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Autore: LorasWeasley    22/05/2021    2 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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27. ...e Kuro e Iwaizumi dimostrarono il loro amore

Mentre si avviavano in spiaggia Hinata aveva il broncio e, ovviamente, si stava lamentando con Kageyama.
-Ora per colpa tua non giocherò neanche una partita oggi! Si saranno già tutti prenotati per i due contro due!
Kageyama grugnì –Non solo sei un idiota, ma mi incolpi pure quando qui l’unica vittima sono io!
Il problema di Hinata era che, scendendo in spiaggia per le sei passate, sapeva che tutti gli altri avevano già montato le reti e si erano prenotati per le varie partite.
Avevano fatto così tardi perché quella notte Mr. Fat non solo aveva iniziato a russare più forte del normale, ma aveva anche deciso che avrebbe dormito sul letto insieme al suo padrone.
Quindi Kageyama, oltre a essere stato buttato fuori dal suo letto, non aveva proprio chiuso occhio per tutto quel rumore alla quale il suo ragazzo sembrava essere abituato.
Si era perciò immancabilmente addormentato dopo pranzo per svegliarsi ore dopo e Hinata era rimasto bloccato con lui sul divano.
Quello che infastidiva ancora di più Hinata mentre camminavano era Mr. Fat, nonostante adorasse il suo enorme cane il suo non aver mai corso in vita sua non era di certo utile in una situazione del genere.
Al contrario delle aspettative quando arrivarono in spiaggia, dopo aver lasciato come al solito Mr. Fat a Yachi sul retro del bar, subito Goshiki corse verso di loro con un sorriso felice –Hinata finalmente! Ci serve una quarta persona per la partita! Giochi con noi?
Il rosso si illuminò annuendo tutto felice, il suo sorriso vacillò quando Kageyama lo colpì con violenza in uno schiaffo dietro la nuca –Questo per tutti i lamenti inutili che ho dovuto sopportare lungo la strada!
Hinata aveva già preso fiato per urlargli contro di rimando, ma Goshiki gli fece presente che se non volevano perdere il posto per la partita dovevano andare subito.
Lasciato solo il corvino venne raggiunto da Tanaka e Noya, i due ragazzi avevano un sorrisetto malizioso in volto –Allora…- stava dicendo il più basso –Da quelle occhiaie posso presumere che vi siate divertiti stanotte.
Kageyama lanciò loro uno sguardo di fuoco –Magari!
Suga intervenne prima che Tanaka riuscisse a dire altro, colpendo entrambi i ragazzi che abitavano insieme a lui –Ma quanti anni avete? Sei?
Noya e Tanaka si allontanarono in fretta massaggiandosi la parte lesa.
Suga poté solo sospirare mentre si passava una mano sul volto.
Kageyama lo distrasse dai suoi pensieri mentre domandava –Come mai siamo così pochi questo pomeriggio?
Il corvino infatti si stava guardando intorno notando che erano quasi dimezzati tutti quelli che di solito giocavano a pallavolo per quell’orario, tanto che la proposta di Goshiki a Hinata aveva preso entrambi alla sprovvista, erano sempre così tanti che non c’erano mai dei posti liberi.
Suga alzò le spalle –Con Tanaka e Noya abbiamo mangiato in panineria a pranzo e abbiamo visto Bokuto e Akaashi in macchina che uscivano dalle sbarre, probabilmente sono ancora fuori. Yamamoto invece ci stava raccontando che Kuro e Kenma hanno litigato, per questo non stanno neanche loro. Dei gemelli Miya è sceso poco prima solo Osamu, ma si è incontrato con un ragazzo e sono andati via dalla spiaggia. Makki e Mattsun sembra si stiano occupando di un problema di Oikawa e Iwaizumi e… bé, ecco perché non sta nessuno.
 
Hinata stava giocando la sua seconda partita, era in coppia con Kageyama contro Tanaka e Noya e il rosso aveva appena fatto punto con una veloce. Aveva battuto il cinque al suo ragazzo con un salto per poi recuperare la palla pronto a battere, venne però distratto dalla voce di Kuro che chiamò il suo nome.
Il nuovo arrivato invase il campo e interruppe la partita senza neanche chiedere scusa. Hinata stava per lamentarsi con lui, quando vide l’angoscia nel suo sguardo e tutte le sue parole gli morirono in gola.
Kuro arrivò subito dritto al punto –Dov’è Kenma?
Hinata corrugò la fronte –Dovrei saperlo?- chiese poi incerto.
Kuro lo afferrò per le spalle scuotendolo –Senti. Lo so che lo stai nascondendo, ma ho bisogno di parlargli, per favore.
Hinata capì subito –Avete litigato?
Kuro a quel punto gli lanciò uno sguardo infastidito –Smettila di far finta di non sapere nulla!
A quel punto si infuriò anche Hinata, lasciò andare la palla e gli batté entrambe le mani libere sul petto per spingerlo –Hai litigato con Kenma e non sai neanche dove si trova!?- lo accusò a voce alta –Da quanto tempo non lo vedi!?
Kuro si rese conto della gravità della situazione. Se non era andato da Hinata, né da i suoi ex compagni del Nekoma, da chi altri sarebbe potuto andare?
 
Nel frattempo Kenma continuava a stare a casa dei Miya.
I tre ragazzi avevano collegato la vecchia wii con Mario Kart e si stavano sfidando nelle diverse corse. Ovviamente Kenma li stava stracciando in tutte.
Nel bel mezzo di una sfida in particolare Atsumu mise pausa, lasciò andare il telecomando e corse via urlando –Riunione di condominio! Riunione di condominio!
Sakusa sbuffò e Kenma lo fissò confuso, così il corvino si sentì in dovere di spiegare –Deve fare cacca.
-Ah… okay- lasciò andare anche lui il telecomando immaginando che il biondo ci avrebbe messo tanto.
Rimasero in silenzio solo per qualche secondo prima che Sakusa dicesse –Anche io litigo spesso con Atsumu, certe volte sono proprio delle teste di cazzo.
Kenma fece una smorfia abbassando lo sguardo, si prese qualche secondo prima di dare una vera risposta verbale sottoforma di domanda –Per cosa litigate?
-Per tutto. Davvero, ogni argomento è buono per discutere.
Kenma annuì lentamente, un pensiero che continuava a vorticargli nel cervello prima di renderlo vere e proprie parole –Atsumu ti ha mai… criticato per la tua fobia dei germi?
Sakusa lo scrutò, leggendo in lui tutto quello che non aveva detto a parole.
Non rispose a quella domanda perché avrebbe solo peggiorato la situazione, ma si intromise dando un parere personale. Probabilmente faceva male a farlo, era comunque una discussione di due persone che neanche conosceva, ma sentiva di dovergli fare capire il proprio punto di vista.
-Qualsiasi critica abbia fatto Kuro, sono sicuro che l’abbia detta solo per la foga del momento.
Kenma strinse le labbra –Non puoi saperlo.
-Kenma- il tono di Sakusa si era fatto più serio del normale –Non conosco Kuro, ma appunto perché non lo conosco mi rendo conto da persona esterna quanto sia attaccato a te. È stato evidente fin da subito quando Atsumu vi è venuto a rompere le palle il primo giorno del torneo, lo è diventato ancora di più dal modo in cui ti guardava mentre giocavi o dalla sua preoccupazione quando sei quasi svenuto. E una persona che ti ama in quel modo… non può non amare anche i tuoi difetti.
Gli occhi di Kenma si erano fatti nuovamente lucidi.
Sakusa concluse –Quindi, qualsiasi sia stato il problema, sono sicuro che si sistemerà.
Il biondo poté solo annuire alle sue parole, mentre si portava una mano al viso per asciugare gli occhi umidi.
Atsumu tornò dal bagno chiedendo –Di che parlate?
Sakusa rispose tranquillamente –Di quanto tu sia idiota, solite cose insomma.
Atsumu mise il broncio, poi rispose a tono mentre riprendeva il joystick in mano –Allora vorrà dire che verrai battuto da un idiota.
Inutile aggiungere che alla fine della corsa Atsumu arrivò l’ultimo tra i tre.
 
Erano quasi le nove di sera quando Hinata e Kageyama tornarono dal mare.
Il rosso aveva un telo drappeggiato sulle spalle e il suo corpo era ancora bagnato per la doccia fatta poco prima di andarsene, Kageyama stava portando la loro sacca mentre Hinata aveva Mr. Fat al guinzaglio.
Hinata si stava ancora lamentando di Kuro. Non sapeva ancora per cosa avessero discusso, ma essendo il migliore amico di Kenma per lui era logico che il biondo avesse ragione.
Inizialmente si era preoccupato quando Kuro aveva detto di non sapere dove fosse Kenma, poi ricordò che non solo il suo amico era più che maggiorenne, e quindi potesse andare in giro anche da solo, ma che quando era abbastanza turbato il ragazzo voleva solo stare solo e lontano dalla persona che l’aveva fatto infuriare.
Erano quasi a metà strada quando incontrarono Atsumu che sembrava stesse girando per le vie senza uno scopo ben preciso. Quando li vide si illuminò e gli corse incontro –Ehy Hinata!- lo chiamò –Hai il numero di Kuro?
Hinata corrugò lo fronte –Sì… Ma a che ti serve? Non credo che adesso ti darà molto conto, sta cercando Kenma e…
Atsumu lo interruppe –Appunto per questo voglio avvertirlo: Kenma è da noi da dopo pranzo, adesso si è addormentato e pensavo fosse giusto chiamarlo così che lo veniva a prendere. Avrei preso il suo numero dal telefono di Kenma ma non sapevo sbloccarlo.
Hinata, sempre più sconvolto, si limitò a passargli il numero di telefono che l’altro cercava.
Atsumu ringraziò e andò via.
Kageyama riprese a percorrere la strada e Hinata lo rincorse dopo qualche secondo commentando –Questa giornata mi ha confuso parecchio. Sono successe così tante cose… strane.
Kageyama lo fissò di sottecchi prima di domandare –Vuoi fare l’attivo stasera?
Quella fu la cosa che mandò completamente in tilt Hinata, i suoi occhi spalancati così come la mascella, si era bloccato sul posto mentre urlava –EH!?
Kageyama rise –Sto scherzando, ti stavo solo prendendo in giro.
-Ormai non puoi tornare indietro!
-Non esiste!
E se solo fossero stati un po' più intelligenti si sarebbero resi conto di non dover urlare una conversazione del genere in una strada piena di case.
 
-Quindi che pizza vuoi?- domandò Makki a un Oikawa steso sul divano come se fosse morto.
-La solita- rispose annoiato, i suoi occhiali erano storti sul viso mentre guardava non troppo interessato un documentario in tv.
Il suo amico annuì, Mattsun afferrò il portafoglio e le chiavi e insieme si diressero fuori. Non appena il castano aprì la porta saltò sul posto per lo spavento nel vedere Iwaizumi proprio lì davanti, il ragazzo aveva il braccio alzato e il pugno chiuso di chi era pronto a bussare.
-La tua presenza è inaspettata- disse Makki commentando dalle spalle del suo ragazzo.
Iwaizumi arrossì leggermente e, chinando lo sguardo, borbottò –lui è qui?
Mattsun si scostò dalla porta per farlo entrare mentre informava Oikawa –Ehy nerd, hai visite. Noi andiamo a prendere il cibo!
Prima che Oikawa potesse rispondere dopo essersi seduto dritto, i due avevano già lasciato l’appartamento chiudendosi la porta alle spalle.
Iwaizumi disse la prima cosa che gli passò per la mente –Hai gli occhiali.
Oikawa arrossì, abbassò lo sguardo cercando di nascondersi dietro i suoi capelli –Di solito metto le lenti a contatto- continuò con voce più bassa –Non pensavo che saresti venuto.
-Neanche io- rispose con tutta sincerità –Ma oggi non sei sceso a mare e volevo… sistemare questa situazione.
Si sedette anche lui sul divano, erano a un metro di distanza ed entrambi avevano lo sguardo fisso sulla tv accesa.
Oikawa finse un sorriso –Non c’è nulla da sistemare, possiamo dimenticare tutto. Possiamo semplicemente dire che è stato divertente e andare avanti come sempre.
Iwaizumi strinse le mani. La sua bocca che era diventata una linea sottile e quando rispose la sua voce si era fatta più aggressiva –è questo che non sopporto di te. Questo tuo sorridere in modo falso e fingere che nulla possa scalfire la tua superficie perfetta, che nulla possa interessarti.
Gli occhi di Oikawa si erano fatti grandi per la sorpresa e si era addirittura girato a guardarlo –Iwa-chan…
-No, Oikawa!- la voce di Iwaizumi si era fatta più alta ed era saltato in piedi per urlare le sue successive parole –Non avremmo mai dovuto far sesso, mai! Perché questo mi ha solo ricordato perché ogni fottutissima estate io continui ad avere una cotta per te! Una cotta insensata e che mi rende sempre più incazzato! Perché non esiste proprio che uno come te possa mai volere qualcosa da uno come me, se non divertirsi facendomi esasperare in tutti i modi possibili. E mi rode tantissimo che in questa storia il cattivo sembri essere io visto che me ne sono andato ieri mattina senza dirti nulla! Ma non capisci come mi sarei sentit…
Oikawa si era alzato a sua volta, gli aveva preso il volto a coppa con entrambe le mani e l’aveva baciato con urgenza.
Iwaizumi accettò quel bacio quasi con sollievo finché non si rese conto di quello che stava facendo e provò a spingerlo via. Riuscì solo a staccarsi dalle sue labbra di qualche centimetro artigliandogli i fianchi con le mani –Oikawa…- lo chiamò con un tono quasi di ammonimento.
-Mi piaci anche tu- rispose in fretta il diretto interessato –sei diverso dalle altre persone.
Hajime lo scrutò a fondo non convinto mentre alzava un sopracciglio –Se mi stai solo prendendo in giro, io…
Non sapeva come continuare quella minaccia ma fortunatamente non servì, perché il castano si affrettò a scuotere la testa mentre diceva –Mai! Voglio davvero provarci con te!
A quel punto le guance di Iwaizumi stavano andando a fuoco, si staccò del tutto dal ragazzo e lo indirizzò verso il piano di sopra con una mano –Vai a cambiarti che usciamo.
-Uh?- gli occhi di Oikawa si illuminarono di curiosità –Dove andiamo?
-Ti porto alla prima parte del tuo regalo di compleanno.
I suoi occhi si fecero ancora più luminosi mentre correva di sopra per rendersi presentabile.
Iwaizumi gli urlò dietro –Non mettere le lenti a contatto, mi piacciono gli occhiali!
 
Kuro era a un passo dal chiamare la polizia e denunciare una persona scomparsa quando gli arrivò una chiamata da un numero sconosciuto.
Accettò senza neanche pensarci, l’ansia traspariva dalla sua voce con il suo “pronto?”
-Kuro?- la voce sembrava conosciuta ma non sapeva a chi collegarla, fortunatamente il ragazzo continuò quasi subito –Sono Atsumu Miya. Volevo dirti che il tuo ragazzo è qui da noi da un po' e adesso si è addormentato sul divano, quindi mi chiedevo se tu riuscissi a passare per prenderlo.
Kuro non si chiese come il biondo avesse avuto il suo numero di telefono o perché Kenma fosse proprio da loro, l’unica cosa che disse fu –Dimmi dove abiti.
E mentre correva verso casa dei gemelli sentiva il peso nel suo stomaco diventare sempre più leggero.
 
Kenma era consapevole di star sognando, ma nonostante sapesse di essere in un sogno non riusciva a capire come svegliarsi. Non riusciva a muoversi, non riusciva a urlare. Poteva solo vedere Kuro che si allontanava da lui mentre rideva e scherzava con altre persone.
Erano persone senza volto perché non erano importanti, l’unica cosa importante era che lui si stava allontanando da Kenma volontariamente.
Riuscì a urlare quando si svegliò di scatto e si mise a sedere velocemente, i suoi occhi erano umidi mentre cercava di abituarsi alla semi oscurità e sentiva il sudore che gli si attaccava ai vestiti.
Aveva ancora il fiato corto quando una mano si affrettò a coprirgli la guancia per una dolce carezza –Va tutto bene, sei sveglio adesso- mormorò piano Kuro.
Kenma mise a fuoco il suo ragazzo. Il corvino era seduto accanto a lui, la preoccupazione nel suo sguardo mentre allungava anche l’altra mano per asciugargli le lacrime.
Anticipato da un miagolio Yaku saltò sul letto e andò ad accovacciarsi sulle gambe di Kenma.
Il biondo sbatté le palpebre confuso, poi si rese conto che si trovava nella loro camera da letto.
-Come… come sono arrivato qui?- domandò a bassa voce.
Kuro continuò ad accarezzargli il volto mentre parlava –Mi dispiace così tanto Kenma… ho passato tutto il giorno a cercarti, non ti trovavo da nessuna parte e stavo per andare dalla polizia, fortunatamente Atsumu mi ha chiamato dicendomi che ti eri addormentato a casa loro e non ho perso tempo a riprenderti. Volevo lasciarti dormire ma hai iniziato ad agitarti e a piangere e io… scusami.
Kenma immerse i suoi occhi dorati nei suoi, la voce seria mentre mormorava –Avevi detto che mi avresti accettato, che quello che facevo non ti dava fastidio. Sapevi delle mie fisse. Sapevi tutto.
-Kenma ti amo- lo interruppe Kuro –E quando dico che ti amo, significa che amo tutto di te. E amo anche quando ti perdi nel tuo mondo di videogiochi, con la fronte corrugata per la concentrazione e la lingua di fuori. La tua dedizione e passione è stata una delle cose che mi ha fatto innamorare di te. Quindi, per favore, perdonami. Non volevo dire quelle cose, è stata una risposta istintiva alle tue urla, mi sono reso conto troppo tardi di quello che hai pensato, non voglio che tu cambi.
Kenma rimase in silenzio per diversi secondi, il tempo che la sua mente elaborasse tutte quelle parole. Infine domandò incerto –Quindi non ti sei… stancato di me?
Kuro rilasciò il respiro che stava trattenendo, chiuse gli occhi e si spinse in avanti per unire le fronti tra di loro.
-È più facile che si congeli l’inferno prima che io riesca a stancarmi di te.
-Un girone all’inferno è congelato- fece presente Kenma ricordando “La Divina Commedia” e abbozzò un sorriso quando sentì l’altro ragazzo sbuffare –ma ho capito il concetto- concluse prima di dargli un piccolo bacio sulle labbra.
-Comunque dispiace anche a me- disse poi tornando a fissarlo negli occhi –per averti urlato contro. Ho reagito in modo esagerato. Ero nervoso, si erano accumulate diverse cose e sono esploso.
-Va bene- rispose Kuro –l’importante è che sia tutto okay adesso.
Kenma annuì sorridendo a sua volta. Il momento fu interrottò dallo stomaco di Kenma che brontolò talmente forte da far saltare e scappare via Yaku.
Kuro rise, poi disse –Dai scendiamo, Akaashi ha fatto la cena mezz’ora fa e dovrebbe essere ancora calda.
Kenma annuì, nella mente gli tornò il sogno che aveva appena fatto. Come aveva potuto pensare una cosa tanto stupida? Kuro gli aveva già dimostrato infinite volte quanto lo amasse. Non se ne sarebbe mai andato.
Il corvino era già in piedi, così Kenma si affrettò a spostarsi verso il bordo del letto e si issò sulle ginocchia tenendolo fermo per il tessuto dei vestiti.
Kuro aveva in volto una muta domanda alla quale Kenma rispose baciandolo a fondo. Rilasciò un sospiro soddisfatto mentre si aggrappava alla sua maglia. Erano divisi da solo poche ore ed era già in astinenza dei suoi baci.
Kuro rispose con enfasi senza farsi trovare impreparato, le sue braccia che si stringevano sul corpo del più piccolo come se non volesse lasciarlo andare mai più.
Solo quando sentì il sangue iniziare a confluire verso il suo inguine capì che era arrivato il momento di fermarsi –Aspetta, aspetta- mormorò roco dividendo le loro labbra –Se non ci fermiamo adesso finirò per mangiare te al posto della cena.
Non che Kenma sembrava volesse aiutare con le sue guance rosse, gli occhi scuri e le labbra gonfie.
-Va bene- concesse infine lasciandogli un ultimo bacio veloce sulle labbra –Mi mangerai come dessert.
Quando diceva frasi del genere Kuro capiva che il suo ragazzo voleva decisamente ucciderlo.
Si impose di calmarsi e prendendolo in braccio lo fece scendere dal letto, poi gli afferrò la mano per andare al piano di sotto.
Prima di raggiungere gli altri ricordò di dovergli dire –Ah comunque… Bokuto si è sentito talmente in colpa che è uscito oggi pomeriggio e al centro commerciale ti ha comprato una nuova cartuccia di quel gioco.
Kenma lo fissò sorpreso, il corvino continuò –L’hai terrorizzato così tanto che ti ha comprato anche altri cinque giochi.
Il più piccolo sbatté le palpebre in un misto di confusione e sorpresa, infine disse –Bokuto quindi non sa che a me i giochi li danno gratis proprio perché vogliono delle recensioni, vero?
-Continuiamo a lasciarlo nella sua ignoranza.
 
Ogni mercoledì sera al teatro all’aperto del villaggio proiettavano un film diverso. Ed era proprio lì che Iwaizumi stava portando Oikawa.
Quando Oikawa aveva capito la loro destinazione aveva commentato –Oh, Iwa-chan! Pensavo che mi avresti portato fuori dal villaggio come primo appuntamento.
-Stai zitto, Assikawa- grugnì in risposta Iwaizumi, le guance rosse a sentire la parola “appuntamento” e le mani che affondavano sempre di più nelle tasche –E comunque non accetto lamentele, sai quanto ho penato per chiedergli di proiettare il film di E.T. questa sera?
Oikawa si bloccò di scatto costringendo l’altro a fare lo stesso.
Il ragazzo aveva gli occhi luminosi, le guance rosee –Tu… Hai fatto questo per me?
Iwaizumi si imbarazzò ancora di più –Muoviamoci! Non voglio arrivare a film iniziato!
Oikawa sorrise davvero felice, poi gli corse dietro mentre si aggrappava al suo braccio e si appoggiava con la testa alla sua spalla.
-Questo è il miglior primo appuntamento che abbia mai avuto!
Non visto Iwaizumi sorrise con soddisfazione mentre il suo petto si riscaldava, ma non poté fare a meno di prenderlo in giro mentre entravano per prendere i posti –Bé certo, se tutti quelli che hai avuto li hai organizzati tu che hai un gusto di merda, non stento a crederlo.
-Iwa-chan!
  
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