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Autore: ChrisAndreini    17/05/2021    2 recensioni
Leonardo non è mai stato un tipo molto ambizioso. Certo, ha i suoi sogni e le sue speranze e le sue passioni, ma di certo non ha mai pensato che un giorno sarebbe finito in un universo parallelo a lottare per salvarsi la vita in mezzo a principi, cavalieri, spie di città nemiche e disapprovazione dei nobili e paesani.
Ma oh, uno deve sopravvivere come può, e se diventare il cuoco reale potrà allungargli la vita di qualche giorno, vale la pena ricevere occhiatacce.
Dopotutto, la via più veloce per il cuore di qualcuno passa per il suo stomaco, giusto?
Non che Leonardo, dichiaratamente omosessuale, abbia intenzione di fare stragi di cuore, sia mai!
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rainbow Cookies'
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Questo capitolo è tutto uno spiegone

-Come hai fatto l’impasto? Gli ingredienti erano così semplici, eppure li hai valorizzati al meglio!- 

-Avevi ragione a chiedere della frutta. Le fragole ci stavano davvero benissimo!-

-Chi ti ha insegnato a fare la panna in quel modo? Io ho dovuto prendere lezioni da Mildred per un mese prima di riuscire a farmela venir bene!- 

Nel momento stesso in cui era stato buttato a forza in una camera in comune con tre ragazze, Leonardo era stato praticamente aggredito da tre cuoche esagitate ed entusiaste, che non si erano neanche presentate e avevano iniziato a riempirlo di domande.

Ed erano così energiche, vitali ed enfatiche, che Leonardo fu quasi in procinto di richiamare Chevel e chiedergli di dormire in cella.

Ma alla fine fu contagiato dal loro entusiasmo, e iniziò a rispondere alle domande e a dare piccoli consigli.

Scoprì anche i loro nomi: Anna, Jane e Mary.

Dei nomi talmente classici per delle cameriere che Leo giurava fossero in qualsiasi opera fantasy, non solo isekai.

C’era almeno una Mary, una Anna o una Jane come cameriera personale di un principe o una principessa.

Inoltre, a Leo non era sfuggito che erano le tre cameriere che avevano dato una crepes alla principessa, quindi le indirette responsabili della sua sopravvivenza.

Sperava di poter costruire con loro un buon rapporto.

-Oh, ma che scortese, non ti abbiamo neanche chiesto come ti chiami!- si rese conto infine Anna, desolata.

-Oh, mi chiamo Leonardo- erano state comunque più veloci del principe a fargli quella domanda.

-Che nome singolare! Posso chiamarti Leo?- chiese Mary, battendo le mani entusiasta.

-Da che regno vieni?- indagò Jane, curiosa.

-Lumai- rispose Leo, con sicurezza, sperando che non facessero altre domande sul suo presunto luogo d’origine.

-Oh! Che Laasya ti protegga, allora!- commentò Anna, con un piccolo inchino.

Oh! Una nuova informazione! Laasya, un’altra divinità, magari responsabile di Lumai?

Chevel aveva parlato di un concilio di dei, probabilmente ogni dio era patrono di una città.

-Che Jahlee protegga te- Leo ricambiò, con un sorriso, pregando che stesse facendo le cose giuste.

Ma era un tipo adattabile, e sebbene non fosse esageratamente intelligente, le informazioni importanti le afferrava al volo.

Aveva solo difficoltà a tenere a freno la lingua e a classificare le priorità.

Anna sorrise caldamente, quindi era salvo per il momento.

-Oh, la dea della luce, la adoro! Se non avessi tutto qui a Jediah credo che mi trasferirei proprio a Lumai! L’energia divina di quel posto è meravigliosa. Perché sei venuto qui?- chiese Mary, continuando ad indagare.

Eh, ottima domanda! 

Poteva giocarsi la storia dello schiavo? Ma forse era meglio non divulgare tali informazioni, e tutti sapevano che le cameriere erano la massima fonte di gossip.

Ma forse far partire un gossip poteva essere un buon modo per rendere la storia più credibile?

Prima che Leo potesse rispondere, venne salvato dall’arrivo di Mildred, che fece comparire la testa dal corridoio e lanciò ai quattro un’occhiataccia.

-Dovreste dormire da ore! Non fatevi influenzare da quel ciarlatano- lanciò a Leo un’occhiata estremamente truce, e ammonì le sue sottoposte.

-Scusi Madame Mildred!- esclamarono le tre in coro come dei robot.

-E tu! Vedrò di farti cambiare dormitorio domani. Prova a toccare le mie ragazze anche solo con il pensiero e te la farò pagare cara!- Mildred si avvicinò a Leo e mostrò il muscolo del braccio, che praticamente era grande quanto lui.

Leo fece un passo indietro.

-Non c’è alcun pericolo, Madame Mildred, sono…- si interruppe appena in tempo. Non era proprio il caso di dire “sono gay” alla cuoca di un palazzo reale molto molto all’antica.

Era la volta buona che lo condannavano al rogo per davvero.

-…un gentiluomo- concluse quindi, con un piccolo inchino.

Mildred grugnì.

-Ragazze, stategli lontano!- ordinò alle ragazze, prima di uscire nuovamente dal dormitorio.

-Sarà meglio andare a dormire. Mancano poche ore all’alba, ormai- notò Jane, osservando il cielo oltre la finestra.

-L’alba?- chiese Leo, in un sussurro.

-Sì! Domani si ritorna a lavoro! E tu cominci! Buona fortuna- Anna si mise sotto le coperte e fece un grande sorriso a Leo, per incoraggiarlo.

-L’alba…- sussurrò nuovamente Leo, buttandosi sul letto a sua volta.

Era stata una giornata piena zeppa di roba, e Leo era più che stanco morto.

Non riusciva neanche a concepire l’idea di svegliarsi all’alba.

Sospirò, diede una veloce buonanotte alle sue compagne di stanza, e cercò di addormentarsi il più in fretta possibile, per assicurarsi almeno quattro ore di sonno.

Ma mentre ripensava agli eventi delle ultime ore, al camion, al principe, alla principessa, e in generale al libro, gli venne un’illuminazione.

Un’illuminazione che gli fece sgranare gli occhi, e cancellò ogni traccia di sonno rimasta in lui.

L’avvelenamento.

Nel libro c’era un momento, il momento più catartico della storia, dove il principe subiva un tentativo di avvelenamento, e la protagonista era accusata del fattaccio.

Leo non aveva la più pallida idea di chi fosse responsabile, e non sapeva nemmeno in quale punto del libro fosse finito, ma una cosa era certa.

Prima o poi qualcuno avrebbe cercato di avvelenare il principe.

Forse sarebbe successo più prima che poi, dato che la sicurezza estrema del palazzo e le abilità di combattimento del principe lo rendevano un difficile bersaglio di attacchi frontali.

E Leo era l’assaggiatore ufficiale.

Quindi Leo sarebbe morto avvelenato, prima o poi, perché il principe era un po’ immune, e aveva degli antidoti, ma lui no, era sacrificabile, era di costituzione debole.

E si era, ancora una volta, e non l’ultima sicuramente, scavato la fossa.

Così profonda che ormai era impossibile uscirne.

C’era una sola cosa da fare…

Doveva diventare l’unico cuoco del principe! Essere così bravo che il principe avrebbe per sempre chiesto solo ed esclusivamente di mangiare cibo cucinato da lui.

L’unico cibo che Leo sicuramente non avrebbe mai avvelenato.

Era un piano perfetto!

Ma per guadagnare la fiducia del principe abbastanza da riuscire nell’impresa, doveva superare i suoi interrogatori.

Ergo, doveva recuperare più informazioni possibili su Lumai.

Ugh, più pensava a cosa doveva fare, più risultava sospetto visto da fuori.

Ma che poteva fare, era nel panico, ed era in pericolo.

Doveva giocarsela bene.

E continuare a bluffare il più possibile!

 

-Suppongo che tu non abbia preparato la colazione, stamani- fu la fredda frase con la quale il principe Daryan accolse Leo nel suo ufficio, il giorno seguente, scortato come sempre da Chevel, che era praticamente l’ombra del ragazzo.

Ombra non solo perché era scuro di carnagione, e lo seguiva sempre, ma perché era di cattivissimo umore, e non spiccicava mai parola.

Non che a Leo importasse, dato che stava praticamente dormendo in piedi, e a malapena si rendeva conto di dove fosse e cosa stesse facendo.

-No, Mildy mi ha detto di stare fermo, muto e in un angolo. E ho eseguito- spiegò Leo, posando il piatto sulla scrivania e cercando di restare in equilibrio.

-…e dormito- aggiunse Chevel, facendo la spia.

-Ho preservato le forze poiché non avevo niente da fare- si giustificò Leo, che aveva provato a schiacciare un pisolino, ma era sempre stato svegliato da Chevel.

-Dì a Mildred di concedere a Leo il pieno controllo della cucina per i dessert programmati per la principessa. Ovviamente tienilo comunque d’occhio e assicurati che assaggi sempre tutto quello che poi ha intenzione di dare a mia sorella- il principe ignorò la parte sul sonno, e pensò solamente al lavoro.

-Quali sono i suoi piatti preferiti?- chiese Leo, distratto, per fare conversazione -Mia sorella ha sempre amato le meringhe… l’unica cosa che non ho ancora imparato a fare a memoria. Però sono un grande con la frutta e la cioccolata. Potrei fare una torta o dei biscotti. Mi manca mia sorella- borbottò Leo, parlando a vanvera e punzecchiandosi il volto per restare sveglio.

Il principe inarcò le sopracciglia a sentire i suoi commenti, poi spinse il piatto verso di lui.

-Invece di parlare perché non assaggi?- lo incoraggiò ad adempiere al suo ruolo.

Leo esitò appena prima di prendere un boccone, ma cercò di convincersi che nessuno avrebbe osato attaccare così presto. O se avessero voluto farlo avrebbero aspettato un momento in cui dare la colpa a lui. Ma lui non si era avvicinato ai fornelli, e Chevel era stato di guardia tutto il tempo.

Alla fine prese un boccone, lo assaggiò con circospezione, e si aspettò di sentire qualche sapore strano, o morire sul posto direttamente.

Dopo qualche secondo di silenzio, contemplazione e degustazione, Leo deglutì, e annuì appena.

-Le uova sono un po’ secche. Io ci avrei aggiunto della mozzarella, uova e mozzarella sono un ottimo accostamento- osservò, pensieroso.

Il principe sospirò, e prese un boccone a sua volta, senza il minimo commento.

-Chevel, mi aspetti qui fuori?- chiese al cavaliere, indicando la porta.

Le possibilità che avesse congedato il suo braccio destro erano due: o Daryan aveva appena deciso di ucciderlo e non voleva testimoni; 

O il principe si era innamorato follemente di lui e voleva confessarglielo senza rischiare uno scandalo.

Leo pregò nella seconda ipotesi.

Il principe era odioso, ma almeno poteva offrirgli prospettive e soldi.

Marito ricco mi ci ficco!

Non che Leo si aspettasse che i matrimoni omosessuali fossero accettati, lì, ma dettagli.

In realtà l’intenzione di Daryan era solo di interrogarlo con un po’ di privacy, ma Leo era stanco morto, aveva pur il diritto di sognare.

-Sembri stanco, cuoco. Perché sei tanto stanco?- cominciò il principe, guardandolo con occhi di ghiaccio.

-Ho dormito poco e niente, stanotte. Non mi aspettavo di svegliarmi all’alba- rispose Leo, trattenendo appena uno sbadiglio.

-Quando ti ho congedato era piuttosto presto, come hai passato la notte?- continuò ad indagare Daryan, sospettoso.

Leo non aveva assolutamente nulla da temere, aveva un alibi di ferro, dato che aveva passato tutto il tempo con le sue compagne di stanza.

-Lo spadaccino pazzo mi ha portato nella camerata, e ho fatto amicizia con Anna, Mary e Jane. Sto dormendo da loro…- cominciò Leo, ripercorrendo i suoi passi.

-…giusto, dovrei spostarti da qualche altra parte, non è conveniente farti dormire con delle giovani donne- osservò il principe, tra sé.

-A me non importa, sono simpatiche. Mary mi ha fasciato la ferita sulla schiena, e mi hanno chiesto consigli di cucina. Che carine. Poi è venuta Mildred a dirci di spegnere le luci, e prima abbiamo parlato di quanto è bella Lumai, e poi sono rimasto sveglio per qualche altra ora perché sono in ansia costante da quando sono finito qui- concluse il discorso Leo, senza problemi.

-Se sei di Lumai, qual è la divinità protettrice della tua città?- chiese il principe, osservandolo con più attenzione.

Era una domanda che chiunque in quel mondo avrebbe dovuto sapere, persino chi non era di Lumai.

Grazie al cielo Anna si era lasciata sfuggire l’informazione, altrimenti Leo sarebbe rimasto proprio fregato.

-Laasya, ovviamente- rispose con convinzione.

Grazie al cielo aveva un’ottima memoria per i nomi!

Il principe sembrò deluso.

-E per cosa è famoso il regno di Lumai?- chiese ancora.

Perché faceva le domande così ovvie?!

-La città della luce, con grande potere divino!- rispose Leo in tono sacrale.

Il principe sembrava ancora più deluso.

-Andiamo più sullo specifico, allora. In che quartiere vivevi?- si sporse leggermente verso di lui, come se cercasse di scrutare all’interno della sua anima.

-Il quartiere?- chiese Leo, cercando di prendere tempo per inventarsi una risposta o giocarsela bene.

Poteva dare delle coordinate, o forse era una domanda a trabocchetto? No, sicuramente c’erano quartieri, ma lui non aveva la più pallida idea di quali fossero i quartieri.

Per sua enorme, immensa e seriamente assurda fortuna, proprio in quel momento la porta si spalancò, e un tipetto esagitato, con due enormi occhiali tondi sul viso e i lunghi capelli castani legati in una coda, si affrettò verso la scrivania del principe con parecchi fogli in mano e l’aria urgente.

-Mio principe, che Jahlee vi protegga! Non ha idea di quante segnalazioni ci sono su una tratta di schiavi nel confine di Valkrest, è un campo minato! Ho subito programmato un perimetro di osservazione e dovremmo informare prontamente l’unità di recupero informazioni e il re! Se li dovessimo perdere un sacco di innocenti potrebbero venire venduti per lavorare nelle miniere! È terribile!- spiegò, mostrando varie mappe, e ignorando ogni tentativo del principe di fermare il suo sproloquio.

Leo fece finta di nulla, ma ascoltò e metabolizzò ogni singola parola. Cercando di non farsi vedere dal principe, diede anche un’occhiata alla mappa, che però mostrava solo i due regni di Jediah e Valkrest.

Che sfiga! Se solo avesse avuto accesso ad una mappa di Lumai. 

O a qualche informazione su Lumai.

O a una persona proveniente da Lumai…

-Che Laasya protegga te, Persian. Capisco la tua urgenza, ma non è il caso di parlare di queste informazioni con degli estranei- il principe interruppe finalmente il tipo occhialuto, e si affrettò a coprire la mappa, lanciando un’occhiataccia a Leo, che distolse lo sguardo e si fissò le scarpe. Gli avevano dato una divisa da maggiordomo, ed era mille volte più elegante di qualsiasi cosa lui avesse mai indossato.

Ma non gli era sfuggito il modo in cui il principe aveva salutato il nuovo venuto.

Laasya… la dea della luce, la dea di Lumai.

Quindi Persian era di Lumai!

E il suo biglietto per ottenere più informazioni sulla città. 

-Estranei…?- chiese Persian, sorpreso, guardandosi intorno.

Leo gli fece un sorrisino e un cenno di saluto, e l’uomo sobbalzò.

-Oh cielo! Non l’avevo proprio visto! Mi scusi, principe Daryan!- l’occhialuto si portò le mani sulla bocca, mortificato, e arrossì appena. Guardò Leo come se venisse dallo spazio.

-Cuoco, sei congedato, e porta il piatto con te- il principe fece scivolare il piatto ancora quasi completamente pieno verso Leo, che lo prese con una smorfia infastidita.

-Non ha mangiato praticamente niente- osservò, dispiaciuto. Era un gran peccato sprecare il cibo, che comunque era molto buono nonostante fosse leggermente secco. E poi per restare in salute non conveniva saltare i pasti.

-Se ci tieni tanto che venga consumato puoi finirlo tu- sbuffò il principe, incoraggiandolo ad andare via il prima possibile.

Leo era lì lì per osservare che il punto era che il principe doveva nutrirsi bene, ma si trattenne, perché un pasto gratis è un pasto gratis, e Leo aveva mangiato solo un po’ di farina d’avena per colazione, insieme alle altre cuoche.

-Con piacere, maestà!- esclamò quindi con gioia, divorando le uova mentre usciva dalla porta.

Riuscì ad afferrare un ultimo estratto di conversazione tra Persian e il principe.

-Quindi è lui lo schiavo di Lumai?-

-Non intrattenere nessun tipo di relazione con lui, Percy!- 

Che il principe avesse intuito il suo piano di utilizzare Persian per ottenere informazioni su Lumai? …probabilmente, dato che il principe sembrava intelligente e Leo era stato molto sospetto.

Ma non significava che si sarebbe arreso, anzi! 

In un modo o nell’altro avrebbe scoperto qualcosa sulla sua presunta città! E avrebbe risposto a tutte le domande del principe.

-Finalmente sei uscito! Ehi! Come osi mangiare gli avanzi del principe!- lo accolse Chevel, di umore più cattivo del solito, rimbrottandolo per la sua presunta poca etichetta.

-Il principe mi ha dato l’okay! Ne vuoi un po’ anche tu?- Leo alzò le spalle e offrì una forchettata verso il cavaliere, che si allontanò come se Leo gli stesse puntando contro una spada.

-Non si mangia il cibo del principe! È la base!- si lamentò, irritato.

Leo lo ignorò e finì il piatto.

-Sono l’assaggiatore, quindi sono scusato, giusto?- provò a giustificarsi, con un ghigno soddisfatto.

Chevel gli lanciò un’occhiataccia.

-Ti accompagno in cucina. La principessa si aspetta una ricca dose di dolci per l’ora del tè. Ti conviene iniziare a preparare già da ora- decise poi di lasciar perdere, probabilmente ben consapevole che non avrebbe potuto vincere, e precedette Leo lungo il corridoio.

-Farò una torta, dei biscotti e qualche muffin magari… il tipo che è entrato prima… chi è?- Leo avrebbe tanto voluto essere discreto nel chiedere informazioni, ma era troppo stanco per elaborare una qualche strategia. 

Anche se la ricca colazione gli aveva restituito un po’ di energie.

Chevel sbuffò.

-Gli avevo detto di non entrare!- borbottò tra sé. 

Leo intuì che tra i due non corresse buon sangue.

…intuizione palese visto che a Chevel sembrava stesse per uscire del fumo dalle orecchie.

-Ho notato che era molto esagitato- commentò, pensando alla sua agitazione nell’entrare.

-È Persian Lavoie, il bibliotecario e insegnante privato della principessa… perché tanto interessato?- dopo aver finalmente risposto alla domanda di Leo, Chevel ritornò sui suoi passi, e lanciò al ragazzo un’occhiata di profondo sospetto.

-Solo per dare un nome al volto! Se lavora con la principessa lo incontrerò spesso- Leo fece il finto tonto e iniziò a fischiettare, superando Chevel e cercando di arrivare in cucina prima che il cavaliere gli facesse altre domande.

L’informazione ricevuta, dopotutto, gli bastava per il momento.

Ed ora doveva concentrarsi sul preparare un banchetto per la principessa, nella speranza che lei lo incoraggiasse a restare o che prendesse il tè come pausa dalle lezioni.

Perché prima che il principe lo richiamasse nel suo studio, Leo doveva necessariamente parlare con Persian di Lumai! 

 

Quando quel pomeriggio Leo si diresse dalla principessa per portarle il tè e i dolci che aveva cucinato per ore, era più stanco di prima, ma anche determinato.

Perché non vedeva l’ora di far assaggiare alla principessa, la sua unica alleata lì dentro, i suoi manicaretti preparati con cura.

Parecchi biscotti di varie forme e disegni, due tipi diversi di muffin che avevano usato lo stesso impasto, di base, e una gigantesca torta alle fragole piena di panna e super morbida.

Dubitava che la principessa avrebbe mangiato tutto quanto da sola, ma voleva davvero offrirle il più possibile, anche se si era davvero sfinito per quanto aveva cucinato.

Così sfinito che non ci pensò neanche a bussare prima di entrare in biblioteca, dove gli era stato detto la principessa era solita prendere il tè.

-È arrivato Willy Wonka!- annunciò la sua presenza senza badare neanche per un istante a quello che diceva, ed entrando tranquillamente con il vassoio stracolmo di roba.

-Come scusi?- lo accolse una voce maschile estremamente offesa.

Una voce che chiaramente non apparteneva alla principessa.

Ed infatti Leo aveva interrotto quella che sembrava chiaramente una lezione tra la principessa e Persian di Lumai.

CHE FORTUNA!

-Oh, perdonate. Sono venuto a portare il tè pomeridiano- ritornò sui suoi passi sperando di fare una buona impressione.

-Sì! Finalmente! Quei dolci hanno un aspetto straordinario!- Opal si alzò di scatto, con occhi brillanti, e si avviò immediatamente verso Leo pronta a mangiare.

-Aspetti un momento, principessa! Dobbiamo finire la lezione, e l’assaggiatore deve assaggiare prima di offrire i suoi dolci- il tutore però la richiamò all’ordine in tono autoritario, squadrando Leo con sospetto.

Leo evitò di obiettare, perché doveva necessariamente portare Persian dalla sua parte, quindi si limitò a fare un sorrisino di scuse verso la principessa e trattenersi per restare zitto.

-Ma Percy! Io ho fame! Non possiamo riprendere dopo l’ora del tè?- la principessina si risedette, ma mise il broncio, e Leo valutò da che parte stare. Persian poteva dargli informazioni, ma la principessa era l’unica cosa che lo teneva lì, quindi era molto meglio tenersela molto buona.

-I biscotti sono ancora caldi. Meglio non farli raffreddare- provò a suggerire, indicando i dolci.

Solo dopo aver parlato si rese conto che la scelta migliore sarebbe stata rimanere in silenzio. Ma Leo non era fisicamente in grado di restare zitto a lungo.

Il sorriso della principessa si allargò.

-Appunto, Percy! Meglio non farli raffreddare!- si alzò nuovamente, pronta a mangiare.

-No, dobbiamo finire la lezione sulle divinità. E tu, esci e non ti immischiare- sebbene le parole di Persian erano autoritarie, le sue labbra tremavano appena. Era chiaro che non fosse molto avvezzo ad essere rigido e freddo. 

-Beh… potresti fare un flash quiz- provò a suggerire Leo, distrattamente, osservando discretamente la biblioteca e notando parecchi libri interessanti: “Mappe del mondo”, “La lunga e precisa storia dei sette regni” (c’erano sette volumi enormi), “Usi e costumi di… *inserire città*” (c’era un volume per ogni regno). Sembravano libri messi lì solo per farli leggere a lui e dargli una mano.

Certo, se fosse riuscito a leggerli senza farsi scoprire.

-Un… che?!- chiese Persian, osservandolo con estrema confusione, e sistemandosi gli occhiali sul volto.

-Cos’è un flash quiz?- si unì la principessa, piegando la testa ma apparendo interessata.

-Intendo tipo, non so, fare alcune domande di risposta rapida e se la principessa ne azzecca più della metà l’ora del tè è subito, sennò continua la lezione… tipo. È anche un ripasso, no?- forse Leo era troppo stanco per pensare con lucidità, ma gli sembrava una buona idea. E poi i biscotti si stavano davvero raffreddando, e la panna sulla torta si stava sciogliendo.

-Oh… beh…- Persian sembrava piacevolmente stupito, ma anche in difficoltà.

-Sì! Ottima idea! Ma sei anche un genio oltre che un gran cuoco! Sono pronta, Percy!- la principessa batté le mani, entusiasta.

-Okay, va bene. Sembra… sensato. Ma tu esci fuori!- Persian cedette alle richieste della principessa, ma ordinò a Leo di allontanarsi, per tenere fede alla promessa fatta al principe.

Leo però voleva ascoltare il flash quiz, nella speranza di ottenere nuove informazioni, quindi adocchiò il tavolo nel balcone fuori dalla biblioteca.

-Non è il caso che inizi ad apparecchiare per la principessa?- propose, indicandolo.

-Mi sembra più che giusto- Opal gli diede il via, e Persian non aveva abbastanza potere per obiettare.

Dopotutto usciva dalla stanza, ed era improbabile che riuscisse a sentire da lì fuori, giusto?

Aveva decisamente sottovalutato l’udito di Leo.

-Perfetto, allora io vado- il ragazzo iniziò a spingere il carretto, ma andò a sbattere contro uno scaffale, e fece cadere parecchi libri.

-Stai attento!- lo riprese Persian, avvicinandosi per constatare i danni.

-Perdonatemi, sono ancora nuovo qui e ho dormito poco, ma metto tutto a posto!- Leo, mortificato, iniziò a raccogliere i libri.

-Intanto iniziamo, Percy, non perdiamo tempo!- lo incoraggiò la principessa.

Persian esitò qualche istante, ma alla fine cedette, e cominciò il quiz.

-Okay, quali sono i sette dei? Nomi e caratteristiche principali- cominciò con una domanda semplice.

Leo finì di mettere in ordine, e cominciò ad avviarsi sul balcone, fingendo disinteresse per la situazione, ma in realtà con orecchie dritte pronte ad assimilare anche la più piccola informazione.

-Jahlee, il dio delle pietre preziose, del sottosuolo e il più figo di tutti! Poi c’è Veer, il dio del fuoco e del metallo. Laasya, la dea della luce e della preveggenza. Kalea, la dea dell’acqua, della natura subacquea. Uff, vorrei un sacco andare a Katrang…- la principessa iniziò a rispondere con estrema sicurezza. Era una miniera d’oro di informazioni.

-…poi c’è Flora, la dea dei fiori e della terra, Omish, il dio della morte e della notte, e infine Noella, la dea del ghiaccio, della neve, e protettrice del nord- concluse la risposta nel momento in cui Leo arrivò sul balcone.

Riusciva ancora a sentire tutto, anche se con meno chiarezza. Una cosa era certa, sembrava il trono di spade.

C’era anche la protettrice del nord. 

Anche se, onestamente, con il dio della morte e la dea della preveggenza, Leo non capiva come Jahlee potesse essere considerato il più figo di tutti.

Senza offesa per la divinità in questione.

-Diciamo che i punti principali li hai afferrati. Qual è la gerarchia del tempio?- continuò Persian, con una domanda un po’ più difficile nella convinzione che Leo fosse ormai fuori orecchio.

Per sembrare ancora più distratto, Leo iniziò a fischiettare un po’ tra sé.

Ma ascoltò ogni parola.

-Allora… divinità, eventuali semidei, poi gli alti sacerdoti, i praticanti anziani e i novellini- 

-Ah, hai dimenticato un ruolo- le fece notare Persian.

-Giusto! Ma i santi non ci sono praticamente mai, non valgono. Comunque sarebbero tra le divinità e i semideii- rispose prontamente la principessa.

-Terza domanda… cos’è una benedizione divina?- Persian continuò l’interrogatorio.

-È una benedizione che una divinità può assegnare ad un essere umano in caso si distingua per qualche motivo. Ma non può darle a chicchessia. Ci sono regole-

-Esattamente. Che tipo di benedizioni, come si riconoscono e quali regole?- continuò Persian, dimenticandosi completamente che Leo fosse poco fuori dalla portata di vista ma non di udito.

E onestamente Leo non poteva farci molto con quelle informazioni. Avrebbe preferito sapere qualcosa di più sul mondo, non sulle divinità.

E dubitava fortemente che una qualsiasi divinità potesse volergli dare una benedizione, visto quanto fosse un disastro ambulante.

Oltre ad essere un outsider in quel mondo, non dimentichiamocelo.

-Sono tantissimi tipi! Ci sono benedizioni di protezione, benedizioni che conferiscono abilità particolari, le più lievi possono durare in eterno, quelle più importanti, che salvano la vita o conferiscono poteri magici, hanno una durata limitata o un numero massimo di usi, che di solito è il magico numero sette. La benedizione si può riconoscere su qualcuno solo quando è in uso, perché emette un’aura del colore della divinità. E… nel caso di un’abilità, i suoi occhi diventano del colore della divinità che ha dato la benedizione!- spiegò la principessa, con sicurezza.

-Vedo che siete davvero preparata. Okay, l’ultima domanda: come si può contattare una divinità?- Persian si arrese all’evidenza che la principessa avrebbe interrotto la lezione in anticipo, e fece una domanda piuttosto semplice.

-Si possono contattare solo al tempio, tramite gli alti sacerdoti o i semidei. Possono palesarsi corporalmente solo durante la luna piena, ma non lo fanno praticamente mai, e non possono agire direttamente negli affari degli umani, ma ci offrono la loro saggezza con decreti e suggerimenti, sporadicamente- rispose Opal, un po’ incerta.

-Questo capitolo richiede una revisione, ma fondamentalmente hai risposto bene. Puoi uscire in terrazza per l’ora del tè- Persian sospirò e chiuse rumorosamente il libro, prima di congedare la principessa.

Leo sentì la sedia spostarsi, e si affrettò a mettersi sull’attenti, pronto ad accoglierla.

Era tutto perfettamente preparato.

-Percy, vieni anche tu!- la principessa incoraggiò il tutor a seguirla, ma lui sembrava reticente.

-No, principessa, non voglio disturbarla, devo riorganizzare alcuni documenti- provò a dissuaderla, ma Opal otteneva sempre quello che voleva.

-Mi lasci da sola con il cuoco che potrebbe essere una spia?- chiese, innocentemente.

Leo sentì un lungo silenzio, poi Opal uscì sul balcone trascinando un riluttante ma ormai convinto Persian, che lanciò a Leo un’occhiataccia, giusto per fargli capire, nel caso non avesse già afferrato il concetto, che non si fidava di lui.

Leo aveva completamente afferrato il concetto, ma gli sorrise amichevolmente.

-Oh, avete finito? Com’è andata?- chiese, fingendo di non aver sentito niente, e spostando la sedia alla principessa per farla accomodare, come un vero gentiluomo.

Lei si sedette soddisfatta, e fece cenno a Persian di prendere posto davanti a lei.

Sospirando, il bibliotecario eseguì, e osservò i dolci elegantemente posizionati come se fossero piccole bombe pronte ad esplodere.

-Mettiamo da parte i convenevoli e iniziamo il pasto! È tutto troppo invitante!- la principessa sollevò una mano per prendere un biscotto, ma Persian la interruppe.

-Un momento, prima il cuoco dovrebbe assaggiare- incoraggiò Leo ad essere il primo a favorire.

Leo aveva assaggiato mentre cucinava, ma non disdegnava un bis.

-Certo! Principessa, decida lei cosa vuole farmi assaggiare- indicò i vari dolci, per dimostrare che chiaramente non aveva niente da temere.

Opal osservò attentamente, poi selezionò il biscotto più grande, il muffin più invitante, e il pezzo di torta più ricco di panna e fragole.

-I pezzi migliori per il miglior cuoco. Sperando che resti a lungo qui a corte!- la principessa gli porse i dolci con un sorriso brillante, come una gemma.

E il primissimo pensiero di Leo fu che era davvero gentile, amabile, e altruista.

Il suo secondo pensiero, forse più cinico ma anche più realista in quella situazione, fu che era anche estremamente furba.

Perché cedendo i pezzi migliori non solo se lo stava ingraziando (e aveva successo nel farlo), ma era anche più probabile che se Leo avesse avvelenato qualcosa, avrebbe avvelenato proprio i pezzi migliori, nella convinzione che la ragazza li avrebbe tenuti per sé.

…o forse si stava solo facendo delle paranoie, cosa molto probabile.

Leo comunque non aveva assolutamente nulla da temere, e li mangiò con attenzione e gusto, dopo aver ringraziato mille volte la principessa.

-Non ho mai visto questo tipo di tortino… sembra davvero morbido- commentò Persian, osservando i muffin, con curiosità.

-Assaggia pure! È un peccato non condividere cibo così buono! Mmmmm, questi biscotti sono deliziosi!- la principessa, appurato di non essere in pericolo, iniziò a mangiare con gusto, e a ogni boccone sembrava illuminarsi.

-Non lo so, è scortese mangiare lo stesso cibo vostro, principessa- provò ad obiettare Persian, parecchio a disagio.

Chissà perché in quel mondo erano tutti così fissati col non mangiare il cibo reale. Era cibo, ce n’era tanto, non è che fosse così particolare, o benedetto, o altro.

Anzi, condividere un pasto era un bel modo per godersi la compagnia reciproca, e parlare. E comunque Persian e Opal sembravano in buoni rapporti, e il primo non era un servo qualunque. Si notava dal modo in cui provava ad obiettare. Quindi perché fare tanto i conservatori?!

Mah, Leo avrebbe sempre e per sempre mangiato tutto quello che gli avrebbero offerto.

Il cibo gratis non si rifiuta mai!

-Sciocchezze! Te lo sto offrendo io! Anzi! Devo troppo chiamare anche Dary! Scommetto che adorerebbe questi biscotti! Aspettatemi qui, torno subito- prima che chiunque potesse obiettare (e Persian e Leo volevano entrambi obiettare parecchio), la principessa si alzò in piedi, e sollevando appena il lungo vestito viola, corse fuori dal balcone e poi via dalla biblioteca, per andare a chiamare il fratello.

-Principessa!- provò a richiamarla Persian, ma era già troppo tardi.

Sospirò, e si risedette, sconsolato.

Prese distrattamente un muffin.

E poi lo lasciò immediatamente andare ricordandosi che Leo era ancora lì, e lo stava osservando in mancanza di altro da fare.

I loro sguardi si incrociarono, Leo sorrise amichevole, e Persian arrossì di botto, e si alzò immediatamente, imbarazzato.

-Dovrei andare a sistemare alcune carte!- esclamò in tono acuto, provando a fuggire dalla situazione.

-La principessa però le ha chiesto di aspettare. Sarebbe scortese non farsi trovare qui una volta ritornata- gli fece notare Leo, che stava cercando un modo di introdurre l’argomento Lumai senza risultare sospetto, ora che finalmente erano soli.

-Uh… beh… sì, ma… uff…- senza molte obiezioni, Persian si risedette, ma fece di tutto per evitare lo sguardo di Leo, che alla fine, non reggendo il silenzio imbarazzante, ovviamente parlò a sproposito.

-Allora… anche lei di Lumai?- chiese, per fare conversazione e introducendo l’argomento nella maniera meno discreta del mondo.

Persian sobbalzò, e lo guardò insospettito.

-E tu come lo sai?- chiese, preoccupato.

Effettivamente non era mai stato detto esplicitamente.

Leo poteva dire di averlo scoperto dai saluti che si era scambiato col principe, e non ci sarebbe stato niente di male, ma doveva apparire innocuo, e innocuo, in quel mondo di complotti e sospetti tipo il trono di spade, significava stupido e per niente percettivo.

-Oh, beh, me lo ha detto Chevel- mentì, un po’ imbarazzato.

-Tsk, Chevel, dovevo immaginarlo… fa tanto il silenzioso ma quando si tratta di dire i fatti miei è in prima linea! Che altro ha detto di me?!- triggerato dalla menzione del cavaliere, Persian iniziò a parlare senza nessun filtro.

Leo si segnò mentalmente di passare sottobanco qualcosa da mangiare a Chevel per ringraziarlo dell’aiuto inconscio. La rivalità tra i due poteva davvero aiutarlo.

-Niente di che, non si preoccupi. Solo che è di Lumai, e che voleva fermarla stamattina. Oh, e che è il bibliotecario- spiegò Leo, questa volta dicendo la pura e semplice verità.

Beh, tranne che Persian era di Lumai, perché Chevel non l’aveva detto, ma dettagli.

-Lui è sempre protettivo verso il principe Daryan, che ne potevo sapere che c’era un estraneo sospetto in colloquio con lui. È normale che abbia ignorato i suoi tentativi di fermarmi, era una questione urgente!- Persian cercò di giustificarsi, irritato. Poi si rese conto di aver appena dato al suo interlocutore dell’estraneo sospetto, e arrossì.

-Senza offesa! Non che io la consideri sospetto, intendevo solo…- provò a giustificarsi, ma Leo scosse la testa.

-Oh, no, capisco di essere estraneo e sospetto, ma la verità è che voglio solo cucinare bei piatti, rendermi utile, e tirare su un po’ di soldi per la mia famiglia. Sa, sono del quartiere di Estovani, la siccità ha davvero reso dure le nostre vite- affermò, melodrammatico, in tono confidenziale.

Persian si portò una mano alla bocca, scioccato.

-Oh cieli! Mi dispiace tanto! La siccità di Estovani è stata un duro colpo per il regno. Non vi siete trasferiti più a ovest?- chiese, preoccupato.

-Ci abbiamo provato, ma i soldi erano pochi, e tutti provavano a trasferirsi, così abbiamo pensato che fosse più sicuro continuare a stare lì. Ma è stata dura. Per questo spero davvero di riuscire a stabilirmi qui, e magari portare qui il resto della mia famiglia, quando la situazione si sarà sistemata per il meglio- spiegò, speranzoso, come se stesse parlando a un vecchio amico.

Tutti voi probabilmente vi starete chiedendo come mai all’improvviso Leo sia così sicuro e ferrato sulla lore di Lumai, e per darvi una risposta soddisfacente credo sia opportuno fare un passo indietro.

Perché quando Leo si stava dirigendo sul balcone per preparare la tavola, non era stato affatto un errore andare a sbattere contro uno scaffale e far cadere tutti i libri.

Oh, no, affatto!

Ne aveva approfittato per prendere il volume più recente e interessante della storia di Lumai, e mentre Persian interrogava la principessa, Leo aveva approfittato di essere fuori dalla portata di vista per leggere un po’ e farsi una cultura. 

Aveva scoperto il nome dei quartieri, e della siccità, ed erano libri estremamente aggiornati, perché a quanto pareva molte delle informazioni venivano dalla dea della preveggenza in persona.

-Che Laasya lo renda possibile- gli augurò Persian, in tono di partecipazione.

-Lo spero. Purtroppo non ho ben afferrato le enunciazioni del tempio, e non saper leggere non aiuta- Leo sospirò, e si costruì un altro po’ di storia intorno.

Dopotutto un poveretto non avrebbe saputo leggere, realisticamente. E poteva farla franca per un sacco di cose dicendo fin da subito di non possedere questa abilità.

Cavolo, se un giorno le sue bugie fossero venute fuori, sarebbe rimasto davvero fregato, perché obiettivamente, visto da fuori, sembrava davvero una spia venuta da un regno ostile per avvelenare la famiglia reale o ottenere informazioni.

Ma ehi, si sopravvive come si riesce, e Leo non riesce, è inesperto! 

Non è OP come quasi tutti i protagonisti degli isekai.

Però è abile con la lingua… nel senso che è bravo a parlare.

-Beh, la siccità dovrebbe durare ancora alcuni anni, dovrebbe essere scritto il tempo preciso nella guida aggiornata di Lumai. Se aspetti un secondo lo vado a cercare- si propose Persian, che nella chiacchierata aveva abbandonato del tutto i modi ostili, e aveva iniziato a giocherellare con il muffin che ancora temeva di mangiare.

Leo cercò di non sembrare allarmato, dato che se Persian avesse cercato quel libro ci avrebbe messo poco a rendersi conto che era nascosto nel carrello del cibo, e avrebbe senz’altro fatto due più due dato che sembrava un po’ ingenuo ma intelligente.

Finse invece di essere onorato dall’interessamento, ma intanto cercò una scusa per impedirgli di cercare proprio in quel momento.

-Wow, sarebbe fantastico sentire le previsioni della dea…- ammise, piegando il capo in segno di rispetto -…ma non vorrei mai scomodarla per me. Perché non si gode prima l’ora del tè. Di muffin ne ho fatti parecchi- lo incoraggiò ad assaggiare il tortino che stava adocchiando fin da prima.

-Beh, suppongo che se la principessa ha insistito io possa permettermi…- ora che il loro rapporto era arrivato al livello successivo (o almeno sarebbe stato così se Leo fosse finito in un videogioco, ma è finito in un libro quindi resta una metafora), Persian sembrava meno restio ad assaggiare, e si convinse a dare il primo morso.

E i suoi occhi si illuminarono, come se avesse avuto una benedizione divina.

Che Leo avesse dei poteri magici?

Nah, era solo talento, modestamente.

-È di suo gradimento?- chiese, speranzoso ma già sotto sotto consapevole che la risposta sarebbe stata positiva, eh eh.

-È… ammirevole. Dove ha imparato a cucinare così? Ha un gusto estremamente raffinato. Non credo di aver mai mangiato niente di simile!- si complimentò Persian, guardando Leo con altri occhi.

Solo che aveva sollevato una domanda un po’ difficile.

Perché in effetti, se era un poveraccio che non sapeva leggere, come aveva imparato tutte quelle ricette elaborate?

-Beh…- Leo cominciò a rispondere con la solita storia dell’orfano che aveva imparato a cucinare per sfamare i sei fratelli, nella speranza che facendogli pena non avrebbe insistito su eventuali dettagli, ma venne tratto in salvo dal ritorno della principessa che trascinava un molto riluttante principe Daryan.

-Devi troppo assaggiare i biscotti! Sono i migliori del mondo!- stava dicendo la principessa.

Sia Leo che Persian si misero sull’attenti, allarmati dall’arrivo del principe per motivi molto simili.

E probabilmente lo sguardo colpevole era evidente nei loro occhi, perché l’uomo li guardò con sopracciglia inarcate.

-Cosa ci fate voi due insieme? Persian, ti avevo detto di…- non concluse la frase, ma il sottinteso era ovvio “Non dovevi interagire con il cuoco”.

Leo finse ignoranza, e guardò il principe confuso.

Persian divenne rosso come un peperone.

-Non ho detto nulla! Non ho rivelato alcuna informazione- si giustificò, in tono acuto.

-Confesso, vostra maestà, che sono stato io ad incominciare la conversazione. Sono venuto a conoscenza che il messere era un compaesano, e non mi sono trattenuto dal condividere sciocchi dettagli sulla mia vecchia vita. Mi scuso se mi era impedito- Leo tirò fuori il suo vocabolario più forbito.

Daryan non sembrava affatto convinto.

-Lasciamo stare. Hai assaggiato tutto prima di darlo a mia sorella?- chiese, cambiando argomento e osservando i vari dolci.

-Sì! Ho scelto personalmente cosa fargli assaggiare! Ora siediti e assaggia un biscotto! Forse potrebbero diventare il tuo cibo preferito!- lo incoraggiò Opal, sedendosi e cominciando a mangiare la torta, per lasciare più biscotti al fratello.

Daryan osservò le varie forme con poca convinzione, poi prese quella meno appetitosa, e la portò alla bocca.

Per qualche motivo, Leo era davvero ansioso di sapere la sua opinione, ma il principe non gli diede alcuna soddisfazione.

Per un attimo sembrò senza parole, quasi ammirato, ma durò pochi istanti, perché tornò presto impassibile, e alzò le spalle.

-Non mi sembra niente di speciale- alzò le spalle.

Leo strinse i denti, cercando di non obiettare, e accettando la critica.

-Sei un gran bugiardo, ma vabbè. Assaggia anche il resto!- lo incoraggiò sua sorella, non credendogli neanche un istante.

-Se permette, vostra maestà, questi tortini sono davvero deliziosi- gli consigliò Persian, che senza esitazioni aveva già preso un altro muffin, del secondo tipo.

Daryan alzò gli occhi al cielo, ma non commentò, e assaggiò.

Leo rimase in un angolo mentre i tre mangiavano tranquillamente, e compì egregiamente il suo ruolo di maggiordomo, cercando di essere il più invisibile e corretto possibile.

Ma non gli sfuggì che, a scapito delle sue parole, il principe aveva preso ben cinque biscotti, e aveva quasi sorriso, mangiando l’ultimo.

Mano a mano iniziava a fare breccia nelle mura del castello… e dei suoi abitanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ci ho messo un po’ di più perché dovevo scrivere altre storie, ma eccolo qui!

E con questo capitolo si conclude l’introduzione. Infatti questo è stato un po’ uno spiegone, e il primo giorno di lavoro di Leo.

Dal prossimo iniziano le disavventure vere e proprie, anche se bisogna ancora assestare un po’ la situazione.

Diciamo che dopo il prossimo capitolo l’introduzione sarà completa al 100%, perché c’è ancora una cosa che voglio dire, e non potevo farlo in questo capitolo.

Ma spoiler a parte, spero che per ora il worldbuilding e i personaggi vi stiano piacendo. Devo ammettere che per i regni, e gli dei e i poteri ho preso una vecchia storia che stavo scrivendo e che forse un giorno scriverò davvero, quindi non li ho inventati in pochi giorni, ma ci lavoravo già da un po’. 

Però il resto della trama, e alcuni punti, tipo benedizioni e altro, sono solo per questa storia.

Tenete a mente le informazioni ;)

Grazie a chi legge la storia, spero ti piaccia e continuerà a piacerti :D

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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