po’ rosso per l’imbarazzo. “Non ho mai chiesto a Izuku come funzionasse.”

“Non hai mai usato uno smartphone?” Domandò All Might.

“Non ho nemmeno idea di cosa sia. Pensavo fosse un cellulare ultimo modello, ma i miei possono permettersene giusto uno vecchio per le emergenze.”

Inko sorrise, per poi avvicinarsi al bambino e mostrargli come fare a chiamare, mentre l’eroe guardava la scena, chiedendosi come potessero esserci tante cose che quel bambino ignorasse.

Taichi concluse di comporre il numero e si portò il telefono all’orecchio. Non appena sentì lo scatto della risposta, parlò.

“Pronto? Mamma, sono io, Tai-”

“Spiacente, il numero da lei chiamato è inesistente. Si prega di riagganciare. Grazie.” Rispose la voce digitale della compagnia telefonica, che fece ancora una volta spalancare gli occhi al bambino, che abbassò il telefonino e lo fissò con occhi tremanti, controllando il numero.

“C-Cosa significa? Perché dice che il numero non esiste?”

All Might restò in silenzio, prendendo il suo cellulare e scrivendo un messaggio.

“Tranquillo, vedrai che ci sarà una spiegazione.” Tentò di consolarlo Inko, riprendendo delicatamente il suo smartphone.

“Forse è come con le cabine del telefono su quella spiaggia.” Disse Koromon.

“Ma qui siamo nel mondo reale. Non dovrebbe succedere.”

“Ragazzo, che ne diresti di raccontarci cosa vi è successo?” Domandò l’eroe.

Taichi annuì, ancora scosso. “Sì, forse è meglio. È iniziato tutto mentre eravamo al campo estivo…”

Per l’ora successiva, Taichi e Koromon raccontarono ai due adulti cos’era successo nel Mondo Digitale: i nemici affrontati, le difficoltà del viaggio… le differenze tra i due mondi.

“Incredibile… Quindi c’è un vero e proprio mondo diverso dal nostro. E per qualche motivo voi ragazzi siete stati richiamati in esso.”

“Già.” Disse Yagami, osservando il Digivice che ora teneva in mano.

“Il mio Izuku… Ne ha passate così tante.” Pianse la signora Midoriya. “Sono contenta che ha trovato degli amici come voi.”

“Siamo stati noi i fortunati: Izuku ci ha aiutati spesso, principalmente perché era il più grande del gruppo.”

In quel momento il cellulare di All Might squillò, e l’eroe si scusò prima di allontanarsi per rispondere.

“Pensi… Pensi ci sia un modo per contattare Izuku e i tuoi amici?” Domandò Inko al bambino, che scosse la testa.

“Nessuno di noi ha un cellulare, e quello di Izuku è sempre rimasto privo di segnale. Inoltre, sia il suo cellulare che il computer di Koushiro hanno sempre funzionato a singhiozzi.”

Ma l’attenzione di tutti si rivolse a Koromon, il cui stomaco decise di farsi sentire, subito seguito da quello di un imbarazzato Taichi.

“Scusa… non mangiamo qualcosa di decente da un po’ di tempo.” Ridacchiò lui, portandosi una mano dietro la testa.

Inko sorrise. “Allora direi che è il caso di rimediare. È il minimo che possa fare per degli amici di Izuku.”

 

Taichi e Koromon mandarono giù tutto quello che gli veniva offerto.

“Non scherzavate sul fatto di avere fame, eh?” Ridacchiò Inko.

“Era tutto squisito!” Esclamò Koromon, per poi illuminarsi.

All Might e Inko spalancarono gli occhi mentre la forma del Digimon mutava, per poi lasciare posto ad Agumon, che si guardò gli artigli.

“Ho riguadagnato abbastanza energia per evolvere.” Disse sorridendo, per poi riprendere a mangiare.

“Cerca solo di non abbuffarti troppo, Agumon. Abbiamo già fatto quell’errore una volta.” Ridacchiò Taichi.

“Incredibile… si è davvero trasformato!” Esclamò l’eroe.

“Già. Pure noi siamo rimasti sorpresi la prima volta. Anche se per qualche motivo mi è sembrato quasi un déjà-vu…” Mormorò il bambino.

All Might sospirò.

“Giovane Yagami, temo di doverti dare qualche notizia che potrebbe non piacerti.” Disse infine, attirando su di sé l’attenzione del bambino e del Digimon. “Prima di tutto, voglio precisare che credo a ciò che ci hai raccontato. Tuttavia, ci sono molte cose strane su di te. Per cominciare, hai detto che né tu né i tuoi amici avete mai sentito parlare dei Quirk prima che Midoriya pronunciasse il termine, esatto? E ignoravi totalmente della loro esistenza.”

“Proprio così.”

“Prima ho sentito un mio amico che lavora nella polizia e che mi sta aiutando con il caso del giovane Midoriya. Gli ho chiesto di cercare informazioni su di te, anche solo per poter avvisare la tua famiglia.”

“Siete riusciti a sentire i miei genitori allora?” Lo interruppe Taichi. “Stanno bene?”

All Might si grattò la guancia con un dito.

“Ecco, come dire… Per la polizia… tu non esisti.”

Il silenzio a quelle parole scese nella stanza.

“…Eh?” Disse infine il bambino. “Come sarebbe a dire che non esisto?”

“Hanno cercato nei database della polizia, e in tutto il Giappone non c’è un solo bambino che corrisponda alla tua descrizione con il tuo nome. Tantomeno ci sono casi di bambini scomparsi in gruppo.”

“Ma non è possibile! Avete detto che sono passati dieci mesi da quando Izuku è sparito! Ormai non siamo più nemmeno nel vecchio millennio!”

A quella frase i due adulti si guardarono.

“Scusa Taichi, la domanda a questo punto ti sembrerà strana, ma puoi dirci la data esatta in cui siete finiti nel Mondo Digitale?” Chiese la donna.

“Facile! Era il primo agosto del 1999!”

“1-1999?!” Ripeté Inko, guardando l’eroe. “Com’è possibile?”

“Che succede?” Chiese Agumon, guardando i due umani sconvolti.

“Beh, questo potrebbe spiegare perché non abbiamo trovato informazioni su di voi.” Sospirò All Might. “Ragazzo… Abbiamo superato il 2000 da un bel po’ di anni. Non c’è più nessuno nato nel vecchio millennio.”

Taichi spalancò gli occhi.

“V-Vuoi dire… che siamo nel futuro?” Mormorò. “Ma com’è possibile?! Avete detto che Izuku è sparito 10 mesi fa, e dovrebbe essere lo stesso anche per me e gli altri! Perché non è così?”

All Might si portò una mano sotto il mento.

“Posso presumere che il tempo nel Mondo Digitale scorra in modo decisamente diverso rispetto a qui. Ma oltre a ciò, e credo sia il motivo per cui il giovane Midoriya non vi abbia parlato dei Quirk, sono propenso a credere che tu e i tuoi amici proveniate proprio da un mondo diverso dal nostro.”

Taichi e Inko lo guardarono sorpresi.

“Sappiamo per certo, grazie a voi, che esistono mondi paralleli al nostro.” Continuò a spiegare l’eroe. “Ora, penso che il Mondo Digitale si trovi proprio in mezzo a quello dove ci troviamo ora e il tuo. Perciò tu e i tuoi amici siete partiti dal vostro, mentre il giovane Midoriya da questo, riuscendo così a incontrarvi nel mondo di mezzo. E per qualche motivo, quando tu e Agumon siete stati risucchiati in quel buco nero di cui ci avete parlato, siete finiti nel nostro mondo invece di tornare nel tuo. Spero di essere stato abbastanza chiaro.”

“Allora… Allora significa che la mia famiglia c’è ancora!” Esclamò Taichi, sollevato.

“Penso proprio di sì. Contatterò subito i miei amici per cercare di trovare una soluzione per rimandarti a casa. E ora che sappiamo approssimativamente dove si trova il giovane Midoriya, possiamo tentare di salvarlo.”

Taichi annuì.

Ma in quel momento il suo Digivice cominciò a suonare.

“Che succede?” Domandò Agumon.

“N-Non lo so! Non ha mai fatto così di punto in bianco!” Esclamò il bambino, osservando lo schermo del dispositivo lampeggiare.

Poi, all’improvviso, un raggio di luce partì da esso, colpendo il televisore lì presente, che si accese da solo.

E sullo schermo apparve Izuku.

“Speriamo che funzioni…” Borbottò il ragazzo dai capelli verdi, il quale sembrava star trafficando con qualcosa vicino alla telecamera.

“Izuku!” Urlò Inko, correndo verso lo schermo, seguita dagli altri.

“Che cosa stai facendo?” Chiese Leomon, entrando nel campo visivo.

“Sto registrando un messaggio da mandare agli altri.” Rispose Izuku, facendo sparire il sollievo dal volto della madre. “Non sono sicuro che funzionerà, ma provarci sarà meglio di niente.”

“Significa che si è separato dagli altri?” Domandò Taichi.

“Okay, ci siamo. Questo messaggio è per gli altri Bambini Prescelti, e spero soprattutto che Taichi possa riceverlo. Come sapete, io e Leomon ci siamo lasciati trascinare dentro quel buco nero nella speranza di poter aiutare Taichi e MetalGreymon, ma non siamo stati così fortunati. Siamo stati separati da loro, e non abbiamo idea di dove siano finiti. Ma ho una buona notizia per voi.”

Detto ciò mostrò un calendario da tavolo, che riportava il mese di agosto 1999.

“So per certo che sono passate solo poche ore da quando siete partiti per il campo estivo. Ho avuto modo di parlare con la sorella di Taichi, Hikari, che mi ha confermato che suo fratello era partito questa mattina.”

“Izuku è finito a casa mia?!” Esclamò sorpreso il bambino. Non aveva mai detto il nome di sua sorella, e se lo conosceva significa che stava dicendo la verità.

“Questa per te è un’ottima notizia.” Fece All Might. “Significa che nel tuo mondo il tempo scorre a una velocità ancora diversa rispetto a noi. Mentre qui sono passati dieci mesi, da te sembra non essere andata così.”

Izuku nel frattempo spostò la telecamera verso il cielo, mostrando un raggio di luce dal diametro di una decina di metri.

“Quello è un passaggio verso il Mondo Digitale. Ho intenzione di attraversarlo a breve assieme a Leomon per tornare ad aiutarvi. Ho scoperto da una fonte che ritengo abbastanza affidabile che c’è una minaccia ancora più grande di Devimon e Etemon. Oltre a ciò c'è anche qualcos’altro, ma non posso dirvelo per video.”

Izuku tornò a fissare dentro l’obiettivo della telecamera. “Non so quanto tempo sia passato per voi, ma faremo del nostro meglio per rintracciarvi.”

Tuttavia il volto di Izuku scomparve di colpo, lasciando il posto a quello privo di emozioni di Koushiro.

“Eh? Taichi, sei tu?” Chiese lui.

Il bambino in questione sbatté le palpebre, sorpreso per quel cambio improvviso, per poi correre in avanti.

“Koushiro? Riesci a sentirmi?!”

“Sì, non c’è bisogno che ti agiti. Allora sei vivo.” Rispose lui atono.

“Che è successo Koushiro? E dove sono gli altri?”

“Non lo so e non mi importa. Ora scusa, ma devo tornare ai miei esercizi.”

Detto questo la comunicazione s’interruppe, lasciando che il televisore si spegnesse.

“Koushiro… Che cosa gli è successo? Non era così l’ultima volta che lo abbiamo visto.” Fece Agumon, guardando il suo partner, che strinse con forza il Digivice.

“Dobbiamo tornare indietro!” Esclamò il bambino. “I nostri amici sono in pericolo, non possiamo abbandonarli!”

All Might annuì. “Discorso degno di un eroe. Non dovrei spingerti ad agire senza una licenza, ma considerando che non sei di questo mondo, penso di poter chiudere un occhio. Ma rimane sempre il problema di come-”

Ma l’eroe fu costretto a fermarsi quando tutto cominciò a tremare, seguito da un ruggito che risuonò nell’aria.

“C-Che cos’è stato?” Fece Inko, cercando di restare in piedi, mentre Taichi e Agumon corsero alla finestra.

Da lì poterono vedere, totalmente incurante dei palazzi attorno a lui, un Kuwagamon avanzare nella loro direzione, mentre diverse persone stavano scappando da lui.

“Non di nuovo…” Sospirò Yagami. “Ma perché i Kuwagamon ci odiano così tanto?!”

“Quello è un altro Digimon?” Esclamò All Might, sorpreso.

“Sì… ed è stato il primo tipo che abbiamo affrontato nel Mondo Digitale!” Rispose il bambino, per poi guardare il suo Digimon, che annuì alla sua domanda silenziosa.

“Non starete pensando di affrontarlo, vero?” Domandò Inko.

“Non abbiamo scelta. Anche se qui hanno tutti dei superpoteri, non avete mai affrontato prima un Digimon. Io e Agumon sappiamo cosa fare.”

“Lasciate che vi accompagni. Non posso di certo restare in disparte a guardare.” Disse All Might.

 

 

Katsuki sbuffò, facendo per dare un calcio a una bottiglia a terra, solo per fermarsi, ricordandosi cos’era successo l’ultima volta.

Aveva lasciato da poco la sede dell’esame, ed era sicuro di aver ottenuto uno dei punteggi migliori, se non il più alto in assoluto.

Tuttavia non poteva ignorare ciò che era successo durante l’esame. Quel bambino con quella strana creatura rosa lo aveva chiamato con quel ridicolo soprannome.

“Sembrava quasi non sapere che cos’era un Quirk. Impossibile.” Bofonchiò, provocando qualche piccola esplosione attorno alle mani.

“Un Digimon ha detto, eh?” Ripeté il ragazzo, tirando fuori il cellulare e cercando su internet quel termine, non ottenendo tuttavia nessun risultato. “Umpf, che nome ridicolo per un Quirk.”

“Ridicolo?” Fece una voce profonda, che fece fermare Bakugo, il quale si voltò subito, ritrovandosi a fissare un varco luminoso, che stava diventando sempre più grande.

“Divertente, detto da un misero umano.” Continuò la voce, mentre un paio di chele rosse uscivano dal varco, seguite dal resto di Kuwagamon. “Ma non credere che farò finta di nulla!”

La creatura infilzò con forza le chele nel terreno, provocando una scossa che fu sufficiente a far cadere il ragazzo.

Subito dopo il Digimon emise un ruggito e si lanciò contro Kacchan, che rispose con un’esplosione, che non ebbe il minimo effetto su Kuwagamon, il quale tuttavia si fermo lo stesso.

“Cosa? Pensavo che gli umani non avessero attacchi simili.” Disse.

Katsuki sorrise, provocando altre esplosioni.

“Cos’è, pensi forse di essermi superiore? Sei solo un insetto troppo cresciuto!”

Quello non sembrò piacere a Kuwagamon, il quale riprese l’attacco.

Bakugo saltò di lato, riuscendo ad evitare di venire colpito, ma spalancando gli occhi quando il mostro distrusse come se niente fosse le mura di un palazzo.

“Sono un Digimon! Vedi di non dimenticarlo!”

Il mostro fece per partire di nuovo all’attacco, solo per venire colpito da una sfera di fuoco.

“Chi osa?!” Urlò, voltando la testa verso la fonte dell’attacco.

“Sembra proprio che siamo destinati ad affrontarti, eh?” Fece Taichi, arrivando affiancato da Agumon.

“E voi chi siete? Perché hai un Agumon al tuo fianco?” Ruggì il Digimon.

Per tutta risposta il bambino alzò il Digivice, che s’illuminò.

“Sono uno dei Bambini Prescelti. E ti fermeremo!”

Agumon s’illuminò, diventando subito più grande, lasciando spazio a Greymon, che ruggì prima di lanciare contro il suo avversario una sfera di fuoco ben più grande di quella precedente.

Katsuki guardò incredulo la scena.

“Dove hai trovato un dannato dinosauro spara fuoco?!” Urlò al bambino, che sorrise.

“È il mio partner. E credimi, abbiamo visto creature ben più strane.”

Kuwagamon ruggì, per poi volare contro Greymon, riuscendo a sollevarlo e lanciarlo contro un palazzo, le cui vetrate s’infransero per il colpo ricevuto.

“Greymon!” Urlò Taichi, per poi alzare il suo medaglione. “Siamo in una zona abitata, non perdiamo tempo! Pensi di riuscire a evolvere ancora?”

Greymon alzò la testa, per poi annuire.

Dal Digivice uscì ancora una volta un raggio di luce, che stavolta passò attraverso il Medaglione, per poi dirigersi verso il dinosauro, che s’illuminò nuovamente per poi cominciare a ingrandirsi.

Stavolta gli spuntarono delle ali dalla schiena, mentre il suo braccio destro e la testa venivano coperti da una lastra di metallo, come il suo petto.

MetalGreymon ruggì, per poi volare contro Kuwagamon e prenderlo di peso, portandolo in alto, oltre i palazzi.

Lì lo scagliò ancora più in alto, per poi aprire le placche di metallo sul petto, da cui uscirono due siluri, che colpirono in pieno l’avversario, che ruggì prima di dissolversi nel nulla.

“Grande!” Urlò Taichi, per poi vedere il suo Digimon illuminarsi e regredire a Koromon.

Il bambino lo prese al volo, sorridendogli. “Ben fatto!”

“Mi state prendendo in giro?!” Urlò Kacchan. “Quello sgorbio può diventare quel dinosauro cyborg?!”

“Già!” Rispose orgoglioso Koromon, sorridendo.

Katsuki fece per dire altro, solo per interrompersi quando vide All Might affiancarlo.

“Incredibile! Anche se ci aveva raccontato di poterlo fare, vederlo dal vivo era totalmente diverso!” Disse l’eroe, guardando il bambino e il suo Digimon.

Tuttavia la loro attenzione fu attirata dal Digivice di Taichi, che cominciò nuovamente a suonare, per poi sparare un raggio di luce verso il cielo, creando una colonna di luce identica a quella vista nel video di Izuku, che avvolse i due.

Taichi sentì i piedi staccarsi da terra, attirandolo verso l’alto.

“Pare che sia il momento di tornare indietro.” Disse, guardando All Might, che alzò un pugno con il pollice in alto.

“Fate del vostro meglio! Voi due, il giovane Midoriya e gli altri vostri amici avete senza dubbio la stoffa dei veri eroi! Non temere, cercheremo di darvi una mano, ora che sappiamo che cosa sta succedendo!”

Il bambino e il Digimon annuirono, mentre salivano più in alto, e il loro corpo iniziò a diventare trasparente.

“Ehi, si può sapere che diamine sta succedendo qui? Dov’è che state andando? E dov’è Deku?!”

Taichi spostò lo sguardo verso il ragazzo, fissandolo serio.

“All Might potrà spiegarti tutto, se vuole. Ma Izuku ci sta aspettando nel Mondo Digitale, dove i Quirk sono la sua ultima preoccupazione. Da quel che ho visto, è decisamente più eroico di te, anche se privo di poteri.”

Ma prima che potesse dire altro, il duo scomparve assieme alla colonna di luce, non lasciando alcuna traccia di loro.

All Might a quel punto fece sparire il suo sorriso.

“Il destino di un mondo è sulle spalle di un gruppo di semplici bambini… E noi non possiamo fare nulla per aiutarli. Siate forti, giovani!”

A sua insaputa, poco lontano da loro, nascosto alla vista, un uomo dai capelli azzurri e con una mano mozzata a coprirgli il volto aveva osservato il combattimento tra i due Digimon, e ora un sorriso inquietante deformava il suo volto nascosto parzialmente.

“Digimon, eh? Interessante…” Mormorò, prima di scomparire in una nuvola d’oscurità.

   
 
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