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Autore: Napee    16/05/2021    1 recensioni
[BkDk] [sort of caffe shop!AU]
***
Un rigido inverno sembra aver preso in ostaggio l’intera città. Fa freddo. Fuori si gela e la neve copre tutto con il suo bianco candore, ma gli basta guardare verso il terzo tavolo dalla porta, proprio al centro della vetrina, per avvertire un tenue tepore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 28 - 653 parole 


Venerdì 

 
Il suo personale mal di testa da amnesia non era scemato neanche di una virgola. La sorpresa delle allegre comare del giorno prima non aveva fatto altro che farglielo aumentare. Almeno però erano riusciti nel loro intento: scuoterlo dall’apatia e convincerlo a muovere il culo.
Dopo che li aveva congedati sbattendoli a calci fuori da casa sua, si era preso del tempo per riflettere sulle sue azioni, sulle sue prossime mosse e su come affrontare quel fardello di irrisolto che gli pesava sulla testa. Ma ogni piano elaborato, ogni strategia e ogni mossa collimavano tutte su un primo step indispensabile: parlare con Midoriya.
Così aveva deciso di contattarlo. Si erano dati appuntamento a casa sua perché per Katsuki era ancora troppo presto per affrontare Ethel: prima il coglione che amava, poi la figlia che non ricordava di volere.
Midoriya arrivò puntuale come un orologio svizzero e Katsuki lo detestò già per quello. Inoltre qualcosa gli andava suggerendo che in realtà fosse una persona sempre in anticipo ma che aspettava l’ora accordata per presentarsi.
Scosse la testa. No, non poteva essere… quello non poteva essere un ricordo… nessuno al mondo è così coglione da attendere fuori da una porta chiusa che aspetta solo lui per essere aperta.
Sì squadrarono sulla soglia. Occhi negli occhi in un turbinio di sensazioni nuove eppure familiari. Come era da sempre stato con lui dopotutto.
“Hai aspettato fuori dalla porta?” Domandò senza riuscire a trattenere la curiosità.
Midoriya incassò la testa nelle spalle e sorrise colpevole come un bambino beccato con le mani nella busta dei biscotti.
Le sue guance si tinsero di rosso e le efelidi su di esse vennero inghiottite dal colore più scuro.
“L-lo sai che lo faccio sempre…” pigolò piano, un suono flebile e balbettante che a Katsuki era mancato nonostante lo conoscesse appena.
“Accomodati. Ci vorrà un bel po’.” 
Presero posto sul divano. Midoryia continuava a torturarsi le mani nervoso e a Katsuki cadde l’occhio sulle cicatrici che gli segnavano la pelle.
“Come te le sei fatte?” Domandò indicandole con mento. Midoriya sorrise nostalgico.
“Quando ho ereditato il One for All non ero affatto in grado di gestirlo e il mio corpo non sopportava un utilizzo eccessivo del quirk.”
“Quindi è un po’ come se ti fossi autodistrutto?” Domandò e Midoriya annuì piano una volta sola. Katsuki ghignò divertito.
“Solo un coglione potrebbe farlo…” la considerazione offensiva gli uscì dalle labbra con naturalezza, ma la sorpresa prese il sopravvento quando Midoriya si voltò a guardarlo con gli occhi sbarrati pieni di speranza.
“Cos’hai detto?” Domandò. Sembrava più una richiesta imperativa che una domanda.
Katsuki non capì.
“Che sei un coglione.”
“E basta? Non ti ricorda niente questo? Queste esatte parole?”
“N-no… dovrebbe? Che cazzo vuoi dire?” Sbottò irritato sentendo la rabbia pervaderlo.
Midoriya parve ridimensionarsi e divenire microscopico sul divano.
“Niente, lascia perdere…” sospirò. Scosse la testa come per voler cacciare via troppi pensieri.
“Di cosa volevi parlarmi?” Domandò invece, come per tornare al l’argomento principale.
“Di tutto.” Sospirò. Non era facile manco per il cazzo. Non aveva idea di come avesse fatto a pensare il contrario.
“Penso che quello che avevamo prima, non possa tornare più. Io non sono il Katsuki di un tempo… non mi ricordo di niente e sono stanco di provare a farlo. Però non posso negare che sento qualcosa per te… non ho idea se sia per qualche ricordo del cazzo o che ne so… ma non voglio rinunciare.” Confessò tutto di un fiato, lasciando che le parole fluissero via dalla sua bocca senza pensarci troppo.
Le lacrime sul viso di Midoriya avrebbe dovuto aspettarsele, così come il sorriso smagliante e quell’abbraccio spontaneo che sapeva di familiare ma in un modo che a Katsuki piaceva molto.
Non seppe come, ma il suo corpo si mosse quasi da solo. Approfittò della vicinanza, tuffò una mano fra i capelli ribelli di Midoriya e lo trascinò nel loro primo ed ennesimo bacio.
  
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