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Autore: kibachan    15/05/2021    1 recensioni
Nuova storia a seguito della mia long: Non avere paura. Sarà composta di quattro parti.
E' il 2028. Brando ha 27 anni, Fabio ancora 26. Per il resto.. beh direi che il titolo parli da solo no? ^^
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DUE SETTIMANE DOPO

 

 

Giovanni occhieggiò i due ragazzi seduti di fronte a lui fingendo di bere un po' più lentamente del necessario. Non che gli fosse dispiaciuto l'invito a cena ma lo aveva quantomeno sorpreso. In genere erano più che altro loro ad andare da lui, in più gli sembrava di vederli come minimo.... nervosi. Sicuro qualcosa bolliva in pentola solo che non riusciva proprio ad immaginare cosa! E ciò lo infastidiva... si vantava di conoscerli abbastanza bene ormai quei due.

Oltre al periodo in cui Brando aveva vissuto da loro, in cui aveva praticamente fatto da papà anche lui per più di 3 mesi, quando erano andati a vivere da soli, almeno per tutto il primo anno aveva passato di fatto più tempo a casa loro che a casa sua, per dargli una mano.

 

Arrivati al gelato ormai la situazione si era fatta quasi comica. Li vide che si scambiavano occhiate e tocchi sotto al tavolo col ginocchio, come a spronarsi a vicenda a fare qualcosa. Gli venne da ridere a vederli parlarsi con gli occhi come facevano quando erano ragazzini e tramavano qualcosa alle sue spalle.

“oh insomma..” esclamò senza riuscire più a trattenersi “dai ragazzi sputate il rospo! Si capisce che non mi avete invitato per farmi vedere che Brando riesce a cucinare senza dare fuoco alla casa!” proruppe con una risatina. Il riccio gli regalò un'occhiataccia seguita da una smorfia coma a dire -molto divertente- mentre Fabio si passava una mano dietro al collo in imbarazzo

“beh papà... Brando e io volevamo dirti una cosa...” iniziò. Giovanni si fece attento, guardandolo e facendogli così precipitare alle caviglie quel poco di coraggio che aveva messo insieme “ecco... ci sposiamo” buttò lì di getto, decidendo che come andava andava.

L'uomo ammutolì, sollevando entrambe le sopracciglia e bloccandosi poi un attimo con su un'espressione indecifrabile, che fece serpeggiare un filino di panico in tutti e due i ragazzi.

 

Tutto si sarebbe aspettato fuorché quello.

 

Si alzò di scatto dalla sedia e fece il giro del tavolo, spingendo Brando a fare altrettanto di riflesso, dato che lo vide dirigersi verso di lui. Se lo vide arrivare praticamente addosso e istintivamente sollevò entrambe le braccia a protezione del busto, da quello che poi si rivelò essere.... un abbraccio. Il riccio lasciò andare un sospiro di botto mentre Fabio li guardava stringendo tra i denti un sorrisetto “oddio...” esalò Brando ridacchiando “pensavo che me volevi menà!” Giovanni si staccò da lui di botto, guardandolo sorpreso “ma che dici????” esclamò (e poi quando mai!!!) aggiunse mentalmente ridendo “sono troppo contento per voi ragazzi” ammise girandosi per afferrare il viso di suo figlio e stampargli un bacio sulla guancia, che lo fece arrossire per quanto era una cosa rara. Fabio si alzò in piedi a sua volta per abbracciare rapidamente Giovanni, contento che avesse preso bene la notizia “accidenti, il mio ragazzo si sposa...” ridacchiò l'uomo con una mano sulla fronte come se la cosa gli risultasse incredibile “ma quand'è successo che siete cresciuti così??? io non me ne sono accorto!” aggiunse rivolgendo ora un'occhiata di affettuoso rimprovero a tutti e due facendoli ridere di sollievo “e quando?” li incalzò l'uomo guardando vicendevolmente da uno all'altro. Fabio fece un ampio sorriso “il 16 Marzo” disse semplicemente. Giovanni fece un'espressione sorpresa per un attimo, prima di permettere a un vago sorriso malinconico di dipingersi sul suo viso “è stata un'idea di Brando..” stava spiegando Fabio, mentre lui istintivamente aveva portato la mano destra ad accarezzarsi la fede nuziale, che ancora gli stringeva l'anulare sinistro “beh... grazie...” disse con un filino di voce, battendo poi una pacca sulla schiena di entrambe come se volesse scuotere più che altro sé stesso. Si strofinò le mani l'una contro l'altra borbottando un “bene bene” apparentemente fuori contesto.

Brando rivolse un'occhiata dolce a Fabio, e un mezzo sorriso quando lo vide ricambiare lo sguardo con un chiaro -ti amo- scritto dietro gli occhi, mentre Giovanni andava in cucina dicendo “accidenti ma non beviamo niente??? io ho bisogno di bere...”

 

Neanche il tempo di fare due brindisi che la suoneria molesta di Fabio, quella che aveva abbinato al numero di Marcello, si mise a strombazzare facendoli sobbalzare tutti e tre

“è Marcello...” confermò Fabio occhieggiando lo schermo e poi lanciando agli altri uno sguardo colpevole

“ma sono le 10 e mezza...” fece notare Giovanni, in piedi in mezzo alle loro due sedie

“eh... lui sta a New York...” tentò timidamente Fabio alzandosi, Brando scosse la testa guardandolo male “ma non lo sa che c'è il fuso orario?” chiese Giovanni allibito “lo sa ma è stronzo e se ne frega” rispose Brando al suo posto e poi aggiunse, fulminando Fabio che si accostava il telefono all'orecchio “non s'era detto che dopo le 9 lo bloccavi il suo numero???” “beh scusa tanto se stasera stavo a pensà ad altro eh????” lo rimbeccò lui a denti stretti prima di rispondere e sparire in cucina.

Giovanni si sedette al posto di Fabio vicino a Brando, che stava rivolgendo un'ultima occhiata al punto in cui l'altro era sparito, scuotendo la testa, non arrabbiato sul serio comunque.

Gli sorrise quando tornò a posare lo sguardo su di lui. Il riccio ricambiò il sorriso in leggero imbarazzo per poi iniziare a contemplarsi le mani sul tavolo.

“il mio consuocero?” gli chiese cauto Giovanni “come l'ha presa?” Brando si strofinò una mano sul collo “non gliel'ho ancora detto” confessò strizzando un occhio, in difficoltà “vado domani..” aggiunse guardandolo. L'uomo sollevò un sopracciglio “ma domani Fabio non deve andare a Milano?” chiese. Brando annuì “si appunto...” rispose “preferisco andare solo... caso mai reagisse.... a modo suo.... non voglio che metta Fabio a disagio” spiegò tornando a guardarsi le mani. Giovanni sorrise al suo profilo.

Aveva sempre trovato carino il modo in cui si proteggevano a vicenda.

“beh...” commentò incrociando le braccia al petto “abbia pazienza con lui... mi raccomando” gli disse riferendosi a Roberto “lo sai che i vecchi hanno bisogno di tempo per...” “per digerire le cose” completò la frase al posto suo Brando, ridacchiando e guardando in alto “si lo so...” e poi aggiunse con aria allusiva “guarda che è più giovane di te...” “che c'entra” ribattè fintamente offeso Giovanni “io sono giovane dentro!” affermò facendolo ridere.

L'uomo lo guardò per un attimo sorridendo “lo sai? Sono contento che mio figlio stia con te” gli disse “non credo di avertelo mai detto” aggiunse a spiegazione di quello slancio. Brando corrucciò le sopracciglia sorpreso “grazie...” rispose. Giovanni sollevò una mano verso di lui e poi la bloccò a mezz'aria “posso?” chiese in tono ironico, conoscendo la sua avversione per essere toccato troppo “si...” concesse Brando ridacchiando un po' imbarazzato mentre l'uomo finiva l'azione intrapresa e gli sganciava un'energica carezza sui capelli.

 

 

IL GIORNO DOPO

 

L'esclamazione di gioia di sua madre venne coperta dall'urlo piuttosto sgraziato di sua sorella che, alla notizia che si sposava, gli si era lanciata addosso sul divano dove stavano seduti, stritolandolo in un abbraccio per qualche secondo.

“Angè m'hai sturato un orecchio...” si lamentò donandole un'occhiataccia, che tuttavia non riuscì a smorzare il gigantesco sorriso che aveva stampato su lei da orecchio a orecchio. Brando le concesse un sorrisino un po' addolcito, mentre sua madre prendeva il posto di Angelica ad abbracciarlo intorno al collo, anche se molto più delicatamente.

“amore che bello...” sussurrò la donna voltando un attimo il viso per baciarlo sulla guancia. Brando girò il viso nel suo abbraccio per incrociare lo sguardo di suo padre, in piedi a pochi passi dal divano. Lo guardò in leggera apprensione, non aveva commentato nulla.

“ma perchè non è venuto anche Fabio?” gli chiese sua madre, staccandosi da lui un attimo dopo

“lavorava oggi, mamma” gli rispose lui in tono dolce “oh peccato..” commentò la donna mettendo su un broncio quasi infantile “ho bisogno di stritolare anche lui in un abbraccio materno” chiocciò mettendosi subito dopo a ridere imbarazzata. Brando scosse la testa facendo uno sbuffo di risata mentre Angelica continuava a guardarlo con un sorriso a 150 denti come se si aspettasse qualcosa. Lui le rivolse un'occhiata incuriosita mentre la madre gli si avvicinava di più sul divano prendendogli la mano “il mio bambino si sposa..” cinguettò con l'aria come se stesse per mettersi a piangere “mà... ti prego...” la supplicò lui, occhieggiando di nuovo suo padre che, continuando a rimanere in disparte, si premurò di rispondere alla sua richiesta di aiuto con un sommesso “Clo... controllati dai, non è oggi” “già a proposito!” esclamò la ragazza saltando su “quand'è?” “il 16 Marzo” rispose Brando sottraendosi con garbo all'eccesso di attenzioni che gli stava rivolgendo sua mamma. La signora Clotilde balzò dritta come se avesse preso la scossa “ma manca pochissimo!” esclamò “come facciamo a organizzare tutto in poco più di tre mesi!” “rilassati mà...” la bloccò subito lui in tono secco “non bisogna organizzà proprio niente, tanto io e Fabio vogliamo fare una cosa tranquilla, solo con la famiglia” spiegò lanciando una nuova occhiata a Roberto che, sentendosi osservato, si sforzò di fargli un mezzo sorriso, anche se tutta la faccenda lo rendeva piuttosto teso.

“beh ma almeno un ristorante bisognerà prenotarlo no?” insistette la mamma incrociando le braccia al petto “e poi ci saranno dei documenti da presentare...” “mamma..” replicò esasperato da tutta quell'ansia Brando “progetto piloni per la autostrade... pensi non sia in grado di prenotare un ristorante per una decina di persone?” le chiese piccato “una decina?” esclamò la donna “ma non vuoi invitare i tuoi zii? Fabio pure avrà dei parenti no..” Brando si trattenne dallo sbuffare a forza e si spostò accanto ad Angelica sull'altro divano, preferendo quasi le sue occhiate maliziose e il modo in cui gli piantava l'indice nel fianco, alla petulanza di sua madre “no mà... Fabio ha solo suo padre e non me ne frega un cavolo dei miei zii..” esclamò cercando di autocensurarsi laddove avrebbe voluto invece infilare parolacce “non vogliamo fare una festa... a noi interessa solo... sposarci” e nel dire questa parola guardò Roberto intenzionalmente, per vedere che effetto gli faceva. Lo vide evitare il suo sguardo e spostare il peso da un piede all'altro con aria insofferente. Lasciò andare un sospiro, mentre Clotilde borbottava un “mio fratello si offenderà”

 

Come immaginava non l'aveva presa bene.

 

“quando ti decidi a chiedermelo? Io non resisto più” proruppe in quel momento Angelica attirando la sua attenzione. Brando sollevò un sopracciglio confuso “chiederti cosa?” “di essere la tua testimone no?” rispose la ragazza con ovvietà, ravvivandosi i lunghi capelli con una mano. Il riccio spalancò gli occhi, domandandosi per un attimo se non stesse scherzando. Ma no... a giudicare dalla sua faccia, e dall'impazienza che gli aveva visto mal celare fino a poco fa, non scherzava affatto.

 

Cacchio.

 

“hem... Angi...” iniziò lui, dispiacendosi di farcela rimanere male “sarà Nic il mio testimone” ammise vedendole sgranare gli occhi “su Angi... credevo fosse scontato” tentò, provando a prenderle una mano. Ma lei gliela strappò via fulminandolo con lo sguardo “col cavolo!” proruppe alzandosi in piedi “io so di voi due da secoli prima di Niccolò!” sbraitò “hai presentato Fabio a me prima che a chiunque altro, te lo sei dimenticato???” Brando la seguì in piedi stringendo i denti, non immaginava se la sarebbe presa così “Angi...” tentò avvicinandosi per abbracciarla “Angi un corno!” protestò lei spingendolo un po' indietro “senti! Non puoi essere contemporaneamente la sorella dello sposo e pure la testimone!” sbottò lui a quel punto cominciando a irritarsi “a dir la verità si..” commento Clotilde con un'alzata di spalle “mamma non sei d'aiuto...” la supplicò il riccio alzando gli occhi al cielo. La ragazza lasciò la stanza a passo di carica. Brando roteò gli occhi e la seguì, mentre la madre rivolgeva uno sguardo e un languido sospiro a Roberto, felice.

 

Angelica si era rifugiata nel tinello della cucina. Girò lo sguardo di lato incrociando le braccia al petto quando si ritrovò il fratello vicino.

Brando gli si fece a un passo chinando il viso per cercare di catturare i suoi occhi che lo evitavano, e le sganciò un sorriso tenero mentre la prendeva per le braccia e la costringeva delicatamente a guardarlo “ce la fai a passarci sopra?” le chiese “e ad essere felice per me?” aggiunse mentre i ricci gli coprivano un po' gli occhi in quella posizione. Angelica gli scoccò un'occhiata, ancora un minimo risentita, prima di sciogliere la tensione nelle spalle e sbuffare “ma si ovvio!!” sbottò “ti voglio troppo bene e sono troppo contenta che ti sposi con Fabio per essere arrabbiata!” proruppe rifilandogli una sberla sul fianco, di circostanza. Brando l'abbracciò sorridendo “anch'io ti voglio bene nana” ammise puntandole il mento sulla sommità della testa. La ragazza gli strinse le braccia intorno alla vita e strofinò la testa sotto la sua gola come un gatto “beh cosa fa la sorella dello sposo?” chiese in tono vago “boh... porta le fedi?” propose lui continuando a tenerla in quella posizione “scemo quello lo fanno i paggetti, non ho 7 anni” replicò la ragazza facendolo sghignazzare, poi si separò da lui e gli picchiò un piccolo pugno sul petto “allora... come te l'ha chiesto Fabietto? Raccontami..” gli disse, vedendolo poi arrossire e cominciare già a muoversi per tornare in salotto “in realtà glielo ho chiesto io...” borbottò mentre già le dava le spalle. Brando chiuse gli occhi sbuffando sentendole emettere un gridolino eccitato “MA DAI!!! oddio e come???? dimmi tutto!! ah il mio fratellino romanticone..” lo sfottè ridendo, seguendolo nel corridoio mentre lui era impegnato ad ignorarla.

 

Tornati in salotto, mentre Angelica andava dalla madre e le due iniziavano a chiacchierare su come si sarebbero vestite, dato che avrebbe fatto ancora freddo, Brando vide suo padre fargli un cenno di avvicinarsi a lui. Deglutì istintivamente, avanzando con riluttanza. Anche se i rapporti tra loro era migliorati negli ultimi anni, pensava avrebbe sempre avuto una forma di soggezione, ad avvicinarsi alla sua imponente figura quand'era palesemente contrariato.

“Brando senti...” iniziò Roberto, facendogli poi un mezzo sorriso nervoso quando lo vide guardarlo sulla difensiva “bello de papà...” buttò lì facendogli un accenno di carezza per cercare di tranquillizzarlo anche se lui stesso non lo era.

“lo sai che Fabio mi piace...” esordì torcendosi le mani e cercando di guardarlo in viso “mi... mi sta bene di voi due, lo sai” aggiunse. Brando non commentò nulla, incrociando le braccia “ma?” lo esortò. L'uomo si passò una mano tra i capelli “ma, il matrimonio... insomma Bra...” il ragazzo distolse lo sguardo da lui “cioè... è proprio necessario? Che vi sposate? Cioè na cosa ufficiale... che devono sapè tutti, ma chi è che se sposa più all'età vostra dai!” tentò di buttarla sullo scherzo, senza successo. Brando gli rivolse un'occhiata rapida prima di guardare di nuovo di lato. Roberto non seppe interpretarla bene... “te sei arrabbiato?” chiese, quasi timoroso a questo punto. Brando scosse la testa con aria triste, cambiando solo l'incrocio della braccia

“no papà.... sono solo.... stanco, stufo... ok?” rispose guardandolo tristemente per un attimo

“senti...” gli disse con un filo di voce “io Fabio lo sposo comunque, che tu sia d'accordo oppure no... se vuoi non venire” aggiunse in tono secco, voltando di nuovo lo sguardo, sentendo pizzicare gli occhi e andandoli a stropicciare col pollice e l'indice, tirando su col naso.

Roberto lo guardò, più concentrato in quel momento sulle parole che gli aveva rivolto, che sui suoi occhi rossi nel tentativo di trattenere le lacrime

“beh..” esalò in tono quasi offeso “tanto verrà l'altro tuo papà no? Quello a cui vuoi bene davvero” Brando si girò a rivolgergli uno sguardo incredulo che avesse anche il coraggio di fare il geloso “questo non c'entra niente!” esclamò “voglio bene a Giovanni è vero, ma mio padre sei tu!” e poi aggiunse, senza tuttavia guardarlo di nuovo “per me sarebbe importante se ci fossi... poi fai un po' tu” e detto questo lo superò resistendo alla tentazione di colpirlo con la spalla passando.

Aveva tutta l'intenzione di raccogliere la giacca e andarsene quando sentì suonare il campanello e si fermò incuriosito.

La governante di casa passò davanti alla porta del salotto per andare ad aprire e pochi istanti dopo ricomparve accompagnando fino alla stanza Fabio

“hem... salve” salutò col suo miglior sorriso imbarazzato e Brando lasciò uscire per un attimo un sorriso ebete tanto era contento di vederlo, desiderando in quel momento solo sprofondare il viso nell'incavo del suo collo e le mani nei suoi ricci biondi. Angelica fu più veloce di tutti però, come al solito “congratulazioni sposo!!!!” esclamò correndogli incontro e saltandogli praticamente in braccio allacciandogli le gambe intorno alla vita e stritolandolo in un abbraccio “oh beh vedo che la notizia si è già sparsa...” ridacchiò Fabio in imbarazzo mettendole le braccia sotto i fianchi per cercare di sorreggerla un po' meglio, mentre Brando incrociava la braccia brontolando irritato.

“suvvia tesoro scendi!!” la pregò sua madre avvicinandosi ridendo “lo spezzi in due cosi!” Angelica balzò giù rimanendogli comunque attaccata con le braccia mentre Clotilde si avvicinava per baciarlo sulle guance “siamo contenti, caro, tantissimo” gli disse con dolcezza mentre Roberto si limitava a defilarsi dopo avergli battuto, passando, una pacca sulla spalla.

“che entusiasmo eh..” commentò Fabio, riferendosi ad Angelica, osservando Brando che gli si era avvicinato guardandolo un po' di traverso, in modo costruito

“la cosa ti stupisce?” chiese il riccio in tono ironico “non più di tanto in effetti...” ridacchiò Fabio accarezzandole un paio di volte la schiena dato che non gli si era ancora staccata di dosso.

“che ci fai qui?” gli chiese Brando, in tono quasi di rimprovero

“sono tornato prima... sono venuto per, supporto morale” aggiunse a voce più bassa “si era detto che non venivi...” gli sibilò a denti stretti Brando, mostrandosi risentito, ma in realtà terrorizzato all'idea che suo padre gli dicesse qualcosa di brutto. Fabio gli rivolse uno sguardo dolce, non credendo neanche per un istante a quella sceneggiata “sì, ma non volevo lasciarti da solo, arrabbiati se vuoi” gli sussurrò alzando le sopracciglia mentre Angelica cominciava a trascinarlo verso il divano.

Brando gli rivolse uno sguardo intenso, un misto tra contento di vederlo e disperato. Fabio notò che aveva anche gli occhi un po' arrossati

“hem...” disse divincolandosi con dolcezza dalla presa della ragazza “vorrei un bicchiere d'acqua, posso?” “ma certo!” esclamò subito Clotilde agitando la mani per far spazio tra lui e Angelica “Brando, amore, lo accompagni tu?” disse in tono premuroso, forse capendo che fosse una scusa per rimanere un secondo da soli.

 

Brando aprì una bottiglia di acqua frizzante e la versò in un bicchiere prima di porgerlo a Fabio “non ho sete Bra..” gli disse in tono dolce, accettando comunque il bicchiere per poggiarlo di lato sul bancone “come è andata?” gli chiese guardandolo un po' apprensivo.

 

Roberto occhieggiò brevemente da dietro l'angolo della cucina, avendoli visti entrare, per vedere suo figlio che prendeva tutte e due le mani di Fabio nelle sue con aria triste e faceva intrecciare le loro dita, come se tenerlo così lo confortasse

“come immaginavo... purtroppo” disse a voce bassa. Fabio gli strinse più forte le mani, partecipando con lo sguardo alla sua tristezza “allora non verrà...?” chiese timidamente. Brando fece una smorfia “non ha proprio detto no.... però non ci spero granchè” aggiunse facendo stringere lo stomaco di Roberto dietro l'angolo. Li guardò di nuovo per un attimo. Vide Fabio che scioglieva la mano destra da quella di Brando per fargli un carezza “mi dispiace..” gli disse piano “lo so..” rispose lui.

“vuoi andare a casa?” gli propose Fabio sorridendogli. Il riccio annuì e lui si sporse in avanti per baciarlo sulle labbra. Brando lo seguì con la testa mentre si ritirava indietro, per prolungare il bacio ancora per un attimo. Roberto si voltò, lasciando andare la fronte nel palmo della mano.

 

 

 

QUALCHE GIORNO DOPO DICEMBRE 2028

 

Damiano

 

 

Damiano occhieggiò Fabio incuriosito, si rigirava il bicchiere di cola in mano senza averlo praticamente toccato. Era nervoso... si vedeva da chilometri. Per questo aveva smesso di raccontargli del suo lavoro, come lui gli aveva chiesto, e ora se lo guardava da 10 secondi buoni. Sperava che un po' di silenzio lo avrebbe aiutato a vuotare il sacco.

“ti devo dire una cosa...” iniziò timidamente Fabio. Damiano annuì avvicinandosi il bicchiere alle labbra “ti sposi?” buttò lì in tono ironico, bevendo una lunga sorsata. Con la coda dell'occhio vide l'espressione interdetta dipinta sul viso del suo amico, seguita subito dopo da un “ma.... è stato Brando a dirtelo?” che gli fece andare di traverso la birra e quasi strozzare

“oddio! Vuoi dire che ci ho preso???” chiese tra un colpo di tosse e una risata “Damià!!! stai a sputà birra dappertutto!” esclamò Fabio ridendo a sua volta “vuoi dire che non te l'aveva già detto Brando?” lo incalzò mentre quello sbatteva la mano sul tavolo come se ciò potesse aiutarlo con la birra che gli era salita fin nel naso “ma chi ce parla co l'amore tuo!” sbottò Damiano ridendo “no! Avevo sparato una cazzata! Ti sposi davvero?” gli chiese riprendendo fiato. Fabio annuì allargando un sorriso contento “beh... minimo il tuo testimone devo esse io...” commentò a quel punto il ragazzo con fare pratico. Stavolta fu il turno di Fabio di sbattere la mano sul tavolo, con finta stizza “non lo so! Fai tutto tu!” sbottò ridendo “io me ne vado a casa, te la conversazione te la finisci da solo!” aggiunse sollevando tutti e due i palmi verso l'alto. Damiano gli rivolse un'espressione interrogativa e lui continuò “perchè credi che ti abbia fatto venire qui oggi?”

Il moro allargò un sorriso sincero a questo punto, entrando in modalità seria “io? Veramente?” gli chiese incredulo “e chi altri?” gli fece eco Fabio. Damiano si alzò e fece il giro del tavolino alto che li separava per andare ad abbracciarlo “sono onorato Fà... sul serio” gli disse in tono affettuoso, mentre gli stringeva brevemente le braccia intorno al collo.

Era più alto di lui anche se Fabio era seduto su uno sgabello da bancone.

Quando si staccò gli battè ancora un paio di pacche sulle spalle prima di avvicinare l'altro sgabello per sedersi vicino a lui “beh quando?” gli chiese. Fabio si guardò per un attimo le mani “Brando ci teneva... a farlo il 16 Marzo” rispose con un vago sorriso, e Damiano lo guardò sorpreso sollevando le sopracciglia. Lui lo sapeva quella data che cos'era

“accidenti che cosa carina...” commentò con una smorfia ironica. Fabio gli mollò una sberla al braccio “sempre quell'aria sorpresa!” ribattè facendolo scoppiare di nuovo a ridere.

 

“senti...” disse Damiano dopo qualche secondo che era tornato serio “giusto per sapè he... non cambià niente per me... ci sarà anche Chiara?” Fabio smorzò un sorriso del suo imbarazzo.

 

Lui e Chiara non si erano lasciati bene, e anche se erano passati anni incontrarsi era sempre difficile.

 

Scosse la testa “no” e poi aggiunse “ma non per niente... è che facciamo una cosa proprio intima, solo famiglie e testimoni” Damiano sorrise mentre Fabio continuava “anzi non ne parlà con nessuno, che poi lo diciamo a cose fatte a tutti gli altri”. Il moro annuì.

Era indubbiamente da Fabio una cosa così. E da tutti e due comunque, non sbandierare la loro relazione. Non l'avevano mai fatto.

“il problema a dire la verità è un altro” annunciò Fabio in quel momento semi sdraiandosi sul tavolo, pensieroso “Brando si è fissato che ce dobbiamo vestì uguali” raccontò facendo poi una smorfia schifata, che trovò nel sul amico piena approvazione “ma io non è che ho tanta voglia di mettermi a confronto con lui” continuò Fabio ritirandosi su “cioè quello qualsiasi cosa si mette è sexy da morire...” aggiunse facendo quasi di nuovo andare di traverso la birra a a Damiano “ok nuova regola” sentenziò tossicchiando “è vietato mettere la parola Brando e la parola sexy nella stessa frase, mi fa senso!” Fabio ridacchiò “eddai! Guarda che sono serio!” lo rimproverò bonariamente “mha accontentalo che ti costa” buttò lì il moro facendosi l'esperto “tanto lo sappiamo che in questa occasione deve decide tutto la sposa no?” aggiunse facendo un ghignetto bastardo. Fabio scosse la testa “no. Non ce la puoi fare... rinuncio..” commentò facendolo scoppiare a ridere.

 

 

Niccolò

 

Brando stava trapassando con lo sguardo il profilo di Niccolò, apparentemente intento in qualsiasi futile attività che gli permettesse di NON donargli la sua completa attenzione: mettere la catena alla moto, controllare il cellulare, prendere le sigarette, cercare l'accendino come se avesse più tasche di un prestigiatore.

“senti” lo richiamò con tono urgente, scocciato “hai impegni il 16 Marzo?” gli chiese a bruciapelo. Nic fece uno sbuffo di risata mentre si posizionava la sigaretta tra le labbra “fratè... io manco so se sarò ancora vivo il 16 Marzo!” sbottò facendo ballare su e giù la sigaretta “figuriamoci se ho impegni” “beh uno mo ce l'hai” ribattè Brando facendo ora un mezzo sorrisino divertito nel pregustarsi la sua reazione “mi sposo” sentenziò. Niccolò si paralizzò di botto con l'accendino fermo in prossimità della bocca, senza avere neanche la forza di schiacciare il bottone per accenderlo. Lo guardò ad occhi spalancati per un secondo “ti sposi??” ripetè incredulo, per poi chiedere ridicolmente “ma con Fabio?” “no con Mago Merlino guarda...” lo sfottè Brando incrociando le braccia ma ridacchiando della sua aria sconvolta “sì cioè...” si affrettò a ribattete Nic strizzando gli occhi e scuotendo per un attimo la testa, come conscio della cazzata appena detta “è che... insomma...” farfugliò “siete giovani! Io sono giovane cazzo!” sbottò facendo scoppiare il riccio a ridere “se qua cominciate a sposarvi a me si sgretola l'illusione!” esclamò mettendosi le mani nei capelli e tirandoseli indietro “oh non fraintende fratè” si affrettò ad aggiungere avvicinandosi al muretto su cui si era seduto “so contento eh! Contentissimo!” aggiunse battendogli una pacca in mezzo alle spalle “solo che ancora non ci credo...” commentò facendo una smorfia come a dire -tanta roba- Brando fece uno sbuffo di risata ancora “vuoi farmi da testimone?” gli chiese con tranquillità. Nic si rizzò dritto con la schiena, rinunciando definitivamente a fumare per quel pomeriggio “uuuh!” esclamò lasciando un gran sospiro sorridendo “vuoi scherzare???? certo!” esclamò subito dopo “che cazzo di figata...” commentò scuotendo la testa e ridacchiando, ancora incredulo.

 

 

“ma perchè a Marzo?” gli chiese in tono più calmo dopo un po'. Si era messo seduto accanto a lui sul muretto, e ora stavano spalla a spalla “non farà freddo?” aggiunse. Conosceva bene Brando e sapeva quanto lo soffrisse. Lui fece spallucce “il 16 Marzo era il compleanno della mamma di Fabio” spiegò guardando dritto davanti a sé le macchine che scorrevano oltre il parchetto in cui si erano piazzati “mi è sembrata una cosa...” cercò per un attimo la parola da dire “giusta”. Niccolò sollevò entrambe le sopracciglia, sorpreso “io direi che è una cosa bella...” gli disse serio, strappandogli un mezzo sorriso “accidenti” commentò il biondo in finto tono offeso “con me n'sei mai stato così dolce..” aggiunse ridacchiando e beccandosi una gomitata di circostanza.

 

“vabbè” cambiò argomento Nic battendo le mani una contro l'altra come a creare un punto e a capo “a parte farti ubriacare a merda un paio di giorni prima che deve fare il testimone?” chiese. Il riccio rise “firmare” sentenziò “penso sia alla tua portata” lo sfottè, e poi aggiunse “e comunque sull'ubriacarsi vacci piano che io in coma già ci sono finito una volta” scherzò. Il biondo corrucciò le sopracciglia “scusa ma non lo voi fa l'addio al celibato?” “si vabbè... ma na cosa tranquilla ok?” rispose Brando guardandolo di traverso. Nic roteò gli occhi “madonna quanto sei noioso!!” esclamò “e io che volevo vedè se ancora lavoravano i Centocelle Nightmare” rise prendendolo palesemente per il culo. Brando tuttavia si coprì gli occhi con una mano un secondo, per poi fulminarlo con lo sguardo “tu azzardate a famme vedè un tizio in mutande di pelle e t'ammazzo!” lo minacciò. Il biondo scoppiò a ridere “lo sai che se fai così mi fai venì ancora più voglia de fallo però!” esclamò “Nic....” ringhiò il riccio “va bene va bene...” concesse il biondo, e poi aggiunse “sennò sai che facciamo? Chi è l'altro testimone?” “Damiano” rispose sulla difensiva Brando “pure io che lo chiedo... che domande...” commentò Niccolò passandosi una mano nei capelli “facciamo così, andiamo tutti insieme... e chiamiamo una spogliarellista, una ragazza, così voi due piccioncini siete a posto e almeno i testimoni si divertono!” concluse mentre già metteva le mani a protezione dove sapeva stargli per arrivare una scarica di botte. Incassò ridendo, e comunque dopo un secondo anche Brando scoppiò a ridere.

 

Ci misero un po' a ritornare calmi, dato che un paio di volte, e diversi respiri profondi dopo, ancora gli bastava guardarsi un secondo per riattaccare a ridere. Ma alla fine tra loro tornò il silenzio. Brando guardava di nuovo le macchine sfrecciare in lontananza, rilassato. Niccolò invece si guardava le mani, elaborando ancora la notizia. Sorrise tra sé a pensare a quanto quella storia gli sembrasse bella e assurda allo stesso tempo.

Mollò a Brando una leggera spallata per richiamare la sua attenzione “sono fiero di te.. lo sai?” gli disse a voce bassa quando si girò a guardarlo. Il riccio gli rivolse un sorriso un po' imbarazzato, mandando la mano ad strofinarsi il collo.

Niccolò fece un breve accenno di risata, poi mise le mani a coppa davanti alla bocca “IL MIO MIGLIORE AMICO SI SPOSA!!!” urlò al cielo facendo fare a Brando quasi un salto sul posto dalla sorpresa. Gli mollò d'istinto una sberla dietro la testa “ma che cazzo te urli coglione!” gli disse tra i denti un secondo prima di scoppiare a ridere insieme a lui.

 

 

QUELLA SERA

 

 

Fabio se ne stava a gambe incrociate per terra, di fronte al cartone aperto della pizza capricciosa gigante che avevano ordinato d'asporto. Stava posizionato tra le gambe aperte di Brando, che ne teneva una piegata per far da supporto al braccio sinistro e l'altra distesa, quasi a delimitare uno spazio.

 

Del perchè stessero per terra ignorando il divano non è dato sapere.

 

“e insomma fa...” stava raccontando Brando tra un morso e l'altro, mentre Fabio piegava a metà il pezzetto di cornicione per incastrarselo tutto tra i denti “ma con chi ti sposi? Con Fabio?” ripetè Brando, storpiando la voce di Niccolò mentre ne faceva l'imitazione “e no con Mago Merlino..” commentò Fabio ridacchiando “ecco!” esclamò Brando spalancando gli occhi “ho detto la stessa identica cosa!” ridacchiò “inquietante ora che ci penso...” aggiunse aggrottando le sopracciglia. Fabio rise, allungandosi a prendere la lattina di cocacola oltre il cartone della pizza “Damiano s'accolla con l'addio al celibato” raccontò un attimo prima di svuotare quel che restava della lattina “pure Nic” gli fece eco Brando “perchè non..... ah! L'ultimo pezzo coi funghi!!!” invocò vedendo Fabio che sollevava proprio quella fetta. Lui, senza alcun problema, si voltò per metà per avvicinarglielo alla bocca, e Brando ne morse tipo la metà prima di afferrare la fetta dal cornicione

“grazie...” borbottò a bocca piena prima di stampargli un bacetto sulla tempia, strappandogli un sorrisino “dicevo” riprese il riccio dopo essersi dato un leggero pugno contro lo sterno per mandar giù più in fretta “perchè non li mandiamo a spaccarsi loro due così ci lasciano in pace?” propose “genio!” commentò Fabio sollevando entrambe le sopracciglia, prima di poggiarsi leggermente al torace di Brando dietro di sé “io sono pieno..” sentenziò agitando una mano davanti al viso per dichiarare la sua resa “io pure..” confermò il riccio donando poi un'occhiata perplessa alle 4 fette di pizza rimaste “che dici sarà buona pure domani?” chiese “massì... non se butta niente...” commentò Fabio chiudendo il cartone e allontanandolo un po' da sé, facendolo scivolare sul pavimento.

In quel momento il telefono di Brando iniziò a vibrare e lui lo estrasse per controllarne il display “la storia del telefono spento alle 9 vale solo per me vedo..” commentò sarcastico Fabio. Ma Brando lo ignorò. Fece una smorfia nauseata “è quel coglione di Biga... sé è perso/ ha cancellato per sbaglio tutto il computo metrico del progetto” spiegò iniziando a digitare con stizza sullo schermo “aspè che je rimando tutto... santa pazienza...” borbottò.

Fabio studiò per un attimo il suo profilo corrucciato per la seccatura, sorridendo maliziosamente prima di sporgersi verso di lui per baciargli il neo che aveva sulla guancia sinistra, per un lungo momento. Poi senza allontanarsi se non di qualche millimetro, di modo da fargli sentire chiaramente il suo respiro addosso, si spostò poco a lato iniziando a baciargli insistentemente la zona intorno all'orecchio “Fà...” disse Brando a bassa voce, chiudendo per un istante gli occhi e spingendolo senza troppa convinzione sul petto per farlo indietreggiare.

Senza nessuna convinzione a dirla tutta....... infatti non lo fece retrocedere neanche di un centimetro “dimmi” lo provocò quasi Fabio baciandogli il lobo dell'orecchio, poi la pelle sensibile poco dietro, poi ancora l'accenno di barba di un giorno, che gli copriva l'attaccatura della mascella “dai... è un'email importante...” tentò Brando con tono per niente risoluto “si ma infatti, continua... chi ti dice niente” ribattè ancora Fabio sorridendo per un attimo contro la sua pelle prima di partire a lasciargli una scia di baci umidi lungo la linea del collo. Brando spostò appena la testa per assecondarlo, istintivamente.

 

Bastardo.

 

“te la voi piantà?” lo apostrofò il riccio con tono più fermo, mentre la sua mano sinistra invece si era staccata dal telefono e si era parcheggiata sulla testa di Fabio, facendogli dei grattini leggeri, mentre lui continuava la dolce tortura contro il suo collo.

Brando si morse un attimo il labbro, per controllare i brividi che gli provocava il tocco delicato ma insistente delle labbra di Fabio vicino all'orecchio. Si mise ad allegare i file solo col pollice destro più freneticamente.

Fabio, senza pietà, gli si fece ancora più addosso e con la mano sinistra sollevò appena la maglietta di Brando, insinuando la mano sotto e iniziando ad accarezzargli l'addome dalle parti del diaframma.

Per il riccio premere invio e lanciare il telefono sul divano fu quasi un unico gesto. Si girò di scatto bloccandogli il viso tra le mani e catturando quelle maledette labbra assassine che si ritrovava tra le sue, facendogliela pagare a suon di baci tutti i brividi di piacere che gli avevano provocato.

Fabio spinse la sua bocca su quella di Brando con ancor più forza, mettendogli le mani sulle spalle e sfruttando tutto il suo peso per intimargli di stendersi per terra. Gli mise una mano dietro la testa al volo, per non rischiare di farlo sbattere, poi la spostò e gli imprigionò entrambi i polsi ai lati del suo viso, per terra, prima di sdraiarsi su di lui. Non smise un secondo di baciarlo durante tutta questa operazione. Brando sorrise contro le sue labbra mentre riceveva il suo peso su di sé, baciandolo con tutto il trasporto di cui era capace, un tantino insoddisfatto di non potergli passare le mani dappertutto. Forzò un attimo per liberarsi i polsi, ma non troppo, perchè tutto sommato lo divertiva quel modo di fare che prendeva a Fabio ogni tanto.

Gli lanciò un'occhiata fintamente sofferente, quando si scostò dalle sue labbra per un attimo, per guardarlo in viso “sei senza cuore..” gli disse con un vago sorrisino malizioso “il pavimento è freddo” si lamentò. Fabio scosse la testa sorridendo “ma statte zitto che tanto poi ce finisco io sul pavimento” gli intimò con tono che non ammetteva repliche un attimo prima di riavventarsi sulla sua bocca. Brando sghignazzò e poi rilassò il collo affondando le sue labbra in quelle di Fabio, arreso a lasciarsi baciare così immobile.. e a fargli fare di lui qualsiasi altra cosa volesse.

 

  
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