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Autore: MaryElizabethVictoria    28/04/2021    0 recensioni
Elizabeth Smith è una ragazza di diciassette anni perfettamente normale che conduce una vita perfettamente normale, quasi noiosa. Fino a che un giorno tutto cambia improvvisamente e si ritrova sola in un posto strano e che non conosce, circondata da ragazzi e ragazze della sua età con superpoteri. Riuscirà la normalissima Ellie ad integrarsi nel gruppo e soprattutto a capire cosa diamine le è successo?!
Alla fine andrà tutto bene, giusto?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ellie Smith venne trasferita insieme con gli altri in una struttura dello Shield dove i feriti, compreso Michael, vennero immediatamente assistiti.
Ormai la ragazza era diventata talmente avvezza ad essere prelevata e spostata come un pacco da non farci più caso e ubbidire con passività alle istruzioni degli agenti, che le arrivavano lontane come da un altro pianeta. Era talmente sconvolta da tutto da sentirsi quasi calma. Passata l’urgenza dello scontro, l’adrenalina aveva lasciato il posto ad un vuoto totale e ovattato. Probabilmente stava ancora elaborando lo shock di aver scoperto che la sua vita fino ad ora era stata solo una menzogna.

E intanto quelli continuavano a parlare e parlare, ponendole domande stupide...

Si sentiva esausta, chissà se le avrebbero permesso di dormire almeno un paio d’ore per recuperare, pensò la ragazza afflosciandosi letteralmente sul tavolo degli interrogatori. Quando un agente fece per svegliarla, con l’intenzione di porle ulteriori domande, venne bloccato da una mano metallica.

-Sta con noi- spiegò tranquillamente il Sergente Barnes, facendo sì che finalmente la lasciassero in pace.

Effettivamente al suo risveglio la ragazza si ritrovò in un letto come si deve accanto a quelli di Sarah e di Cali.

Cali Erikssen dopo quasi tre trasfusioni di sangue, aveva finalmente ripreso conoscenza e adesso non la smetteva più di lamentarsi di essersi persa tutta l’azione. A suo dire le sarebbe piaciuto un sacco menar le mani contro quelli che li avevano segregati per un anno in quel postaccio con il solo scopo di usarli alla fine come cavie. In tutta franchezza la ragazza era piuttosto soddisfatta a di non essere morta e, a dirla tutta, ora godeva di altri vantaggi, ad esempio tutte le attenzioni di Sebastian, che non aveva mai lasciato il suo fianco durante la convalescenza e che, abbandonata ogni dignità, scattava come una molla a ogni suo desiderio.

Temere di perderla in quel modo lo aveva scosso profondamente, ma aveva anche avuto il merito di farlo riavvicinare a suo padre. Il buon dottore, oltre ad essere stato scagionato dal presunto omicidio della moglie, motivo principale dei loro scontri del passato, aveva guadagnato molti punti agli occhi di suo figlio salvando Cali per un soffio. Adesso tutti ne ridevano, ma al momento dello scontro finale Cali aveva già perso talmente tanto sangue che se fosse stata umana sicuramente non ce l’avrebbe fatta. Solo una trasfusione d’urgenza aveva di fatto evitato il peggio e l’unico donatore compatibile era stata la madre Ingvild, volata lì in tutta fretta da Oslo con l’aereo privato di Pepper.

Di questo Cali era furente.
Dopo quasi cinque anni passati ad evitarla ora doveva pure dire grazie a quella donna per averla salvata...

Poi naturalmente c’era Sarah, anche lei convalescente a causa di qualsiasi cosa le avessero iniettato e che aveva dormito più di tutti, vegliata giorno e notte dai genitori. Non appena si era svegliata tutti le erano stati addosso, costringendo quasi il personale medico a cacciarli fuori. Le avevano naturalmente chiesto cosa le fosse successo là dentro e soprattutto come fosse riuscita a scappare dal laboratorio, ma la ragazza asseriva di non ricordare niente e di avere solo dei flash ancora molto confusi sull’accaduto. Non aveva dato spiegazioni in merito a come fosse riuscita a scappare dal laboratorio e negava che qualcuno l’avesse aiutata, attribuendo le sue parole di prima allo shock e al sedativo che le avevano fatto vedere chissà cosa.

Blake Foster era sempre accanto a lei e seppur perplesso aveva accettato le sue parole, riservandosi di indagare con calma più avanti... ci sarebbe stato tempo. Intanto nessuno aveva avuto il coraggio di cacciarlo fuori dalla stanza di Sarah. Dopo aver spiegato a tutti l’accaduto e aver rassicurato il nonno, Blake si era di fatto trasferito sul divano nella stanza delle ragazze insieme a Sebastian.

I gemelli e Morgan avevano preso una poltrona ciascuno e il gruppo si era ricompattato tutto lì.

Gli adulti non poterono far altro che accettare quella situazione strana, dal momento che in gran parte era colpa loro se i ragazzi ora si sentivano più al sicuro stando insieme tra loro che con le rispettive famiglie. Parlavano pochissimo alla presenza di estranei, mentre tra di loro si scambiavano un sacco di commenti e speculazioni sull’accaduto.

In particolare Blake insisteva nel voler sapere da Sarah a chi si riferiva quando aveva dichiarato che ‘lui’ l’aveva portata fuori.

-Ma te l’ho già detto...a nessuno!- ripetè lei per l’ennesima volta- Ero ancora stordita non so neanche quello che ho detto... sarà stato Tommy a portarmi fuori insieme agli altri.

-Lui dice di no. Che non sapeva neanche dove ti avevano portata.

-Se non lui qualcun altro, che ne so, forse mi sono liberata da sola...Blake non capisco perchè è così importante parlarne adesso... alla fine me la sono cavata,no?

-Si ma è comunque strano, qualcosa non torna. E le manette che fine hanno fatto? Se non sei uscita da sola vuol dire che qualcuno ci stava aiutando...e se...

Blake non ebbe il tempo di terminare la frase o di realizzare cosa stava succedendo che la ragazza lo aveva afferrato per la maglietta, facendo leva su di essa per alzarsi a baciarlo sulla bocca. Fu un bacio incredibilmente appassionato per essere il primo di entrambi.
Probabilmente la brutta esperienza appena passata li aveva resi particolarmente affezionati alla vita e alla possibilità di esplorarsi finalmente le tonsille dopo anni che ci giravano intorno.

Quello era anche stato sicuramente il metodo migliore per scoraggiare il ragazzo dal porle ulteriori domande scomode.

Gli altri ragazzi fecero discretamente finta di non vedere, benché ormai se lo aspettassero da tempo, voltandosi dall’altra parte con un leggero sorriso in volto. Giunta la sera erano ancora semisdraiati l’una accanto all’altro con le dita intrecciate.

Stavano un po’ scomodi per la verità, ma almeno erano insieme.
Fortunatamente ci pensò Kaya Strange a prendere l’iniziativa di espandere la stanza, facendo comparire dal nulla letti in numero adeguato ai ragazzi oltre che una tavola letteralmente imbandita di ogni pietanza conosciuta.

-Materializzare non è niente di che- precisò tranquillamente la dea del caos- se ci fosse un manuale per divinità, sarebbe a pagina tre, subito dopo la prefazione di Bono Vox. Niente di complicato davvero, se volete ve lo insegno...- aggiunse rivolta ai ragazzi come se si trattasse della cosa più normale del mondo. Cali Erikssen stava già annuendo con entusiasmo.

-Assolutamente no- intervenne suo marito, sempre per limitare i danni-Non puoi andartene in giro a far comparire cose come se nulla fosse Kaya.

-Perchè no?

-Non sarebbe naturale.

-Perchè quello che fai tu invece lo è?!

-Plasmare la materia esistente è molto diverso dal crearne dal nulla. Ci sono delle conseguenze che tu neanche consideri...

-Sai dove puoi mettertele le tue amate conseguenze...

Seguì appassionato dibattito su quali limiti dovesse porsi la magia nella mutazione della realtà, segno abbastanza chiaro di almeno due cose: la prima che i due avevano visioni totalmente opposte e inconciliabili della faccenda, la seconda, diretta conseguenza della prima, che non ci sarebbe voluto molto prima che tornassero insieme.

-I tuoi facevano sempre così anche prima?- domandò Blake al suo amico, tirandolo da parte.

-Da quando ne ho memoria- confermò Sebastian, che era troppo felice di vederli di nuovo entrambi, seppur nel consueto contrasto -Dunque tu e Sarah...?

-Io e Sarah - confermò a sua volta Blake con orgoglio.

-Complimenti: ci avete messo fin troppo a decidervi.

-Senti da che pulpito... e con Cali allora?

-Non è la stessa cosa.

-E’ esattamente la stessa cosa! Con l’aggravante che, ormai sembra in un’altra vita, ho scommesso contro i gemelli soldi che nemmeno possiedo che saresti stato tu il primo a farsi avanti. Quindi non mi puoi deludere.

-Sicché dovrei sacrificarmi per farti vincere la tua stupida scommessa ed evitarti la bancarotta.

-Già, tra le altre cose... e non mi sembra un gran sacrificio detto tra noi, considerando che te la sogni anche la notte da quanto ci stai in fissa...

-Ma tu come...

-Dividiamo la camera da quando abbiamo tredici anni Sebastian. Una camera molto piccola. Ti prego, non farmi aggiungere altro.

-Ma è Cali! La conosci anche tu, non prende mai niente sul serio...e se le andassi a parlare di una cosa del genere mi riderebbe in faccia come minimo e poi me lo rinfaccerebbe a vita...e se non le interessa?! Sia chiaro che questo genere di faccende non interessa neanche a me, figuriamoci, ma insomma...è Cali!!!

-Amico, voleva sacrificarsi per salvare te... non mi sembra esattamente un segno di disinteresse.

Dopo vari ragionamenti astrusi che comunque terminavano tutti con il nome della ragazza in questione, accompagnato da frequenti recriminazioni, le obiezioni terminarono.

Con una sonora pacca sulle spalle da parte di Blake, Sebastian venne sospinto in avanti verso il letto di Cali, accingendosi a fare quello che andava fatto e parlare finalmente alla ragazza.

Tutti gli altri, curiosi com’erano di non perdersi una parola,  rimasero molto delusi quando i due tirarono le tende per isolarsi in una fitta conversazione che voleva evidentemente restare privata da entrambe le parti.

Da dietro il pesante tendaggio erano visibili solo i loro profili che gesticolavano freneticamente, dal momento che ne ciascuno difendeva le proprie ragioni.

Poi si avvicinarono e le due ombre si confusero in una sola.

Tutto era andato per il meglio.

-Alla fine hai vinto tu...fantastico- commentò Sarah, riferendosi alla famosa scommessa.

-Già- sospirò Blake che non faceva mistero di essere al settimo cielo sia per il suo amico che per sè stesso- Non è molto ma magari posso usarli per l’anticipo di un piccolo appartamento a New York e pagarmi il resto con qualche lavoretto...almeno la California è scampata ancora per un po’.

-Lo dici come se si trattasse di andare ai lavori forzati. Lo sai che hanno degli ottimi college in California?

-Se è per questo ci sono anche qui...almeno possiamo restare insieme- azzardò il ragazzo, speranzoso.

Ma a quelle parole Sarah si irrigidì notevolmente, segno che c’era qualcosa che non andava. C’era sempre qualcosa che non andava con Sarah, tutte le volte che tentava di avvicinarsi quel passo in più.
Quando c’era Philip era stata una questione di lealtà perchè è praticamente una regola non scritta che non puoi provarci spudoratamente con la sorella del tuo migliore amico, a prescindere da quanto lei sia fantastica. Dopo la sua scomparsa era stato proprio quel vuoto a dividerli, almeno in campo romantico. Quello sarebbe stato proprio il momento peggiore di iniziare qualcosa perchè sinceramente nessuno dei due era in vena. Infine ora, dopo che avevano nuovamente rischiato la vita, dopo che Blake aveva sperimentato ancora una volta che non avrebbe sopportato di perderla e si era deciso a parlarle apertamente dei suoi sentimenti, dopo che si erano baciati appassionatamente non meno di poche ore fa, ecco che Sarah trovava di nuovo la maniera di tirarsi indietro e ribaltare la situazione.

-Quanto a questo... non so se sarebbe una buona idea- disse la ragazza, affondando sempre di più le mani nelle tasche e stringendo le spalle.

-Veramente a me sembra un’ottima idea, l’unica idea che abbia senso da quando ne siamo usciti! - poi, eludendo ogni tentativo della ragazza di sottrarsi a un contatto visivo diretto, Blake la guardò direttamente negli occhi celesti aggiungendo- Voglio stare con te Sarah e con nessun altra.

-Sinceramente mi sembra troppo presto.

-O troppo tardi. O troppo avventato. O troppo perfetto... Quale altra scusa vuoi trovare?

-Non ho bisogno di trovare scuse... solo che adesso non me la sento.

-Va bene- convenne Blake- posso aspettare. Non c’è nessun problema. Che siano uno o cent’anni per me non fa differenza, sono sicuro di quello che provo. Se preferisci riparlarne tra un po’ di tempo...

-Questo assolutamente non lo accetto! - lo interruppe Sarah-Non voglio che aspetti per tutto quel tempo, non voglio per niente che aspetti qualcosa che forse non sarò mai in grado di darti! Non sarebbe giusto. Non voglio illudere proprio te. Meglio che la finiamo qua senza andare oltre...se davvero ci tieni alla nostra amicizia...possiamo restare così come eravamo prima, no?

Ma sapevano entrambi che ormai restare amici non sarebbe più stato possibile per nessuno dei due. Rimasero lì ancora per qualche minuto, sconsolati e afflitti.

Blake, che non riusciva a rassegnarsi, proprio non la capiva! Era stata lei a baciarlo, dannazione, lei a dargli una speranza! Proprio quando le cose stavano andando nel verso giusto aveva sperato di poter ufficializzare le cose anche con Sarah. Erano anni che si giravano attorno, comportandosi da coppia anche senza esserlo dichiaratamente. Sarah non era mai uscita con nessuno nonostante fosse la ragazza più ammirata della scuola praticamente da sempre, non aveva mai dato confidenza a nessuno nonostante Cali non facesse che proporle un ragazzo dopo l’altro, anche qualche ragazza per non lasciare nulla di intentato. E dopo quel bacio non aveva motivo di credere di esserle indifferente...

-Dimmi la verità- insistette il ragazzo, con il morale sotto le scarpe- Almeno questo.

Ma Sarah non ne aveva proprio intenzione.
Ormai aveva deciso che non avrebbe coinvolto nessun altro nel suo ultimo disperato progetto.
Non avrebbe messo a rischio più nessuno, tanto meno le persone di cui più le importava al mondo.

-La verità... è che ti vedo come un amico- mentì, sperando almeno di essere convincente.

Mentire a suo padre e a tutti gli altri quando gli aveva detto di non ricordare niente era stato facile, ma non era sicura di avere la fermezza necessaria per fare lo stesso con Blake.

Prima, quando si era sentita messa alle strette, aveva quasi ceduto. Era stata debole, concedendosi almeno un bacio, almeno quello, prima di dover rinunciare ad una storia mai veramente iniziata. Ma doveva essere capace fare molto di più se voleva sperare di poter ritrovare suo fratello.

Anche se questo avesse significato vedere il ragazzo che amava andarsene...letteralmente.

Blake Foster si allontanò in tutta fretta, deluso, con il cuore a pezzi ed era tutta colpa sua.

-Ahi! Thunderboy non l'ha presa bene- commentò Morgan Stark, unica ad essere stata messa al corrente del piano- Sei sicura di quello che hai fatto?

-Si- confermò Sarah, che come al solito ostentando molta più sicurezza di quella che in realtà possedeva- Non c'era altro modo di impedirgli di seguirci.

La ragazza annuì. Anche se avevano smesso di frequentarsi negli ultimi anni, era lei a conoscere Sarah da più tempo e forse l'unica a non idealizzarla. A comprendere che nei suoi tentativi di essere eroica l'amica sapeva anche essere molto crudele. Non che Morgan lo fosse meno.
Forse per questo si capivano così bene, tanto è vero che Sarah, mettendo da parte le incomprensioni del passato, si era subito rivolta a lei per elaborare un piano e mettersi sulle tracce di Philip. Senza coinvolgere nessun altro.

Se suo fratello avesse voluto farsi trovare sarebbe rimasto, dopo averla salvata dal laboratorio.

Se non si era mai fatto vivo nemmeno con lei, nemmeno sapendo quanto tutti ci stessero male  e aveva preferito che continuassero a crederlo morto ci doveva essere un ottimo motivo.
E lei lo avrebbe scoperto.

-Senti, sei proprio sicura anche di quello che mi hai detto di aver visto...- disse Morgan, giocherellando con i bordi della coperta.

-Ti parlerei ancora se così non fosse?

Effettivamente Sarah non aveva torto. Morgan sapeva benissimo di essere stata 'graziata' con lei dal momento che Sarah si era resa conto che il fratello era ancora vivo.

-Ma non lo hai detto nemmeno a tuo padre! Lui certamente può esserti molto più utile di me per trovarlo.

-Figurati, anche se fosse lui non accetterebbe mai di coinvolgermi nelle indagini... non dopo oggi. Ci ritroveremmo al punto di prima, tagliate fuori completamente! E poi sento che anche Philip non vorrebbe coinvolgere i nostri genitori...in qualsiasi cosa sia invischiato. Se vogliamo arrivare da qualche parte dobbiamo pensarci da sole.

-E gli altri?

-Ne hanno già passate troppe- decise Sarah- ci penseremo da sole coi nostri poveri mezzi.

-Sole può darsi, ma povere decisamente no!- obbiettò Morgan- Ho clonato la carta di credito di mia madre a cinque anni... direi che per le spese di viaggio siamo ampiamente coperte.

Sarah per poco non si mise a ridere, nonostante in quel momento ne avesse pochissima voglia.

-Che c'è?- chiese la piccola Stark sbuffando.

-Niente...Sei sempre la solita comunista col rolex.

-E tu la solita perfettina del cazzo- sorrise Morgan a sua volta.

Era ormai deciso. Avrebbero ritrovato Philip da sole.



 

Intanto che le ragazze definivano i dettagli del loro piano, nella sua casetta Wanda Maximoff aveva allegramente messo su il the per la sua ospite.

-Poi ho visto i tuoi ragazzi- le stava raccontando Kaya, che si era accomodata sul divano anni 50 accanto all'amica- come sono cresciuti! Dovete essere molto orgogliosi entrambi tu e Visione.

-Come anche il tuo Sebastian, un ragazzo talmente dolce ed educato!- cinguetto Wanda, versando il the nelle tazzine.

-Già... non come quel cafone di suo padre. Sono sicura che lo abbia trascurato terribilmente in mia assenza...e non solo questo- Kaya in quel momento era decisamente incline ad aspettarsi il peggio da suo marito- Senti non so come chiederlo in maniera più delicata, ma, ultimamente, che tu sappia... insomma...Stephen si scopa la sua ex?

Wanda scoppiò a ridere di fronte al caso di gelosia peggio dissimulato dell'universo.

-Christine? Oh no. La dottoressa Palmer si è sposata anni fa. Con una graziosissima infermiera. Non credo rientri più nei suoi interessi- informò l'amica.

-Bene- disse Kaya, che per quanto lo volesse minimizzare era molto più tranquilla dopo quelle rassicurazioni di Wanda, che tutto sapeva di ogni linea temporale possibile -Avrei dovuto ucciderli entrambi naturalmente e sarebbe stata una seccatura.

-Tesoro...non devi preoccuparti. Vedrai, ti supplicherà in ginocchio di tornare...E nel frattempo puoi restare con me e Vis tutto il tempo che vuoi. Ci divertiremo ancora come una volta io, te e Jane!

-Viene anche Jane? Mi avevano detto che era morta.

-Oh, loro ancora non sanno niente di cosa sia davvero successo a Jane Foster. Non hanno idea neanche di cosa stia succedendo ad Asgard!Ma certamente Jane è la chiave...- disse Wanda, sempre con il suo tono di voce trasognato- Dell'altro the?

-Si grazie!- sorrise Kaya- Allora, mia cara...raccontami tutto quello che mi sono persa.

 

 

TO BE CONTINUED...MAYBE




Buongiorno a tutti! Eccoci giunti alla conclusione di questa modesta digressione, con qualche cliffhanger come da migliori tradizioni.
Mi sono anche impegnata con la scena post credit, dai...
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto e apprezzato questa storia, a cominciare naturalmente da InsurgentMusketeer, con cui ho condiviso ogni passo...Se vi è piaciuta questa storia, vi consiglio di andare immediatamente a dare un'occhiata al suo lavoro sul fandom che è stupefacente!! Se questa piccola avventura mi ha lasciato qualcosa mentre scrivevo lo devo a lei... è stata soprattutto la nascita di una bella amicizia di penna^^
Un saluto di cuore.

Mary


 

  
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