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Autore: eddiefrancesco    25/05/2021    0 recensioni
Londra 1815
La Gran Bretagna vive un periodo gaio e licenzioso in tema con il carattere permissivo del reggente e del suo seguito...
Nonostante questo, per le convenzioni sociali la ricchissima proprietaria di Madderlea, miss Sophie, non può gestire da sola le sue tenute.
Per farlo, ha bisogno di un marito.
Richard, al contrario, deve urgentemente trovare una moglie.
Il destino li fa incontrare, ma niente è come sembra: Sophie e Charlotte, sua cugina, si sono infatti scambiate di ruolo e ...
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Napoleonico
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Sophie decise di incontrare lord Braybrooke. - D'accordo. Digli che scendero' fra un attimo.- Rispose alla sua cameriera e quando fu rimasta sola, volò allo specchio. Il suo volto era gonfio per il pianto e lei tentò di rimettersi a posto, poi abbandonò l'impresa. A che pro darsi tanto da fare, visto che aveva perduto per sempre l'unico uomo che avesse amato? E lui, se avesse saputo la verità, le avrebbe mai proposto di divenire la sua amante? No, certo che no. Se avesse conosciuto la sua vera identità, le avrebbe proposto il matrimonio. Quando entrò in salotto, trovò Richard in piedi, accanto al caminetto. Lui alzò la testa appena la vide e subito si accorse che lei aveva pianto. - Milord, non è stato saggio da parte vostra presentarvi qui questa sera. Ora che mi avete vista, potete andarvene.- esordì Sophie tentando di controllare il fremito nella voce. - Solamente quando avrete risposto alla mia domanda.- - E quale sarebbe? - - Perché non volete diventare mia moglie? - - Vostra... vostra moglie? - si stupì lei. - Ma certo! Cosa credevate che intendessi quando...? - Si interruppe, fissandola, come folgorato da una spiegazione. - Mio Dio! Non ditemi che avete pensato che vi chiedessi di diventare la mia amante! Dovete avere una pessima opinione di me, per poter credere a una tale infamia! - - Eppure, milord, avevamo stabilito che io non posseggo alcuna delle qualità che voi ritenete indispensabile per la vostra futura sposa.- - Al contrario, voi rispondete appieno alle mie richieste. Siete bella e avete compassione dei deboli, vi piacciono i bambini. Cavalcate come se foste nata in sella e siete coraggiosa. L'unica pecca che trovo in voi è che siete un po' troppo indipendente, ma sono certo che il vostro comportamento sia frutto di alcune circostanze. Inoltre sono convinto che non mi troviate del tutto insopportabile.- - Milord, io... - - Ditemi che mi sposerete e io dedicherò il resto della mia vita a rendervi felice. Non c'è null'altro che io desideri di più. Perché, vedete, io vi amo, Sophie.- Lei lo fissò incredula. Per giorni e giorni aveva desiderato sentire proprio quelle parole e ora che il suo desiderio si era avverato, era troppo tardi. - Vi prego, milord, non continuate.- - Perché no? Voglio sapere quale sarà la vostra risposta prima di parlare col signor Hundon.- - Oh, no! Non dovete dirgli nulla, vi prego, promettetemelo.- Gridò Sophie in preda alla disperazione. - Ma è il mio dovere. Io voglio chiedervi in sposa e prima devo avere il consenso del vostro tutore.- ribatte' lui. Lei era troppo sconvolta per prendere nota delle sue parole. Richard infatti si era riferito al signor Hundon definendolo un tutore, e non un padre. - Lord Braybrooke, vi ringrazio, ma la risposta è no. Non posso acconsentire a diventare vostra moglie.- - Perché no? Mi trovate ripugnante? Brutto? Odioso? - ritorse lui afferrandola per un polso. A ogni domanda Sophie scoteva il capo. - E allora perché? Siete preoccupata per la vostra dote? Non mi importa. Niente è importante se mi sposerete.- - Ma importerà sicuramente a vostro nonno - replicò lei. - Andremo insieme da lui e gli spiegheremo tutto. Non ci rifiuterà il suo consenso. Ma se anche lo facesse, non importerebbe. Con voi al mio fianco, sono pronto a sfidare il mondo.- Sophie lo guardo' negli occhi e si sentì perduta. Era arrivato il momento di confessargli la verità. Era meglio che la venisse a sapere da lei, prima che qualcun altro lo informasse. Trasse un profondo respiro, ma prima che potesse iniziare a parlare, fu interrotta dalla cameriera. - Miss Sophie, il signor Hundon è qui. - la avvertì con agitazione. - Oh, no!... Milord, dovete andarvene.- - Ma io devo parlargli...- - Non questa sera. Sarà stanco per il viaggio e quindi non certo dell'umore adatto per ascoltarvi - spiegò guardandosi intorno nella stanza alla ricerca di una via di fuga. Afferrò Richard per un braccio e lo guidò verso la terrazza, che dava sul giardino. - Qui, andatevene da qui in fretta.- Riluttante, Richard disparve nel buio, proprio mentre lo zio William faceva la sua comparsa nella stanza. - Si può sapere di cosa sta cianciando il maggiordomo? -domandò l'uomo appena vide Sophie. - Prima mi dice che lady Fitzpatrick e la signorina Roswell sono fuori casa, poi aggiunge che la signorina Sophie è a casa. Non mi sembra che abbia le idee molto chiare.- - Zio, che sorpresa vedervi - lo accolse lei con un sorriso, tentando di parlare con un tono di voce normale. - A casa va tutto bene? - - Sì, tutto a posto, considerando la salute della tua povera zia. Piuttosto, come mai Charlotte è fuori con la tua dama di compagnia e tu sei qui? - - Sono andate al ballo dei Braybrooke. Io non mi sentivo molto bene, cosi sono tornata indietro.- - Be', allora vai subito a letto. Non è il caso che tu stia qui al freddo. Aspetterò io Charlotte e lady Fitzpatrick.- Sophie fu attraversata da un brivido all'idea che sua cugina dovesse affrontare da sola le ire paterne, così propose allo zio di ritirarsi. - Mi sembri molto ansiosa di liberarti di me. Comincio a pensare che sua grazia avesse ragione - osservò suo zio. - Sua grazia? - - Sì, il duca di Rathborne. Mi ha scritto una lettura, informandomi che in città stavano accadendo cose strane, e ingiungendomi di recarmi presto a Londra, se non volevo che mia figlia e mia nipote si rendessero ridicole agli occhi del bel mondo.- Allora sua grazia l'aveva riconosciuta! Lei abbassò il capo e si sedette. - Avanti, perché non mi racconti cos'è successo? - la sollecito' lo zio. - Sono stata davvero una sciocca, e penso di aver irrimediabilmente rovinato la mia vita - iniziò lei, e dopo essersi asciugata le lacrime che le scendevano copiose sulle gote, narro' l'intera storia. - Fatico a credere alle mie orecchie. Avete architettato un piano diabolico e ora mi chiedo come faremo a uscirne. Ma come siete riuscite a continuare per tutti questi giorni? - continuò zio William non appena lei ebbe terminato. - È stato molto difficile, soprattutto dopo l'arrivo di Freddie.- - Ma certo, Frederick Hartfield è a Londra! Del resto, farebbe qualunque cosa gli domandasse Charlotte.- - Sapete anche questo, zio? - domandò Sophie stupita. - Lo sospettavo da un pezzo, poi il ragazzo è venuto a parlarmi prima di partire per la città. Io non sono contrario a una sua unione con Charlotte, ma gli ho detto chiaro e tondo che con suo padre dovrà vedersela da solo. E immagino che dopo questa faccenda non sarà un compito tanto semplice.- Furono interrotti dal ritorno di lady Fitzpatrick e di Charlotte, che rimase folgorata appena vide il padre in salotto. - Papà! Cosa fate qui? - - La stessa domanda che potrei porti io, mia cara. Ti ho mandato a Londra con Sophie e mi aspettavo che tu imparassi a comportarti in società, invece vengo a sapere che avete organizzato uno stupido scherzo che danneggera' la nostra reputazione. Tua cugina mi ha appena confessato tutto quanto.- - Oh, povera Sophie, deve esserle costato molto.- Lady Fitzpatrick era rimasta scioccata per quello scambio di parole, e continuava a girare lo sguardo dall'uno all'altro, finché William Hundon prese in mano le redini della situazione e spiegò quanto era accaduto con voce tonante. - Domani mattina mi rechero' personalmente da lord Braybrooke. Spero che lui e il duca acconsentiranno a mantenere il segreto per evitare uno scandalo - concluse prima di ritirarsi. Richard, rimasto nascosto nell'ombra, aveva udito tutto. Ma era stata solo una conferma ai suoi sospetti. Già da tempo aveva dei dubbi sul comportamento di Sophie e molti suoi atteggiamenti non gli erano parsi tipici di una ragazza allevata in campagna. Ritornò a casa senza essere notato da nessuno, infradiciato dalla pioggia che aveva iniziato a scendere copiosa, ma più deciso che mai a sposare Sophie. Il mattino dopo si recò subito dal nonno.
   
 
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