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Autore: Xine    26/04/2021    3 recensioni
Hinata Hyuga poteva essere definita in molti modi, ma non era certo una stupida.
“Come posso rendermi utile, padre?” domandò allora con voce decisa.
Un pesante silenzio piombò nella stanza. Era così opprimente che iniziarono a fischiarle le orecchie.
“Sposerai Sasuke Uchiha”
Post-Guerra.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Hinata/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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V. Gratitudine

 

Hinata sciacquò il riso con estrema cura, fino ad assicurarsi che l’acqua fosse trasparente. Lo mise poi in una ciotola ricolma d’acqua, lasciandolo in ammollo.
Prese a tagliare minuziosamente le verdure in striscioline, impegnandosi perché fossero tutte della stessa dimensione. Non che contasse veramente, Sasuke non sarebbe comunque stato in grado di vederle.
Sasuke.
Suppongo di doverti ringraziare, Hyuga.
Sentì gli occhi pizzicare e una lacrima le rigò la guancia. L’asciugò con un rapido gesto della mano, cercando di cancellare, insieme ad essa, il ricordo della giornata precedente.

Perchè lo hai fatto?”
Sasuke Uchiha era un uomo diretto, crudelmente diretto. Non gli importava che si fossero a malapena parlati due volte nell’arco dell’intera vita, né che la domanda potesse richiedere un certo tatto nell’essere posta.
Aveva chiesto e basta. E ora pretendeva una risposta.
Per un attimo le parve di avere davanti la figura autoritaria di Hiashi.
Come un automa replicò quello che aveva fatto ormai innumerevoli volte dinnanzi a suo padre: si inchinò profondamente, in segno di scuse.
Mi dispiace” sussurrò flebilmente.
Mi dispiace per aver accettato, mi dispiace per avere rovinato i tuoi sogni, per non essere all’altezza’, avrebbe voluto dire.
Mi dispiace non poterti amare’, avrebbe voluto gridare.
Sentì le lacrime rigare le guance pallide e scivolare lentamente lungo il collo.
Suppongo di doverti ringraziare, Hyuga”
Hinata alzò il capo, impreparata a quella dichiarazione.
U-uchiha-san ?” domandò confusa guardandolo.
Il ragazzo teneva il viso rivolto alla finestra. I raggi del sole ne accarezzarono i lineamenti regolari e virili, colorando lievemente l’incarnato chiaro.
Vattene” ordinò Sasuke dopo qualche istante di silenzio.


Hinata scosse il capo, scacciando l’immagine dalla mente.
Sollevò il coperchio della pentola, verificando la cottura del pesce. Non era ancora pronto.
Si guardò intorno, accorgendosi di non sapere dove si trovassero le stoviglie. Rovistò tra gli scaffali della cucina, rinvenendo poche cose e apparentemente nuove. La colpirono delle ciotole colorate, rosse con decori blu. Sorrise. Sakura-chan aveva pensato a tutto.
La casa era fredda, come il suo proprietario, ma, nascosti qua e là, Hinata aveva trovato piccoli oggetti che testimoniavano una presenza femminile. Dettagli colorati che simboleggiavano la voglia di un nuovo inizio.
Un inizio che non sarebbe mai arrivato.
Suppongo di doverti ringraziare, Hyuga.
Doveva davvero?
Si accorse che le sue mani erano scosse da violenti tremori. Per paura di romperli, posò i piattini sul bancone della cucina, attendendo qualche istante perché le scosse cessassero.
Una volta riacquistato il controllo su sé stessa, mise il riso nella vaporiera e accese il fornello.
Suppongo di doverti ringraziare, Hyuga.
Sospirò.
Non era riuscita a togliersi dalla mente quella frase, l’aveva tenuta sveglia tutta la notte. Poi, finalmente, il sorgere del sole le aveva fornito la scusa per lasciare il futon immacolato e fare una passeggiata. Il quartiere Uchiha era spettrale nelle tenebre, ma il colore rossastro dell’alba riusciva a colorare gli edifici e le strade deserte donando loro una sfumatura placida, quasi confortevole. Non erano ancora le sette quando aveva iniziato a cucinare.
La sera precedente si era sentita più leggera quando Sasuke l’aveva liquidata dicendo che non avrebbe cenato. Non aveva insistito, si era rintanata codardamente nella sua stanza con un nodo allo stomaco. Poi il rimorso aveva cominciato a tormentarla e così si era sentita costretta a rimediare preparandogli la colazione.
Non aveva trovato molto da cucinare. Sicuramente più tardi sarebbe dovuta andare a fare spesa.
“Hyuga”
Hinata si voltò di scatto, trovando l’Uchiha appoggiato allo stipite della porta. Si accorse che doveva essersi tolto le bende dagli occhi, ancora chiusi e leggermente nascosti dalle lunghe ciocche di capelli corvini.
B-buongiorno, Uchiha-san” lo salutò timidamente.
Il moro non rispose.
“Hai fame? La colazione sarà pronta a breve…” continuò Hinata educatamente.
Sasuke fece qualche passo nella sua direzione, apparentemente non affaticato dallo sforzo di essersi alzato in piedi. Dopo neanche un metro si arrestò con un’espressione diversa. Quasi infastidita.
Hinata capì che doveva essere confuso rispetto allo spazio circostante. La casa era nuova anche per lui e il fatto che non ci vedesse lo rendeva probabilmente insicuro.
Gli si affiancò silenziosamente, notando per la prima volta quanto fosse più alto di lei. Gli arrivava a malapena alla spalla. Avvolse con delicatezza le mani intorno al suo braccio. Lo sentì irrigidirsi al contatto, ma non disse nulla, anzi la seguì quando lo guidò al tavolo. Prese poi la sua mano, posandola sullo schienale della sedia per permettergli di capire di quale oggetto si trattasse.
A quel punto Hinata si allontanò richiudendosi nel cucinotto imbarazzata. Era pur sempre uno sconosciuto per lei.
Stranamente agitata riprese da dove era stata interrotta, sbirciando in direzione dell’Uchiha per assicurarsi che non avesse bisogno di aiuto. Sorrise nel vederlo studiare la sedia, poi sollevarla con l’unico braccio come a volerla pesare. Era buffo.
Il viso di Sasuke si voltò nella sua direzione e, se non avesse avuto la certezza della sua cecità, avrebbe giurato di essere stata scoperta ad osservarlo.
Arrossendo tolse il pesce dalla pentola, poggiando le porzioni su due piattini e sistemandovi a fianco verdure e riso. Posizionò i manicaretti su un vassoio, insieme alla teiera e ai bicchieri, e lo portò in tavola.
Sasuke era già seduto.
Mi dispiace, non ho potuto fare molto con quello che c’era in casa. Oggi farò la spesa” si scusò timidamente sistemando il piatto davanti al ragazzo.
“Hn”
Hinata gli versò il té nel bicchiere, attenta a non farvi cadere alcuna fogliolina dell’infuso. Era particolarmente meticolosa quando si trattava di cucina e tradizioni.
Lo vide passare in rassegna il tavolo con la mano, all’evidente ricerca delle bacchette. Quando le trovò, le sfiorò con le lunghe dita nell’intento di studiarle. Dopo alcuni minuti di esitazione, le afferrò ispezionando con la punta di esse il tavolo, fino a quando non si scontrarono con la porcellana del piatto in un leggero ticchettio.
Con le bacchette valutò la consistenza del cibo, provando a capire di cosa si trattasse.
Hinata si diede mentalmente della stupida.
“Uchiha-san, partendo da destra ci sono riso, pesce e verdure” gli disse.
Sasuke ripercorse con le bacchette i tre alimenti, soffermandosi sul salmone. Ne prese un pezzo, sollevandolo in direzione di quella che pensava essere la bocca, ma che presto si rivelò il mento.
Il corvino strinse le labbra in una linea sottile. Era infastidito.
Ripetè nuovamente l’operazione, questa volta incontrando la guancia sinistra e facendo cadere sul tavolo il pesce raccolto.
Hinata lo sentì imprecare.
Rimase immobile, non sapendo come comportarsi. Avrebbe voluto aiutarlo, ma aveva paura di poter ferire il suo orgoglio. Volendo evitare che si sentisse sotto pressione, data la poca familiarità che avevano, si alzò in piedi decisa a lasciarlo solo.
“Uchiha-san, consumerò la colazione in giardino”
Sasuke non disse nulla, la sua espressione rimase impassibile.
Eppure, se Hinata avesse sentito, senza ascoltare, ne avrebbe potuto cogliere chiaramente la gratitudine.

 



Carissimi, 
vi ringrazio come sempre per l'attenzione che riservata a questa storia, nata per caso. Siete tantissimi e non me lo aspettavo proprio!
Ringrazio le mie commentatrici: Hinata55, naruhina3, ecila94hina, Ziulii. 
Ringrazio moltissimo anche chi ha messo la storia tra quelle preferite, seguite o da ricordare. 
Mi riempite d'orgoglio. Spero di non deludervi!

Xine
   
 
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