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Autore: shatiaslove    05/05/2021    0 recensioni
«Ti odio, Michael Clifford» sono le uniche parole che riesco a dire prima che una luce fin troppo luminosa, bianca da far schifo, ci avvolga. Dura solo un istante, ma cambia qualcosa. Non so dire che cosa fino a che non riapro gli occhi, terrorizzata, e «Oh, no» è l’unica frase che riesco a formulare.
Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogue

 
 
 
Giovedì 15 Febbraio 2018,
Sydney, Nuovo Galles del Sud,
Australia
 
«Sei pronta?» mi chiede Sofia, accennando un sorrisetto divertito, radiosa come sempre.
«Prontissima» rispondo con uno spiccato tono ironico, specchiandomi nel finestrino di un’automobile e notando facilmente le mie occhiaie e i miei capelli rossicci raccolti in una crocchia così disordinata che sembrano un piccione morto, un po’ come i capelli di The Weeknd.
«Suvvia, Ginny, un po’ di voglia di vivere» mi dà un buffetto su una guancia, facendomi alzare gli occhi al cielo e rilasciare uno sbuffo annoiato.
«Preferisco il mio male di vivere, grazie» le rispondo borbottando, entrando nel piccolo ristorantino e adocchiando subito il nostro tavolo. 
«Sempre felice tu, eh» mi deride una voce alle mie spalle.
«Sempre rompicoglioni tu, eh» rispondo per le rime, per poi incrociare lo sguardo verde smeraldo di quello che è ormai uno dei miei migliori amici, e il mio amico di letto preferito.
«È sempre un piacere uscire con voi» bofonchia Calum, facendomi ridacchiare.
Prendiamo posto al nostro tavolo, quello che un anno fa ci ha visto rivelare ai nostri migliori amici – Calum e Sofia – dello scambio di corpi.
È ancora strano sedersi qua, ma sta diventando un’abitudine, e ogni due mesi – o tre, se gli impegni non lo permettono – ci ritroviamo tutti e quattro in questo ristorantino di Sydney, per gustare una bella pizza e parlare del più e del meno, nonostante ci teniamo in contatto ogni giorno tramite messaggi e Facetime.
«Allora, come va?» chiede Sofia contenta, riprendendo in mano la conversazione, e lanciandoci un’occhiataccia appena sbuffiamo all’unisono. Nell’ultimo periodo la mia migliore amica è troppo felice e la colpa è della sua nuova ragazza. Dall’altra parte, io sono sempre giù di morale, e il fatto che loro mi facciano dormire male a causa dei loro gemiti è sicuramente uno dei tanti motivi.
«Benissimo. Ieri abbiamo scritto una canzone bellissima» risponde Calum entusiasta, facendomi interessare al discorso.
«Che canzone?»
«Non le abbiamo ancora dato un titolo, ma è davvero fantastica. Probabilmente la migliore canzone che abbiamo mai scritto» esclama, mentre gli occhi piccoli e a mandorla gli si accendono di una luce particolare, quella luce che è facile trovare ogni volta che parla di musica. E di cani. Di musica e di cani.
«Quando posso ascoltarla?» domando subito, puntando il mio sguardo su Michael, seduto di fronte a me.
Da quando l’ho perdonato, un anno fa, ho ripreso ad ascoltare i 5 Seconds Of Summer e credo sia stata la scelta migliore della mia vita, perché migliorano sempre più negli anni e riescono a toccare tutti i miei punti deboli coi testi e la musica delle loro canzoni. Be’, Michael tocca letteralmente tutti i miei punti deboli. Ma forse questo non vi è dato saperlo.
«Appena torniamo a casa, te la canto accompagnandola con la chitarra» il ragazzo dai capelli biondi mi fa un occhiolino e poi prende a mangiare con voracità la sua pizza, segno che anche stamattina non ha fatto colazione. È una cattiva abitudine che spero di togliergli il prima possibile.
«Ecco, bravo, così si fa» dico, cominciando a mangiare la mia pizza con gusto, mentre Calum è quasi alla fine e Sofia è a metà. Ho un gruppo di amici morti di fame, insomma.
«Tu che ci racconti? È uscito il nuovo libro, vero?» mi chiede Calum, aggrottando la fronte.
Annuisco contenta. «Sì, è uscito giusto qualche giorno fa» ammetto, sorridendo.
«Allora dobbiamo comprarlo» esclama Michael, rivolgendosi al ragazzo seduto al suo fianco.
«Vi ho portato due copie, ovviamente. E, Calum, dovresti amarci, perché io e Sofia ci abbiamo messo un mese a tradurlo in inglese, solo per te, e abbiamo pure dovuto spendere soldi per farlo stampare con la stessa copertina di quello italiano» punto un dito contro il moro, che arrossisce imbarazzato.
«Grazie mille.»
Faccio spallucce, perché in realtà l’ho fatto con piacere, e poi torno ad osservare Michael, che appare pensieroso. «Che succede?»
«Di che parla la storia?»
«La storia parla di due ragazzi, Ginevra e Marcus, che si conoscono ad una festa e che destino vuole che i loro corpi si scambino di fronte ad una strana fontanella» gli lancio un’occhiata complice e Michael apre la bocca, sorpreso.
«Non ci credo!»
«Credici, invece» gli porgo il libro, quello originale in italiano, e Michael si mette a leggere la trama, divertito. Una cosa che ci è rimasta, dopo lo scambio dei corpi, è la conoscenza quasi perfetta delle lingue, perciò Michael riesce a leggere e parlare in italiano come se fosse madrelingua e io riesco a leggere e parlare in inglese come se fossi madrelingua (nonostante anche prima me la cavassi abbastanza bene).
«Perché lo hai intitolato Freaking me out?» mi domanda curioso, incrociando i suoi occhi verde primavera con i miei verde autunno.
«Perché mi fai andare fuori di testa, Michael Clifford.» 
 
The end.



 
carrd
   
 
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