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Autore: Lita_85    14/05/2021    4 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Le sue labbra viaggiavano lungo il mio corpo conoscendo ormai la strada a memoria soffermandosi sui punti più sensibili. Si era lanciato più volte sul mio collo facendomi mancare il respiro. I nostri sguardi si incontrano per un istante, mentre i nostri respiri, uno dentro l'altro, aleggiavano per tutto il bagno. Mi soffermi a guardare i suoi occhi azzurri, un azzurro oceano così intenso da farti annegare al suo interno. Ed io, stavo facendo proprio questo, boccheggiavo cercando di riprendere fiato. Sicuramente ero fuori di me per la situazione venuta a crearsi, fatto sta che mi accorsi non troppo presto che un'anziana signora era entrata nel bagno e ci guardava allibita. Dario aveva ancora le mani sul mio sedere ed io ero totalmente stravolta avvinghiata a lui. Lui cominciò a ridere cercando di togliersi il lucidalabbra dalla bocca con il pollice ed io bianca come un lenzuolo uscì dal bagno ancora scossa. Cercai anche io, a mio modo di sistemare i capelli e la maglietta che si era un po' sgualcita nell'impero di Dario. Uscì dal bagno quasi strisciando molto lentamente e allo stesso modo mi sedetti al mio posto senza dire una parola, mentre gli altri mi guardavano interrogativi

< Hai visto Dario? > Chiese Mirko attirando la mia attenzione persa nel vuoto

< Cosa? Dario? E perché mai?! > Risposi tutto d'un fiato quasi istericamente

< Siccome ha ricevuto una telefonata  importante e si è allontanato.. magari l'avevi visto...tutto qui...tutto qui...>

Appena sentivo il suo nome scattavo. 
Ormai ero palesemente fuori di me, e questo mio comportamento poteva essere notato dagli altri. Feci un respiro profondo avvicinando l'acqua minerale a me bevendone qualche sorso. Dovevo calmarmi, dovevo assolutamente calmarmi. Nel frattempo lui tornò al tavolo con la sua solita tranquillità e il suo solito sorriso beffardo. Come faceva a rimanere impassibile dopo quello che era successo nuovamente in bagno?. Per  tutta la serata, fermamente convinta, decisi di ignorarlo. Di non assecondare i suoi sguardi, di non farmi ingannare dai suoi sorrisi, di rinnegare quella voglia pazzesca che avevo di baciarlo. Evidentemente lui era molto più bravo di me a nascondere il nostro piccolo segreto, ma io ero un asso nel ignorare le persone. Quelli che invece se ne strafregavano di quello che pensavamo tutti erano Saverio e Ginevra. Continuavano a lanciarsi sguardi inequivocabili, e a toccarsi sotto al tavolo. Riuscì con grande fatica e con caparbietà nel mio intento. Mi sentivo felice, e forse non era tutto perduto, forse potevo uscire indenne da quelle serate in sua compagnia. Fummo scortate in camera con insistenza da Mirko. Il gentleman della serata, colui che era ormai stato ribattezzato il sant'uomo, e che era prossimo alla beatificazione. Entrai in camera chiudendomi la porta alle spalle, e chiedendomi per l'ennesima volta se mai anche io avessi mai trovato un ragazzo come Mirko. 

La mia camera illuminata solo dalla luce della mi sveglia digitale che mi portavo sempre dietro segnava le 3.15  del mattino ed io come ogni volta che cambiavo letto non riuscivo a lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo. Mi rigirai più volte in quel enorme lettone a due piazze che sembrava troppo grande per me. Troppo grande per una donna sola. Dopo aver sbuffato per l'ennesima volta mi ricordai le parole del capo sala, e che magari potevo prepararmi un bel bicchiere di latte come faceva la mia nonna paterna, quando ancora, ragazzina, ignoravo cosa si nascondesse dietro l'universo maschile.
Infilai la vestaglia rosa in spugna, che copriva parzialmente il pigiama a vestito con su stampato Winnie the Pooh. Per certi versi mi sentivo ancora una bambina bisognosa di coccole, e poi adoravo Winnie. La villa immersa completamente nel silenzio della notte, dava quella sensazione spiacevole di essere osservata. Quasi seguita. Cercai di capire velocemente dove fosse la cucina, imbattendomi in  una porta bianca oscillante ed entrai piano spingendola. Notai subito una figura davanti ai fornelli fermando il mio passo sulla porta e il mio cuore. Mi immobilizzai di colpo, come una preda che sta per essere scoperta dal predatore. La stanza illuminata dalla luna colorava l'ambiente di un colore tenue mettendo in risalto alcuni particolari della cucina tra cui lui che armeggiava sui fornelli

< Vedo che non sono il solo a non riuscire a dormire...> Disse Dario girandosi verso di me in tutta la sua bellezza. Portava un pigiama blu con bottoni centrali che gli davano quell'aria intellettuale, accentuata dagli occhiali che portava.

< Scusami...non pensavo di trovarti qui... > 

< Sinceramente neanche io...come non pensavo che tu dormissi così...con Winnie Pooh...mi hai rovinato il pensiero perverso... > Affermò girandosi verso la cucina lanciandomi la solita occhiata malandrina

< Io non devo piacere a nessuno quando dormo! E voglio stare comoda!  E poi neanche io pensavo di trovarti con questo delizioso pigiamino...Ve li danno all'università? > Chiesi sorridendo avvicinandomi al piano da lavoro in metallo stringendo a me la vestaglia tra le braccia.

< No... però piace stare anche a me comodo...ti va un po' di latte? >

< Latte?! >

< Si latte...sai quella sostanza bianca che proviene dalle mucche? >

< So cosa è il latte idiota! E che mi hai nuovamente stupita... > Risposi sedendomi in uno dei due sgabelli difronte strabuzzando gli occhi

< Sai, mia nonna mi preparava sempre un bicchiere di latte caldo quando non riuscivo a dormire...i miei genitori tutti e due medici di pronto soccorso, ma in ospedali di diversi, la notte disertavano spesso...ed io venivo spedito dalla nonna materna. Quel latte preparato da mia nonna era la cosa più dolce che lei potesse fare, e io ad ogni sorso sentivo come una magia Infatti mi addormentavo subito dopo... > Disse versando il contenuto del pentolino in due tazze giganti.

Rimasi letteralmente incantata. Questo suo racconto aveva come aperto una piccola fessura nel mio cuore. La sentii  chiaramente. Quel idiota, quel casanova, aveva un cuore più puro di quanto pensassi. Ed io stavo cadendo nella sua rete.

< Faceva la stessa cosa mia nonna paterna... però lei viveva con noi...diciamo che mi viziava essendo la piccola di casa. Volevo il monopolio in tutto, anche su quello che era di mia sorella maggiore... > Affermai sorridendo e avvicinando la tazza alle mie labbra prendendone in sorso. E lui fece lo stesso non prima di avermi sorriso accentuando le fossette. Dio quanto era bello. Poggiai la tazza sul piano in metallo cercando di fare la disinvolta, quando all'improvviso venne verso di me. I suoi occhi cristallini entrarono nei miei lasciandomi interdetta. Avvicinò il suo pollice al mio labbro superiore accarezzandolo togliendo quei baffi di latte che si erano creati per poi portarsi il pollice alla bocca. Leccò la schiuma dal dito con una sensualità assurda. Rimasi a bocca aperta guardandolo come una sciocca. Ero proprio ai suoi piedi. 

< Bene adesso è meglio che io vada... altrimenti tutti i tuoi sforzi di stasera saranno stati vani... > Disse sorridendo nuovamente beffardo facendo qualche passo verso l'uscita

< Cosa vuoi dire?! > Chiesi alzandomi in piedi avvicinandomi a lui

< Voglio dire, che mi sono accorto del tuo piano... ignorarmi...e diciamo che a tratti ci sei riuscita...ma perché lo volevo io... > Rispose allontanandosi sempre si più verso le scale che portavano alle nostre stanze

< Ti sbagli io non avevo nessun piano! > Cominciai a seguirlo continuando la nostra strana argomentazione salendo  le scale

< Oooooooh ma davvero? > Chiese incrociando le braccia davanti alla sua stanza

< Davvero!  > 

< Quindi ho immaginato tutto... > 

< Esatto! >

<  Io invece penso che tu mi desideri.. e anche molto...> 

< Sei uno sfacciato! > 

< E pretenzioso... Ricordi? > disse un attimo prima di farmi aderire al muro adiacente alla porta della sua camera poggiando tutte e due le braccia ai lati del mio viso

In my Veins - Andrew belle Feat Erin Mccarley

Il mio cuore incominciò a battere forte, aumentando il ritmo del mio respiro. Il suo profumo di dopobarba mi stordì facendomi azzardare una mossa che neanche io credevo possibile. Gli lanciai le braccia al collo portandolo subito sulle mie labbra. Ero letteralmente esplosa, emotivamente e  fisicamente. Lui mi strinse subito a sé, come se aspettava solo un mio gesto per scattare. Infilò la sua mano destra tra i miei capelli accarezzandoli con fervore e con l'altra cercava le chiavi della sua stanza nella tasca dei pantaloni. Una volta trovate, senza staccarsi da me cerco di infilarle nella piccola fessura ma senza fortuna. 
Capendo che non saremmo andati da nessuna parte si spostò da me un'attimo lasciandomi ansimante davanti al suo orecchio. La porta si aprì dietro di me conducendomi nuovamente tra le sue braccia. I suoi baci sempre più infuocati  mi guidavano verso il letto tanto bramato. Impugnò la vestaglia dal colletto facendola scendere lungo le mie braccia senza mai staccare le sue labbra dalle mie. Non appena ebbi le braccia nuovamente libere tornai accarezzargli la nuca con una sola consapevolezza: lo volevo. Aveva ragione, lo desideravo oltre ogni ragionevole comprensione. Afferrò le mie cosce nude prendendomi a cavalcioni, e facendo altri due passi mi adagio sul letto incrociando un attimo i nostri sguardi. C'era qualcosa di diverso in lui, c'era qualcosa nei suoi occhi che mi fece deglutire a fatica. Strinsi tra le dita i suoi occhiali togliendoli delicatamente e appoggiandoli sul materasso li osservai in tutto il suo splendore. In quel momento una luce diversa si presentò davanti a me, qualcosa che mi attraversò da parte a parte. Lui, si ritrasse sorpreso quanto me da quella situazione impiegabile, e iniziò  a sbottonarsi la parte superiore del pigiama facendola cadere alla sua sinistra, e allo stesso modo tirò giù i pantaloni continuando a tenere il contatto visivo. Tornò da me accarezzandomi le cosce alzando da sotto il pigiama. Le sue labbra calde si poggiarono sul mio ventre facendomi sussultare al suo passaggio. Il mio corpo si ritraeva ad ogni suo contatto provocandomi brividi di piacere. Arrivato al seno, dopo essere passato attraverso il solco e sfiorandolo con entrambe le mani, prese per le estremità il pigiama portandolo oltre la mia testa lasciandomi un intenso bacio sulle labbra prima di intraprendere la sua discesa portando con sé le mutandine che ancora portavo non perdendo mai di vista i miei occhi. Il suo sguardo mi aveva catturata. Lui si allontanò un attimo, tornando con il profilattico tra le mani ebbi nuovamente un brivido. Passo la mano destra tra i suoi capelli scompigliati prima di strappare la busta con la bocca e indossarlo. Non appena fu dentro di me ansimammo nello stesso momento chiudendo gli occhi. Quando li riapri lui mi guardava aspettando che tornassi da lui. Fu in quel momento che mi persi nuovamente nei suoi occhi, i suoi occhi cristallini illuminati da quella luna che sembrava complice delle nostre misfatte. Strinse le mie braccia che erano ancora sopra la mia testa ed iniziò a muoversi spingendo prima con andatura lenta per poi aumentare la sua corsa. Iniziai ad ansimare forte, molto forte portando anche lui con me. Lo sentivo gemere chiamando tutti i santi del paradiso appoggiato al mio orecchio. Tutta quella scena, innesco dentro di me un turbinio di emozioni. Quelle stesse emozioni che avevo provato in quel bagno con quello sconosciuto. Quello stesso sconosciuto che ancora una volta aveva fatto battere il mio cuore come un tamburo. Quello stesso sconosciuto che adesso aveva un nome, che aleggiava nella stanza insieme a noi. Lo chiamai innumerevoli volte nel corso della notte, come a voler imprimere quel momento nel suo cuore. Sapevo che quella sarebbe stata una notte come tante per lui, e all'alba sarebbe finito tutto. Non mi illudevo, ma per una volta volevo sognare, sognare al chiaro di luna.

Note: Capitolo cinque. Ed eccoci qui in questo capitolo dolcemente infuocato. In realtà tra i due è scoppiata nuovamente la passione, ma questa volta hanno sentito qualcosa di diverso. Qualcosa che non si aspettavano tutti e due. ♥️ Vedremo come faranno i conti con questo sentimento che piano piano sembra si sia facendo spazio nel loro cuore. E il risveglio sarà....non vi anticipo nulla! 🤣 Grazie sempre a chi mi segue ❤️ alla prossima ♥️
   
 
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