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Autore: Rowena    23/05/2021    0 recensioni
«Un'occasione per ripensare a ciò che abbiamo combinato in passato e a ciò che vorremmo per il nostro futuro», conclude Orube con uno sguardo quasi implorante.
Coglila, se vuoi ancora stare con me, se mi ami davvero, sembra dire.

Hanno stretto un patto. Recarsi su Basiliade per riprendersi e ritrovare un equilibrio. Ma ne saranno in grado? Dopo dieci anni, il sequel di Save me.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La rapidità con cui il Giardino dei Due Soli può diventare deserto e silenzioso ha sempre impressionato Orube durante l’addestramento, e anche oggi non fa eccezione. I corridoi luminosi e puliti, senza un’anima viva, fanno pensare quasi a un luogo abbandonato. Eppure, fino a qualche minuto fa buona parte della popolazione della struttura era all’Arena… Rispondendo al comando di Yarr, alla fine dell’incontro ognuno è tornato alle normali occupazioni, in un meccanismo perfetto di cui solo e Cedric ancora non sono inseriti.
Una stranezza di cui la guerriera è particolarmente sollevata, mentre si guarda intorno per orientarsi tra le sale in cerca dell’infermeria. Sta zoppicando senza riuscire a dissimulare, ora che il suo corpo è a riposo il dolore si fa sentire inclemente, facendola rabbrividire per più motivi. Questa è una debolezza pericolosa, fino a quando entrambi non saranno pienamente accettati dagli abitanti del Giardino: Bor sarà fuori dai giochi per qualche giorno, ma qualcuno dei suoi amici potrebbe farsi avanti e sfidarla per vendicarlo, e mettere di nuovo in dubbio il diritto dei due ospiti di rimanere.
È un gioco subdolo, che Orube non si sarebbe aspettata: sono stati accolti dal Maestro, quindi non è possibile per gli allievi criticare le sue scelte apertamente, ma dimostrando che i nuovi arrivati non siano degni di tanta fiducia… Non sarebbe così maleducato chiedere che impacchettino di nuovo le loro cose e se ne tornino a Kandrakar, alla fine.
Una nuova fitta le fa digrignare i denti, e per non pensarci sposta la sua attenzione su Cedric, fissandolo di sottecchi.
È l’unico in tutta l’Arena che ha colto la sua indecisione, la sofferenza nei suoi movimenti. In mezzo a tanti guerrieri ben addestrati, solo lui ha saputo leggere il combattimento correttamente. Orube sa di aver vinto l’incontro per pura fortuna, può riconoscerlo almeno a se stessa, anche se non darà mai questa soddisfazione al suo compagno di disavventure. La gamba ferita reclama tutta la sua attenzione: ogni passo è una tortura lenta e pesante, aggravata dallo sforzo di distribuire il più possibile il peso del corpo in modo uniforme, uno sforzo che pare inutile.
Al suo fianco, come un’ombra odiosa e irritante, Cedric si offre ancora di darle una mano con aria svagata. Orube scuote la testa, senza parlare: non desidera il suo aiuto, non in questo momento almeno.
E quando lo accetterai, Orube? Quando si arrenderà, quando smetterà di essere quello che è?
Cedric, al solito, non si lascia sfuggire l'occasione per farsi avanti: «Guarda che non ho intenzione di prenderti in braccio. Permettimi solo di aiutarti, è evidente che stai soffrendo».
La voce dell’alieno risuona più sarcastica di quanto vorrebbe, probabilmente, ma Orube è consapevole di quanto si stia sforzando per essere gentile. Preoccuparsi del dolore altrui è un sintomo della propria fragilità, e mostrarsi debole non è nella natura di Cedric… Ma non le basta.
«Sarai tu ad aver bisogno della guaritrice, se solo provi a toccarmi», risponde quindi con rabbia senza neanche voltarsi per guardarlo in faccia. Non si merita neanche questo, non dopo l’ultimo tentativo di fuga. Un gesto stupido, l'ultimo di una lunga serie, che non ha portato a nulla se non a rendere ancora più precaria la loro posizione nel Giardino.
«D’accordo, non c’è bisogno di ringhiare in questo modos».
La ragazza si morde la lingua trattenendo una delle tante parolacce imparate sulla Terra, senza sapere cosa la infastidisca di più: l’improvvisa premura del suo compagno, o la situazione in cui si sono cacciati… o la fastidiosa sensazione che Cedric la stia solo usando. Quando ha proposto alla Congrega di mandarli su Basiliade, credeva che l’uomo del Metamondo avrebbe fatto uno sforzo concreto per cambiare, per migliorarsi…
E adesso, alla luce dei fatti, sente di essersi stata ingenua. Cedric ha resistito poco più di dieci giorni prima di provare a scappare. È stato più forte di lui, così si è giustificato, pur sapendo che non avrebbe potuto allontanarsi più di tanto. Da quando la milizia del Giardino lo ha catturato e riportato indietro, trattandolo come un bambino capriccioso e indegno, è diventato intrattabile: commenta sprezzante qualunque lezione, indisponendo gli insegnanti e gli allievi, rifiuta qualunque attività gli venga proposta. La sua chiusura ha spinto anche quei pochi favorevoli alla loro presenza nel Giardino a ostracizzarli, con la sola eccezione di Yarr, a cui però Orube non può appellarsi per ogni stupidaggine.
Così, gli abitanti si allontanano alla loro presenza, e continuano a lanciare sfide a entrambi per dimostrare quanto siano reietti – sfide che per il momento ha sempre raccolto lei, perché Cedric non riesce a sostenere un combattimento senza magia. E malgrado continui a vincere, l’atmosfera che li circonda è sempre gelida. Il Maestro ha chiesto di accogliergli con cortesia e il suo volere viene rispettato, ma anche le parole apparentemente più garbate possono suonare molto offensive.
È uno stallo senza uscita, pensa Orube con un certo fastidio, soprattutto perché dopo la prima fuga la cerchia più ristretta intorno a Yarr ha sollecitato all’ospite un rituale di pentimento pubblico per sanare la situazione, una richiesta che Cedric ha prontamente rifiutato. Da allora, ha provato a scappare altre due volte, con grande scorno e umiliazione della sua compagna. Com’era inevitabile, anche la situazione tra loro è precipitata.
Finché non chiederà perdono al Maestro davanti al Giardino, Cedric non potrà essere ben accolto, ma sarebbe più semplice chiedergli di rubare uno dei Soli di Basiliade.
«L’infermeria è di qua, dove vai?», la richiama la voce di lui.
Orube alza il capo dal pavimento e si rende conto che Cedric ha ragione. «Ero sovrappensiero», si schermisce, facendo intendere che non pronuncerà una parola di più. «Hai bisogno di riposarti un attimo?»
La guerriera sbuffa, determinata a non fermarsi e a non rispondergli. Accettare il suo aiuto equivarrebbe a lasciarsi manipolare una volta di più, e già non può tollerare di essere stata presa in giro da Cedric pur di salvare la pelle… Ammetterlo sarebbe una sconfitta molto più dura da tollerare di qualunque scontro nell’Arena. La promessa che le ha fatto, adattarsi alla vita di Basiliade, si è rivelata una farsa. Non vuole neanche provare a comprendere la filosofia del Giardino, l’ha detto chiaramente più volte, per cui a questo punto Orube si chiede che cosa stiano facendo. Vorrebbe solo una risposta, mentre si sente soffocare dalla rabbia e dalla frustrazione che crescono in lei ogni giorno di più. Per quale motivo ha accettato di venire qui? Voleva semplicemente scampare una volta di più al giudizio che pende sulla sua testa a Meridian, in attesa di inventare un altro piano per evadere e darsi alla macchia?
L'ha fatto per lei, ripete, e una parte di Orube vorrebbe tanto crederci. Se solo non la mettesse in discussione di continuo, se provasse a inserirsi... Certo, non hanno reso le cose facili, a nessuno dei due. In fin dei conti è lei che continua a essere sfidata per dimostrare di meritarsi il suo posto.
Sono questi i pensieri della ragazza mentre si trascina per i corridoi. Quando finalmente riconosce la porta dell’infermeria, le sembra di aver completato una maratona.
Bussa, mentre scocca un’occhiataccia a Cedric come a ricordargli di non creare noie, quindi entra. Davanti a loro compare una donna già in età avanzata, ma dal corpo ancora robusto e muscoloso, intenta a fare l’inventario della sua dispensa. Il su aspetto fa intuire che grande guerriera dev'essere stata in gioventù, e la sua esperienza medica è già stata preziosa per entrambi, che all’arrivo su Basiliade si sono sottoposti a un ciclo curativo per finire il recupero dall’ultima avventura nel libro.
Iula, così si chiama la guaritrice, alza appena il capo dal registro che sta controllando.
«Siete di nuovo qui? Che ha combinato stavolta?», domanda con un cenno in direzione di Cedric. Non è una sorpresa: l’ultima visita in infermeria è stata dopo il più recente tentativo di fuga dell’alieno.
«Saggia Iula, questa volta sono io ad aver bisogno delle tue arti curative», spiega Orube piegandosi in un inchino rispettoso, per quanto sia possibile con il peso del corpo che grava solo sulla gamba sana. «Sono rimasta ferita durante il combattimento».
La donna smette di sistemare i vasetti sullo scaffale per concentrarsi su Orube.
«Davvero? Non me lo aspettavo, hai vinto rapidamente, da quanto ho sentito», sospira la donna, «non vengo mai all’Arena, preferisco essere pronta quando il perdente dello scontro arriva bisognoso di cure».
Una scelta pratica, pensa Orube. «Magari non è serio, solo il gonfiore del colpo… ma preferirei non tralasciare nulla. Anche se le parole di Yarr dovrebbero evitare altre sfide almeno per qualche giorno, devo essere pronta per quando accadrà di nuovo».
«Lascia giudicare a me di che si tratta. Preferisci che lo faccia aspettare fuori mentre ti spogli?» Orube arrossisce: in realtà, ha già iniziato a sfilarsi i pantaloni senza riflettere, ma la domanda della guaritrice la blocca proprio quando sta alzando la gamba ferita per far scivolare il piede nella seta chiara. Alza lo sguardo e nota che Cedric si è già voltato a fissare il muro senza che qualcuno glielo chiedesse, segno evidente di quanto entrambi siano in imbarazzo. «Non c’è problema, l’importante è fare in fretta».
«Ah, allora è vero che vivete insieme», borbotta la guaritrice, dubbiosa, e nella sua voce si percepisce una nota incredula che ferisce entrambi.
«Siamo legati insieme dalla magia… sarebbe difficile altrimenti», risponde lui come a sottolineare l’ovvio.
Certo, si dice Orube mentre si stende per farsi visitare, questo di per sé non li obbligherebbe né a vedersi nudi né a fare un sacco di altre cose… ma non sono affari della donna. Una delle poche cose su cui lei e Cedric sono d’accordo, è tenere la loro vita privata all’interno degli appartamenti che condividono. Non è necessario offrire altri motivi di chiacchiere al Giardino.
Ignara di questa riflessione, Iula le tocca la gamba con energia, saggiando i punti che provocano dolore, senza che Orube un fiato. Cedric fissa la guerriera, come a cercare un segno di sofferenza sul suo viso. Rimarrà deluso, però: l'addestramento a celare le emozioni è uno dei primi nel programma di ogni Giardino.
«Sei fortunata», valuta alla fine la guaritrice prima di andare a cercare un impacco di erbe di palude nella dispensa. «Ho visto il tuo avversario mentre lo trasportavano qui in barella ed è ridotto molto peggio di te. Gli hai dato una bella scarica, non c’è che dire».
Orube si incassa nelle spalle, imbarazzata. Non riesce a capire se le parole di Iula celano un complimento o un rimprovero: Bor è grosso e stupido, come Cedric non dimentica mai di commentare, eppure è molto amato nel Giardino. Sono in molti a essere infastiditi di come sia stato battuto, e con quale facilità… Forse anche Iula è una sua fan?
«Forse Kilubi aveva ragione ad accusarmi di aver giocato sporco. Ho migliorato molto i miei attacchi di energia con le Guardiane di Kandrakar, ma non è una tecnica che si usa così spesso qui», tenta perciò di minimizzare. Non potrebbe ammettere che desiderava mirare al suo protetto e che invece si è sfogata su Bor, infastidita dalla sua arroganza… Anche se sarebbe la pura verità.
Cedric, però, sbuffa: «Sciocchezze, quel tipo è così pieno di sé da non aver assimilato le tue strategie di combattimento al terzo incontro, ha meritato di perdere».
Ed ecco che qualunque tentativo di apparire umile è stato appena vanificato. La ragazza sbuffa e gli lancia uno sguardo truce. Detesta quando lui si comporta in quel modo… Non c'è bisogno di mettersi sempre in contrapposizione con chiunque, è stupido e non porta a nulla.
«Per quanto poco diplomatico, il tuo amico ha ragione… Anche se è un vigliacco a esprimere certe opinioni solo quando crede di essere al sicuro», s’inserisce Iula, determinata a trattare Cedric come un pezzo del mobilio. «Kilubi è giovane, impetuosa, e teme che tu possa diventare una pretendente all’eredità del maestro Yarr. Per questo è così arrabbiata con te».
«Che sciocchezza, come potrei avere simili mire? Non sono cresciuta qui, non faccio parte del Giardino, sono…» Un’ospite, ecco quello che sono, pensa. Poco gradita per di più, specie col lestofante che si porta dietro.
«La sola persona su Basiliade che abbia combattuto per Kandrakar e sia tornata, per esempio? Hai attraversato l’universo, hai conosciuto l’Oracolo in persona. Di certo hai accumulato una grande saggezza, e sei ancora così giovane!» ribadisce la donna con un certo orgoglio. «Non sarai la massima esperta di organizzazione, ma avresti molto da insegnare a tutti i nostri ragazzi».
Oh sì, ha vissuto così tante esperienze positive negli ultimi anni… Proprio una persona da prendere ad esempio. È per questo che si ritrova incatenata a un criminale intergalattico, perché è così saggia e traboccante di conoscenza che credevo potesse cambiare per amor suo. Bel maestro sarebbe!
«Andrò subito a tranquillizzarla: non sono preparata per diventare un maestro, né desidero questo titolo».
Vorrei solo un po' di pace, dannazione.
Iula si rende conto che non la giovane non è a suo agio e mentre finisce di medicarla lascia cadere la conversazione. I suoi poteri lenitivi vanno a sedare il dolore della gamba, eppure questo non basta a placare la frustrazione.
«Guaritrice, non ritiene più saggio impedire che Orube combatta per almeno qualche giorno? La contusione questa volta sembra grave, non ha senso rischiare di peggiorare le sue condizioni».
Cedric pone la domanda con tono svagato, quasi indifferente, ma la sua ansia si percepisce nell’aria. La donna annuisce.
«Il tuo amico non mi piace molto, Orube, ma questa volta ha ragione. Bor non sarà in grado di alzarsi per almeno una settimana, figuriamoci sfidarti di nuovo, ma è meglio che tu ci vada piano con gli allenamenti», risponde Iula, completando il rituale per sistemare la gamba.
La guerriera sembra voler aggiungere qualcosa, infastidita dall'osservazione di Cedric, ma rinuncia e chiude gli occhi mentre si gira sulla pancia. Più è sgarbato e sprezzante con tutto il mondo che li circonda e più è attento con lei, ma questo trattamento premuroso la mette ancora più a disagio. Le dimostra che potrebbe essere davvero compassionevole, se lo volesse, che c'è del buono in lui… Solo che non lo ammetterebbe mai, nemmeno con la donna che dice di amare, deciso com’è a recitare fino alla fine questo odioso personaggio che si è cucito addosso per tenere tutti a distanza. Orube compresa.
E lei non sa come aiutare uno che non permette a nessuno di farlo, nemmeno alla sua amata. O presunta tale.
«Bene, se avete deciso tutto senza prendermi neanche in considerazione, a me non resta che andare da Yarr per informarlo della situazione», borbotta alla fine, alzandosi per rivestirsi.
Iula la anticipa ancora una volta: «Non ti preoccupare di questo, gli comunicherò la situazione quando verrà per controllare le condizioni di Bor».
Un’incombenza di meno. Orube s’infila i pantaloni – che sfortunatamente mettono troppo in evidenza la medicazione che Iula ha fatto per isolare la pomata – e muove un poco la gamba mimando qualche calcio per capire in che condizioni sia. Il dolore è già diminuito parecchio, nota con sollievo, ma ci vorrà davvero qualche giorno per riprendersi del tutto. Non ci voleva, pensa la guerriera con rabbia.
Tuttavia, s’inchina alla guaritrice, che ha fatto un buon lavoro per quanto poteva: «Ti ringrazio per la tua gentilezza, Iula, mi hai davvero rimesso in sesto».
La donna sorride appena, mentre riordina i vasetti degli unguenti: «È il mio compito, mia cara. Cerca di stare a riposo completo per almeno un giorno o due, e torna prima della fine della settimana per un controllo».
«Lo farò, non temere», la rassicura prima di uscire dalle stanze di guarigione. E sono di nuovo soli.
«Te la sei cavata meglio di quanto pensassi, sai? Lascia che ti aiuti, la vecchia ha detto che non devi sforzarti».
Orube gli volta le spalle. «Non farlo».
«Cosa?»
«Non fingere che t'importi» soffia mentre comincia ad avviarsi per il corridoio.
«Non sarei qui, se non...»
«Niente scenate in pubblico», gli ricorda lei prima che continui con un tono troppo duro sentendo alle loro spalle qualcuno avvicinarsi. Si tratta di due allievi della classe intermedia, che si zittiscono per cogliere le nostre parole mentre li superano.
La loro posizione è già troppo precaria perché mezzo Giardino li senta litigare. Orube cerca di ricacciare le emozioni che la turbano, concentrandosi sulla situazione: la contusione la obbliga a essere cauta.
«Forse dovrei andare a cambiarmi, con una tunica potrei nascondere meglio la fasciatura…»
Cedric ridacchia e incrocia le braccia dietro la testa: «Dovrò mordermi la lingua parecchie volte, allora, visto quanto tempo impiegheremo a raggiungere le nostre stanze».
La ragazza lo fissa con odio, eppure è consapevole che ha ragione, di nuovo. L'appartamento che è stato assegnato loro dal Maestro, infatti, si trova esattamente dall'altra parte del Giardino. Zoppicare per tutto il tragitto sarebbe anche peggio che mostrare la gamba medicata.
Tuttavia, Orube escogita subito un altro modo per vendicarsi per le frecciatine: «Andiamo a mangiare, allora. Si è fatta ora di pranzo».
Cedric prova a replicare qualcosa, frustrato dal doversi trovare così presto tra gli abitanti del Giardino, ma ancora una volta non ha parola in capitolo. Ed è bene che se lo ricordi.



Note di Rowi: Niente, la vita non-virtuale ha richiesto molte più attenzioni di quanto non pensassi. Grazie a chi mi ha letto e chi ha recensito il primo capitolo :)
   
 
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