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Autore: Fiore del deserto    14/05/2021    2 recensioni
Re Algol e la regina Lavandula hanno una seconda figlia, Lavernia, da sempre tenuta nascosta dai genitori in quanto ritenuta la figlia di Laduguer, dio della guerra e patrono di Dullahan. Dopo aver visto che fine ha fatto la primogenita di Algol, il dio obbliga il re di Dullahan a scegliere Lavernia come futura regina per riparare l’oltraggio del regno di cui è protettore, minacciandolo di togliergli tutta la sua potenza in battaglia e di maledire lui e il regno stesso con innumerevoli guerre con esito negativo. Messo alle strette, re Algol è costretto a chiedere a Jareth di sposare Lavernia per placare l’ira del dio, ma il re di Goblin ha appena chiesto la mano di Sarah. Ritrovatosi in un bivio tra i sentimenti e i doveri di re, Jareth deve fare una scelta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Vipera, carogna, calunniatrice, meschina, iniqua. Questi sono solo alcuni degli aggettivi che partorisce la mente di Jareth nei confronti di Lavernia. E il suo disprezzo aumenta quando Lavernia non concede a Sarah nemmeno la possibilità di alloggiare in una delle baracche dei servi: Lavernia, infatti, ordina che Sarah si stabilisca nelle stalle del castello.
«Che rimanga lì insieme agli animali, per l’animale quale è questa schifosa umana.» è la frase che brucia di odio detta dalla principessa con la marcia contentezza alle stelle, gradendo sempre di più lo sguardo umiliato di Sarah rivolto verso il pavimento «Volevate stare insieme? Bene, adesso avrete l’occasione per vivere sotto lo stesso tetto. Ammesso si possa dire così.» ride iniquamente, seguita da Lizarda.
Questo è troppo da sopportare per Jareth.
«Aspetta, Lavernia.» si fa avanti il re di Goblin «C’è un’altra soluzione. Tu odi Sarah e questo è ben chiaro, lascia quindi che io la esili dall’Underground.» in un primo momento, Sarah è sbigottita da ciò che sente ma cambia idea quando intuisce che Jareth stia reagendo in questo modo per poterla proteggere «Rimarrà lì, nel suo mondo con i suoi simili e non ti recherà più nessun fastidio. Nel frattempo, tu ed io potremmo sposarci regolarmente e..»
«Mi prendi per stupida?» ringhia Lavernia.
«Già, la prendi per stupida?» ripete Lizarda.
«Pappagallo, ne mangi uova?» la sgrida Lavernia non avendo gradito che Lizarda abbia ripetuto la sua frase come, appunto, un pappagallo e quando ottiene un umiliato silenzio dalla sua fedele dama, prosegue rivolgendosi a Jareth «So perfettamente che tu sei in grado di andare nell’Aboverground quanto ti pare. Credi che io non possa immaginare che tu, nel frattempo, possa andare a fare una visitina a questa ripugnante umana? E poi,» appare sul suo volto un ghigno acido «non trovo nessun piacere nel sapere che se la cavi con un semplice esilio. Quest’essere nauseante deve pagare per tutte le umiliazioni che mi ha riservato.»  
Jareth riprova a difendere la dignità della sua Sarah, ma Lavernia sembra tenergli testa.
«Se mi accorgo» lo avverte perfidamente «che le riserverai anche solo un gesto di pietà, sai bene che cosa potrebbe succedere.» è chiarissimo che Lavernia si riferisca nel rompere il silenzio e di distruggere l’equilibrio della pace di Goblin.
Sarah guarda Jareth, sconfitta e accettando il suo nuovo destino. A dimostrazione della sua accettazione, annuisce in segno di non opporre resistenza al volere di Lavernia. La povera Sarah non intende essere responsabile della distruzione della pace del regno del suo Jareth. Il sovrano del Labirinto sospira dispiaciuto, rassegnandosi totalmente.
«Hai la mia parola.» conferma alla principessa.
«Perfetto.» il sorriso malefico di Lavernia si allarga visibilmente «E allora, dimostralo.»
«E come?» è la domanda confusa di Jareth, anche se comincia a immaginarsi il peggio.
«Dalle uno schiaffo.» ordina Lavernia «Uno schiaffo più forte che hai dato a me oggi.»
Sarah e Jareth sentono la stessa sensazione di un battito mancato. Le labbra del sovrano del Labirinto tremano di rabbia, mentre gli occhi di Sarah si spalancano di sgomento.
«Allora?» insiste Lavernia, nutrendosi dell’umiliazione che sta infliggendo ad un’umana e al re di Goblin «Sto aspettando.»
«Non vorrai mica fare attendere la principessa Lavernia?» si intromette Lizarda, ma questa volta Lavernia approva quanto ha detto.
Jareth è pronto ad opporsi, ma Sarah glielo impedisce.
«Devi farlo.» sussurra appena.
Nei suoi occhi mortificati, Jareth riesce a leggere tutta la sua comprensione, quasi a voler dire “sarà come se non mi avessi fatto nulla”.
Jareth esita ancora per un po’, ma l’insistenza e le minacce opprimenti di Lavernia hanno la meglio su di lui. Alla fine, Jareth colpisce la guancia di Sarah con una forza tale da scaraventarla per terra.
Si maledice. Si maledice con tutto sé stesso per averlo fatto. Si maledice maggiormente e con tutte le sue forze quando vede Sarah massaggiarsi la parte colpita, mentre il tutto è orchestrato dalle perfide risate di Lavernia e Lizarda.
«Bene, Sarah.» dice Lavernia «Da oggi la tua vita cambia. E anche la mia, se è per questo. Peccato che, nel mio caso, la mia cambi in meglio. Ah, non ti invidio sai?»
Lizarda ridacchia in favore della principessa.
Jareth è tentato di aiutare Sarah a rialzarsi, darle il suo sostegno morale, ma Lavernia è stata molto esplicita. Un solo gesto di pietà e sarà la fine. Non gli resta che tremare internamente per la forte rabbia, maledicendo il proprio essere e la marcia anima di Lavernia.
 
Il giorno dopo
 
“Mi rivolgo a tutti voi, popolo di Goblin, per esprimervi la mia sincera amicizia e il mio sincero pentimento, nella speranza di trasmettervi tutto il mio affetto. Benché non sia facile, confido comunque nel vostro buon cuore. Sappiate che per me, principessa Lavernia di Dullahan, è molto importante il bisogno del vostro perdono, perché una principessa e una futura regina deve innanzitutto servire il proprio popolo. A vergognosa memoria degli errori commessi in passato, vi chiedo umilmente scusa per aver ferito le vostre aspettative. Condanno i miei errori nel devoto rispetto verso il vostro amato re di Goblin e verso il suo adorato popolo.”
 
Sono le parole pronunciate da Lavernia nell’enorme sala del trono, seduta alla destra di Jareth. A sorpresa dei presenti – appartenenti alla classe della nobiltà e alla corte del re di Goblin – quella mattina, Jareth aveva fatto il suo ingresso nella sala accompagnato da Lavernia, sostenendole il palmo della mano come una sposa. In più, dopo essersi seduti sui rispettivi troni – Lizarda era in piedi, alla destra di Lavernia come un’ombra sempre pronta a pettegolare nell’orecchio della principessa.
Perché è ancora qui? è l’unisona domanda che aleggia tra i cortigiani, riferendosi alla cattiva condotta di Lavernia. Oltre a Silyn e Rastaban – che si stanno chiedendo cosa stia succedendo – tra loro vi sono anche la contessa Cordula, la duchessa Pevla e la marchesa Amada, ormai in disaccordo con la principessa che le aveva fatte sfigurare davanti ai loro mariti e a tutto il popolo il giorno prima.
Tutto cambia solo quando il re di Goblin annuncia che la principessa ha intenzione di scusarsi con tutto il regno, lasciando i cortigiani confusi.
Udendo, poi, il discorso di scuse citato in precedenza da Lavernia, tutta la corte sembra essere rimasta incantata dall’umiltà della principessa e le concedono immediatamente il perdono. Una voce, tuttavia, interrompe la poesia del momento. È la voce di Rastaban.
«Principessa,» lo zio di Jareth ha un tono che impressiona persino Silyn che cerca, invano, di trattenerlo «le tue doti teatrali possono anche incantare la corte, ma non me. Non ha senso chiedere scusa solo davanti a dei cortigiani che temono le parole di un re o di una principessa, nel tentativo di salvare la propria carriera e il proprio rango. Perché, invece, non hai pensato di scusarti davanti al resto del popolo? È la gente comune che tu hai soprattutto ferito. Cosa ti vieta di chiedere a loro il perdono? Temi, forse, che loro non abbiano nulla da perdere? Temi che dalle loro bocche possa uscire la verità? Se vuoi, te lo dico io la verità: non è possibile che fino a ieri hai espresso tutto il tuo disprezzo nei nostri confronti, per giunta redarguita dal nostro re, ed ora ti presenti a noi come se non fosse accaduto nulla...»
«È abbastanza, duca di Goblin.» lo interrompe autorevolmente Jareth «Non approvo questo tipo di comportamento nella mia corte. La principessa Lavernia ha pubblicamente chiesto scusa e questo deve essere sufficiente. Mi meraviglio di te, per la tua mancanza di rispetto.»
«Basta!» urla Rastaban, scatenando lo stupore collettivo «Non c’è da aggiungere altro. È evidente che la principessa ti abbia fatto il lavaggio del cervello, come aveva fatto sua sorella Laryna tempo fa.»
«Duca di Goblin,» Lavernia lo affronta solo per aver sentito pronunciare il nome dell’odiata sorella «io ti avverto, l’oltraggio alla corona è un’offesa che non sono disposta a tollerare. Come futura regina, ti ordino immediatamente di inginocchiarti e di implorare perdono a me e al re di Goblin per aver oltraggiato il nome della nostra Maestà. Altrimenti...»
«Altrimenti cosa?» Rastaban non si piega «Vuoi allontanarmi dalla corte? Non serve, me ne vado di mia spontanea volontà. Non sarò disposto ad accettare una simile buffonata!» si volta e corre via verso l’uscita della sala.
“Me la pagherai!” ringhia nella mente di Lavernia, ma le sue parole assumono un tono più composto.
«Se qualcun altro la pensa come lui, non ha che da seguire il suo esempio.» dice Lavernia con smorfiosa autorità.
Rimangono tutti fermi nella loro posizione. Solo Silyn ha il coraggio di allontanarsi, seguendo il suo futuro marito e indubbiamente disposta a stargli accanto come una compagna fedele. Non sa, purtroppo, che nella mente di Lavernia si sta schiudendo il seme della vendetta nei loro confronti.
La principessa, infatti, avvicina il volto all’orecchio di Lizarda. Dalle sue labbra, Jareth sente solo qualcosa del tipo “ricordami di...”, ma non osa indagare. In realtà, non sembra voler andare contro Lavernia e, per sua sfortuna, nessuno tra i cortigiani sembra avere la stessa lucidità di Rastaban.
Al contrario, tutti cominciando a farfugliare giudizi malevoli nei confronti del duca di Goblin e della sua compagna, mentre elargiscono smancerosamente elogi nei confronti di Lavernia.
“Dovremmo prendere le distanze dal duca di Goblin”, “Dovremmo mostrarci più riguardevoli davanti alla futura regina”, sono più o meno i chiacchiericci che aleggiano nella sala. La contessa Cordula, la duchessa Pevla e la marchesa Amada sussurrano tra loro, coperte dai rispettivi ventagli, di dover fare di tutto per rientrare nelle grazie di Lavernia. Per la gioia di Lizarda, le sue orecchie percepiscono voci che evidenziano il suo invidiabile ruolo fedele dama di compagnia della futura regina e il suo sguardo non fa che caricarsi di un’espressione tipica di chi vuole darsi molte arie.
Nessuno lo sa, ma Jareth dentro il suo cuore sta implorando il proprio zio di perdonarlo di nuovo, se mai gli sarà possibile. I suoi pensieri vengono interrotti quando Lavernia gli fa un cenno con la mano.
Tentando di non vacillare e assumendo il suo timbro autoritario, Jareth annuncia il proseguimento del matrimonio il giorno dopo.
  
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