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Autore: riccimmargheritaa    28/04/2021    0 recensioni
Short story Wemma, con protagonisti Will Schuester e Emma Pillsbury da Glee. Altri personaggi presenti presi dalla serie tv sono Carl Howell e Terri Delmonico.
Trama:
Emma Pillsbury è una ragazza bassa, mingherlina, con la pelle bianchissima, i capelli rossi lisci, due grandissimi occhi color nocciola e qualche lentiggine sul viso.
È timida, ha un'ossessione per l'ordine e la pulizia e non è sicura di se stessa.
Si è appena trasferita al liceo McKinley, secondo anno.
Will Schuester è un ragazzo altro, fisico abbastanza muscoloso, con i capelli biondi ricci, gli occhi azzurri e una fossetta sul mento.
È sicuro di se stesso, abbastanza popolare e non riesce a controllare i suoi istinti.
Frequenta il secondo anno al liceo McKinley.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Pillsbury, Terry Schuester, Will Schuester
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Otto anni dopo

(EP)

Oggi è il gran giorno. Il mio gran giorno.

Cinque mesi fa Carl mi ha fatto la grande proposta, eravamo in vacanza alle Hawaii, lui si è inginocchiato, ha preso fuori l'anello e mi ha chiesto se volevo sposarlo. E io ho detto si. È quello che voglio davvero. E oggi sta accadendo. Tra qualche minuto entrerò in quella chiesa, guardata da tutti, percorrerò l'altare e diventerò la moglie di Carl Howell. 

Mai e poi mai avrei immaginato di sposare un uomo del genere, ma succederà e l'emozione è al massimo.

L'organo inizia a suonare, segno che è il mio momento. Faccio un profondo respiro e, preceduta dalle damigelle, entro in chiesa.

Guardo verso l'altare, dove mi aspetta il mio uomo, che presto diventerà mio marito, sorridente con non mai.

Io percorro lentamente la navata, fino a raggiungerlo e posizionarmi difronte a lui.

Il prete comincia la cerimonia.

Improvvisamente mi torna in mente tutta la mia vita, a partire dal primo anno di liceo, quando ero una povera sfigata che nascondeva se stessa più che poteva e aveva una vita inutile. Poi ho cambiato scuola e ho conosciuto la persona che mi ha letteralmente cambiato la vita. Ho cominciato ad avere un po' di autostima, a volermi bene, a prendermi cura di me stessa. Ho passato un anno bellissimo, in cui sono cresciuta e diventata una persona migliore. E poi è arrivato Carl, col quale ho passato gli ultimi otto anni della mia vita e adesso sto per sposarlo. Tutto questo non sarebbe mai successo se non avessi incontrato colui grazie al quale ho deciso di vivere la vita invece che subirla. Improvvisamente sento il cuore accelerare il battito ed ecco che, uno ad uno, mi tornano in mente tutti i momenti passati con lui. Il mio primo giorno di scuola, quando mi ha difesa ed aiutata a ricompormi, il nostro primo bacio, le feste insieme, i pranzi, le uscite, la nostra prima volta, gli allenamenti, i suoi baci, i suoi abbracci, i suoi splendidi occhi azzurri, i suoi soffici ricci biondi, le sue dolci labbra, le sue forti braccia.

"Io amo ancora Will." mi dico mentalmente, mentre il mio cuore batte fortissimo al ricordo di tutti questi momenti.

Ho passato questi otto mesi cercando di non pensarci per niente e non mi era mai tornato in mente quanto bene mi facesse stare vicino a lui.

-Vuoi tu Emma prendere Carl come tuo legittimo sposo?- sento la voce del prete che mi riporta alla realtà.

Rimango immobile, incapace di fare o dire qualsiasi cosa.

-Scusami Carl.- sussurro dopo qualche istante.

-Cosa?- chiede lui, devo aver parlato troppo piano.

-Scusami davvero.- ripeto io, a voce un po' più alta. Poi mi tolgo le scarpe, alzo la gonna con le mani e corro via, sotto gli sguardi attoniti di tutti, senza mai voltarmi indietro.

Corro verso l'unico posto dove so che potrò essere davvero felice.

Suono il citofono insistentemente, ad aprirmi è Kevin, il coinquilino di Will. -Emma ciao, cosa ci fai qui, perché non sei al tuo matrimonio?-

-Dov'è Will?- domando io, entrando in casa frettolosamente.

-È andato al tuo matrimonio.- risponde lui, indicandomi il computer di Will, aperto sul tavolino. Sullo schermo si vede l'invito al matrimonio di Carl Howell e Emma Pillsbury.

-Non c'è al mio matrimonio. Secondo te sarebbe mai venuto?- chiedo arrabbiata.

-Neanche io lo credevo, ma lui ha insistito e mi ha assicurato che sarebbe andato, si è anche messo la cravatta.- insiste Kevin.

-Sai dove può essere?- Lui scuote la testa e io mi metto le mani nei capelli, disperata. Potrebbe essere ovunque, per quanto ne so è in un bar a sbronzarsi oppure ha preso un biglietto per le Maldive oppure si è trovato una tipa da farsi.

Il mio cellulare vibra, me lo sono messo nel reggiseno fuggendo via dalla Chiesa.

Lo accendo, vedo un messaggio vocale da Will.

Mi affretto ad ascoltarlo.

-Ciao Emma. Probabilmente sarai già diventata una Howell quando ascolterai questo messaggio, perciò congratulazioni. Sono felicissimo per te. Per me invece sono un po' meno felice. Sto andando a fare una cosa che volevo fare già da qualche tempo e finalmente mi sono deciso. Prima però volevo salutarti e dirti che ti amo davvero tanto, non ho mai smesso di farlo. Il mio compito è renderti felice, tu lo sei, ti sei sposata e vivrai la tua meravigliosa vita con Carl, che ti ama tantissimo. Perciò il mio compito è finito, sono riuscito a portarlo a compimento. Ciao Emma, ti amo tantissimo, sappi che non smetterò mai di farlo.- non è ubriaco, ma si sente dalla voce che ha bevuto un po'. Le lacrime mi salgono agli occhi e io le lascio scorrere, mentre mi precipito fuori dalla porta riascoltando di nuovo l'audio e concentrandomi sui rumori in sottofondo per capire dove si trova.

-Aspettami Emma, vengo con te! Non puoi cambiarti?- mi chiede Kevin, prendendo le chiavi della macchina.

-Will sta per uccidersi per colpa mia, ti sembra il caso che perda del tempo cambiandomi?!- gli urlo in faccia, piangendo violentemente.

Lui non risponde, ma si affretta a far partire la macchina. Nel tragitto io riascolto l'audio.

-C'è rumore di macchine, quindi è in strada. E questo sembra lo scrosciare di un fiume. Il ponte! Vai al ponte!- ordino, mentre lui accelera e si dirige nel luogo indicato da me.

Io continuo a piangere mentre aspetto che arriviamo, non appena la macchina si ferma, apro lo sportello e corro sul ponte, senza neanche richiuderlo. Rimango delusissima nel non vedere Will, comincio a piangere più forte e torno indietro.

"Cerca di pensare Emma." mi ordino mentalmente. "È pomeriggio, non potrà farlo in un ponte pieno di macchine alla luce del giorno, no?" mi sforzo, cerco di mettere in funzione ogni singolo neurone. "Ma certo! Il ponte pedonale! Di lì non passa mai nessuno!"

Corro verso la mia meta, non preoccupandomi minimamente di sporcare il vestito, nel frattempo ha cominciato a piovere, ma io non mi fermo neanche per prendere fiato. Lo vedo davanti a me, il ponte pedonale, al centro c'è una persona, un uomo, seduto con le gambe che penzolano nel vuoto.

Accelero la corsa e mi sbrigo a raggiungerlo.

-Will! Will, non farlo! Ti prego! Non farlo!- urlo, poi lo raggiungo e mi inginocchio accanto a lui. Lui sta guardando in basso, con lo sguardo perso. Gli prendo le mani e lui si volta a guardarmi. I suoi occhi sono rossi e le guance rigate di lacrime, segno che sta piangendo anche lui.

-Will ti prego, non farlo!- esclamo, stringendogli fortissimo le mani.

-Perché non dovrei?- domanda, la bottiglia di Vodka accanto a lui è piena solo per un quarto, mi stupisco che non abbia già vomitato tutto l'alcool che ha in corpo.

-Perché io ti amo Will.- gli dico sinceramente, senza girarci troppo attorno. -Anche io non ho mai smesso di amarti. Sono riuscita a dimenticarti per un po', ma tutto è ritornato fuori nel momento esatto in cui ho ripensato a te e a come mi hai fatta sentire. Ti amo Will Schuester e voglio passare il resto della mia vita con te.-

Lui mi guarda in silenzio per un po', poi sussurra:-Davvero?-

-Davvero.- e detto ciò lo bacio, finalmente dopo tutto questo tempo passato lontano da lui riunisco le mie labbra alle sue. Dentro di me scoppiano i fuochi d'artificio e non desidero altro nella vita che stare tra le sue braccia.



(WS)

-Davvero.- conferma lei.

Sono brillo, ma ancora abbastanza lucido da capire che è sincera, che davvero mi ama ancora.

Mi bacia e finalmente sento di nuovo le sue labbra sulle mie, mi mancava così tanto la sua vicinanza, mi mancava il suo corpo, mi mancava la sua voce, mi mancava ogni singola cosa di lei.

Dopo un po' si stacca e mi aiuta a rialzarmi.

-Credo che quella bottiglia puoi buttarla.- mi dice, indicando la bottiglia ancora per terra. 

Io le do un calcio e la lascio cadere nel fiume che scorre sotto di noi.

Poi prendo Emma per mano e ci incamminiamo giù dal ponte.

-Non era necessario che ti vestissi da sposa per dirmi che mi ami.- la prendo in giro io.

-Sei un'idiota.- ribatte lei ridendo.

-Si, lo sono.- concordo. -Ti amo anche io. Tantissimo.-

Lei sorride e ci baciamo di nuovo, abbracciati, sotto la pioggia, fregandocene del fatto che siamo entrambi fradici e zozzi perché siamo insieme e questa è l'unica cosa che importa ora.



Spazio autrice

The end!!! Finalmente! Che figata, mi ricordo che ci ho messo tipo tre giorni a scrivere sti dieci capitoli. Era estate e quindi avevo tempo, non come ora che non riesco nemmeno a respirare. Comunque anche questa mini avventura è conclusa, spero che abbiate apprezzato, io mi sono divertita a rileggere il frutto del lavoro della me stessa di qualche mese fa. Chiedo perdono di nuovo se non sono stata molto regolare nella pubblicazione dei capitoli, ma sono fatta così, ahaha. Annuncio già che ovviamente non sparirò, forse solo per qualche giorno, in modo che riesca a preparare altre short stories o one shots prima di pubblicare la prossima. Comunque ne arriveranno altre, ne ho alcune già pronte e soprattutto ho un miliardo di idee in testa e di neuroni che lavorano per produrre i viaggi mentali che servono alla nascita di queste idee. Vi auguro una buona giornata e ci si becca alla prossima.

xoxo

   
 
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