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Autore: coopercroft    26/04/2021    0 recensioni
I Cooper sono ufficiali dell'esercito da generazioni. Edward, il primogenito, alla tragica morte dei genitori ha avuto il dovere ingrato di mantenere unita la famiglia. Comanda con autorevolezza un distaccamento militare nella periferia di Londra, dove collaborano anche i suoi fratelli.
Ma le difficoltà personali, l'incapacità di gestire i rapporti affettivi, innescano una serie d'incomprensioni che finiranno per allontanarli.
Solo l'amicizia con il nuovo medico, John Roberts, lo porterà a prendere coscienza che la famiglia Cooper ha un passato oscuro e doloroso rimasto sepolto per troppo tempo.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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36  

 

Quella sera Edward tornò a Roses House. Era deciso ad affrontare Mary sicuro che lei sapesse parte della verità. Il viaggio fino a casa era stato pieno di pensieri, tra il dolore che provava per sé stesso messo in quella situazione assurda, suo fratello Steve che nascondeva una verità dolorosa e John pieno di sensi di colpa per quello che aveva innescato.

Forse era ora di mettere tutto in ordine anche correndo dei rischi di sfasciare il rapporto con Steve.

Salì le scale turbato, appoggiò la sua preziosa ventiquattrore, si tolse la giacca e la cravatta, fece un respiro profondo e entrò in cucina deciso.  Mary era affaccendata ai fornelli, si girò e lo guardò stupita, vide nel suo volto qualcosa che non le piaceva.

“Che c’è Eddy? Hai l’aria di uno che sta per fare una cosa dolorosa.” Si sedette al tavolo, con i gomiti piantati e le mani giunte sotto al mento.  “Già, visto che voglio che tu mi racconti tutto. Di Steve e di quello chi gli ha fatto papà.” Gli uscì una voce bassa e tesa. Sapeva che non sarebbe stato facile.

Mary si irrigidì lo guardò preoccupata, poi sospirò come se avesse deciso che era giunto il tempo di dire la verità, si sedette al suo fianco. “Prima o poi l’avresti capito.”  Sussurrò debolmente. “Spero comprenderai perché ho taciuto.”

“Allora spiegamelo, perché mi sembra di essere stato parecchio usato, e preso in giro.” Edward si accomodò meglio, la fissò seccato, ma anche addolorato per quello che in parte sospettava.

Lei era titubante, indecisa. La sollecitò risoluto a sapere la verità.

“Avanti Mary. Basta menzogne.”

La vecchia governante si lasciò andare e gli raccontò del metodo che sir Anthony aveva adottato per calmare l’irruenza del piccolo Steve che adorava Edward, il fratello maggiore, l’esempio da seguire.

Il padre lo convinse che soffrendo e sopportando il dolore, sarebbe diventato come lui, e iniziò la “cura”.  In sir Anthony cominciò a riaffiorare tutta la perversione che da piccolo lui stesso aveva subito. Divenne violento, ma contenuto.   Steve aveva dodici anni, beveva dalle parole del padre. Accettò di prendere due cinghiate al mese per raddrizzarsi e diventare responsabile.

Due cinghiate sul fondo schiena in modo che nessuno vedesse. Che lo avrebbero fortificato e reso maturo.

Steve era troppo piccolo per capire, e aveva un’ammirazione sconfinata per Eddy. Così il padre iniziò a infierire su di lui con metodo, e lui piccolo e ingenuo taceva, sopportava il dolore fiero di diventare come Edward. Non si chiese se fosse giusto o sbagliato, accettò le sevizie.

Nascose per bene i primi tempi, ma poi cominciò a stare male. Non riusciva a guarire in un mese. E la madre cominciava a sospettare qualcosa.  Edward era in accademia e non rientrava spesso. Solo una volta suo padre si accanì su di lui quando tornò ubriaco e lo punì a cinghiate, da allora si allontanò e tornò meno di prima, lasciando il fratellino nelle mani del padre.

 La madre assisteva impotente cercando di salvare il marito e i figli, ma era troppo depressa per capire come fare e lasciò passare del tempo.

Quando Steve cedette e gli venne la febbre, non riuscì più a nascondere la tortura e fu subito avvertito sir William, solo lui sapeva il passato di Anthony e della mente malata del padre, sir Geoffrey.

Portò via Steve, litigò aspramente con il fratello. Anthony finì in un’apatia totale. Costance, la zia si occupò di trovare un medico che lo seguisse. Quello che sir Geoffrey aveva fatto a lui, lui aveva fatto a Steve. Le punizioni corporali che gli erano state inflitte da bambino, tornarono con tutta la loro devastante brutalità

I gemelli, che si erano salvati dalle attenzioni del padre, andarono per un po' di tempo da lei. Edward fu mandato all’estero per un mese, ufficialmente per un addestramento premio. E non sospettò di nulla.

 Ma sir Anthony non aveva usato solo la violenza fisica con suo figlio Steve, il suo modo di agire su Edward era stato più sottile, più lento e costante, lo aveva plagiato con accortezza. Con lui aveva iniziato prima, lentamente senza che se ne accorgesse. Era un bambino fragile il piccolo Ed, amava suonare il pianoforte, era molto attaccato alla madre. Ma era il primogenito e il padre pretese il prezzo della famiglia. E lo cambiò.

 Sir Anthony amava la forza di Steve, ma non poteva tollerare che fosse indisciplinato, così dirottò su Eddy tutte le sue aspettative. Edward divenne in breve il risultato di quello che lui voleva, di quello che aveva plasmato. Lo allontanò dalla madre e lo assicurò stretto a sé. E lui crebbe nella convinzione di essere la tutela della sua famiglia. Intanto suo padre fu obbligato a seguire le cure che gli aveva imposto sir William, e divenne stabile, frequentando uno psichiatra.

Steve non portava rancore, convinto che fosse normale quello che aveva subito. La famiglia fu d’accordo di lasciarlo crescere in questo limbo e Edward portò ignaro il prezzo di essere il primogenito.

Poi con l’arrivo di Benjamin tutto si era trasformato, Sir Anthony era cambiato, era diventato un padre. Aveva recuperato parte del rapporto con i figli più grandi.  Per questo quando ci fu l’incidente, Edward ne uscì devastato, perché non sapeva nulla, non ricordava il plagio che aveva subito. Ma aveva visto la parte migliore di sir Anthony, quella tanto desiderata da piccolo. 

Tutti si rivolsero a lui, lasciandolo lottare per la famiglia, senza sapere del dolore che provava dentro. Tutte le sue fragilità vennero in superficie: i problemi con il cibo, gli attacchi di panico non erano altro che il suo essere che si ribellava.

Così come i contrasti con Steve vennero tutti alla luce, la rabbia di essere stato picchiato, essere sempre stato il “secondo”.  Cominciò ad odiare la debolezza di Eddy, quella mancanza di fermezza che lo aveva costretto a subire le frustate. Vedeva che il fratello tanto amato, non era così forte come credeva e come diceva suo padre. Alla fine lui si sentiva migliore di Edward. 

Mary si fermò, lo guardò che tremava vicino a lei, si torturava le mani stringendole forte. Continuò dolcemente.

“Non sei, e nemmeno Steve sarà mai come vostro nonno Geoffrey. Se hai sbagliato con i gemelli è perché hai imitato gli insegnamenti di tuo padre, se fossi stato te stesso non sarebbe accaduto.   Ma sai perfettamente che ti vogliono bene. Che siete uniti anche se distanti. Perché lo percepiscono il peso che hai portato. Se c’è un accenno di famiglia è perché tu lai tenuta stretta.”

Edward non aveva mai parlato, aveva ascoltato a capo chino.  Mary gli prese le mani fra le sue e le serrò più forte che poteva.

“Ora ceniamo e non ne parliamo più. Se devi affrontare Steve sai che ti attaccherà, dovrai essere forte anche per lui.”  Edward annuii lentamente.  “Daniel ed Ellen sanno qualcosa, perché la zia li mise al corrente della severità del padre. Ma null’altro, avrete tempo per chiarirvi.”

Lui sollevò il volto rigato di lacrime, Mary lo abbracciò. Lo tenne stretto come faceva da bambino quando si nascondeva per non farsi vedere. Non gli era mai stato consentito dimostrare la sua debolezza.

“Non ricordo nulla di quel periodo, perché?” Mary lo lasciò, lo fissò intensamente. “Perché tuo padre fece un ottimo lavoro con te. Ricorderai, un po' per volta. E non sarà piacevole, ma io sarò sempre qui ad aiutarti.” Gli sollevò il mento. “Il tuo pianoforte è nella soffitta, tua madre lo volle tenere. E lì che ti aspetta.”

Mary lo sentì più calmo, gli preparò la cena, lui l’aiutò silenzioso.  Poi parlarono di cose futili e finirono la serata tenendosi la mano, mentre guardavano un programma stupido in tv.

 

 

   
 
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