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Autore: GReina    24/05/2021    2 recensioni
[sakuatsu]
La vita di Atsumu ha raggiunto una perfetta routine quotidiana insieme a Kiyoomi fin quando un uomo non bussa in casa loro con una notizia: Atsumu ha due figli di quattro anni e dovrà prendersi cura di loro.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 13

“Troveremo un modo.” gli aveva detto Kiyoomi, e quel modo si presentò loro solo il giorno dopo, quando coach Foster rivelò alla squadra il luogo in cui quel finesettimana avrebbero avuto la trasferta: Osaka.
“Osaka è a solo un’ora da casa mia.” sussurrò Atsumu al proprio compagno che si limitò ad annuire. Probabilmente aveva pensato la stessa cosa. L’alzatore deglutì, poi si impose di ascoltare il coach e di rimandare a più tardi i pensieri sui bambini.
“Diremo loro che abbiamo colto l’occasione per fargli salutare i bambini dato che eravamo quasi di passaggio, così Kami potrà prendere il cellulare.” ricapitolò due ore più tardi Sakusa nel salotto di casa loro. Atsumu annuì.
“Kami,” chiamò il biondo. La piccola subito lo raggiunse, così lui le prese le mani tra le sue “dov’hai messo il telefono della mamma?”
“È nascosto tra i miei giocattoli!”
“Allora dovrai dire ai nonni che vuoi portare qui a Tokyo un tuo giocattolo e prendere di nascosto il cellulare.” Kamiko annuì decisa. “È molto importante che i nonni non sappiano cosa stai prendendo. Lo capisci? Puoi riuscire a farlo di nascosto?”
“Sì! Me l’ha già spiegato la mamma!” Atsumu sorrise, poi le accarezzò i capelli.
“Brava la mia ragazza!”
“Atsumu, a questo punto c’è un’altra cosa che devi fare.” gli fece notare il corvino.
“Non dirlo.” sapeva benissimo a cosa si stesse riferendo.
“Devi dirlo…” Atsumu si mise le mani tra i capelli prendendo a lamentarsi “…a tua madre.” il biondo sospirò.
“Lo so.” sbuffò rassegnato “Mi mangerà vivo.”
“Non avrebbe tutti i torti.” l’alzatore guardò male il proprio compagno che non riuscì a nascondere in tempo il proprio sorrisetto. Forse non ci provò nemmeno.
“Puoi evitare di divertirti così tanto? Pensa piuttosto a come farai a crescere due gemelli da solo!” a quel punto Kiyoomi non trattenne le risate, ma ebbe almeno la decenza di avvicinarglisi per baciarlo a stampo sulle labbra.
“Andrà bene.” Atsumu avrebbe tanto voluto esserne sicuro quanto lui. 
 
“Sarà divertente!”
“Smettila, Samu.” ringhiò il biondo al suo gemello. Avevano deciso che Atsumu sarebbe partito un giorno prima rispetto a Kiyoomi ed i gemelli in modo da poter spiegare tutta la situazione a nonna Izumi. L’alzatore, tuttavia, si era del tutto rifiutato di andare a Hyogo senza rinforzi, così Osamu e Suna sarebbero andati con lui.
“Ci vediamo domani.” lo salutò Kiyoomi dal ciglio della strada “Sta’ calmo. Vedrai che tua madre capirà.” il suo ragazzo aveva provato a convincerlo di questo per quasi due giorni, ma senza successo, quindi Atsumu si limitò ad annuire incerto come le volte precedenti, salutò i bambini, baciò Kiyoomi e salì in macchina.
“Si parte!!” urlò entusiasta Suna al volante.
“Perché sembrate tutti così felici? Perché siete tutti così divertiti??” Atsumu incrociò le braccia al petto e mise il broncio mentre gli altri due ridevano dai sedili anteriori.
“Saranno sette ore tremende.” mormorò il biondo pensando alla lunga strada da fare.
“Saranno sette ore divertenti.” lo corresse il suo gemello, poi si girò per guardarlo meglio in viso e sorridente aggiunse: “E immagina quando arriveremo a Hyogo!!” rise di gusto.
“Il tuo cellulare è carico, vero, Sunarin??” chiese in ansia l’alzatore.
“Intendi l’unico oggetto che si frappone tra te e la tomba? Sì, lo è.” rispose il centrale divertendosi parecchio.
“Vi odio tutti.” ribatté Atsumu per il suo entusiasmo, poi si voltò e guardò fuori dal finestrino. Agitò la mano rispondendo a quelle dei suoi figli che lo salutavano, infine iniziò a prepararsi al peggio.
 
“Tsumu, Samu!!” urlò loro madre quando venne ad aprire la porta. Li abbracciò forte, poi passò a Suna “Rin, anche tu! Che bellissima sorpresa.” Osamu non riusciva a contenere le risate, così l’altro gli diede una dolorosa gomitata sulle costole.
“Entriamo?” chiese nervoso il biondo e la donna subito acconsentì.
“Preparo il thè per tutti, cosa preferite?” chiese ancora entusiasta. Atsumu grugnì.
“Una camomilla. E falla anche per te.” Izumi assottigliò per un attimo gli occhi, confusa, ma non fece domande e mise l’acqua a bollire.
“Allora? Che mi raccontate? Cosa ci fate qui? Non che non sia contenta!!” l’alzatore spostò il peso da un piede all’altro prima di dire:
“Domenica ho una partita ad Osaka ed ho colto l’occasione per passare.” la donna gli accarezzò una guancia e sorrise amorevole.
“Hai fatto bene!” Atsumu arrossì e sbiancò nel giro di un attimo, ma non diede modo a sua madre di accorgersene perché usò la scusa di voler prendere le tazze per tutti per allontanarsi.
“Dov’è Kiyoomi?” continuarono le domande di sua madre.
“Ci raggiungerà domani…”
“Tsumu, tutto bene? Sembri strano.” l’interpellato guardò nel panico verso suo fratello. D’altronde gli aveva chiesto di venire per aiutarlo, così quello roteò gli occhi e intervenne per salvarlo.
“Stavo pensando di espandere Onigiri Miya anche a Osaka.” la distrasse.
“Davvero??” funzionò “È fantastico, tesoro!”
“Darò un’occhiata ai dintorni mentre Tsumu gioca. Su internet ho già trovato un paio di locali che potrei comprare e ristrutturare, ma ci sono tante cose ancora da vedere.”
Così passarono i minuti successivi a parlare di problematiche di gestione, di permessi e contratti lavorativi e nel frattempo l’acqua divenne bollente. Izumi la versò in quattro tazze e poi in queste mise le bustine in infusione, infine si spostarono in salotto.
Il cuore di Atsumu prese a correre impazzito. Osservò sua madre ridere e scherzare con Osamu e Rintaro e ad ogni occasione in cui lui avrebbe potuto stroncare le chiacchiere per iniziare il discorso per cui avevano fatto tanta strada, invece desisteva e si limitava a prendere un sorso di camomilla. Fu Osamu, alla fine, a dargli l’opportunità di parlare: rispose con fare sbrigativo all’ultima domanda di sua madre, poi guardò Atsumu con intesa, così lui non ebbe altra scelta.
Poggiò la tazza sul tavolo con mani tremati e poi poco sicuro chiamò: “Mamma.” il suo tono e la sua espressione fecero subito capire all’interpellata quanto quello che sarebbe seguito fosse importante, quindi d’istinto posò anche lei la tazza che aveva tra le mani e si sporse in avanti.
“Tesoro, tutto bene?” Atsumu sospirò prima di rispondere:
“Ecco, devo dirti una cosa.” guardò fugacemente verso suo fratello. I gemelli Miya potevano dirsi tutto quello che volevano, ma erano sempre pronti a sostenere l’altro in caso di necessità. Osamu annuì incoraggiante, così il biondo poté tornare a guardare loro madre.
“C’è una cosa che è successa qualche settimana fa e… io avrei dovuto dirtelo, ma non l’ho fatto.” fece una pausa, conscio del fatto che Izumi avrebbe dovuto avere il tempo per metabolizzare ogni parola, poi continuò:
“Ti ricordi la mia ultima ragazza del liceo, Isako?” la donna aveva uno sguardo confuso in viso, ma annuì.
“Sì, certo. Mi piaceva molto.” anche Atsumu annuì, poi prese a torcersi le mani.
“Lei ha avuto due figli.” rivelò “Gemelli.” osservò sua madre per qualche secondo ed ebbe modo di vedere la domanda fiorirgli in viso e poi anche la risposta. Prima che potesse ipotizzare ad alta voce, tuttavia, fu Atsumu stesso a rivelare: “Miei.” lasciò che la notizia permeasse per bene nell’aria e permise a sua madre di avere la propria reazione. Questa spalancò bocca ed occhi prima di esclamare:
“Tu hai dei figli?? Da quanto tempo? Com’è successo??? Perché non me l’hai detto prima!!?” l’espressione di Atsumu era mortificata ed aveva appena aperto bocca per rispondere quando sua madre parlò ancora: “Credevo che fossi felice con Kiyoomi!” infine il suo volto si inasprì ed arrabbiata iniziò a chiedere: “Non l’avrai mica-” ma lui non la lasciò finire:
“NO! Mamma, certo che no! Non lo tradirei mai!” era furioso che l’altra l’avesse solo pensato, ma si disse che l’unica autorizzata ad essere incazzata era sua madre, quindi si calmò e spiegò meglio:
“Hanno quattro anni, ma non sapevo niente di loro fino a qualche settimana fa.” sospirò “Isako è morta, mamma… e in punto di morte ha detto di volere che sia io ad occuparmi di loro invece che i suoi genitori.” Izumi era senza parole; la sua espressione era così carica di sentimenti contrastanti da rendere quasi impossibile capire a cosa stesse pensando. Atsumu deglutì e poi sganciò la bomba:
“Kiyoomi non è qui perché è a Tokyo con i bambini, al momento.” passarono un paio di secondi prima che – spaventosa – la donna sussurrasse:
“A Tokyo?” Atsumu annuì timido “Vuol dire che per tutto questo tempo sono stati-” si interruppe, poi spalancò gli occhi improvvisamente consapevole di qualcosa: “È per questo che siete venuti a trovarmi l’ultima volta, non è così?? Eravate venuti a prenderli!” il biondo provò a confermare la sua deduzione, ma la voce non collaborò, quindi si schiarì la gola e finalmente riuscì a dire:
“S-sì.”
“MIYA ATSUMU!” arrivò infine la sfuriata che l’altro si aspettava “COME TI SEI PERMESSO DI NASCONDERMI UNA COSA SIMILE!” urlò scattando in piedi. Anche Atsumu si alzò.
“Mi dispiace!” le disse sincero “Mi dispiace davvero tanto, mamma. Volevo solo fare ciò che era meglio per i bambini.”
“ED ERA MEGLIO PER LORO CHE IO NON SAPESSI DELLA LORO ESISTENZA!?” Atsumu si sentì in colpa, ma annuì.
“I loro nonni mi hanno subito detto che volevano l’affidamento esclusivo e io-” Izumi non lo lasciò finire, invece gli si avvicinò minacciosa continuando ad urlare.
“A QUANTO PARE SONO LORO NONNA ANCH’IO! PENSAVI NON AVESSI IL DIRITTO DI DIRE LA MIA!? COME HAI POTUTO-!”
“Non ho intenzione di concedere loro l’affidamento!” fu questa volta il figlio a interromperla; deglutì e continuò: “Credevo che per loro sarebbe stato meglio crescere con i nonni che li hanno cresciuti fino ad ora, ma mi sbagliavo.” gli vennero gli occhi lucidi. “Mi dispiace tanto, mamma… credevo che fosse la cosa più giusta da fare.” Izumi sembrò quasi tentata di abbracciarlo, ma probabilmente era troppo arrabbiata per riuscirci. Tornò a sedersi stizzita, così – tremante – fece lo stesso Atsumu. Il biondo guardò verso Osamu e Suna in cerca di aiuto, quindi il secondo scattò sul posto e riprendendosi disse:
“Izumi, guarda!” prese il proprio cellulare dalla tasca della giacca e lo sbloccò. Atsumu non riusciva a vedere lo schermo, ma dall’espressione intenerita di sua madre capì che dovevano essere delle foto dei suoi figli.
“Come si chiamano?” chiese. Atsumu non rispose perché credette stesse parlando con Suna, ma quando nessuno parlò e lei sollevò lo sguardo per incontrare il suo si ricredette e disse:
“Akihiko il maschietto e Kamiko la femminuccia. Noi li chiamiamo Kami e Aki.” la donna sorrise prima di tornare con gli occhi sul cellulare. Poi fu il turno di Suna a parlare:
“Kami è una peste tale e quale ad Atsumu. Già mi viene da ridere al pensiero di quanto lo farà impazzire nella fase ribelle!” Izumi rise anche se ancora palesemente arrabbiata. “Ti faccio vedere.” continuò il ragazzo di Osamu, poi scorse il dito per un po’ sullo smartphone finché le voci familiari dei gemellini non gli dissero che aveva fatto partire un video. Gli occhi di Izumi si fecero lucidi e con voracità seguì le immagini sullo schermo.
“Oh, Rin!” disse a un certo punto accarezzando quest’ultimo “Ecco perché sei il mio figlio preferito!” Osamu grugnì, mentre Atsumu non si azzardò ad emettere fiato. Solo alla fine del video il biondo trovò il coraggio per tornare a parlare:
“Anche Aki è meraviglioso. È più timido, ma anche dolcissimo.” sorrise fiero “Avresti dovuto vedere come si è comportato quando Omi ha avuto un attacco di panico! Lui-”
“Sì, avrei dovuto.” gli parlò sopra sua madre. Atsumu si interruppe mortificato e distolse lo sguardo.
“Sono arrabbiata anche con te!” si voltò verso Osamu “Perché non me l’hai detto!?” l’interpellato s’indignò:
“Avrei dovuto fare la spia??” loro madre non rispose, tutti sapevano che in realtà non era minimamente in collera con il ristoratore, ma ciononostante si voltò verso Rintaro e disse: “Tu sei l’unico dalla mia parte, Rin! Fammi vedere altre foto!”
Lasciarono che la donna si calmasse un po’ guardando per intero la cartella che Suna aveva soprannominato “Le piccole pesti dell’idiota” e solo a quel punto Izumi poté tornare a guardare il proprio figlio con meno astio e dirgli:
“Va bene, dimmi cosa succede. Qual è la situazione?”
===
Fu Osamu ad aprirgli la porta quando Kiyoomi suonò il campanello. Il gemello di Atsumu guardò prima lui, poi abbassò lo sguardo sui bambini.
“Vi conviene andare a salvare il vostro papà. È da quella parte.” indicò l’ingresso del salotto, così Kamiko ed Akihiko entrarono e si diressero da quella parte.
“È veramente andata così male? Credevo che Atsumu esagerasse.”
“Ha esagerato, infatti. Ma mamma è ancora incazzata con lui. Quasi non gli rivolge la parola. Però sono sicuro che quelle piccole pesti le faranno passare tutto.” Osamu gli disse tutto quello mentre seguivano i gemellini, così poterono vederli entrare felici in salotto, individuare Atsumu e sorridendo correre verso di lui con le mani protese in avanti.
“Papà!” urlarono all’unisono. L’alzatore sorrise visibilmente più rilassato del secondo precedente e si abbassò per accoglierli entrambi in un abbraccio. Kiyoomi si godette quella scena per un paio di secondi, poi spostò lo sguardo su Izumi che trovò sorridente e intenerita.
“Immagino che tu abbia ragione.” sussurrò ad Osamu, poi si fece avanti ed andò a salutarla.
“Izumi.” le sorrise; lei distolse lo sguardo da figlio e nipoti per concentrarsi su di lui.
“Kiyoomi, benvenuto! Ti abbraccerei, ma so che tu-”
“Posso fare un’eccezione, per questa volta.” concesse con un sorriso. Quello di Izumi si allargò, poi lo strinse a sé per qualche secondo.
“Vedo che Atsumu è ancora vivo.” le disse quando si furono separati “Immagino di doverti ringraziare,” scherzò “sarebbe stato più complicato ottenere l’affidamento senza di lui…” si incupì all’idea di cosa avrebbero passato da lì a qualche giorno.
“Atsumu mi ha spiegato tutto.” Kiyoomi guardò prima lei, poi il suo ragazzo che ancora parlava con i gemellini e Izumi seguì il suo sguardo.
“Hai tutto il diritto di avercela con lui. O con noi…” si corresse “Ma sappi che Atsumu non ha passato nemmeno un giorno senza tormentarsi per non averti detto di loro.” la donna incrociò le braccia al petto.
“Sono ancora arrabbiata.” lo schiacciatore annuì.
“È comprensibile.” ma Izumi eliminò subito il broncio quando suo figlio si voltò verso di loro ed insieme ai bambini prese ad avanzare. La donna sorrise e si accovacciò per guardarli meglio.
“Piccoli, questa è la mia mamma, quindi è vostra nonna.” i bambini alternarono lo sguardo tra tutti loro prima di rimanere fissi sulla nuova conoscenza e dire come da copione:
“Buongiorno.” Izumi sorrise tenera e si presentò, poi Kiyoomi notò il disagio di Kamiko e si affrettò a dire:
“A nonna Izumi non importa se non indossi la gonna, Kami.” la madre di Atsumu lo guardò confusa, ma immediatamente dopo si voltò verso la bambina per dire:
“Certo che no! Sei bellissima anche in pantaloni.” la piccola sorrise felice, poi abbracciò la gamba di Atsumu che rise.
“Dalle un’ora e non sarà più tanto timida.” Kiyoomi, Osamu e Rintaro annuirono concordi.
Passarono il resto della mattinata a chiacchierare e a far conoscere i gemelli alla nonna. Come promesso, a Kami bastò poco per sciogliersi e – trasportato dalla sorella – lo stesso fece Aki.
Poco più tardi Izumi si disse assolutamente contraria a lasciare che uno qualsiasi di loro andasse in hotel, così decisero che Kiyoomi, Atsumu e i bambini avrebbero preso il letto matrimoniale, Suna ed Osamu la stanza dei gemelli e Izumi il divano.
“E non ammetto repliche!” disse categorica. Infine, arrivò il pomeriggio e con esso il momento di tentare il furto del cellulare in casa Suzuki.
   
 
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