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Autore: Voldemort    29/08/2009    6 recensioni
- Dunque... Dolly. Tu affermi di avere avuto una relazione con Tu-Sai-Chi, alias Lord Voldemort?-
La donna mi fissa stordita.
- Oh, no. Io non ho mai avuto rapporti con Lord Voldemort, con quell'uomo maligno e crudele. Li ho avuti con il ragazzo Tom Riddle. E c'è una bella differenza!-
La guardo, attonito. E' ovvio che è una pazza. Ma intervistando i pazzi mi ci cavo da vivere, quindi...
- Vuoi narrarci questa storia, Dolly?-
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dorothy Dolly Sapeva

 

 

 


Un cigolio sommesso. La donna che appare davanti a me ha appena aperto la porta.
Con un cenno gentile, mi invita ad entrare.
Sembra una nonnina gentile. Ha lunghi capelli bianchi raccolti in una crocchia e occhiali da vista nel naso adunco.
I suoi occhi sono azzurri e colmi di esperienza.
Casa sua è molto luminosa.
Un grosso cagnone dorme beato sul tappeto, mentre un micio è appallottolato sul divano.
La casa è colma dell'odore tipico delle persona anziane.
- Lucy, via dal divano!- Esclama la vecchietta, e la gatta si stiracchia un po' per poi scendere con un balzo elegante, i muscoli visibili al di sotto del mantello rossiccio.
- Prego, si sieda. Gradisce del thè?-
- Oh, grazie signora. Sarebbe splendido.- Dico, convinto.
Poco tempo e la donna riemerge con un vassoio con teiera e tazzione fumanti.
Ne afferro una e me la porto alle labbra, ma il thè è bollente e lo ripongo nel vassoio. Lo berrò dopo.
- Vogliamio cominciare?- Chiede la vecchia, sedendosi.
- Oh, sì. Certo, signora..?- Chiedo, impacciato, afferrando il registratore.
La Gazzetta del Profeta mi pagherà bene quest'intervista. Quante donne hanno avuto una relazione con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato? Adesso che è tutto finito, poche persone vorranno guardare indietro, quando quel mostro non era ancora stato annientato da Harry Potter. Ma i curiosi non mancano mai.
- Oh, diamoci del "tu". Chiamami Dolly.-
Sorrido per lo strano nome. Lei sembra avermi letto nel pensiero.
- Tutto a suo tempo, mio caro...- Mi dice.
- Io sono Louis.- Mi presento.
- Louis... bel nome!- Esclama, vivace.
- Dolly? Perchè hai voluto proprio me tra tutti i giornalisti che c'erano? So che hai fatto un'esplicita richiesta e...-
- Avevi un faccia straordinariamente fidata!- Mi dice, sorridendo. - Ho esaminato le facce di tutti, ed erano tutte così odiose e villane! Non faccio entrare in casa gente che non mi piace!-
"No, ma intanto hai intrapreso una relazione con il mago oscuro più pericoloso di tutti i tempi..." penso.
Mi schiarisco la gola.
- Dunque... Dolly. Tu affermi di avere avuto una relazione con Tu-Sai-Chi, alias Lord Voldemort?-
La donna mi fissa stordita.
- Oh, no. Io non ho mai avuto rapporti con Lord Voldemort, con quell'uomo maligno e crudele. Li ho avuti con il ragazzo Tom Riddle. E c'è una bella differenza!-
La guardo, attonito. E' ovvio che è una pazza. Ma intervistando i pazzi mi ci cavo da vivere, quindi...
- Vuoi narrarci questa storia, Dolly?-

Le sue mani tremano. Posa la tazzina del thè, sospirando. Poi sorride e mi guarda, annuendo.
- Sai, un tempo ero giovane e… massì, modestia a parte, ero un gran pezzo di gnocca! .-
Si alza e raggiunge il mobile in salotto. Afferra una cornice argentea, contenente il ritratto di una giovane dai lunghi capelli castano chiari, ed occhi azzurri e splendenti, un sorriso malinconico.
- Questa foto è stata scattata un anno prima della fine della mia storia con Tom. Ero muta a quel tempo...-
Strabuzzo gli occhi.
- Ma signora... mi risulta che lei sia stata una cantante!-
Lei mi guarda dolcemente.
- Oh, sì. Lo sono stata. Quante belle cose ho fatto... ma dopo, tanto tempo dopo aver conosciuto Tom. E comunque non chiamarmi signora... mi fa sentire vecchia!- Esclama. Poi scoppia a ridere.
- Ma signo... ehmm... Dolly, è stato lui a renderti muta?-
- Ma no! Io sono nata muta! In tutta la mia vita, fino a diciassette anni, non ho mai spiccicato parola. Ero muta "come un pesce", come dicono i babbani!-
- E come ha conosciuto Voldemort?-
La sua espressione cambia e lei si rabbuia.
- Ti prego... non chiamarlo così davanti a me.-
- Mi scusi. E mi scusi anche per non riuscire a darlo del "tu". Non ci sono abituato.-
Lei scorlla le spalle, sospirando. - Fa niente...-
- Allora... come ha conosciuto Tom?-
- è stato nel 1937 mi pare... sì, eravamo nel treno per Hogwarts. Sai, io ero circondata dalle amiche. Ero sì muta, ma sapevo far divertire la gente, che tu ci creda o no! Sono sempre stata circondata da amici e amiche. Ma mai spasimanti. No, Tom è stato il primo e l'ultimo. E non l'avrei definito spasimante.
Comunque, eravamo sul treno. Io e Kate, la mia migliore amica, non trovavamo uno straccio di vagone libero. Ci siamo imbattuti in uno praticamente vuoto, salvo un ragazziono. Quello sarebbe stato il mio secondo anno a Hogwarts, il mio secondo anno nella casa di Grifondoro.
Questo ragazzino non ci guardò nemmeno per un istante. Io comunicavo con la mia amica tramite i gesti dell'alfabeto muto. Stavamo dicendo: "che tipo strano, questo!" E altre sciocchezze del genere, quando lui si è voltato e ha sibilato: "guardate che capisco benissimo cosa state dicendo!"-
La vecchia si interrompe ridacchiando.
- Oh, sì. Allora io e Kate ci alzammo imbarazzitissime e ci facemmo tutto il vaggio fino ad Hogwarts in piedi! Puoi ben immaginare la stanchezza.
Comunque, non rividi quel ragazzino sino allo smistamento, quando entrò a far parte della casa di Serpeverde. A quel punto mi sono detta: "Ciao e tanti saluti."
Quella notte mi sono sentita schiava del mio mutismo... non so cosa mi era preso. Era la prima volta che desiderai ardentemente di saper parlare... per fare le mie scuse a quel ragazzino misterioso.-
Dolly si interrompe. I suoi occhi sono velati dal peso di quei ricordi.
- Lo rividi qualche mese dopo. Passeggiava nei corridoi. Allora raccolsi il coraggio e mi avvicinai per scusarmi. Ma lui era come... come se non si ricordasse di me, oppure non volesse le mie scuse. Non avevo idea del perchè conoscesse l'alfabeto muto, come non ho idea di tutte le cose che sapeva quando ci siamo detti addio.-
Stoppo il registratore.
- E' sicura di voler continuare?- Le chiedo.
Lei afferra un fazzoletto e si tampona gli occhi.
- Oh, sì.-
Riaccendo il registratore.
- Non accadde nulla fino al suo quinto anno. Io ne avevo sedici, all'epoca. Ero cotta di un ragazzo del mio stesso anno, di cui non rammento il nome. Ma ahimè, quando ha scoperto che ero muta, mi ha voltato le spalle. Così, tutto a un tratto... -

Una ragazza era accasciata a terra. Piangeva silenziosamente, ma riversava il quel silenzio che la teneva incatenata tutto il suo dolore e tutto il suo rammarico.
Un ragazzo passava di lì. Alto, magro, dai capelli scuri, e la spilla di prefetto portata accanto a quella di serpeverde.
Si fermò davanti alla giovane donna.
- Ehi... tutto bene?- La sua voce era fredda e distaccata.
La ragazza annuì.
- Come ti chiami?-
La giovane scosse la testa.
Tom ci mise del tempo prima di rammentarsi di quella ragazzina muta.
- Ah, sì. Mi ricordo di te. Sei quella che mi parlava dietro nel treno, giusto?- Domandò con voce divertita.
La  ragazza sorrise suo malgrado.
- Vieni, su.- Tom le tese la mano pallida e affusolata che venne afferrata da quella calda della ragazza. L'aiutò a rimettersi in piedi.
- Vuoi dirmi il tuo nome?-
Lei annuì, e glielo disse a gesti.
- Dorothy Smith... Dorothy... che brutto nome!- Osservò Tom, sprezzante.
La ragazza tremò per la rabbia. La sua mano partì senza che lei potesse fermarla e si abbattè nella guancia incavata del ragazzo, con uno schiocco sonoro.
Tom si portò una mano sulla guancia arrossata. Tuttavia non aveva voglia di vendicarsi. Quella ragazza muta... l'avrebbe potuta schiacciare come uno scarafaggio, come un insignificante microbo.
- Sai...- Riprese, come se niente fosse, - Sembri una bambola... una di quelle bambole delle ragazzine dell'orfanatrofio, alle quali io tagliavo la testa. Ti chiamerò Dolly... sì, da oggi in poi, per me, sarai Dolly.-

Il racconto si interrompe. La vecchia mi fissa con i suoi occhi acquosi e profondi.
- Quindi...- Chiedo, stupefatto - Il suo nome è...-
- Dorothy Elizabeth Amber Smith, esatto.- Dice, sorridendo. - Non uso più quel nome da tantissimi anni. Dio mio, sono così tanti che non ho tempo nè voglia di rammentarli!
- Naturalmente è inutile dire che ero rimasta disgustata da quel ragazzo, che prima commentava il mio nome e poi me ne metteva uno lui stesso, come se fossi stata il suo gufo o il suo topo. Ne avevo abbastanza dei ragazzi... sì, abbastanza, direi, per tutta una vita. Lo rincontrai molte volte, naturalmente, ma mai mi chiamò Dolly in presenza di altre persone. O almeno così credevo.  Io non ero una studentessa particolarmente brillante, potendo usare solo determinati tipi di magia. Non mi era possbile proninciare vocalmente le formule magiche, perciò mi gettavo nella teoria.  perciò non ero stata nominata prefetto.
Quando Tom mi beccava da sola, non esitava a togliere punti alla mia casa. Puoi bene immaginare la mia rabbia, dovuta soprattutto al fatto di non potermi difendere! Perchè le parole, a volte, feriscono più dell'incanto di una bacchetta.-

Il cielo era lmpido quel giorno. Gli alti cipressi si specchiavano nel lago nero, mentre un raggio di sole sepmbrava voler esplorare le sue profondità.
Dorothy cammminava elegantemente, i lunghi capelli castani oneggianti al vento, che li sollevava per poi riadagiarli mollemente nella snella schiena. Arrivò al ponte che dava sul lago, e si sedette cercando di svelarne i segreti.
- Ehi, pesce!!- Squittì Anita Wilson, una studentessa di Serpeverde.
Dorothy si voltò, fulminandola con lo sguardo.
Un'altra ragazza di cui non conosceva il nome, ma facente parte della "banda" di Anita, mormorò: - E Tom davvero si sarebbe invaghito di questa?- Disse, mettendo quanto più disprezzo le era possibile nell'ultima parola.
- Dice che sei la sua "Dolly"... puah!! E sì che lo facevo un tipo sveglio!-
Anita sorrise.
- Essia... non per molto! Perchè non torni nel tuo habitat... pesce?-
E detto questo la spinse, forte. Dorothy barcollò e cadde dal ponte. Si lasciò subito avvolgere dalle braccia fredde dell'acqua (o erano quelle della morte?)
Socchiuse gli occhi lentamente, mentre il verde paesaggio che le si presentava di fronte si ottenebrava.
Improvvisamente si sentì afferrare e avvolgere da un altro paio di braccia, che la tirarono su. Ma poco prima di raggiungere la superficie dell'acqua, la ragazza perse definitivamente i sensi.

- Ha rischiato davvero molto, Signora Smith! Volevo dire... Signora Dolly!- Esclamai.
Lei sorrise.
- Beh, ovviamente non ero ben vista da molte persone. I miei compagni di casa mi adoravano tanto quanto le giovani Serpeverde mi odiavano. Capisci, Tom era il ragazzo più corteggiato e più brillante della scuola. Io, ai loro occhi, ero solo una stupida sgualdrinella muta che si fingeva più di quel che si poteva permettere di fare.
Quella volta stavo annegando. E probabilmente sarei morta, se Tom non mi avesse soccorsa. Comunque non illuderti: niente respirazione bocca a bocca!-
Scoppio a ridere.
- Mi sono svegliata in infermeria. Tom se n'era già andato da un pezzo, e...-

Quando Dorothy fu dimessa, venne accolta come un'eroina nella sala comune di Grifondore.
- Quella sgualdrinella...- Mormoravano le ragazze di Serpeverde: - E' ingiusto che Tom l'abbia salvata!-
E per quanto ingiusto potesse sembrare, era così.

- Aspetti, aspetti!- La interrompo.
- Colui che sarà Lord Voldemort l'avrebbe salvata da un annegamento?- Ho gli occhi grandi quanto due palline da golf, in questo momento.
Lei sorride come sempre.
- Lascia perdere Lord Voldemort, mio caro. Ti sto narrando le vicende di una povera fanciulla muta e di un ragazzo, un piccolo Leader. A scuola erano diventate molte le aggressioni ai figli di babbani. Io non temevo, poichè ero figlia di maghi, ma tutti quei poveri babbani mi facevano pena.-
Annuisco e lascio che continui.
- Bene... ci incontrammo spesso nei corridoi, e ogni volta cercavo di ringraziarlo. Lui non mi ha mai, dico mai risposto. Infine, smisi di tentare di ringraziarlo, e lui per me divenne solo... un'ombra. Un'ombra come tutti gli altri. E questo finchè un giorno mi afferrò e mi tirò violentemente dietro un angolo...-

Dorothy si divincolava. Non le piaceva quel modo di fare.
- Sta ferma... ferma!- Urlò Tom.
Dorothy si bloccò, e rimase a fissarlo con le lacrime agli occhi.
- Se pensi che ti stia trattando così perchè ho paura dell'opinione degli altri ti sbagli, sai? Io degli altri me ne sono sempre fregato.-

- Mi bloccò la nuca con una mano affusolata, poi avvicinò il suo volto al mio e mi baciò con foga. Io, non sapendo che fare, rimasi completamente immobile. La paura era pari alla sorpresa, e intanto pensavo: "fantastico, è un maniaco!"

Dorothy Smith sapeva di essere troppo diffidente. Ma era un pregio\difetto che non si rimproverava. Perciò pose le mani sul petto di Tom e lo allontanò. Poi si passò una mano sulle labbra, gli occhi spalancati e l'espressione sconvolta.
- Mi fai schifo perchè sei una Grifondoro...
Disse Tom - Ma d'altra parte mi piaci perchè,a differenza delle altre, tu stai zitta!-
Dorothy pensava di zittirlo con un bel calcio, ma non fece nulla. Il mutismo la teneva incatenata  ai suoi stessi occhi. Poteva parlare utilizzando quelli, anzichè ridicoli gesti, ed era certa che Tom avrebbe capito ugualmente.
Però gli occhi hanno il dannato difetto di riflettere il cuore, perciò il suo sguardo, in quel momento, era lucente.
Tom la prese per mano e la condusse nel bagno femminile.
Dorothy si guardò intorno imbarazzata.  Il ragazzo iniziò a parlare in una strana lingua, e subito qualcosa scattò nel lavandino.
Un passaggio. Tom la prese e la guidò sotto il lavandino, attraverso quel passaggio, finchè la povera ragazza non si ritrovò in una gigantesca stanza, la più stramba che avesse mai visto.
- Questa è una camera...-

- La camera dei segreti!- Esclamo, attonito.
- Esatto. Io l'ho vista. C'era Tom con me, perciò non temevo nulla. Ma infondo sapevo di tutte le aggressioni e della ragazza morta, e ne ero terrorizzata. Ho sempre saputo che c'era lui dietro a tutto questo.
Ora non so se dopo averti narrato questi fatti il ministero mi spedirà ad Azkaban, ma dovevo confidarli a qualcuno...-
"E perchè a me?" Penso. Ma infondo è una storia avvincente.

Dorothy e Tom  fecero l'amore lì per la prima volta. La fanciulla rabbrividiva al contatto con il pavimento freddo, ma c'era un corpo a cui stringersi.
Fecero l'amore lentamente e dolcemente, mentre il tempo rapiva ogni meraviglioso attimo.
Infine Dorothy si adagiò sul petto di Tom, sospirando felicemente.
Mai avrebbe sperato di poter avere una relazione simile con un uomo. Mai.
- Dolly... è il nostro segreto. Tu starai zitta. Chiaro?-
La fanciulla annuì.
- Tu sei la mia Dolly... la mia bambola...-
"Allora gioca con me in eterno..." pensò Dorothy, per poi scivolare in un sonno senza sogni.

Stoppo il registratore.
- No... signora Smith... Dorothy, Dolly, Elizabeth o Amber... Come posso crederle?-
Lei si sistemò gli occhiali, dopo di che scosse le spalle.
- Spetta a te credere o no a questa storia tanto assurda quanto vera...-
- Lei ha fatto, mi perdoni, sesso con Voldemort?-
Dolly alza lo sguardo.
- No. Io ho fatto… come ha detto? Ah, sì, sesso con Tom Riddle. E nemmeno una volta sola, se proprio vuoi saperlo.
E' capitato spesso.-
Non riaccendo il registratore. Questa vecchia si sta prendendo gioco di me.
- Facemmo l'amore tante volte... ogni volta mi chiamava "Dolly". Mai Dorothy... mai. Tom sapeva che odiavo non poter parlare. Lui non altrettanto, almeno c'erano meno possibilità che spifferassi in giro il suo segreto.  Credo che inizialmente fosse… come dire, attratto da me. Mi stava prendendo in giro. Mi rendeva partecipe di un segreto spaventoso, sapendo che non avrei potuto dirlo e che comunque non l’avrei fatto perché a lui ci tenevo.

Ma nonostante tutto, è stato il periodo più bello della mia vita!

 

 

La fict sarà composta da due capitoli in totale. Ringraziamento alla eventuali (desiderate) recensioni nel prossimo capitolo. Grazie in anticipo.

Voldemort

  
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