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Autore: hapworth    24/05/2021    1 recensioni
Qualcun altro lo avrebbe reputato noioso, ma Izuku si divertiva ad ascoltarlo, specie quando gli raccontava come si fosse appassionato improvvisamente a qualcosa che, altri, neppure avrebbero notato. Aveva sempre così tanto da dire, che Izuku trovava raramente spazio per inserirsi, ma gli piaceva comunque, perché poi Shouto lo guardava con i suoi occhi brillanti ed era come se sorridesse, anche se non lo faceva come gli altri.
[Shouto/Izuku]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Siamo giunti alla fine di questo viaggio. Non ho molto da dire, anche perché ho credo detto tutto all'inizio: tengo moltissimo a questa piccola storia, a questo insieme di slice of life in cui Shouto e Izuku crescono insieme, imparano a conoscersi e si innamorano. Ho voluto affrontare una tematica che mi è sempre stata molto a cuore e spero di essere riuscita davvero nell'intento senza essere pressapochista o troppo marcata. Era la prima volta e spero di migliorare, perché vorrei in futuro affrontare temi delicati come questi, perché la vita è un tutto tondo e tutti abbiamo bisogno di essere capiti e amati.
La scelta di parlare di Shouto con la Sindrome di Asperger è stata dettata dal fatto che volevo sì affrontare l'autismo, ma volevo farlo in modo più leggero e scanzonato possibile, senza per questo risultare troppo, dato che ho sempre un'insicurezza di fondo, per quanto mi documenti o affronti nella vita reale persone di ogni tipo e storia. E niente, ringrazio tutti quelli che mi hanno accompagnata in questo viaggio, perché anche se da quando ho scritto la prima bozza di questa storia sono passati anni, alla fine ce l'ho fatta a tirare fuori qualcosa di decente.
Buona lettura!

hapworth


And everywhere I'd look, you're eyes I'd find
Capitolo 10 - Oggi, domani e il giorno dopo ancora

Stabilire i limiti era stato facile una volta iniziato, molto più facile di quanto Izuku avesse previsto. Shouto non aveva avuto problemi, né sembrava intenzionato a fargliene, per il loro rapporto; erano giunti alla conclusione – o meglio al compromesso che se ci fossero stati problemi, avrebbero dovuto dirselo a vicenda e la cosa, stranamente, stava funzionando.
Certo, Izuku si imbarazzava ancora quando Shouto parlava di “sesso anale” – che, accidenti, bastava usare la parola sesso, era tanto complicato? -, ma tranne quella piccola svista, le cose andavano bene. Almeno erano andate bene fino a quel momento.
«E quindi sono andato in farmacia e ho preso dei preservativi e del lubrificante. Se vogliamo farlo, dobbiamo andare per gradi.» Izuku avrebbe apprezzato un po' meno sincerità e schiettezza da parte del compagno, almeno da quel punto di vista. «Il senpai ha detto che sono importanti i preliminari e...»
Quando sarebbe finita quella storia? Se avessero fatto sesso ne avrebbe parlato di meno? Dubitava, considerando che Shouto si era preso così a cuore la faccenda fin da quando avevano chiarito le cose e, sul serio, Izuku aveva bisogno che non ne parlasse in modo così diretto. Sperava solo che la loro vita sessuale non sarebbe stata messa in pubblica piazza con il senpai – anche perché Shouto aveva pochi amici, dunque al massimo lo avrebbero saputo in due o tre, ma erano già fin troppi. Si fidava, ma non voleva privarlo della libertà di scelta di parlare con i pochi amici che aveva in totale libertà, per lui era importante – e poi Shouto considerava bugie anche le omissioni.
«... dato che abbiamo anche cominciato a fare sesso intercrurale, credevo che fosse il momento adatto.» Izuku si tappò le orecchie, morendo internamente di imbarazzo al continuo parlare di Shouto. La loro vita amorosa – e sessuale – non aveva bisogno di essere espressa in modo tanto clinico e diretto, anche se non era cattiveria quella dell'amante.
«Shouto...»
«... ho letto che dobbiamo prima fare un po' di preparazione, altrimenti non sarà piacevole. Ho anche guardato qualche video consiglia-»
«SHOUTO!» il ragazzo si ammutolì, guardando verso Izuku che era rosso – quasi blu in effetti – e lo guardava con una strana espressione. Non sembrava imbarazzo, non solo almeno: aveva imparato a riconoscere l'imbarazzo di Izuku quando avevano cominciato a baciarsi con la lingua e a toccarsi intimamente, condividendo il letto e gli orgasmi, seppure non con penetrazione anale.
«Cosa ho fatto?»
«Calmati. Vai troppo in fretta, io-» sospirò Izuku; Shouto capì: si era di nuovo eccitato tutto da solo, pensando a mille cose insieme, senza considerare minimamente cosa potesse pensare il compagno di quello che aveva deciso. Si rabbuiò, consapevole che non era stato responsabile, né rispettoso nei confronti di Izuku quel comportamento: lo amava, ma a volte pensava di non essere abbastanza. Che forse, in qualche modo, Izuku avrebbe preferito qualcuno che lo capisse al volo, senza che parlasse, solo con uno sguardo. Lui non sarebbe mai riuscito a farlo, anche se ogni tanto qualcosa riusciva a capirla senza che Izuku gliela dicesse. «Scusa. Pensavo che ti avrebbe fatto piacere. Possiamo anche non usarli se non vuoi.» anche se lui avrebbe voluto. Voleva Izuku, di quel desiderio che gli chiudeva lo stomaco in modo irrazionale, come se facesse male – e che sapeva era dovuto principalmente all'eccitazione e a una reazione fisica, più che emotiva, anche se gli piaceva pensare che non fosse solo quello e sapeva che non lo era. Ma non voleva costringerlo, né fare qualcosa che non voleva: il sesso anale non era necessario, lo aveva letto, c'erano un sacco di coppie omosessuali che non si penetravano a vicenda e che stavano bene comunque. Non era una cosa necessaria e, se Izuku non voleva, lui non avrebbe insistito per niente.
«Non volevo dire che non voglio.» mormorò Izuku, il viso che si rasserenava un po', mentre prendeva qualche respiro. «Solo che a volte corri troppo. Sono... contento che tu ci tenga tanto, e anche io ci tengo, ma vorrei che ne parlassi sempre con me quando hai qualche dubbio o curiosità. Sono... inesperto anche io, ricordi? Siamo...»
«Sulla stessa barca!» esclamò Shouto, gli occhi brillanti per quell'emozione che gli dava utilizzare, a distanza di anni, quello che aveva imparato con tanta fatica alle superiori. Adorava ancora i modi di dire e, quando ne sentiva di nuovi, se li scriveva e faceva qualche ricerca, in modo da poterne comprendere appieno il significato, facendosi aiutare anche da Izuku, come sempre.
«Esatto, Shouto. Siamo sulla stessa barca e vorrei che parlassimo di più di queste cose. Mi imbarazzano, ma sono anche felice.» Shouto annuì, abbracciando stretto Izuku e affondando il viso tra il collo e la spalla del compagno, annusandolo con poca discrezione, la presa un po' troppo forte come sempre. Izuku rise, abbracciandolo a propria volta: gli piaceva lo stesso, anche quando lo stringeva troppo forte, era un suo modo di amarlo, come molti altri.
«Ora ci baciamo?» domandò poi Shouto, scostandosi appena da quel punto e guardandolo dritto negli occhi, in quel contatto che condividevano solo loro e che Shouto aveva dato prova di voler condividere solo con lui, probabilmente per via di quello che erano stati e che erano.
Izuku rise di fronte all'espressione dell'amante. «Sì, ora ci baciamo.» anche se era imbarazzante sentirsi sempre chiedere le cose, andava bene, dimostrava tutto quello che c'era nella mente di Shouto, la sua premura, il suo amore, la sua devozione e la sua sincerità più assoluta.
Il bacio fu goffo come sempre all'inizio, ma trovarono il loro ritmo dopo un po' e Izuku tremò, così come Shouto, poco prima che si staccassero entrambi dal contatto. Izuku sospirò accaldato, le mani strette contro la stoffa della maglia morbida del compagno che lo teneva stretto a sé.
«Proviamo quello che hai comprato, ti va?» la voce bassa di Izuku fece scattare, con qualche istante di ritardo, Shouto che lo rilasciò per guardarlo sul viso arrossato. «Davvero?»
«Davvero.» confermò Izuku, allungandosi per stringere nuovamente l'amante e ridere, imbarazzato, confondendo apparentemente Shouto. «Però prima dobbiamo spogliarci, sennò...»
«Shouto.» lo ammonì l'altro, nella sua confusione: che aveva detto? Mica potevano usare il lubrificante da vestiti...?
«Cosa-» ma venne interrotto dal dito che, delicatamente, si posò sulle sue labbra.
«Stai zitto e dammi un bacio, ok?» e Shouto non se lo fece dire due volte, mentre socchiudeva gli occhi e lo teneva stretto, sentendo il cuore battere e battere e battere ancora, in quel continuo concentrato di sangue, ossigeno, adrenalina ed eccitazione che, sapeva, significava amare qualcuno ed essere amato.


Fine
   
 
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