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Autore: Rora Yoru    18/05/2021    1 recensioni
Salve a tutt*! Avevo già pubblicato parte di questa storia su un vecchio profilo in disuso da tantissimo tempo e ho deciso di recuperarla. Spero vi piaccia!
(Dal momento che non sono brava con le introduzioni lascio qualche estratto ^^)
Dal capitolo 3: "Ma improvvisamente ti rendi conto che è Fred che stai cercando, e non perché hai riconosciuto George in sala comune, ma più che altro perché speri sia Fred ad accorgersi di te, a sapere che tu ci tieni a lui, ad avvicinarsi a te solo un po’ di più."
Dal capitolo 5: "Il gioco è diventato subito chiaro: tu mi parlavi, io chiedevo e tu ti presentavi ogni volta, senza mai stancarti. E non c’è stata una volta in cui mi hai detto di essere George."
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 9

Ti svegli molto prima del suono della sveglia.
Oggi è esattamente il due giugno ed è da esattamente un mese che sogni tutte le notti i suoi sorrisi, la sua risata e l’esplosione che se li porta via. Prendi il tuo libro dal comodino e inizi a leggere qualche pagina, prima di iniziare a prepararti; indosserai un abito nero a maniche corte e dei sandali dello stesso colore, con un accenno di tacco.
Alla fine della battaglia di Hogwarts la signora Weasley ti aveva chiesto di andare a vivere alla Tana con loro, ma sarebbe stato troppo doloroso e così hai preferito tornare a stare dai tuoi.
Il suono della sveglia ti riscuote dai tuoi pensieri e ti invoglia ad aprire le finestre e far entrare la luce in camera. Il tipico crack di una materializzazione ti fa sussultare e voltare verso il centro della stanza.
Per un momento le gambe ti tremano, i suoi capelli e quel viso sono così simili.
George Weasley ti osserva e ti rivolge un sorriso stanco e tirato solo per dimostrarti una qualche forma di cortesia.
«Dovresti dormire di più» ti dice, buttandosi sul tuo letto e chiudendo gli occhi.
«L’hai detto a me o a te stesso?» gli chiedi, sorridendo anche tu.
Lui si gira su un fianco, mostrandoti solo la sua schiena ed i capelli ormai più lunghi e poco curati «Vai a prepararti, io ti aspetto qui…e chi si muove?»
Sospiri, dirigendoti in bagno con il vestito sotto braccio. George somiglia sempre di più ad un poveraccio, solo al negozio tenta di darsi un contegno. Le poche volte che sei andata a trovarlo lì, l’hai visto spesso lanciare occhiate alla cassa vuota, sorridere ai clienti, ma senza mai ritrovare quella sua allegria.
Anche tu non sei più la stessa, nascondi la stanchezza con il trucco, esci poco e parli ancora meno. La tua esistenza è come vuota e non vedi l’ora che quest’incubo finisca.
Per nessuno la quotidianità è diventata abitudine.
George bussa alla tua porta, chiedendo: «Sei pronta, Granger? Lascia perdere quella massa informe che ti ritrovi al posto dei capelli o faremo tardi!»
Sorridi, constatando che alcune cose resteranno sempre le stesse.
Esci ed afferri il braccio di George, annuendo verso di lui per fargli capire che sei pronta.
Vi materializzate al cimitero subito dopo e quasi immediatamente individuate la folla di teste rosse che si stringono intorno ad una lapide. C’è anche Harry, che più in là guarda verso il cielo come a pretendere una risposta al perché di tutto quel dolore.
Ti pizzicano gli occhi, mentre continui a stringere il braccio di George, nonostante non ce ne sia più il bisogno. Lui capisce e ti lascia fare, con lo sguardo puntato su una lontana chiesetta colorata.
Man mano che ti avvicini riesci perfettamente a distinguere Ginny piangere e posare delicatamente dei fiori sulla pietra candida, Molly sostenersi con il braccio di Arthur e nascondere il viso in un fazzoletto, Ron leggere le altre iscrizioni e torturarsi le dita.
«E gli altri?» domandi a George con una punta di fastidio.
«Non te la prendere» ti rimprovera bonariamente il rosso «Bill deve badare alla nuova casa e a Fleur, Percy sta uscendo con quella ragazza carina, Audrey, e Charlie è tornato in Romania.»
Quando siete abbastanza vicini, Ginny ti corre incontro e ti abbraccia, la signora Weasley ti guarda compassionevole e allora le lacrime che avevi così arduamente trattenuto iniziano il loro corso sulle tue guance.
George dietro di te tira su col naso e si volta per non farsi vedere in viso. Gli hai promesso che sareste rimasti lì solo pochi minuti e manterrai la tua parola. Questo posto è così deprimente che non vedi l’ora di andartene.
Sospiri, Ginny ti fa un cenno di assenso con la testa come una sorta di permesso. Passi ancora una mano sulle parole incise sulla pietra e vai a riprendere il braccio di George.
Improvvisamente siete dinnanzi il grande edificio bianco che ormai conosci a memoria.
«È carino quello che hanno scritto sulla lapide» commenti mentre entrate, asciugandoti il trucco colato via.
George fa spallucce.
 «Ninfadora Tonks e Remus Lupin, vissuti e morti insieme, le loro anime veglieranno sempre su tutti coloro li hanno amati e sul frutto del loro amore. Una frase come tante altre.»
Sbuffi appena, ma finalmente raggiungete la stanza grigia e triste che frequentate ormai ogni giorno.
«È un ospedale, per Merlino! Colorarlo un po’ non fa male a nessuno» si lamenta George come ogni volta, ricordandoti la signora Weasley, che ogni anno ripeteva che alla stazione ci fossero sempre troppi babbani.
Fred non si è ancora svegliato, gli fai una piccola carezza sulla guancia mentre con la magia riempi d’acqua un vaso di fiori.
«Angelina?» chiedi a George senza distogliere lo sguardo da Fred.
«È andata anche lei al cimitero per la commemorazione. Ci incontriamo tra un’ora al negozio» ti risponde lui, guardando fuori dalla finestra.
E così dopo un’ora rimani sola. Ti manca la presenza di qualcuno di sveglio oltre te nella stanza, anche se tu e George non vi siete più scambiati una parola.
Un rumore ti fa voltare verso il corridoio e ti induce ad alzarti ed andare a controllare. Con sollievo ti accorgi che era solo un guaritore che aveva fatto cadere delle pozioni.
«Già te ne vai?»
Ti fermi, rimanendo in apnea. Sai che è la sua voce, ma qualcosa ti induce a non crederci, a non illuderti.
«George, sai che questi scherzi non…» ma le parole non ne vogliono più sapere di uscire. Ti sei voltata, Fred ha gli occhi socchiusi e già le sue labbra sono distese in un sorriso.
«Dottore!» gridi, mentre con lo sguardo continui a fissare il tuo amore, temendo di poterlo perdere ancora.
Fred emette qualche verso di lamento, poi mormora: «Fregatene dei guaritori…vieni qui.»
Un po’ titubante ti avvicini a lui, che si mette seduto, facendo qualche smorfia per i muscoli intorpiditi. Per prima cosa gli poggi una mano sulla guancia e ti accorgi di quanto quel momento sia reale.
L’hai sognato così tante volte che aspetti ancora prima di poterti illudere.
Trattieni il respiro, mentre fai scendere anche l’altra mano sulla seconda guancia. Lui alza gli occhi al cielo, poi ti prende anche lui il viso e ti bacia. La gioia ti esplode in petto e continui a ripeterti che è lì veramente, che questa volta lo senti sul serio.
«Che giorno è?» ti domanda una volta che vi siete staccati «Abbiamo vinto la guerra?»
Tu annuisci, mentre con gli occhi pieni di lacrime ti getti tra le sue braccia. Ci sarà tempo per rispondere a tutte le sue domande. Sì, da adesso ci sarà sempre il tempo.


NdA: ok sono stata cattiva, ma mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo devo dire ahahah. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo di questa storia e spero possa piacervi, intanto grazie mille a tutti quelli che hanno letto fin qui!

 
   
 
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