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Autore: Napee    10/05/2021    2 recensioni
[BkDk] [sort of caffe shop!AU]
***
Un rigido inverno sembra aver preso in ostaggio l’intera città. Fa freddo. Fuori si gela e la neve copre tutto con il suo bianco candore, ma gli basta guardare verso il terzo tavolo dalla porta, proprio al centro della vetrina, per avvertire un tenue tepore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 26 - 667 parole  

Giovedì 

 
Non era stato facile. Ascoltare quello che aveva da dire, ascoltare i pezzi fumosi e mancanti della sua vita era stata la cosa più difficile che avesse mai fatto.
E come rivelazione finale, quasi come se attendesse di chiudere in bellezza, Midoriya aveva sganciato la bomba più allucinante che avesse mai udito.
Non solo adesso Katsuki si ritrovava con un mal di testa martellante da due giorni, non solo era incazzato come una iena rabbiosa, no, adesso doveva fare i conti pure con una nuova realtà che gli era letteralmente piombata addosso.
La foto l’aveva tenuta. Sul retro c’era scritto l’indirizzo dove abitavano Midoriya e… sua figlia.
Si erano lasciati in malo modo, con parole ringhiate cariche di rancore e risentimento. Le sue almeno. Midoriya era sconfitto. Nell’anima e nel corpo. Sembrava quasi un cadavere che camminava e Katsuki si domandò quanto gli fosse costato tutto quello, quanto avesse sacrificato per salvarlo. Ma quella domanda attraversò la sua mente una frazione di secondo soltanto. L’attimo dopo era di nuovo incazzato, pieno di rabbia, rancore, domande e curiosità.
Gli aveva fornito anche il numero dello psichiatra che aveva effettuato la rimozione dei suoi ricordi. Lo aveva chiamato subito il giorno stesso, incurante dell’orario, e si era fatto raccontare tutto. Ogni cosa. Per filo e per segno. Quasi come se dubitasse delle parole di Midoriya.
Quando aveva ricevuto l’ennesima conferma, la rabbia era montata di nuovo e avrebbe fatto volentieri esplodere il cellulare se solo il medico non gli avesse raccomandato degli psicofarmaci per evitare che i ricordi e il trauma tornassero a galla.
In pratica aveva passato due giorni interi a rimuginare e rimuginare, a bere acqua frizzante (perché con i farmaci non gli era concesso alcol) e a drogarsi con quelle pillole di merda.
Poteva affermare con sicurezza matematica che da quando lo aveva visto per la prima volta, la sua vita aveva iniziato ad andare sempre più a scatafascio. Una cosa dopo l’altra erano colate a picco senza che lui potesse fare alcunché. Soprattutto perché per qualche masochistico motivo, continuava, perseverava con incuranza a volerlo vedere. Nonostante la rabbia, nonostante il rancore, gli mancava. E gli costava da matti ammetterlo, ma era drammaticamente vero. Il campanello che suonava lo distolse dai suoi pensieri. Si alzò e andò alla porta convinto che fosse il corriere con il nuovo CoD con il quale aveva promesso a sé stesso di passare le giornate.
Quando l’aprì però, vi trovò davanti un Kirishima Eijirou dal sorriso nervoso e una Mina Ashido dallo sguardo birichino che teneva in mano il suo ultimo acquisto.
“Se lo vuoi, facci entrare.” Lo aveva minacciato liberamente, incurante del fatto che avrebbe potuto farli esplodere seduta stante e ritirare il suo acquisto dalle ceneri di un cadavere carbonizzato.
“Fottetevi.”
“Amico, dai… Sappiamo che hai bisogno di noi.”
“Non ho bisogno di un cazzo nessuno, andatevene a fanculo tutti!”
“Oh insomma!” La voce acuta, puntigliosa e infastidita di sua madre s’intromise come un tarlo nel cervello che, scavando, aveva trovato l’epicentro della sua rabbia.
I suoi genitori si rivelarono: si erano nascosti proprio dietro l’angolo per aspettare il momento migliore per saltare fuori. Di suo padre se ne stupiva. Da sua madre avrebbe dovuto aspettarsi un trucchetto simile.
“Non è questa l’educazione che ti ho insegnato, Katsuki!” Berciò la donna avanzando trionfante come un vincitore sul campo di battaglia.
Katsuki squadrò malissimo i suoi amici.
“Avete stretto alleanza con il nemico?” Domandò sorpreso e sconcertato dall’accaduto.
Eijirou alzò le mani a mo’ di resa, ma Mina sorrise soddisfatta e questo lo fece incazzare a livelli stratosferici. Quella donna era una vera piaga… così come l’unica altra donna della sua vita del resto.
“Quanto sei melodrammatico!” Rincarò la dose sua madre, prendendo sotto braccio Mina e avanzando in casa.
“Servici qualcosa da bere e dei pasticcini, siamo ospiti dopotutto.”
Katsuki ignorò il commento di sua madre che rimbalzò dritto sui suoi nervi tesi. Squadrò i due uomini rimasti sulla soglia promettendogli con lo sguardo una morte lenta e dolorosa.
  
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