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Autore: MilaEdwards    30/05/2021    1 recensioni
La mia fanfiction è liberamente ispirata alla storia di Can­dy, dell'autrice gia­pponese Keiko Nagita.
"Liberamente" perché ne riprende la sto­ria e gli avveniment­i, ma non tutti.
E anche laddove gli avvenimenti sono ripresi dalla storia originale, sono stati sviluppati in mani­era diversa, secondo una mia personale visione e impostazione narrativa, verosim­ile, ma senza perdere di vista i sogni e le ambizioni dei personaggi, e i sogni di noi amanti di questa bellissima storia.
L'ambientazione è collocata negli anni '20, gli anni del dopoguerra, in cui si sviluppò certame­nte, secondo fonti storiche, una maggiore apertura verso il nuovo, l'emancipazio­ne e l'anticonformis­mo, nella vita socia­le, nel lavoro e nel­la moda, specialmente in una città cosmo­polita come New York.
I nomi dei personaggi sono quelli del racconto originale, benché in Italia il personaggio di Terry sia noto e conosciuto attraverso l'anime solo con il nome di Terence, che non esiste invece nella versione originale.
Enjoy the reading!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era trascorsa una settimana da quando Terry e Candy avevano parlato, e lui non aveva ricevuto sue notizie. Valutava anche la possibilità che lei potesse decidere di non voler stare con lui, ma riteneva di aver fatto un grande passo, parlandole, e lo riteneva l'unico modo per non vivere di rimpianti.

Era impegnato con le prove a teatro, "Antonio e Cleopatra" di Shakespeare era già in scena a Broadway dall'inizio di dicembre. A gennaio sarebbe partito con la compagnia in una tournée mondiale. Si sarebbe allontanato da Candy, ma in verità lui non sapeva ancora cosa lei avesse deciso.

La domenica mattina, verso le 11 am, decise di andare a fare colazione in un bar all'angolo di casa sua, non aveva fatto la spesa e non aveva nemmeno il suo tè. Mentre scendeva le scale esterne del suo palazzo notò dall'altra parte della strada una ragazza bionda che di spalle gli sembrava proprio Candy. Si fermò ad osservarla, poi la ragazza si voltò ed entrambi si riconobbero.

- Terry! - disse lei salutandolo con la mano e attraversando la strada per andargli incontro.

- Candy... 

- Stavo cercando casa tua... 

- È qui - disse lui, indicando il palazzo. - Sto andando a fare colazione, vieni con me?

- Va bene.

Si incamminarono insieme verso il bar, era una giornata soleggiata ma faceva molto freddo. Lui la guardò in viso e lei gli sorrise.

Dopo aver fatto colazione al volo, poiché il bar era pieno di gente, Terry chiese a Candy se voleva andare da lui, a casa sua, giacché aveva immaginato che lei volesse parlargli.

- Sì, sarebbe meglio - disse lei guardandosi intorno.

Restarono in silenzio durante il tragitto, Terry non sapeva cosa Candy avesse deciso e stesse per comunicargli, così non riuscì a dire niente, percepiva soltanto una leggera tensione. Lei pure era tesa, si guardava intorno in quelle vie residenziali in cui di domenica mattina regnava un'atmosfera di quiete.
 
- Benvenuta a casa mia - le disse Terry con un sorriso, quando entrarono, per farla sentire a suo agio.

- Grazie Terry - rispose, anche lei con un sorriso, sentendosi effettivamente più a suo agio dopo quella gentile accoglienza.

Entrambi si tolsero i cappotti, poi Candy si accomodò sul divano. Terry la raggiunse.

- È bello qui - disse lei. 

- Ti piace? È stato un appartamento che mi è piaciuto subito quando cercavo casa qui a New York. È spazioso... e aveva lo stesso costo d'affitto di altri più piccoli ma più vicini al centro. Poi l'ho arredato secondo i miei gusti. Per le grandi pulizie c'è una signora che mi aiuta, viene una volta alla settimana. Per il resto faccio tutto io.

- Bravo Terry... complimenti per quello che sei riuscito a realizzare... con coraggio e determinazione... senza perdere di vista i tuoi sogni, le tue ambizioni - rispose lei guardandolo negli occhi, con un tono di sincera ammirazione.

Era contento di sentire dalla sua voce quanto lei lo stimasse.

- Grazie Candy... non è stato tutto facile. Per di più avevo solo 15 anni, quasi 16, quando la mia avventura è cominciata. A maggior ragione sono soddisfatto di ciò che ho conquistato.
Ma anche tu hai realizzato le tue ambizioni, no? - chiese lui.

- Sì, certo - rispose Candy. - Nel lavoro anche io sono soddisfatta del mio percorso, nonostante molte volte non abbia trovato un ambiente accogliente. Ma sapere di mantenere alta la mia professionalità ed essere sempre me stessa, nonostante tutto, mi ripaga abbastanza.

Anche Terry in cuor suo la ammirava per la sua forza e tenacia. 

- Sei doppiamente lodevole allora. Essere riuscita a proseguire in un ambiente ostile, restando integra e fedele ai tuoi propositi è segno di grande valore. 
Hai gran carattere, e spesso chi ha carattere è difficile da dominare in certi ambienti - rispose lui, con un'aria fiera di lei.

- Hai ragione Terry. Infatti ho proseguito proprio perché volevo realizzare la mia aspirazione. E ci sono riuscita, sono contenta di non aver mollato. 

Candy esitò, poi proseguì, tenendo lo sguardo basso: - ...Tu... senti di aver realizzato tutti i tuoi sogni? 

Lo guardò poi negli occhi per un momento, con un'intensità tale che Terry intuì che stesse parlando della loro relazione, ma lui non voleva sbilanciarsi.  

Non rispose, abbassò lo sguardo mentre provava una sorta di brivido nel suo cuore, un momento di vulnerabilità che lo indusse ad aspettare e a cercare di riprendere il controllo.

Restarono in silenzio. Poi Candy riprese a parlare.

- Terry... sono venuta a cercarti... per riprendere quel discorso che avevamo iniziato...

Lui la guardava e la ascoltava silenziosamente.

- In questa settimana ho riflettuto abbastanza... ho ripensato a tutto quello che ci siamo detti da quando ci siamo rivisti. ...Credo anche io che tre anni fa... eravamo soltanto dei ragazzini impauriti. Personalmente credo di aver dato peso a degli equivoci, all'epoca, riguardo a Susanna... perché alimentati dalla mia paura di te... e dei miei sentimenti. 

Terry comprese in quel momento che quella che era stata la sua paura negli anni, era stata la stessa di Candy. Paura di amare.

- Ho cercato di dimenticarti, in tutti i modi possibili... convincendomi che il destino ci aveva portato su due strade diverse. E rivederti non è stato facile neanche per me. Ma non volevo illudermi. E non volevo soffrire ancora... per te.

Lui non disse niente. Si limitava ad ascoltarla, gli occhi luminosi e intensi.

- Ti amo Terry... - disse finalmente lei. Sentiva di essere arrossita un pochino in viso.

Terry notò la sua emozione. Se anche Candy era emozionata, come lo era lui in quel momento, quel dettaglio servì a dargli la consapevolezza di essere nel posto giusto.

Si guardarono intensamente... poi Terry le mise una mano sulla guancia e da lì passò dietro la nuca.

- ...Amore mio... - disse lui, un attimo prima di cercare le sue labbra.

Un bacio lento, che diventò intenso e appassionato, e che fece perdere ad entrambi il contatto con la realtà.

Quando si staccarono, Terry le prese le mani.

- Oggi sono impegnato a teatro con le prove e fino a stasera con lo spettacolo. Ma vorrei rivederti presto - disse con la felicità sul volto.

Lei gli sorrise, dandogli un altro bacio delicato sulle labbra.

- Possiamo vederci domani... e dopodomani? Sono le mie uniche giornate libere - continuò lui.

- In settimana ho solo tre ore libere. La sera. Possiamo vederci domani sera... verso le 8 pm?

- Va benissimo - disse lui. Lei lo abbracciò e lui sprofondò le sue mani nei suoi morbidi capelli, baciandola sulla tempia. Sentiva di stare provando una nuova condizione... di felicità mista alla sensazione positiva che qualcosa di meraviglioso potesse accadere.
 

Il giorno dopo Terry passò a prendere Candy alla residenza, alle 8 pm.

Lei fu puntuale, il freddo era intenso ma quell'aria natalizia e sfavillante del periodo, unita alla loro felicità, faceva quasi dimenticare la temperatura esterna. Lui le prese il viso tra le mani e si scambiarono un bacio profondo. Candy lo cingeva in vita, era ancora incredula su quanto stesse accadendo. Le sembrava un sogno dal quale non avrebbe voluto essere svegliata, ma si sentiva leggera e sapeva soltanto di voler vivere intensamente quei momenti con Terry. 

- Non vedevo l'ora di rivederti - disse lui quando si staccò da lei, mettendole il braccio intorno alla vita e camminando insieme.

Lei lo guardò con i suoi occhi luminosi e uno dei suoi splendidi sorrisi.

- Se è un sogno non svegliarmi, Terry.

- Non è un sogno... è la realtà. Se vuoi ti dò un pizzico - e le pizzicò il fianco, ma lei si piegò leggermente fingendo dolore ed entrambi scoppiarono a ridere.

Quanto tempo era che non rideva - pensò lui di se stesso.

In pochi minuti raggiunsero la baia di New York, sulle rive del fiume Hudson, da cui si poteva ammirare in lontananza la trionfante Statua della Libertà, mangiando caldarroste prese da un venditore ambulante, e mescolandosi alla gente che passeggiava.

- Hai ancora contatti con tua madre? - chiese Candy.

- Sì... e grazie a te. 

Candy sorrise. Sorrideva spesso... e lui adorava il suo viso sorridente.

- Lei ora si è trasferita a Long Island. Lavora sempre in campo teatrale, ma non più come attrice. Un giorno andiamo insieme a trovarla, sarà molto felice di rivederti. 

- Certo! Farebbe piacere anche a me rivederla. E con... tuo padre? Come vanno le cose? Spero bene anche con lui. 

Terry abbassò lo sguardo.

- No... con lui no. Non lo vedo dai tempi di Londra. 

- Non hai mai pensato di provare a cercarlo? - azzardò a dire Candy, che non voleva essere troppo invadente, sapendo quali erano stati i rapporti tra Terry e suo padre.

- No. Non porterebbe a niente. Lui vive nel suo mondo aristocratico, con tutti i suoi pregiudizi e i suoi valori... diversi dai miei. Non potremmo mai andare d'accordo. 

Candy non insistette. Lasciò cadere l'argomento.

- Sai, tempo fa, ho rinunciato al cognome degli Ardlay. Albert ha rispettato la mia scelta... su mia richiesta ha revocato l'adozione. 
Ah ma... un momento! Forse non ti ho raccontato che Albert era in realtà il misterioso zio William che mi aveva adottata!? - disse Candy con un'espressione sconcertata, giacché quella scoperta era stata anche per lei motivo di turbamento.

- Coosaa?? - rispose Terry. - Ma... no, non ne sapevo niente... e mai avrei potuto immaginarlo.
Albert... ma perché lui ti teneva nascosta questa verità??

- È un discorso un po' lungo da spiegare. In un certo senso c'erano fattori legati alla sua giovane età... la sua vera identità doveva restare nascosta a molte persone. Però sai... il fatto di conoscerlo come Albert... il mio amico Albert... mi ha destabilizzata poi... quando ho scoperto che lui e lo zio William erano la stessa persona!

- Certo, lo credo bene - rispose Terry, ancora stupito per quella rivelazione.

- Comunque... - riprese Candy - ...Gli ho chiesto di revocare l'adozione.
Il motivo é che non volevo più sentirmi impegnata con la famiglia dei Lagan, che sono imparentati con gli Ardlay. Essere un membro di quella famiglia avrebbe comportato rivederli di tanto in tanto nelle occasioni ufficiali. Sai, crescendo ho imparato a prendere le giuste distanze dalle cose negative.
Eliza e Neal sono stati i peggiori esempi di esseri umani che abbia mai incontrato. Per quanto io cerchi di vedere sempre il buono nelle persone... o tenda a credere che tutti abbiamo una parte buona, anche molto piccola... beh, loro due di buono non hanno proprio nulla. E non cambieranno mai. Non vedo perché io debba sentirmi costretta a frequentarli.
Io e Albert saremo ugualmente sempre legati da una meravigliosa amicizia, questo lo sappiamo bene entrambi. 

- Capisco... Eliza e Neil li ricordo molto bene... subdoli e meschini. Condivido la tua scelta di allontanarti da loro. E quale cognome hai adesso? 

- Lowell. Candice Lowell - rispose Candy. - Mi piace! Me lo hanno assegnato a caso all'ufficio anagrafe di La Porte. 

- Candice Lowell... - ripeté Terry mentre la guardava, pensando a quanto lei fosse diventata una donna, dai tempi della St.Paul school. Una donna bellissima.
 
- A La Porte ho fatto richiesta per un progetto di scolarizzazione dei bambini della Casa di Pony. Ricevo degli aggiornamenti da Miss Pony sull'andamento dei lavori, stanno ristrutturando un vecchio capannone in disuso, vicino alla Casa, che potrà ospitare la classe. Se sarà possibile, diventerà una succursale per tutti i bambini della zona periferica. Così non dovranno spostarsi in città ogni giorno.
Sono davvero contenta per i miei bambini. 

- Certo, la scuola è importante, specialmente a quell'età - rispose Terry. - Io l'ho lasciata a 15 anni per diventare un attore. Ci sono riuscito, ho realizzato il mio sogno, però ti confesso che nel tempo libero ho cercato di recuperare leggendo molto, e testi di diverso genere. Ecco perché ci siamo incontrati in biblioteca, quel giorno... 

- ...Mi hai trovata lì per lo stesso motivo - disse Candy, sorpresa da quell'analogia tra i loro intenti. - Ora sto studiando per specializzarmi, ma mi piace leggere quando posso, così vado sempre alla ricerca di libri interessanti. 

Terry ripensò per un attimo a quel periodo... entrambi lasciarono la scuola, in tempi diversi... e si affacciarono giovanissimi nel mondo del lavoro.

- A proposito di scuola, durante la guerra qui le cose non andavano bene, le produzioni teatrali furono interrotte, così mi sono ritrovato anche senza lavoro, per un periodo. Ma grazie ad alcune coincidenze sono riuscito a trovare lavoro come insegnante di Recitazione in una scuola privata.
È stata un'esperienza che mi è piaciuta abbastanza. Tanto da poterla riconsiderare in futuro, nel caso decidessi di abbandonare le scene. 

- Wow, deve essere stata una bella esperienza certamente! Ma perché pensi che potresti abbandonare le scene? 

- Dicevo per dire... ma ultimamente sono più stanco, i ritmi sono diventati più frenetici, e poi solitamente viaggiamo molto, tra America ed Europa. A gennaio partiamo in tournée con "Antonio e Cleopatra".

- Capisco - disse lei, realizzando che avevano pochissimo tempo per stare insieme, fino alla partenza di Terry. - Comunque è una valida alternativa... insegnante di Recitazione... ti ci vedo - rispose con un sorriso.
 
Entrarono in un ristorante per cenare, continuando a parlare di vari aneddoti, poi, a metà della cena, mentre Terry versava il vino nei bicchieri, Candy chiese con un pizzico di curiosità: - Hai avuto delle fidanzate... in questi anni? 

Lui sollevò il viso per guardarla. Esitò un momento, poi disse: - Fidanzate è una parola grossa... ho frequentato alcune donne, questo sì. 

Vide che Candy spostò un attimo lo sguardo sullo skyline, attraverso la vetrina panoramica del locale.

- Ma nessuna di importante. Non è un vanto dirlo... ma non ho mai amato quelle donne. 

Candy si voltò ora a guardarlo.

- La verità è che ho provato ad andare avanti con la mia vita... ma non è colpa mia se non è scattato nulla in me. 
Non riuscivo ad amare nessun'altra. Lo avrei voluto fortemente... per dimenticarti. Ma non ci sono riuscito. 

Lei abbassò gli occhi. Le parole di Terry erano ora una sua confessione del periodo buio che aveva vissuto, traspariva tutta la sua sofferenza passata. Si sentiva in parte responsabile. Ma, come aveva considerato anni prima, le cose erano andate come dovevano andare, e lei lo aveva accettato.

- Mi dispiace... - disse guardandolo.

Lui pure la guardava. - ...Non è colpa di nessuno - rispose.

Ci fu un lungo silenzio.
 
- Tu invece? Hai frequentato qualcuno, nel tempo? - riprese Terry.

- A La Porte sono uscita per circa un mese con un ragazzo conosciuto in ambulatorio.
Un tecnico di laboratorio... un giorno mi chiese di uscire. 
Anche io volevo dimenticarti, e chiudere quel capitolo doloroso della mia vita. Le mie amiche si fidanzavano ufficialmente. Così anche io non volevo essere da meno. Volevo vivere la mia vita da ventenne. 

Terry si incupì, ripensando che non erano stati capaci di viversi nella loro adolescenza. E forse poi le cose sarebbero andate diversamente tra di loro. Ma ora sembravano essersi ritrovati. E non voleva perdere questa seconda possibilità per nulla al mondo.

- Lui era un bravo ragazzo - continuò Candy. - Ma poi ho deciso io di non vederlo più... perché non provavo niente per lui. Lo vedevo solo come un amico. Ci rimase male. Ma cos'altro potevo dirgli? 

Terry la ascoltava in silenzio.

- Quest'estate poi sono stata qualche settimana in Ohio in vacanza, con Annie, Archie e alcuni loro amici. Uno di loro vive a New York, fa l'avvocato. Mi aveva chiesto se potevamo rivederci quando io mi sarei stabilita qui... mi aveva dato il suo indirizzo, ma dopo, per vari motivi, non l'ho mai cercato. Non so se avremmo potuto avere dei punti in comune... e non lo saprò mai - disse sorridendo.

- Puoi sempre provare a cercarlo - disse lui, per ironizzare. - Ti sei pentita di non averlo fatto? - chiese prima di sorseggiare il suo vino.

- No... se avessi voluto farlo, credo che lo avrei cercato. Volevo solo dire che le cose non sono sempre lineari, nella vita.

Qui a New York sono invece uscita un po' di tempo con il mio compagno di studi di cui ti avevo già accennato.

E ora... eccoci qua. Quanto è imprevedibile la vita? Io non lo avrei mai immaginato... di incontrarti di nuovo qui a New York - disse rivolgendosi a Terry, con un'espressione intensa e quasi prudente nelle parole, mentre prendeva il bicchiere per bere un sorso di vino.

Terry annuì. - Non lo avrei mai immaginato nemmeno io, Candy. È questo ciò che chiamano "destino"? Io davvero non lo so... - rispose lui, guardandola negli occhi, mentre entrambi restavano in silenzio.
 
Si stava facendo tardi, per il rientro alla residenza, così, finito di cenare, cominciarono ad incamminarsi sulla via del ritorno.

- Candy... - disse Terry titubante - ... tra tre giorni sarà Natale. Se avete il permesso di poter stare fuori... ti va di venire a stare da me e passare quei giorni a casa mia? Vorrei trascorrere più tempo con te... - disse serio, guardandola direttamente in viso.

Candy sentì l'emozione invaderla.

- Sì... mi va - rispose, con un'espressione felice e sognante. - Molti studenti tornano a casa per il weekend o durante le festività. 

Terry si avvicinò per baciarla.

- Ti amo... - le disse in un momento in cui sentiva il cuore scoppiare per l'emozione - ...Non perdiamoci mai più... 

Si baciarono intensamente, la baia di New York con le mille luci di orientamento, tipiche dei porti, a fare da sfondo ad un amore che a New York si era interrotto bruscamente, e che da New York ripartiva... da dove avevano lasciato, ma in verità adesso erano due persone diverse. Più mature e consapevoli, più determinate e libere.

Davanti alla residenza si scambiarono un ultimo bacio, abbracciati stretti.

- Ci vediamo domani sera, stessa ora? - disse Terry. - E prepara la valigia.

- Sì... - rispose lei con un grande sorriso. - Buonanotte...

- Buonanotte... - disse lui, dandole dolcemente un altro bacio sulle labbra e tenendole ancora la mano fino a quando Candy non si allontanò e dovettero staccarsi. Lei si voltò a guardarlo, poi entrò nel cancello e lui si diresse verso il centro città.
   
 
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