Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: AlnyFMillen    27/05/2021    2 recensioni
I. Levi teneva stretta tra le dita una tazza di coccio e, di tanto in tanto, la portava svogliatamente alla bocca – una bocca fresca e umida che voleva toccare e baciare e mordere – e Dio, quanto avrebbe voluto essere quella dannatissima tazza.
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II. Petra non si lamentava quasi mai ad alta voce delle cicatrici che le imbruttivano la pelle. Si limitava a distendersi sul lettino e chiudere gli occhi ogni volta che le fasciature andavano cambiate. “Non penso che potrei mai piacere ad un uomo”.
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III. La prima volta che avevano fatto l’amore era stata umida ed incerta per entrambi. Si erano scoperti con lentezza, l’imbarazzo e i timori vinti dalla voglia di appartenersi.
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IV. “Non mi muovo da qui finché non ti scusi”. In quel momento Petra non se lo ricordava nemmeno bene il motivo per cui avevano litigato, ma sapeva di pretendere delle scuse, ubriaca o meno.
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[Rivetra][Rating variabile]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Petra Ral
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Astinenza
Rating: Giallo
Genere: Slice of life, Sentimentale, Divertente
Personaggi: Levi Ackermann, Petra Ral
Tipo di coppia: Het
Note: AU 




Astinenza.

Erano giorni che Petra si dannava e la situazione stava rapidamente sfuggendo al suo controllo. Aveva provato davvero di tutto, eppure nulla era riuscito a darle un po’ di sollievo.  
Non la lettura – i saggi non la distraevano abbastanza, i romanzi stimolavano sin troppo le sue fantasie e le poesie la sua decisamente fervida immaginazione.
Non la cucina – il forno era davvero troppo caldo e, quando si era ritrovata ad ansimare davanti all’impasto dell’ennesima torta, aveva deciso di darci un taglio.
Non la televisione – aveva gridato di frustrazione davanti una delle tante scene poco pulite di una delle serie che Hanji le aveva consigliato e, per sfogarsi, si era accanita con rabbia contro il pulsante di spegnimento del telecomando.
Petra bruciava ogni momento di più e la cosa la imbarazzava non poco. Aveva fatto di tutto per nasconderlo a se stessa, ma alla fine si era arresa.  
Il problema si era presentato quando, settimane prima, Levi aveva iniziato a lavorare sette giorni su sette senza tregua. L’uomo tornava a casa solo per poche ore, nei momenti più disparati, stanco come non l’aveva mai visto. E Petra sapeva che c’erano altre priorità, altre preoccupazioni a cui avrebbe dovuto dedicarsi, eppure non riusciva a non bruciare. Inutile ripetere quanto se ne vergognasse.
Dopo il fallimento delle serie tv, aveva preso la difficile quanto necessaria decisione di uscire di casa. Per sempre, si era detta, mentre fuggiva al profumo di lui che impregnava ogni lembo dell’abitazione. Si era iscritta ad un corso di yoga e, anche se sperimentare tutte quelle nuove posizioni non era stato proprio un toccasana per i suoi sogni ad occhi aperti, aveva trovato il modo di tirare avanti. Si era offerta di fare i turni full-time nei finesettimana alla mensa dei poveri e non si faceva certo pregare per gli straordinari al lavoro.
La sua vita era diventata frenetica, tanto che erano rari i momenti in cui riusciva a pensare. La mattina in doccia non aveva il tempo di indugiare sulle carezze dell’acqua calda, la sera era troppo stanca per attardarsi sulla vista del proprio corpo nudo quando si spogliava. Aveva trovato un equilibrio, un limbo che le consentiva di ridurre al minimo il problema e poggiava su un unico assunto di fondo: evitare, sempre e comunque, in tutti i modi possibili, il proprio fidanzato.
Le fu quindi difficoltoso mantenere la calma quando quella mattina, entrando in cucina per prepararsi la colazione, lo ritrovò appoggiato contro il lavabo. Quasi non si strozzò con la sua stessa saliva.
Levi teneva stretta tra le dita una tazza di coccio e, di tanto in tanto, la portava svogliatamente alla bocca – una bocca fresca e umida che voleva toccare e baciare e mordere – e Dio, quanto avrebbe voluto essere quella dannatissima tazza.
Petra aveva passato lo sguardo sugli avambracci scoperti, sulla pelle nuda del collo e sulla curva sinuosa che dal mento andava giù e giù fin dove le asole vuote della camicia le permettevano di arrivare. Aveva deglutito a vuoto, prima di passare la lingua sulle labbra improvvisamente secche.
L’uomo l’aveva guardata, le iridi scure ancora appannate dal sonno, e gli aveva dato il buongiorno con voce roca. S’era avvicinato a lei, le aveva baciato lieve la fronte.
Petra non aveva resistito e l’aveva tirato a sé. Il problema, contro le sue labbra, non le era mai sembrato tanto grande e tanto dolce.
Dannatissima astinenza.


 
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