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Autore: Sararmuz    07/05/2021    1 recensioni
Una fanfiction sulla coppia Darklina. Prende spunto sia dal primo libro che dalla serie TV. Ho mantenuto le caratteristiche principali dei protagonisti, iniziando la narrazione dopo la fuga di Alina dal Piccolo Palazzo e dall'Oscuro. Inizia con lei in fuga verso il Nord con Mal, e nella fanfiction ho voluto creare nuovi momenti Darklina. Potrebbe avere una prosecuzione parallela alla storia originale di Leigh Bardugo.
Genere: Angst, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alina Starkov, Altri, Darkling, Malyen Oretsev
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 : THE TRUE NORD


 

Mal si svegliò di soprassalto portando istintivamente la mano al fucile. “ Cosa succede?! “ chiese mentre si alzava guardandosi intorno. Non notando nulla di sospetto nel bosco si girò a guardarmi mentre stavo sistemando la sua borsa come una furia.

Cosa è successo Alina? Perché mi hai svegliato così malamente ?” Chiese sbadigliando irritato, abbassando il fucile.

Mi sentivo tremare leggermente mentre rassettavo le cose del campo.“ Forza dobbiamo proseguire” dissi.

Mal mi si avvicinò e vedendo il mio viso sconvolto , smise di guardarmi in cagnesco. Mi liberò le mani dagli oggetti che stavo infilando distrattamente nella sacca, e mi prese per le spalle guardandomi dritto negli occhi. “ Adesso ti fermi e mi spieghi cosa sta succedendo Alina.” I suoi occhi azzurri cercavano di decifrare i miei, mentre proseguiva a parlare. “È da giorni che sei strana, ma ho lasciato correre, visto che non sembravi volerne parlare. Ma ora mi preoccupi davvero! devi dirmi tutto. Sono ancora quegli incubi?”.

Io cercavo di distogliere lo sguardo dal suo, temendo che potesse leggermi ancora dentro come una volta. Quando era tutto meno complicato e confuso di adesso.

Eravamo in marcia da giorni e solo ora, mentre Mal mi teneva ferma davanti a lui, mi soffermai a guardargli bene il viso tremendamente stanco. Come avevo fatto a non accorgermi del suo stato fino ad ora? Era evidentemente provato ed io non ero stata capace di chiedergli una volta come stesse, presa com’ero dai miei tormenti interiori.

Scusami Mal” dissi mettendo bene a fuoco il suo sguardo. “ Non volevo darti ulteriori pensieri. Vorrei lasciarti riposare ma non possiamo permettercelo”.

Mal mi guardò confuso per le mie scuse enigmatiche. Sollevò il sopracciglio corrugando la fronte, mentre attendeva che proseguissi.

il generale Ki... l’Oscuro è sulle nostre tracce e sa dove siamo diretti. Dobbiamo assolutamente arrivare al cervo prima di lui.” Finì con voce tesa.

Il suo corpo si irrigidì e mi chiese “ Alina, di che cosa stai parlando? Non è possibile che riesca a seguirci. Lo sai che sono un esperto nel nascondere le nostre tracce”.

Come potevo dirgli che era colpa mia se non eravamo più al sicuro? Che ero stata io a permettergli di trovarmi dandogli un accesso alla mia mente dormiente. Mal Non avrebbe capito e ciò avrebbe potuto allontanarci ancora di più. Decisi di dirgli una mezza verità più accettabile non potendo più tergiversare.

Gli incubi che faccio sono sull’Oscuro. Credo abbia trovato un modo di connettersi con me tramite i sogni. Ci sta cercando e ora sa dove andare.” Mal si allontanò da me di colpo col viso inizialmente offeso.

Ed hai aspettato tutto questo tempo per dirmi una cosa così importante !?” Chiese lui trattenendo la rabbia. “ Pensavo fossero solo incubi all’inizio. Almeno fino a stanotte.” Mi giustificai, cercando di stringergli una mano per non farlo indietreggiare di più.

Certo, incubi...” disse lui con un finto sorriso, mentre girava il viso per guardarmi bene negli occhi ora freddi e distaccati. “ Non voglio immaginare cosa vi siate detti o peggio, cosa abbiate fatto nei tuoi bei sogni, Alina”. “ Mi basta già quello che ho visto alla festa d’inverno, mentre eri sul palco con lui.” Dicendo ciò sfilò bruscamente la mano dalla mia.

Arrossì, e rimasi un attimo come bloccata, mi aveva preso alla sprovvista con le sue parole. Era forse geloso di Kirigan? Per questo si era allontanato da me dopo gli ultimi mesi al piccolo palazzo? Pensavo non avesse ancora accettato che fossi una Grisha. Ma forse non era la sola cosa ad essere cambiata.

Cosa vuoi sentirti dire Mal?” Dissi stizzita. “Che è stato orribile il periodo passato ad addestrarmi a piccolo palazzo come Grisha? Beh non è così, mi è piaciuto, e mi ha permesso di scoprire i miei poteri finalmente”.

Non ti ho mai rinfacciato di essere quello che sei” disse stringendosi le spalle. “ Ma il ricordo di te che gli sorridi in quel modo, mi tormenta”. Lui stava finalmente abbassando la guardia.

Mal... dirti che non fossi felice quella sera, sarebbe una bugia...” dissi avvicinandomi a lui.

Ma adesso le cose sono cambiate, ora che so il suo piano. Infatti sono scappata, ricordi?” Dissi sorridendogli. Non volevo litigare con lui, era il mio migliore amico da sempre, e dopo tutti i sacrifici che aveva fatto per aiutarmi gli ero debitrice.

Lo so Alina,” sospiro lui, “ma non posso evitare di odiarlo ancora di più, sapendo che adesso può raggiungerti nel sonno, dove io non posso proteggerti.” Disse ciò stringendomi brevemente a sé. Poi mi lascio andare e si incamminò prendendo le nostre sacche.

Rimasi lì ferma a guardarlo un attimo, poi lui si giro a guardarmi per rimproverarmi giocosamente “si muova sua grazia , il branco di Morozova non aspetterà i suoi comodi”.

Io finii di infilarmi lo stivale “ A chi hai dato della zarina ?!” Dissi urlando e gli corsi dietro sollevata.

La tensione tra di noi si era un po’ allentata, ma le cose non sarebbero più tornate come prima. Se solo lui mi avesse vista per davvero in questi anni, prima che il mio cuore venisse corrotto da due occhi color ardesia, senza età ne perdono.


 

Con le ultime provviste a disposizione, ci accampammo in una radura in cima al monte. Mal era convinto che il branco sarebbe passato di lì a breve.

In questi due giorni di cammino, avevamo parlato dei miei mesi al campo di addestramento Grisha, e di come avevo vissuto al Piccolo Palazzo. Di tutto, tranne che di lui. Avevo evitato in tutti i modi di nominarlo, anche per sbaglio. Perché Mal si incupiva subito. Non chiedeva più di raccontargli i miei incubi, ma solo se avevo avvertito altre minacce in arrivo. Inoltre Mal spesso vegliava sul mio sonno, pronto a svegliarmi in caso mi agitassi troppo, -per evitare ulteriori danni - diceva.

In realtà in queste ultime notti avevo provato a non cercare di connettermi con lui, ma quando la ragione si assopiva, il mio cuore partiva alla sua ricerca, ma senza successo. Potevo sentirlo. Mi teneva fuori dai suoi sogni con la sua oscurità. Da cui vedevo apparire il suo volto, per poi girarsi dandomi le spalle, e farsi inghiottire dal nero buio del suo potere. Sparendo del tutto alla mia vista. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma per qualche motivo l’Oscuro non voleva che comunicassimo. E questo non poteva essere un buon segno.

Mal mi avvisò che non potevamo accendere il fuoco per non farci rilevare, e che a breve avrebbe nevicato. E si arrabbiò con se stesso, per la scelta di quel punto scoperto, per attendere il branco.

E se mi fossi sbagliato?” Domandò.

Siamo qui esposti al freddo, con le provviste che scarseggiano. E magari per niente se il cervo non verrà.”

Io mi strinsi nelle pelli e gli misi una mano sulla spalla per rassicurarlo.” Vedrai che a breve si farà vedere il branco. Per il freddo, basterà che tu mi stia vicino.” Dissi mentre creavo una piccola sfera di luce per riscaldarci.

Non si era ancora abituato a vedermi usare il potere. Ma stavolta non commentò, e si fece più vicino, celando la luce prodotta sotto la pelle che ci copriva entrambi. Eravamo appoggiati l’uno alla spalla dell’altro. Potevo sentire il suo respiro accanto al mio.

Lui mi sorprese, e mentre il sole iniziava a tramontare sulla valle ora innevata, iniziò a raccontarmi di cosa fosse accaduto ai suoi amici tracciatori, e soldati commilitoni, durante l’ultima caccia al cervo leggendario. Richiesta su ordine dell’Oscuro. Mal era l’unico sopravvissuto. Aveva visto i suoi amici morire in un imboscata nemica, proprio davanti a lui. E aveva intrapreso questa missione suicida per me. Solo per potermi rivedere.

Mi sentii triste per la sua perdita e in colpa, essendone la causa. Cercai di consolarlo dicendo che non era colpa sua, e lo abbracciai. Cercando di trasmettergli un po’ del mio calore.

Lui ricambiò l’abbraccio “ Alina, mi sono reso conto di quanto tu sia importante per me, solo quando non ti ho più avuto accanto. Per questo ho fatto di tutto per trovarti. E lo rifarei ancora.” Non sapevo cosa dire.

L’Alina del passato si sarebbe sciolta dalla felicità, nel sentirgli dire finalmente quelle dolci parole. Ma adesso avevano un gusto dolce amaro. Perché non ero più l’Alina che aveva lasciato nel primo esercito. Vedendo i suoi occhi tristi e bisognosi, non mi retrassi quando mi si avvicinò per posarmi un dolce bacio sulle labbra fredde. Mi posò una mano sul viso per prolungare quel contatto tra di noi, ed io chiusi gli occhi. Ma fu un errore. Perché nel buio della mia mente, rividi Alexander che mi baciava, ed ebbi un sussulto. Mal lo prese come un invito a continuare, ma poi si allontanò all’improvviso. Tappandomi la bocca con la mano, mi fece segno di fare silenzio.

Ci girammo e vedemmo un branco di cervi bianchi avanzare nella radura illuminati dalla luna. Mal sorrise, girandosi a guardarmi con sguardo fiero. Lì a pochi metri da noi c’era il cervo leggendario di Morozova.


 

   
 
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