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Autore: ladypink88    29/05/2021    3 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Per quella mattina le lezioni si erano concluse e Alessandro, dopo gli imprevedibili eventi della mattinata, era riuscito ad assistere solo all’ultima lezione.
Mentre era sulla via del ritorno, ripensava sovrappensiero a ciò che era accaduto poche ore prima, e si chiese perché aveva agito in maniera così impulsiva.
“ Mi sono sempre piaciute le ragazze eppure non mi sono mai comportato in quel modo”
Gli venne in mente la biondina tutto pepe che l’aveva preso in odio.
Da stalker, ti sei comportato esattamente come uno stalker!”
Lei lo avrebbe definito esattamente così. E non si sarebbe fatto nessun tipo di problema a rinfacciarglielo.
Fin dal primo momento non era riuscito ad entrare minimamente nelle sue grazie, ma bensì l’esatto opposto.
Chissà che diamine ho fatto per risultarle così antipatico!” si chiese lo spilungone, che stava passeggiando pensieroso e non si accorse di qualcuno che di corsa stava attraversando l’Ateneo in quel momento.

Lo scontro fra i due fu rapido e totalmente imprevisto.

Alessandro si ritrovò a terra con la testa dolorante.
“ Scusami tanto, proprio non ti ho visto, andavo di corsa perché sono in ritardo eh….”
Una voce femminile stava farfugliando qualcosa che lui non riusciva esattamente a cogliere.
“ Ok la prossima volta guarda meglio dove vai… perché…” ma non riuscì a finire la frase non appena vide chi aveva di fronte.
“ Ancora tu!! Ma sei veramente un incubo!! Hai deciso di perseguitarmi con la tua sgradita presenza?!?” esclamò inacidita la biondina mentre si rialzava.
Ogni tono di scuse era rapidamente sparito.

Il ragazzo era davvero senza parole.

“ Ma accidenti! Se non te ne fossi accorta quella che mi è venuta addosso sei tu! Quanto meno potresti scusarti!”
Lei lo guardò stizzita.
“ Ma pensa a te! Io dovrei chiedere scusa a te? Io dovrei chiedere scusa a te? Sognatelo spilungone saputello! Sei un prezzemolo!! Sei ovunque!! Vedi di non capitare più sulla mia strada!” disse inviperita.
“ Se permetti quest’università non è tua! La frequento anche io! E non era certo mia intenzione reincontrare una zitella acida come te! Chissà cosa diavolo ci troverà il mio amico in te!” le rispose lui per le rime.
A Serena gli occhi andarono fuori dalle orbite.
Diede un’occhiata all’orologio e si rese conto che il ritardo stava diventando incolmabile.
“ Io sarei una zitella acida?!? Sai cosa sei tu? Uno stalker! Vedi di non capitare più sulla mia strada! Me ne vado, non meriti ulteriori risposte!”.
E detto gli voltò le spalle e se ne andò con passo rapido e sguardo assatanato.
Alessandro sarebbe scoppiato a ridere se non fosse per l’assurdità della situazione.
“ Alla fine me l’ha detto sul serio che sono uno stalker! Potesse leggere i miei pensieri, in questa precisa situazione sarebbe stato più facile definirmi un indovino!”
Si passò una mano sui capelli mentre osservava la figura della ragazza allontanarsi e sparire alla sua vista.
Tanto carina eppur così acida … mi piacerebbe capire cosa diamine ho fatto per essere così odiato”
Il ragazzo emise un sospiro di rassegnazione. Decise che era il caso di tornare a casa. Quella giornata era stata decisamente colma di eventi che aveva bisogno di processare.

***

Erano passate da poco le 14 quando Silvia arrivò davanti a casa di Laura.
Quest’ultima , nello scendere dalla macchina non mancò di ringraziarla:
“ Silvia grazie mille per avermi riaccompagnata a casa! Sei sempre così gentile con me”
“ Non preoccuparti tesoro, è un piacere! Ora devo scappare, mi raccomando , non ti dimenticare di farmi sapere come stai! Un piacere averti conosciuto giovanotto!”
Manuel ricambiò. E dopo un saluto di commiato la macchina ripartì rapidamente alla volta di Milano.
Il ragazzo non potè fare a meno di commentare forse più fra sè e sé che rivolgendosi a Laura:
“ Devo proprio dire che quella donna è un bel peperino! Anche se le cose che ti ha detto sono indubbiamente sagge”.
Laura assentì. Non aveva altro da aggiungere.

Si avviarono verso casa della ragazza e non proferirono parola.
Si sedettero sul divano del salotto e Laura confessò con un tono di voce piuttosto triste :
“ Manuel mi sento davvero giù. Non pensavo che le cose sarebbero andate in questo modo! Credimi non era nelle mie intenzioni far preoccupare te, Serena e Silvia… eppure è successo!”
Lui non rispose. Manuel era seduto al suo fianco. Testa bassa e sguardo pensieroso.
Lei non sapeva neanche se lui avesse percepito il messaggio.
“ Manu…” sussurrò e sfiorò la sua mano con la sua.

Era fredda.
Lui si irrigidì.
A quel punto la guardò e tirò fuori ciò che aveva dentro:

“ Non è solo tua responsabilità! Avrei potuto in qualche modo prevederlo, invece stamattina ti ho salutato come se nulla fosse… e dire che non sono del tutto estraneo a questa faccenda delle benzodiazepine!”
Si rese conto di aver detto una parola di troppo.
A questo punto Laura lo guardava con un ‘espressione interrogativa disegnata sul volto.
Aveva chiaramente bisogno di una spiegazione:
“ C’è qualcosa che non so a quanto pare… ti va di parlarne Manuel?”
Suo malgrado questa volta fu Manuel a cercare la mano di lei. La trovò e strinse le piccole e affusolate dita di lei nelle sue.
Ingoiò il nodo che gli si era stretto in gola e iniziò a raccontare :
“ Ammetto di non avere molta voglia di parlare di questa storia, ma l’ho accennata, ed è giusto che a grandi linee ti dica un po’ come è andata : quando mio padre se ne è andato di casa chiedendo il divorzio, mia madre è caduta in una specie di depressione, e spesso per non sentire il dolore ingurgitava gocce e gocce di xanax, per cadere vittima di un sonno indotto. Era diventata una specie di vegetale e non si lasciava vivere. Il tutto per non affrontare il dolore che aveva dentro.”

L’ultima frase che lui pronunciò le si tatuò nella mente e nel cuore.
“ Il tutto per non affrontare il dolore che aveva dentro.”
Laura si chiuse a riccio e si accorse che copiose lacrime stavano solcando il suo viso.
Manuel la osservò :
“ Ehy Laura…”
Lei lo guardò negli occhi e sussurrò solo : “ Scusami tanto, io….non lo so”
Lui vide che la ragazza stava piangendo e comprese che non era il momento di fare altre domande.
La abbracciò solamente. Senza se e senza ma.
La brunetta si fece coraggio e prese parola.
“ Manuel, senti, credo che mi servirebbe molto chiacchierare un po’ con la tua mamma su questa storia. Vedi, faccio dei sogni tremendi, e a volte mi ricordo degli strascichi di qualcosa che mi lascia senza fiato. Sento che c’è qualcosa che devo ricordare , ma allo stesso tempo è come se fosse meglio se non mi ricordassi. Questa sensazione è estremamente frustrante. E poi ci sono le maledette. Vorrei non prenderle più, ma poi non riesco a dormire, e se una notte non le prendo… ecco cosa succede.”

Il biondino non smise di stringerla neanche un secondo. Prestò molta attenzione a ciò che disse Laura, a tutti i dettagli e ad ogni singola parola.
Poi dopo aver analizzato velocemente le informazioni decise che sarebbe stato molto concreto in quel momento.
Laura aveva bisogno di certezze e di sostegno. Per quel che era in suo potere lui glielo avrebbe fornito.
La accarezzò e disse in tono dolce:
“ Allora puffa, di sicuro la situazione non è semplice, è decisamente ingarbugliata. Diciamo che scappare dalla realtà non serve affatto… e la realtà è che sei dipendente dalle maledette. Perciò ti conviene prenderne atto. Non puoi eliminare dalla tua vita queste gocce da un giorno all’altro.”
Laura lo guardò al principio impaurita, ma poi il suo sguardo divenne quello della consapevolezza.
Il ragazzo aveva dato voce a quello che dentro di lei era diventato più di un sospetto.
“ Ad onor del vero non è la prima volta che ho questo dubbio! Quel giorno che non venni in uni e andai a Laveno… “ a quel punto la brunetta si interruppe, e un leggero rossore apparve sul suo viso “ esattamente il giorno in cui tu mi hai inseguita fino a Laveno, in realtà non hai idea di quanto mi ha fatto piacere…”
Nel sussurrare quell’ultima frase lei gli strinse ancora di più la mano.
Lui non potè fare a meno di evitare il torpore che si era impadronito delle guance di Laura.
Fu pervaso da un ‘incontrollabile voglia di baciarla ma decise di frenarsi : lei gli stava dicendo qualcosa di importante, e non volevo certo frenarla.
Al contrario decise di aiutarla e di esserle d’aiuto :
“ Chi se lo dimentica quel giorno puffa! Non mi hai mai detto però perché sei scappata al lago… ti va di raccontarmelo?” sussurò con fare incoraggiante.
Laura continuò:
“ Il giorno prima non mi ero accorta che avevo finito le gocce e che quella sera non avrei potuto prendere la mia “dose”, proprio come i drogati, e il risultato fu che quella notte non chiusi occhio”.
Studiò per un attimo l’espressione di lui per carpirne i pensieri, ma trovò in lui una conferma di ciò che lui pensava.
Decise di continuare :
“ Quel giorno mi svegliai particolarmente allarmata, e iniziai a cercare informazioni sul tipo di farmaco. Stampai una discreta quantità di fogli che devo ancora finire di studiare e andai al parco delle Torrazze. Quel pomeriggio mi addormentai, proprio perché la sera prima non avevo chiuso occhio.”
“ E qualche ora dopo ti scontrasti con me mentre andavi verso la stazione” concluse lui, come se stessero parlando di un film che avevano visto assieme al cinema o di una serie televisiva alla quale erano entrambi parecchio affezionati.
“ Già è andata a finire proprio così” concluse lei con un tono di voce molto più rilassato.
Si guardarono negli occhi e lui prese parola:
“ Vediamo un po’, da quanto mi hai detto quindi, se non prendi le maledette per una notte, il risultato è che o dormi pochissimo o non dormi affatto. Dimmi una cosa : quante gocce prendi per dormire bene ogni notte? Penso che questo sia un dato importante da tenere in considerazione.”
Lei assunse uno sguardo pensieroso prima di rispondere e poi disse :
“ Ne prendo circa 40 gocce. Sono andata aumentando mentre mi accorgevo che per avere il medesimo effetto la dose che prendevo prima non mi bastava più”
“ Ho capito. Penso che come primo punto fermo potrebbe essere il seguente : non aumentare le gocce qualsiasi cosa accada. Se vuoi uscirne il primo passo è : impara a gestire la situazione senza la necessità di dover aumentare il numero di gocce.”
“ Credo di poterlo fare Manuel”
“ Ed inoltre la cosa più importante di tutte è renderti conto che hai una dipendenza puffa. E non puoi uscirne semplicemente non prendendo più le gocce. Gli effetti collaterali possono essere davvero importanti.”
A questa affermazione Laura provò un profondo senso di impotenza.
“ Come diamine ho fatto a cacciarmi in questa situazione?!”
“ Questo è un quesito importante, ma la risposta non è così chiara a quanto pare. Ti prometto che ti staro vicino. E sì credo che parlare con mia madre potrebbe servirti, anche se credo che le vostre situazioni seppur abbiano delle cose in comune, siano piuttosto differenti.” Sussurrò lui.
Laura lo abbracciò forte. Sentir Manuel così vicino la fece sentire molto più coraggiosa.
Aveva preso consapevolezza del suo problema. E la situazione era molto più complicata di quanto potesse immaginare. Ma con lui accanto ce l’avrebbe senz’altro fatta.

 
   
 
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