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Autore: Ghost Writer TNCS    01/05/2021    0 recensioni
Niflheim è sempre stato famoso per essere un pianeta tetro e ostile, ma questo non aveva fermato i coloni. Il loro spirito intraprendente e gli interessi economici di una grande multinazionale sembravano sufficienti per far fronte a qualsiasi avversità, ma si sbagliavano.
Il sogno si è infranto contro misteriose interferenze, e alla frustrazione ha fatto seguito la criminalità. Se per un amante degli esplosivi la situazione è particolarmente allettante, lo stesso non si può dire per le forze di polizia che cercano di ristabilire l’ordine, costrette a combattere un’organizzazione malavitosa più influente delle autorità ufficiali.
La sfida per la frontiera è iniziata e il più forte imporrà la sua giustizia.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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30. La verità sul Sindaco

Per Freyja era difficile trovarsi di nuovo faccia a faccia con Kerberosz. La sua aura minacciosa la spaventava, ma soprattutto non poteva non pensare a tutto quello che il tartariano aveva fatto. A Nora Linch, ai suoi colleghi, ai civili innocenti e alla colonia occidentale.

«Allora, a cosa devo il piacere?» le chiese il criminale. «Sei venuta a propormi un accordo? O volevi solo vedermi? Sai, anche io ho pensato a te in questi giorni.» Abbassò lo sguardo sul seno dell’orchessa. «Beh, al tuo corpo per lo meno… Non pensi anche tu che i nostri figli sarebbero fortissimi?»

Freyja rabbrividì al solo pensiero. L’idea di avere una relazione con il tartariano era per lei del tutto inconcepibile, così come il fatto che il criminale potesse avere dei figli. Quale futuro poteva esserci per i bambini cresciuti da una persona tanto spregevole?

«No, nessun accordo» affermò, sforzandosi di apparire più determinata di quanto non fosse in realtà. «Hai commesso azioni terribili e devi assumertene la responsabilità. Non ti farò condonare nemmeno un giorno di prigione. Ma sono venuta comunque a chiederti una cosa: tu sai chi è il Sindaco vero?»

Kerberosz sorrise divertito. «Sì, certo che lo so. E sono uno dei pochi. Soltanto io, lo Spadaccino Mistico e il Branco sappiamo la sua vera identità. Oh, e ovviamente Mowatalji. Ma perché dovrei dirtelo?»

«Da come ti sei comportato, è chiaro che non ti interessa essergli fedele, quindi perché proteggerlo? Ti sta bene lasciarlo impunito mentre tu marcisci in prigione?»

Il tartariano ci pensò su un attimo. «Se la metti così, in effetti non mi va giù che lui si goda la libertà. Del resto è grazie a me se ha raggiunto i suoi scopi. Però se ti rivelassi chi è farei un favore alla polizia… e anche questo non mi va giù.»

Freyja batté i pugni sul tavolo. «Perché fai così?! Perché ti ostini a voler sembrare lo stereotipo di un cattivo? Non ho idea di cosa tu abbia passato per diventare così, ma ti prego, non è troppo tardi. Puoi essere migliore di così!»

«Migliore? Ah, “migliore” è soggettivo!»

«È davvero questo che vuoi? Vuoi marcire in prigione, solo e disprezzato da tutti?!»

«Temuto! La gente ha paura di me perché sono più forte di loro!»

La poliziotta scosse il capo. «Ti sbagli. Presto nessuno si ricorderà di te. E se non fosse per me non saresti nemmeno qui adesso!»

Il tartariano digrignò i denti aguzzi.

«Tu hai paura del giudizio delle persone!» proseguì Freyja. «Hai paura di non essere accettato, e per questo cerchi di fare in modo che gli altri ti temano!»

«Smettila! Tu non sai niente di me! E tieniti la tua pietà: è l’ultima cosa che voglio!»

«La mia non è pietà» ribatté l’orchessa, seria. «Ti sto offrendo la mia comprensione e il mio perdono. E se non lo capisci da solo vuol dire che ne hai ancora più bisogno.»

Questa volta fu Kerberosz a battere i pugni sul tavolo. «Zitta! Ne ho abbastanza dei tuoi discorsi moralisti! Vuoi sapere chi è il Sindaco? Bene, te lo dirò, così poi mi lascerai in pace! Ma non voglio farti un favore, quindi sappi che non testimonierò. E quello che sto per dirti potrebbe essere una bugia, quindi non pensare di usare la registrazione in tribunale.» Le sorrise malignamente. «Ecco la mia versione: il Sindaco non esiste e non è mai esistito. L’ha inventato il governatore Glazkov per avere un nemico da combattere, una scusa per usare il pugno di ferro e un capro espiatorio a cui addossare la colpa per tutti i problemi della colonia. Eliminandolo avrebbe salvato la colonia e tutti l’avrebbero visto come un eroe. Divertente, non trovi? Il criminale che avete combattuto fino ad ora altri non era che il vostro capo. Mi chiedo se questo renda anche voi dei criminali…?»

Freyja rimase in silenzio.

«Certo quel tizio non è proprio un genio, senza un po’ di aiuto non sarebbe mai riuscito a far funzionare un piano del genere, sta di fatto che vi ha fregati tutti per bene, non trovi?»

Di nuovo la poliziotta non rispose.

«Adesso non fai più la moralista, eh? Beh, cosa farai? Rivelerai a tutti che il governatore è un criminale ma senza avere le prove per dimostrarlo, o te ne starai zitta e lascerai che la faccia franca?»

Freyja si alzò e raggiunse la porta.

«Goditi la disperazione, stronza!» le gridò Kerberosz, ma lei non lo stava più ascoltando.

Una volta sola, l’orchessa cercò di mantenere la calma, ma dentro di lei si stava agitando un turbinio di emozioni. Ci aveva visto giusto: il governatore era legato al Sindaco, ma questo voleva dire che aveva fatto gli interessi di un criminale. Di nuovo.

Appoggiò la fronte sul muro, sconsolata. Come avrebbe fatto a dire ai suoi colleghi che tutto ciò che avevano subito era stato pianificato per il tornaconto del governatore?

«Ehi, tutto bene?»

Lei guardò d’istinto verso il collega che aveva parlato, ma subito si voltò dall’altra parte per nascondere gli occhi lucidi.

«No» sentenziò, più ostile di quanto avrebbe voluto.

Senza guardarlo in faccia lo superò e si diresse verso l’uscita, lo sguardo basso.

Non intendeva discutere di una questione del genere al telefono: doveva andare dal commissario Mantina e riferirle tutto di persona. Di sicuro l’insettoide avrebbe saputo cosa fare… ma lei sarebbe stata in grado di accettarlo?

Salì sull’auto di servizio che aveva preso in prestito, pronta a tornare alla colonia occidentale, ma una volta a bordo non riuscì più a trattenere le lacrime.

Per quanto si sforzasse di concentrarsi sulle persone che avevano aiutato, non riusciva a non pensare a quello che lei e i suoi colleghi avevano patito per far sì che il piano di Vitaly Glazkov si realizzasse. Il nano si era preso gioco di loro fin dall’inizio, e lei non aveva nulla per incriminarlo.

Alla fine Kerberosz era riuscito a farle più male con la verità che con tutti i colpi che le aveva inferto.

Le ci volle un po’ per riprendersi dallo sconforto, ma una cosa era certa: non poteva starsene lì a disperarsi mentre i suoi colleghi erano ancora all’oscuro di tutto.

Impostò il pilota automatico della volante e il mezzo partì docilmente, dando all’orchessa la possibilità di continuare a riflettere sul da farsi.

Era triste e arrabbiata, ma doveva mettere da parte le sue emozioni per analizzare la situazione con obiettività. Il governatore godeva dell’ammirazione dei cittadini e della fiducia della Orborum Domini, quindi non poteva accusarlo senza delle prove concrete. Di sicuro il commissario Mantina non glielo avrebbe permesso.

Per quanto la cosa le desse fastidio, per il momento la scelta migliore era mantenere un basso profilo. Se non altro adesso sapeva cosa cercare: di sicuro era rimasta qualche traccia, qualche indizio in grado di tradire il governatore, e in ogni caso era solo questione di tempo prima che Vitaly Glazkov commettesse un errore. E a quel punto lei si sarebbe fatta trovare pronta. Una volta raccolte delle prove, la giustizia avrebbe potuto fare il suo corso e il vero Sindaco avrebbe pagato per tutti i suoi crimini.

Un colpo improvviso la fece sussultare. Aveva urtato qualcosa?

Un messaggio di errore apparve sul cruscotto: qualcosa aveva appena colpito il veicolo, causando gravi danni al motore. Il pilota automatico accostò e cominciò a rallentare fino a fermarsi del tutto.

Freyja capì che non si trattava di un banale incidente e controllò il suo comunicatore, ma qualcosa stava disturbando il segnale. Era chiaramente sotto attacco, ma chi poteva essere? Forse il Sindaco, o meglio il governatore, era già venuto a conoscenza della sua scoperta? Ma come aveva fatto? C’era forse un’altra spia nella polizia?

Prese la pistola d’ordinanza, attivò lo scudo energetico per ripararsi dall’aria di Niflheim e uscì dal veicolo, appena in tempo per vedere un fuoristrada a levitazione in rapido avvicinamento.

Il mezzo si fermò a una decina di metri di distanza e dai finestrini uscì uno sciame di insetti, subito seguito da cinque persone. Tutte quante indossavano delle armature.

«Polizia, fermi dove siete!» ordinò Freyja puntando la pistola.

«Quell’arma non ti servirà a nulla» le fece notare la donna al centro, presumibilmente il loro capo. «Arrenditi e nessuno si farà male.»

L’orchessa sapeva di aver ben poche possibilità contro tutti loro, ma ciò che aveva scoperto era troppo importante: non poteva arrendersi.

«Chi siete? Uomini del Sindaco?»

«Ultimo avvertimento: deponi l’arma» ribadì la criminale ignorando completamente le sue domande.

Freyja sentì il ronzio degli insetti che la circondavano, formando un anello a pochi metri da lei.

Fuggire era praticamente impossibile: uno degli assalitori imbracciava un fucile con mirino di precisione, e in ogni caso avrebbe dovuto prima di tutto neutralizzare il fuoristrada.

La sua unica possibilità era riuscire a rubare – o meglio requisire – il loro mezzo, quelli però sembravano dei professionisti: non sarebbe stato facile superarli.

Si abbassò dietro la volante.

«Salva un messaggio nella memoria dell’auto» ordinò al suo assistente virtuale. «Il governatore Glazkov è il Sindaco. Me l’ha detto Kerberosz Égettvér, ma non testimonierà, quindi dovete trovare altre prove. Gli altri che sanno la sua vera identità sono Mowatalji, lo Spadaccino Mistico e il Branco. E prendetevi cura della fata che è a casa mia. Ok, salvalo.»

«Salvataggio completato.»

Freyja prese un profondo respiro. «Scusa, Lunaria, spero trovino il messaggio.»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Alla fine la verità è venuta a galla, ma come sempre questa non è la fine dei problemi per Freyja e la polizia, semmai il contrario.

Come se non bastasse, l’orchessa ha appena lasciato Ziqi City e già è finita nel mirino di un gruppo di criminali, e non si tratta di criminali qualsiasi: di certo il Branco non si trovava lì per caso, ma al momento Freyja ha ben altro a cui pensare. Se non altro è riuscita a lasciare un messaggio nella volante. Basterà a informare i suoi colleghi di ciò che ha scoperto? E cosa ne vorranno fare di lei i cacciatori?

A presto! ^.^

PS: a quanti di voi è venuta la brutta idea di shippare la crack pair Kerby-tenerona? :P


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