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Autore: Giglian    06/05/2021    2 recensioni
Nell'oscurità di una guerra incombente, le sfrenate e spensierate esistenze dei Malandrini si sfilacciano negli intrighi di una Hogwarts sempre più ricca di pericoli ed insidie. In un labirinto di incertezze, nell'ultimo anno l'amore sembra essere l'unico filo che conduce alla salvezza. Ma, per chi giura di non avere buone intenzioni, nulla sa essere semplice.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure dei Malandrini.'
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Buonasera a tutti, scusate tanto l'attesa!
Ultimamente con il trasloco, il lavoro e tutto il resto, sto avendo davvero poco tempo per scrivere. Ma piano piano arrivo sempre!
Vi ringrazio tutti per la pazienza e vi lascio a questo nuovo capitolo. :)
Sarah







Un anno prima.



“Se poteste scegliere, quale sarebbe il suono che vi rilasserebbe di più in un momento di ansia?”
“Uh?” Remus Lupin alzò lo sguardo dal suo bicchierone di latte caldo con vaniglia per puntarlo su Lily. La streghetta stava seduta a gambe incrociate con in mano un MagiVogue che le oscurava tutta la faccia.
Sdraiata a pancia in giù davanti a loro, a giocherellare con una bacchetta che emetteva bolle colorate, una ragazzina dai capelli bruni e gli occhi incredibilmente grandi e dolci che sollevò lo sguardo.
“Da quando leggi MagiVogue?” cinguettò.
La Sala Comune era vuota ad eccezione di loro tre. Il Sesto anno stava finalmente finendo e tutti si godevano la fine delle lezioni all'aperto.
Loro invece stavano tutti appollaiati sul grande tappeto color Borgogna, esausti dopo le ultime due ore di Trasfigurazione e Incantesimi.
“Non lo leggo spesso, ma c'era questa sezione relativa alla musica e ai suoni che mi interessava.” spiegò la rossina, tutta concentrata. “Questa estate devo fare un saggio sulla magia legata all'apparato uditivo degli esseri umani. In questa edizione stilavano una classifica dei rumori più rilassanti del mondo...ai primi posti, il rumore del vapore contro il vetro, della neve che si scioglie e della pioggia su un manto erboso...”
“In effetti, sono suoni rilassanti.” sorrise Remus. “E per rispondere alla tua domanda, direi che mi rilassa il suono del violino.”
E l'ululato dei lupi, ma questo non lo avrebbe mai ammesso.
“Il rumore che c'è nella biblioteca, anche!” continuò Lily, che iniziava a divertirsi. “E tu, Teodora? Quale suono sceglieresti per rilassarti?”
La ragazzina non rispose subito. Guardava assorta le bolle colorate, in uno strano silenzio.
“Il rumore del bacon che sfrigola sulla griglia.” mormorò infine.
Remus la guardò con più attenzione.
Ora che ci pensava, era stata strana tutta la settimana. Di solito, quella marmocchia non faceva altro che inciampare, fare casino, ridere...eppure, in quegli ultimi giorni spesso la vedeva perdersi nei suoi pensieri e diventare triste...
“Ehh? Ma che razza di suono è?” scoppiò a ridere la Evans, scuotendo la testa.
Lei fece spallucce, sorridendo mestamente.
“E' che mi piace il bacon...”
“Tu pensi sempre e solo a mangiare!” la più grande si sporse e le accarezzò la testa con affetto. “A proposito, quando sarà San Zuccherino quest'anno?”
“San Zuccherino?”
“Me l'ha fatto scoprire Teodora! Ogni anno, in un certo periodo del mese, compaiono dolci nel castello...”
“Oh, intendi quello!” Afferrò Remus illuminandosi in viso, senza accorgersi dello strano scintillio negli occhi di Teodora. “Ora che mi ci fai pensare, è vero! Pensavo fosse opera degli Elfi domestici...”
“Leggenda vuole che sia un incantesimo di Tosca Tassorosso per punire un elfo particolarmente goloso che rubava dalle cucine.” spiegò invece Lily. “Iniziò a far comparire dolci in giro per il castello, ma quelli più facili da prendere avevano un gusto troppo banale per il palato fino dell'elfo ladruncolo, mentre altri erano invece delle trappole, piccoli dispetti magici, e infine quelli più buoni necessitavano di impegno per essere acciuffati... enigmi, piccole prove di abilità...con il tempo l'incantesimo è rimasto, frammentandosi in varie giornate ma raggiunge il suo culmine nel giorno di San Zuccherino, dove intere sale si riempiono di cose buone! Dovrebbe essere in questi giorni, per cui faremo in tempo per un pelo! Ti va di partecipare alla caccia di quest'anno?”
“Perché no?” Remus ridacchiò. “Ti va se mi unisco, Teo?”
Si girò verso di lei...ma si bloccò.
La ragazzina...piangeva. E sorrideva insieme.
“Teodora...”
“Che ti prende?” si allarmò Lily, gettando via il MagiVogue e fiondandosi a cingerle le spalle.
“E' che... mi piacerebbe tanto...” mormorò la streghetta, con aria triste. “Mi piacerebbe tanto passare San Zuccherino con voi! Ma tra poco l'Incantesimo avrà effetto...”
“Quale incantesimo?!”
Tonks si fece appena indietro, sciogliendo l'abbraccio con la compagna. Continuava a sorridere, pur con il viso congestionato dalle lacrime.
“Sono una Metaformagus. E una discendente dei Black. E tra poco, voi vi scorderete di me. Come ogni anno...”
Si sentirono gelare, improvvisamente.
Eh? Ma...ma che stava dicendo?
“Hey...niente...niente paura! Vi prometto che l'anno prossimo tornerò da voi! Saremo ancora amici!” cercò di sdrammatizzare l'altra, anche se le sfuggì un singhiozzo.
Fu strano il terrore che attanagliò Remus in quel momento. Come quando...si sta per perdere qualcosa di estremamente prezioso.
Le senti prima che accadano, certe cose. Il respiro che si blocca, il sangue che pompa nelle vene...la sensazione di essere inerme. Il cuore che si prepara ad essere frantumato.
Ed un calore antico che lo avvolgeva... un torpore...
“No!” si alzò di scatto, mentre lo sguardo di Lily si faceva vacuo...ed il viso di Teodora iniziava a farsi confuso nei suoi pensieri.
E quegli occhi...anche quegli occhi dolci da bambola, che sembravano marchiati a fuoco nella memoria... sbiadivano... Perché sbiadivano?
Perché si sentiva così...distrutto? Non riusciva a ricordare...
No, no!
Con uno sforzo estremo si rimise in piedi.
Un passo, due...
Il corpicino caldo della ragazzina gli si premette contro velocissimo, quasi colpendolo.
Sentì le sue braccia esili cingergli forte la vita, le mani artigliare la camicia sulla schiena ed il suo viso umido di lacrime strofinarsi leggermente contro il suo torace. La sua pelle era calda e soffice.
No, no, non era giusto! Qualsiasi cosa stesse accadendo...non era giusto...
Non gliel'aveva ancora detto, pensò disperatamente, annaspando contro le sue spalle magre nel tentativo di non soccombere.

Non le aveva ancora detto che...che lui...

Era quasi finita. La presa di Remus si stava facendo più debole...ed il viso più spento.
Perchè? Si chiede Tonks, serrando occhi e mandibole, irrigidendosi come se fosse stata trafitta da una spada mentre l'Incantesimo di Silente cancellava la memoria alle persone più importanti di sempre. Perchè era sempre più doloroso lasciarlo andare, ogni volta?
Rimase così ancora un po'... stretta al suo principe che di lì a poco, sarebbe tornato alla sua vita di sempre. Senza di lei.
E anche Lily...la sua bella principessa, l'avrebbe lasciata andare.
“Tornerò da voi! Vi riconquisterò!” mormorò, beandosi del suo profumo così buono. “Anno dopo anno...io lo farò sempre. Lo prometto.”
E fino a quel momento...pensò, sentendo la trasformazione iniziare a cambiarle l'aspetto.
Fino a quel momento ancora misteri.
Ancora menzogne.
Ancora solitudine.
Strinse Remus un po' di più, nascondendosi contro la sua camicia. Il battito contro il suo orecchio era tornato calmo, tranquillo e profondo. Un altro suono rilassante, pensò.
Non importava che volto avesse assunto, tutto sommato.
Fino a che fosse stata tra le sue braccia, lei avrebbe potuto essere chiunque avesse desiderato.






Presente.


Dio.
Ma cosa aveva mai fatto di male al Creatore?
Cristhine si risedette sulla colonnina di marmo spezzata con i riccioli tutti fuori posto e l'aria allucinata.
Insomma, la vita non l'aveva già messa di fronte a fin troppe difficoltà?
Un'infanzia passata senza poter toccare nessuno, con un orologio personale che ticchettava molto più veloce degli altri sottoforma di serpente bianco tatuato sul braccio. Diciassette anni, e si era ritrovata ad Hogwarts, senza sapere assolutamente nulla di come si stava al mondo e non solo, si era anche innamorata dell'unico ragazzo che avrebbe dovuto odiare o tuttalpiù, evitare come la peste.
C'era da mandare sulle stelle frotte di psichiatri, ma a quanto pare non era ancora sufficiente, perché chiunque stava lassù in alto probabilmente aveva trovato divertente farle rovinare il resto dell'anno da delle piattole particolarmente fastidiose!
E per 'piattole' intendeva qualunque ragazzo dai quattordici ai diciassette anni con la tendenza a invadere gli spazi altrui, e a quanto pare in quella scuola erano parecchi.
Insomma, Rita Skeeter aveva aperto le gabbie.
Non contava nemmeno più le occhiatine, le battutine e le frotte di maghi che le chiedevano in modo viscido di quel dannato guardaroba segreto che le aveva fatto recapitare Black per chissà quali perversi scopi! Per non parlare del Comitato della Morale che aveva tutta l'intenzione di far partire un'inchiesta e farle pure lo scalpo!
“Ma ancora?!” sbottò Lily, vedendola arrivare con i loro bicchieroni di polistirolo ripieni di caffé caldo e l'aria afflitta.
“Sono solo andata a prendere queste nelle cucine!” biascicò lei, traumatizzata. “E mi hanno fermato almeno tre persone!”
Si erano ritirate nei giardini, godendo della bella giornata e della relativa calma, cosa che all'interno delle mura era diventato impossibile per colpa di quel dannato editoriale!
“Ora basta, è assurdo! Come Caposcuola avrò pur il potere di fermare quella schifezza!”
“Non se ne stanno occupando i ragazzi?” sbadigliò Tonks, stiracchiandosi come un gattino contro il muretto sbeccato.
“Già, buoni quelli! Chissà che accidenti gli sarà uscito di bocca per essere stati fraintesi così!” frecciò acidamente la Evans, con un diavolo per capello. “E poi mica lo vanno a chiedere a Black del guardaroba, quei codardi! I maschi se ne stanno sempre in cassaforte, altroché!”
“Meno male che nel pomeriggio andiamo in gita a Hogsmeade... almeno lì ci sarà qualche angolo senza studenti!” Cristhine alzò gli occhi al cielo. “Fino a quel momento, che facciamo?”
“Beh, non intendo nascondermi come un topo in trappola!” Replicò Lily. “Ma ho bisogno di distrarmi o giuro che commento un omicidio!”
“Oggi è San Zuccherino...” replicò distrattamente Tonks, mentre una farfalla coloratissima le si posava sul dito. La prima di Febbraio, a suggellare l'inizio della primavera.
“Eh? E che cos'è?” si incuriosì Lily.
Lei granò appena gli occhi prima di riprendersi.
Ah, giusto. Glielo aveva detto l'anno scorso. Doveva rispiegarglielo...
Lo strano deja-vu le mise un po' di tristezza che però fu mitigata dalla reazione della Caposcuola, entusiasta come la prima volta.
“Ecco perché mi portavi sempre in giro per la scuola a caccia di dolci!” rise, porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi.
L'afferrò con uno strano senso di inquietudine...che si protrasse per tutta la mattinata, tra un calderotto e l'altro.
Non era mai riuscita a festeggiare San Zuccherino con loro...c'era come una sorta di maledizione attorno a quel giorno, che capitava sempre a fine o a inizio anno, quando sia Remus che Lily si erano già dimenticati di lei.
Era sciocco, ma... aveva paura... di perdere di nuovo quei momenti.
Di ricominciare di nuovo da capo.
Anche mentre era lì, mentre finalmente stava vivendo quella stupida festicciola con le persone a cui voleva bene.
Passò qualche ora di caccia sfrenata, poi le loro pance iniziarono a protestare: zuccotti, calderotti, bigné, torte... ed intere sale segrete fatte di pan di spagna come in una fiaba! Certo, non senza qualche danno, visto che Lily aveva i capelli verdi e Cristhine aveva singhiozzato marshmallow per mezzora!
“Secondo gli indizi, dovrebbe essercene uno buonissimo dietro il ritratto di Cordelia la Fattucchiera...” stava dicendo la Corvoncina, mentre tentava di ripristinare il pasticcio nella chioma della Evans con la bacchetta. “Anche se, più sono buoni e più c'è pericolo!”
“Su, che male c'è in un po' di rischio?” tubò Tonks, allegramente.
“Parli bene tu! Quando ti sono spuntati i baffoni te li sei potuta togliere in due secondi!”
Stavano camminando per i corridoi, cercando di ignorare i commenti dei loro compagni e riuscendoci anche piuttosto bene visto i più impellenti capelli verdi di Lily, fino a quando...
“Scusa, sei Cristhine?...”
Eh no, eh! Ora basta, aveva raggiunto il limite della sopportazione!
“Sì, è lei e no, non ha un guardaroba segreto, non puoi vederlo e anzi, non puoi neanche azzardarti a respirare nella sua direzione, quindi fuori dai piedi PRIMA CHE TI MALEDICA QUI SUL POSTO!!!”
Peccato che il ragazzo dietro di loro, a cui Lily aveva appena strillato addosso come una pazza, non fosse propriamente un giovanotto.
Al contrario, era un minuscolo ometto coi capelli brizzolati che la fissava allibito.
“P-professor Vituos!” quasi si strozzò la Evans, sbarrando gli occhi.
“A me non interessa sapere che guardaroba ha la signorina Mcranney.” Il professore di Incantesimi la fissò come fosse fuori di testa. “Volevo solo farle sapere che nell’ultimo compiti ha preso ‘E’.”
“S-sì…cioè no…mi scusi…”
Mentre Tonks e Cristhine tentavano di soffocare le ghignate, il poveretto se ne andò biascicando qualcosa che somigliava a “strana gioventù…”.
Fantastico! Aveva appena dato del pervertito al professore di Incantesimi!
“Non c’è nulla da ridere!” esplose Lily quando il nano fu sparito. “Dio, che figura! Stupidastupidastupida!”
“Coraggio Lily, c’è di peggio nella vita!” ghignò Ninfadora, battendole una mano sulla spalla. “Pensa se inveivi contro la Mcgranitt!”
Ancora ridendo come pazze, Cristhine e Tonks perlomeno, si avviarono leste verso l'ultima sala decidendo che per quel giorno di zucchero ne avevano avuto fin troppo.
Ed ecco che fu lì che iniziarono i guai. Perché san Zuccherino era davvero un giorno malefico...




Quel giorno Rita Skeeter aveva un’aria più compiaciuta del solito.
Intervista flash ai Marauders, e subito dopo un paio di orette una bella rivista con tanto di foto, visto che il suo galoppino stava setacciando quella baracca da cima a fondo come un segugio di prim'ordine.
Il suo primo articolo ufficiale era sulla bocca di tutti, ovviamente, e Mandy Harpies l'avrebbe baciata in fronte tanti erano gli scellini che stava guadagnando il giornale in quel momento!
D'altronde, non fosse stato per i pezzi che aveva scritto anonimamente fino ad allora, la Gazzetta sarebbe fallita già l'anno prima visto che stava perdendo parecchio smalto. Tutta colpa di Laverne e dei suoi noiosissimi pipponi sociali a cui nessun adolescente avrebbe prestato ascolto – figuriamoci leggerli – per più di due minuti senza farsi venire voglia di impiccarsi!
Ed inutile dire che lei aveva aspettato nell'ombra per anni prima di trovare l'occasione propizia per uscire finalmente allo scoperto e metterci la prima firma...e l'occasione si era finalmente presentata in grande stile, con lo scandalo più sensazionale che quella scuola avesse visto da anni.
Lily Evans e James Potter, ufficialmente fidanzati...proprio un grande inizio.
'La coppia impossibile', che gran titolo! E sotto, la prima fotografia rubata. Loro che litigavano in un corridoio, tanto per cambiare.
Si sistemò la borsetta di coccodrillo, acquisto nuovo di zecca, con un sorrisetto di puro godimento.
Siano beneamati i popolari di tutte le scuole! Non bisognava nemmeno impegnarsi più di tanto, visto quanto quella gente teneva alla propria immagine! Da sempre, nel mondo, i vip andavano a braccetto con i giornalisti, profumatamente pagati per non rovinargli la carriera...bastava soltanto far sapere loro quanto potesse essere pericolosa la sua penna, e in breve avrebbe ricevuto privilegi senza nemmeno faticare più di tanto!
Si ritrovò a specchiarsi nel profilo sbozzato di una statua con pura soddisfazione.
Il corpo ancora un po’ spigoloso era fasciato in modo impeccabile da quei suoi elegantissimi tailleur. La facevano apparire adulta e professionale.
Odiava sembrare giovane. Fosse dipeso da lei, avrebbe già varcato la soglia dei quaranta senza nessun problema al mondo.
Si sistemò i corti capelli biondi e s’arricciò le ciglia con la punta della bacchetta, scoccando un poco le labbra.
Dio, sarebbe stata una giornalista perfetta. Una donna volpe che tutti avrebbero presto imparato a temere.
Immersa in quei dolci pensieri, si accorse dopo un po’ di tempo che un foglietto le era finito in testa dispiegando le ali come un uccellino.
Lo prese stizzita (le aveva rovinato l’acconciatura!) e lo aprì con circospezione... prima di sorridere di nuovo.
Qualcuno aveva notizie interessanti sui Marauders e intendeva incontrarla nell’aula di Trasfigurazione seduta stante.
Sapeva annusare perfettamente una bugia ma si avviò lo stesso. D'altronde se l'era aspettato.
Gli intoccabili della scuola che arruffavano il pelo per essere stati toccati...
Il corridoio era vuoto e la stanza aperta, immersa nel buio.
“Accendete le luci.” ordinò pigramente.
Detto fatto, le luci si accesero rivelando gli occhi d'oro del re di Grifondoro, che bruciarono nel vederla lì impalata senza la minima esitazione e anzi, pure piuttosto annoiata.
“Molto bene, Miss Skeeter, vedo che ha accettato l’appuntamento!” ringhiò James Potter, con una mano appoggiata allo stipite della porta e l’altra sul fianco, il tono decisamente ostile.
Black e Minus stavano seduti a gambe incrociate su un banco dietro di lui, accanto a Lupin, i fianchi appoggiati mollemente alla scrivania.
“Una retata in piena regola! Interessante...”
“No, ma va, siamo qui per un'altra intervista.” ironizzò Sirius, fissandola come uno scarafaggio. “Fammi capire bene, in quale universo avrei parlato delle mutandine di pizzo di Cristhine McRanney?”
“Mi stai davvero dicendo che la sua aria scialbetta non è solo una facciata?” Rita rise malevola. “Dovrà pur aver fatto qualcosa di eccentrico per incastrare in quel modo uno come te, Black!”
Quello guardò Lupin con l'aria di uno che stava supplicando di poter commettere un omicidio, ma il biondino scosse la testa.
“Questa si chiama calunnia.” affermò, freddamente. “Davvero pensi di poter andare avanti a diffamare gli altri studenti di Hogwarts senza conseguenze nel futuro?”
“Cioè? Ne parlerete coi professori?” frecciò sarcastica lei.
“Certo che no!” si schifò Minus all'istante, indignato dalla sola idea. “L'idea era di farti saltare in aria la baracca...”
“Puoi anche farlo...” insinuò la biondastra. “Ma probabilmente l'unica a piangere sarebbe Laverne. Io ho tutto l'occorrente che mi serve per scrivere e pubblicare da ovunque mi trovi!”
“Fantastico, che ne dici di farlo da un cimitero?”
“Insomma Black, stai davvero minacciando un'innocente fanciulla?”
“Tu di innocente non hai nemmeno le lentiggini.” sibilò quello, fermato ancora una volta dal braccio teso di Lupin.
“Il motivo di tanto accanimento?” sbuffò, sondandola con i suoi occhi indagatori. “Ti servirà qualcosa, immagino. Spara e facciamola finita.”
Gli altri lo guardarono come se fosse uscito di senno.
“Stai veramente trattando?!” chiesero quasi in coro, venendo puntualmente ignorati.
Ah, Lupin...l'unico con un gran bel cervello, lì in mezzo. Si vedeva chiaro e tondo che era di stampo diverso.
“Te lo farò sapere.” la voce di Rita uscì calda come miele. “Avete altro da comunicarmi? Vado piuttosto di fretta.”
Fece per voltarsi ed afferrare la maniglia della porta, ma la mano di James saettò con la velocità di una stella cadente, chiudendola con uno schianto sordo.
Lei si voltò piano, alzando il viso e fissandolo negli occhi seri.
“Attento Potter...” miagolò, colma di veleno. “Tu hai delle gran belle spalle, larghe e solide. Puoi reggere certe cose, lo so bene. Ma la tua preziosa Prefettina sarà altrettanto resistente?”
“Non ne hai la minima idea.” mormorò lui, ora freddo come il ghiaccio.
Lei ridacchiò...prima di tirare fuori un foglietto e sbatterglielo tra le mani.
James lo guardò...sbiancando appena ad ogni parola. Era...la lettera di Petunia Evans...
“Come... diavolo...?”
“Pensavi davvero che mi lasciassi sfuggire una notizia tanto ghiotta? Quando ha girato fra i Serpeverde ne ho fatta una copia, tesoro. Che parole cattive per una sorella! Chissà cosa ne penseranno i nostri lettori...”
L’espressione di un Potter furente di fronte a qualcuno che ha passato il limite è qualcosa che elettrizza nel profondo.
Ma lei aveva le spalle più che coperte. Di certo non poteva smantellare quel suo nome così importante...ma c'erano altre vie per tenere un Re al guinzaglio...
Ad interrompere quel denso silenzio fu Remus, che contrariamente a tutto, sorrise pur con espressione glaciale. Instillandole il primo dubbio della giornata.
Quel dannato Prefetto era fin troppo in gamba...doveva starci attenta.
“Ah, come mi fissi! Ti sei forse innamorato di me?” cinguettò, strizzandogli l'occhio. “O forse non sembro abbastanza giovane per attirare le tue attenzioni? Mi sembra di capire che ti garbino parecchio le ragazzine...”
“Sai, Skeeter, a parlare tanto dei fatti degli altri si finisce con il dimenticarsi dei propri.” disse lui, mestamente.
La lasciò andare così...senza aggiungere altro.
Nella stanza c'era solo un silenzio carico di frustrazione e nervosismo. Black si accese l'ennesima sigaretta, fottendosene di essere al chiuso.
“Dovevate lasciarmela sbranare.” chiosò, asciutto. “E' l'unico modo per serpi come quella.”
“Non l'unico...” rispose Remus, impegnato improvvisamente a incantare dei foglietti.
“Si può sapere che stai facendo?” si incuriosì Peter, vedendolo così preso. “A chi stai scrivendo?”
“Alle mie spie.” rispose Lunastorta, tranquillissimo, facendo loro sgranare le palpebre.
“Quali spie?!”
Il biondino sbuffò. Poi ghignò, con aria furbetta, di fronte a loro che lo fissavano come se fosse un alieno. Quel ghigno non prometteva davvero niente di buono...!
“Pensavate davvero che non abbia mai preso delle precauzioni con tutti i casini in cui vi siete ficcati nel tempo?”
Non risposero, allibiti, mentre quello annotava ordini su una quantità di biglietti tale da far girare la testa.
“Beh, qualsiasi cosa tu stia facendo, falla in fretta!” sospirò James. “Perchè ho come l'impressione che Lily si incazzerà parecchio con me.”
“E quindi?” chiese Sirius d'istinto, con la forza dell'abitudine.
“E quindi non ce la faccio a passare un'altra giornata senza di lei per colpa di quegli stronzi!” sbottò altrettanto istintivamente Potter, senza nemmeno rifletterci e con una grande rabbia in corpo... prima di bloccarsi nel vedere i Marauders alzare la testa nello stesso istante e piantargli gli occhi addosso.
“Che...che c’è?”
Peter sorrise con dolcezza, divertito e quasi impietosito.
“Ma hai sentito quello che hai appena detto?”
E, vedendolo pietrificare e successivamente grugnire qualcosa di indecifrabile, si sentirono tutti decisamente meglio.






“Ok, Cristhine, tocca a te!”
“Uh?”
La Corvonero alzò lo sguardo dal quadro di Cordelia la Fattucchiera. La strega stava facendo qualcosa di davvero bizzarro con le dita, e aveva catturato la sua attenzione: continuavano a formare uno, due e tre. Con l'altra indicava un tavolo vuoto davanti a lei.
Non faceva nient'altro, ed era ben strano che se ne stesse così immobile, anche se ghignava furbetta.
Tonks le si avvicinò, con i capelli per aria.
“Io non ci capisco niente!” si lamentò, distrutta.
L'ultima Sala era interamente fatta di pan di spagna e profumava da mangiarsela...ma l'ultima volta che Tonks aveva provato ad assaggiare uno di quei muri incantati si era ritrovata un bel paio di baffoni, così avevano imparato la lezione.
Al centro c'era un tavolo identico a quello del quadro, con tre vassoi d'argento disposti in fila, ma...nessun dolce.
Solo un calderone, una bilancia a due piatti ma senza pesi, un pacco di farina, burro, zucchero e un ricettario.
“Qual è il problema?” chiese a Lily, che si stava massaggiando le tempie in cerca di concentrazione.
“A quanto pare dobbiamo mettere noi gli ingredienti per il dolce, qui dentro!” sbottò la Grifoncina, indicando il paiolo. “Ma è questo il problema. Vedi? Nel ricettario c'è scritto che servono trecento grammi di burro, trecento di farina e duecento di zucchero. Devono essere in queste esatte quantità o l'incantesimo non funzionerà! Ora, sul sacchetto della farina c'è scritto trecento grammi e anche su quello del burro, ma lo zucchero è in una confezione da un chilo! Come faccio a pesarne duecento se questo dannato affare non li pesa?”
“Odio la matematica!” si lagnò Tonks, disperata. “Mi è venuto mal di testa solo a sentirti!”
“Tesoro, siamo piene da scoppiare, possiamo anche rinunciare...”
“Ragazze...” cominciò Cristhine, mentre quelle due partivano per la tangente.
“Ma che dici? Questo dolce dev'essere il più delizioso di tutti!”
“Ragazze...”
“Ti ricordo che il tuo metabolismo è un tantino diverso dal nostro! Io se mangio ancora una fetta di torta potrei vomitare!”
“E quindi ci arrendiamo così? Noi siamo Grifondoro, Evans!”
“E come pensi di fare? Ho già controllato la bilancia, non è nemmeno stregata! Forse si è rotta con il tempo...”
“Non ci posso credere! Siamo arrivate fino a qui...!”
“Ragazze!” Cristhine le richiamò all'ordine, sorridendo. “Guardate che non è difficile!”
Quelle la guardarono sorprese e lei alzò gli occhi al cielo. Prese farina e burro e li mise sul primo piatto della bilancia. Muovendosi tranquilla, mise sull'altro piatto il pacco di zucchero da un chilo...poi iniziò a travasarne poco per volta, fino a che i due piatti non furono perfettamente allineati.
“Fatto. Ora abbiamo esattamente ottocento grammi di zucchero sul secondo piatto e tutti gli ingredienti necessari per realizzare la torta nel primo piatto.” spiegò.
“ECCO PERCHE' SERVIVA UNA CORVONERO NEL GRUPPO!” Esplose di gioia Tonks, travolgendola con uno dei suoi abbracci mozzafiato.
“Ottimo lavoro, Mc!” ghignò Lily, agguantando gli ingredienti e sbattendoli dentro il calderone, che iniziò a sbollire e gorgogliare.
Però...c'era qualcosa di strano, rifletté Cristhine, riportando la sua attenzione al quadro mentre le altre due esultavano fra loro. Era stato un po' troppo semplice, perlomeno per lei...e poi quel dipinto...l'unica cosa visibile oltre al tavolo, nella stanza...
Cordelia la Fattucchiera improvvisamente ridacchiò, facendole prendere un colpo apoplettico. E la mano, quella che non faceva continuamente uno, due e tre, indicò il tavolo...su cui era appena apparso un foglio!
“Hey Mc, sono comparse tre torte!” ridacchiò Lily, mentre tre sontuose torte nuziali a tre piani dall'aria squisita facevano la loro trionfale apparsa sui vassoi d'argento.
“Addirittura tre! Tosca Tassorosso si è data da fare!” cinguettò Tonks con le stelline negli occhi. “Sbrigati Cristhine, o ce le pappiamo tutte!”
Ma lei non stava ascoltando. Leggeva il foglietto sul tavolo con una sottile rughina fra le sopracciglia nere.


In una casa ci stan tre fratelli.
Il primo non c’è perchè sta giungendo.
Il secondo non c’è perchè sta uscendo.
C’è solo il terzo, il minore dei tre,
ma … non ci sono gli altri se il terzo non c’è.”



Questa era più difficile...a quanto pare, bisognava fare una scelta fra i tre vassoi...

“Davvero riesci a mangiare ancora?” disse Lily da qualche parte,un suono indistinto fra gli ingranaggi del suo scervellare. “Ti invidio, sai Tonks?”
“Come se tu fossi grassa!”

Tre fratelli...due dipendenti da uno solo... il primo arrivava, il secondo se ne andava via... e il terzo...?

“No, ma se mangiassi tutto quello che ti mangi tu, esploderei!” Lily ridacchiò, prendendo distrattamente in mano un coltello. “Tuttavia, un piccolo assaggio me lo concedo! Sembrano buonissime. Magari ne porto una fetta a James, se riesce a farmi fuori la Skeeter...”

Erano Futuro, Passato e Presente!

Cristhine sgranò gli occhi, tornando sul pianeta terra e risolvendo l'enigma. Accadde tutto in una frazione di secondo.
Cordelia che iniziava a ridacchiare con in mano una Gira-Tempo...e Lily che tagliava una fetta della seconda torta, quella davanti a lei...
“Lily, NO!”
E poi, tutto esplose. Letteralmente.
Le pareti di pan di spagna si gonfiarono in modo impressionante e si disintegrarono sotto una cascata di cioccolato e crema pasticcera che le investì facendole franare a terra come dei birilli, inzuppandole dai piedi alla punta dei capelli...e dal soffitto cadde una pioggia di farina che le fece tossire come delle ossesse.
Ma non era certo finita lì...oh no, perché quella maledetta di una Fattucchiera prese a starnazzare come un'oca, puntando il dito verso la rossa Grifondoro con aria parecchio divertita.
“Hai assaggiato la torta del Passato!” si sganasciò, mentre la poveretta sentiva come...una sensazione...un peso sulle gambe, morbido e caldo... “L'ingordigia ti ha fregato esattamente come ha fatto a quell'elfo ladruncolo, mia cara! E ora goditi la tua punizione!”
“Ma che accidenti vai blaterando...?” sputò tra i denti la Evans, continuando a tossire per la nube di farina che le aveva avvolte.
Ma quale ingordigia, che era pure piena da scoppiare?!
Ma non fece in tempo a spedirle qualche maledizione di rimando, che la cosetta che le premeva sulle gambe allungò una manina...tirandole delicatamente una ciocca di capelli, catturando finalmente la sua totale attenzione.
E ci mancò poco che non le strillasse in faccia...perché sulle sue gambe c'era se stessa.
Non ebbe un solo istante di dubbio. Pelle di burro, grandi occhi verdi, un caschetto rosso improponibile e un cerchietto di seta gialla a scoprire le orecchie... una Lily Evans di nemmeno undici anni acciambellata addosso a lei che ricambiava il suo sguardo allucinato con un'espressione super seria.
Così come non ebbe un solo istante di dubbio quando qualcuno le lanciò addosso una palla di crema pasticcera che riuscì a schivare per un pelo... perché quella dannata risata l'avrebbe riconosciuta fra mille.
Non è tanto facile dimenticare il tuo incubo personale, anche se finisci per innamorartene!
Ed infatti, un James Potter in miniatura uscì da un cumulo di zucchero con la proverbiale aria da diavoletto viziato.
Era esattamente come lo ricordava: i capelli spessi e neri in perenne disordine, un graffio sulla guancia, i vestiti macchiati di terra e sempre strappati che erano stati il tormento della McGranitt...e due occhioni d'oro adorabili che avrebbero ingannato chiunque!
Una sola domanda aleggiò nella stanza. L'unica plausibile, a questo punto.
“Come siamo arrivati a questo?!”
“Non lo so.” rispose la marmocchia sulle sue gambe. “Ma sono quasi certa che sia colpa di quell'idiota di Potter, in qualche modo.”
“Oh, ma sta zitta.” sbottò l'altro, caricando un'altra palla bomba che la bambina riuscì a schivare...prima di strillare di sdegno e lanciarglisi addosso.
“Che accidenti è successo?!” sbottò Tonks, riemergendo dal pavimento. “Sono sparite le torte e...hey, e quei due?!”
“Cristhine...” Cercava spiegazioni ma riuscì soltanto a chiamarla con un filino di voce, mentre i due mocciosi iniziavano a suonarsele. “Cristhine!”
“L'indovinello non era finito!” sospirò la Corvonero, raggiungendola con aria mortificata. “Scusami Lily, avrei dovuto avvisarti per tempo! Stavo cercando di decifrare l'ultimo enigma...”
“Cristhine, perché c'è una mini me nella stanza?”
La voce le uscì stranamente atona mentre fissava il parapiglia, calma in maniera quasi inquietante.
“Hemm...” ridacchiò lei, imbarazzata. “Hai mangiato la torta del passato. Avresti dovuto mangiare la terza, quella del presente. Credo faccia parte della trappola di Tosca Tassorosso...”
“Ma non dovremmo dividerli?” azzardò a chiedere Tonks, scoccando loro un'occhiata.
“No...è la normalità.” balbettò la Evans, sconvolta, mentre la compagna andava a recuperarli armata di bacchetta.
“Hey, voi piantagrane, dateci un taglio o vi affatturo!”
“Ok, ora non dare i numeri.” sussurrò Cristhine, un po' allarmata dalla faccia di Lily. “Sono incantesimi sciocchi, che finiscono nel giro di qualche ora...nulla di preoccupante...”
“Ma perché James?!” esplose disperata la Evans, ammazzandola di spavento. “Posso anche sopportare me stessa, ma JAMES!”
E indicò il marmocchio che era stato acciuffato da Tonks per i jeans e si dimenava come un cucciolo ribelle.
“Stavi pensando a lui mentre tagliavi la torta?”
Certo che stava pensando a lui, accidenti a quel demone dagli occhi d'oro! Non aveva fatto altro che pensare a lui... a quella dannata intervista che sembrava scritta proprio dal ragazzo che aveva conosciuto un tempo, al fatto che non riusciva a capire cosa lui ne pensasse davvero...come si fosse sentito, raffigurato in quel modo così realistico... e a come il cuore le battesse forte ogni volta che le si avvicinava... e a quanto le facesse paura tutta quella situazione.
'La coppia Impossibile'...
Sospirò, prevedendo una giornata di mal di testa. E istintivamente, guardò il primo vassoio.
Quello del futuro.
E non riuscì a fare a meno di chiedersi cosa ne sarebbe uscito, se solo avesse scelto quella torta da tagliare...




Era passata qualche ora da quando James aveva avuto una sensazione stranissima...come di un'apocalisse imminente.
Se ne stava svaccato sulla carrozza in attesa di partire per Hogsmeade con quello strano pizzichino sul collo quando vide la sua Prefetto preferita avvicinarsi lesta...solo che era parecchio strana.
Si muoveva con degli strani scatti, come se fosse ingobbita sotto un peso...e aveva l'aria più allucinata del solito.
Si mise sull'attenti pronto a farle spazio quando Peter gli interruppe la visuale.
Stava per dirgli di levare le tende quando fu Lily stessa a strabiliarlo con tale richiesta.
“Aria Peter, lasciaci fare il viaggio da soli per favore!” sbottò, saltando sulla carrozza sudata e pallida.
“Ohhh...” frecciò malizioso quello, lasciandosi sfuggire un ghignetto e cedendole il posto. “Ordini ricevuti chiari e forti, Lily!”
Una carrozza vuota e...lei.
Che voleva stare da sola con lui.
Di sua spontanea volontà.
Inutile dire che qualsiasi Marauders nei paraggi fu investito da una carica di perversione tale da inciampare nei propri stessi piedi, e perfino Lily sembrò captare la stessa frequenza dei suoi pensieri perché alzò lo sguardo su di lui come se fosse stata colpita da una freccia particolarmente pungente.
Il ghigno di quel beota era tutto un programma ma era davvero troppo esausta anche solo per scandalizzarsi.
Si accasciò sul sedile e pregò che la giornata finisse presto biascicando un “Devi accompagnarmi a Mielandia.”
“Ovunque tu voglia...” Mormorò Potter, sempre con quel pigro sorriso insolente di chi si aspetta un viaggio a dir poco indimenticabile...e nonostante tutto, anche Lily fu percorsa da un brividino quando si accorse di quanto fosse predatoria la sua espressione. Improvvisamente, la presenza del ragazzo dentro quello spazio angusto divenne quasi schiacciante, tanto da avvolgere ogni cosa e surriscaldare l'intero ambiente.
“Come va con la Skeeter?” cercò di distrarsi, guardando oltre il finestrino per ricevere un pochino di aria fresca sulle guance.
“Ci sta pensando Remus. Hey, perché hai il mio mantello dell'invisibilità?”
QUESTO la distrasse per davvero.
“Riesci a vederlo?!”
“Certo che riesco, è il mio.” sbuffò Potter, allungando una mano verso il tessuto e balzando in piedi quando vide cosa si nascondeva sotto di esso.
Tirò una poderosa testata e una bestemmia che infastidì pure i Thestral, mentre il piccolo sé stesso finalmente si toglieva di dosso la sua peggiore nemica, a cui era dovuto rimanere abbracciato per tutto il tragitto fino alle carrozze.
“Era ora! Stavo soffocando appiccicato a quella!”
“Peccato non esserci riuscito!” soffiò ironica la piccola Evans, sistemandosi meglio il cerchietto.
“Che diavolo è questo?!” alitò il Potter più grande, additandoli con gli occhi a palla.
“Sei tu, o meglio, sei tu dal passato.” spiegò calma Lily, che aveva avuto parecchio tempo per abituarsi alla cosa.
O meglio, il dannato demonio dagli occhi d'oro l'aveva tirata scema così tanto da farla diventare fin troppo apatica!
Per tutta risposta, James ricacciò il suo alter ego sotto il mantello in malomodo.
“Hey!” protestò quello, mentre lui le piantava gli occhi addosso in pieno panico, la mano ancora bene ancorata alla testolina del bambino per tenerla giù, come se avessero per le mani un animale feroce da domare.
“Hai idea di cosa hai appena creato?!” abbaiò, impallidendo. “Non so se ti ricordi com'ero da piccolo!”
“Me lo ricordo eccome...” masticò fra i denti la ragazza. Glielo avevano appena ricordato quei due in quelle poche ore a cui aveva dovuto far loro da balia!
Mai in tutta la vita avrebbe immaginato di trovare particolarmente allettanti pensieri come strangolare un marmocchio, eppure a quanto pareva c'era sempre di cui stupirsi nella vita!
A quanto pare, avere ben DUE Lily Evans a cui dare il tormento aveva solo che galvanizzato quell'essere pestifero.
Nel giro di poche ore ne aveva fatte di tutti i colori...per non parlare di quando aveva scoperto Pix e ci aveva fatto comunella... tra bombe, esplosioni e allagamenti, era un miracolo che fosse riuscita a tenerli nascosti fino a quel momento!
“Ok, spiega.” sbottò perentorio il James più grande, forse perfino più sconvolto di lei e sempre bene intenzionato a immobilizzare il suo mini.
“E' tutta colpa di San Zuccherino! Sì, una festa scema di Hogwarts...lunga storia. E' un Incantesimo stupidissimo ma non si è ancora levato di mezzo! Forse a Mielandia sanno come farli sparire...” sospirò la Grifoncina, esausta. “D'altronde non posso mica lasciarli liberi di scorrazzare! Sono pur sempre dei bambini!”
“Te lo dico io, cosa devi fare! Al primo stop li sbattiamo giù dalla carrozza, facciamo fare loro un paio di giravolte per disorientarli e ce la battiamo prima che possano ritrovare la via di casa!”
“Non essere ridicolo!”
“Ma come ti permetti eh?!” sbottò indignata anche la Lily più piccola. “Non lo fanno nemmeno gli animali, razza di degenerato!”
“Ah no? Fatti un ripassino della natura, piattola!”
“Fermi, alt!” sbottò la Evans, piazzandosi fra loro visto che la bambina voleva saltargli al collo. “Ho già il mio daffare senza che litighi con entrambi i James Potter!”
“Perché stai facendo comunella con lui?!” ribatté la bambina con occhi di fuoco. “Con il nemico! Non ne ricaverai niente di buono!”
“Informati meglio, qualcosa di buono l'ha ricavato...” Il Marauder originale sorrise come un demonio, ma prima che potessero aggiungere altro la sua copia in miniatura fece esplodere qualcosa dentro la carrozza, che si riempì di denso fumo nero.
“Ci si vede, schiappe!” ridacchiò, facendo per saltare giù dalla finestra mentre scoppiava un vero parapiglia, ma fu agguantato per i calzoni ancor prima che riuscisse a spiccare il balzo.
“AH! LASCIAMI!”
“Con chi credi di avere a che fare tu?” sbuffò James, tenendolo ben saldo per aria. “Ho decisamente più anni di esperienza di te!”
“Noi due dovremmo fare squadra!”
“Spiacente, c'è spazio per un solo Potter in questa linea temporale!” ghignò il ragazzo rimettendolo a sedere con maniere decisamente poco delicate. “Da bravo, giù! Hey Rossa, non è che hai del sonnifero tra le tue scorte di pozioni? Dosi per Troll andrebbero bene...”
“VUOI DROGARCI?! MA SIAMO SOLO DEI BAMBINI!”
“Veramente l'idea era di farvi secchi...”
Perché? Si chiese Lily, disperata. Perché aveva pensato fosse una buona idea chiedere aiuto a quel cretino?!
Ora di esseri pestiferi a cui fare da balia ne aveva tre!
Anche se dovette riconoscere che bisognava ringraziare i suoi riflessi, perché il fumo nero aveva attirato non poche attenzioni.
E infatti, la McGranitt comparve allo sportello con la sua faccia da drago incazzato ammazzandoli di spavento.
“CHE ACCIDENTI SUCCEDE QUI DENTRO?!”
Fu una vera fortuna che Ramoso riuscì a sentirla giusto qualche secondo prima che si materializzasse lì da loro: con un balzo, sbatté di malagrazia i mocciosi sotto il mantello dell'invisibilità appena in tempo.
Peccato che la velocità dell'azione richiese il sacrificio del suo proverbiale equilibrio, così che inciampò nei suoi stessi piedi e finì su Lily, piazzando entrambe le mani ai lati del suo viso...e la McGranitt, affacciandosi, si ritrovò i due novelli innamorati in una posizione decisamente ambigua.
La strega strabuzzò gli occhi, ritrovandosi la Evans spalmata contro la parete e l'altro beota nell'esatta posizione di chi era pronto a zomparle addosso.
“Che diavolo state facendo?!” quasi urlò, presa in contropiede.
“N-niente!” ridacchiò nervosamente il Malandrino, staccandosi dalla Prefetto come se si fosse ustionato. “Alla Caposcuola è esplosa una bomba fumogena che aveva confiscato...sa...quegli affari sono imprevedibili...”
“Potter, pattiamola così: io non credo a una sola parola di quello che le esce dalla bocca ma voglio farmi una gita tranquilla, per cui mi limito a notificarle che se oggi mi pianta delle grane le vicende che ha vissuto due notti fa le sembreranno in confronto piacevoli avventure da campeggio! Non mi faccia pentire di non averla chiusa nei sotterranei e legato con un catenaccio dopo quanto successo con Lupin! E quanto a lei...”
La donna guardò la ragazza, che ricambiò lo sguardo allarmata e piena di vergogna...poi riguardò James, e poi di nuovo lei almeno un paio di volte.
E fu lì che la situazione si fece ancora più imbarazzante.
“Mi auguro che sua madre le abbia fatto il discorsetto che si fa alle ragazze quando si fidanzano, signorina Evans.” se ne uscì fuori, facendola quasi strozzare con il suo stesso ossigeno e scoccandole un'occhiata a metà fra l'eloquente, il pietoso e il severo.
“Quale discorsetto?” chiese James perplesso, vedendola allontanarsi a passo rigido e concentrandosi poi sulla fidanzata.
“Niente! Lascia perdere!” strillò quella, tirando le tendine con uno scatto isterico e diventando di tutti i colori.
Non era possibile, era un incubo o cosa?!
Che la professoressa di Trasfigurazione le parlasse di precauzioni era troppo, troppo!
Sirius era morto, su questo non c'era dubbio!!!





Gli zoccoli dei Thestral non facevano rumore, ma se si allungavano bene le orecchie si poteva sentirli respirare piano piano.
Quel suono era sicuramente da qualche parte nel suo cervello, ma era come affievolito, messo da parte assieme alle immagini che sfrecciavano confuse da sotto le ciglia socchiuse.
Anche le voci di Peter e Remus lo erano. Lo erano perfino i capelli rosa di Tonks.
C'era qualcos'altro, che predominava.
Acqua. Ancora quello scroscio assordante. Continuo.
Profumo di sapone, anche. Bolle colorate...
E la voce di sua madre.
Uccidilo.” ridacchiò Walburga Black, calda come il miele dentro di lui. “Uccidilo, amore.
Non l'aveva mai chiamato in quel modo. Mai, nemmeno una volta.
E in quel sogno che aveva il sapore ferroso di un ricordo, si sentì fremere. Come se fosse stata lì anche lei.
Come se lo stesse abbracciando. Sentiva le sue braccia esili avvolgerlo... seducenti e terrificanti come le morbide spire di una vipera.
Bolle...
Ora le bolle non galleggiavano più...ma risalivano. Sempre più frenetiche. Da sotto l'acqua...
Ed il piacere e contemporaneamente l'orrore che stava provando in quel momento sembrarono spaccarlo in due. Perché...perchè si sentiva così bene?
Perché hai sempre voluto fare felice la tua mamma, no?” rise ancora Walburga Black, dolce da gelare le vene ai polsi. “Anche allora...anche quando eri così piccolo...”
No.
NO.
Quello non voleva sentirlo. Non voleva ricordare.

Svegliati, Sirius. Svegliati.

Ma non è solo questo, vero? A te piace perché ce l'hai nel sangue...” sussurrò sua madre e quella voce ora non sembrava più un ricordo...sembrava reale. Presente. Assordante. “Il nostro torbido e meraviglioso sangue nero...”

SVEGLIATI.




“AH!”
Sirius Black balzò a sedere nel momento esatto in cui il Thestral diede un lieve scossone...e si premette una mano sul petto come se temesse di veder saltar fuori il suo stesso cuore.
Qualcosa di morbido parve oscurargli la visuale, sfiorargli il viso.
“Hey!”
Una mano fresca e soffice sulla guancia.
Macchie di colore dappertutto.
Tonks.
Ci mise un bel po' a rendersi conto di dove si trovava, perfino a ricordarsi di come si respirava.
La carrozza che li stava portando a Hogsmeade era silenziosa, ora. Tutti lo guardavano. La sua piccola cugina era china su di lui, lo coccolava come un bambino.
Sentiva il sudore impregnargli la camicia.
“Stai bene?” chiese Remus, serio. Sia lui che Peter avevano la mandibola rigida, una lieve smorfia. Dall'altra carrozza, James inviò come una domanda mentale, indefinita e vagamente allarmata.
Si ricompose in fretta, riportò ciò che aveva inondato gli altri al suo legittimo posto. Come una marea che si ritirava. Una marea tossica.
“Scusate...brutto sogno.” borbottò, dopo un grande respiro interiore fatto più per tranquillizzare loro che sé stesso.
“Stai dormendo poco o sbaglio?”
“Eh?”
Riportò l'attenzione su Tonks, ancora china su di lui. Lei gli fece un sorriso.
“Le occhiaie.” cinguettò. “Sembri un vampiro!”
Già. Quante notti erano passate da quando non si faceva otto ore di sonno come si deve? Si sentiva sempre più a pezzi...e tutto per lo stesso dannato sogno che faticava perfino a ricordare una volta che si svegliava!
Non rispose, guardando fuori...ma la sua aria da duro su sua cugina non aveva mai avuto molto effetto.
Infatti, in meno di un secondo si sentì afferrare e sbattere senza tanti riguardi sul fianco... e arrossì scioccato quando si accorse di aver appoggiato la testa sulle sue gambe.
“H-Hey!”
“Niente proteste! Hai bisogno di dormire!” ordinò lei, che gli si era seduta al fianco ed ora gli accarezzava i capelli. “Su, fa la nanna!”
Peter scoppiò a ridere, anche Remus stirò un sorriso nel vederlo così sconvolto.
Che cazzo, nemmeno avesse undici anni!
“Manca ancora un po' all'arrivo.” sorrise la Grifoncina, ignorando la reazione di tutti gli altri. “Chiudi gli occhi, vedrai che non farai più tanti incubi. Ci penso io a te, ora.”
Ammutolì, in profondo imbarazzo e bofonchiò qualche epiteto non molto signorile a mezze labbra.
Lei gli tirò per scherzo uno scappellotto sulla testa, ridacchiando.
Oh, accidenti. Sarebbe stato pure piacevole se non ci fosse stata...quella cosa.
Quella cosa a cui aveva cercato disperatamente di non pensare nell'ultimo periodo perché, che cazzo, era schifosamente indecente pure per uno come lui sentirsi innamorato della sua stramaledetta cugina!
Come se non fosse già abbastanza strano, per giunta, essere tutti e quattro innamorati delle stesse ragazze! Lupin gliel'avrebbe pagata carissima, cazzo. Con tutte le accidenti di donne che c'erano nel mondo...
Come se avesse captato il sentore omicida dei suoi pensieri, il biondino guardò fuori dalla finestra, tossicchiando.
Già, meglio non pensarci. Schiacciare con tutte le proprie forze la cosa in un angolino dimenticato nel cervello, da bravi maschi.
E poi, rifletté vagamente godendosi le coccole di Tonks, ora come ora non aveva nemmeno le forze per pestarlo come si meritava.
Era così distrutto...
Quei maledetti incubi...

 
   
 
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