Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    05/06/2021    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La guerra è appena iniziata

 
Erix l’attendeva in una delle sale interne del circolo. Bryce si districò tra corridoi e sale minori, la mente in subbuglio.
Quando arrivò davanti alla strega, che era in attesa con le braccia incrociate sul petto, era furiosa.
“Sei in ritardo” disse Erix.
“Non mi serve una guardia del corpo” sbottò.
Erix si accigliò.
Bryce indicò Elvana con un cenno della testa. “Parlo di questa qui” disse con tono sgarbato.
Elvana fece una smorfia di disappunto. “Peccato. Avevamo iniziato così bene.”
Bryce la ignorò tornando a concentrarsi su Erix. “Mi devi una spiegazione.”
“Io non ti devo proprio niente, principessa di Valonde. Eseguo solo gli ordini.”
“Di chi? Chi ti ha ordinato di darmi una scorta?”
“Khone. Il decano del circolo. Se hai delle rimostranze da fare, parlane con lui.”
“Lo farò” disse accigliata.
“Ma prima” aggiunse Erix. “Permettimi di illustrarti la situazione.”
Bryce fece per ribattere ma decise di restare in silenzio e ascoltare quello che aveva da dire la donna.
“Siamo stati attaccati.”
“Lo so” disse. “Ero presente anche io.”
“No, Bryce, tu non sai proprio niente. E non ti rendi conto di quanto sia grave quello che è accaduto alla tua consacrazione.”
“Sono morte parecchie persone.”
“Quella è solo una parte del problema” disse Erix. “Sono morte persone che non dovevano morire.”
“Esistono anche persone che possono morire per mano dei rinnegati?” chiese trattenendo a stento la rabbia.
Erix lanciò un’occhiata a Elvana. “Allontanati di una ventina di passi.”
“Come desideri” rispose la strega divertita.
Bryce la guardò allontanarsi. “Non mi serve una guardia del corpo. Non sono Joyce. So difendermi.”
“Tu sai difenderti, lo so” disse Erix. “Ti ho vista alla consacrazione.”
“Allora congeda Elvana.”
“Sono ordini di Khone.”
Bryce sentì la rabbia crescere dentro di lei. “Gli parlerò io e lo convincerò.”
“Bryce, ascolta. Io approvo la decisione del decano. Tutti noi l’approviamo. È una scelta saggia la sua.”
“Tutti voi?”
“Il consiglio ristretto di tuo padre. Tua madre la regina e i tuoi fratelli maggiori, incluso Roge. Il che ha sorpreso anche me se devo essere sincera. Anche loro avranno una guardia del corpo.”
“Perché?”
“I rinnegati hanno ferito tuo padre” disse Erix. “Forse non ti rendi conto di quanto sia grave anche solo pronunciare questa frase, ma fuori dalle mura sicure di Valonde non tutti sarebbero rattristati da questa notizia.”
“Parli di Malag?”
“Parlo della nostra alleanza” rispose Erix. “Ora ascoltami bene. È nostro dovere tenere al sicuro gli eredi al trono di Valonde.”
“Razyan è l’erede.”
“Tutti lo siete” ribatté la donna. “Nel caso uno di voi venga a mancare.”
Bryce deglutì a vuoto. “Stai augurando la morte a uno dei miei fratelli?”
“Le guardie del corpo servono a impedire che ciò avvenga.”
Si ritrovò ad annuire. “Questo posso comprenderlo” disse. “A patto che sia temporaneo.”
“Finché il re non si sarà ripreso dalle sue ferite dovrai avere una scorta al tuo fianco. Elvana è un’ottima strega. Si è consacrata due anni fa e gode della fiducia dei suoi confratelli. Viene da un circolo minore a noi affiliato e non ha molte conoscenze qui a Valonde. È la scelta più saggia che potessimo fare.”
“Ho già detto di essere d’accordo.”
“Non cercavo la tua approvazione” disse Erix con tono duro. “Volevo solo farti comprendere quello che sta per accadere.”
Bryce si sentì fremere. “Roge parlava di una riunione di guerra.”
“Quella è già iniziata.”
“Vorrei assistere.”
“Non sei stata invitata. Galef ti riferirà più tardi.”
“A lui è concesso assistere e a me no?”
“È uno stregone consacrato da cinque anni. Il suo rango è alto e gode della fiducia e del rispetto di tutti.”
“Non dovrebbe esserci Razyan lì dentro?”
Erix sembrò esitare. “I decani pensano che sia più prudente tenere separati gli eredi al trono per il momento.”
Bryce si sentì infiammare. “Non si fidano nemmeno dei loro più stretti alleati” esclamò. “Come siamo arrivati a tutto questo?”
Erix scosse la testa. “Per anni abbiamo fatto finta di non vedere che cosa stesse accadendo.”
Le porte si spalancarono all’improvviso e Bryce fu investita da un vociare sommesso.
“Noi restiamo contrari” stava dicendo un ometto dalla pelle abbronzata. Non indossava il mantello ma era vestito con una stola di pelle decorata con simboli che ritraevano animali marini.
Accanto a lui, Galef annuiva ma dalla sua espressione comprese subito che era contrariato. “Capisco i vostri dubbi ma non possiamo esitare proprio adesso.”
“Ci chiedete un impegno gravoso” disse l’ometto. “Che noi non possiamo affrontare in questo momento. In fondo noi di Taloras abbiamo sostenuto il maggior sforzo bellico nella guerra contro Vulkath e dobbiamo ancora riprenderci da allora.”
“Si tratta solo di un appoggio ufficiale.”
“Per ora possiamo solo fornirvene uno informale” replicò l’altro.
Galef chinò la testa in avanti. “Sarebbe in ogni caso gradito.”
“Riferirò a re Hagar e a Gladia” rispose l’uomo. “E quando mi risponderanno, vi avvertirò.” Lo salutò con un leggero inchino al quale Galef ricambiò con un gesto simile.
Quando l’ometto si fu allontanato Bryce andò dal fratello.
“Dall’espressione che hai” disse Galef divertito. “Sospetto che Erix ti abbia già detto della nuova regola.”
Bryce annuì e indicò Elvana. “Quella lì deve seguirmi dappertutto?”
Notò con la coda dell’occhio uno stregone dall’espressione corrucciata che li osservava da un angolo distante della sala.
“Quella è la mia scorta” disse Galef con espressione rassegnata.
Erix aveva avvicinato uno degli stregoni che erano usciti dalla sala e stava parlottando con lui a bassa voce.
“Si chiama Sten” aggiunse suo fratello.
“La mia Elvana.”
“È bella” disse Galef divertito. “Devi presentarmela.”
“Smettila di fare lo sciocco” lo rimproverò Bryce. “E dimmi di che cosa avete discusso lì dentro.”
Galef le indicò il corridoio. “Passeggiamo mentre parliamo, vuoi?”
Bryce lo seguì controvoglia.
“I decani vogliono la guerra” disse suo fratello.
“Bene.”
“Aspetta a dirlo. Saremo soli, almeno all’inizio. Noi e i nostri vassalli, intendo.”
“L’alleanza?”
Galef ridacchiò. “Quella possiamo anche scordarcela, per il momento.”
“Pensavo che i trattati significassero qualcosa per quelle persone” disse arrabbiata.
“Si sono proprio appellati a quelle carte, a dire la verità.”
Lei lo fissò interdetta.
“L’alleanza è stata creata cento anni fa nel timore che Malag o un suo discepolo potessero tornare a minacciarci.”
“E non è accaduto questo l’altra sera? Non siamo stati attaccati da Malag e dai suoi rinnegati?”
“Quelli che dicono di essere suoi rinnegati” la corresse lui.
“È uguale.”
“Non per i delegati di Taloras e Candor, tanto per dirne due. Sostengono che non ci sono prove che Malag sia tornato.”
“E allora chi ci ha attaccato?”
Galef si strinse nelle spalle.
“Nemmeno tu sei del tutto convinto.”
“Bryce” iniziò a dire suo fratello.
Lei lo fronteggiò con espressione decisa. “Dillo chiaramente. Senza nascondermi niente.”
Galef trasse un profondo sospiro. “Sono passati cento anni. Bellir ha ucciso Malag in duello, lo sanno tutti. Un attacco, anche se grave, non può cancellare tanti anni di storia.”
“Ma è accaduto” disse lei. “Come possono non capirlo. Come puoi, tu?”
Galef allargò le braccia. “Servono prove più forti.”
“Mi sono addestrata una vita intera per questo momento” disse Bryce. “E sento che è finalmente giunto. Quattro ambasciatori stranieri non potranno negarlo a lungo.”
“Quando avranno le prove che chiedono, scenderanno in guerra al nostro fianco.”
Bryce scosse la testa. “Questa è follia.”
“Questa è la guerra” disse Erix alle sue spalle. “Ed è appena iniziata. Vai nella tua stanza qui al circolo e restaci. Ci sarà un’altra riunione, stavolta tra i comandanti di Valonde. Se quei codardi non vogliono combattere, non possono decidere anche per noi.”
Quelle parole risollevarono l’umore di Bryce. Guardò Galef, la cui espressione si era intristita. Questo la turbò per qualche istante, quando ricordò che era arrivata lì senza altri vestiti a parte quelli che indossava.
“Ti farò portare un baule” disse Galef come comprendendo al volo i suoi pensieri. “Li farò portare anche per Roge. Penso che ne avremo bisogno.”
Bryce sospirò e, rimasta sola, si diresse al livello inferiore dove si trovava la stanza che gli era stata assegnata. Elvana l’affiancò.
“Che cosa vuoi?” le chiese con tono sgarbato.
La ragazza si strinse nelle spalle. “Svolgo il mio compito. Faccio la mia parte.”
“Non puoi andare a farla da un’altra parte?”
“Devo occuparmi della tua sicurezza, principessa.”
“Sono nel circolo di Valonde, in mezzo ai miei confratelli e consorelle. È forse il luogo più sicuro per me nel continente maggiore. Non ho bisogno che tu mi guardi le spalle.”
“I decani ed Erix non sembrano pensarla come te.”
“E come la pensano secondo te?” le chiese con tono di sfida.
Elvana si accigliò. “È evidente, no?”
Bryce scosse la testa.
“Non si fidano affatto dei tuoi confratelli e consorelle.”
A stento dominò l’istinto di darle un pugno. “Che tu sia dannata” esclamò infuriata. “Stai parlando dei mantelli consacrati di Valonde. I migliori del mondo conosciuto.”
Elvana si strinse nelle spalle facendo aumentare la sua irritazione.
“Devi chiedere scusa. Adesso.”
“Non ti ho offesa” disse Elvana.
“Hai offeso il circolo di Valonde.”
“Non mi pare.”
Bryce strinse i pugni. “Idiota” disse tra i denti marciando per il corridoio.
Elvana la seguì in silenzio fino alla porta di legno. Era piccola rispetto a quelle grandi e decorate che chiudevano l’ingresso delle sale del livello superiore.
Bryce la spalancò con un gesto rabbioso ed entrò nella stanza. Era senza finestre e misurava venti passi su ogni lato. Alla sua destra era appesa una lampada a olio che accese rivelando con la sua luce un letto, due bauli vuoti e un armadio a due ante. C’erano anche un piccolo scrittoio munito di sedia con matite e pergamene e uno scaffale occupato da mezza dozzina di libri, metà dei quali le erano stati regalati da Joyce e che non aveva mai letto né sfogliato da quando si trovavano lì.
Il pensiero di Joyce l’aiutò a calmarsi. Pensò a quanto doveva essere impaurita per quello che era accaduto e per aver dovuto assistere al massacro del giorno precedente.
Guardò Elvana, in piedi sulla soglia della stanza.
“Bella” disse la strega. “È più grande di quella che avevo a Ningothris, ma più piccola rispetto a quella che mi hanno dato qui. Sai, pensavo che…”
Bryce marciò verso di lei, afferrò la porta e la chiuse sbattendola.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor