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Autore: loverrrr    26/05/2021    1 recensioni
Edward è un personal trainer mentre Bella ha una tolettatura per cani e quattro volte a settimane va in palestra per tenersi in forma... sono tutti umani e capitolo dopo capitolo scopriremo la storia di ognuno di loro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Victoria | Coppie: Bella/Edward, James/Victoria
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Il giorno seguente, Bella andò in palestra da sola poiché l’amica aveva una questione di lavoro da risolvere: un cliente si era presentato all’ultimo momento. Bella arrivò puntuale. Prese il borsone e improvvisamente si sentì osservata. Di nuovo. Si sbrigò ad entrare, con l’ansia non voleva darle un minuto di tregua. Entrata in spogliatoio, bevve subito un sorso d'acqua per cercare di calmarsi e fece dei lunghi respiri; si cambiò al volo e iniziò l’allenamento concentrandosi solo su di esso.
 
«Dovresti tenere la schiena un po’ più dritta, per il resto sei molto brava» si complimentò Edward.
 
Appoggiato alla porta con le mani al petto e un sorriso stampato sul viso, Edward la osservava da un po'. L’espressione sul volto di bella diventò subito imbarazzata. «Gr-az-ie» balbettò.
 
«Se vuoi posso darti una mano» propose Edward.
 
Bella annuì. «Grazie sei gentile, però non vorrei rubarti del tempo, magari devi allenare altre persone.»
 
«No tranquilla, oltretutto allenare è il mio lavoro» la rassicurò lui.
 
«Allora, va bene Edward.»
 
«Ok» e terminarono insieme l’allenamento.
 
Edward seguiva ogni suo movimento con attenzione, correggendola dove serviva e alle volte, si lasciava sfuggire qualche sorriso.
 
«... e ricordati, si comincia sempre con i pesi più piccoli, perché l'importante è la tecnica» disse Edward.
 
Bella annuì interessata, mentre si asciugò la fronte. Era molto soddisfatta dell'allenamento fatto quel pomeriggio e altresì felice per essersi allentata con il ragazzo che le piaceva.
 
«Grazie ancora Edward» disse raccogliendo le sue cose.
 
«Figurati Bella, quando vuoi sono qui.»
 
Entrata in spogliatoio, fu attirata da una conversazione che si stava svolgendo tra due ragazze, entrambe bionde. Bella non era solita ascoltare le conversazioni altrui, la infastidiva, ma le due parlavano di Edward.
 
«Hai visto che figo quel tipo Irina?» domandò Tanya alla sua amica.
 
«Di chi parli?» rispose l'amica, Irina.
 
«Ma si dai, quello che poco fa era nella sala degli esercizi a corpo libero... è di un bello... però mi sa che è impegnato. Edward mi pare si chiami.»
 
«Tu dici, Tanya?» 
 
«Ho provato a fare un po' la gatta morta in questi giorni con lui, ma niente, non mi ha nemmeno guardata e quando gli ho lasciato il numero di telefono, lui cosa mi ha risposto?»
 
«No, cosa Tanya?» 
 
Bella fu talmente infastidita da quella conversazione, che uscì dallo spogliatoio sbattendo la porta e andò via senza nemmeno salutare Edward; non era arrabbiata con lui, era soltanto infastidita da quelle due ochette.
 
Aprì lo sportello dell’auto, infilò il borsone e si fermò in quella posizione. Qualcuno era alle sue spalle, ne era certa. Bella non sbagliava: quegli occhiali da sole scuri erano ancora lì, dentro quell'auto, con il finestrino semi abbassato e lo sguardo fisso su di lei. D'improvviso, quello sguardo così attento, divenne seccato. Sbuffò e rispose al telefono.
 
Edward aveva appena finito di allenare un ragazzo, alzò lo sguardo e notò che Bella era immobile, con la testa dentro l’auto. La raggiunse senza nemmeno pensarci.
 
«Bella tutto bene?»
 
La ragazza uscì e sobbalzò.
 
«Edward che spavento!» esclamò girandosi di colpo.
 
«Scusami non volevo spaventarti»
 
«Ero soprappensiero» disse Bella. 
 
Edward intuì dallo sguardo e dal tono della voce che aveva mentito.  
 
«Bella sicura che vada tutto bene?» domandò sempre più sicuro che lei cercasse aiuto.
 
«In realtà…»
 
«Ehi Bella» sussurrò in tono rassicurante.
 
Pur sapendo che a lei interessava l’amico, voleva farle sentire che c’era e che non l’avrebbe lasciata sola. Quel sussurro fece sospirare la ragazza e le diede il coraggio di parlare.
 
«Ho così tanta paura Edward.» 
 
Si gettò tra le sue braccia e scoppiò a piangere.
 
«No ehi, Bella non devi. Sta tranquilla» la rassicurò in un dolce sussurro, mentre la strinse.
 
«Stammi vicino Edward, non posso pensare che qualcuno voglia farmi del male» disse in lacrime stringendo forte con le mani la felpa grigia di Edward.
 
«Sono qui Bella, tranquilla e non c’è nessuno a parte noi. Tranquilla» sussurrò accarezzandole i capelli.
 
“Piccola, fragile, indifesa” pensò Edward, mentre le lasciò un bacio sulla tempia. Stava male nel vederla così spaventata, sentirla piangere. “Scoprirò chi c’è dietro tutto questo e dovrà vedersela con me” pensò.
 
«Non la-sci-ar-mi sol-a Ed-ward» disse Bella tra i singhiozzi con la testa affondata sulla sua felpa all’altezza del cuore e le mani che la stringevano forte.
 
«Sono qui e ti aiuterò a venirne fuori, di me puoi fidarti Bella» sussurrò Edward.
 
La ragazza annuì. «O-h Ed-ward» singhiozzò.
 
«Insieme ne usciremo Bella» sussurrò, accarezzandole i capelli.
 
Bella tirò su con il naso e alzò il viso coperto di lacrime, desiderosa di dargli un bacio. Il cuore le batteva a mille e non era la sola; Edward desiderava di baciarla dalla prima volta che l’aveva vista sul tapis roulant, anch’egli con il cuore che batteva fortissimo. 
 
«EDWARD PUOI VENIRE UN ATTIMO?» lo chiamò Paul.
 
“Cazzo, proprio adesso!” pensò Edward, mentre lei s’allontanò lentamente abbassando lo sguardo.
 
«Bella perdonami» disse mortificato e si girò verso il collega. «ARRIVO!» urlò.
 
Bella tirò nuovamente su col naso. «Io scusami Edward, è che sto passando un periodo così stressante e saperti vicino mi fa sentire meno sol…»
 
Venne interrotta dal collega di Edward, il quale chiamò nuovamente quest’ultimo.
 
Edward sbuffò dal nervoso. «Lo detesto quando fa così.»
 
«Non ti preoccupare e scusami ancora se…»
 
«Bella non pensarlo nemmeno. D’ora in avanti controllerò sempre la zona, l’importante è che tu sia tranquilla» la rassicurò.
 
Bella annuì. «Grazie» disse.
 
«Di me puoi fidarti Bella, stai tranquilla e chiama sei hai bisogno» disse Edward in tono rassicurante. 
 
Bella annuì e tornò a casa.
 
«Cos’è successo stavolta?» domandò Edward in tono scocciato a Paul.
 
«Ho cliccato lì» raccontò Paul, indicando il pulsante della tastiera dove aveva toccato. «E poi si è impallato.»
 
Edward sospirò. «Lascia, ci penso io» disse.
 
«Grazie» rispose Paul.
 
«Scusalo» disse James. «Io gliel’avevo detto di non disturbarti, ma lo sai com’è Paul, no?!»
 
«Piuttosto, dovrei parlarti di una cosa» disse Edward. «Riguarda Bella.»
 
«Lei ti ha ancora chiesto di me?»
 
«No, anche se non riesco ancora a metabolizzare la cosa. Lo so, dovrei metterci una pietra sopra, però lei mi piace e…» sospirò nuovamente. «Comunque non è di questo che voglio parlarti. Prima mi ha confessato di essere spaventata.»
 
«Spaventata?»
 
Edward smise di sistemare il pc e raccontò tutto all’amico.
 
«Era così spaventata James» disse Edward.
 
«Comunque devi stare tranquillo, da oggi darò anche io un occhio alla palestra e al parcheggio.»
 
«Grazie, sei un amico.»
 
«Ma vedrai che non le succederà niente» lo rassicurò James.
   
 
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