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Autore: Valery_Ivanov    29/08/2009    5 recensioni
Il finale: superati gli intrighi di Danzo e le incomprensioni con il villaggio della Nebbia, i tre vecchi compagni si ritrovano uno di fronte all'altro, ancora una volta. Con loro la storia è iniziata, e con loro finirà. In un modo inaspettato, che nè Sakura nè Naruto, nè tantomeno Sasuke, avrebbe mai potuto immaginare.
Genere: Malinconico, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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«Sasuke

Salve a tutti!!!! Ecco a voi la mia personale versione del finale di Naruto… o meglio, di come spero finisca (anche se ne dubito profondamente XD). Ditemi la vostra opinione, anche se non siete minimamente d’accordo!!!!^^ E’ un po’ lunghetto, ma non potevo spezzarlo in due capitoli… spero sia comunque di vostro gradimento. Buona lettura!!

 

 

The end – Finale dolceamaro

 

«Sasuke!!!!!»

Il moro si ferma, senza voltarsi. Conosce quella voce, conosce il suo modo di gridare per richiamare la sua attenzione, un misto di risentimento e disperazione. Conosce la persona che ha lanciato quel grido quasi come se stesso, ma non è un buon motivo per provare qualche sentimento nei suoi riguardi. Solo fastidio.

Negli ultimi anni non ha avuto tempo da dedicargli; la sua vendetta veniva prima di tutto. Ora, però, potrebbe essere il momento giusto per far tacere definitivamente quella voce così insistente.

Si gira con studiata lentezza, alzando svogliatamente lo sguardo sulla figura ad un centinaio di metri da lui. Ed eccolo lì, proprio come lo ricorda, sempre vestito di arancione sgargiante – forse la cosa che più detesta di lui – sempre con quello sguardo che rifiuta di arrendersi pur davanti all’evidenza.

«Ci incontriamo di nuovo» mormora con voce disinteressata. «Naruto» aggiunge poi, il tono che è quasi un sussurro. Ma l’ex-compagno lo sente e stringe i pugni con rabbia.

«Pensavi che avessi rinunciato a riportarti indietro???!» grida, mandando bagliori dagli occhi. E’ fatto così, sempre ad urlare.

«Ci avevo sperato» risponde Sasuke con una leggera scrollata di spalle per sottolineare la sua indifferenza.

«Beh, mi dispiace infrangere le tue speranze» risponde il ninja, sarcastico. «Dovresti sapere bene che io non mi arrendo mai!!!»

«E non ti rimangi mai la parola data. Fa parte del tuo credo ninja» completa il moro per lui, con un mezzo sbuffo. «Lo so, l’avrai ripetuto un centinaio di volte. Proprio non riesci a crescere, eh?»

«Chi ti dice che io non sia cresciuto?» ribatte Naruto, e i suoi occhi brillano. Gli da davvero così tanto piacere parlare con lui? «Solo perché i miei ideali sono rimasti gli stessi di quando ero un bambino non vuol dire che io lo sia ancora!!»

Sasuke abbassa appena le palpebre; tutto quel sole lo irrita quasi più dell’ex compagno di squadra.

«Se i tuoi ideali sono quelli di un bambino ingenuo non puoi essere cresciuto più di tanto»

Naruto lo osserva per qualche attimo in silenzio, e Sasuke non riesce ad interpretare la sua espressione. Si accorge con una punta di stizza che è la prima volta. Il biondino ha uno sguardo serio, concentrato su di lui; lo trapassa con la sua intensità, lo incuriosisce quasi. Ma se vuole metterlo a disagio non ha ancora capito bene con chi ha a che fare. Un angolo della sua bocca si incurva appena, un movimento appena percettibile dall’occhio umano. Naruto non se n’è accorto di certo.

«Beh, fanfarone, che vogliamo fare? Mi hai fermato per quattro chiacchiere, o vuoi batterti come si addice ad un vero guerriero ninja?» la provocazione fa centro. Negli occhi di Naruto risplende la fiamma del combattimento, e un sogghigno si allarga sul suo volto.

«Certo che voglio battermi!!! Come ti ho già detto l’altra volta, Sasuke, ti riporterò a casa a costo di spezzarti ogni singolo osso!!!!!!»

Anche la curva sul viso del moro si allarga appena. «Preoccupati delle tue di ossa, testa quadra»

 

«Sakura, non correre così!!!! Sprecherai solo energie!!!»

«Non mi importa, maestro!» l’espressione sul suo viso è più determinata che mai. «Ho promesso a Naruto che l’avrei aiutato… ed è esattamente quello che farò!!!!!»

Kakashi sospira. “Che ragazzi problematici”… ma accelera il passo.

 

I due ninja si scontrano con violenza inaudita. Gli occhi di Naruto sprizzano scintille di gioia e furore, mentre i gelidi opali di Sasuke lo fissano senza espressione.

Ma Naruto sa che dietro ci sono centinaia di sentimenti confusi che lottano per uscire, schiacciati dal dolore e dalla collera.

Nessuno risparmia i colpi. Non ha importanza quali tecniche usano, né come, né in che momento; l’unica cosa che conta è vincere per dimostrare all’altro che le proprie ragioni sono le più valide, che per tutto quel tempo, anni, lui si è sbagliato. Per mostrare all’altro la forza acquistata nei lunghi giorni passati separati, per ribadire un concetto di superiorità per il quale avevano sempre lottato. Per questo nessuno dei due usa la propria arma principale. Né il mille falchi né il rasengan fanno la loro comparsa sul campo di battaglia. Entrambi vogliono riservare quella tecnica per il colpo finale: quello in cui uno si prenderà la rivincita, e l’altro confermerà la propria posizione.

La lama di Sasuke contro i fedeli kunai di Naruto, i serpenti contro i rospi, l’indifferenza contro la determinazione. Nessuno dei due prevale, nessuno dei due cede un solo istante; un equilibrio perfetto, che lascia trasparire un sottile velo di stupore sul volto di Sasuke e uno vittorioso su quello del compagno. Il moro accelera il ritmo; in fondo non ha ancora mostrato praticamente nulla del suo vero potere. Ma Naruto gli tiene testa. Si adatta senza problemi al nuovo scambio di colpi, e Sasuke questa volta sente la rabbia e l’impazienza iniziare a pervadergli le membra.

Che sia ora di usare il mille falchi? Ma poi guarda Naruto. Lui non intende usare il rasengan, e non sarà certo lui il primo a cedere! Si costringe alla calma. La freddezza si impossessa nuovamente di lui, e la spada viene usata con precisione mortale verso quello che un tempo era stato il suo migliore amico.

«Sasuke…»

Naruto perderà mai questo brutto vizio di parlare continuamente?

«Tra poco arriverà qui anche Sakura»

Il moro lo fissa indifferente. Naruto ha bloccato la sua temibile spada con i palmi delle mani; i kunai giacciono a terra poco distanti da lui, e i loro visi sono a pochi centimetri di distanza. L’Uchiha lascia volontariamente che questa posizione si blocchi per qualche istante, incuriosito – no, è solo per studiare la prossima mossa – dalle parole dell’altro.

«Non vorremo mica farla assistere allo spettacolo dei suoi due compagni di squadra che si uccidono a vicenda, no?»

«Non ti seguo, baka. Stai dicendo cose senza senso»

«No» Naruto abbassa la voce – che cosa strana, a quanto pare ha imparato che si può parlare anche senza bisogno di urlare continuamente. «Sto dicendo che ti conviene tornare in te prima dell’arrivo di Sakura»

Sul volto di Sasuke affiora l’ombra di un ghigno.

«Vedi, baka, avevo ragione io; stai dicendo cose senza senso. Io sono già perfettamente in me»

Il momento viene infranto, la lama affilata guizza e strappa un lembo di pelle dalla spalla di Naruto. Lui non se ne accorge.

Sasuke gongola soddisfatto per quella piccola vittoria che lo porta in vantaggio, finchè non si trova Naruto dietro la schiena – ed è troppo tardi. Vola per alcuni metri, attutisce la caduta ma si sfregia la guancia. Quando diavolo ha nascosto quella copia, Naruto? E come ha fatto ad avvicinarsi a lui senza farsi vedere? Fissa il compagno con il suo sguardo gelido, e incontra gli occhi azzurri di un bambino che è stato privato del suo unico vero amico.

«Non siamo mai stati amici, baka» ringhia nella sua direzione, e lo stupore causato da quelle parole gli permette di affondare la spada nel torace di uno dei due ninja. Per un attimo crede – teme? – di aver colpito l’originale, ma subito dopo la copia si dissolve in uno sbuffo di fumo e il ragazzo si volta verso l’altro.

«Come puoi dire questo, Sasuke?»

Sa che lo sguardo dell’altro dovrebbe ferirlo, ma non ci riesce. E non può fare a meno di pensare che le emozioni lo hanno abbandonato davvero.

Tanto meglio così.

 

«Uh, ma che bella confettina… dove vai tanto di corsa, tesoro?»

Sakura si volta di scatto. Nuvole arancioni su sfondo nero… maschera arancio a spirale e un unico occhio, rosso come il sangue, con quel simbolo che lei conosce così maledettamente bene.

«Madara Uchiha» mormora Kakashi, e la ragazza stringe i pugni con forza. Cosa deve fare? Combattere Madara, il nemico principale che ha causato tutto quel dolore, o correre da Sasuke e Naruto?

E’ una domanda stupida da porsi; in fondo sa benissimo cosa farà.

«Ignoralo, maestro!» esclama, fredda. «Naruto è molto più importante!»

Poi, si stupisce lei stessa della sua frase. Sta correndo da Sasuke… no?

 

Attacchi, parate, strategie e ancora attacchi. Da quanto stanno andando avanti così?

«Allora, stupido, ti sei finalmente convinto??» esclama Naruto, stufo di quell’inutile combattimento. Lui non sta attaccando per uccidere, né per ferire. Anche se ha detto che è disposto a spezzargli tutte le ossa, sa bene che non lo farà mai. Vuole che Sasuke torni di sua spontanea volontà, altrimenti non avrebbe alcun senso.

«Baka, io sono sempre stato convinto di volerti uccidere… quello che sembra tentennare qui sei tu»

Naruto si morde il labbro a quelle parole. Cosa diavolo deve fare perché quell’idiota del suo amico apra gli occhi??

Sasuke contempla soddisfatto il suo lavoro. Il biondino è coperto di graffi e lividi; tutte ferite superficiali, certo, ma sicuramente migliori del risultato ottenuto da Naruto, che si limita allo sfregio sulla guancia e ad una piccola escoriazione sul gomito. Però lui inizia ad accusare leggermente la stanchezza, mentre Naruto appare ancora fresco come una rosa. Una rosa che lui provvederà immediatamente a calpestare.

 

«Si dà il caso che anch’io stia andando da quella parte… perché non facciamo la strada insieme?»

Sakura stringe i denti. Quell’idiota mascherato le sta solo facendo perdere tempo!! Si volta verso il maestro e lo vede farle un leggero cenno con la testa. Sgrana gli occhi. Ha davvero intenzione di proseguire ignorando bellamente la presenza di Madara Uchiha?

«L’hai detto anche tu… loro sono più importanti, no?» sorride.

Sakura annuisce. «Hai ragione, maestro Kakashi… andiamo!!»

“Ragazzi… sto arrivando. Vi prego, aspettatemi. Non voglio perdere nessuno di voi due”

 

Le ferite si sono fatte più serie. Adesso Naruto ha il braccio sinistro inservibile e il fianco e la spalla destri di Sasuke sono gravemente squarciati. Il moro non riesce a respirare correttamente, ma in compenso ora anche Naruto appare affaticato e il braccio sembra dolergli in modo terribile. Probabilmente è spezzato.

Si concede un leggero sorrisetto di soddisfazione, appena percettibile, prima di sputare un grumo di sangue che gli si era formato in gola.

«Ehi, baka… vuoi per caso ritirarti?»

«Stavo per chiederti la stessa cosa, grandissimo testardo!!»

Sasuke inclina appena un sopracciglio.

«Io sarei il testardo? Non sono di certo io ad aver sprecato anni e anni dietro una persona che non vuole più saperne di me…»

Naruto trattiene una smorfia di dolore.

«Ah no? E tutto quel tempo perso a rincorrere tuo fratello cos’è stato, allora? Un passatempo?»

Gli occhi di Sasuke diventano due fessure di ghiaccio.

«Taci… non parlare di lui!!!!!!!!»

Naruto sgrana gli occhi, sorpreso. L’ultima volta che l’ha sentito urlare è stato svariati anni prima. Riesce comunque a schivare il pesante colpo che Sasuke gli aveva indirizzato… ma incrocia un attimo i suoi occhi, e l’istante dopo l’illusione lo circonda, densa come acqua gelida.

«Ehi, Naruto… a quanto pare finalmente ci sei cascato»

L’aveva evitata per tutto il combattimento. E non poter guardare Sasuke negli occhi era stato… straziante.

«Mi spiace, baka, ma pare che anche stavolta abbia vinto io. Adesso non hai una delle tue stupide copie a tirarti fuori dai guai»

Ma Naruto già non lo ascolta più. L’illusione è terribile: il corpo di Sasuke dilaniato, fatto a pezzi, il corpo di Sakura sventrato che lo fissa con i suoi occhi vitrei; e poi il suo braccio costretto a trafiggere un Sasuke grondante sangue ai suoi piedi che invoca pietà. Naruto urla, vorrebbe quasi strapparsi il braccio per fermarlo, ma non può; e gli occhi di Sasuke lo fissano terrorizzati, implorano perdono, chiedono scusa, ma non è ciò che vuole lui. Lui non ha bisogno delle scuse di Sasuke, vuole soltanto che torni a Konoha… con il suo solito volto indifferente, il suo fare scontroso e solitario. Ma quello è Sasuke. 

Il braccio si abbassa, il kunai è ad un passo dal viso disperato di Sasuke…

«Naruto!!!»

Una mano gentile, e l’illusione è sciolta. Una mano gentile su quel braccio che stava per commettere l’atto più orribile della sua vita e che, Naruto se ne rende conto solo ora, ha rischiato di strapparsi davvero. Due occhi verde smeraldo che lo fissano preoccupati, ciocche color fragola che gli sfiorano il volto…

«Sakura»

La ragazza si volta verso l’ex compagno di squadra. Com’è strano sentire il suo nome pronunciato da lui… lo aveva quasi dimenticato.

«Sasuke…»

Il moro sembra stizzito, ma la giovane non abbassa lo sguardo. Sono finiti i tempi in cui faceva di tutto per assecondarlo e piegarsi di fronte a lui. Sasuke è scocciato per l’interruzione? Ebbene, peggio per lui.

«Che cosa volete?» chiede il ragazzo con voce atona, spostando lo sguardo da Sakura al maestro Kakashi. Lei si fa avanti.

«Sono venuta per riportarti indietro, Sasuke»

Il moro sbuffa.

«Anche tu?»

«Certo. Non vedo perché solo Naruto debba sobbarcarsi il peso della tua stupidità»

Il ninja sgrana gli occhi. Da quando Sakura si rivolge a lui in quel modo? Da quando non è più la sua fedele ammiratrice che segue adorante ogni suo passo e parola?

Ma, dopotutto, sono passati tanti anni… Sasuke sente una fitta di – nostalgia? – fastidio toccargli il cuore – no, lui non ha più un cuore. Scuote la testa. E’ stanco.

«Smettiamola con tutte queste chiacchiere e concludiamo il combattimento» commenta, ma quando vede Sakura prendere posizione inarca un sopracciglio. «Che diavolo stai facendo?»

«Mi sembra ovvio, Sasuke» risponde lei, tranquilla e determinata. «Mi preparo a combattere con te. Ti darò un pugno così forte che ti farò tornare la ragione in un attimo»

Il ragazzo sbuffa. «Non dire sciocchezze. Tu non…»

«Io non cosa, Sasuke? Io posso combattere come te e Naruto, ormai. Sai, sono passati molti anni da quando sei scappato come un codardo. La gente cresce»

Sakura resta sconvolta dalle sue stesse parole. Ma cosa sta dicendo? Perché sta trattando Sasuke in questo modo? Non avrebbe mai osato rivolgergli quelle frasi taglienti qualche mese prima

«Sakura… aspetta…» eccolo il motivo. Si sta rialzando a fatica davanti a lei sostenuto dal maestro Kakashi. Come può Naruto essere ridotto in quel modo se Sasuke è a malapena ferito? «… lascia che… concluda io…» evidentemente Naruto ci è andato piano, e non è stato ricambiato con la stessa moneta. «… questo scontro»

Sakura sente la rabbia salire. Perché le cose sono finite in quel modo? Ma no… le cose non sono ancora finite. Getta un ultimo sguardo all’amico.

«No, Naruto, non posso. Ricordi cosa ti ho detto? Ti ho promesso che Sasuke l’avremmo riportato indietro insieme. Ed è quello che faremo. Oggi»

Un sorriso la ringrazia per quel gesto, accolto dall’altro capo della radura da uno sbuffo annoiato.

«Avete finito con queste discussioni inutili? Sapete, non vorrei sprecare più tempo del necessario con voi»

I due ragazzi si preparano a fronteggiare l’ex compagno di squadra.

«Tranquillo, Sasuke, non dovrai aspettare più. Siamo pronti»

 

Lo scontro è terribile, ma Sasuke tiene testa ad entrambi. Se sia la voglia di dimostrare loro che quegli anni sono serviti a renderlo più forte o il desiderio di liberarsi in fretta di quel fastidio non lo sa neanche lui. Sa solo che è giusto così, è giusto che lui, dopo essere scappato – da loro – per tutti quegli anni ora li combatta aspramente, perché è così che fanno i nemici. Nemici.

Ma il tempo ormai sta per finire, ed è ora che le due armi vengano sfoderate, è ora che le due tecniche si scontrino di nuovo. Sakura viene messa da parte da un premuroso Naruto, mentre il rasengan vortica nella sua mano destra. Non è il rasen-shuriken; è solo il suo rasengan originario, semplice. Il primo con cui ha affrontato Sasuke, e con cui ora lo affronterà di nuovo.

E Sasuke, anche se si professa così diverso da loro, fa brillare nella mano lo stesso mille falchi di qualche anno prima, quello che ha posto fine al loro primo vero combattimento.

Rasengan contro mille falchi, come ai vecchi tempi.

Si lanciano l’uno contro l’altro. Un turbinio di scintille. E stavolta ne uscirà uno solo.

Naruto è tranquillo; sa che se lui dovesse fallire, Sakura prenderà il suo posto e continuerà a lottare.

Sasuke, invece, sa di non poter perdere; lui è solo.

Fulmine e vento, abbracciati in un intreccio fatale…

«Chiedo scusa per l’interruzione»

Il vortice viene assorbito, le due tecniche si fondono a diventare una sola e, ancora una volta, qualcuno interrompe il loro scontro.

«Sembra proprio che non riusciremo mai a dimostrare chi di noi due è il più forte, testa quadra» commenta Sasuke scocciato, mentre il fumo si dirada per mostrare una maschera arancio a spirale.

«Madara!!!!!» esclama Sakura, e si chiede come, come ha fatto a dimenticarsene? Ma quando ha visto Sasuke e Naruto, tutto il resto è scomparso. Il maestro Kakashi si fa avanti, si pone davanti ai suoi allievi.

«Tranquilli, ragazzi; a lui ci penso io»

«Cos’è, stai tentando di proteggerci?» esclama Sasuke, rabbioso. «Non siamo più dei ragazzini, sai?»

Il maestro annuisce, composto. «Lo so. Ma questo non significa che non siate più i miei compagni di squadra, no?»

«Molto commovente… Kakashi»

Poi il sangue schizza dall’ampia – troppo ampia – ferita sul petto del jonin.

«Maestro!!!!» Sakura si precipita da lui, lo afferra in tempo prima che cada.

«Utile mandare in avanscoperta una copia, non pensate?» commenta il vero Madara, mentre l’altro svanisce in uno sbuffo di fumo.

Naruto stringe i pugni, furioso. «Bastardo!!!!» sta per lanciarsi su di lui, ma la mano di Sasuke lo ferma. E Naruto obbedisce. Si fida ancora di lui dopotutto. Ingenuo.

«Cosa vuoi, Madara?» domanda l’Uchiha gelido, gettandogli appena un’occhiata indifferente. Il ninja ghigna.

«Oh, andiamo Sasuke… sai benissimo quello che voglio da te. Il motivo per cui tuo fratello ha cercato di proteggerti così strenuamente da te, protezione che tu hai badato bene a mandare in frantumi avvicinandoti a me. I tuoi occhi, Sasuke»

Gli occhi in questione si assottigliano appena.

«E la volpe a nove code, ovviamente. La mia fedele alleata grazie alla quale già una volta ho quasi distrutto la Foglia. E, questa volta, non ci sarà nessun Minato Namikaze a salvarla»

 volta, non ci sarà nessun Minato Namikaze a salvarla»

o quasi distrutto la Foglia. tezione che tu hai badato bene a mandare in Naruto si morde il labbro. Non può farcela a combattere sia contro Madara che contro Sasuke. Deve fare una scelta.

Ma se attacca Sasuke lo indebolirà, e Madara potrà agire molto più facilmente. Non ha alternative. E, poi, non può lasciare che il villaggio per cui suo padre ha dato la vita venga distrutto.

«Sakura!! Come sta il maestro?»

«E’ svenuto, ma si riprenderà. Ho fermato l’emorragia»

«Bene» Naruto annuisce e tira un sospiro di sollievo. Poi si volta verso il suo amico – sì, non ha mai smesso di considerarlo tale. «Sasuke, mi dispiace» sorriso. «Pare proprio che dovremo riprendere il nostro scontro un’altra volta. Puoi andare, se vuoi»

Il moro lo guarda con espressione indecifrabile. Alla fine, dopo qualche secondo di silenzio, scrolla le spalle e sbuffa appena.

«Baka, non hai sentito quello che ha detto? Vuole anche i miei occhi. Quindi perché dovrei lasciarlo affrontare solo a te?»

Naruto lo guarda senza capire. Forse la speranza l’ha davvero persa, allora…

Sasuke gli si affianca.

«Consideralo un regalo per tutti gli anni sprecati a corrermi dietro, testa quadra. Un ultimo combattimento insieme a me. Prima che io ti strappi la vita per sempre»

Naruto lo fissa incredulo. Pensa di non aver capito bene, probabilmente. Poi, a poco a poco, l’espressione stupita diventa un sorriso più luminoso che mai.

«Come mai tutta questa generosità, teme?» ghigna, scrocchiandosi le mani e recuperando i kunai da terra. L’altro scrolla nuovamente le spalle.

«Esprimo solo l’ultimo desiderio di un condannato a morte» risponde, atono, ma Naruto continua a sorridere gioioso.

«Io non ho mai espresso questo desiderio…»

«Ce l’avevi scritto in fronte, baka»

Poi lo scambio di battute si interrompe, Madara si prepara al combattimento, e Sasuke si volta verso gli altri due.

«Beh, Sakura?» la ragazza solleva lo sguardo, sorpresa di sentirsi chiamata in causa. «Vuoi restare ancora in disparte, o preferisci unirti alla lotta?»

La ninja lo guarda sorpresa, ma dopo un attimo è già in piedi in mezzo a loro.

«Stai scherzando, Sasuke? Ormai siete voi che dovete prendere esempio da me»

Madara sghignazza. «Ma che bel quadretto… possiamo cominciare, allora?»

Il team 7 si schiera davanti a lui.

«Certo!!»

 

Kakashi apre gli occhi appena in tempo per vedere i suoi allievi riuniti… ed è qualcosa che lo lascia senza parole e gli fa venire le lacrime agli occhi. Anche se stanno rischiando la vita, è stupendo. L’armonia con cui si muovono, l’intesa… come se avessero combattuto insieme fino al giorno prima. Nessuno fa un errore né intralcia l’altro. Anche se non smettono di insultarsi, quello è il loro modo per dirsi semplicemente che si vogliono bene. E Kakashi lo sa.

 

Sakura è ferita piuttosto gravemente, ormai. La situazione è quasi disperata – quasi – perché Madara è mostruosamente forte. E anche se adesso è stanco e ferito, loro lo sono di più.

Gli fa uno strano effetto, a Sasuke, combattere nuovamente con i suoi vecchi compagni. Qualcosa di… caldo intorno allo sterno, una sensazione familiare… ma si da ancora dello stupido per quella sciocca proposta – ma come diavolo gli è venuta in mente? Poteva semplicemente lasciare Naruto e Sakura ad occuparsi di Madara e andarsene per i fatti suoi, tornando ad attaccare il capostipite degli Uchiha una volta tornato nel pieno delle proprie forze.

Ma forse – se ne rende conto solo ora – una piccola parte di lui era curiosa di vedere come sarebbe stato tornare a combattere insieme ai suoi vecchi compagni di squadra…

«Narutoooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!»

Sasuke si volta, velocemente. Madara è lì vicino, su di lui. Non ha tempo per pensare…

Sangue.

«Sasuke…»

Madara ghigna vittorioso, ma un pugno di potenza inaudita gli spezza la spina dorsale. Come diavolo ha fatto a non vederla? Quella ragazzina…

«Naruto, ORA!!!!!!!!!!!!!!!!!»

«Rasen-shuriken!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!»

Madara urla, l’ultima volta.

Poi è il silenzio, e due ragazzi con il volto coperto di lacrime sono inginocchiati accanto ad un terzo. Uno squarcio inguardabile gli strazia il petto, e gli occhi perdono velocemente luminosità.

«Sasuke!!!!!!!»

Un piccolo brillio di coscienza, ancora.

«Cos’è… quella faccia… cretino…?»

«Idiota!!!!!!!! Si può sapere che diavolo ti è venuto in mente?????!!»

C’è un bel cielo limpido sopra di lui. E quelle parole gli riecheggiano nella mente… già sentite…

Sorride. La sua memoria, dopotutto, non ha potuto cancellarla.

«Ma che… ne so…» gli occhi di Sakura non sono mai stati così belli. E’ diventata fiera e forte… «Il mio… corpo…» e Naruto… adesso è davvero forte. Finalmente la smetterà con tutte quelle sue ciance sul voler diventare Hokage, e lo diventerà davvero. Almeno non scoccerà più nessuno. «… si è mosso… automaticamente…»

«Sasuke…» anche Naruto ricorda quelle parole. Sul ponte che ha visto la loro prima vera missione, troppi anni fa. Avrebbe voluto sapere cosa rispondergli, quando era successo.

«Grazie»

Un ultimo sospiro. Misto ad un sorriso.

«… baka»

 

Il vento carezza sottile l’ampio mantello da Hokage. Il cimitero è silenzioso, c’è solo lui. Poi dei passi felpati lo raggiungono, e lo sguardo stanco di due occhi verde smeraldo si posa su di lui.

«Alla fine, Sasuke se n’è andato come ha vissuto. Testardo, orgoglioso e tagliente»

La ragazza annuisce, ma al tempo stesso sorride. «Già…» si asciuga velocemente una lacrima. «Altrimenti non sarebbe stato il nostro Sasuke, no?»

Naruto le sorride a sua volta.

«Mi dispiace solo di una cosa…» il ragazzo la guarda, interrogativo. «Alla fine, lui non ha mai voluto tornare qui a Konoha… ce l’abbiamo portato noi dopo la sua…» la voce le si spegne, ma Naruto le poggia una mano sulla spalla.

«Ti sbagli, Sakura» i loro occhi si incontrano. «Sasuke me l’ha detto… me l’hanno mormorato i suoi occhi quando l’ho ringraziato. Dicevano “riportami a casa”»

Sakura non trattiene le lacrime, stavolta.

«Sasuke non l’avrebbe detto mai… vero?»

«No» concorda Naruto, con un sorriso. «Ma è proprio per questo che lo abbiamo dovuto inseguire tutti questi anni, no?»

Il vento appoggia la sua mano sulla lapide bianca, sulla terra appena smossa e sulle giunchiglie chiare. I lacci blu intenso del coprifronte si agitano sul terriccio umido, protendendosi verso il cielo libero.

  
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