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Autore: mattmary15    31/05/2021    1 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Seconde Nozze


Odino si è alzato di buon ora e ha trovato il ranch deserto.

Solo i genitori di Karen sono già in piedi. Cammina fino al lago.

Guarda la luce specchiarsi sull’acqua e prende un profondo respiro. Una pace che non provava da tanto tempo sembra avvolgere quel luogo.

Alza lo sguardo nel sole.

“Ti sarebbe piaciuto, mia adorata. E ti sarebbe piaciuta anche lei. Ha qualcosa di oscuro nell’anima. Una forza indomita che rappresenta un rischio ma, se c’è una cosa che mi hai insegnato, è che più sono strette le catene, meno forte è il legame. 

Lei non lo ha mai costretto. Lui si è legato a lei come non aveva mai fatto con nessuno. Forse solo con te. Ho imparato. Ho imparato anche con Thor. Mi addolora che abbia dovuto perdere te per comprendere. Io che mi vantavo di sapere ogni cosa. Stolto. Stolto e arrogante. Forse vivere come questa gente mi farebbe bene. Non oggi. Oggi devo essere ancora il padre di Thor e Loki.” 

Si volta e s’incammina a ritroso. Raggiunge una casetta che gli hanno detto essere destinata a Loki e bussa. Suo figlio gli apre dopo poco.

“Padre?”

“Disturbo?”

“Mi sto vestendo.” Risponde lui fermo sull’uscio.

“Posso aiutare?”

“So vestirmi da solo.”

“Questo lo so. Ti ho portato una cosa, mi fai entrare?”

“Prego.” Loki lascia la porta e raggiunge lo specchio.

“Credevo che portassi diversamente i capelli.” Dice indicandosi la testa.

“Karen desidera che li tenga così.”

“E’ gentile da parte tua assecondarla nei suoi desideri.”

“Mi biasimi per questo? Se non ricordo male, viziavi la mamma con ogni genere di stupidità.”

“Non mi sono mai lesinato in ogni sorta di concessione. Avrei voluto poter continuare a farlo.” Dice mettendosi seduto su una sedia come se parlarne lo affaticasse. Loki cambia discorso.

“Che mi hai portato?” Odino lo guarda attraverso lo specchio come se avesse dimenticato il motivo di quella visita poi si batte una mano sul ginocchio e si alza. Raggiunge Loki e gli si para di fronte. Gli appunta una spilla d’oro sulla giacca. Loki percepisce immediatamente che si tratta di un artefatto magico.

“In passato ti ho fatto torto. Ho consegnato Mijolnir a Thor incurante del fatto che sei un guerriero anche tu. Quello è Tyrfing. Tu sei abile con i coltelli, giusto. Quello non sbaglia mai il bersaglio.”

“Ti sembra un regalo di nozze adeguato?” Chiede Loki con un ghigno sul viso.

“E’ una potente arma magica. Mi sembra adeguata a te.”

“E’ maledetta!” Odino sorride.

“Non lo è. Non più. Sai Loki, ti guardo e non somigli più al ragazzo che mi ha rinfacciato di avergli rubato il suo diritto di nascita.”

“E cosa sembro, padre?”

“Sembri un uomo che lo ha guadagnato.” Loki si volta e guarda lo specchio incapace di sostenere lo sguardo di Odino. “Ad ogni modo Tyrfing non è il mio regalo. Ti spettava di diritto. Questo è il mio regalo di nozze.”

Loki abbassa lo sguardo sul palmo di Odino e non può fare a meno di scuotere il capo.

“Quell’anello è di mia madre.”

“Uno dei tanti.”

“No, era uno dei suoi preferiti. Diceva che lo baciava ogni volta che alzava le sue preghiere al cielo e che in esso era custodita la benevolenza delle stelle.”

“Se ne sei consapevole, ti senti di rifiutarlo? Non vuoi la benevolenza del cielo per la donna che hai scelto come sposa?”

“Dovrebbe andare a Jane.”

“Decido io a chi deve andare.”

“Non pensi a Thor?”

“E tu? Pensi a Thor?”

“Sì. Ho sempre pensato a Thor. Prima che tu ci mettessi uno contro l’altro, eravamo fratelli!” Odino sorride bonariamente e poggia una mano sul collo di Loki. Il dio non si ritrae ma il suo viso si tende quasi come se quel tocco scottasse.

“Siete fratelli. Lo siete perché Frigga vi ha cresciuti e amati come tali. I suoi sentimenti sono stati più forti della mia cecità. Prendi questo anello e donalo alla tua sposa. Sai perché Frigga lo baciava sempre? Perché era quello che lei mi dava in pegno ogni volta che partivo per la guerra. Mi ha sempre riportato da lei. A Thor andrà l’anello con cui la sposai. E’ mille volte più bello e prezioso.” Loki lo prende e lo stringe.

“Non devo ringraziarti se, ancora una volta, preferisci Thor a me.”

“Infatti. I figli di rado dovrebbero ringraziare i padri. L’affetto di un padre dovrebbe essere incondizionato.”

“Dovrebbe.” Asserisce Loki. Odino va verso la porta. Mette la mano sulla maniglia ma non l’abbassa.

“Sai perché quel giorno ti presi?”

“Perché ero debole e se non l’avessi fatto sarei morto. Hai avuto pietà.”

“Ti presi perché tu me lo chiedesti.” Loki si volta a guardare la sua schiena appena sbilanciata in avanti. “Te ne stavi lì, su quella pietra, avvolto solo da uno straccio ma nulla nel tuo sguardo indicava paura. Non avevi paura della vita a cui eri stato esposto e lasciato solo. Non avevi paura del freddo o del rumore della battaglia che si udiva. Nulla mi diede da pensare che avessi paura di me. Neppure quando ti sollevai. Pensai che un atto di clemenza sarebbe stato impedirti di vivere e soffrire ma tu fissasti i tuoi occhi magici di gigante di ghiaccio nei miei e sorridesti appena. Con una malizia che ti avrei rivisto sul viso solo da adulto.”

“Ti prendi gioco di me. Sono vaneggiamenti di un vecchio nostalgico.”

“No,” Odino si volta e lo guarda con l’unico occhio ora luminoso e dorato, “sono i ricordi di un padre. Ti presi in braccio e tu cambiasti il colore della tua pelle. Mi mostrasti che potevi essere come me. Feci mia la tua prima, innocente, bugia. Come vedi, ti ho insegnato io a mentire. Ti ho fatto credere che andasse bene mentire e, di questo, ti chiedo scusa figlio mio.” Odino si volta nuovamente e apre la porta.

“Padre,” al richiamo di Loki, lui fa un passo indietro, “era la mia natura. Cambiare, voglio dire. Posso farlo ancora. Io posso riuscirci.” Odino sa che quella richiesta gli è stata già fatta.

“Sì, puoi farcela.” Loki torna a guardare lo specchio e alza la voce.

“Il tuo posto è in prima fila. Aspettami lì.”

Odino si allontana. Il passo è grave ma il cuore è più leggero.

 

L’idea era quella di un ricevimento modesto.

Una cerimonia con pochi invitati. Gli amici nel senso stretto del termine e i familiari.

Gli amici hanno movimentato la sera precedente al punto che Loki ha pensato che nessuno si sarebbe presentato alla cerimonia.

Invece sono tutti lì, sotto al gazebo di legno che il padre di Karen ha costruito nelle due settimane precedenti apposta per quel giorno.

Al suo fianco, i suoi testimoni fanno bella mostra dei loro abiti scuri.

Thor ha gli occhi lucidi dalla sera prima. Non è solo l’alcol che ha trangugiato come nelle migliori, o peggiori, feste asgardiane per la vittoria di una faticosa battaglia. E’ una sorta di emozione che è incapace di sostenere, una sorta di felicità che non riesce a soffocare. E’ quasi certo che dipenda per buona parte dal modo in cui Jane lo guarda, piena di amore e di fiducia in un futuro incerto. La gita in barca deve essere andata bene.

Tony, invece, ha inforcato il solito paio di occhiali da sole e dispensa sorrisi a tutti. Anche in questo caso, Loki crede che l’alcol abbia quasi tutto il merito di quell’umore, nonostante Pepper sia bellissima e adorabile nel suo modo di fargli cenni comprensibili solo a lui affinché smetta di comportarsi da imbecille. Impresa praticamente impossibile.

Loki se ne sta immobile affianco al tavolino di legno bianco che fa da altare. Ha mantenuto la promessa che ha fatto a Karen lasciando il colore dei suoi capelli come è realmente e tirandoli all’indietro. Quando si è guardato allo specchio ha notato con ben poca soddisfazione che il suo aspetto ricorda il suo se stesso inquietante di New York. Nessuno sembra averlo notato.

O sono tutti ubriachi o quello che gli ha detto Odino quella mattina è vero.

‘Non somigli più al ragazzo che mi ha rinfacciato di avergli rubato il suo diritto di nascita. Sembri un uomo che lo ha guadagnato.’

Guarda i presenti che hanno trovato posto nelle file di sedie decorate con tulle bianco e fiori d’arancio.

La madre di Karen continua a sistemare l’acconciatura di Annie e di Jane, le damigelle d’onore di Karen. Il figlio di Annie, Jack, e suo marito Jamie sono seduti in prima fila. 

All’appello mancano Stan Miller e Sophie. Sono certamente insieme a Karen.

Accomodati tra le prime file dal lato della sposa ci sono Bruce e Nat. Lui è evidentemente a disagio nell’abito elegante che gli è stato fatto indossare. Natasha, invece, è bellissima. Il tubino nero che ha scelto nonostante il caldo, non rende sufficiente giustizia alle sue forme ma il suo viso è disteso e non riesce a smettere di sorridere all’uomo che, accanto a lei, continua a tentare di allentarsi la cravatta.

Più indietro ci sono Burton e la sua famiglia e Stephen Strange arrivato quella mattina in compagnia di una donna che si è dimostrata simpatica ed intelligente. Loki non era certo che lo stregone si sarebbe presentato ma non ne è stato contrariato.

Tra le ultime file ci sono Coulson e due ragazzi, Gemma Simmons e Leopold Fitz. Sono fan del lavoro di Karen e hanno fatto carte false per accompagnare Phil al matrimonio nonostante lui probabilmente sperava di avere l’occasione per rimanere un po’ da solo con la misteriosa donna che finalmente si è deciso a presentare a tutti. Non solo è una famosa musicista ma è stata tanto gentile da offrirsi di suonare durante la cerimonia.

Solo una sedia è rimasta libera tra le fila di Karen. Si tratta di un posto riservato. Loki spera che l’ospite non deluda sua moglie.

Quando il dio guarda gli invitati che stanno dalla sua parte, sorride. La sua metà è decisamente più movimentata.

Seduta e in imbarazzo accanto ad Odino, Pepper continua a fare facce buffe a Tony. Happy, vicino a lei, non fa che redarguire il povero Peter Parker, l’ultimo arrivato in casa Stark.

Dietro di loro Maria Hill e Fury fingono d’interessarsi alla bellezza del luogo ma ogni pretesto è buono per fare apprezzamenti sulla violoncellista compagna di Phil. Più in fondo se ne stanno seduti Wanda e Jarvis che si tengono per mano. Chiudono la fila i bizzarri amici di Thor che si sono praticamente imbucati alla festa.

Loki ha compassione per Sif ma se sta bene a lei guardare Thor che amoreggia con Jane, non sarà lui ad impedirglielo.

Mentre fa questa riflessione, la musica si ferma e Sophie fa la sua comparsa sul vialetto di pietra bianca vestita come una piccola principessa. Accanto a lei, Fenrir scodinzola allegro.

Loki non può fare a meno di sghignazzare quando Odino passa con lo sguardo dal cane a lui e viceversa. Per stavolta si terrà l’affronto.

La musica riprende e Sophie avanza portando le fedi. Dietro di lei compare Karen al braccio di suo padre.

Mai le parole per descrivere qualcosa gli sono mancate come in questo momento. Karen ha lasciato i capelli sciolti sulle spalle che l’abito non copre. Un ricamo di piccoli fiori le fascia il torace fino ai fianchi. Da lì in poi, il tulle scende morbido fino ai piedi. Le Disir le tengono il velo seguendola.

E’ luminosa come una stella. Sorride. Loki la guarda avanzare piano, tenendosi al braccio del padre. Sophie arriva ad un passo da lui e gli tira la manica della giacca. Lui si china per consentirle di dargli un bacio sulla guancia. La bambina gli porge un piccolo cuscino su cui fa bella mostra di sé un anello. Lui ci poggia accanto quello che gli ha dato Odino e fa cenno alla bambina di poggiarlo sul tavolo davanti a loro.

Quando Karen raggiunge l’altare, allunga la mano che aveva preso il braccio del padre verso di lui.

Lui l’afferra e l’aiuta a salire l’ultimo gradino. Il sacerdote che officia il rito prende la parola.

“Cari amici, Karen e Tom ci hanno chiesto di prendere parte all’evento più importante della loro vita. Oggi, infatti, hanno deciso di fare delle loro due esistenze, una sola. È un giorno di gioia per ognuno che abbia a cuore questi due giovani, pertanto se qualcuno tra voi conosce qualche motivo per cui Tom e Karen non debbano essere uniti in matrimonio, parli ora o taccia per sempre.” Tony, accanto a Loki, tossisce.

“Scusate, raucedine.” Loki non si volta ma sente più di una risata provenire dalla sua parte degli ospiti. Il celebrante riprende.

“Karen, a te.” La donna prende l’anello che ha personalmente scelto per suo marito e lo infila alla mano sinistra del dio.

“Ho pensato a lungo ad una promessa che fosse in grado, anche solo in parte, di spiegare cosa significa per me poterti stare accanto. Non esiste nella mia lingua. Poiché le parole sono preziose, ne userò il meno possibile. Non sentirti mai solo o perduto. Io sono la tua casa. La mia forza é tua, perdona le mie debolezze. Io ti amo e lo farò fino alla fine di ogni mondo possibile.” Loki prende l’anello che fu di sua madre e lo infila all’anulare di Karen.

“Quando ho posato il mio sguardo su di te, il mio Destino è cambiato. Ciò che ti ho dato e quanto ti ho tolto non sono uguali ma, con l’aiuto delle stelle,” dice baciando l’anello ora alla mano della donna davanti a lui, “farò il possibile per ribaltare le cose. Ti proteggerò e ti amerò fino alla fine di ogni mondo possibile.”

Nell’udire quelle parole, Karen scoppia a ridere mentre una lacrima le scende sul viso. Loki la raccoglie con un dito e le sorride. Sa che si è emozionata perché gli ha sentito pronunciare  quella dichiarazione d’amore davanti a tutti. 

Il sacerdote unisce le loro mani e le solleva mostrandole alla platea.

“Per i poteri conferitomi dalla Chiesa e dalla legge dello Stato del Tennessee, dichiaro Tom e Karen marito e moglie. Salutate i signori Hiddleston. Ovviamente lo sposo può baciare la sposa.” Loki stringe a sé Karen e la bacia appassionatamente. Tutti applaudono mentre i due fanno una specie di buffo inchino e attraversano il corridoio andando verso il prato dove la madre di Karen ha preparato i tavoli per il pranzo.

La giornata scorre veloce tra risate, scherzi, calici di vino svuotati velocemente quanto i piatti serviti uno dopo l’altro.

Ad un tratto Tony si alza e fa tintinnare una posata contro il bicchiere di champagne.

“Signori, un momento prego! Lasciate che faccia il mio dovere e proponga un brindisi per gli sposi.” Pepper gli fa l’ennesima espressione con la quale lo ammonisce dal comportarsi male. “Sono il testimone dello sposo e dovrei cominciare con un buffo aneddoto su di lui.” Loki gli lancia un’occhiataccia e lui ridacchia. “Ebbene Tom non è mai stato un bravo ragazzo! Mai, lo giuro, fino al giorno in cui non ha incontrato la dottoressa. Lui aveva avuto, come dire, un incidente. Era stato investito da un tir di quelli belli grossi, verde se non ricordo male!” Su quelle parole Bruce si mette le mani in faccia e Nat scoppia a ridere. “Quando gli chiesi se avesse bisogno di qualcosa, lui chiese solo un drink. Vi sembrano modi da bravo ragazzo?” Chiede guardando gli altri tavoli. “Eppure quando finì sotto le cure di Karen, accadde l’impossibile. Tom che era stato sempre un ragazzo egoista, perfido e astioso, un vero stronzo insomma, divenne gentile, premuroso, disponibile ad aiutare il prossimo in modo disinteressato. Quasi disinteressato. E dico quasi perché l’unica cosa che ha chiesto in cambio é stata Karen e non é una cosa da poco, vero?” Tutti commentano che Stark ha ragione per una volta. “La nostra Karen! Chi avrebbe mai detto che una donna come lei avrebbe perso la testa e molto altro per Tom? Eppure l’ha fatto con una convinzione e una determinazione che qualcuno ha definito ‘da pazzi’. Quel qualcuno é seduto qui fra noi, sappilo tesoro!” Lei finge di offendersi mentre Tony la guarda negli occhi. “Tu non ti sei mai arresa, anche quando mille difficoltà si sono messe sul tuo cammino. Sei stata salda nei tuoi sentimenti in un modo che è stato d’esempio a più di qualcuno fra noi. Per questo e perché sono responsabile di avervi in qualche modo avvicinati, vi auguro ogni bene. Vi auguro di trovarlo nelle giornate buone e in quelle cattive che non si possono evitare. Vi auguro di non esaurire mai quella magia che vi ha unito e che vi rende speciali. E non permettete mai a nessuno di farvi credere che c’é qualcosa di sbagliato nel restare uniti. Agli sposi!” Loki solleva il calice e Karen fa lo stesso. 

“Agli sposi!” Grida Thor e tutti lo imitano. Odino allora si alza e tutti fanno silenzio.

“Lasciate che dica due parole anche io. Karen, oggi guadagno una figlia di cui andare orgoglioso. Abbi cura dell’uomo che hai preso come marito perché spesso sono le mogli a determinare le azioni dei loro mariti senza che loro se ne rendano conto e tu, figlio mio, ricorda che l’hai scelta saggia per un motivo. Ricordalo e non smarrire la via. Tua madre ti avrebbe approvato e l’avrebbe amata. Tua madre sarebbe fiera di te e sono certo che, da lassù, benedice la vostra unione.” Odino si siede sinceramente emozionato. Loki si alza per rispondere ma si ferma un istante. Abbassa lo sguardo verso sua moglie e poi guarda un punto vicino agli alberi dietro ai tavoli degli ospiti della sposa.

“Tony, padre, vi ringrazio entrambi per le vostre parole. Credo però che a questo punto, tocchi a qualcuno degli amici della sposa dire qualcosa, vero?” 

Nat pensa che Loki abbia indicato lei ma sente qualcuno camminare alle sue spalle. Si volta e lo vede.

Steve, in alta uniforme, raggiunge il tavolo degli sposi. Karen sente gli occhi inumidirsi. Loki passa un calice all’uomo e lui fa un cenno del capo.

“Quando qualcuno mi dice che ci sono cose impossibili, io penso a Karen. Karen è la donna impossibile.” Muove il bicchiere verso di lei e Karen solleva il proprio. “È stata in posti in cui non doveva essere, ha affrontato prove che non si potevano superare, ha amato contro ogni ragione. Quella di stato, quella morale, quella comune. Ogni volta lei ha alzato la testa un po’ di più e ha detto che il suo amore era più forte di ogni ragione.” Steve si rivolge a Loki. “Sei un uomo fortunato. Una come lei si incontra una sola volta nella vita. Fa di tutto per tenertela stretta. E, se avrete bisogno di una mano, io ci sarò sempre. Voi,” dice poi guardando Stark, “voi siete la mia famiglia. Vi voglio bene.”

Nat si alza dal suo posto e va ad abbracciarlo per poi portarlo al suo tavolo. Tony fa un cenno a Peter.

“Bimbo ragno, protocollo ‘festino all’aperto’!” Peter annuisce e armeggia con una scatola. Un attimo dopo partono musica e fuochi d’artificio che fanno saltare tutti dalle sedie.

“Calma signori! In fondo sono il miglior organizzatore di party del mondo!”

Karen si alza e raggiunge Tony.

“Per questo hai costretto il povero Peter a venire fino a qui?”

“Non dire che non ti voglio bene, tesoro.”

“Non l’ho mai detto. Però adesso vieni con me.” Dice prendendolo per mano. Tony non finge neppure di fare resistenza. Si fa trascinare volentieri al tavolo di Steve. Lui si alza e abbraccia Karen. La donna lo stringe.

“Grazie di essere venuto.”

“Stavo per perdermelo ma qualcuno mi ha ricordato che sei importante per me.”

“Bucky sta bene?” Steve annuisce e guarda Stark.

“Non é qui.”

“Lieto di saperlo. Non ho ancora finito la terapia e la mia analista dice che ho ancora problemi a controllare le emozioni.” Lo dice indicando Pepper.

“Non vorrei mai contrariare la tua terapista.”

“Comunque é bello vederti. Insomma vederti qui.”

“Anche io sono contento di rivederti.”

“La famiglia è la famiglia, anche quando è problematica.” Risponde Tony e in quel momento sopraggiungono anche Thor e Loki.

“Non parlate davanti a noi di famiglie problematiche!” Esclama Loki.

“Non mi sembrate tanto problematici adesso.” Risponde Steve.

“Dacci tempo.” Esclama Thor ridendo.

“Ehi,” interviene Nat, “ma lo sposo ha intenzione di far ballare la sposa?” Loki tira Karen a sé.

“Sicuro! Prima però, Karen deve fare una cosa.” Lei lo guarda e capisce ridendo.

“Ovvio!” Raggiunge il centro del prato e grida. “Tutte le single ladies sono pregate di venire qui!” 

Maria Hill finge di non aver sentito mentre Jane si alza e corre al tavolo di Pepper per trascinarla al centro del prato. Nat fa alzare Wanda e poi corre al tavolo di Fury per invitare Maria, la compagna di Phil e Jemma Simmons.

Laura invita la compagna di Stephen Strange e persino la piccola Sophie si unisce al gruppo tirando per una mano la povera Sif che, suo malgrado, la segue.

“Siete pronte?” Urla Karen dando loro le spalle.

“Prontissime!” Risponde Nat. “Wanda non barare!” Dice poi prendendo in giro la ragazza.

“Non lo farei mai!” Si giustifica lei.

“Siete tutte più alte di me!” Si lagna Jane. “Pepper fa qualunque cosa ma non lasciare che lo prenda Xena!” Dice poi sussurrando alla donna accanto a lei.

“Forse dovremmo lasciare che lo prenda Nat, ne avrebbe bisogno.”

“Guarda che ti sento! E francamente, no, non credo di averne più bisogno di chiunque altra qui.”

“Lo voglio io, lo voglio io, lo voglio io!” Grida Sophie ma nessuno dice più nulla quando le quattro Dísir le raggiungono sul prato.

“Merda!” Fa Maria. “Con quelle non ci sono possibilità!” 

Karen finge un paio di tiri a vuoto poi si decide. Il bouquet fa una parabola altissima per poi ricadere tra le prime file finendo dritto dritto tra le braccia di Pepper.

“Stark non hai più scuse!” Banner lo punzecchia a parole e con un gomito.

“Che posso dire?” 

“Che magari è la volta buona!” Continua il dottore.

“Magari é la volta buona.” Dice lui guardando la sua compagna che ride imbarazzata e felice.

Karen, accanto a Pepper, incrocia le braccia.

“Anche questa è fatta!” Suo marito l’abbraccia e le poggia un bacio sulla tempia.

“Adesso mi concedi un ballo?” Lei annuisce e lo segue. 

Dal cilindro della playlist di Stark viene fuori ‘Come rain or come shine’. 

Karen passa le mani dietro al collo di Loki e canticchia il testo.

“You're gonna love me like nobody's loved me come rain or come shine

Happy together, unhappy together and won't it be fine?

Days may be cloudy or sunny, we’re in or we're out of the money

But I'm with you always I'm with you rain or shine.”

“Sei bellissima quando canti.”

“Forse perché sono felice.”

“Davvero?”

“Lo sono. Tu sei qui con me. La mia famiglia è tutta intorno a noi. Cosa potrebbe andare storto?” Loki le mette una mano sulle labbra.

“Zitta, non dirlo. In genere è proprio a questo punto che tutto comincia ad andare a rotoli.” Karen ride.

“Hai ragione.”

“Io ho sempre ragione.”

“Hai sentito tuo padre? Mi hai scelta saggia e dovrai ascoltarmi.”

“Gli dissi che ti ho scelta saggia e che pertanto non ti saresti mai presentata sola ed indifesa al suo cospetto. Non ti sei rivelata saggia, mia cara.” Lei gli da un pizzico sul collo.

“Ma se ti ho salvato la vita!”

“Non ricordi bene come sono andate le cose. Io ti ho salvato la vita.”

“Come vuoi tu. Conta solo che stiamo insieme.” Lui annuisce.

“Solo questo conta.”

La canzone finisce. La notte, invece, è ancora lunga. Nessuno ha intenzione di smettere di ballare. Karen si sente al sicuro, felice.

Loki si ferma un istante a guardarsi intorno. Può sperare che quello strano formicolio che gli attraversa il petto duri più di una notte sola? 

“Tenere l’universo nel palmo della mia mano.” Dice sollevandone una e guardando le dita aperte. Karen non ha sentito quello che ha detto nella confusione che è tutta intorno a loro. Prende quel gesto come un invito ad un altro ballo. Poggia la sua in quella aperta di Loki.

“Cos’hai detto?”

“Niente,” risponde lui “vieni qui.” La stringe ed è come se tutto l’universo fosse rinchiuso nello spazio tra le sue braccia.

  
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