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Autore: GReina    07/06/2021    1 recensioni
[sakuatsu]
La vita di Atsumu ha raggiunto una perfetta routine quotidiana insieme a Kiyoomi fin quando un uomo non bussa in casa loro con una notizia: Atsumu ha due figli di quattro anni e dovrà prendersi cura di loro.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 15

Tesi come non mai, lunedì si svegliarono di buon’ora ed avevano appena lasciato i gemelli all’asilo quando Kobayashi li contattò per telefono:
“Ho inoltrato al tribunale la vostra richiesta d’affidamento.” li avvertì “Adesso l’ufficio lo comunicherà ai signori Suzuki. Preparatevi a una loro ritorsione.” ed infatti la loro chiamata arrivò solo qualche ora più tardi. Atsumu afferrò il cellulare e – visto il mittente – lanciò uno sguardo a Kiyoomi e si allontanò dalla stanza in cui erano i bambini. Sakusa gli andò dietro, ma poté seguire solo parte della conversazione. Il tono di Shimizu Mayumi, comunque, era abbastanza alto da spingere il biondo a tenere il telefono a qualche centimetro di distanza dall’orecchio.
“Non avrei mai voluto essere scorretto, meschino o subdolo.” disse il suo ragazzo dopo molti minuti passati ad ascoltare gli sbraiti della donna probabilmente ripetendo solo alcuni degli aggettivi che aveva usato questa per descrivere il suo comportamento “Ma devo fare ciò che ritengo sia meglio per i miei figli.” Kiyoomi avvicinò l’orecchio all’apparecchio e grazie a questo poté sentire l’altra rispondere aspra:
“Non ci sei mai stato per loro! E adesso li reputi tuoi? E da quando?”
“Da quando ho scoperto della loro esistenza.” fu l’immediata risposta dell’alzatore. Infine, la avvisò che per qualsiasi altra cosa avrebbero potuto chiamare al numero di Kobayashi Ennosuke e chiuse la telefonata.
“Siamo in guerra.” annunciò subito dopo a Kiyoomi con il fuoco negli occhi, e lo erano davvero.
Il giorno successivo venne loro comunicato che i signori Suzuki si erano opposti ufficialmente perché Atsumu ottenesse l’affidamento esclusivo e che un giudice era già stato nominato affinché si occupasse del caso.
“Andremo in tribunale giovedì. Entreremo insieme ai signori Suzuki ed il loro avvocato nell’ufficio del giudice e lì, insieme ad alcuni testimoni, si svolgerà la seduta.” spiegò ancora Kobayashi quando andò a trovarli, i bambini affidati ad Osamu in modo che loro potessero prepararsi al meglio per quel giorno.
Rividero insieme all’uomo tutto il materiale che avevano raccolto e fecero qualche ricerca – per quanto possibile – sul giudice incaricato del loro caso. Infine, l’avvocato andò via e a loro non rimase altro da fare che attendere il fatidico giorno.
La mattina di quel giovedì si vestirono impeccabili e – una volta preparati anche i bambini, si misero al volante per raggiungere ancora una volta Hyogo. Era lì, infatti, che era stato aperto il testamento; lì che erano vissuti i gemelli e Isako; lì che avrebbero – secondo i piani iniziali – dovuto cedere definitivamente l’affidamento ai nonni dei bambini. Trovarono la madre di Atsumu ad aspettarli davanti al tribunale ed entro pochi minuti arrivò anche l’altra macchina da Tokyo con Suna, Osamu, Motoya ed i genitori di Kiyoomi. Atsumu abbracciò tutti a turno mentre lui si limitava a dei cenni del capo.
“Grazie per essere venuti.” stava dicendo il biondo a nome di entrambi. I bambini erano irrequieti, ma presto i nonni Sakusa e quella Miya riuscirono a distrarli mentre il resto del gruppo si occupava di far rilassare i pretendenti papà.
“Credo di non essere mai stato tanto nervoso in vita mia.” rivelò Atsumu e Kiyoomi concordò. In testa, solo il tarlo che la sua misofobia avrebbe potuto fargli perdere tutto.
Quando anche Kobayashi raggiunse il gruppo, il cuore dello schiacciatore iniziò a correre talmente forte da fargli temere un attacco di panico. Si impose di calmarsi, ma l’idea che una crisi in quel momento avrebbe potuto rovinare almeno quattro vite non faceva altro che peggiorare la situazione. Poi, Atsumu allungò una mano e intrecciò le dita con le sue. Kiyoomi lo guardò negli occhi e subito si rilassò.
“Come ci sei riuscito?” non riuscì a non chiedere da sotto la mascherina. Il biondo rise, ma non gli spiegò mai come avesse capito in che stato si trovava, né come con un semplice sguardo fosse riuscito a calmarlo. Rispose solo:
“Perché ti amo.”
Entrarono nell’edificio pubblico con il loro avvocato che faceva strada. Una volta dentro, Sakusa si fermò un momento e decise di togliersi guanti e mascherina.
“Sei sicuro?” se ne accorse suo cugino. Kiyoomi dovette solo guardare verso i bambini per dare la sua risposta.
“Per loro posso farcela.” anche Atsumu se ne accorse, così gli sorrise ed insieme proseguirono.
Arrivarono davanti ad una porta ancora chiusa e lì incontrarono Suzuki Honzo e Mayumi.
“Buon pomeriggio.” salutò Kobayashi professionale, ma nessun altro si unì a lui. I coniugi guardarono ognuno di loro con astio e antipatia e Kiyoomi non poté fare a meno di chiedersi se quei sentimenti fossero sempre esistiti o se fossero invece nati solo quattro giorni prima. In ogni caso non aveva importanza. Pochi secondi più tardi arrivarono anche l’avvocato dei coniugi Suzuki ed il giudice, rispettivamente un uomo sulla sessantina ed uno sulla settantina. Entrambi con i capelli neri quasi del tutto ingrigiti mentre solo il secondo portava una curata barba chiara.
“Signori.” salutò il giudice con un cenno del capo prima di stringere la mano a tutti. Kiyoomi seguì il movimento della destra dell’uomo e si concesse di prendere degli ampi sospiri per prepararsi a quel contatto. Di norma, grazie ai suoi progressi dell’ultimo anno, non sarebbe stato un problema, ma vederlo toccare una mano dietro l’altra gli rendeva la situazione più complicata. In ogni caso, si fece coraggio e ricambiò la stretta. Atsumu lo guardò fiero, innamorato e incoraggiante, quindi Kiyoomi non poté che sorridere impercettibilmente per quella loro piccola vittoria, poi dedicarono la loro totale attenzione al giudice che iniziò a dire:
“Vi chiamerò all’interno del mio studio tra qualche minuto. Desidero che entrino sono le parti interessate all’affidamento esclusivo dei gemelli con i rispettivi avvocati.” passò in fretta lo sguardo su tutti loro prima di aggiungere con un lievissimo sorriso: “Immagino che tenere d’occhio i bambini nel frattempo non sarà un problema.” molti tra i nonni e gli zii che non sarebbero entrati in aula annuirono, quindi il giudice fece loro un ultimo cenno ed entrò nella sua stanza.
Sia lui che Atsumu sospirarono ed insieme stavano per rivolgersi a Kami ed Aki quando Mayumi li precedette.
“Fate i buoni, bambini.” stava dicendo chinata alla loro altezza “I nonni tornano subito, va bene?” sorrise “Voi aspettate con questi signori, poi andremo a casa.” Kiyoomi avrebbe tanto voluto prenderla a sberle; ringraziò la propria misofobia per averlo trattenuto abbastanza da farlo ragionare. Si voltò verso Atsumu che come lui aveva un’espressione accartocciata nel viso al pari di tutto il resto dei loro parenti. I bambini, dal canto loro, guardarono prima i nonni Suzuki, poi Atsumu e Kiyoomi e tutti gli altri. Quando – di nuovo – gli occhi di Kami e quelli di Aki si posarono su di loro, Sakusa annuì impercettibilmente facendo anche un occhiolino. I gemelli sorrisero e annuirono alla nonna, poi diedero la mano a Izumi e si allontanarono. Mayumi si alzò e a Kiyoomi sembrò quasi che Atsumu stesse per dirle qualcosa, ma prima che potesse farlo lui gli afferrò una mano e all’orecchio gli sussurrò:
“Non lasciarti provocare. È la loro unica arma.” il biondo lo guardò, e dopo appena un attimo di incertezza sorrise ed annuì. Furono chiamati appena due minuti più tardi e – tesi – entrarono nello studio del giudice.
La stanza era grande e luminosa. A parte la scrivania chiaramente spesso usata dall’uomo ingombra di fascicoli e con un computer fisso montato sopra, nel locale erano presenti due ampie librerie in legno scuro con annesse vetrine ed infine un grande tavolo in mogano. Fu proprio intorno a quello che giudice, avvocati e potenziali affidatari presero posto insieme a quella che doveva essere la dattilografa, mentre tre sconosciuti, sicuramente i testimoni, sedevano poco distanti.
La seduta iniziò con il giudice che dettava data, orario e lista dei presenti da mettere agli atti. Poi passò a introdurre il caso. Perlopiù, inizialmente, furono gli avvocati a parlare. Quello dei signori Suzuki espose perché i suoi clienti stessero chiedendo l’affidamento ricordando anche di come si fossero presi cura dei bambini e di loro madre per tutti quegli anni; Kobayashi ribatté citando testualmente il testamento di Isako e portando subito sotto l’attenzione di tutti il video che la donna aveva registrato durante le sue ultime ore di vita stupendo non poco i genitori di quest’ultima. I due uomini di legge continuarono ad alternarsi nel parlare per diversi minuti, ma infine si fecero da parte per lasciare che il giudice parlasse direttamente con loro ed i Suzuki.
“Casi come il vostro non sono rari, ovvero tutori che morendo lasciano la custodia a parenti che secondo altri non sono all’altezza di crescere dei bambini. Naturalmente, come ogni caso d’affidamento, non è mai semplice prendere una decisione. La volontà del defunto va chiaramente sempre presa in considerazione, ma alla fine è al bene dei minori a cui dobbiamo pensare.” abbassò lo sguardo su alcuni fascicoli che aveva di fronte e prendendo a sfogliarli continuò “Per questo motivo i servizi sociali hanno un grande peso nella scelta, ma nel vostro caso vedo che entrambe le coppie hanno ricevuto il massimo dei voti sebbene, c’è da dire, da una parte abbiamo un’esperienza di solo poche settimane e dall’altro di ben quattro anni se non si considera anche la crescita della figlia naturale.” con la coda dell’occhio, Kiyoomi poté chiaramente vedere i coniugi Suzuki gongolare, ma lo schiacciatore aveva imparato a conoscere abbastanza bene il linguaggio del corpo da capire che il giudice era ben lungi dal finire il discorso.
“Al di là di questo, non possiamo ignorare quanto detto dalla madre dei gemelli nel video presentato dal signor Miya e dal suo compagno, quindi direi di passare a discutere la situazione economica e lavorativa.” Sakusa si concesse un sospiro di sollievo quando capì che la loro totale ignoranza sul come crescere dei figli non li avrebbe danneggiati contro i due veterani.
“Vedo che lei, signor Suzuki, è già in pensione, mentre lei signora è prossima a raggiungerlo.”
“Entrambi abbiamo una buona uscita, signor giudice.” intervenne l’uomo “In più disponiamo di alcune proprietà che stiamo affittando e che vorremmo passare ai nostri nipoti quando arriverà il momento.” il giusdicente annuì, poi passò a loro due:
“Signor Miya, signor Sakusa, vedo che entrambi avete firmato un contratto con una squadra della V-League, tuttavia vista la natura del vostro lavoro devo chiedervi quali garanzie avreste nel caso in cui un infortunio non vi permetta più di lavorare.” si erano preparati a quella domanda, quindi subito Atsumu passò ad esporgli i loro piani d’emergenza facendo comunque presente che – essendo in due ad essere giocatori professionisti – avevano ben poche probabilità che entrambi si facessero male e che comunque in ogni caso anche un solo stipendio sarebbe bastato a farli stare bene tutti e quattro. Fu solo a quel punto, dopo ormai quasi un’ora dall’inizio della seduta, che iniziarono le tensioni. Kiyoomi vide Mayumi fare un cenno verso il suo avvocato e subito dopo questi chiedere quali garanzie aveva Atsumu che Kiyoomi non avrebbe lasciato lui ed i gemelli aggiungendo:
“D’altronde sappiamo bene che la stabilità, o la precarietà, di una coppia si ripercuote sulla famiglia.”
“Io e Kiyoomi saremmo già sposati se solo il Giappone lo permettesse.” rispose subito e con astio Atsumu. Il corvino non riuscì a non sorridere consapevole di quanto quelle parole fossero vere e sincere. Tuttavia, l’ultima cosa che voleva era che Atsumu facesse il loro gioco, quindi lo calmò mettendo una mano sul suo ginocchio e più calmo rispose:
“Io e Atsumu stiamo insieme da tre anni. Conviviamo da prima che arrivassero i bambini e la nostra dinamica di coppia non ha assolutamente risentito del cambiamento, anzi…” si scambiarono uno sguardo tenero, poi lo schiacciatore riprese a parlare: “Abbiamo unito il nostro conto in banca sei mesi fa e abbiamo fatto in modo che legalmente fossimo l’uno per l’altro il parente più prossimo. Potremmo non essere sposati come vorremmo, ma di fatto lo siamo.” il giudice parve apprezzare la risposta, quindi senza che i Suzuki potessero aggiungere altro passò a controllare le proprietà ed i grossi movimenti bancari di tutti e quattro.
“Vedo che il suo conto è andato in rosso sei anni fa, signor Miya.” l’interpellato annuì.
“Ho aiutato mio fratello ad aprire la sua attività, ma come vede solo l’anno successivo mi ha restituito tutti i soldi. L’avvocato Kobayashi dovrebbe averle consegnato i dettagli delle transizioni che le confermeranno ciò che ho appena detto.” l’uomo cercò per qualche secondo tra i propri fogli, poi annuì.
“Vedo anche un grosso pagamento recente nel vostro conto comune.” fece ancora ai due giocatori.
“Il nostro attuale appartamento non è piccolo, ma in quattro preferiremmo avere più spazio. Abbiamo trovato una casa che potrebbe fare al caso nostro. Si trova in un quartiere tranquillo ed è vicino alle scuole. In questo modo sia noi che i gemelli potremmo stare più larghi.”
“E anche riavere la nostra palestra.” pensò divertito Kiyoomi.
“C’erano molti acquirenti interessati, quindi abbiamo dovuto versare un acconto affinché il proprietario ci desse più tempo per capire se…” Atsumu si interruppe, quindi fu Sakusa a finire per lui:
“Se domani ci servirà ancora una villetta per quattro persone.” il biondo annuì e così fece il giudice.
“Bene.” disse infine l’uomo “Se non c’è altro vi chiederei di aspettare fuori il mio verdetto.”
“I miei clienti in realtà vorrebbero porre sotto la sua attenzione ancora due dettagli che forse non sono stati accuratamente trattati.” non li lasciò congedare l’avvocato dei signori Suzuki e a un cenno del giudice l’uomo continuò:
“Sappiamo bene tutti in che genere di tempi ci troviamo, ma al di là dei discorsi sui diritti ed il rispetto, non si può negare che a dei bambini in piena formazione servano modelli tradizionali e, soprattutto nel caso della piccola Kamiko, un evidentemente mancante modello femminile.” Kiyoomi rispose prima che potesse farlo Atsumu.
“Noi abbiamo intenzione di non far mancare nulla ai bambini, neanche i modelli femminili, come dice lei. I miei genitori, e quindi anche mia madre, vivono a Tokyo, non troppo distanti dalla casa che abiteremmo con i gemelli. Mentre la madre di Atsumu, al momento residente qui a Hyogo, subaffitterebbe il nostro attuale appartamento proprio per essere più vicina ad entrambi i bambini.”
“Ovviamente sarà la benvenuta anche lei, signora Shimizu.” aggiunse poi Atsumu “Con l’affidamento esclusivo non miriamo ad eliminarli dalle vostre vite.”
“Qual è il secondo dettaglio?” chiese a quel punto il giusdicente, e l’avvocato dei coniugi rispose:
“La misofobia del signor Sakusa, naturalmente.” Kiyoomi si irrigidì, ma aveva ancora la mano sul ginocchio di Atsumu che subito gli venne stretta in segno di solidarietà. Il corvino vide il proprio compagno aprire bocca, ma fu il loro avvocato a parlare per primo:
“I miei clienti non intendono negare il disturbo del signor Sakusa. Pronti a negare, invece, sono il fatto che questo gli impedirà di essere un buon genitore. Nessuno di noi è libero da difetti, nemmeno i signori Suzuki da quanto abbiamo sentito dalla bocca della loro stessa figlia. La condizione del signor Sakusa non danneggia altri se non sé stesso, e si sta impegnando per superare il problema.”
“Può danneggiare i bambini, invece, se eviterà di soccorrerli solo a causa di un po’ di sporco!” ribatté Honzo.
“Probabilmente non l’ha notato, signor Suzuki,” continuò Kobayashi al posto loro “ma il signor Sakusa al momento non indossa né guanti né mascherina.” tutti gli occhi dei presenti si concentrarono su di lui, ma a Kiyoomi bastò concentrarsi su quelli caldi di Atsumu per rimanere calmo. “Ha stretto la mano al signor giudice e sono sicuro lo rifarà quando tutto questo sarà finito. Notando adesso quanto ha fatto solo per normale cortesia, crede davvero che non interverrebbe per amore dei suoi figli?” era la prima volta che in quella stanza si accenna al fatto che i gemellini – in caso di loro affidamento – sarebbero ufficialmente diventati anche suoi figli e se – visto il loro improvviso irrigidimento – la cosa fece impressione ai due Suzuki, fu invece come un balsamo per le orecchie dello schiacciatore.
“Akihiko e Kamiko potrebbero rimanerne impressionati. Non possiamo sapere come reagirebbero i bambini ad una sua crisi.” continuò imperterrito Honzo e questa volta fu Atsumu a contraddirlo:
“Sì che possiamo.” il biondo guardò fugacemente verso Kobayashi che però non fece nulla per fermalo, quindi spiegò: “Kiyoomi ha avuto un attacco di panico la settimana scorsa. Ho risolto in fretta la situazione e non ho mai perso di vista i bambini. Sono rimasti buoni ed in silenzio finché non ho messo Omi… cioè, Kiyoomi a letto. Kamiko e Akihiko hanno subito capito che era importante che non facessero baccano. Quando poi la crisi è passata ho spiegato loro tutto e mi hanno aiutato a far riprendere al meglio Kiyoomi. Se adesso gli chiedeste cos’è un misofobo e cosa dovrebbero fare in caso di attacco di panico saprebbero rispondervi senza problemi.” dopodiché l’alzatore si voltò verso di lui e sorridendo ripeté quello che diversi giorni prima aveva detto loro suo padre: “I quattro sono l’età che più sorprende.”
“Non ho bisogno di ascoltare altro.” chiuse la questione il giudice, poi fece cenno verso la porta.
Trovarono i bambini, Eri, Ichiro, Izumi, Motoya, Osamu e Suna poco distanti. Non appena li videro spalancarono tutti gli occhi e si affrettarono a raggiungerli.
“Sta decidendo.” spiegò in fretta il corvino, ma poi annuì incoraggiante: avevano ottime possibilità di farcela.
Attesero circa mezz’ora. In quel lasso di tempo si distrassero giocando con i bambini; lui fece persino delle intricate trecce a Kami.
Quando, poi, il giudice riaprì le porte del suo ufficio, tutti saltarono sul posto e nervosi si alzarono da dove erano seduti.
“Potete entrare tutti per ascoltare il verdetto.” così non esitarono e seguiti dai parenti tornarono nella stanza.
Il giudice non fece accenno a sedersi, quindi nessun’altro lo fece. Invece, rimasero al centro della stanza, il giusdicente di fronte a tutti gli altri. Pochi attimi, e avrebbero scoperto quale sarebbe stato il loro futuro, già deciso ma ancora oscuro. Kiyoomi e – lo sapeva – anche Atsumu non erano mai stati tanto in ansia. La pressione di quando avevano dovuto rappresentare il Giappone alle Olimpiadi sembrava adesso solo uno scherzo. Poi, Aki lasciò la mano di Ichiro per abbracciare la gamba di Atsumu e lo stesso fece Kami con la sua. I due giocatori guardarono prima in basso e poi – ugualmente felici e commossi – si scambiarono uno sguardo. Il corvino tornò a guardare l’uomo di fronte a sé con una mano tra i capelli intrecciati della piccola sperando che quella non fosse l’ultima volta che lo faceva.
“Esaminata la documentazione in mio possesso e valutato in presenza di avvocati e testimoni la situazione economica e finanziaria dei candidati,” iniziò professionale il giudice mentre la dattilografa picchiettava veloce sulla tastiera “bilanciando il volere della madre dei minori, Suzuki Isako, di affidare i figli al padre naturale, con la maggiore esperienza in campo genitoriale dei signori Suzuki Honzo e Mayumi,” continuò rendendo l’aria sempre più satura d’agitazione “ho ritenuto etico e opportuno, a parità di benestare e sicurezza, affidare Suzuki Akihiko e Kamiko ai signori Miya e Sakusa.” l’ansia svanì in un attimo e prima che se ne accorgesse Kiyoomi era in ginocchio per abbracciare sua figlia con un sorriso a trentadue denti e gli occhi che minacciavano lacrime. Guardò verso Atsumu e lo trovò nella stessa identica posizione con Akihiko. Quando anche il biondo guardò verso di lui, seppero di essere finalmente completi e pronti per iniziare la loro vita come una famiglia. Intorno a loro, diverse esclamazioni di gioia o indignazione si erano sparse nell’aria, ma i quattro a terra li sentivano a malapena. Si avvicinarono tra loro e – senza poter trattenere un bacio felice – si abbracciarono tutti insieme. Solo quando tornarono alla realtà seppero che i signori Suzuki avevano provato a controbattere il volere del giudice insistendo ancora sul rapporto omosessuale e sulla misofobia ma, a quanto gli disse in seguito Motoya, l’uomo aveva risposto severo ricordando loro quanto dichiarato da Isako nel video registrato in punto di morte dichiarando tranquillamente inutili tutti i pregiudizi omofobi e meno grave del loro fin troppo rigido comportamento la misofobia di Kiyoomi.
Ringraziarono ancora mille e mille volte il giudice per avergli dato quella possibilità. L’uomo strinse a entrambi la mano, sorridendo particolarmente a Kiyoomi quando ricambiò subito e con sicurezza la stretta. Infine, si rivolse anche ai bambini:
“Siete felici di andare a vivere a Tokyo con i papà?” gli chiese sorridente e loro – in quel momento uno tra le braccia di Atsumu e l’altra tra quelle di Kiyoomi – annuirono subito al settimo cielo esclamando a gran voce che lo erano.
“Che bellissime trecce, signorina.” parlò ancora il giudice.
“Me le ha fatte Omi!” rispose questa abbracciando l’appena nominato. Il giusdicente ampliò ancora il sorriso, poi si rivolse ai genitori con aria più professionale.
“Se volete seguirmi alla mia scrivania ho dei documenti da farvi firmare. Se volete cambiare il cognome dei bambini però dovrete andare all’ufficio dell’anagrafe.”
“No.” disse subito Kiyoomi. Lui ed Atsumu non ne avevano mai parlato, ma era ovvio che dovesse essere così: “Terranno il cognome di loro madre.” l’uomo annuì ancora, poi fece cenno verso la scrivania. Kobayashi lesse per loro i documenti ed al suo via libera firmarono entrambi con piacere.
Era tutto finito.
   
 
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