Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: Napee    26/04/2021    2 recensioni
[BkDk] [sort of caffe shop!AU]
***
Un rigido inverno sembra aver preso in ostaggio l’intera città. Fa freddo. Fuori si gela e la neve copre tutto con il suo bianco candore, ma gli basta guardare verso il terzo tavolo dalla porta, proprio al centro della vetrina, per avvertire un tenue tepore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo 22 - 783 parole 

Un mercoledì di molti anni prima 

 
Il turno a lavoro era stato sfiancante e Izuku trascinava i piedi per le scale diretto al suo appartamento. Aveva ancora molte cose da fare, da scrivere il rapporto di fine turno, da mettere la lavatrice e provare a smacchiare la felpa azzurra di Kacchan da quella temibile salsa messicana che sembrava essersi avvinghiata al tessuto con le mani.
Girò le chiavi nella toppa ed entrò. L’appartamento era inondato di un sole caldo e accogliente che gli scaldò le membra stanche ed intorpidite. Nell’angolo in fondo, proprio accanto alla porta che dava sul terrazzo, svettava il divano come premio meritatissimo per il suo duro lavoro. Gli sembrava così invitante che ci sarebbe morto sopra fino all’ora di cena se solo Kacchan non lo stesse già occupando.
“Bentornato.” Gli disse senza staccare gli occhi dalle lettere che si rigirava nervoso fra le mani. Izuku si sfilò le scarpe e gli andò incontro sedendosi sul bracciolo e cingendo l’altro sulle spalle con un braccio. Attese pazientemente ed in silenzio finché il biondo non si decise a rivolgere lo sguardo verso di lui donandogli la sua completa attenzione.
Sorrise felice Izuku, unendo le loro labbra in un casto e tenero bacio.
“Cosa cerchi?” Gli domandò sbirciando le lettere e Kacchan s’irrigidì gonfiando le spalle.
“Stavo guardando se fosse arrivata quella lettera.” Rispose a denti stretti alzandosi dal divano come un’automa e andando verso il frigo. Izuku non lo guardò, non ebbe bisogno dell’ennesima conferma perché lui sapeva benissimo che quando si toccava quell’argomento Kacchan si buttava sull’alcol come difensiva. Non si stupì di sentire il rumore di una lattina di birra che veniva aperta.
“Non puoi continuare a logorarti così, Kacchan.” Sospirò facendogli notare quello che nessuno sulla faccia della terra aveva il coraggio di fare. Non si meravigliò del grugnito rissoso che gli arrivò come risposta.
“Sembra che tu la viva benissimo invece, cazzo.”
Si voltò a contrastarlo, pronto ad essere usato come sfogo per le sue frustrazioni come da prassi nella loro relazione ormai.
“Sto male come te, in ansia tanto quanto te, ma almeno cerco di contenermi e non affogare i miei nervi nella birra.” Col senno del poi, la lattina che per poco non lo prese in faccia avrebbe dovuto aspettarsela.
“Non fare quello dal rigore morale eccelso, brutto coglione ipocrita che non sei altro.” Gli sibilò con il braccio ancora a mezz’aria squadrandolo truce.
“Todoroki mi ha detto che ti stai ammazzando in palestra e hai chiesto al reparto di ingegneria una stanza con la gravità aumentata per allenarti. Se vuoi ammazzarti di allenamento, fai pure, ma non venirmi a cagare il cazzo su quanta birra mi scolo per annientare lo stress.” Gli abbaiò contro con occhi di fuoco. Anche solo quelli sarebbero bastati a Izuku divenire cenere.
Si alzò dal divano colto di sorpresa e preso in flagrante. Non pensava che lo avrebbe tradito così… quando Todoroki aveva sentito per errore la sua chiacchierata con l’ufficio di ingegneria, non aveva pensato minimamente al pericolo che rappresentava una soffiata a Kacchan.
“Hai ragione… sono un’ipocrita.” Confessò mettendo le mani avanti alla ricerca di un terreno comune. Kacchan però non si fece abbindolare e rimase sulla difensiva. Prese anche un’altra lattina fra le mani da bere. O forse da lanciare come proiettile, ma Izuku non si lasciò intimidire da quell’ipotesi.
“N-non ho scusanti, davvero… non dovevo dirti niente, quello che fai sono affari tuoi, solo che è tutto così frustrante! Non dovrebbero darci uno stupido permesso per creare una famiglia solo perché siamo entrambi Hero!” Si sfogò Izuku sentendo gli occhi pizzicare parola dopo parola. Era dolorosamente facile aprirsi con la persona che amava e purtroppo la vulnerabilità non era una caratteristica richiesta fra gli Hero.
Si accasciò sul divano prendendosi la faccia fra le mani, ma i singhiozzi che gli scuotevano le spalle erano un chiaro spoiler sul suo stato d’animo.
Improvvisa, una mano calda gli si poggiò fra i ricci ribelli in una carezza rude e impacciata.
“Sei sempre il solito piagnone…” aggiunse poi come condimento a quel gesto. Un tiepido tentativo di consolazione che il cuore di Izuku abbracciò entusiasta.
“Stasera ti preparo il Katsudon.” Lo informò Kacchan ed Izuku gli sorrise fra le lacrime. Apprezzava quel goffo tentativo di conforto, davvero, ma l’ansia scatenata dal fatto che il governo potesse impedirgli di adottare per colpa del lavoro che avevano sempre sognato lo distruggeva tassello dopo tassello.
Anche per Kacchan era così. Ne era certo. Lo sentiva nell’aria, dal suo modo nervoso di muoversi, dal suo continuo agitarsi nel sonno, dalla sua lattina di birra sempre in frigo come se si autorigenerasse lì senza passare dal supermercato.
Erano tempi difficili in attesa di un responso che avrebbe anche potuto straziarli.
 
{Scusate per il ritardo, ma oggi avevo la prima medicazione dopo l’operazione e mi hanno fatto un male boia. Mi sono ripresa giusto ora 🥲}

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Napee