Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: saffyj    03/05/2021    5 recensioni
Una commessa alle prese con gli straordinari, un cliente affascinante e un intruso misterioso....
E fu così che io, Bella Swan, la donna che reputava gli uomini solo un’inutile perdita di tempo ed energie… si ritrovò a fantasticare su due uomini… e per di più nel periodo di codifica e chiusura dell’anno… il periodo in cui tutte le sinapsi dovevano essere concentrate sul lavoro e non in inutili pensieri romantici!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutte! Grazie per le recensioni e sono felice che vi piaccia la storia!! 
Ci leggiamo presto! UN ABBRACCIO GRANDISSIMO!



Un pranzo improvvisato

Non mi fermai più oltre l’orario di lavoro. Assunsi Alice come commessa e le affidai il signor Cullen. Io mi rinchiusi nel mio ufficio e cercai di tornare la Bella che sapevo gestire. Nessun uomo, nessun mistero… solo numeri, rate da pagare e fornitori dal quale spuntare il miglior prezzo.
Lavoro. Lavoro. Lavoro. Ecco quale era la mia medicina e la mia vera vita.
 
Il leggero bussare alla mia porta mi distolse dai conti.
“Avanti” dissi continuando a riportare i dati sul registro.
“Disturbo?” e la voce del signor Cullen mi bloccò a metà numero. Alzai il viso con il mio miglior sorriso e incrociai le dita posando la penna.
“Mi dica signor Cullen. Ci sono problemi con l’acquisto?”
“Assolutamente no, signorina Swan. La signorina Brandon è veramente brava come commessa e insegnante”
“E allora cosa desidera?” chiesi spazientita.
“Vorrei sapere se ho fatto qualcosa di sbagliato. Se l’ho offesa in qualche modo.” Mi chiese lasciandomi di stucco e facendomi rendere conto che non avevo motivo di essere così fredda con lui. Scossi il capo sorridendo di me stessa… professionale un corno… me la stavo prendendo con il signor Cullen per qualcosa fatto, o per l’esattezza non fatto, da un altro.
“Le chiedo scusa.” Risposi alzandomi e avvicinandomi “È un periodo difficile e non mi sono resa conto di essere scortese con lei”
“Mi dispiace. Posso esserle d’aiuto?” si propose ed io scossi il capo.
“Fa il commercialista? O fa miracoli?” gli chiesi e lui negò sorridendo.
“Mi dispiace. Non lo sono… e non faccio miracoli” alzò le mani in segno di scuse. “Ma so come migliorare una giornata storta”
“E molte giornate storte?”
“Anche quelle!” rispose sicuro offrendomi il braccio, ma io non accettai.
“Mi dispiace. Ma devo finire del lavoro…” mi giustificai indicando con il capo la scrivania invasa da fogli e registri “sarà per la prossima volta…”
“Questa sera a cena?” mi chiese speranzoso ed io negai.
Guardai il calendario “Meglio nell’anno nuovo” risposi scoppiando a ridere e lui mi seguì.
“Detto così sembra un’eternità”
“Ma sono solo tre giorni… i più difficili dell’anno”
“Capisco…” rispose porgendomi la mano “Non prenda impegni il primo dell’anno… perché la porterò a cena”
“Dopo il cenone di capodanno e una notte brava?” gli feci notare alzando un sopracciglio.
“Se vuole… possiamo anticipare a Capodanno… dei miei amici terranno una festa in una villa poco fuori città…”
“Non saprei…”
“Capito…” e se ne andò senza aggiungere altro.
 
Mi ero appena voltata verso la scrivania pensando che gli uomini fossero tutti pazzi, che il signor Cullen entrò con una busta in mano “Dato che non vuole collaborare… ho dovuto prendere l’iniziativa… e non attendere l’anno nuovo” si avvicinò alla scrivania, spostò con attenzione i fogli e vi posizionò il cibo cinese che riempì la stanza dell’odore di fritto. Adoravo il cinese e da cosa potevo annusare… il signor Cullen aveva portato il pollo in salsa agrodolce e il riso alla cantonese… i miei piatti preferiti. Mangiammo parlando della chiusura dell’anno, dei conti da far quadrare, delle liste da consegnare al commercialista e di tutta la burocrazia che rende il lavoro che adoriamo nel nostro peggior incubo.
“Chiamami Edward. Signor Cullen mi sa di vecchio.”
“Ok, Edward. Quindi tu… segui e dirigi tutte queste cose anche se hai una segretaria che lo fa per te?” gli chiesi incredula con la bocca ancora piena di pollo e lui annuì soddisfatto.
“Non voglio che siano sprecati gli anni di università! E poi si sa: se le cose le vuoi fatte bene, fattele da solo!” e mi strizzò l’occhio rubandomi un pezzo di pollo.
“Se avessi qualcuno che facesse queste cose per me… io mi fiderei… odio i numeri e tutta questa burocrazia”
“Allora dovevi assumere una segretaria e non una commessa”
“Touché” risposi abbassando il viso “Ma è un periodo che non sono molto socievole” ammisi ricominciando a mangiare.
“Non si direbbe” esclamò sorridendomi e accarezzandosi la barba “È stato il pranzo con la compagnia più piacevole che avessi mai avuto” continuò trafiggendomi con il suo sguardo dolce e sincero.
“Una piacevole sorpresa anche per me” ammisi.
Ci guardammo negli occhi e qualcosa scattò… ma la suoneria del suo cellulare spezzò qualsiasi cosa stesse succedendo tra di noi.
Mormorò qualcosa in una lingua sconosciuta e con un tono minaccioso e spense la chiamata, tornando dolce e gentile.
“Scusami, ma c’è stato un imprevisto sul lavoro. Devo andare”
E, come se fosse rincorso dal peggiore dei diavoli, uscì dal mio ufficio e io mi lasciai ricadere con la testa sul tavolo. Ma che diavolo stava succedendo?
 
***
 
Le cose strambe non finirono con quel pranzo. Il giorno dopo trovai tutti i registri sistemati e la lista da consegnare al commercialista precisa e senza errori.
Chiesi a Alice se ne sapesse qualcosa, ma ovviamente lei ne rimase più stupita di me. Ritornai nell’ufficio e quando chiusi la porta un sorriso mi attraversò il viso.
Una rosa con un biglietto era appesa alla porta.
“È l’unico modo che conosco per farmi perdonare.”
L’unico modo che esiste è quello che tu ti faccia vedere in faccia… che mi dica chi sei… perché sei entrato nel mio negozio! Pensai prendendo il biglietto per strapparlo e cestinarlo, ma appena lo ebbi in mano, non ce la feci, e lo posai sulla scrivania vicino al vasetto con acqua in cui misi la rosa.
 
“Ha deciso cosa farà a capodanno?” mi chiese Edward facendo capolino nel mio ufficio.
“Credevo avessimo deciso di darci del tu” puntualizzai sorridendo.
“Hai deciso?” mi chiese entrando completamente nella stanza. Titubai e lui rispose per me “Alice sta continuando a saltellare per la stanza… lei è dei nostri… ti unisci?”
Ed io annuii sapendo che non potevo combattere anche contro Alice.
E così il mio capodanno era organizzato… e per la prima volta lo potevo festeggiare senza guardare costantemente l’ora per paura di non svegliarmi il giorno dopo per finire i registri e la chiusura dell’anno… ma sapevo che prima dovevo chiudere definitivamente qualcosa che forse non era neppure iniziata se non solo nella mia testa… e nel mio cuore.

** ATTENZIONE SPOILER **
“Sapevo di trovarti qui” sussurra con voce roca ed io mi volto tra le sue braccia.
“Volevo ringraziarti per… per tutto…” mormoro chiudendo gli occhi per assaporare il suo profumo e il suo alito che mi accarezza il viso.
“Credevo non mi volessi più vedere…” inizia a baciarmi sul collo facendo vacillare la mia decisione, ma sorrido alla sua frase.
“Il mio desiderio è sempre stato quello di vederti” 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: saffyj