Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: Assia7    09/06/2021    0 recensioni
Atena vide i suoi genitori morire ma li vendicò proteggendo la sua sorellona.
Protesse anche lei, credendo che fosse semplice adrenalina.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger, Kenny Ackerman, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sapevo perfettamente che non dovevo andarmene ma mi sentivo un peso per la famiglia Jaeger.
Gli avevo scritto una lettera per spiegare il perché ero fuggita dalla loro abitazione.
Mi dispiaceva molto, ma non potevo permettermi di mangiare il loro cibo, di dormire sotto il loro tetto, mi sarei sentita in colpa e anche una ladra, perciò addio famiglia Jaeger e anche a te Mikasa.
Correvo per le strade isolate di periferia, quando mi scontrai con un signore molto alto che aveva un cappello sulla testa.
“Mi scusi, signore, non guardavo dove andavo” dissi grattandomi la nuca.
“Lo sai che non dovresti girare a quest’ora, da sola? Potresti incontrare qualcuno di pericoloso” disse il tizio.
“Grazie del consiglio ma ora devo andare” dissi senza emozioni.
“Oh, ma perché non mi fai compagnia?” chiese l’uomo, ma cosa voleva?
“Mi dispiace signore ma ho da fare.”
Iniziò a barcollare, le sue guance erano arrossate, sicuramente era ubriaco.
“Signore ma è ubriaco? Si sente bene?” chiesi preoccupata.
“No, sto bene. Io sono qui, per-per una bambina s-sul, come si chiama?” chiese, stropicciandosi gli occhi con il dorso della mano destra.
“Giornale?” proposi, ma perché non me ne andavo semplicemente?
“Si, ecco, quello! Guarda qua!” mi disse estraendo dalla tasca un foglietto di giornale.
Lo guardai e lessi, parlava di me e di Mikasa, quel giornale.
“Chi sei?” chiesi, in modalità di attacco.
“Oh, giusto, che sbadato, sono Kenny Ackerman” disse ridacchiando. “E non sono per niente ubriaco, ora tu vieni con me, cara Atena.”
Che stupida che ero, provai a scappare ma mi afferro dal braccio.
Mi girai di scatto dandogli un pugno in mezzo agli occhi, facendolo indietreggiare e così da fargli lasciare la presa.
Mi girai e iniziai a correre, il più velocemente possibile ma lui era molto più grande di me ed era molto alto.
Inutile dire che riuscì a prendermi e a caricarmi con facilità sulle sue spalle.
“Lasciami!” gli urlai nelle orecchie, sperando che si stordisse così che mi lasciasse andare, invece niente, non gli fece nient’altro che fastidio.
“Cavolo, sta calma, voglio solo proteggerti, nipotina” mi disse, divertito.
Provai a tirare i calci sul suo petto ma inutile, era fatto d’acciaio probabilmente.
“Comunque mi hai fatto male, con quel calcio” mi disse.
Mi addormentai, così su quella spalla di merda.


Mi svegliai al rumore dell’acqua, ero su una barca, su un sedile, intorno a me c’era tanta gente che parlava.
Mi guardai bene intorno e vidi Kenny parlare con un uomo.
Mi aveva rapita, ora avrebbe passato l’inferno.
Mi alzai e iniziai a camminare dal verso opposto al suo, in mezzo alle persone.
Ridacchiai e mi intrufolai nella stiva, e mi nascosi, certo mi avrebbe trovato ma prima si sarebbe dovuto impegnare.
Come avevo calcolato ci mise un bel po’ a trovarmi.
“Ma che ti è saltato per la testa?” mi chiese, era arrabbiato.
“Tocca a te nasconderti!” dissi ma la barca iniziò a rallentare e Kenny mi prese dal colletto del vestito che avevo addosso.
“Siamo arrivati, il re ci aspetta” dissi.
“Ma va al diavolo!” gli urlai.
“Ma allora mio fratello non ti ha insegnato le buone maniere? Dovresti ringraziarmi!” mi urlò lui.
“Ma ringraziami tu! E lasciami stare” gli urlai.
Allungò il braccio e fece per tirarmi uno schiaffo, ma lo parai e gli diedi un calcio sul ginocchio, facendolo inginocchiare, e gli diedi un calcio sulla mascella.
Kenny mi prese dai capelli con l’altra mano e mi fece cadere.
“Non dovresti trattare così un vecchietto come me” mi disse.
“Ma sta zitto!” gli urlai contro, afferrando una panchina di legno e lanciandogliela contro.
La nave si fermò e Kenny, sorrise.
“Tempo scaduto, e che cavolo potevi non lanciarmi la panchina, ma devo ammettere che è stato divertente” disse rialzandosi.
Ma questo è scemo.
Mi allontanai ma lui mi fece lo sgambetto facendomi cadere e mi prese in braccio.
Ma che cavolo voleva da me?
Non dovevo proprio lasciare casa Jaeger.
Mi pentivo di cosa avevo fatto.
Sicuramente non ero nel Wall Maria, probabilmente ero nel Wall Sina.
Mi fece sbattere contro la porta della stiva, facendomi perdere conoscenza.


Quando mi svegliai, mi ritrovai in un letto comodo, in una stanza spaziosa.
Il letto si trovava accanto la porta, sul lato sinistro, sul muro c’erano due finestre con una porta di vetro scorrevole.
Sullo stesso muro, sopra al letto c’era un quadro di un campo di girasoli.
Sul muro laterale sinistro c’era una scrivania e sull’altro un armadio con un’altra porta, sul lato destro non c’era niente e al centro della stanza c’erano solo delle sedie con un tavolino da fumo.
Mi alzai e aprì l’armadio, lo trovai pieno di vestiti della mia taglia.
Presi un pantalone maschile e una maglietta, cosa ci facevano dei pantaloni in quell’armadio, non potevo saperlo.
Aprì la porta accanto all’armadio e scoprì un bagno.
Mi lavai e mi vesti, poi guardai i miei capelli lisci e neri.
Li pettinai con una spazzola che trovai dentro a un cassetto e uscì dalla stanza.
Mi guardai intorno, i corridoi erano lunghi e vuoti se non fosse per i cassetti che si situavano qua e là.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Assia7