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Autore: Meramadia94    16/05/2021    3 recensioni
[Scuola di Polizia]
Harris desidera diventare comandante. Per farlo deve togliere di mezzo sia Lassard che l'odiato Mahoney. Per farlo organizza un piano per far passare il primo un pessimo comandante ed il secondo un incapace. Purtroppo, a causa di questo piano, durante una retata, Mahoney rimane ferito e dovrà lottare contro la morte. Harris, pur facendo finta di niente, rimane sconvolto per l'accaduto ed inizia a provare un serio rimorso di coscienza. Quando la sua responsabilità viene a galla, viene cacciato dalla polizia. Riuscirà il capitano a riscattare il suo nome e dimostrare il suo sincero pentimento?
Scritta in società con Marlena-Libby
Genere: Angst, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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''Lo faccia per loro''
Quelle parole ormai gli rimbombavano nella testa come la marcia militare. Sinceramente non moriva affatto dalla voglia di andare ad umiliarsi davanti ad Harris più di quanto non avesse già fatto. E poi cosa ci avrebbe ricavato? Probabilmente Harris o gli avrebbe negato quella risposta che tanto era ansioso di conoscere o lo avrebbe preso in giro. Magari lo avrebbe anche accusato di averlo fatto cadere in rovina, come era solito fare del resto quando si metteva nei guai o in ridicolo per qualunque cosa ma trovava il modo di tirarlo in causa. 
E dire che lui moriva dalla voglia di perdonarlo. Lo aveva confidato anche al professore alcuni giorni prima. 
"So che sembra strano, ma c'è una parte di me che vorrebbe credergli e perdonarlo. Però ancora non mi sento pronto. Mi ha davvero deluso stavolta"
'' Hai passato un momento orribile, hai rischiato di morire e ne stai ancora portando addosso i segni. E' normale che tu ti senta così. Cerca di darti un po' di tempo''
'' Tempo... mi pare che Harris me ne abbia portato via fin troppo.'' 
Solo che non riusciva a smettere di pensarci. Alla fine decise di andare a parlargli. In fondo non poteva fargli più male di quanto gliene avesse fatto finora.
Uscì dal suo ufficio ed andò verso l'uscita del distretto.
- Vai da qualche parte?- fece Jones. 
Mahoney si bloccò per poi voltarsi. 
- Si... devo andare in un posto.- fece il poliziotto, sperando che Jones desse per scontato che il '' posto'' in cui sosteneva di dover andare fosse dallo psicologo. Odiava mentire ai suoi amici, e Jones più che mai, dato il loro legame, ma se avesse detto esplicitamente che aveva intenzione di andare da Harris avrebbe fatto il diavolo a quattro fino a che non avesse cambiato idea. E questa era la migliore delle ipotesi. 
Vi era anche la possibilità che chiedesse a Tack di metterlo sotto chiave, magari in un bel bunker anti-atomico, e di fargli la guardia con il bazooka, se la situazione lo avesse richiesto. 
- Di nuovo in terapia?- fece Jones.
Mahoney annuì. 
- Sto tentando di venirne fuori.- fece Mahoney - e credimi che non è facile.- 
- Amico, stai tranquillo, ok?- fece Jones - Non mi devi spiegare niente. Prenditi pure tutto il tempo che ti occorre. Hai subito un trauma ed è giusto che lo affronti, con i tuoi tempi. 
Ma se hai bisogno di qualcosa ricordati che noi siamo qui...- 
- Lo so Jones.- fece il sergente - lo so.-
'' E come faccio a scordarmelo...'' 
Da quando era uscito dall'ospedale e dopo che avevano scoperto cosa Harris aveva effettivamente fatto, erano diventati particolarmente protettivi con lui: Jones cercava sempre di passare la serata con lui, e spesso si fermava a dormire per essere pronto nel caso il collega si sentisse male durante la notte, Zed e Sweetchuck cercavano sempre di farlo ridere raccontandogli dei disastri che combinavano con House di pattuglia o con i loro fumetti preferiti, Hooks ed Hightower non facevano che chiedergli se avesse bisogno di qualcosa ( anche a venti minuti di distanza dalla prima richiestra all'altra), Tack e Callahan che scombinavano i turni di pattuglia che assegnava perchè rimanesse in ufficio e non andasse di pattuglia... apprezzava molto le loro premure e la fiducia con cui lo supportavano nel suo nuovo incarico, ma sentiva il bisogno di ritagliarsi un po' di spazio... anche se non avrebbe mai creduto che quello spazio avrebbe significato andare a trovare Harris.
...
...
...
- Non pensavo che saresti venuto qui...- fece Harris sorpreso di vedere Mahoney di fronte a casa sua, mentre annaffiava le piante.
 Si guardò attorno, per assicurarsi che fosse veramente solo.
- Non si preoccupi. Oggi sono in '' libera uscita''.- fece il sergente - e...francamente nemmeno io lo avrei mai creduto... ma avevo bisogno di sottoporle una questione molto importante.-
Harris gli fece segno di seguirlo in casa. 
A giudicare da tutti gli scatoloni e scatole in giro per l'appartamento, gli scaffali semivuoti, tutto faceva pensare che stesse traslocando.
- Posso...- fece Harris - Posso offrirti qualcosa... tè, caffè, succo di frutta, acqua...- 
- Un caffè andrà benissimo.- fece Mahoney.
...
...
... 
Pochi minuti dopo nel salotto di Harris, lui e Mahoney erano seduti su due poltrone, l'una di fronte all'altra, in mezzo alle quali vi era un tavolino da caffè. 
- Devo dire che la tua visita mi coglie un po' di sorpresa.- fece Harris versando il caffè nelle tazze - Credevo che non volessi vedermi più... specie dopo...- non disse '' lo spintone'', ma era quello che pensava. Che buffa piega aveva preso la vita. Solo il mese scorso pensava che nulla lo avrebbe reso più felice che vedere Mahoney all'angolo, senza più quel sorriso che lo faceva irritare... ma quando lo aveva visto prima in quel letto d'ospedale, spento e senza l'energia di vivere che lo aveva sempre contraddistinto, e poi sul pavimento del distretto dopo averlo spinto, con quegli occhi spaventati da cosa avrebbe potuto fargli... aveva provato per la prima volta vergogna per quello che era. 
- In effetti nemmeno io mi sarei immaginato di tornare qui così presto ma...- fece Mahoney - Ho delle responsabilità verso Jones, Hightower, Tack, Hooks e gli altri.- 
- Che intendi dire?- 
- Non faccio che pensare a cosa è successo. A quello che ha fatto lei, fin dal primo giorno che mi ha avuto nel suo campo visivo.- fece Mahoney - Sto vedendo uno psicologo. Mi ha consigliato di parlare con lei di tutto l'odio che mi ha sempre dimostrato, prima che questa cosa mi cambi.. o che si ripercuota su di loro. Loro sono miei sottoposti adesso, ma prima di questo sono i miei amici. Tengo a loro più di quanto tenga alla mia uniforme. E le persone che si amano si proteggono. Anche a costo di star male.-
Harris lo guardò per la prima volta con occhi che non avrebbe mai pensato di associare a Mahoney. Quel ragazzo, nonostante tutto quello che gli aveva fatto passare, nonostante stesse attraversando lo stress di un nuovo incarico con altre responsabilità, quello di un esame da superare, e stesse ancora risentendo dello stress post-traumatico, si preoccupava di svolgere quell'incarico senza danneggiare le persone che lo circondavano, anche se questo significava essere a conoscenza di qualcosa che lo avrebbe sicuramente fatto soffrire. 
Solo ora realizzava perchè Mahoney fosse sempre stato quello rispettato ed ammirato da tutti i poliziotti del distretto e lui invece riusciva al massimo a spaventarli. 
- Può dirmelo.- fece Mahoney - tanto non cambierà niente.- 
Harris si convinse. 
- Quando avevo la tua età...- fece Harris - le norme che permettevano di entrare in polizia erano molto diverse. Dovevi avere una laurea in legge o giusrisprudenza, quindi dovevi essere ammesso in un'università prestigiosa, avere un certo peso ed una certa altezza... e questo era solo per dimostrare che avevi il diritto di essere in accademia. 
E non credo che tu, o chiunque altro dei tuoi amici, abbia la vaga idea di quante rinunce ho dovuto fare.- aveva rinunciato agli amici, alle feste, ai divertimenti ed un sacco di altre cose per studiare, per esercitarsi per le prove fisiche per entrare in polizia... ed una volta entrato in accademia si sentiva felice, appagato, perchè sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo. Che ora che era dentro, tutti si sarebbero dimenticati alla svelta che proveniva da una famiglia di operai ed impiegati, e che lo avrebbero giudicato solo per il suo valore, per le sue capacità. 
- Una volta dentro era anche peggio. L'odore della famiglia non benestante a cui appartenevi ti seguiva ovunque, come il deodorante.- fece Harris - Ai tempi c'era meno '' spirito di gruppo'' tra i cadetti. Erano pochi quelli che erano stati ammessi per merito e non per conoscenze... ed i secondi davano il tormento ai primi in ogni modo possibile ed immaginabile. Ti lascio immaginare gli scherzi.- 
Mahoney si pizzicò un braccio per non ridere. Anche perchè non c'era NULLA da ridere nel sentire di un gruppo di cadetti bullizzati da qualche ricco figlio di papà che solo perchè aveva i soldi che uscivano dalle orecchie  si sentivano in diritto di fare tutto quello che volevano... quando magari non riconoscevano il cane dei vicini da quello della pistola. 
- Mi sono conquistato quello che avevo, un pezzo alla volta. Senza che nessuno venisse a tirarmi fuor dagli impicci. Non avevo un comandante bonaccione che spezzava una lancia a mio favore, anzi.- fece Harris - Quando poi una certa ''sindaca'' ha avuto l'idea di dare libero accesso a tutti alla scuola di polizia ho provato solo una gran rabbia... non riuscivo a sopportare l'idea che un gruppo di sfaccendati annoiati dalle loro vite e alla ricerca di emozioni forti avessero praticamente ricevuto in regalo un'opportunità per cui io ho dovuto sudare e soffrire.- 
- Quindi in realtà...- fece Mahoney - lei ce l'ha con me perchè ho avuto vita facile dove lei invece...- 
- Andiamo.- fece Harris - di quante persone hai sentito che oltre alla promozione alla fine dell'accademia, ne sono uscite con il grado di sergente? Solo nelle serie poliziesche vedi una cosa simile.- 
-Quindi è per questo. Pura e semplice invidia.- fece Mahoney sorseggiando il caffè - Capitano se solo me ne avesse parlato prima,  avrei trovato quanto meno il modo di venirle incontro...- 
- Però devi credermi.- fece Harris - si, io ti detestavo. Non riuscivo a tollerare che oltre alla carriera già avviata subito dopo l'accademia tu godessi della fiducia dei superiori, che tutti i tuoi amici basterebbe chiederglielo e si lancerebbero nelle fiamme per te. A me tutto questo è mancato. E manca tutt'ora.- 
Mahoney si alzò - Beh io quello che volevo sapere l'ho saputo... scusi per il disturbo.- 
Harris lo bloccò - No aspetta... c'è un'altra cosa... io... pensavo che l'unico modo in cui avrei ottenuto rispetto era trattare gli altri come i miei istruttori hanno trattato me... non devi farlo anche tu. Ti rispettano perchè ti preoccupi di loro... dei loro problemi, delle loro preoccupazioni e perchè li aiuti a risolverle... non ripetere i miei stessi errori.- 
Mahoney annuì. 
- D'accordo. Ma tenga a mente che non lo faccio per lei. Lo faccio per loro.- fece il poliziotto - ora scusi ma devo proprio andarmene.- 
- Ti accompagno al distretto, o ti chiamo un taxi se preferisci...- 
- No grazie.- fece Mahoney - Preferisco fare una passeggiata. Grazie per le delucidazioni.- 
- Spero solo che un giorno tu possa riuscire a perdonarmi.- fece Harris accompagnandolo alla porta.
L'ex capitano ed il poliziotto non potevano immaginare che dall'altra parte della strada, qualcuno li stesse tenendo d'occhio, e che si preparasse a mettere in moto un piano criminale senza eguali. 
...
...
...
Ora che aveva scoperto il come ed il perchè di tutto quell'odio non sapeva davvero come avrebbe dovuto sentirsi. Certo, non era piacevole dare il sangue per ottenere qualcosa e vedere che altri invece lo ottenevano senza fare niente di particolare, ma non riusciva a smettere di pensare a quanto il loro rapporto avrebbe potuto essere diverso se solo, invece di aggredirlo fin da subito, Harris avesse provato a parlargli. Sentiva che avevano perso un sacco di tempo ad odiarsi e a farsi del male l'uno con l'altro, quando invece avrebbero potuto essersi d'aiuto a vicenda. 
L'istinto gli diceva che avrebbe dovuto concentrarsi sul suo futuro e cercare di dimenticare quella storia. 
In fondo che altro poteva fare? Logorarsi l'anima per quello che poteva essere e che non era stato non avrebbe restituito a lui e ad Harris il tempo che avevano sprecato. 
Aveva chiamato il suo psicologo per un consulto lampo e lui gli aveva detto -'' Adesso sa cosa è successo, ma non si dia pena. Il passato non si può cambiare, ma conservi gelosamente quest'esperienza per sè, senza che ciò la cambi e si concentri sul futuro. Pensi solo a fare l'esame e a diventare il capitano che avrebbe voluto fosse Harris per lei''. 
Fu la visione di quella che nel suo apparato cerebrale era classificata come '' una gran sventola'', che pareva in evidente stato confusionale sul marciapiede a distrarlo dai suoi pensieri. 
Alta, capelli castani, ricci, un elegante vestito azzurro... ed un fisico niente male doveva dire. 
Sembrava spaventata e preoccupata per qualcosa. 
- Signorina, tutto bene?- fece Mahoney avvicinandosi. 
Quella non gli rispose, continuando a guardarla con aria spaurita. 
- Stia tranquilla... sono un agente di polizia...- fece Mahoney - mi permetta di accompagnarla in centrale e risolveremo la situazione... non abbia paura.- 
- Io non ho paura, bello mio...- fece la donna. Improvvisamente , lo guardava con occhi cattivi - Io non ho paura. Tu avrai paura.- 
Mahoney non ebbe tempo di capire a cosa si stesse riferendo perchè la ragazza gli spruzzò qualcosa in faccia. Qualcosa che lo fece sentire improvvisamente stanco ed affaticato. L'idea di dormire si stava facendo sempre più allettante.
Poi più niente. Solo il buio. Sarebbe caduto a terra se la donna non lo avesse sorretto. Pochi secondi dopo vennero affiancati da una limousine bianca da cui uscirono due uomini. Uno di media altezza, magro. L'altro era sul metro e ottanta, di corporatura robusta.
- Dorme come un bambino nella culla.- fece la donna. 
- Ottimo lavoro bambola.- fece quello magro dandole una busta piena di soldi, mentre il suo complice sbatteva Mahoney nella macchina con la stessa grazia di un sacco di patate.
'' Sogni d'oro, piedipiatti. Quando sarai sveglio pregherai di essere già all'altro mondo.'' 
  
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