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Quella
sera Edward tornò a Roses House. Era deciso ad
affrontare Mary sicuro che lei sapesse parte della verità.
Il viaggio fino a
casa era stato pieno di pensieri, tra il dolore che provava per
sé stesso messo
in quella situazione assurda, suo fratello Steve che nascondeva una
verità
dolorosa e John pieno di sensi di colpa per quello che aveva innescato.
Forse
era ora di mettere tutto in ordine anche correndo dei
rischi di sfasciare il rapporto con Steve.
Salì
le scale turbato, appoggiò la sua preziosa
ventiquattrore, si tolse la giacca e la cravatta, fece un respiro
profondo e
entrò in cucina deciso.
Mary era
affaccendata ai fornelli, si girò e lo guardò
stupita, vide nel suo volto
qualcosa che non le piaceva.
“Che
c’è Eddy? Hai l’aria di uno che sta per
fare una cosa
dolorosa.” Si sedette al tavolo, con i gomiti piantati e le
mani giunte sotto
al mento. “Già,
visto che voglio che tu
mi racconti tutto. Di Steve e di quello chi gli ha fatto
papà.” Gli uscì una
voce bassa e tesa. Sapeva che non sarebbe stato facile.
Mary
si irrigidì lo guardò preoccupata, poi
sospirò come se
avesse deciso che era giunto il tempo di dire la verità, si
sedette al suo
fianco. “Prima o poi l’avresti capito.”
Sussurrò debolmente. “Spero
comprenderai perché ho taciuto.”
“Allora
spiegamelo, perché mi sembra di essere stato
parecchio usato, e preso in giro.” Edward si
accomodò meglio, la fissò seccato,
ma anche addolorato per quello che in parte sospettava.
Lei
era titubante, indecisa. La sollecitò risoluto a sapere
la verità.
“Avanti
Mary. Basta menzogne.”
La
vecchia governante si lasciò andare e gli
raccontò del
metodo che sir Anthony aveva adottato per calmare l’irruenza
del piccolo Steve
che adorava Edward, il fratello maggiore, l’esempio da
seguire.
Il padre lo convinse che soffrendo e sopportando il dolore, sarebbe diventato come lui, e iniziò la “cura”. In sir Anthony cominciò a riaffiorare tutta la perversione che da piccolo lui stesso aveva subito. Divenne violento, ma contenuto. Steve aveva dodici anni, beveva dalle parole del padre. Accettò di prendere due cinghiate al mese per raddrizzarsi e diventare responsabile.
Due cinghiate sul fondo schiena in modo
che nessuno vedesse. Che lo avrebbero fortificato e reso maturo.
Steve
era troppo piccolo per capire, e aveva
un’ammirazione sconfinata per Eddy. Così il padre
iniziò a infierire su di lui
con metodo, e lui piccolo e ingenuo taceva, sopportava il dolore fiero
di
diventare come Edward. Non si chiese se fosse giusto o sbagliato,
accettò le
sevizie.
Nascose
per bene i primi tempi, ma poi cominciò a stare
male. Non riusciva a guarire in un mese. E la madre cominciava a
sospettare
qualcosa. Edward
era in accademia e non
rientrava spesso. Solo una volta suo padre si accanì su di
lui quando tornò
ubriaco e lo punì a cinghiate, da allora si
allontanò e tornò meno di prima,
lasciando il fratellino nelle mani del padre.
La madre assisteva
impotente cercando di salvare il marito e i figli, ma era troppo
depressa per
capire come fare e lasciò passare del tempo.
Quando
Steve cedette e gli venne la febbre, non riuscì
più a nascondere la tortura e fu subito avvertito sir
William, solo lui sapeva
il passato di Anthony e della mente malata del padre, sir Geoffrey.
Portò
via Steve, litigò aspramente con il fratello.
Anthony finì in un’apatia totale. Costance, la zia
si occupò di trovare un
medico che lo seguisse. Quello che sir Geoffrey aveva fatto a lui, lui
aveva
fatto a Steve. Le punizioni corporali che gli erano state inflitte da
bambino,
tornarono con tutta la loro devastante brutalità
I
gemelli, che si erano salvati dalle attenzioni del
padre, andarono per un po' di tempo da lei. Edward fu mandato
all’estero per un
mese, ufficialmente per un addestramento premio. E non
sospettò di nulla.
Ma sir Anthony non
aveva usato solo la violenza fisica con suo figlio Steve, il suo modo
di agire
su Edward era stato più sottile, più lento e
costante, lo aveva plagiato con
accortezza. Con lui aveva iniziato prima, lentamente senza che se ne
accorgesse. Era un bambino fragile il piccolo Ed, amava suonare il
pianoforte,
era molto attaccato alla madre. Ma era il primogenito e il padre
pretese il
prezzo della famiglia. E lo cambiò.
Sir Anthony amava la forza di Steve, ma non poteva tollerare che fosse indisciplinato, così dirottò su Eddy tutte le sue aspettative. Edward divenne in breve il risultato di quello che lui voleva, di quello che aveva plasmato. Lo allontanò dalla madre e lo assicurò stretto a sé. E lui crebbe nella convinzione di essere la tutela della sua famiglia. Intanto suo padre fu obbligato a seguire le cure che gli aveva imposto sir William, e divenne stabile, frequentando uno psichiatra.
Steve non portava rancore, convinto che fosse normale quello che aveva subito. La famiglia fu d’accordo di lasciarlo crescere in questo limbo e Edward portò ignaro il prezzo di essere il primogenito.
Poi con l’arrivo di Benjamin tutto si era trasformato, Sir Anthony era cambiato, era diventato un padre. Aveva recuperato parte del rapporto con i figli più grandi. Per questo quando ci fu l’incidente, Edward ne uscì devastato, perché non sapeva nulla, non ricordava il plagio che aveva subito. Ma aveva visto la parte migliore di sir Anthony, quella tanto desiderata da piccolo.
Tutti
si rivolsero a lui, lasciandolo lottare per la famiglia,
senza sapere del dolore che provava dentro. Tutte le sue
fragilità vennero in
superficie: i problemi con il cibo, gli attacchi di panico non erano
altro che
il suo essere che si ribellava.
Così
come i contrasti con Steve vennero tutti alla luce,
la rabbia di essere stato picchiato, essere sempre stato il
“secondo”. Cominciò
ad odiare la debolezza di Eddy,
quella mancanza di fermezza che lo aveva costretto a subire le
frustate. Vedeva
che il fratello tanto amato, non era così forte come credeva
e come diceva suo
padre. Alla fine lui si sentiva migliore di Edward.
Mary
si fermò, lo guardò che tremava vicino a lei, si
torturava le mani stringendole forte. Continuò dolcemente.
“Non
sei, e nemmeno Steve sarà mai come vostro nonno
Geoffrey. Se hai sbagliato con i gemelli è perché
hai imitato gli insegnamenti
di tuo padre, se fossi stato te stesso non sarebbe accaduto. Ma sai
perfettamente che ti vogliono bene.
Che siete uniti anche se distanti. Perché lo percepiscono il
peso che hai
portato. Se c’è un accenno di famiglia
è perché tu lai tenuta stretta.”
Edward
non aveva mai parlato, aveva ascoltato a capo
chino. Mary gli
prese le mani fra le sue
e le serrò più forte che poteva.
“Ora
ceniamo e non ne parliamo più. Se devi affrontare Steve
sai che ti attaccherà, dovrai essere forte anche per
lui.” Edward
annuii lentamente. “Daniel
ed Ellen sanno qualcosa, perché la zia
li mise al corrente della severità del padre. Ma
null’altro, avrete tempo per
chiarirvi.”
Lui
sollevò il volto rigato di lacrime, Mary lo
abbracciò.
Lo tenne stretto come faceva da bambino quando si nascondeva per non
farsi
vedere. Non gli era mai stato consentito dimostrare la sua debolezza.
“Non
ricordo nulla di quel periodo, perché?” Mary lo
lasciò,
lo fissò intensamente. “Perché tuo
padre fece un ottimo lavoro con te.
Ricorderai, un po' per volta. E non sarà piacevole, ma io
sarò sempre qui ad
aiutarti.” Gli sollevò il mento. “Il tuo
pianoforte è nella soffitta, tua madre
lo volle tenere. E lì che ti aspetta.”
Mary
lo sentì più calmo, gli preparò la
cena, lui l’aiutò
silenzioso. Poi
parlarono di cose futili
e finirono la serata tenendosi la mano, mentre guardavano un programma
stupido
in tv.