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Autore: heliodor    27/04/2021    1 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Non c’è un posto sicuro per me
 
Valya rotolò giù dalla sella e l’impatto col suolo le tolse il fiato e le annebbiò la vista per un attimo.
“Bloccala Elmes” disse una voce. “Ha una spada.”
La vista di Valya si schiarì al punto di mostrarle un uomo sui trent’anni, la pelle color oliva scuro, che calava verso di lei dall’alto.
Le bastò toccare l’elsa perché il suo movimento rallentasse al punto da mostrarle i particolari del viso e del mantello bianco che indossava sopra le spalle e si agitava nel vento.
Con un gesto fluido estrasse la spada e rotolò sul fianco per sfuggire all’attacco.
“È svelta” disse l’uomo. Quando atterrò piegò le ginocchia per attutire l’impatto.
“Tienila impegnata.”
Valya girò la testa verso la persona che aveva parlato. Era una ragazza dal viso pallido come la luna piena e gli occhi cerchiati di grigio. I capelli erano di un biondo così chiaro da sembrare argento. Anche lei aveva un mantello bianco.
Sono stregoni di Lormist, pensò Valya. Non devo attaccarli.
Tra le mani della strega apparve un filo luminoso spesso mezzo palmo che lei stava srotolando muovendo i polsi con un movimento circolare.
“Bloccala, Astryn.”
Valya si spostò di lato, la spada messa di traverso per difendersi. “Non voglio attaccarvi” dichiarò.
Astryn, se quello era il suo nome, fece un mezzo sorriso. “Maglio così. Sarà più facile bloccarti.” Srotolò il filo come se fosse una corda e con un rapido movimento del polso lo fece distendere verso di lei.
Valya vide la corda muoversi verso di lei con un movimento simile a quello di un serpente. Anche se era fatto di luce sembrava avere una certa consistenza.
Ed era veloce.
Anche se si mosse rapida grazie alla spada, la punta della corda le sfiorò il fianco. Subito un dolore acuto, come il morso di un insetto, si propagò nel lato destro del suo corpo intorpidendole il braccio e la gamba.
Gridò a quel tocco spostandosi di lato.
“Ti ho fatta male?” fece Astryn sorridendo.
Con un colpo veloce del polso aveva richiamato la corda e sembrava pronta a un altro assalto.
“Aspettate” disse Valya alzando la mano sinistra. “Parliamo.”
“Parleremo dopo” disse Astryn eseguendo un rapido movimento col polso.
La corda scattò verso Valya, che stavolta si aspettava l’attacco e balzò di lato per evitare di essere colpita. Con la coda dell’occhio vide la punta della corda superarla e, a un secondo movimento del polso di Astryn, cambiare direzione e puntare di nuovo verso di lei.
D’istinto cercò di fuggire e venne colpita alla schiena. Il dolore del tocco, più intenso di quello precedente, la fece trasalire.
“Smettila” gridò. “Ora basta.”
Astryn richiamò di nuovo la corda, ma stavolta Valya non voleva starsene ad aspettare.
Balzò verso la ragazza coprendo la distanza che le separava. Lei la guardò sorpresa e alzò le mani come per difendersi.
Valya le sfiorò il petto con la spada e si ritrasse indietro.
“Astryn” gridò Elmes. “Ti ha ferita?”
La ragazza si toccò il petto con la mano. “No” disse perplessa. “Ma accidenti se è veloce.”
Valya rimase ferma a fissarla.
“Potevi aprirmi in due il petto” disse Astryn.
“Non voglio combattere” disse. “Ma parlare.”
“Allora parla dannazione.”
Forse sta cercando di guadagnare tempo per trovare un modo di attaccarmi, pensò Valya. Devo stare attenta e cercare di essere convincente o dovrò battermi con loro.
“Vengo da Ferrador” disse scegliendo con cura le parole. “Mi chiamo Valya. Sono la figlia di Simm Keltel.”
“Mai sentita prima.”
“Ma il tuo comandante mi conosce. Chiedi a lui.”
“Stanner? Che vuoi da lui?”
“Parlargli.”
Astryn ghignò. “Sei pazza se pensi che ti porteremo da lui. Piuttosto, dicci perché ci seguivi. Ci stavi spiando? Sei una rinnegata?”
“No” esclamò decisa.
Anche se è vero che sono una rinnegata e che vi seguivo.
“Allora perché non sei rimasta a Ferrador?”
“Volevo unirmi a voi” disse Valya. “Voglio combattere.”
“La tua armata partirà tra pochi giorni” osservò Astryn. “Potevi attendere e partire con loro.”
“Ero stanca di aspettare” rispose Valya sperando di essere convincente. “È da intere Lune che la governatrice dice di voler partire ma rimanda sempre la partenza. Io voglio combattere e fare la mia parte.”
Astryn ed Elmas si scambiarono una rapida occhiata.
“Mi sembra una storia assurda” disse la ragazza. “Ma se davvero vuoi unirti a noi, non è una decisione che posso prendere io. Deve essere la comandante a decidere.”
“La comandante?” chiese Valya. “Non è Zane al comando?”
“Ora è Demia Vauru al comando. Ti porteremo da lei e deciderà che cosa fare di te. Oppure puoi combattere e morire qui e adesso.”
Valya rinfoderò la spada. “Andrò da lei.”
 
Aveva visto Demia solo poche volte, ma ricordava la sua figura imponente e lo sguardo fiero. Quando Astryn ed Elmas la condussero al campo temporaneo che avevano eretto i soldati di Lormist, la donna stava controllando le retrovie.
Valya venne portata da lei appena arrivata al campo. Prima di poter essere ricevuta dalla comandante, Astryn le fece cenno di fermarsi.
“Vado a fare rapporto alla comandante. Elmas, tienila d’occhio.”
Altri soldati si erano radunati attorno a loro osservandola incuriositi. C’erano anche due stregoni che affiancarono Elmas.
“Chi è? Una spia?”
Elmas fece una smorfia. “Dice di venire da Ferrador.”
Astryn tornò con Demia. “È lei?” chiese la comandante.
La strega annuì. “Ho sbagliato a portarla qui?”
“No, anzi” disse la comandante. “Potrebbe avere delle informazioni utili. La interrogherò io stessa.” Avanzò verso di lei. “Dici di essere la figlia di Simm Keltel, giusto?”
Valya annuì. “È vero.”
“Puoi dimostrarlo?”
“Ero a palazzo il giorno in cui Zane arrivò a cavallo. Quasi mi travolse.”
“Lui dice che fu una ragazzina sciocca a tagliargli la strada.”
Valya si sentì avvampare. “Lui ha detto così?”
Demia annuì. “Ma non dimostra niente.”
“Una volta sei venuta a palazzo per parlare con mio padre.”
“Prosegui.”
“Eravamo seduti nella sala e stavamo pranzando. Tu gli dicesti che volevi parlargli e ti raggiunse.”
Demia la guardò di traverso. “Ricordo una ragazzina seduta al tavolo insieme a lui.”
“Ero io.”
La comandante annuì. “Vieni, facciamo due passi insieme.”
Valya l’affiancò.
“Siamo lontani da Ferrador. Perché sei venuta da noi?”
Non poteva dirle ciò che era accaduto, ma non era sicura che Demia non ne sapesse niente. Aveva dimenticato di chiedere e Ferg se la notizia si fosse sparsa in giro prima della partenza dell’armata di Lormist.
Forse Demia sa già tutto e mi sta mettendo alla prova, pensò. Forse vuole farmi mentire e poi accusarmi di essere una bugiarda. Ma se sa già tutto, se sa che sono una rinnegata e probabilmente sono scappata da Ferrador, perché cercare di mettermi in trappola?
“Mio padre è andato via prima dell’attacco dei rinnegati” disse.
“Ho sentito delle voci. Tu sai dove è andato?”
“Non me lo ha detto.”
“Forse non voleva metterti in pericolo.”
Valya si accigliò.
“Non conosco il motivo per cui è partito così in fretta, ma doveva essere qualcosa di importante per lasciarti indietro. Forse non poteva portarti con sé perché stava andando in un luogo pericoloso. Ci hai pensato a questo?”
Lei si strinse nelle spalle. Aveva pensato al motivo per cui era partito, ma il risentimento per averla lasciata indietro senza dirle niente aveva offuscato tutto il resto.
“Peccato. Sapere dove si trova tuo padre poteva esserci utile, ora che siamo in viaggio verso l’armata nemica.”
“Combatterete contro i rinnegati?”
“Se non fuggiranno vedendoci arrivare, sì” rispose Demia. “Quindi tu non puoi restare qui. Dovrò rinunciare a un paio di soldati per darti una scorta fino a Ferrador.”
“No” esclamò Valya.
Demia la fisò stupita.
“Non ci voglio tornare lì.”
“Astryn mi ha riferito la tua storia. Devo ammettere che è piuttosto divertente.”
“È la verità” disse Valya. “Voglio combattere i rinnegati. Datemi una possibilità.”
“Tu non sei un soldato né una strega. Di quale utilità potresti esserci? Saresti solo un peso, un’altra bocca da sfamare e io devo tenerne conto.”
“Non sarò un peso” disse Valya pensando in fretta. “Ho viaggiato fino a raggiungervi da sola.”
“Le strade sono deserte. Le abbiamo fatte ripulire alle nostre pattuglie altrimenti le bande di rinnegati sparse in giro ti avrebbero attaccate prima di raggiungerci.”
“So difendermi” insisté Valya. “Chiedilo ad Astryn ed Elmas.”
“Mi hanno raccontato qualcosa” disse Demia. “Astryn dice che ti muovi velocemente. Sei svelta e reagisci in fretta. Dice anche che hai cercato di colpirla ma lei ha evitato il tuo attacco.”
“Non è vero” protestò. “Potevo colpirla ma ho deciso di non farlo.”
“Che soldato sei se puoi colpire un avversario e invece decidi di bloccare l’affondo? Lo farai anche in battaglia?”
“Potevo ferirla” disse Valya. “Ma se lo avessi fatto che ci avrei guadagnato? Mi avreste considerata una nemica e avrei perso qualsiasi possibilità di unirmi a voi.”
“Quindi il tuo è un piano per unirti alla nostra armata?”
“Sì” disse Valya. “No” si corresse subito dopo. Scosse la testa. “Io voglio combattere. Solo questo.”
“Perché, Valya Keltel? Perché vuoi combattere per noi? Perché vuoi combattere in una qualsiasi guerra, quando potevi restartene al sicuro a Ferrador? Dimmelo.”
“Perché” disse Valya cercando le parole giuste. “Per me non è mai esistito un posto sicuro dove stare. Non ricordo dove sono nata e nemmeno chi fosse mia madre. Non ricordo dove siamo stati i primi anni. So solo che siamo dovuti andare a Cambolt per qualche motivo che sapeva solo mio padre e che non mi ha mai voluto dire. Lui stava sempre a lavorare alla forgia e non scendeva quasi mai al villaggio e per questo tutti lo consideravano strano o sospetto e trattavano me allo stesso modo. A volte mi lasciava sola per giorni e io avevo paura che qualcuno venisse alla forgia a derubarci o farmi del male, così iniziai a usare a spada di nascosto, perché lui non voleva e non riusciva a capire che io… che io…” boccheggiò come se stesse soffocando.
Demia la fissò accigliata. “Vieni” disse con tono perentorio.
Valya la seguì in silenzio.
Non l’ho convinta, pensò. Ora ordinerà ai suoi soldati si scortarmi fino a Ferrador e io dovrò trovare un modo per andarmene e continuare a fuggire chissà dove e per chissà quanto tempo.
 “Lyka” disse Demia.
Una donna col mantello bianco si avvicinò. “Comandante.”
“Riferisci a Jelric che può tornare nella sua formazione.”
“Non ti ha servita bene come attendente?”
“Il suo lavoro è stato più che soddisfacente, ma è tempo che torni a un compito attivo. Ho trovato una nuova attendente.”
“Posso chiederti di chi si tratta?”
Demia indicò Valya con un cenno della testa. “Registrala nella terza formazione della seconda linea.”
Lyka guardò Valya con espressione perplessa ma annuì. “Dirò a Refu l’erudito di trascriverla sul diario dell’armata.”
“E falle assegnare una paga di due monete al giorno, come per le reclute.”
“Sarà fatto” disse Lyka prima di allontanarsi.
Demia tornò a rivolgersi a Valya. “Ora sei sotto il mio comando. Sarai la mia attendente sul campo.”
Valya trattenne a stento un sorriso. “Sono onorata.”
“Sul serio? Di solito l’attendente del comandante è il più incapace tra i soldati di un’armata. Per molti è una punizione ma per te farò in modo che sia molto di più. Ora vai a cambiarti perché hai un odore tremendo e non ti lascerò entrare nella mia tenda con quello sporco addosso.”

 
  
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