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Autore: LorasWeasley    15/05/2021    2 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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26. Quella volta che Kenma e Tooru piansero...

Iwaizumi nella sua vita si era già svegliato dopo una sbronza più volte di quelle che avrebbe potuto contare e ricordare. Quel giorno non era differente e non appena aprì gli occhi non ricordò subito tutto quello che era successo la notte prima, ma i sintomi erano più che chiari.
Si prese qualche secondo per riconnettere il cervello e cercare di ignorare il mal di testa continuo.
Stava iniziando a ricordare che il giorno prima era il compleanno di Oikawa quando sentì un corpo al suo fianco muoversi.
Qualcosa si bloccò nel suo stomaco quando si rese conto che era proprio il festeggiato.
Oikawa Tooru stava dormendo con lui nudo, un vistoso succhiotto sul collo, segni di graffi sul culo e i capelli scompigliati.
Era impossibile non sapere a quel punto quello che era successo quella notte.
-Cazzo- sussurrò con il cuore che iniziava la sua corsa.
Si alzò cercando di fare il più piano possibile per non svegliarlo, pensava che andarsene prima del suo risveglio potesse far dimenticare l’accaduto.
Si mosse silenzioso ma veloce mentre cercava i suoi vestiti nella stanza. Quando trovò le mutande fece una smorfia di disgusto quando si rese conto che lo sporco si era incrostato tutto, sembrava come se ci fosse venuto dentro. Decise quindi abbastanza facilmente di mettere solo i pantaloni, sistemando queste dentro una tasca, in modo da lavarle una volta tornato a casa.
Fu più difficile la ricerca delle calze, mentre la sua camicia era praticamente strappata in due. Iwaizumi meditò di lasciarla lì, ma decise che era meglio non lasciare alcuna traccia.
Infine quindi, con il tessuto in una mano e le scarpe nell’altra, aprì la porta della stanza di Oikawa il più silenziosamente possibile richiudendola alle sue spalle.
Ebbe il tempo di esultare mentalmente per quella piccola vittoria quando si rese conto che non sarebbe potuto passare totalmente inosservato. Perché una volta che scese le scale si trovò Matsukawa e Hanamaki seduti al tavolo a fare colazione: sarebbe dovuto per forza passare accanto a loro per andare via.
La stanza era piena di bicchieri e sporcizia della notte precedente, non sembrava interessare ai due ragazzi che probabilmente avevano già chiamato qualcuno per pulire.
Matsukawa stava girando tra le mani un sottobicchiere quadrato con un alieno sopra –Chi hai detto che gli ha regalato questi?
Hanamaki alzò le spalle mentre mordeva un biscotto –Non ne ho idea.
-Sono davvero brutti- e il suo ragazzo non poté fare a meno che essere d’accordo. Mise in bocca l’altra parte di biscotto e spostando lo sguardo notò Iwaizumi fermo sulle scale, ingoiò prima di dire –Buongiorno! Colazione?
Il volto di Hajime divenne rosso –Ah… io… dovrei andare.
-Sciocchezze- rispose Makki muovendo una mano in aria, come se non fosse importante –Praticamente tutti hanno scopato ieri notte, non c’è niente di cui vergognarsi.
-E poi tutti sapevano che sarebbe successo tra di voi, sono anni che sentiamo la tensione sessuale irrisolta- concluse Mattsun.
-No. Questo non sarebbe mai dovuto succedere, mai.
-Iwa-chan?- la voce delusa di Oikawa arrivò da sopra le scale.
Hajime si girò di scatto sorpreso, convinto che l’altro stesse ancora dormendo. Gli si bloccò il respiro quando lo vide che indossava solo dei boxer, i capelli scompigliati e lo sguardo deluso per quello che aveva appena sentito.
-Io…- provò a dire, ma la sua voce si bloccò.
-Iwa-chan- riprovò Tooru scendendo le scale per raggiungerlo ma questo fece solo scappare l’altro che si affrettò ad evitarlo mentre attraversava la sala da pranzo e usciva dalla porta d’ingresso chiudendola velocemente alle sue spalle.
Gli occhi di Oikawa si riempirono di lacrime mentre si rendeva pienamente conto di essere stato rifiutato su tutti i fronti.
Sentì delle braccia che gli avvolgevano le spalle così, mentre gli sfuggiva un singhiozzo, si girò per nascondere il volto sul petto di Hanamaki iniziando a piangere.
 
Kenma era nervoso quel giorno.
La giornata era iniziata già male quando era stato svegliato all’alba perché Lev non faceva altro che miagolare e miagolare. Inoltre aveva mal di testa e carenza di sonno per la sbronza che aveva preso la notte prima al compleanno di Oikawa.
Kenma odiava svegliarsi presto.
Era diventato ancora più nervoso quando era dovuto andare a fare la spesa perché le scorte dentro casa stavano finendo e tutti gli altri sembravano scomparsi. Il caldo gli faceva appiccicare i vestiti addosso per il sudore e di sicuro la situazione non migliorò quando si ruppero le buste e dovette portare tutti i prodotti tra le braccia.
E quando dopo pranzo il suo nervosismo arrivò al limite, non si stupì troppo di esplodere in un urlo.
Stava mangiando il gelato in giardino, era all’ombra e una piacevole brezza li teneva al fresco.
Kenma pensava che si sarebbe potuto rilassare e migliorare finalmente quella giornata.
Lev dormiva sulle gambe di Akaashi, dopo aver passato tutta la notte sveglio si stava godendo il suo non troppo meritato riposo.
Yaku invece stava infastidendo Kai che però era felice di giocare con lui.
Kenma era concentrato su quest’ultimi quando sentì un rumore che gli fece gelare il sangue, conosceva bene quel tipo di rumore.
Si alzò di scatto lasciando stare il suo gelato e corse dentro casa.
Il più basso non era mai stato interessato agli scherzi che si facevano a vicenda Bokuto e Kuro in continuazione, si limitava a sbuffare o ad alzare gli occhi al cielo esasperato quando li vedeva direttamente, ma non gli aveva mai detto nulla fin’ora.
Trovò a terra la custodia del nuovo gioco che avrebbe dovuto recensire e mettere i video sul proprio canale. Era aperta, la cartuccia era volata fuori e aveva perso qualche pezzo.
Nella stanza era sceso il silenzio.
Bokuto sembrava avere un’espressione terrorizzata, Kuro era mortificato.
Fu proprio quest’ultimo il primo a rompere il silenzio, fece un passo verso il suo ragazzo e provò a dire –Kenma scusa, noi non…
E fu in quel momento che Kenma esplose.
Strinse i pugni e iniziò a urlare contro di loro –Siete due bambini! Pensate solo al vostro divertimento e non fate altro che creare problemi alle persone che vi stanno intorno! Avete rotto il cazzo con i vostri stupidi scherzi infantili!
Kuro era rimasto senza parole, Kenma non gli aveva mai urlato in quel modo. Inoltre, essendo molto orgoglioso, rispose subito a tono.
-Mi dai del bambino e dell’infantile quando qui sei tu l’unico che passa ore con i videogiochi distaccandosi dalla vita reale!
Si pentì delle sue parole l’attimo dopo averle dette. Sapeva che era un argomento importante per Kenma, sapeva che era sempre stato insicuro e sapeva che Kuro era l’unica persona di cui si fidasse. Adesso però anche lui l’aveva insultato per quella sua passione.
Il ragazzo dai capelli tinti rimase bloccato per un solo secondo prima di girarsi e correre via. Ma quel secondo fu abbastanza per far notare a Kuro che i suoi occhi erano diventati acquosi e il suo labbro aveva iniziato a tremare.
-No, Kenma aspetta!- gli urlò dietro rincorrendolo.
Ma quando uscì dal cancelletto la strada era già deserta.
Rientrando si passò le mani sul viso in un sospiro, sentì un miagolio e quando riaprì gli occhi vide che Yaku si era fermato di fronte a lui, lo stava fissando con uno sguardo di chi voleva indubbiamente giudicarlo.
-Lo so che ho sbagliato!- gli urlò contro –è inutile che mi giudichi anche tu, stupido gatto!
Si avviò dentro e si chiuse in camera sbattendo forte la porta dietro di sé, ma quando dopo pochi secondi Yaku lo raggiunse e iniziò a grattare contro il legno, non ci mise molto ad aprire uno spiraglio per farlo entrare.
Bokuto era depresso e Akaashi lo notò subito. Si inginocchiò e raccolse i pezzi della cartuccia per metterli dentro la custodia, poi si mise davanti al ragazzo e gliela mostrò –Se vuoi… possiamo andare a comprarne un altro.
Bokuto si illuminò, lo fissò sorpreso e annuì felice di poter fare qualcosa per migliorare la situazione e farsi perdonare.
Akaashi abbozzò un piccolo sorriso e annuì a sua volta –Allora mi metto le scarpe e una maglietta decente e andiamo.
 
Diverse ore dopo a casa di Hanamaki si erano spostati nella camera da letto del padrone di casa.
Di sotto la donna delle pulizie stava finendo di mettere a posto la casa, mentre Makki e Mattsun avevano passato la mattinata sdraiati a letto cercando di consolare Oikawa che era steso tra di loro.
Il castano non aveva fatto altro che piagnucolare. Non era il suo solito piagnucolio fastidioso di quando faceva il broncio di proposito per qualcosa di stupido, era vera e propria tristezza.
Gli occhi erano gonfi e rossi, la sua gola secca mentre mormorava –Mi ha trattato come se fossi una puttana. Dopo tutti questi anni che ci conosciamo… perché è andato via senza dirmi nulla? Non… non merito neanche un chiarimento? Un rifiuto detto in faccia?
-Sono sicuro che non sia questo il motivo, non pensa che tu sia una puttana- rispondeva di tanto in tanto Makki mentre continuava ad accarezzargli la schiena e ad asciugargli le lacrime.
-Io… Pensavo che gli piacessi almeno un po'. Ma evidentemente in questi giorni non faccio altro che fraintendere le persone. Forse… Forse è vero che non vedo nulla al di fuori del mio ego.
Mattsun gli diede uno schiaffo sul retro del collo affermando –smettila di fare conversazioni senza senso- che lo portò semplicemente a lamentarsi ancora di più.
Non parlò più e pian piano anche il suo pianto scomparve, lasciandogli una semplice scia di lacrime secche sulle guance.
-Si è addormentato?- chiese infine il castano quando notò il suo respiro farsi calmo e pesante.
Hanamaki abbassò lo sguardo per controllare il viso del diretto interessato che era ancora poggiato al suo petto, poi annuì per confermarlo.
Passarono qualche altro secondo in silenzio con Oikawa tra di loro. Makki continuava ad accarezzargli i capelli e infine fu proprio lui a sussurrare –Sai, probabilmente saremmo dei bravi genitori.
-Non lo siamo già?
Makki sorrise –Sai cosa intendo.
E sì, Mattsun sapeva benissimo cosa l’altro intendesse, ma non era pronto per quella conversazione. Non quando si dovevano occupare di Oikawa. Si sporse in avanti per lasciare un leggero bacio sulla bocca del suo ragazzo, poi si alzò.
-Dove vai?
-Da Iwaizumi. Se non avrà una spiegazione plausibile per questo suo comportamento lo prenderò a pugni.
Makki rise in silenzio, poi lo prese in giro –Che padre premuroso.
Mattsun gli alzò il dito medio –Non mi prenderai in giro su questo visto che hai passato le ultime due ore a cullare nostro figlio solo per farlo addormentare.
Andò via con il sorriso mentre la risata leggera del suo ragazzo gli risuonava nelle orecchie.
 
Kuro non ci mise molto a far sbollire la rabbia.
Sapeva di meritare delle scuse da parte di Kenma, ma sapeva anche che aveva esagerato urlandogli contro quelle parole.
Era solo stato preso alla sprovvista: Kenma non urlava mai. Quindi quando si era sentito attaccato aveva risposto senza neanche rendersene conto.
In realtà si erano detti quasi le stesse cose, ma Kuro sapeva che la sua frase aveva colpito il più piccolo molto di più semplicemente per tutto quello che aveva passato.
-Dannazione- sbottò infine mettendosi seduto sul letto, Yaku che si lamentava miagolando mentre rotolava via.
Prese il telefono e inoltrò la chiamata con il suo ragazzo, ma questa venne interrotta subito perché il telefono del destinatario era spento.
Kuro si sentì stringere il cuore, Kenma lo stava tenendo fuori.
 
La seconda volta che Iwaizumi si svegliò in quella giornata si sentiva molto meglio. Tornato a casa aveva fatto una doccia e aveva preso un’aspirina per il mal di testa prima di mettersi nuovamente a dormire.
Il fastidio arrivò quando si rese conto che si era svegliato perché qualcuno stava suonando insistentemente alla sua porta.
Sperava che non fosse Oikawa, anche se di sicuro avrebbe dovuto affrontarlo prima o poi.
Evidentemente Kunimi e Kindaichi erano fuori perché nessuno era ancora andato ad aprire e, soprattutto, nessuno si era ancora lamentato di quel rumore.
Quando aprì la porta si trovò davanti Matsukawa, il ragazzo lo fissò con il suo solito sguardo quasi annoiato per poi chiedere –Posso entrare?
Iwaizumi annuì ed entrambi si sedettero in veranda dove l’aria fresca circolava grazie alle finestre aperte.
Matsukawa arrivò dritto al punto –Voglio solo sapere perché ti sei comportato in questo modo.
-Eravamo entrambi ubriachi ieri notte, ma sono più che certo che lo volesse anche lui! Non l’ho costretto a fare nulla!- si difese subito l’altro.
-Oh, lo so. Non ti stavo accusando di questo.
Iwaizumi alzò un sopracciglio non riuscendo a capire il punto della situazione.
Mattsun sospirò sistemandosi meglio contro lo schienale della sedia –Ascolta- iniziò più calmo –Capisco che abbiamo quell’età dove alle feste ci si diverte, non ti giudico per questo. Ma trovo cattivo che tu abbia deciso di farlo proprio con Oikawa. Colui che probabilmente ti viene dietro da una vita. Gli hai spezzato il cuore per il suo compleanno, non è stata una cosa carina.
Iwaizumi strinse i pugni –Oikawa non mi viene dietro da una vita- ripeté le sue parole –lui flirta con chiunque respiri e che sia nel suo raggio di azione!
Matsukawa rise –Se davvero non ti sei accorto che con te flirta in modo diverso allora sei meno intelligente di quello che credi.
Delle chiavi che venivano messe nella toppa della porta d’ingresso per poi aprirla tolsero Iwaizumi dai suoi pensieri. Kunimi e Kindaichi fecero il loro ingresso portando diverse buste dalla quale proveniva un buon odore.
-Iwaizumi-san, sei sveglio?- chiamò Kindaichi mentre entravano –Abbiamo preso il pranzo!
Quando raggiunsero la veranda si bloccarono nel vedere Mattsun.
-Oh ciao Matsukawa-san! Non sapevano che saresti venuto, resti a pranzo? Possiamo mettere tutto al centro e dividere, ne sta in abbondanza.
-No, grazie- rispose cortese il castano mentre si alzava –Makki non mi perdonerebbe mai se lo lasciassi solo a occuparsi del bambino.
I due nuovi arrivati risero. Mattsun andò via, ma non prima di aver fissato intensamente Iwaizumi e avergli detto “pensaci”.
 
Kenma si stancò di correre abbastanza in fretta, non solo odiava allenarsi ma sotto il sole del primo pomeriggio sarebbe potuto svenire da un momento all’altro.
La strada che aveva percorso era tutta dritta e si rese conto che senza neanche deciderlo il suo cervello lo stava portando verso casa di Kageyama, nella quale stava Hinata.
Il suo passo rallentó, era ovvio che in una situazione del genere volesse solo vedere il suo migliore amico. Ma era anche ovvio che sarebbe stato il primo posto dove Kuro sarebbe andato a cercarlo.
Fece l'unica curva a destra che lo portava nella via della casa in questione quando si bloccò nel notare Osamu, nella prima casa a sinistra, che si intravedeva tra le piante del suo giardino mentre curava l'orto canticchiando felice.
Solo pochi metri più avanti avrebbe trovato Hinata. Sapeva che sarebbe stata la scelta più ovvia, ma sapeva anche che non voleva vedere Kuro, non subito almeno.
Quindi, prima di ripensarci, si fece coraggio e si avvicinò alla casa che evidentemente apparteneva ai gemelli Miya.
-Ciao- disse piano, la sua voce era rauca mentre con una mano cercava di asciugarsi le lacrime.
Osamu lo fissò stupito, di sicuro Kenma era una di quelle persone che non si sarebbe aspettato di vedere sulla soglia di casa sua.
-Ciao- rispose quando si riprese dalla sua confusione -Ti serve aiuto?- si affrettò a chiedere poi quando notò le lacrime.
-C'è... Tuo fratello?
Questo lasciò ancora più di sasso Osamu. Davvero qualcuno voleva il conforto di suo fratello quando stava male? Ma quel ragazzino conosceva davvero Atsumu?
Decise che comunque non erano affari suoi, il suo unico pensiero era l'orto della nonna, prima sistemava il problema con Kenma e prima poteva tornare a coltivarlo.
Annuì facendolo entrare nel giardino, poi lo portò fino all'ingresso.
Aveva lasciato Atsumu e Sakusa sul divano a vedere un reality sul cibo e ancora lì erano.
Atsumu stava discutendo con il suo ragazzo su quanto fosse sbagliata una determinata scelta dei giudici, ma questo non ebbe modo di rispondere a tono perché Osamu li interruppe.
-Ehy deficente- Kenma non poté fare a meno di notare come l'umore di Osamu era cambiato solo per la presenza del gemello - c'è qualcuno per te- concluse quando il biondo si girò verso di loro, prima di chiudersi la porta alle spalle e tornare in giardino.
Atsumu, alla vista di Kenma, sembrava ancora più sorpreso di Osamu.
-Kenma!?- sbottó non capendo.
Sakusa si affrettò a dargli una gomitata poco gentile nello stomaco, aveva subito notato le lacrime del più piccolo e non riusciva proprio a comprendere come il suo ragazzo potesse avere così poco tatto.
-Va tutto bene?- domandò poi in modo gentile al nuovo arrivato.
Kenma alzò timidamente lo sguardo su di loro -Posso... Stare un pó qui?
-Perché!?- Atsumu era sempre più incredulo e quel suo tono di voce gli fece beccare un'altra gomitata nelle costole.
-Insomma- cercò di chiarire -non per essere indiscreto- per prevenire si mise comunque le mani a proteggersi il fianco scoperto vicino a Sakusa -ma non hai molti più amici dove trovare conforto?
-Sì. Ma qui Kuro non mi cercherebbe mai.
E quella semplice frase fece capire loro quale fosse il problema e che, per esperienza personale, era meglio non intromettersi nelle questioni di cuore. Tutto sarebbe andato per il meglio se gli avessero lasciati i loro spazi.
Il silenzio che ne seguì sembrava interminabile, Kenma stava per scappare via anche da lì e aveva appena aperto bocca per scusarsi per la cattiva idea quando Atsumu gli sorrise rispondendo -Certo che puoi restare, stiamo vedendo questo programma! Omi e io tifiamo per due persone diverse. Lui ha gusti di merda, tifa per questo che sembra un assassino! Guardalo, ha il sorriso di chi nasconde qualche cadavere in cantina!
Sakusa alzò gli occhi al cielo e rispose a tono -Disse quello che tifa per quella ragazza solo perché quando si abbassa le si vede tutto il tanga rosa! E comunque certo che ho gusti di merda, mi piaci tu!
Kenma prese posto sul divano, non potendo fare a meno di abbozzare un sorriso a sentire la strana coppia punzecchiarsi.
  
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