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Autore: vielvisev    14/05/2021    11 recensioni
Hogwarts è reale da qualche parte e la storia di Harry Potter come la conosciamo è quella che i maghi hanno scelto di raccontarci: una piccola parte della grande guerra contro Voldemort, un punto di vista.
*
In questa storia invece Harry Potter non è l'unico ad avere una profezia che pende sulla sua testa. Grifondoro e Serpeverde non sono le uniche Case che contano. I 4 fondatori hanno avuto fratelli. La protagonista si chiama Emma O'Shea e i ricordi di Severus Piton che conosciamo non sono proprio tutti i ricordi che avremmo dovuto vedere.
Eppure la storia di Harry è la stessa e ci sono sempre Ron, Hermione, Draco, Luna, Ginny e tutti gli altri.
Quasi nulla cambia, se non i punti di vista e le parti in ombra, che vengono messe in luce.
*
Ho iniziato questa storia quasi 10 anni fa.
Nulla è lasciato al caso.
Tutti i capitoli sono già scritti.
Non resta che leggerli.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, I fondatori, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Lily/Severus, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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.EPILOGO.
All was well
*Capitolo molto lungo, ma consiglio di leggerlo tutto in una volta*

 

“Perché avete voluto rimanere nell'ombra, O'Shea?”
 Joanne Rowling non era più la ragazzina con le guance paffute e i capelli arruffati che si era distinta nella battaglia di Hogwarts, andando contro il suo primo istinto Serpeverde di auto conservazione e tenendo al sicuro Severus Piton. 
 La goffezza e la timida noncuranza erano sparite, lasciando spazio ad una donna sicura di sé, circondata del giusto fascino e carisma.  Portava i capelli accuratamente acconciati in una piega semplice, ma elegante, i vestiti pregiati in linea con la casa raffinata dove viveva, il viso perfettamente truccato appena illuminato da un sorriso composto. Solo gli occhi, intelligenti e brillanti, erano gli stessi che aveva avuto da ragazza.
 Joanne Rowling sedeva comodamente su una poltroncina in velluto dietro una scrivania ordinata e fissava l'emoor in volto, priva di imbarazzo, lo sguardo illuminato da una smorfia amichevole ed Emma O'Shea, seduta di fronte a lei, giocherellò con l'anello che aveva al dito e sorrise brevemente in risposta, osservando attentamente la vecchia amica. 
 Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che si erano viste, abituate com'erano a stili di vita diversi, quasi opposti: Emma completamente immersa nel mondo magico e Joanne invece in quello Babbano. 
Né tantomeno si sentivano, o scrivevano, anche perché Joanne ormai era piuttosto famosa tra i non magici e affollare il cielo di gufi fuori della sua finestra avrebbe decisamente attirato l'attenzione.

 La Corvonero inclinò il capo da un lato, mentre afferrava la tazza di the bollente che la Rowling le porgeva.
 “Sono passati tanti di quegli anni, Joanne e ancora ti  ostini a farmi la stessa domanda. Ti arrenderai mai?”
 “Te l'ho sempre detto: ottengo quello che voglio e di certo non mi arrendo facilmente, Emma” rispose sorniona l'altra, prima di bere un sorso di the con aria assorta e l'emoor la imitò senza fretta, poi poggiò con cura la tazza sulla scrivania in mogano di fronte a lei e osservò per qualche istante il fumo che si muoveva pigro verso l'alto, prima di rialzare lo sguardo verso la vecchia amica.
 “Quindi perché mi hai invitato qui oggi? Non capita più così spesso. L'ultima volta che ci siamo viste è stato l'anno scorso al compleanno di Emily, sbaglio?” si decise infine a chiedere, senza giri di parole.
 “No, non sbagli” sorrise l'altra con fare pacato “È passato in effetti un po' di tempo, ma ora sono cambiate alcune circostanze e avevo davvero bisogno di parlarti, soprattutto perché ci sono domande a cui ancora non ho risposta: perché avete voluto rimanere nell'ombra, O'Shea?” insistette.
 “Perché ti importa tanto di questa storia?” ribatté l'emoor.

Emma non amava particolarmente rimestare il passato, soprattutto non in quelle prime giornate di maggio, che nonostante gli anni trascorsi, le ricordavano ancora Lilith e la sua assenza. 
 Era andata oltre, aveva curato le sue ferite e non ci teneva a riaprirle, ma la donna di fronte a lei sembrava più decisa che mai ad arrivare al nocciolo della questione, mentre si stringeva nelle spalle con un gesto elegante.
“So che non ami parlarne, Emma” disse spiccia, sorridendo appena, in una perfetta maschera da Serpeverde, che l'emoor, negli anni passati accanto a Draco e Severus, aveva imparato a riconoscere “soprattutto non vicino al due maggio, lo so. Ma devo conoscere la verità, perché la vera storia di ciò che è accaduto è molto più complessa, densa e affascinante di quella che voi quattro e quel terribile Severus Piton mi avete forzato a scrivere per milioni di Babbani, che hanno pianto solo per Harry Potter...”
 “Sei diventata schifosamente ricca per questo” concluse Emma per lei “Non ti è bastato?”
 E l'altra fece una risata secca e divertita, prima di bere lentamente un altro sorso di the, scuotendo appena il capo.
 “Non mi sono mai importati i soldi, O'Shea. Non sono Zabini d'altronde. A proposito, lo frequenti ancora?”
 “Certo” sorrise appena l'emoor al pensiero dell'amico, distendendosi sullo schienale “Bla è una vera serpe, lo sai meglio di me: non hai potere decisionale con lui, se vuole averti come amico lo fa sembrare una tua scelta.”
La Rowling ridacchiò tra sé di gusto, annuendo piano e per un istante sembrarono solo due vecchie amiche, anche se Emma sapeva perfettamente che era lì per qualche altro motivo e conosceva abbastanza la ragazza che Joanne era stata per leggere nei suoi lineamenti una leggera tensione.
 “Quel vanesio di Zabini” disse la Serpeverde tra i denti.
 “Perché sono qui Joanne? Cosa ti spinge a cercare ancora risposte?” chiese pigramente Emma, esortandola a continuare.
 “Lo sai anche tu.”
 “No, non lo so”
“Voglio raccontare una storia vera, O'Shea” rispose l'altra “una storia che resista al tempo, una di quelle storie che diventano leggenda”
Sembra scegliere con cura ogni parola ed Emma annuì una volta, brevemente, perché aveva già sentito molte volte quel discorso negli anni e la sua posizione e quella degli altri emoor non era mai cambiata, anche solo per coerenza: non volevano diventare degli eroi di guerra, non volevano riportare l'attenzione su di loro, o le Ombre di Hogwarts, volevano mantenere la pace.
 “Raccontare la storia di Harry non ti è bastato?” chiese quieta la Corvonero “è molto bella”
 “Ho avuto anche fin troppo successo tra i Babbani, non hai idea di quanti appassionati ci siano nel mondo, è quasi commovente. Se Voldermort gli avesse visti così pieni di amore adorante, forse non avrebbe fatto cominciare una guerra, ma ammettiamolo, tuo fratello è uno stronzo narcisista quasi peggio di Zabini”
 Fu il turno di Emma di ridere sommessamente, annuendo piano.
 “Posso riferirglielo a cena.” disse “Ginny per altro potrebbe essere piuttosto d'accordo con il tuo puto di vista”
 “La Weasley è sempre stata troppo intelligente per lui”
 L'emoor alzò appena gli occhi al cielo a quel commento, senza smettere di sorridere, era dell'idea che il fratello e la migliore amica fossero la rappresentazione dell'amore fatto a persona.
“Quindi Joanne?” chiese gentile “A parte appurare che mio fratello sia un narcisista e che ti reputi migliore di Zab, cosa vuoi ottenere? Conosci la nostra scelta, vogliamo rimanere nell'ombra, come hanno f...”
 “Sì, lo so” la interruppe secca l'altra “Ma non voglio fare un bestseller, Emma. Voglio solo scrivere come è andata. Solo per maghi. Serve che qualcuno lasci il segno di quel che è successo, anche solo perché ne rimanga ricordo, a titolo accademico. Questa storia del rimanere nell'ombra la capisco anche, ma qui non si sta parlando di onore, gloria e ribalta. Siamo più vecchie che giovani ormai, anche se odiamo ammetterlo, non abbiamo più vent'anni”

 “Ti stai accanendo molto, Jo. A chi credi che importi se nessuno sa che è accaduta? La storia la scrivono i vincitori, tra qualche anno il tuo libro per Babbani sarà la verità e...”
 “Ma non sarebbe giusto” la interruppe Joanne “Perché non è la verità. Ci sono persone che hanno perso molto, ci sono Lilith e Sarah che vanno ricordate, ci sono tutti i discendenti delle Ombre che hanno vissuto senza magia per colpa di una promessa non fatta da loro. Si tratta solo di raccontare una storia, Emma”
 L'emoor sospirò con vaga stanchezza, pensando alla quantità di consegne che la aspettavano sulla sua scrivania ad Hogwarts, che con ogni probabilità Joanne non le avrebbe permesso di finire.  
 L'amica era diventata ancora più brava e subdola a convincere le persone con il passare degli anni, essere il punto di riferimento di un migliaio di ragazzini doveva aver aiutato, ma l'emoor si chiese se non giocasse a favore della Serpeverde anche la sua stanchezza. 
 Alzò lo sguardo verso lo specchio contro la parete e vi si ritrovò perfettamente riflessa, tanto che per un istante pensò che Joanne l'avesse posizionato accuratamente.

Il passare del tempo era stato clemente con Emma Piton O'Shea, disegnando solo poche rughe intorno agli occhi verdi con ombre, identici a quelli di Alicia Serpeverde e lasciandola sottile e minuta, nonostante i tre figli. I capelli erano ancora lunghi come quando era ragazza, stretti in una treccia, ma ormai invasi da ciocche bianche che si mischiavano nel biondo ramato. 
 Era una donna vissuta e ancora bella, come le ricordava Draco ogni mattina, vestita di morbidi abiti e con quella serietà nello sguardo che non l'aveva mai abbandonata. Gli emoor, la guerra, la sofferenza, tutto quello che avevano passato insieme sembrava appartenere a un ricordo lontano. 
Vivido, brillante nella sua memoria, ma tanto assurdo che sembrava irreale, lontano da quella donna più anziana che giovane che ricambiava il suo sguardo sulla superficie lucida dello specchio.
 “Ho già convinto David e Emily in realtà, la tua è una cortesia” disse a sorpresa Joanne, finendo il suo the e subito rabboccando la tazza, evitando lo sguardo dell'emoor ed Emma alzò di scatto il capo, osservandola confusamente.
 “Convinto David ed Emily? Ma... quindi...”
 “È esatto” concluse di nuovo per lei Joanne “Loro due sono d'accordo. Ci è voluto un po' ma abbiamo trovato una linea comune. Niente Best Seller, solo pura accademia. Mancherebbe anche Hope all'appello, ma è scomparso da anni e dubito voglia dare il suo parere, quindi mi resti solo tu.”
 Emma serrò le labbra con asprezza, maledicendo silenziosamente la coppia di amici e per un istante rivide davanti a sé il profilo sottile di Artemius e ne sentì l'acuta mancanza, mentre il sangue scorreva più caldo e veloce nelle sue vene come ogni volta che pensava a lui. 
ArtemiusChissà dov'era ora? Respirò lentamente, riprendendo il controllo e alzandosi dalla sedia leggermente indispettita.
 “Se hai già pensato a tutto per me va bene, Joanne. Scrivi quel che vuoi. Sei più che brava a farlo. Io ora devo andare.”
 “Non così in fretta O'Shea” scosse teatralmente il capo la donna “Ti ho invitato per un the e non hai nemmeno finito il tuo. Ho bisogno che mi racconti le parti in ombra, quelle che non conosco. Tuo padre è un acido scorbutico con me, Draco si rifiuta di parlare di te senza il tuo consenso, io so la storia a grandi linee e per quel che vedevo, o mi raccontava Emily, ma non è molto. Voglio i dettagli. Soprattutto del dopo.” disse pacata, senza nemmeno alzare lo sguardo dal bloc-notes che aveva davanti, mentre afferrava una biro Babbana e sorrideva soddisfatta.
Emma si fermò, facendo un altro respiro pesante, combattuta.
David ed Emily gliela avrebbero fatta pagare.
 
Non puoi chiedere agli altri due visto che hanno acconsentito per primi?” chiese aspra, ma Joanne scosse la testa e in risposta fece svolazzare davanti a lei un pezzetto di pergamena , dove figurava la scrittura appuntita di Emily.
 L'emoor lo afferrò controvoglia, leggendolo velocemente.

Ciao Ems!
Ci ha presi per stanchezza, perdonaci non è così male però, no?
Che qualcuno ricordi. Scusa l'imboscata.
Ci vediamo venerdì. Un bacio. Emy

“Eri tu l'ago della bilancia O'Shea” disse tranquilla la Serpeverde, lanciandole infine un'occhiata scintillante, mentre si metteva comoda, accavallando le gambe, disposta all'ascolto “Loro mi han detto quel che han potuto, manca la tua versione”
 “Cosa vuoi sapere?” si arrese Emma, ficcandosi la pergamena di Emily in tasca, mentre tornava a sedersi sulla comoda poltroncina di velluto che aveva abbandonato, decisa a chiudere il prima possibile la conversazione.
Joanne sorrise famelica “Ogni cosa” rispose.

*

La guerra era finita e non restava che ricominciare.
 Simile a una ferita aperta, grondante di sangue, la scuola appariva come un rudere traballante nella luce tenue del mattino, sotto gli sguardi stanchi, ma ancora pieni di ottimismo dei combattenti. 
 Bisognava rimettere insieme i pezzi, non solo aggiustare quei muri tanto amati e quel parco pieno di voragini e silenzio, ma anche i membri della Resistenza che erano una massa di urlante apatia e ferite troppo profonde.
Tutti, in fondo, avevano visto la morte in faccia, o riflessa negli occhi di coloro che amavano e ne era nata una consapevolezza matura, fragile e dolorosa che aveva reso i ragazzi adulti e gli adulti vecchi stanchi. 
 Curare i cuori infranti e i corpi maciullati, farsi forza l'un l'altro, aggiustare le crepe dell'anima e della muratura, seppellire i morti, prepararsi a vivere, erano i primi difficili passi da compiere, ma nessuno sembrava essere abbastanza forte da fare il primo, o guidare gli altri. Nemmeno gli emoor, nemmeno Harry Potter.
 Lilith. Remus. Fred. Dora. Sarah. I nomi dei morti sembravano troppi persino per essere pronunciati. Anime innocenti, mandate al macello per un mondo migliore. Senza contare tutti i Mangiamorte e coloro che non avevano qualcuno ad amarli nemmeno per quell'ultimo saluto. Anime perse, combattenti che si ritrovavano dal lato sbagliato. Ci furono funerali, funzioni, addii.
Il primo fu quello di Fred.

. . .

Emma si voltò lentamente verso Ginny, con apprensione. 
 Ancora non lo sapeva, di quella giornata non avrebbe serbato altri ricordi se non quello delle sue stesse lacrime, ma in quel momento tutta la sua attenzione era rivolta all'amica di sempre, quella persona con cui era cresciuta giorno dopo giorno, affrontando le peggiori situazioni con coraggio e ostinazione e che ora invece sembrava sul punto di dissolversi per un respiro troppo profondo.
 “Tutto ok?” chiese alla rossa e lei le lanciò uno sguardo vuoto e un sorriso tremulo, per una volta senza la solita maschera di forza, ma sembrando solo fragile e consumata, avvolta da un abito nero troppo largo per il suo corpo reso ferocemente affamato dal dolore. 
 Emma si avvicinò a lei senza aggiungere nulla, afferrandole la mano e rimasero in silenzio, mentre attraversavano il prato fuori dalla Tana, fino al luogo scelto da George per Fred: un campo con un piccolo rudere nel centro, invaso dall'erica. 
 “Non riesco a crederci” mormorò la ragazza con voce sottile “Non riesco semplicemente a crederci che Fred sia morto.
“Nemmeno io” rispose la Corvonero, ragionando su quanto fosse tagliente quell'affermazione, su quanto fosse sbagliato il concetto di morte accanto al nome di Fred Weasley e accorgendosi solo vagamente della folla di persone presenti.
 C'erano volti noti e meno noti e Molly Weasley che passava in alternanza dal fianco del marito al stritolare il braccio di Severus, ancora fragile e seduto in disparte, chiedendo confusamente grazie e scusa.
 Emma, che aveva sperato di essere di supporto e conforto per i Weasley, pianse invece disperatamente insieme a loro, senza vergogna. La mano stretta in quella tremante di Ginny e lo sguardo rivolto all'angoscia sul volto di George, per la prima volta solo nell'affrontare qualcosa. 
 Singhiozzò liberamente al fianco dell'amica, senza avere la forza di muoversi, il pensiero rivolto a Lilith e all'amore che lei e il gemello non avevano potuto vivere e lasciò che la sofferenza la attraversasse impietosa, senza arginarla e fu un qualcosa di talmente spossante e sentito, che ne rimase completamente svuotata e dopo quel giorno non riuscì a versare a lungo nemmeno una lacrima, nemmeno nel salutare Remus, né Dora, né Sarah.
 Neppure per Lilith.

. . .

L'emoor rimase stoica, ferma e immobile a osservare quelle persone con cui aveva riso e scherzato diventare terra. Si ritrovò fredda, distaccata, troppo devastata per avvertire l'emozione che l'attraversava, tanto da sentirsi gelosa della visibile disperazione di Carmen, che urlò il nome di Sarah strappandosi i lunghi capelli, fino a quando Dan e Luke, impietositi, non la portarono via.
 Avrebbe voluto anche Emma esternare quella rabbia e quella sofferenza che la bruciavano dentro, ma non ci riusciva. Gli occhi le rimasero fastidiosamente aridi, il respiro lento, lo sguardo vuoto, mentre Remus, il suo dolce padrino che aveva fatto così tanto per lei nel suo silenzio, diveniva terra e Lilith la sua amica, con cui aveva condiviso ogni cosa, diventava nulla.
L'emoor si sentì insensibile. Spezzata.

 “Dici che sono rotta?” chiese in un soffio, gli occhi fissi sulla lapide bianca, dove dalla sua foto Lilith, le sorrideva come sempre, gli occhi scuri brillanti, il caschetto biondo scomposto.
 “Non sei rotta” le rispose James dolcemente ed Emma si sentì gelosa persino del tono spezzato che aveva il ragazzo.
 “E allora perché non piango?” chiese in un sussurro, desiderando di far capire al mondo quanto si sentisse devastata da quel vuoto che aveva dentro di sé e il ragazzo sospirò, avvicinandosi a lei di un altro passo, non disse nulla e avvolse solo l'amica in un abbraccio muto e fraterno.

L'immagine di Lilith, fiera e potente, durante la battaglia, balenò davanti agli occhi di Emma, quasi dolorosa, insieme a tutti i ricordi delle giornate passate insieme ad Hogwarts, gli abbracci, la complicità, le ore di studio e chiacchiere mischiate insieme e l'emoor non riusciva ad accettare che non avrebbe più avuto accanto l'amica con la sua risata contagiosa, il suo malumore altalenante, la sua zazzera di capelli chiari sempre scombinati e lo sguardo furbo e attento. Non riusciva nemmeno ad andare a fare le condoglianze, non riusciva a muoversi.
 Lilith era morta. Non avrebbe più riso, sbuffato, o baciato Fred. Non era più.
 E uno accanto all'altra, uniti da molto, ma soprattutto dalla sofferenza, James ed Emma rimasero a fissare il volto dell'amica chiuso in una cornice, per interi minuti, mentre lentamente i Corvonero sfilavano via, seguiti dagli emoor, i professori, il magico trio e persino i pochi Serpeverde all'appello.
 Draco mancava, ancora rinchiuso al Manor ed Emma lo avrebbe voluto lì.
 “
È andata” sussurrò James.
 “È andata” mormorò Emma contro la sua spalla ed erano 
soli in un certo senso, i due lati di un triangolo oramai inesistente e guardandosi negli occhi, stringendosi e poi cadendo a terra: lui senza riuscire a trattenere le lacrime ed Emma arida e devastata, sentirono per la prima volta, inesorabile, il peso dei sopravvissuti: Lilith era morta.

. . .

Emma trovò Severus in solitudine, seduto di fronte alla lapide di Remus Lupin.
Sembrava un vecchio corvo, così solo e rannicchiato nella luce morente del sole e l'emoor gli si avvicinò lentamente e poggiò la mano sulla sua spalla, sentendolo trasalire bruscamente sotto il suo tocco.
 
Emma” sussurrò lui, vagamente sorpreso.
 
Severus” rispose lei dolcemente, gli occhi che le si colmavano di tenerezza “Ti sei smaterializzato, di nuovo. Non dovresti”
L'uomo sbuffò con sdegno, riportando lo sguardo sulla lapide, senza rispondere.
Severus” lo richiamò di nuovo l'emoor “Papà.” insistette, vedendo che lui si ostinava al silenzio.
 
Che c'è?” rispose Piton, arrendendosi davanti la dolcezza di quell'appellativo.
 Emma fece un profondo respiro e afferrò lui la mano, rimanendo per un istante in silenzio, mentre insieme a lui osservava la lapide di Lupin, il suo padrino, con un dolore sordo che le affondava nello stomaco.
 
Se ti continui a smaterializzare di nascosto ti si riapriranno di nuovo le ferite.” disse infine pragmatica “Con tutta la fatica che io e Poppy abbiamo fatto per rimetterti insieme mi sembra poco carino, Sev.”
 
Chips esagera” ribatté secco l'altro.
 
Devi solo stare tranquillo qualche settimana, è così complicato?”
“È un mese che mi tenete chiuso lì, mentre tutti voi...”
 
Hai già fatto molto e ora devi...”
 
Non trattarmi come un vecchio” ribatté secco Piton, strappando un mezzo sorriso alla ragazza.
 Un vento leggero scosse la chioma di lei, mettendo in luce le sue venature ramate, Emma prese un profondo respiro, godendo di quella strana pace.
 
Non voglio semplicemente che tu ti faccia male solo perché vuoi dimostrare di essere guarito” disse piano, con dolcezza “Chips forse esagera, ma sta facendo molto per te. Avevi squarci in tutto il corpo...”
 
Ho uno specchio. Grazie” rispose lui aspro.
 E tornarono al silenzio.
L'uomo rimase accigliato e la ragazza invece con un accenno di sorriso davanti a quelle bizze. Severus Piton non era mai stato avvezzo al mostrare debolezza, non aveva mai avuto bisogno e si sentiva a disagio in quella sua nuova posizione, l'emoor lo capiva, ma non poteva lasciare che si ferisse da solo. Perché ormai Piton non era più solo e questo era un sollievo, ma anche una responsabilità.
 Il sole era quasi tramontato alle loro spalle, dando inizio a una fresca sera di estiva, si sentiva uno strano cicaleggio e una calma irreale.
 
Puoi farlo per me?” chiese l'emoor e lui si  accigliò appena 
 “Cosa?” domandò controvoglia.
 
Startene buono in infermeria fino a quando quelle ferite non saranno stabili. Per favore. Sei stato torturato e attaccato da un serpente che ti stava per uccidere davanti ai miei occhi. Non ti voglio perdere.”
 Quell'ultima frase sembrò smuovere infine il professore e un guizzo brioso passò nel suo sguardo scuro, prima che annuisse brevemente in risposta.
 
D'accordo. Starò buono”
 
Grazie Sev” mormorò l'emoor, appoggiandosi alla sua spalla, sotto lo sguardo divertito di Remus Lupin, che li osservava dalla sua foto sulla lapide.

Non gli ho mai chiesto scusa” disse lui con tono basso e tranquillo.
A Remus?” chiese lei “Per quello torni sempre qui ogni volta che fuggi?”
Severus annuì brevemente “Io e Lily abbiamo trovato il modo di chiederci scusa. In un certo senso persino io e Potter, visto che son stato dietro al figlio per mezza vita. Io e Black non dovevamo scusarci di niente, ma Remus era diverso e non mi sono mai scusato con lui”.
 Emma si fece sfuggire un sorriso e strinse appena più forte la mano del padre.
 
Remus lo sapeva”
 
Cosa?” chiese l'uomo.
 
Che eri un burbero dal cuore d'oro”
 Piton assottigliò lo sguardo e l'emoor rise.
 
Andiamo a casa, Sev” disse tranquillamente “Andiamo a casa”

*

Fu qualcosa di enorme da superare.” mormorò l'emoor
 “C'ero anche io O'Shea” disse Joanne con gli occhi lucidi “chi ti aiutò? I tuoi amici ti erano vicino, no?”
 “Tutti ci aiutammo” ribatté l'altra bevendo un altro sorso di the “ma era difficile e io mi sentivo come distaccata, avevo troppi pensieri. Severus era ancora sotto osservazione a causa delle sue ferite, la scuola andava sistemata, così tanti di noi erano spezzati...”
 “E Draco aspettava processo, no?”
 L'emoor annuì e Joanne aggrottò la fronte come in uno sforzo di ricordare anche i più piccoli dettagli. 
 “E Bellatrix?”
 “Cosa Bellatrix?” domandò sorpresa l'altra.
 “Ci fu il funerale. No?” 
 La Corvonero serrò le labbra con fastidio e annuì. 
 “Non mi piace ricordarlo però” disse secca e Joanne la guardò con sincera confusione. 
 “Perché no? Pensavo fosse stato un grande momento di pace ristabilita, voglio dire: la Mangiamorte per eccellenza e al suo funerale c'erano un sacco di tuoi amici e persone dell'Ordine, tra cui Hermione Granger, se ne parlò per giorni.”
 Emma annuì controvoglia con un sospiro spezzato. 
 “Vennero a rendere omaggio alle sorelle Black, non per Bellatrix”
 L'altra scrollò le spalle, minimizzando con non chalance.
 “Che fosse solo per Andromeda e Narcissa è un altro conto, la sepoltura era di Bellatrix e fu comunque un grande momento, no? L'eroina di guerra Granger che si presenta al funerale della donna che l'ha torturata, un gesto impressionante. Perché non vuoi parlarne? Mi sembra qualcosa che i maghi dovrebbero ricordare: il perdono dei sopravvissuti”
“Non è il funerale il problema,  Joanne” sbottò l'emoor “è il dopo.”
 La donna corrugò di nuovo per un istante la fronte, ma poi sgranò leggermente gli occhi in un gesto di comprensione.
 “Oh... McGregor, giusto?”

*

Ti devo parlare.”
 Emma lanciò solo una veloce occhiata a James, prendendo coscienza della richiesta fatta. Camminavano nel prato curato del Manor verso l'ingresso, osservando i pavoni bianchi che si muovevano pigri.
 Poco più avanti Narcissa Malfoy e Andromeda Tonks passeggiavano l'una accanto all'altra, con sospetto, ma rinnovata empatia, seguendo il curioso gruppo di ragazzi capitanato da Draco che deciso più che mai a dimostrare la sua voglia di pace, scortava i suoi ospiti verso il Maniero per un improbabile the caldo. 
 C'erano Sean, Dan e Luke, George, Lee, Luna e la testa arruffata di Hermione che svettava tra i presenti. Emma si perse a guardare con ammirazione l'amica, che aveva avuto il coraggio di presentarsi, proprio nella casa dove era stata torturata, solo per sostenere Andromeda e Narcissa. 
 Coraggiosa e testarda come il migliore dei Grifondoro, aveva osato dove nemmeno Harry, Ron ed Ginny erano arrivati, mettendo da parte il rancore. 
 Stoica, ferma, superiore. Era il simbolo di quella nuova rinascita.
 
Emma” la richiamò di nuovo James, in un sussurro e l'emoor tornò a voltarsi verso di lui, socchiudendo gli occhi a causa del sole, per poter osservare il profilo chiaro e lentigginoso dell'amico, con il suo sguardo azzurro perso nell'orizzonte. 
 Si sentiva così stanca di tutti quei funerali e quegli addii, e non le piaceva che il tono di James, solitamente fonte di tranquillità, la mettesse in allarme.
 “Cosa c'è?” domandò e l'altro sospirò piano.
 “Parto, Emma” disse e ci fu un lungo momento di silenzio dopo le sue parole.  
 “Quando torni?” chiese la ragazza, forse già temendo la risposta.
 “Non credo tornerò.”

 Si fermarono poco distanti dall'albero dove tanto tempo prima Emma e Draco si erano tenuti per mano per la prima volta, aspettando il ritorno di Severus. 
 Si guardarono negli occhi a lungo senza proferire parola, fino a quando le lacrime, che la ragazza aveva creduto di aver esaurito, non cominciarono a scorrerle copiose sulle guance.
 “Non puoi lasciarmi sola, Jam. Perché lo fai?” esalò e lui scosse subito la testa, lo sguardo morbido e gentile, mentre con la punta delle dita cercava di fermare inutilmente le lacrime di lei.
 “Non sei sola, o non andrei e io non posso più semplicemente stare qui, Ems... nulla di ciò che eravamo esiste più, persino tu sei un'altra persona. Non sei più la piccola emoor orfana che cercavo di confortare, sei un'eroina di guerra con delle nuove origini e una storia complicata”
 “Ma sono sempre io, Jam” insistette lei in un sussurro, quasi pregandolo e il ragazzo si avvicinò di un passo, stringendola appena a sé, delicatamente, come se temesse di spezzarla, ma allo stesso tempo non volesse lasciarla andare.
 
Sono sempre io, Jam” sussurrò di nuovo l'emoor, pur sapendo che non era vero.
 C'era qualcosa di indefinibile ad unirli, a unire tutti loro: la guerra, le responsabilità, il passato e quella nuova speranza che li animava, ma nessuno di loro era più la stessa persona che aveva cominciato quella battaglia e sul volto del ragazzo si aprì un sorriso amaro, che sapeva di comprensione e malinconia.
 “Sai cosa intendo” sussurrò delicatamente, continuando a stringerla tra le braccia “Io ti voglio bene davvero, Emma. Insieme ne abbiamo passate così tante che onestamente non so come farò senza di te. Mi mancherai, ma qui mi sento diverso. Lilith è morta e tutto quello che c'era è cambiato. Non posso rimanere solo per la nostra amicizia. Forse impazzirei, forse finiremmo per litigare, o con l'odiarci e tu sei una cosa preziosa che non voglio perdere, o rovinare. Non ho la forza di ritornare a Hogwarts l'anno prossimo. Non penso di farcela”
 Provò a sorridere, senza davvero riuscirci, mentre Emma affondava nel suo petto, con lacrime che le rigavano liberamente le guance. Era come se James le avesse strappato il cuore, eppure non riusciva a sentire altro che affetto per lui.
L'idea di superare l'assenza di Lilith senza l'amico al suo fianco le sembrava un destino troppo crudele, eppure riusciva a capire il suo stato d'animo, le sue motivazioni: avevano senso. E questo le faceva ancora più male, perché rendeva il tutto molto più reale e definitivo.
 “Che cosa farai?” sussurrò arresa, con un filo di voce.
 “Viaggerò, cercherò avventure per non pensare” rispose lui ed era vago. Apposta.
 Emma capì improvvisamente che chiedere di più, stringerlo, obbligarlo a restare tra le lacrime, non sarebbe servito a nulla. Ne sarebbero usciti solo feriti più a fondo. James voleva andare e lei doveva essere generosa abbastanza da permettere lui di trovare la sua strada, senza alcun rimpianto. Forse, in fondo, aveva ragione: non poteva stare più lì.

Tra loro non c'era ma stato il bisogno di troppe parole o spiegazioni. 
 James era sempre stata la sua ancora, l'amico che aveva saputo tutto e l'aveva accettato, il punto di vista saggio e pacato, la persona che la capiva con un solo sguardo. Non c'era mai stato un solo momento in cui non l'avesse supportata, o non le avesse dato piena fiducia e al solo pensarci l'emoor pianse di nuovo con forti singhiozzi. 
Si abbracciarono stretti. 
 Ultimi lembi di ricordi maciullati di un passato sempre più fragile ed entrambi sentirono la presenza di Lilith gravare su di loro. Nel parco del Manor, in silenzio, sciolsero un'ultima volta la loro stretta e si lasciarono con la promessa di scriversi, impossessandosi dell'immagine dell'altro per non dimenticarsi. 
 Emma allungò la mano a scompigliare i capelli scuri di James come faceva sempre e lui sorrise in risposta e la strinse e le baciò tutto il volto.
 
Quante volte si erano abbracciati?
 Quante cose si erano raccontati in quegli anni?
 Quante volte aveva scompigliato lui i capelli?
 “Ti voglio bene Jam”
 
Anche io, Ems. Anche io”

*

Come ne sei uscita?” chiese Joanne e c'era nel suo tono l'ombra di un dispiacere sincero, che fece rilassare Emma leggermente.
 James le mancava terribilmente ogni giorno.
Più tardi fu Draco a raccogliere le mie lacrime e poi Severus ad asciugarle, come tante volte aveva già fatto. Non c'era troppo tempo per il dolore e il dispiacere, bisognava andare avanti”
 
Joanne annuì distrattamente, prese un appunto sul suo foglio e poi alzò lo sguardo contrito verso l'emoor.
 “
Ma io mi ricordo di voi due” disse “Tu e James. Eravate sempre insieme, non ti sei sentita tradita?”
 
“Anche Lilith era sempre insieme a noi, ma è morta e ci ha lasciati soli. Ci sono certe cose semplicemente che non si possono controllare. Io e James ci volevamo troppo bene per vedere la nostra amicizia sgretolarsi nel dolore che stavamo provando.”
 “L'hai più rivisto?” chiese Joanne e l
e labbra dell'emoor tremarono appena a quella domanda e per un momento si chiese, incerta, se non dovesse tenere quell'informazione per lei.
 Se non dovesse nascondere tutte quelle lettere che erano arrivate negli anni, fiumi di parole che custodiva gelosamente e che dimostravano come lei e James non si fossero mai lasciati andare, come non avessero mai smesso di cercarsi tra scritte, appunti, lettere.
 Ogni volta che il gufo fulvo del ragazzo picchiettava sulla finestra Draco alzava gli occhi al cielo dicendo 
'Di nuovo un maledetto gufo di McGregor', ma poi lasciava alla moglie tutto il tempo per leggere le parole dell'amico e rispondere lui con lunghi racconti.
 “
Emma” la richiamò Joanne “Ti ho chiesto se l'hai più rivisto”
Sì” rispose la Corvonero e fece un leggero sospiro che la fece apparire stanca “Solo una volta, anni e anni dopo, per caso. Eravamo in vacanze con le rispettive famiglie, ci vedemmo da lontano e ci siamo riconosciuti, è stato un momento molto bello.”
James aveva sorriso. Emma aveva sorriso. Avevano corso come se fossero tornati ragazzini. Si erano abbracciati, solo un po', lentiggini contro lentiggini.

Emma. Sei davvero tu?”
James. Sei davvero tu?”

 Joanne sbatté le ciglia stupita, nascondendo l'emozione. 
 “E non avete mai ripreso a frequentarvi, dopo esservi ritrovati?”
 
Emma scosse il capo “No” rispose tranquilla “Una parte di noi forse non lo trovava giusto, probabilmente la distanza dava il giusto equilibrio, tenendo a bada il dolore, ma siamo rimasti in contatto. Il fatto è che quando penso a lui immagino ancora il ragazzino che era e non l'uomo che è diventato. Non so se posso essere amica del James adulto come lo eravamo da ragazzi. È stato giusto così. Mi manca a volte, ma come dicevo, ci sono cose che non si possono controllare e che prendono la loro strada.”
Si è mai sposato?” indagò l'altra ,riprendendo appunti.
 
Sì” disse Emma con un sorriso “Viola Prewin”
 
“La ragazzina che hai salvato dalle Cruciatus di Richard Done?” domandò la Rowling con stupore.
Lei” annuì l'emoor “Hanno due gemelle: Emma e Lilith”
 
Ovviamente” annuì Joanne.
 
Ovviamente” rispose l'emoor.

Ci fu un silenzio piuttosto denso, mentre Joanne ricontrollava meticolosamente i suoi appunti ed Emma si lasciava andare ai ricordi, poi la Serpeverde tossicchiò e si alzò dalla sedia.
 
Faccio dell'altro The. Ti va di continuare a raccontare alla biro intanto?” chiese, mentre la penna Babbana che aveva usato si metteva ritta sul foglio senza alcun aiuto, pronta a scrivere.
Di cosa vuoi che parli?” chiese l'emoor grata, capendo che l'amica stava usando tutta la sua sensibilità e la stava lasciando un suo spazio, con molta delicatezza.
 
Di quello che ti senti” rispose infatti l'altra, uscendo dalla stanza “Del dopo guerra, della ricostruzione, dei processi, quel che vuoi.”

*

Gli accampamenti intorno ad Hogwarts, creati perché i volontari alla ricostruzione potessero rimanere lì giorno e notte, erano sempre impressionanti da vedere: un'accozzaglia di tende colorate, persone, rumori e speranza. 
 Ad Emma piaceva sempre attraversarli a quell'ora del tramonto, per poi dirigersi verso il lago nero, annusando nell'aria fresca della sera quel sentore di libertà e pace. Camminava piano, con Severus aggrappato al suo braccio, senza fretta.  
 L'uomo stava uscendo da una convalescenza dolorosa e difficile, tornando lentamente ad essere il solito tagliente Severus Piton di sempre. 
Emma faticava insieme a Madama Chips affinché riposasse il giusto per riprendersi completamente, ma per mediare alla cocciutaggine del padre, aveva dovuto concedere lui almeno quelle passeggiate serali.
Ollivander mi ha detto che inizierai da lui dopo il corso del Ministero” disse l'uomo ed Emma sorrise, cercando di trattenere l'entusiasmo per quella notizia.
 “Te lo avrei detto a cena.” rispose “Era una sorpresa”
 
La prigionia al Manor l'ha reso particolarmente entusiasta nell'interagire con le persone, lo ha raccontato a tutti, temo. Ad ogni modo: sono orgoglioso di te.”
 
L'emoor arrossì leggermente, ancora non abituata a quel Severus così privo di filtri e maschere, seppur sempre secco e burbero.
 
Grazie Sev.”
 
Sembra stravedere per te” disse acido lui.
 
Chi?” domandò l'emoor.
 
Ollivander”
 “Mi è affezionato, sì.” e Severus sbuffò dal naso ed Emma sorrise.
Le
i e l'anziano avevano parlato a lungo di nuclei e bacchette durante la ricostruzione della scuola, tra incantesimi, lavorazioni e notti insonni. 
 La ragazza aveva trovato nel vecchio mago una mente sopraffina e lucida a cui si accompagnava volentieri e l'anziano vedeva nella curiosità di lei e nella sua meticolosa preparazione una speranza per il futuro. Emma aveva intuito come Severus fosse un po' geloso del suo nuovo rapporto con Ollivander, forse timoroso di perdere la sua figura di mentore, ma la cosa la faceva sorridere.
Diventerai davvero un'artigiana di bacchette alla fine” mormorò il professore.
 
Quello era il piano.” sussurrò l'emoor, lanciando, lui un'occhiata “E se dobbiamo dar retta alle voci di corridoio, pare che Hogwarts avrà di nuovo il suo temibile professore di Pozioni. O sbaglio?”
“Non sbagli. Così pare” rispose l'altro con un vago borbottio ed Emma rise “Non che Minerva mi abbia lasciato molto scampo.”
 
“Ha ragione: sei un ottimo professore, non poteva certo lasciarti scappare, ma come mai non la cattedra di Difesa?”
 
Severus si strinse appena nelle spalle, lo sguardo assorto.
 “Silente cercò di tenermici lontano, perché nessun professore durava mai più di un anno. In qualche modo voglio seguire un'ultima volta un suo consiglio.”
 
Saggio”
Folle, ma saggio certo.”
 
“Ma non ti sembra di rinunciare ancora a qualcosa che ti piace solo in onore di un vecchio amico che non ti può nemmeno più giudicare?” domandò lei.
 
Non so se mi importano più le Arti Oscure, Emma.” rispose mesto Piton “Pozioni mi piace. Sono state a lungo un mio rifugio e penso comunque che siano un'ottima scelta. Lumacorno vuole una pausa e io ho un lavoro, sono vivo, ho te. Ho tutto quello che potessi desiderare. Chiedere di più sarebbe arrogante.”
 
L'emoor sorrise “Quasi come Potter”
 
Quasi come Potter.”

*

Emma” gridò Harry, avvicinandosi di corsa e l'emoor, seduta con Ginny sugli spalti appena ricostruiti del campo da Quidditich, si voltò di scatto verso di lui.
 
Che succede?” chiese subito con voce rotta, ma prima di riuscire a provare angoscia, si rese conto che Harry sorrideva felice.
Narcissa Malfoy” urlò il ragazzo “è assolta”
 
L'emoor scattò in piedi, piena di adrenalina, un brivido lungo la schiena.
 “E Draco? Lucius?” domandò svelta Ginny, anticipandola, ma il moro scosse la testa, finalmente fermando la sua corsa, il fiato corto.
 “Non lo sappiamo ancora. Draco ha un processo tra un mese e gli è concesso stare al Manor nel frattempo, potrà portare quanti testimoni vorrà, Severus ha fatto pesare la sua parola. Lucius dovrà aspettare invece e per ora dovrà stare ad Azkaban, ma li garantiscono processo entro l'anno e avrà diritto a un testimone”
 
Posso andare da loro?” chiese con foga Emma, serrando le labbra ed Harry sorrise, porgendole con aria trionfante una pergamena stropicciata.
 “Sono qui per questo in effetti. Ho ottenuto un permesso da Shackelbolt in persona, puoi andare a far visita loro quando desideri e ti è concesso un colloquio con Lucius, ma questo solo se lo vorrai”
 
Un peso si smosse dal petto della Corvonero e improvvisamente le sembrò di tornare a respirare, mentre Ginny afferrava la sua mano e le sorrideva.. Non si era accorta di aver trattenuto così a lungo il respiro, ma l'aria ora sibilava quasi dolorosamente nei suoi polmoni. 
 Non si era data pace fin da dopo la battaglia. Si era affaticata a cercare di dare il massimo lavorando alla ricostruzione della scuola, forse con troppa enfasi. Occupando la mente, evitando di fermarsi, spaziando tra ore di magia lenitiva, assistenza a Madama Chips, impegni ufficiali con il Ministero dove doveva presenziare insieme agli altri emoor, la guarigione di Severus da seguire, amici da confortare e Occlumanzia per non perdere la ragione. Aveva cercato disperatamente di non pensare troppo a Draco Malfoy, escluse le ore passate china sui trattati di tribunali magici in cui aveva preso, con l'aiuto di Hermione, tutte le informazioni utili a Draco e i genitori.
Emma credeva fermamente che, dei tre Malfoy, Lucius fosse l'unico a dover fare spese delle sue scelte, eppure aveva fornito anche per lui elementi utili alla sua difesa, perché la pena fosse giusta. E si era affannata per liberare di ogni accusa Narcissa e il ragazzo che amava. Non aveva più voglia di guerre.
 
Posso andare da loro anche ora?” sussurrò stupita: non vedeva Draco dal funerale di Bellatrix, tre settimane prima e le mancava terribilmente.
 “Certo Emma, vai.” rispose Harry, afferrandola per le spalle.
 Avevano bisogno l'uno dell'altra Emma e Draco, avevano bisogno di sostenersi e capirsi, di colmare il vuoto che c'era tra loro. Gli mancava così tanto.

 L'emooor guardò Potter negli occhi, emozionata, si voltò per osservare anche il volto raggiante di Ginny che le sorrideva. 
 “Merlino Emma, che cosa stai aspettando?” la esortò la rossa “Corri dal tuo furetto e dagli un pugno da parte mia”
 Emma annuì tra le lacrime e corse via, attraversando il parco del castello tanto velocemente che le sembrò un battito di ciglia e appena fu oltre il confine si smaterializzò in un istante con un forte 'Crack', tenendo bene a mente la destinazione, come le avevano insegnato in quei giorni.

Il cancello del Manor era aperto. 
Non serviva più il marchio di Severus per attraversare il metallo come fosse fumo e accedere al giardino e l'emoor corse liberamente verso la il maniero, senza fiato nei polmoni. 
 La prima volta che aveva visto quel posto ne era stata intimorita e successivamente vi aveva vissuto l'orrore e la paura, eppure, mentre arrancava sulla via principale, ignorando gli alberi in fiore, i pavoni bianchi e il profilo lontano della serra, Emma non riusciva a far altro che considerarlo come una nuova casa, solo per il fatto che Draco e Narcissa erano lì ad aspettarla. 
 S
i ritrovò a ridere felice quando da lontano vide la figura sottile della donna bionda, che avanzava verso di lei, dimentica della sua solita eleganza, le braccia spalancate e le corse incontro, con tante parole da dire e il cuore che batteva feroce, come se stesse per prendere il volo dal suo petto. 
Si strinse a quella madre coraggiosa e ferma, come fosse la sua, inspirando il suo profumo di fiori e vaniglia, così buono e dolce e il suo cuore perse invece un colpo quando alle spalle di lei vide Draco.
 Sottile, pallido e bellissimo. Vestito di scuro, i lineamenti affilati e i capelli pettinati indietro come la prima volta che lo aveva visto, ad eccezione di qualche ciocca che sfuggiva sulla fronte, nascondendo quello sguardo grigio, che sapeva di metallo e tempesta, se non fosse stato per le minuscole pagliuzze azzurre, visibili solo quando erano vicini: Draco.
 Pioggia in arrivo, menta e caffé.
 Il suo Draco.

. . .

Emma era stanchissima.
Aveva lavorato tutto il giorno, insieme agli altri emoor alla ricostruzione delle serre, cercando di salvare tutte le piante possibili sotto la direzione di Neville.
 Erano coperti di terra e stanchezza da capo a piedi. David ed Emily camminavano per mano qualche passo avanti a lei, sussurrando piano tra loro come se non esistesse niente se non l'altro al mondo, mentre Artemius scuoteva la testa nel guardarli, con leggero disappunto, strascicando i piedi accanto ad Emma, evidentemente annoiato. 
 Un nugolo di abitanti di Hogsmeade, venuti ad aiutare a ristabilire la torre di Corvonero, si accorsero della loro presenza e salutarono animatamente, prodigandosi di inchini. Emma fece un cenno in risposta, sorridendo educatamente insieme a David, ma Emily incassò le spalle, proteggendosi nel braccio del ragazzo e Artemius sbuffò sonoramente, gli occhi vacui al cielo.
 
Cosa ti turba?” chiese l'emoor divertita, lanciando uno sguardo al profilo pallido dell'amico “Fa parte del gioco Mius, diamo speranza, sei fortunato a non essere Harry, o ti troveresti anche i lecchini del Ministero alle calcagna. Le persone hanno voglia di sapere che noi siamo qui per loro, devi solo fare un cenno ed essere gentile, tutto qui.”
Il ragazzo alzò le spalle con insofferenza, ignorando il gruppo di maghi e fissando invece la coppia di amici di fronte a loro.
 “
Non mi turba niente, Ems. Di sicuro non un gruppo di maghi che si agita in modo ridicolo solo perché ci vede”
 
E allora perché sbuffi?” chiese lei, pur sapendo già la risposta e il Serpeverde infatti roteò gli occhi e fece un cenno verso gli altri due emoor, le teste vicine.
 “Non si staccano nemmeno un secondo.”
 “
Una volta dicevi che erano una bella coppia.” lo stuzzicò l'amica.
Lo sono” borbottò il ragazzo “Ma Merlino! Nemmeno un secondo!”
La ragazza rise divertita e David rimbeccò il compagno di Casa con un 'Guarda che ti sento Artemius' che fece arrossire il ragazzo fino alla radice dei capelli.    
 Emma decise di andar in suo soccorso, prendendolo a braccetto e allontanandolo svelta dagli altri due, dirigendosi verso la Foresta Proibita.
 “
Lasciamoli tranquilli” disse lui, sorridendo.

 Emma li capiva. David ed Emily sembravano semplicemente increduli di essere sopravvissuti alla guerra e trovavano ogni momento per stare insieme, come per assicurarsi che non stessero sognando. 
Se Draco non fosse stato confinato al Manor avrebbe fatto probabilmente lo stesso, perché in fondo era percepibile nell'aria un urgente bisogno di amore e affetto. 
 Artemius, meno abile a comprendere i sentimenti e stanco delle continue attenzioni che tutti riservavano loro, era diventato invece irritabile e impaziente. Emma capiva anche lui, forse anche più a fondo: non era semplice.
 Scesero insieme verso la Foresta in cerca di un angolo di pace, in silenzio, senza bisogno di parlarsi. Nonostante con la sparizione di Alicia il legame che aveva unito i quattro emoor sembrasse essersi dissolto, così come il Vinculum, Emma e Artemius si sentivano spesso ancora legati.
 A volte, quando uno dei due provava particolare rabbia, o stanchezza, il sangue dell'altro prendeva a ribollire nelle vene, o se stavano troppo a lungo distanti avvertivano uno strano senso di agitazione.

 L'emoor pensava che fosse il prezzo da pagare per aver riavuto l'amico indietro e tutto sommato lo aveva accettato e Artemius sembrava essere dello stesso avviso.
 “
Come stai?” chiese la ragazza con dolcezza ed era una domanda che faceva spesso lui, anche più volte al giorno, per costringerlo a parlare ed evitare che si nascondesse dentro sé stesso.
 
Mai stato meglio” rispose l'altro, come ogni giorno, ma sorrise sincero e anche
Emma fece un leggero sorriso in risposta, sospirando lentamente, con stanchezza.
 Si sentiva svuotata da quelle giornate, da quella necessità che loro quattro avevano di dimostrarsi sempre forti, inarrestabili, luminosi, per dare speranza alle persone. Harry era molto più bravo di lei in questo.

Un movimento alla loro destra li fece sobbalzare e come un automatismo consolidato Artemius sfoderò la bacchetta e si mise velocemente di fianco alla ragazza, in posizione di attacco. Le orecchie di Emma fischiarono di allarme, ma i suoi muscoli si distesero subito quando scorse la fonte del rumore: George.
 
L'emoor mise una mano sul braccio di Artemius, costringendolo lentamente ad abbassare la bacchetta e si ritrovarono senza volerlo con i respiri coordinati.
 “George?” chiese in un sussurro la ragazza, Artemius ancora teso al suo fianco.
 Il gemello aveva pianto. Disperatamente. Il volto pallido era sgradevolmente macchiato di chiazze rosse, gli occhi lucidi e grandi, i capelli arruffati. Improvvisamente la guerra, il dolore e la sofferenza ripiombarono di nuovo addosso ai due emoor alla vista di quanto il Grifondoro fosse devastato.
 
Ciao Emma. Artemius” li salutò rauco il rosso, riconoscendoli, tendendo le labbra in una smorfia terribile, che ricordava solo lontanamente un sorriso tirato, come una caricatura mal riuscita.
 
George” mormorò la ragazza, facendo un passo verso di lui, mentre il ragazzo crollava sulle ginocchia, riprendendo a singhiozzare.
 
“Mi sento morire, Emma.” pianse il rosso disperatamente “Non respiro”
 
Non muori, George” sussurrò lei, con il cuore sbriciolato in mille pezzi “Ci sono io con te, tranquillo.”
Si avvicinò lui, avvolse le sue spalle in un abbraccio e goffamente si accovacciò a terra al suo fianco lasciandogli poggiare il capo sul suo petto.
 Lo tenne contro di sé come fosse un bambino fragile e troppo cresciuto, lo cullò, cercando di confortarlo e rimasero in silenzio, incatenati, mentre George si aggrappava all'emoor esternando tutto il suo dolore ed Emma e Artemius si guardavano negli occhi cercando di dividersi il peso di quella sofferenza.
 Sembrarono passare ore ad ascoltare il pianto del gemello, che riecheggiava dolorosamente nelle loro menti, fino a quando George non si addormentò privo di forze e Artemius non  aiutò Emma a farlo levitare fino all'infermeria.
Anche quella era la pace. Anche quello era ricostruire.

*

Prima che se ne rendessero conto Hogwarts era tornata al vecchio splendore e i campi erano stati smontati. Maghi e streghe che avevano lavorato alla ricostruzione, ora privi di un obbiettivo, rimasero a lungo assorti, dondolando sui talloni pieni di indecisione, prima di cominciare a raccogliere le loro cose e tornare dopo mesi verso le loro case.
 “E ora, che si fa?” chiese Ron.
 Erano seduti vicino al lago Nero, in una sorta di semicerchio scomposto. Emma, il magico Trio, Ginny e Zabini, insieme a Daphne e alle parole del rosso, 
Harry si sistemò gli occhiali, guardando verso il castello ormai completo, senza più ferite, prima di lanciare lui un'occhiata.
 “Ora si vive, Ron”
 “Non dite che sarà un po' troppo noioso?” continuò l'altro con una smorfia.
 Hermione saltò in piedi tirandogli una manata sulla testa, piena di nervosismo.
 “Ronald Weasley! Ma allora è vero che non hai sale in zucca!” quasi strillò, facendo ridacchiare i presenti e sogghignare Zabini.
 Ron si riparò frettolosamente borbottando un “Stavo solo scherzando”
 “
Il nostro re però ha ragione” soffiò Blaise “Che si fa?”
Attento a come parli di mio fratello, Bla” lo rimbeccò Ginny.
Io non sbandiererei in giro di essere imparentata con lui, piattola” la stuzzicò Zabini di rimando, ma nessuno dei due era serio nel ferire l'altro, si sorridevano complici ed Emma li guardò felice di quella nuova strana amicizia.
 “
Noi torniamo alla Tana” riprese Ron, borbottando un poco tra sé “E anche Hermione verrà con me in attesa di capire cosa fare”
 La Grifondoro annuì in risposta, arrossendo appena sulle gote, prima di parlare velocemente, quasi senza prendere fiato.
 “A settembre voglio tornare ad Hogwarts a finire l'ultimo anno però”
 “
E i tuoi genitori?” chiese Emma, che era rimasta molto impressionata della scelta della grifona di cancellare la memoria dei genitori per proteggerli.
 
Il Ministero si è offerto di assistermi per ritrovarli e provare a togliere l'incantesimo di memora” rispose Hermione con un sorriso leggero “Potrebbe volerci un po' e avranno bisogno di tempo. Tornare a scuola mi sembra scelta più consapevole per riuscire a seguire loro e concludere la mia preparazione”
 “Come se tu avessi bisogno dei MAGO per dimostrare di essere terribilmente pericolosa, Granger” disse Zabini con un ghigno e gli occhi verdi di Daphne lampeggiarono subito di rimprovero verso di lui, prima che si voltasse a guardare l'emoor Corvonero con leggera curiosità.
“E tu Emma che farai?” disse pacata “So che il processo di Draco non ci sarà prima di ottobre, se hai bisogno di un posto dove stare i miei genitori sarebbero onorati di aiutarti, hanno diverse proprietà”
 “No Daph, ti ringrazio, ma i
o torno a Spinner's End con Severus per la fine dell'estate” rispose l'emoor “Abbiamo ancora cose da raccontarci. L'anno prossimo poi sarò ad Hogwarts insieme a Hermione, fino al processo di Draco a cui parteciperò. Ne ho già discusso con la McGranitt”
 Il silenzio imbarazzante che si sarebbe potuto creare a quell'affermazione, riguardo la sorte del biondo, fu, miracolosamente, interrotto da Ron.
 “Miseriaccia. Tutti parteciperemo a quel processo, pare che il furetto non possa fare a meno di farsi salvare da noi e onestamente avrà bisogno di tutto il gruppo al completo a testimoniare quanto lui sia solo un idiota e non malvagio”

Emma sorrise in risposta e anche gli altri ridacchiarono, ma gli occhi di Zabini brillavano di felicità e gratitudine, per il fatto che quel gruppo di ragazzi tanto diversi, non avrebbe abbandonato l'amico.
 “E tu Potter?” continuò Daphne “Che farai?”
 
Vai anche tu alla Tana insieme a tutte le teste rosse?” chiese Zabini velatamente divertito “Sposerai prematuramente la donnola Junior? Diventerai il nostro precoce Ministro della Magia?”
 
Il ragazzo con la cicatrice scosse leggermente il capo, carezzando con infinita dolcezza i lunghi capelli rossi di Ginny, che gli sorrise complice, impermeabile alle punzecchiature di Zabini.
 “No, Zabini. Credo ti stupirò: andrò a Spinner's End” rispose.
Spinner's End?” chiese Emma con il cuore in gola, quasi strozzandosi nella sua stessa saliva ed Harry sorrise.
 “Piton mi ha offerto di venire a vivere con voi per un periodo” le disse “mentre sistemo Grimmauld Place, prima di capire dove starò durante il corso Auror”
Merlino. Dal pipistrello?” esalò Ron.
 
Ronald Weasley! Ora basta” lo sgridò Hermione, facendolo sbiancare, mentre tirava lui un'altra manata “Possibile che non ci arrivi?”
Scoppiarono tutti a ridere, ma Daphne sobbalzò e si sporse verso Emma.
 “
Con Potter come fratello e tutta questa gente manesca come amici le nostre lezioni sul Bon Ton Purosangue diventano piuttosto urgenti, O'Shea. Sono un po' rozzi” soffiò con un ghigno benevolo.
L'emoor rise a sua volta divertita, ma i suoi occhi non si staccarono da Harry e il suo cuore si gonfiò di orgoglio per Severus, apprendendo il passo che aveva fatto. Era felice all'idea che avrebbe potuto vivere con il fratello.

*

Joanne tornò nella stanza con un sorriso appena accennato, la teiera bollente tra le mani e si risedette sulla sua poltrona dando una veloce occhiata agli appunti che erano stati scritti in sua assenza.
Non sapevo che Ollivander ti avesse offerto il posto durante la ricostruzione” disse pacata, come se temesse di indispettire l'altra donna con una parola sbagliata.
 
Invece è andata così” sorrise però Emma “molte persone si sono avvicinate in quel periodo se ricordi”
 
“Ti ha poi lasciato il negozio in eredità sbaglio?”
 “
Non sbagli” rispose l'emoor “Ma non ho mai cambiato l'insegna. Figura ancora come Ollivander. Mi piaceva così”
 
Ora lo gestisce il tuo primogenito, no?”
 
L'emoor sorrise divertita, rendendosi conto che Joanne doveva essersi preparata accuratamente a quella giornata, molto più di quel che voleva farle credere.
 “
Esatto, mi sembra che tu sappia ogni cosa, Joanne.”
 La Serpeverde fece un leggero sbuffo, riappropriandosi della penna, mentre si portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio, prima di spingere la teiera verso Emma, perché si servisse.
 
Sono anni che non frequento il mondo magico, O'Shea. Lo sai bene. Non volevo risultare impreparata. Non quando finalmente sarei riuscita a convincerti a parlare.”
 
Saprai quindi anche che dopo tanti anni a lavorare come Artigiana di Bacchette ho sostituito mio padre alla cattedra di Pozioni a Hogwarts” disse l'emoor.
 
Mi è giunta voce sì” rispose Joanne con misurata distrazione “Ti trovi bene? Tuo padre ha mollato la poltrona facilmente?
 
Era giunto a completa saturazione del numero di teste di legno a cui insegnare, è stato ben felice di cedere a del meritato riposo e forse anche sollevato di aver lasciato a me il posto.”
 
Quel Piton” borbottò acida la donna, mentre i suoi occhi scorrevano su e giù sui nuovi appunti ancora una volta ed Emma sorseggiò il suo the, assorta per qualche secondo.
“Hai bisogno altro, o mi liberi finalmente?” chiese infine Emma alla vecchia amica, con un tono appena velato di impazienza.
 
“Ho bisogno d'altro” rispose l'altra con un ghigno furbo.
 
Allora spara” borbottò Emma in risposta “Non ho tutto il giorno”
Gabriel Tullier, l'eroe di guerra, avevate una storia?”
 
“Intendi al tempo della battaglia? No, eravamo solo amici”
 
Lo frequenti ancora?”
 
Ogni estate, è un medico piuttosto riconosciuto ormai, lui e Draco collaborano spesso insieme. Mio marito si occupa di Alchimia e sperimentazioni su pozioni. Lavora anche per il Ministero occasionalmente e fa ricerca insieme a Gabriel, sono un bel team.”
Un bel salto per lui” sorrise l'altra ragazza.
 “Intendi per Draco?”
 “Beh, sì” chiosò la Rowling “Da reietto ad Alchimista internazionale, mi sembra un bel miglioramento. O mi sbaglio?”
 
Draco si merita tutto questo” la interruppe l'emoor, giocherellando con una ciocca di capelli “Ha perso tanto durante la guerra, a rinunciato a molto ed è diventato una persona migliore.”
 
Non ne dubito” sorrise benevola Joanne “Immagino che le parole di Potter abbiano avuto il loro peso però”
 “Le parole di Potter?”
 “Si spese molto al suo processo.” sorrise Joanne.
 “Harry si spese per chiunque lo meritasse” rispose Emma “Più di tutti desiderava 
giustizia. Sapeva che Draco meritava il suo supporto e devo ammettere che, se non si fosse messo dalla sua parte in modo così netto, sarebbe stata più dura.”
 
Nessuno si fidava di Draco all'inizio, no?” indagò la Rowling.
 
No, esatto. Aveva una famiglia ingombrante e un passato fumoso, ma Harry era un eroe ed era deciso chiamare Malfoy amico.”
 
Immagino la gioia di Draco” rise la Rowling.
L'emoor sorrise brevemente al ricordo del teso imbarazzo che aveva pervaso il volto del biondo, davanti alla estenuante battaglia portata avanti dal Grifondoro, deciso a non lasciare indietro nessuno. 
 Il rapporto tra Harry e Draco era stato costruito lentamente, con molto silenzio e tanta nervosa accettazione, mischiati grazie alla testardaggine del primo e la voglia di cambiamento del secondo

Come è stato il tuo ritorno a Spinner's End?” chiese Joanne, cambiando bruscamente discorso e le labbra della Corvonero si piegarono istintivamente in un sorriso più sereno.
 “Spinner's End è casa mia, tornare lì è stato come tornare a respirare. Non era cambiato nulla. Il fuoco nel caminetto, Glimpsy che mi sorrideva felice, i libri sugli scaffali. Anche la mia stanza era sempre lì. Era esattamente quello di cui io e Severus avevamo bisogno. La possibilità di passare del tempo insieme, scoprire le carte del passato, rinsaldare il nostro rapporto, rimanere senza maschere”
Ma c'era anche Potter con voi.”
 
Vero, ma Harry si è inserito nel nostro quotidianità meglio di quanto credessi” annuì l'emoor “è stato bravo”
 Il sopracciglio di Joanne si inarcò, pieno di scetticismo.
 “Davvero? Voglio dire conoscendo Piton...”
 
“Credimi, Severus ha imparato a tenere a bada il sarcasmo per la maggioranza del tempo. Harry occupava la stanza che aveva avuto Codaliscia, ovviamente rimessa a nuovo e ci lasciava molto spazio. È un ragazzo d'oro ed era davvero intenzionato a far funzionare le cose. Certo è stato strano, conoscere dopo tanti anni mio fratello, imparare a rapportarci tra noi, senza la connessione a cui eravamo abituati, ma ne siamo usciti molto uniti”
 
Non riesco a immaginare Piton con Potter in casa, devo essere sincera. Voglio dire, come sono sopravvissuti?”
Interazioni al minimo. Io passavo molto tempo con Harry e molto tempo con Severus, loro si evitavano il giusto. Ci sono alcune cose da cui Harry è sempre rimasto escluso, come la preparazione delle Pozioni, o le passeggiate sulle colline mie e di mio padre, lui era libero di andarci, ma mai con noi, era una cosa nostra. Ma su altri aspetti abbiamo trovato un equilibrio tutti insieme, in fondo avevamo molto da raccontare, tutti e tre, e non solo a proposito di Lily. E poi, nonostante la connessione fosse scomparsa Harry ed io ci sentivamo molto vicini e mio padre l'ha capito. È stato bello. Sono grata a Severus per avermi dato questa possibilità”
 La penna di Joanne svolazzava sulla pergamena con decisione.
 
Hai mai avuto contatti con la famiglia di tua madre?” chiese.
“Intendi Petunia?” domandò Emma “Sì, ho avuto contatti. In alcuni periodi persino via gufo”
 “Davvero?” domandò scettica l'altra.

*

Severus dondolava sui talloni con agitazione, una mano posata sulla spalla di Emma, con fare possessivo. L'emoor poteva avvertire la sua preoccupazione e cercò di sorridergli per calmarlo, mentre si avvicinavano al giardinetto curato.
 
Papà” disse con dolcezza, mentre Harry li superava per suonare il campanello all'ingresso di una casa particolarmente inamidata anche all'esterno.
 
Non capisco perché dobbiamo fare questa cosa...” sibilò Piton.
Credo che sia importante professore” ribatté quieto Potter “È anche la famiglia di Emma dopotutto, è giusto che li conosca, per quanto possano essere sgradevoli”
 
L'uomo fece uno sbuffo nervoso dal naso adunco ed Emma gli afferrò la mano.
 “
Avanti Sev, è solo un the, sono certa tu possa resistere.”
 La porta del numero 4 di Privet Drive si aprì in quel momento, rivelando la figura secca di una donna bionda ben vestita. Era alta e magra, con un viso aspro che svettava in cima al lungo collo. 
Ci fu un momento di silenzio in cui tutti e quattro si guardarono pieni di curiosità e sospetto, poi la donna si avvicinò loro di un passo, incerta.
 “
Ciao zia Petunia” salutò Harry con educata freddezza, ma lei lo ignorò completamente, gli occhi fissi sulla figura di Severus, le labbra serrate.
 
Petunia” sibilò Piton in un cenno secco “Non è affatto un piacere vederti, ma tuo nipote riteneva imprescindibile presentarti mia figlia, Emma”
 L'emoor rimase in silenzio, osservando la nuova arrivata, mentre gli occhi di lei si spostavano lentamente da Piton per osservarla. La vide scandagliare ogni centimetro del suo volto, lo sguardo che si riempiva di lacrime e le labbra ora tremanti, mentre si portava una mano al petto, senza fiato.
 “Zia...” iniziò Harry, tentando di rompere la tensione “Come ha detto il signor Piton, questa è Emma e...”
 “O taci sciocco ragazzo” esalò la donna, tornando invece a fissare Severus, una gran confusione dipinta sul volto “
Piton! ... lei... lei è....”
 “Sì, Petunia è mia figlia e...” balbettò l'uomo, improvvisamente pallido.
 
“Emma è figlia di Severus e Lily, quindi sì, è mia sorella” intervenne Harry, sistemandosi gli occhiali sul naso, con un gesto secco “È tua nipote”
 
Emma ancora taceva, mentre la donna cercava di prendere respiro con fatica, le gote del volto magro che si tingevano di rosa. Piton tossicchiò imbarazzato e l'emoor si voltò verso di lui, forse inconsapevolmente in cerca di supporto.
 “Sev” lo chiamò dolcemente, ma lui sembrò farsi ancora più pallido, forse sconvolto dai ricordi, da tutto quello che lui e Petunia avevano condiviso da bambini, tra rancore e differenze, “Papà è tutto ok” insistette Emma e si mosse verso di lui, ma due braccia magre la trattennero all'improvviso, facendola sobbalzare: Petunia Evans la stava abbracciando. 
 Emma spalancò lo sguardo piena di stupore rendendosi conto che la donna singhiozzava contro il suo capo, mormorando “La figlia di Lily e Severus. Una bambina” davanti allo sguardo scioccato di Harry e Piton, forse per la prima volta sulla stessa linea d'onda. L'emoor sorrise e ricambiò l'abbraccio di lei.

*

Joanne mordicchiò la punta della penna, esalando un 'incredibile' tra i denti e prendendo altri appunti.
 
Quanto hai vissuto con Potter e Piton?”
 
Tre anni”
 
E poi?”
 
“Poi Harry e Ginny si sono sposati e sono andati a vivere a Grimmauld Place, ho aiutato Harry a renderla un luogo piacevole all'inizio, ma Ginny e il suo buon gusto hanno fatto il resto”
“È 
stato dopo il loro matrimonio che Artemius è scomparso. Corretto? Ricordo che era presente, eravate su tutti i giornali.”
 
Emma annuì in risposta, velata di malinconia “Sì, esatto”
“Ma dove è andato? E perché?” domandò Joanne, evidentemente avida di sapere “Voglio dire è scomparso
 L'emoor scrollò le spalle e tornò a giocare con l'anello al dito. 
 “Non lo so, Joanne. Artemius non si è mai sentito completamente parte di tutto questo. Forse avrebbe voluto sparire da subito ma...”
C'eri tu.” la anticipò la donna “C'era il vostro legame a trattenerlo. Le promesse dei vostri avi che vi scorrono nel sangue”
 L'emoor annuì con stanchezza, osservando di nuovo il suo riflesso minuto, mentre la mancanza del Serpeverde le pungolava lo sterno.
 “Artemius è morto per me, Joanne, io ho pianto per lui e la mia antenata l'ha riportato in vita. Siamo legati, con qualcosa che non è il Vinculum, né la nostra amicizia, ma il sangue e tanta magia. Non era destinato a questo mondo, ma qualcosa di scomparso da secoli l'ha trattenuto. Non è un evento che sia mai accaduto prima, abbiamo dovuto accettare e capire insieme quel che ci era successo”
 
Se fosse morto lo sapresti?” chiese timorosa la Serpeverde e l'emoor chiuse gli occhi, sulle palpebre si disegnò il profilo asimmetrico dell'amico, con il suo sguardo vacuo e assorto e il sangue nelle sue vene divenne bollente e inquieto all'istante.
“Sì, certo, lo saprei” disse in un sussurro “Artemius è vivo. È probabile che lasceremo insieme questa vita. Ne avevamo discusso al tempo e abbiamo preso strade diverse per evitare di dipendere uno dall'altra, ma siamo destinati a ritrovarci prima o poi” 
Joanne la fissò impressionata, ma non disse nulla.

*

Lo sguardo raggiante di Ginny Weasley sembrava illuminare tutto il tendone bianco montato nello stesso giardino dove anni prima si erano sposati Fleur e Bill ed Emma aveva ballato con Gabriel Tullier. L'emoor scambiò con la migliore amica un'occhiata complice e sorrise, non riuscendo a distogliere lo sguardo da lei, colma di affetto per quella coppia di disgraziati, commossa dal fatto che fossero riusciti finalmente a coronare il loro sogno.  
 Era una giornata bella, semplice e luminosa, proprio come loro. Emma e Neville erano i testimoni della sposa, Hermione e Ron dello sposo. L'emoor sentì la sensazione di pace e felicità invaderla lentamente, mettendola di buon umore e non in allarme come avrebbe fatto in passato.
 Draco, in piedi al suo fianco, elegantissimo nel suo completo scuro, sembrava stranamente a suo agio, le guance rosate dal caldo sole estivo, che lo rendevano giovane e arruffato. Emma lo guardò con tenerezza, lasciandosi sfuggire un sorriso e intrecciò una mano a quella di lui.
 “San Potter e Donnola Junior.” borbottò tra i denti il Serpeverde, senza cattiveria, bevendo un sorso dal suo calice.
 
Smettila Draco, lo stai ripetendo da ore”
 “Merlino, che coppia terribile” disse bevendo un altro sorso ed Emma rise perché sapeva che stava scherzando e che ormai da tempo si era abituato ai due.
 “Balli?” sorrise dolcemente lei, tirandolo verso di sé.
Amava ballare con lui, fin dal loro primo Capodanno insieme, al Manor, anni prima. Si sentiva al sicuro avvolta dalla musica tra le sue braccia, era uno dei rari momenti in cui Draco sembrava smettere di pensare e lei si lasciava andare.
Malfoy le sorrise, sfiorandole la fronte con le labbra, subito attento e presente, poggiò il calice su un tavolino pronto a guidarla in pista.
 “
Prima di lei la sposa esige un ballo dal più bel furetto platinato sulla piazza” li fermò Ginny, apparsa alle loro spalle, con un largo sorriso.
 Era splendida nel suo vestito lungo color crema, fili d'oro tra i capelli rossi, intrecciati insieme a piccoli fiori chiari.
 
Non ci sperare Donnola” soffiò Draco, l'angolo delle labbra che si alzava leggermente, in un ghigno, ma Emma già lo spingeva divertita verso l'amica.
 
Ginny le fece l'occhiolino, trascinando Malfoy proprio in mezzo alla pista e l'emoor rimase a guardarli, trattenendo a stento una risata, davanti al volto rosso del fidanzato e quello estremamente soddisfatto di Ginny.

Balli con me tu?” chiese una voce alle sue spalle. Artemius.
 
Emma si voltò verso l'amico, accettando la mano che gli porgeva e si mise a dondolare sul posto con lui. Non erano mai stati molto bravi a ballare insieme.
 “
Non se migliorato nel tempo.” disse allegra “Sei ancora un pessimo ballerino”
 
“Ammetto che la danza non è tra le mie priorità” sorrise il ragazzo, con ciuffi scuri di capelli che cadevano davanti agli occhi grandi e vacui.
 
Quali sarebbero le tue priorità?” chiese Emma con un sorriso.
Ancora non lo so” sorrise lui.
 Rimasero abbracciati, mentre Ginny obbligava Draco a un secondo ballo, mettendolo enormemente in imbarazzo, cosa che sembrava esilarare Ron.
 
“È bella la pace, no?” chiese Artemius con un tono soffice e malinconico.
 
“È bella” confermò Emma con un leggero sorriso “ce la siamo meritata”
 
“Vero” annuì l'altro, fin troppo seriamente, e tentò un goffo volteggio
 “
Come stai, Mius?” chiese Emma, come sempre e Artemius sorrise in risposta ed era un sorriso sincero, grato, che arrivava fino agli occhi grigi e ad Emma, nella luce chiara di quel pomeriggio di fine estate, con le guance arrossate e la camicia stropicciata, l'amico sembrò quasi bello e sicuro di sé e si sentì fortunata e privilegiata ad averlo con sé.

Sto bene Emma. Mi sento solo un po' a metà, come se non appartenessi a tutto questo.” guancia guancia con lei, i respiri coordinati il sangue che rallentava.
 
Ma tu appartieni a tutto questo” ribatté subito la ragazza, corrucciandosi appena “Ti appartiene quanto a me, quanto a tutti noi”
 
“Solo perché ci sei tu, lo sai meglio di me” rispose subito l'altro “A volte ho l'impressione che se tu non fossi qui io smetterei di esistere”
Emma si morse il labbro, capendo perfettamente cosa intendesse l'altro: era il loro pagamento di pegno. Il legame di sangue. Alicia che non aveva potuto tutto contro la morte. Artemius era vivo, ma quel loro legame non si sarebbe dissolto, avrebbero sempre provato angoscia per l'altro e la sensazione di volersi proteggere.
 “
Partirai?” chiese Emma secca, tirando su con il naso in un'espressione contrariata “In cerca di un equilibrio, di un posto dove sentirti a casa?”
 
Come fai a saperlo?” chiese il ragazzo.
 
Ho la stessa sensazione di quando se ne è andato James”
 Artemius fece un debole sorriso triste e la strinse un po' più a sé ed Emma si rese conto di quanto fosse cresciuto e che il suo corpo maturato non era più quello fragile del ragazzino che aveva conosciuto.
 “Abbiamo bisogno di un momento di solitudine, Emma, non possiamo essere sempre in due. Non possiamo sempre dipendere dall'altro.”
 “Non è una cosa che possiamo controllare Mius, eppure mi abbandoni come James, sembrate così tutti pronti a cercare altro e...”
“È diverso da James” disse il ragazzo dolcemente e lei annuì.
 
“Lo so volevo solo lamentarmi un poco. So che James ha potuto scegliere e che abbiamo deciso insieme di non smettere di scriverci, anche con mezzo mondo in mezzo. Noi invece non possiamo scegliere Mius, un po' ci apparterremo sempre”
 “
Almeno una parte di noi” sorrise il Serpeverde “Però da un lato dovrebbe confortarti. Non mi perderai. Siamo legati. Probabilmente per sempre.”
 
Forse anche un po' di più” disse lei e Artemius si mise a ridere.
Emma non lo aveva mai visto così di buon umore. 
 Ballarono insieme. Risero. Si strinsero. 
Il loro sangue che scorreva bollente nelle vene parlando per loro. Per Alicia. Per Andrew. Per il loro passato, presente e futuro. Non si rividero più, anche se sapevano che l'altro c'era da qualche parte.

*

Non si è mai fatto più sentire?” domandò perplessa Joanne.
 
Non ti parlerò di Artemius, Joanne” rispose Emma pacata, ma ferma “Non oggi né mai. Nel tuo libro puoi scrivere che ha scelto di allontanarsi dal mondo magico per trovare il suo posto. Basterà. Quello che mi lega a lui è qualcosa che forse non avrebbe potuto nemmeno spiegare Albus Silente. Siamo tornati entrambi dalla morte, ma se per me c'era un posto dove andare, una speranza, qualcuno d'amare, lui non era preparato. Aveva sempre pensato che non sarebbe sopravvissuto, in fondo.”
 
Ma la vita di uno dipenda dall'altro?” chiese Joanne.
 
Così crediamo” rispose l'emoor, il sangue bruciante “Hai altre domande che non trattino questo?”
 
Sì” rispose ovviamente Joanne ed Emma non alzò nemmeno più gli occhi al cielo, ma bevve un'altro sorso di the “Tu e Severus?”
 
Cosa vuoi sapere?”
 “Il vostro rapporto.”
 
“È un rapporto meraviglioso ed è anche migliorato con il tempo. Severus è mio padre, un mio amico, il mio mentore.”
 
“È una persona acida e testarda.” borbottò la scrittrice, inarcando le sopracciglia ed Emma si fece sfuggire un leggero ghigno.
 
“È una persona sensibile e intelligente e un padre e un nonno amorevole, ma sì è anche acido e testardo quando vuole”
 
Non mi ha mai perdonato la fine che gli ho fatto fare nel libro dei Babbani, ogni volta che lo incrocio me lo rinfaccia”
 
Vorrei ben vedere, è una fine orribile.” disse l'emoor.
Risero brevemente. Fuori dalla finestra la luce calava. Joanne si stropicciò gli occhi, in un gesto che ad Emma ricordò la ragazzina che aveva conosciuto a Hogwarts.
 “Vuoi sapere altro Joanne?” chiese, paziente, vagamente intenerita da quel ricordo, da quella bimba che le aveva portato le lettere dei fondatori, che girava per la scuola a braccetto con Emily, sospettosa di tutti, acutamente intelligente.
Tutte le persone che hanno fatto parte della battaglia, i tuoi amici, che fine hanno fatto?” interruppe i suoi pensieri la donna.
 
Vuoi sapere di tutti?” chiese l'emoor con un sospiro.
 
Di tutti” confermò l'altra.
 
Beh, Ginny ed Harry hanno avuto tre figli. Lo sai”
 
Con dei nomi discutibili” puntualizzò la Rowling.
 
“Prova a dirlo a mio padre, si è quasi commosso quando Harry gli ha messo in braccio Albus Severus”
 
Discutibili” rincarò Joanne “Non smetterò di sostenerlo e non riesco a credere che Ginny non si sia opposta."
 
Oh, ma si è opposta” rise Emma, ricordando la furia dell'amica ogni volta che Harry le proponeva un nuovo nome “Ma è una donna innamorata e soprattutto è pragmatica.”
 
Sei stata madrina di qualcuno di loro?” chiese l'altra.
 
No” rispose Emma “Nessun padrino e madrina tra migliori amici. Ma sono la madrina del figlio di George: Fred”
 
E quella del non più piccolo Teddy Lupin”
 
Sì” ammise l'emoor con un sorriso “Io ed Harry ce ne siamo occupati insieme ad Andromeda, ma bisogna ammettere che Teddy ha sempre avuto una predilezione per mio fratello. Ha vissuto anche da lui per un periodo. Era un bambino adorabile, stare tutti insieme quando era piccolo era un piacere. Narcissa gli vuole molto bene”
La Granger e il rosso invece hanno avuto due bambini, no?”
Come scritto nel tuo libro per Babbani” la stuzzicò Emma “Rose ha il cervello di sua madre e il volto di suo padre, Hugo è la copia sputata di Hermione con i capelli di Ron”
 “E g
li altri?” insistette Joanne.
 
Beh, David ed Emily si sono sposati piuttosto presto, poco dopo Harry e Ginny. Ci siamo trovati adulti quasi senza essercene resi conto e in un attimo formavamo famiglie. Loro hanno avuto tre figli si chiamano: Jeremy, Matt e Rachel, ma dovresti saperlo”
 
Lo so, ma volevo sentirlo da te. Li vedi ancora, no?”
 
Certo” sorrise l'emoor al pensiero dei due vecchi amici “Venerdì abbiamo una cena per il compleanno di Rachel”
 
“Continuate a sentirvi per via del vostro legame o...”
 
Sono buoni amici” la interruppe l'emoor “David è sempre stato un po' un fratello geloso per me, lo è ancora in realtà, ma va molto d'accordo con Draco. Li vediamo spesso.”
 
“E i gemelli Harrods?” andò oltre Joanne.
 
Luke vive all'estero, non lo vedo da anni” spiegò l'emoor “Sono in contatto con Dan però, ha spostato Carmen”
 
Carmen Hole? Come sta?” chiese l'altra curiosa e le labbra di Emma si strinsero appena di incertezza.
 Non vedeva molto l'ex compagna di Casa, nonostante le insistenze di lei e il marito di fare una rimpatriata. Carmen non si era mai davvero ripresa dalla morte di Sarah e l'emoor non capiva come Dan, così pieno di gioiosa voglia di vivere, si fosse innamorato di quella ragazza fragile e ferita.
 “Sta a
bbastanza bene” rispose infine tranquilla “Hanno una figlia bellissima: Sarah Ginger”
 
“Già l'ho sentito dire, ma non fanno molta vita sociale, quindi non ne ero sicura. Chi altri frequenti ancora?” chiese di nuovo Joanne, prendendo appunti freneticamente.
George ovviamente, ci vediamo quasi ogni giorno e anche Bill e Fleur, piuttosto spesso.” snocciolò l'emoor “Sean è forse l'unico amico con cui invece ho un rapporto molto simile al tempo di Hogwarts. Scherziamo molto, giochiamo a scacchi ed è diventato un buon amico di Draco, in realtà. Si è sposato con Holly Clarke hanno due gemelli Zach e Zoe.”
 
Deliziosi” tubò Joanne “E Luntica Lovegood?”
 
“Oh Luna è molto amica di Ginny ed Hermione, qualche volta la incrocio alla Tana, ma la vedo raramente, anche perché lei è sempre in viaggio col marito. Anche Neville l'avevo un po' perso di vista, anche se ora che siamo diventati colleghi ad Hogwarts abbiamo rispolverato la nostra vecchia amicizia.”
 “
E dei Serpeverde? Abbiamo detto Zabini e consorte no?”
 “
Blaise e Daph sono nostri cari amici, sì. Harper, loro figlio, è coetaneo del mio secondogenito ed è il figlioccio di Draco, quindi ci frequentiamo spesso, quasi ogni settimana. Amiamo chiamarli 'i nostri amici sofisticati', per divertimento. A volte credo che Draco ami passare del tempo con loro perché fanno parte di una vita agiata che quasi dimentica di aver vissuto prima dell'arrivo di Voldemort e che forse in parte gli manca. Io mi trovo molto bene con entrambi in fondo e posso divertirmi ad essere Lady Malfoy di tanto in tanto e poi nel tempo Daphne è diventata un'amica, non solo per me, ma anche per Hermione e Ginny e soprattutto Blaise è una persone che rimane molto importante sia per Draco che per me.”
 
E le altri Serpi? Nott, la Parkinson, Goyle...”
 
Tu li frequenti?” chiese Emma sinceramente curiosa e Joanne arricciò il naso in una mossa sdegnata.
 “
Che Merlino me ne scampi, no” disse secca “Non siamo molto simili, non lo eravamo nemmeno ad Hogwarts,  ma sai Malfoy ci era piuttosto legato...”
Nott non si è mai completamente ripreso dalla morte di suo padre a parere mio e non ha retto l'anno ad Azkaban, ma è rinato quando Pansy ha accettato di sposarlo. Non li vediamo spesso, ho sempre avuto l'impressione che in fondo Pansy non abbia mai smesso di odiarmi, il che è un peccato, perché Theodore si è rivelato essere una persona molto più simile al padre di quel che pensassi”
 
E gli altri?”
 
Se intendi Goyle, Mulciber, Flint e il resto dei Serpeverde non li abbiamo più frequentati.”
 
Meglio per voi” rise sincera Joanne.
 
Abbiamo finito?” chiese Emma con un sospiro stanco, ma l'altra alzò lo sguardo verso di lei. Brillante.
 “
Non proprio”
 
Ti prego Rowling” sbottò l'emoor “ora comincio a capire l'antipatia di Severus nei tuoi confronti.”
La donna
 piegò le labbra in un sorriso furbo, gli occhi divertiti.
 “
Beh, O'Shea” disse sorniona, versandosi di nuovo del the nella tazza “Secondo me puoi arrivare alla domanda finale, manca un importante tassello in tutto questo”
 
L'emoor sbatté le ciglia perplessa “Quale?”
 “
Ma come quale” sorrise Joanne “Ma Draco Malfoy, Emma: la vostra incredibile storia d'amore da copertina, che ha fatto tremare per anni il cuore di tutti noi. Vi siete così affannati a tenere tutto così intimo e lontano dai pettegolezzi e l'ho apprezzato, però ammettilo, vi ho lasciato spazio, ma tutti questi anni dopo: me lo devi”
 
Cosa vuoi sapere?” esalò Emma arresa, un sorriso vagamente divertito a incresparle però le labbra.
 
Tutto, O'Shea. Voglio sapere tutto”

*

Il Wizegamont al completo, sulle panche di legno del tribunale, incuteva timore.
 Emma, rannicchiata nel suo angolo, cercò di respirare a fondo per mantenere la calma, osservando la folla di persone. Narcissa, elegantemente vestita e composta, era seduta al suo fianco e si tese leggermente, ma le sorrise, afferrandole la mano.
 “Andrà bene, Emma” disse, lo sguardo fisso sul palchetto dove sedeva il figlio.
 Draco era elegante e bellissimo nella sua camicia chiara, il volto affilato e serio, i capelli chiari accuratamente pettinati e lo sguardo assorto.  Severus stava ritto a una manciata di passi da luo, lo sguardo gelido e concentrato, ma Harry, Ron ed Hermione, che avevano testimoniato con fervore a favore del Serpeverde, raccontando come avesse mentito per loro al Manor, sorrisero in direzione dell'emoor, quasi festanti dalla loro panca ed Emma si costrinse a prendere un altro respiro, mentre il giudice rientrava in aula.
 Era un ometto piccolo e pallido, con una zazzera scomposta di capelli chiari sul cranio tondo e al suo ingresso ci fu un mormorio e tutti si alzarono sulle panche, mentre quello stendeva un rotolo di pergamena di fronte a sé. Emma trattenne il respiro e le lacrime, senza distogliere lo sguardo dal volto di Draco.
 “
Questa giuria, ha deliberato, dopo aver raccolto la testimonianza dei testi: Harry Potter, Emma O'Shea, Severus Piton, Hermione Granger, Ronald Weasley, Ginevra Weasley, Blaise Zabini, Luna Lovegood, Narcissa Black, Gabriel Tullier, Daphne Greengrass, Dean Thomas e Minerva McGranitt, che il signor Draco Lucius Malfoy può considerarsi assolto da tutte le accuse e libero di esercitare le sue scelte e la sua libertà illimitatamente, purché rinunci seduta stante alle Arti Oscure, la loro applicazione, il loro studio e suoi manufatti, fatto salvo per l'alchimia per cui Draco Lucius Malfoy si è dimostrato versato, proponendo di mettere le sue conoscenze al servizio del Ministero.”
 Il cuore di Emma schizzò nel petto e il suo sguardo si legò a quello di Malfoy per un istante, ne vide il sollievo, l'orgoglio, l'amore.
 “Rinuncio alle Arti oOscure e alla loro applicazione, fuorché accademica e ringrazio la giuria del verdetto, sono onorato.” disse il ragazzo con voce ferma.

Ci fu un lungo attimo di silenzio e poi un boato di felicità, talmente genuino che persino i membri della giuria sorrisero commossi, invase la sala.
 Harry Potter e i suoi amici uscirono dalle panche per correre verso Malfoy, imbarazzato e confuso da quelle esternazioni di gioia che non sentiva di meritarsi e Narcissa strinse forte la mano ad Emma, gli occhi lucidi.
 “Lo sapevo che il mio ragazzo aveva bisogno di una persona come te” sorrise la donna “Va da lui, Emma”
 
L'emoor annuì, senza fiato, si allontanò dalla Black con un sorriso, scavalcò le panche e si fece spazio tra la folla, il cuore in gola, la labbra tremanti. Vide Draco scrollarsi di dosso Ginny e Blaise e voltarsi verso di lei.
 Si guardarono, metallo fuso, come cielo in tempesta e verde con ombre, liquido e innaturale e poi Draco Malfoy sorrise, come un ragazzo della sua età, felice, di istinto ed Emma sorrise con lui. Si avvicinarono, intrecciarono le mani l'una con l'altro, si appoggiarono fronte contro fronte, tremando piano, i respiri coordinati, l'amore profondo, la gioia che si spandeva intorno a loro.

. . .

Non mi importa se la madre dei rossi sarà contenta se lo indosso: è orribile” borbottò Malfoy “Davvero orribile.”
 
Emma rise, arrancando nel giardino pieno di neve di fronte alla Tana, la mano stretta in quella del ragazzo, le guance arrossate dal freddo pungente. 
 Il rampollo Malfoy non sembrava nemmeno lui con il maglione verde adornato di boccino che aveva fatto per lui Molly Weasley, i capelli arruffati e il broncio leggero, in contrasto con il suo solito aspetto elegante e curato. L'emoor lo trovava stupendo ed era silenziosamente felice di quella visione assurda.
 “Oh, smettila Draco è un maglione adorabile” gli disse allegra “Anche io ne ho uno e lo uso tutto il tempo.” 
 “Credimi. Lo so” sbuffò il ragazzo, facendola ridere. 
 “Oh andiamo. Cerca di non farti odiare dai Weasley. Sono la mia famiglia"
 “Merlino, se mi vedesse Blaise con questo addosso...”
“Direbbe che è vintage” sorrise quieta l'emoor, l'aria furba.
 “Io ne dubito” sibilò il biondo “Non riesco proprio a capire come mia madre abbia potuto accettare di passare il Natale qui. Voglio dire, un conto è essere amichevoli con Donnola e co, ma addirittura lasciare il Manor a Natale e...”
 “Glielo ha chiesto Harry e Narcissa l'ha trovata una bellissima proposta e ha accettato ben volentieri. Mio fratello sa essere molto convincente”
 “Salazar, non ripeterlo” esalò il ragazzo, scuotendo il capo.
 “Cosa? Che Harry è mio fratello?”sorrise l'emoor.

Si fermarono all'ingresso, alzando entrambi lo sguardo verso un rametto di vischio appeso sopra la porta. Emma sorrise al ragazzo, afferrando lui la mano.
 “Vuoi darmi un bacio prima di entrare e togliere quel broncio?”
 Il biondo fece scivolare le sue mani sulla vita di lei, stringendola a sé. Le baciò la fronte e lo zigomo, sospirando piano.
 “Merlino Emma, oggi mi stai sottoponendo ad una tortura”
 “Ti divertirai Draco, vedrai. Ginny era felicissima che ci fossi”
 Il ragazzo la baciò sul mento, sul naso.
 “Dovrò sopportare i capelli della Granger tutto il tempo e Potter, Merlino: Potter! Se ci penso preferisco quasi Lenticchia”
 “Allora siediti vicino a George, andate d'accordo no?” rise l'emoor.
 “Fino a quando ti sta abbastanza a distanza sì” 
 Emma ridacchiò,
 di nuovo e il ragazzo le baciò una guancia, la palpebra, la tempia, stringendola dolcemente a sé.
 “E s
e George ti fa arrabbiare perché è troppo affettuoso, puoi sempre metterti a fare il broncio vicino a Sev. È allergico quanto te alle cene Natalizie”
 “Non riesco a credere che persino lui abbia accettato tutto questo” soffiò il biondo, baciandole il collo, la nuca “È davvero inaccettabile.”
 “Severus è un burbero, ma ama festeggiare con me il Natale e in realtà anche con tutti gli altri” spiegò l'emoor paziente.
 “Anche io adoro festeggiare con te” sorrise Draco “Non con i rossi però”
Le baciò un orecchio, il mento, Emma rise e strofinò il naso contro quello di lui.
 “Lo so che sei felice in realtà di essere qui.” gli disse “Che sei felice persino che ci sia Harry. Sei felice di poter essere con me e di poterci amare alla luce del sole e di essere accettato da queste persone e di essere libero. Lo so”
 Le labbra di Malfoy si inarcarono in un leggero ghigno, gli occhi ora dolci.
 “Beccato” soffiò, baciandola sulle labbra.
 Pioggia in arrivo, menta, caffé. Emma rispose al bacio.
 “
Questo non toglie che Zabini inorridirebbe a vedermi con questo maglione”
 “Puoi chiederlo direttamente a lui” sorrise Emma.
 “
C'è anche Zabini?” chiese allarmato Malfoy ed Emma annuì di rimando, rubando lui un altro bacio e ridendo cristallina.
 “Merlino, San Potter è proprio degno del suo nome” sibilò Malfoy e poggiò la fronte sulla sua, in un gesto dolce e tranquillo.
 “Ehi piccioncini” li interruppe George chiamandoli dalla finestra della cucina, un sorriso divertito a illuminare il suo volto “Avete intenzione di entrare?”

. . .

Ringrazio ancora i donatori che quest'anno hanno reso possibile il ripristino di nuove aree del castello e migliorato i sistemi di collegamento e sicurezza di Hogsmeade” disse Harry Potter, raggiante, alla folla di fronte a lui “Ringrazio anche la Fondazione Black per la sua operatività nel supporto ai sopravvissuti e alle famiglie che hanno perso i loro cari. Auguro a tutti voi un buon anno”
 Harry alzò il calice e la sala, gremita e illuminata a festa, applaudì in trionfo. 
 “Bisogna ammettere che Potter ci sa fare” disse Draco con uno sbuffo, bevendo un piccolo sorso dal calice ed Emma gli sorrise. 
 Erano su un lato poco affollato della sala, cercando di non attirare l'attenzione, come sempre quando partecipavano a quegli eventi pubblici in cui erano costretti.
 “Sembra nato per tutto questo, è strano che abbia scelto in effetti una carriera così poco a contatto con la gente, come quella di Auror” disse l'emoor. 
 “Quella è per il suo complesso di eroe” rispose quieto Draco, stringendola a sé.
Emma rise e subito arricciò il naso pronta a ribattere, mentre Malfoy ghignava di rimando, ma Ginny apparve alle loro spalle, interrompendoli. 
 “Mi scoccia, come sempre, dare credito al tuo furetto, Emma” sorrise la rossa “Ma ha tendenzialmente ragione, Harry non sarebbe Harry senza fare l'eroe”
 “Ginny” la salutò l'emoor con un sorriso, stringendola in un abbraccio.
 “Ciao Ems, questo vestito ti sta di incanto” le disse l'amica allegra.
 “Parli tu” sorrise l'emoor divertita.
 Emma aveva un lungo abito azzurro chiaro con ricami argentati, che le aveva regalato Draco per Natale e che lei sospettava fosse piuttosto costoso, ma Ginny era semplicemente stupenda nel suo stretto tubino dorato, i capelli raccolti in una coda alta che le lasciava scoperta la schiena lentigginosa.
 Alcuni flash di fotografi immortalarono quel momento di saluto tra le due ragazze ed Emma con un mezzo sospiro sciolse la stretta sulla rossa, arretrando  al fianco di Draco, ma Ginny si voltò smagliante, fece un paio di pose per i fotografi e diede loro di nuovo le spalle, per tornare a parlare con i due amici.
 “Questi sono i momenti in cui esce tutto il tuo lato Purosangue, Donnola” gli fece notare il biondo, con un mezzo ghigno “Devo ammetterlo.”
 “Oh, lo dice anche Blaise” sorrise la Weasley, facendo lui un occhiolino “Daphne mi ha anche insegnato le pose migliori per essere fotografata, è stato davvero molto utile. Finalmente degli studi da famiglia Purosangue che non siano fandonie. Ho provato a convincere anche Hermione a migliorare un poco le sue apparizioni pubbliche, ma lei adora le sue pose con braccia incrociate, ognuno ha la sua. Emma non ne ha bisogno, appare naturalmente irresistibile, specie al tuo fianco, ma essere compagna del Prescelto ti da un po' di responsabilità nell'apparire, Malfoy, anche se quando sei semplicemente eroina magica di mezzo mondo come Mione non ti cercano certo per il tuo bel sorriso”
 “Non capirò mai come siate diventati amici” disse Draco e Ginny si accigliò.
 “Chi? Io ed Hermione dici?” chiese confusa.
 “No, Piattola, tu e Zabini” rispose il ragazzo secco, mentre Emma lo ammoniva con un mezzo sguardo divertito “Anche tu e Daph in realtà.”
“Oh, pare che a Serpeverde qualche volta spunti fuori una persona intelligente” disse Ginny “Con il fatto che sento di dover contare Zab, Daphne e persino i tre emoor credo che tu rimanga fuori, furetto.”
 “Fastidiosa” ghignò Draco.
 “Arrogante” ribadì Ginny.
 “E schifosamente ricco” li interruppe Emma “Conosciamo tutti le indubbie qualità di Draco, Gin, ma ha anche dei difetti”
 Risero e Malfoy la strinse a sé, baciandola sulla fronte. Altri Flash scattarono.
 “Sei davvero romantico con la mia piccola Ems, furetto” lo punzecchiò Ginny “Un vero peccato che odiate i fotografi e le copertine” 
 “Non li odiamo, Gin, ma ci piace essere discreti” sorrise l'emoor. 
 “Non che questo vi impedirà di essere su tutte le prime pagine di domani, piccioncini” disse la rossa “ma detto questo, io ed Harry ci siamo accorti con  questa situazione della ricostruzione abbiamo dimenticato una cosa importante”
 “Che cosa?” domandò l'emoor. 
 “La nostra uscita a quattro, Ems!” 
 “Ma ci vediamo tutte le settimane, Gin!” rise la Corvonero.
 “Certo” esalò la rossa con un sorrisetto “ma ci sono anche le serpi, gli emoor, mio fratello ed Hermione e tutti. Credevo che avessimo battuto Voldemort per la nostra uscita a quattro. Solo noi. Ce la meritiamo, Emma!”
 “Non sapevo che avessimo battuto Voldemort per questo” disse scettico Malfoy.
 “È uno dei motivo in effetti” ghignò furba l'emoor verso l'amica.

 “Questa cosa non mi piace” sibilò di nuovo il biondo, guardando verso l'emoor allarmato “Li sopportiamo già abbastanza, Emma.” ma lei sorrise, osservandolo dolcemente, gli carezzò la guancia e ci furono altri flash.
 “Beh, in effetti Ginny non ha tutti i torti, Draco” disse quieta “Questa è un'uscita che dobbiamo fare e poi me lo avevi promesso, no?”
 Malfoy assunse una smorfia contratta e bevve un grosso sorso dal suo calice, facendo ridere le due ragazze ed Harry li raggiunse in quel momento con un sorriso, liberandosi di alcune persone e finanziatori assillanti lungo il percorso.
“Eccovi qui. Scusare il ritardo. Che succede di bello? Malfoy ha ingoiato un rospo?” chiese, baciando Emma su una guancia e stringendo la mano in saluto a un distratto Draco, prima di cingere la vita di Ginny con dolcezza.
 “Nulla di che” rispose Emma “Draco si è appena ricordato di avermi promesso una cosa tempo fa e che le promesse vanno mantenute”
 “E che cosa?” chiese divertito Potter, lanciando uno sguardo a Draco che alzava teatralmente gli occhi al cielo. 
 “Un'uscita a quattro tra noi” anticipò Ginny l'emoor, sfoggiando un altro sorrisetto, mentre osservava anche il volto di Harry farsi rosato. 
 “Oh, sarà divertente” disse Emma, lasciando un leggero bacio sulla mandibola di Draco e ridacchiando divertita “Non fare il melodrammatico”
 “Oh sì” le diede corda Ginny, furba “Sarà davvero divertente.”

*

Papà, prima o poi si cresce” ripeté Emma, esasperata.
 “
Ma io non voglio lasciarti andare” borbottò Severus, accigliato.
 “Ma devi farlo... cosa dirò a Draco?” rise l'emoor, mentre Glimpsy, gli occhioni sgranati, cercava di sistemarle il velo.
 “Non lo so” disse burbero Piton, terribilmente serio “Ma non mi va di perderti tanto presto. Io sono tuo padre e ti ho avuta con me troppo poco tempo”
 L'emoor alzò gli occhi al cielo, sorridendo appena, le mani sui fianchi.
 “Sev, non rimedierai alla tua assenza durante la mia infanzia chiudendomi in casa fino alla mezza età! Ti prego, Draco è quello giusto. Lo sappiamo entrambi... non sei stato proprio tu a formare la nostra coppia in quell'aula di Pozioni?” sorrise e lui strinse le labbra in quella tipica espressione che di tanto in tanto riaffiorava dai lontani tempi andati. 
 
Emma si avvicinò, afferrandogli le mani “Mi accompagni all'altare, papà?”
 
Era una richiesta smielata, decisamente, ma sincera. Quando ero bambina l'emoor avevo sognato che colui che credeva suo padre, Alan, la desse in mano a un principe biondo, come nelle favole.
Il principe c'era e anche se Alan e Lydia non avrebbero mai smesso di essere parte di lei così come il ricordo dell'amico d'infanzia Steph, che a volte ancora la tormentava nei sogni, con il suo sorriso gentile e i suoi occhioni blu, Emma non poteva immaginare nessun altro se non Severus per quel giorno.
 La mano ruvida dell'uomo che stringeva la sua, fu uno dei ricordi più vividi di quella giornata, più del volto emozionato di Narcissa, più dei fiori che Hermione e Luna avevano intrecciato insieme, più della commozione di George e Harry e del volto rosato di Ron che la invitava in un goffo ballo. Persino più della luce di felicità di Ginny e Zabini nel vederli finalmente convolare a nozze.
 La mano ruvida di Severus e gli occhi grandi e pieni di emozione di Draco.

. . .

È un nome orribile!” sputò Lucius.
 “
Non è affatto così, è un nome importante per me” spiegò Emma mite, continuando a leggere il libro che teneva in mano e giocherellando distrattamente con il ciondolo che anni prima le aveva regalato Ginny Weasley e quello che le aveva dato in dono Narcissa Malfoy.
 Il salotto del Manor era caldo nella sua penombra e l'emoor se ne stava comodamente accoccolata tra le braccia di Draco, che ridacchiava per la situazione, carezzando distrattamente il ventre gonfio della ragazza. 
 Severus invece, seduto davanti alla scacchiera insieme a Narcissa, osservò torvo il consuocero, come fosse pronto a prendere la bacchetta e indire un veloce duello.
 “Artemius!” sbottò di nuovo Lucius “è un nome veramente terribile”
 “Anche Scorpius lo è!” borbottò Emma tra i denti.
 “Ehi!” intervenne Draco, fingendosi offeso.
 “
Il fatto che io abbia accettato di dare quel nome a nostro figlio... non significa che mi piaccia” disse l'emoor con un mezzo sorriso al marito, rubandogli un bacio a fior di labbra “So che è importante per i Black e le costellazioni e tutto il resto, capisco la tradizione, credimi, per questo ho accettato, ma è un nome davvero terribile”
Lui rise, stringendola mentre le sussurrava piano “Per me Artemius è perfetto”
 “Ma dove l'hai tirato fuori questo appellativo?” disse nuovamente Lucius, rude.
 “Non l'ho tirato fuori” disse Emma a denti stretti, assottigliando lo sguardo “Severus ha 'tirato fuori' te da Azkaban, Lucius. Artemius è il nome del ragazzo che mi ha salvato la vita senza tirarsi indietro, pur sapendo, da sempre, che avrebbe perso la propria. Se non fosse per lui io non sarei qui, Draco non mi avrebbe sposato e tu non avresti il tuo piccolo erede discendente da Serpeverde e saresti ancora in compagnia dei tuoi Mangiamorte in quella prigione. Quindi nessuna discussione. Il secondo nome sarà Artemius”
 Nella stanza gravò per un istante il silenzio, velocemente interrotto dalle risate appena soffocate di Narcissa e Severus che, complici, si scambiarono un mezzo sguardo, come due bambini troppo cresciuti e dal “Dieci a zero per Emma, Pluffa al centro!” che Draco disse, levando un bicchiere di fwhiskey incendiario verso il padre.

. . .

Malfoy urlò nel sonno, il corpo orribilmente contratto ed Emma scattò seduta.
 “Draco” sussurrò gentile, cercando la bacchetta per accendere la luce e i
l corpo del ragazzo si inarcò e inizio a tremare, squassato dagli urli.
 “
Draco” lo chiamò Emma, scuotendolo appena “Draco svegliati”
 
Lo sentì singhiozzare contro il suo collo e mormorare “Mi dispiace” più volte.
 L'emoor sospirò. Malfoy era schiacciato dai suoi incubi quasi ogni notte. Stritolato dalla paura e dal senso di colpa. Gridava come se lo stessero cruciando. Spezzato. Ferito. Singhiozzava i nomi dei morti di cui sentiva il peso sulle spalle, balbettava scuse scomposte, si contraeva e cercava di fuggire da mostri inesistenti.
 “
Draco” lo chiamò Emma “Svegliarai Scorpius”
 Gli occhi grigi del biondo si schiusero di un poco ed Emma subito lo accolse tra sue braccia, cullandolo lentamente e scostando ciocche chiare dal suo volto
 
L'ho sognato ancora” bisbigliò il marito.
 
Cosa?” mormorò l'emoor paziente, baciandolo sul capo.
Lui, Emma. Tu-Sai-Chi”
 
“Voldemort” disse per lui l'emoor e lo sentì tendersi.
 “
Io. È tutta colpa mia...” balbettò il ragazzo e lei lo trattenne con la forza. 
 “Draco. Amore. Draco ascoltami attentamente” sussurrò dolcemente e lo vide guardarla con occhi grandi e spersi e tremare come un pulcino bagnato 
Harry ha battuto Voldemort tanti anni fa. È tutto a posto. Non tornerà”
Sì giusto” mormorò lui e lei lo baciò sulle labbra, carezzandogli la schiena in movimenti circolari fino a quando non lo sentì rilassarsi.
 
Sai cosa devi sempre ricordare?” chiese Emma con tono morbido.
Cosa?” chiese rauco Malfoy.
 
Harry ha sconfitto Lord Voldemort con la tua bacchetta Draco.”
 
Lui sorrise appena. Si misero fronte contro fronte. Respiro contro respiro.

. . .

Zabini. Smettila di ingurgitarti” lo rimbeccò Ginny, l'enorme pancione da nono mese di gravidanza, teso quasi ad esplodere ed Emma ridacchiò divertita, scuotendo la testa insieme all'amica.
 
Ma sono incinto” si lamentò il Serpeverde, facendo ridere tutti i presenti, tranne Daphne che, con la pancia altrettanto tonda come quella della rossa, alzava gli occhi al cielo piena di esasperazione.
 
Vi prego” disse la Serpeverde “qualcuno gli dica qualcosa”
Beh, tecnicamente è vero: aspettate un bambino” disse Ron.
 
Sì, ma è Daphne a portarlo, questo non giustifica il fatto che Blaise debba mangiare tanto cibo” rise Hermione “Non può avere lui le voglie.”
 
Si chiama tensione” si difese Zabini.
 
Si chiama: come rovinare la propria linea lasciando che Malfoy rimanga l'unica serpe affascinante” disse ridendo Draco, sporgendosi per versare del vino Elfico ad Harry, che gli fece un cenno di ringraziamento.
 
“Aspettate che facciate il secondo” aggiunse Ginny “Poi voglio documentare il nervosismo di Zabini”
 Emma sorrise appena, accarezzandosi a sua volta la pancia, mentre scambiava uno sguardo con l'amica. Lei e Ginny stavano affrontando quella gravidanza insieme, per la rossa era il terzo figlio, per Emma solo il secondo, ma si erano molto divertite a fare shopping per piccoli maghi insieme ed erano felici di poter coinvolgere ora anche Daphne, più spaventata alla sua prima esperienza.

Come va la carriera O'Shea?” chiese Zabini per cambiare discorso.
 
“A gonfie vele” sorrise Emma “Ollivander ormai mi lascia quasi sempre le redini del negozio. Sto facendo molta ricerca è soddisfacente”
 “
E con i bambini?” domandò Daphne curiosa “Riesci a gestire tutto?”
 
Io sono un ottimo Babysitter e mia madre aiuta” rispose Draco, baciando la moglie sullo zigomo “Emma è quella che tira avanti la famiglia”
 
Merlino Malfoy come un elfo domestico” ridacchiò Ron, imitato dai presenti.   
 
Parla quello che si è sistemato con il Ministro della Magia per non lavorare mai più nella vita.” lo rimbeccò con un ghigno Draco.
 “È un complimento questo, Malfoy?” sorrise Hermione, poggiando una mano sulla spalla di Ron “Perché sembrava.”
 
Prendilo come tale, Granger” soffiò il biondo, stringendo Emma più contro il suo fianco “Se la cosa ti fa così piacere. Hai bisogno della mia approvazione?”
 
L'emoor afferrò lui la mano “Non tirare troppo la corda, biondo” disse e lui rise appena contro la sua spalla ed Emma alzò lo sguardo sui presenti. 
 C'era Ginny appoggiata ad Harry, innamorati come sempre, Hermione che riprendeva dolcemente Ron, che era piegato in due dalle risate insieme a Zabini, Daphne pallida e bellissima, George che chiacchierava serenamente insieme a Sean vicino alla cucina, con il piccolo Fred in braccio.
 
Il campanello suonò ed Harry si alzò per andare ad aprire.
 “Vado io. Devono essere Emily e David” disse, mentre il piccolo James Sirius gli afferrava una gamba, imitato un secondo dopo da Scorpius.
Mius lascia stare lo zio Harry” lo richiamò Emma, ma Potter si chinò con un sorriso, afferrando entrambi i bimbi tra le braccia, facendoli ridere.
“Fai cadere mio figlio, Potter e ti faccio un'altra cicatrice” sbuffò Draco, senza rabbia, senza cattiveria, senza intenzione di ferire.
 Harry fece lui un leggero ghigno ed Emma scambiò con lui uno sguardo.
 Stavano bene. Bene davvero.

*

Perché non chiamarlo Argon?” disse Draco, sorridendo appena.
 
Erano a Spinner's End, Severus stava seduto sulla vecchia poltrona ed Emma sulla sua, come sempre. Draco invece, semi sdraiato sul divano, giocava con Scorpius. Il bimbo lanciava gridolini di gioia mentre si divertiva a tirare le ciocche di capelli biondi del padre.
 “Draco tesoro"”sospirò Emma, scuotendo la testa “Hai davvero tante qualità, ma ti manca il buon gusto dei nomi”
 “Come no!? Scorpius adora il suo nome! Non è vero, ometto?”
 Il bimbo fece un buffa smorfia contratta prima di strillare “Ntemius!” e Malfoy boccheggiò “No, ometto! Non farmi questo! Così vincerà tua madre. Dì bene: Scor-pius. Scorpius. Non Artemius.”
 
L'emoor rise, scuotendo la testa con dolcezza, prima di voltarsi verso il padre, che osservava la scena stranamente silenzioso.
 “
Sev, papà? Che c'è? A che pensi?”
 “Come? Nulla” rispose lui “Pensavo al nome, non hai nessuna opzione?”
 “
La mia unica opzione è Remus” rispose delicatamente l'emoor, cauta, perché nonostante tra i Malandrini Lupin fosse quello più tollerato dal padre, anzi nonostante fosse certa che i due fossero arrivati a costruire una strana amicizia, Emma non voleva che il figlio ricordasse ogni secondo al padre il passato.
 Severus aggrottò le sopracciglia “Remus è un bel nome”
 “
A me non piace molto però” intervenne Draco, lottando con Scorpius che strillava felice e ripetizione il nome Artemius.
 
A che nome stavi pensando tu papà?” chiese la ragazza, conoscendo bene l'espressione accigliata che svettava sul volto dell'uomo.
Piton fece infatti un leggero sorriso in risposta, appena accennato.
 “Ecco, stavo pensando a Silas. È un bel nome, è semplice e lineare e comincia e finisce con esse, come Scorpius!”
Emma sbatté le ciglia sorpresa. Silas era un bellissimo nome
 “Mi piace. Allora è deciso” disse allegra “Tu che dici Draco?”
 “Silas mi piace” annuì il biondo, portando infine il figlioletto all'emoor perché lo tenesse un poco in braccio “ma dovrai affrontare mio padre”
 Emma scrollò le spalle scambiando uno sguardo d'intesa con il tutore.
Silas Remus Malfoy.

. . .

Sei bellissima”.
 Draco glielo diceva quasi ogni mattina, ma con una tale intensità nello sguardo grigio che Emma ci credeva sempre, ciecamente. Si avvicinò al marito scostando le coperte in cui si erano impigliati nel sonno, per poterlo abbracciare. Il suo profumo che le invadeva le narici, riempiendola di calma.
 
Sei bellissimo tu.” sorrise, scostando ciocche di morbidi capelli ancora biondi dal volto di lui, Draco seguì il profilo di lei con la punta del dito, facendole un leggero sorriso ed Emma alzò il capo per potergli rubare un bacio a fior di labbra, sorridendo a sua volta contro la pelle del suo collo.
 “
Tuo padre ieri mi ha detto che sono strana, come la nostra famiglia”
Mia madre dice sempre che siamo stupendi” ribatté Draco.
 Emma si strinse a lui. Pioggia in arrivo, menta, caffé. 
 Si lasciò andare contro il petto dell'uomo, lasciandosi cullare dalle sue carezze, il pensiero solo distrattamente rivolto al caffé amaro di cui sentiva un gran bisogno e agli ordini che la aspettavano da Ollivander.
 
Mi devo alzare” sospirò, ma Draco la trattenne, stringendola contro il suo fianco, carezzandole con la punta delle dita chiare il costato, cullandola piano.
 
Subito?” sussurrò con tono implorante, che fece ridere l'emoor.
 
Sì, subito Dra” sussurrò lei, ma trascinò con sé il marito fuori dal letto.
Malfoy
 ghignò, ma la seguì nel bagno ordinato senza parlare e poi nella doccia, divertito da quel gioco. Negli anni avevano imparato a conoscersi come le proprie tasche, ogni piccola cicatrice, ogni millimetro della pelle dell'altro.
 Eppure Emma osservò il suo volto chiaro del marito come fosse la prima volta, perdendosi nei lineamenti spigolosi addolciti dalla tenerezza, baciando il ghigno non più amaro sul volto di lui, la mandibola più marcata di quando era ragazzino, carezzando il velo di barba che sapeva sarebbe scomparso con l'accurata rasatura mattutina.
Salazar” disse lui, sorridendo contro le sue spalle, prima di cominciare a insaponarle la schiena con dolcezza “Sia lodato Salazar Serpeverde per il giorno in cui io e te ci siamo incontrati.”
 
Emma gli punzecchiò il petto con un dito, sorridendogli tra l'acqua. 
 “Intendi quello in cui non mi hai rivolto la parola?”
 Draco rise apertamente, tra i denti, la strinse a sé, le baciò il naso. 
 “Allora sia lodato il tuo buon cuore e la tua testardaggine”
 “
E il tuo coraggio” rispose Emma, rubandogli un altro bacio.
 
Si abbracciarono stretti, lasciando che l'acqua scorresse sopra di loro.
I marchi neri sbiaditi che si sfioravano appena, i respiri coordinati, gli occhi quieti. Si amavano terribilmente.

*

Dubhe! Sbrigati per favore.” disse Draco, trattenendo il nervoso.
Lasciala Draco, manca ancora un poco alla partenza” intervenne subito Severus, in difesa della bimba “Non serve correre.”
 
Emma si voltò per guardare la figlia che, incantata alla vista dell'espresso di Hogwarts aveva rallentato il passo e le sorrise dolcemente.
 Dubhe Narcissa Malfoy le assomigliava moltissimo, o meglio, assomigliava terribilmente a Lily Evans, con i lunghi capelli rossi e gli occhi verdi chiari identici a quello dello zio, l'emoor non faticava a capire perché dei suoi figli fosse la prediletta di suo padre.
Con il tempo però aveva compreso che Severus non vedeva in lei Lily, ma piuttosto sé stessa bambina, Eileen, la figlia che non aveva potuto crescere.
 “
Vieni Dubhe, stai vicino a noi” l'emoor richiamò dolcemente la bimba, prima di avvicinarsi all'orecchio di Severus “Papà, non essere troppo morbido con lei, soprattutto ad Hogwarts, visto che sei professore. È furba” 
 
Ci proverò” rispose lui divertito, già sapendo che non ci sarebbe riuscito.
 
Mamma, ho lasciato a casa la scopa!” si lamentò Silas.
 Aveva i colori di Draco, pallidi e chiari, ma i capelli ricci come quelli di Emma ed era l'unico dei suoi figli ad aver ereditato gli occhi di Alicia, di cui Emma era tanto orgogliosa.Verdi con ombre.
 
Te la spediamo con Rubrick, ometto” intervenne Draco abbracciando il figlio.
 
Quel gufo è vecchio” borbottò lui “Ma non doveva esserci lo zio Harry?”
 
Draco alzò gli occhi al cielo a quella domanda: considerava nefasta la passione del secondogenito per lo zio e non si era ancora abituato all'idea di avere un figlio in Grifondoro, a differenza di Piton, che Emma sapeva essere segretamente contento dello smistamento di Silas, forse pensando che Lily sarebbe stata felice.
 “
Certo, San Potter e tutta la combriccola sono proprio lì” sibilò Malfoy, indicando il gruppo più avanti “Ma non gioire troppo vistosamente, ragazzino”
 
Draco” lo ammonì Emma giocosa, afferrando lui la mano,
 Scorpius li aspettava invece insieme agli zii, mano nella mano con Rose Weasley, emozionato. Era la copia sputata di Draco da ragazzo sia nei tratti delicati, che nel portamento, ma nell'animo e nel carattere era identico ad Emma.
 
Merlino e dire che era l'unico figlio Serpeverde che mi era rimasto” esalò il biondo, scuotendo teatralmente il capo alla vista della giovane coppietta.
 
Pensa che Rose è la mia unica figlia e sta con un Malfoy” ribatté Ron, dando una pacca sulla spalla al biondo, mentre Emma si sporgeva ad abbracciare sia Ginny che  Hermione “Zabini?” chiese.
 
Sono in ritardo anche quest'anno” rispose la Granger “Oh guarda c'è Luna!” aggiunse, agitando la mano verso l'amica ed Emma salutò la compagna di Casa, distrattamente, affiancandosi al fratello.
Severus” disse Harry l'ex professore di Pozioni con un gesto secco.
Potter” sibilò l'uomo in risposta.
 
“Oh, smettetela voi due” li rimbeccò Emma, circondando le spalle della figlia, in un abbraccio “non vi crede più nessuno.”
 
Mamma” sussurrò la bambina “Papà pensa che non finirò in Serpeverde?”
Perché dici così?” chiese l'emoor “Tu puoi finire dove desideri”
“Ma ha detto che Mius è il suo unico figlio Serpeverde.”
 
Draco apparve chinandosi di fronte alla bimba e stringendola affettuosamente.
 “Questo solo perché
 tu hai il cervello di tua madre, Dubhe e hai buone possibilità di finire nella Casa di Corvonero”
 “Che è molto bella” disse allegra Luna.
 
Siete una famiglia strana in effetti, vi manca solo Tassorosso” intervenne la voce di Blaise, apparso alle loro spalle insieme a Daphne, Emily, David e i figli.
Emma sorrise agli altri emoor, prima di rivolgersi al Serpeverde.
 “
Non attentare alla vita di Draco con queste notizie, Bla.”
 
Ma io non posso diventare Tassorosso zio Blaise, è impossibile” intervenne Dubhe con candore “Nonno Sev ha detto che mi disereda”
Ci fu un istante di silenzio perplesso, poi Emma scoppiò a ridere. 
 “Papà” lo ammonì, il cuore gonfio di gioia nel vedere gli occhi di Severus brillare di felicità. 
Severus Piton. Suo padre. Felice.
 Stavano bene. Stavano tutti bene. Avevano un mondo in cui stare insieme.

Avevano combattuto per quello.

*

Joanne aveva gli occhi stranamente lucidi, mentre si sforzava di continuare i suoi appunti.
 
Hai altre domande?” chiese Emma, trattenendo anche lei a stento lacrime di commozione.
 
No” rispose la donna di fronte, appoggiando la penna sul tavolo “Sei stata molto esaustiva. Una bella storia”
Bellissima, sì” assentì l'emoor con un sorriso dolce.
 
Era troppo tardi per andare a Hogwarts, ma poteva tornare a casa dal marito, che improvvisamente la mancava terribilmente. 
 Aveva voglia di guardare il volto chiaro solcato dalle poche rughe che conosceva a memoria, sedersi insieme sul divano a leggere un libro, respiro contro respiro.
 “Ti andrebbe di fare un'ultima cosa?” chiese Joanne e l'emoor fece un leggero sbuffo stanco. 
 “Ormai, Rowling, mi hai rubato tutta la giornata.”
 
Scrivi qualcosa.” disse l'altra “di tuo pugno, una prefazione”
Non ne sono capace” si difese subito la Corvonero.
 
Sì che lo sei” insistette Joanne “Hai appena finito di raccontarmi una storia stupenda, merita una tua prefazione.”
 
Emma pressò le labbra in una smorfia contrariata, mentre la Rowling le porgeva piuma e pergamena “Ti lascio sola” le disse alzandosi con aria soddisfatta “E grazie.” aggiunse sincera.
 
L'emoor annuì appena, prima di fissare il foglio di pergamena di fronte a lei, indecisa. Rimase immobile per qualche minuto, ripensando a tutto quel che aveva raccontato, la smorfia che si addolciva al pensiero di ogni persona che aveva fatto parte della sua vita, nel bene e nel male. Si rigirò la piuma tra le dita, gli occhi chiusi, il sangue che le scorreva bollente nelle vene e prese un profondo respiro, intingendo la punta nell'inchiostro.


Questa è la nostra storia.

 La vera storia che ho deciso di raccontare e che forse mai nessuno conoscerà, ma che è davvero importante che sia esistita. 
 È importante per noi, che l'abbiamo vissuta, che abbiamo lottato affinché i nostri figli potessero vivere in un mondo migliore. 
È importante per coloro che non sono più e che non dovrebbero essere dimenticati.  È importante per me, per gli emoor e per le Ombre di Hogwarts: Alicia, Andrew, Thomas e Angela, che hanno fatto molto senza volere nessun riconoscimento. 
 È importante per Lucius e Narcissa Malfoy che sono stati riabilitati, per me e Draco che abbiamo un nuovo mondo dove amarci. Per Nott Senior che ha fatto del suo meglio e tutti quelli come lui.

Di tutta la mia vita non cambierei un solo giorno. Nemmeno i momenti più duri, difficili e dolorosi, perché alla fine hanno portato a un felice epilogo.
 Ho conosciuto persone meravigliose e persone crudeli, ho amato e in parte odiato, ho vissuto e rischiato di morire e fino all'ultimo sono rimasta l'ago della bilancia e non mi sono mai contraddetta, salvando chi amavo e perdonando chi mi feriva.
 S
e tu lettore hai seguito le nostre avventure e hai pianto e gioito con noi... Grazie.
Grazie perché in fondo non siamo altro che i nostri ricordi e finché qualcuno non dimenticherà la nostra storia, non finiremo nell'oblio, anche quando arriverà l'ora del nulla. Anche se, come disse Albus Silente, per una mente ben organizzata la morte non è altro che una nuova straordinaria avventura.

Noi siamo state pedine di una svolta, di un pezzo di storia.
 Una storia che potrebbe essere cominciata quando due ragazzi che ancora non si amavano hanno volato insieme su una scopa, abbattendo i pregiudizi. O forse quando un'esile ragazzina è entrata nella vita di un uomo solo, gli occhi verdi con ombre che si sono incrociati con i suoi due occhi scuri da un uomo amaro, simili a due lunghi tunnel. O ancora prima, quando un bambino e una bambina si sussurrarono segreti in una radura.
 O forse, questa storia è cominciata nella notte dei tempi quando quattro ragazzi decisero di rimanere nell'
ombra.

 Emma Eileen Piton O'Shea

. . .

Emma appoggiò la piuma.
 Le ombre della sera accarezzavano la sala. Sapeva che Joanne non sarebbe tornata a salutare, indossò la mantella che un tempo era appartenuta a Eileen Prince e uscì dalla casa, perdendosi nelle brulicanti strade Babbane di Londra.  
Raggiunse un piccolo vicolo pronta per smaterializzarsi dal marito, nella loro amata casa dove continuavano a condividere ogni cosa, così calda e intima rispetto al vecchio Manor. Riusciva già a immaginare il sorriso con cui Draco l'avrebbe accolta, appoggiando gli occhiali dorati sul divano accanto al libro che stava leggendo per andarle subito incontro, il suo profumo, pioggia in arrivo, menta, caffé che l'avrebbe accolta, il caminetto acceso e il the già pronto per lei sul tavolino a fare da cornice, ma all'ultimo cambiò idea. 
Le mani strette intorno alla bacchetta che continuava ad essere sua fedele compagna da quando aveva tredici anni, Emma visualizzò l'immagine di una collina coperta di fiori di un passato lontano, dove una bambina correva a perdifiato verso il suo tutore, le braccia spalancate, il sorriso gigante e un Patronus argenteo, a forma di volpe, si mosse sinuoso di fronte a lei ed Emma lo indirizzò a Draco per avvisarlo che avrebbe fatto tardi, poi si smaterializzò.

Riapparve in uno stretto vicolo maleodorante che ben conosceva, lanciò solo un veloce sguardo alle colline verdeggianti alla sua destra, nascoste dalle case malmesse e uscì sulla strada principale con passo sicuro, scivolando tra le vie buie, nell'ombra della sera.
 Si fermò solo una volta davanti al giardinetto come sempre disordinato, ma che negli anni aveva provato a sistemare con qualche fiore e arbusto e bussò la porta.
 Severus venne ad aprirle, i capelli striati di bianco e le solite vesti nere sul corpo magro e sottile, i lineamenti aspri e gli occhi scuri.

 “Emma” disse sorpreso “Che ci fai qui?”
 “Ciao, papà. Mi mancavi stasera, pensavo potessimo mangiare qualcosa insieme e fare due chiacchiere, se non disturbo.”
 
Certo. Non disturbi mai. Entra” sorrise l'uomo, facendosi da parte “Draco non è venuto? Va tutto bene?”
 
“Sì, è a casa. Lo raggiungo dopo, volevo solo stare un po' con te”
 
All'interno del salotto il caminetto era acceso, nonostante fosse primavera, come sempre, i libri erano ovunque, le due poltrone al loro posto sul tappeto consunto. Una pozione sobbolliva piano in un angolo, il fumo denso che saliva verso il soffitto.
 “
Stavo distillando un po' di bevanda della Pace per passare il tempo.” le disse Piton “Ti va di aiutarmi?”
 
L'emoor sorrise, si tolse la mantella e si mise al suo fianco in un gesto automatico, mentre afferrava il primo ingrediente, come sempre e avvolti nei fumi della pozione, in cui entrambi si sentivano a loro agio, lavorarono in silenzio, senza bisogno di parole, un mezzo sorriso sulle labbra, uniti come lo erano stati per tutta la vita.
 “Ti ricordi quando ti aiutavo da bambina?” chiese lei.
 “Me lo ricordo” rispose con dolcezza l'uomo “Non hai mai smesso”
 Lei annuì appena e passò all'ingrediente successivo, mentre le labbra sottili dell'uomo si inarcavano in quello che 
sembrava un sorriso, l'emoor canticchiò qualcosa tra i denti, a suo agio. 
Erano insieme.  Emma e Severus. 
 
Andava tutto bene.

*Angolo Autrice*


Ciao Lettori miei. 
Eccoci per un ultimo saluto, un po' come Emma scompiglia per l'ultima volta i capelli di James.
Mentre leggete queste parole io ho spuntato la casella "completa" su questa storia e ancora stento a crederci. 
Ho cercato di scrivere questo lungo epilogo disseminandolo di dettagli che vi portassero a scoprire piano piano come sono andate avanti le vite dei personaggi che ci hanno fatto compagnia tanto a lungo. Spero di essere riuscita a darvi una degna conclusione, completa, nelle sue parti in luce e in quelle in ombra, di avervi fatto sorridere ed emozionare, anche solo per un attimo. Vi ringrazio di cuore, un po' come Emma ringrazia i suoi lettori, di avermi seguita fin qui, di avermi concesso il vostro tempo, le vostre parole, i vostri consigli. 

Trovate QUI la versione PDF che io chiamo "formato libro" della storia, divisa in 4 volumi, ognuno con la sua copertina.
Se volete supportare invece il mio lavoro e le tante ore che dedico alla scrittura potete farlo QUI offrendomi un caffé.

Ho altre storie che ci attendono, ma le metterò qui pian piano, sistemandole con cura. 
Per quanto riguarda Emma, Severus, Draco, Ginny, gli emoor e i personaggi che ci hanno accompagnato in questo racconto è ora di salutarli. 
Vi abbraccio con affetto ed emozione. 
Spero a presto, tra altre storie e parole.
Con immenso affetto. 
vi

 

  
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