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Autore: carmi15    30/04/2021    1 recensioni
Mi aveva promesso che si sarebbe fatta sentire non appena arriva a San Diego, ma di lei nessuna traccia” “Jug, Betty è sparita” disse con fare serio.
Una doccia fredda attraversò tutto il mio corpo. Chiusi il laptop per concentrarmi sulla mia interlocutrice.
“Certo che è sparita” iniziai, irritato “la mia ragazza.. ah no, aspetta, cosa dico” mi corressi “la mia ex ragazza mi ha mollato, per andare ad arruolarsi nell’FBI. E come se già questo non facesse abbastanza male, mi ha lasciato”
Mi leccai le labbra, fermandomi un po nel parlare, la rabbia stava ribollendo nelle vene e il cuore sanguinava “e visto che non si è fatta mancare nulla, sono passate due settimane dalla sua partenza e non si è fatta sentire. Mi ha gettato via come spazzatura, dopo tutto…”
Vidi Veronica trattenere il respiro. Si lasciò andare una mano nei capelli corvini, chiudendo gli occhi.
“Non capisci. E’ sparita”
La frustrazione nella voce di Veronica era palpabile. La cosa mi divertì molto. Non aveva ancora capito.
“Avrà scaricato te, come ha fatto con me”
Vidi il vido di Veronica contorcersi dalla rabbia, ma non si smosse più di tanto. Era una caratteristica che aveva ereditato da suo padre.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Veronica Lodge
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Jughead entrò nell’ufficio di suo padre sembrava una furia. Quando si sbatté dietro le sue spalle la porta, il vetro incastonato in questa iniziò a vibrare, e con esso anche la scritta SCERIFFO. FP saltò dalla sedia, mentre guardava stranito suo figlio.
“Jughead?” sembrava confuso.
Il ragazzo si portò una mano sulle labbra e strinse forte “papà” disse a denti stretti “betty”

FP aggrottò le sopracciglia “ragazzo, stiamo indagando.. la troveremo al più presto. Non agitarti, il sangue rinvenuto nel salotto non vuol dire per forza omicidio… noi stiamo..”
Suo padre smise di parlare quando vide che il ragazzo si accasciò sulla sedia difronte alla sua scrivania e iniziò a piangere copiosamente.
Sapeva che Betty e Jughead erano legati da qualcosa di unico, sapeva quanto suo figlio ci tenesse a quella ragazza. E sapeva anche che si erano mollati perché Betty doveva partire a San Diego e arruolarsi nell’FBI.
Ma non aveva mai visto suo figlio piangere.
Non aveva pianto nemmeno quando a 4 anni era salito di nascosto sulla sua moto, spenta, e l’aveva fatta capovolgere. Ricordava sua madre urlare quando vide Jughead schiacciato dalla moto, ma tutto quello che disse fu “mi date un aiutino?”
Ma ora, lì, in quella stanza, lo vide debole. Molto debole, fragile.
Gli si strinse il cuore e si avvicinò a lui, poggiandogli una mano sulla spalla “figliolo, so quanto ci tieni a Betty e stiamo facendo tutto il possibile per.. trovarla. Ma sai meglio di me che quella ragazza è una tipa in gamba”
“Papà..” singhiozzò Jug “Papà.. Betty ora è debole. Lei è incinta”
Tolse le mani dagli occhi e osservò suo padre guardarlo con gli occhi sgranati. Anche il suo labbro inferiore tremò.
“Non.. non mi è stato detto nulla.” La sua voce tremava.
“Nemmeno io papà, non l’avrei lasciata andare se avessi saputo..” il ragazzo si bloccò “me l’ha detto la signora Cooper, sono andato a trovarla”

Rimasero entrambi in silenzio, per qualche minuto.
Poi finalmente FP parlò “se è così, dobbiamo trovarla il prima possibile”
Annuì con la testa, più per convincere sé stesso che Jughead.
Guardò nuovamente suo figlio “va a farti una doccia, riposa. Chiamerò i Serpents, loro ci daranno una mano. Non volevo coinvolgerli, ma ora è inevitabile.”
“Betty non fa più parte dei Serpents” ricordò il ragazzo
“Lei forse no.. “ iniziò lo sceriffo “ma il bambino.. il tuo bambino.. sì”

**
“Archie, tutto questo non mi torna. Charles per me, sa qualcosa”
“Ronnie, ma cosa dici?”
“Chiamalo sesto senso femminile, chiamalo come vuoi.. ma per me, qualcosa non torna”
“Ronnie, Charles è un federale, non potrebbe mai fare del male..”
La ragazza si fermò con l’auto. Era alla roulotte di Jughead. Anchie lo aveva chiamato preoccupato, e con un atteggiamento piatto aveva risposto che sarebbe andato a fare una doccia a casa.
La corvina guardò il suo ragazzo, ammiccando con lo guardo, e gli schiccò un sonoro bacio sulla bocca.
“Vai da Jug, Archie-bello” disse con voce pimpante “io vado a cercare prove”
Archie aggrottò le sopracciglia “Ronnie.. non voglio..”
“Starò attenta, baby. Stai con Jug, ha bisogno di te. E Betty, di me”

Si salutarono con un altro bacio, più passionale e Archie si diresse verso casa di Jughead.
Bussò alla porta, ma non rispose nessuno. Insistette, più volte, fino a quando un ragazzo con un asciugamano in vita gli aprì.
Si guardarono senza dire nulla. Jughead rientrò lasciando la porta aperta, segno che il rosso poteva entrare.
All’interno la roulotte sembrava come sempre, solo… molto più disordinata. Archie si guardò intorno ancora un po, e notò un mobile della cucina penzolante, con una macchia di sangue al centro.
“Vado a mettermi qualcosa addosso, serviti pure” disse il Jones, indicando il mini frigo.
Archie sapeva che lì c’era della birra. Molta birra.
Lo aprì e rimase interdetto: era pieno di... vodka?
Afferrò una bottiglia, e la guardò. Sospirò. Non c’era solo quella, ma anche alcolici molto più pesanti.
“Jug?” lo richiamò Archie
“Mh?” rispose il ragazzo distrattamente
“Hai incominciato a bere?”
“Ha importanza?”
Archie sentì un’andata di rabbia “certo amico. Dovresti cercare Betty, in lungo e in largo, non intossicarti con questo schifo”
 Il Jones puntò dalla sua stanza e si avvicinò ad Archie, minacciosamente. “Provaci tu. Provaci tu e renditi conto di quanto sia difficile. Perdere la ragazza che ami. Trovare nel suo salotto un macchia col suo sangue”
Jughead strizzò gli occhi “sapere da tuo padre che la polizia ha setacciato tutta Riverdale, ma niente”
Ma sapeva anche che lui era un combattivo, uno che non si arrendeva, uno che lottava per ciò che amava. Jughead aveva avuto poco nella sua vita, e quel poco spesso lo aveva perso.
“Amico, non è da te. Non è proprio da te tutto questo. So quanto hai sofferto, ci conosciamo dall’asilo.. ma intossicandoti così non aiuti Betty”  disse alzando la bottiglia di vodka a limone “e non aiuti tuo figlio”.
A quelle prole, vide gli occhi di Jug riempirsi di lacrime. Lo abbracciò forte, fortissimo. Il ragazzo si tolse il suo iconico berretto e lo lasciò cadere a terra, spingendo la sua testa nell’incavo della spalla di Archie, e urlò forte. Urlò tutto il dolore che aveva dentro. Quando Betty lo aveva lasciato, quando pensava che fosse partita, quando credeva che si era dimenticata di lui, quando Veronica gli aveva detto che era scomparsa, quando la signora Cooper le aveva detto che aspettava suo figlio.
Anche dagli occhi di Archie iniziarono a scendere copiose lacrime, e strinse ancor di più il suo amico.
“Ce la farai Jug, ne sono sicuro” mormorò il rosso “Betty tornerà da te, lei e il vostro bambino”
“Sarai un padre meraviglioso, sarai il padre che tutti vorrebbero. Ne sono certo”
“Ne sono certa anche io” una voce fece capolino nella stanza, e la mora di bloccò
Osservava entrambi i ragazzi rossi in viso e con le guance bagnate dalle lacrime.
“Ragazzi..”
Jughead si asciugò velocemente le lacrime “non preoccuparti Ronnie, grazie per essere venuta”
“Ringraziami più tardi” disse la ragazza, entusiasta “guarda qui”
Cacciò dalla borsa una foto… e un test di gravidanza.
la foto raffigurava Betty. Era a terra, in ginocchio. Sembrava svenuta. Era sostenuta da una persona con una maschera, una maschera bianca tipo passamontagna. Sul retro della foto, vi era scritto “è viva, lo sarà fino al momento giusto”. Il test era di Betty, la foto anche.
“Oh mio dio” mormorò Archie
“Dove li hai trovati?”
Veronica fece un sorrisetto “Nell’ufficio di Charles”.
   
 
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