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Autore: ClostridiumDiff2020    09/06/2021    0 recensioni
Questa Storia Partecipa alla 365 Writing Days Challenge 2021
365 finestre...
365 storie, una raccolta di racconti, una raccolta di vite.
Ogni giorno, partendo da una parola, si aprirà una porta verso qualcosa, verso qualcuno...
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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160 – Learning to Fly


 
Non lo aveva visto arrivare, poi però aveva udito la sua voce.
Erano da poco planati in mezzo a una strada affollata, beandosi dell’effetto che il gigantesco Balerion sortiva dalle persone attorno.
Micaela avrebbe voluto sentirsi in colpa, ma non ci riusciva, era esaltante stare in groppa a quella creatura, persino l’umore nero di Bill sembrava essersi mitigato. Eppure, nonostante tutto non era sufficiente. La storia non si dilaniava, la via restava chiusa.
Non sapeva esattamente cosa sarebbe dovuto succedere, si immaginava che si sarebbe aperto uno squarcio, attraverso cui avrebbe potuto raggiungere qualsiasi posto. Invece non accadeva niente, la sua frustrazione era arrivata al massimo quando uno sparo aveva lacerato l’aria e Bill era stato sbalzato a terra.
Era eccolo là, il suo incubo, con indosso la maschera da diavolo rosso.
La storia aveva iniziato a proteggersi dopotutto.
Il paladino dei buoni, il protettore di quella storia era arrivato alla fine a cercare di riportare tutto sui binari prestabiliti.
Quando Micaela aveva visto il sangue allargarsi sulla maglia di Bill le fiamme si erano liberate avvolgendo tutto.
Balerion aveva protetto Bill con una delle sue ali mentre il mondo attorno a loro aveva iniziato a bruciare.
Micaela era scesa dalla groppa di Balerion e Bill si era rialzato zoppicando.
“Credo di aver carbonizzato il tuo ex migliore amico…” farfugliò cercando di controllare la ferita. “Avrei dovuto chiedertelo prima sai?” gli rispose lui controllandosi l’addome.
“Smettila di guardarmi così, è solo un taglietto, l’idiota mi ha preso di striscio… l’ultima occasione che ha avuto di finire il lavoro…”
Micaela vide un riflesso di tristezza nel suo sguardo “Mi dispiace” Non riuscì a trattenersi da dirglielo, lui arricciò il naso e ridacchiò, ma i suoi occhi sembravano che stessero per piangere contro la sua volontà.
Si sollevarono così in alto che l’aria che il mondo sotto di loro parve divenire un piccolo giocattolo. Bill se rimase in silenzio, osservando la sua storia con distacco. Come se ormai non ne facesse più parte, come se quel caos che lui e Micaela avevano scatenato fosse solo una proiezione su un telo bianco.
Atterrarono vicino al loro rifugio e lasciarono Balerion libero.
“Dovremmo preoccuparci di dove andrà a cacciare?”
Bill sogghignò e Micaela scoppiò a ridere “siamo davvero delle brutte persone vero?”
Stavano ancora ridendo quando un fischio attraversò la mente di Micaela bloccandola.
Come se una lama infuocata l’avesse trapassata.
Ti ho sottovalutato… Ma non accadrà di nuovo…
La voce del cacciatole.
Sei ancora bloccata qua dentro, e il mondo che hai ferito adesso ti restituirà il colpo…
Micaela sollevò lo sguardo, lei era la, la sentenza finale, la donna che aveva cercato di allontanare da Bill per tutto quel tempo, guidata dalla volontà del cacciatore, mossa dai suoi abili fili. Si era lasciata trascinare dalle parole del Cacciatore, non aveva visto la pistola.
Perché era puntata contro di lei…
Di tutte le cose, dopo tutto… Draghi, spettri, creature di ghiaccio, fate… Alla fine era quella la fine? Davvero poteva bastare così poco a spezzare la sua storia?
Non sentì il rumore degli spari ma un’ombra la si protese davanti e quando Micaela sollevò lo sguardo, Dinah. Era a terra la intravedeva semicoperta dalla sagoma di Bill, che se ne stava imponente dinanzi a lei. Micaela si sollevò. “Bill… Dobbiamo andare, adesso… il Custode, lui…” Ma le parole le morirono in gola quando vide la sua felpa bianca inzuppata del suo sangue. Troppo sangue, le aveva fatto da scudo e con un sorriso crollò a terra.
Micaela gli fu subito a fianco. Scostò la felpa, era un doloso déjà-vu. La storia alla fine arrivava alla sua conclusione. Ma stavolta era stata una sua colpa. Aveva giurato cdi proteggerlo e invece.
Cercò una penna, un foglio ma Bill le prese la mano. “No… Ferma…”
Il sangue non smetteva di uscire, Micaela continuò a premere.
“Se solo… Posso rimediare, lo hai visto… Ci posso… Mi serve solo un po’ di tempo e le parole verranno da me…”
“No…” ripeté Bill.
Lei sollevò lo sguardo, era tranquillo, rassegnato, non era così che lo ricordava nei suoi ultimi istanti.
“No, no… Non puoi arrenderti… NO!”
Lui le rivolse uno dei suoi mezzi sorrisi “Va bene così… L’ho scelto io, non mi è capitato per caso…”
“No… No no…”
“Ehi Micky… Perché non hai detto a William di amarlo…”
“E chi te lo dice che io non…” farfugliò lei senza smettere di premere sulle ferite. Non aveva senso continuare a mentire, perché?
Micaela continuò a premere… voleva riscrivere tutto da capo ma sentiva che non era questo che Bill avrebbe voluto, non quel Bill, non avrebbe cancellato sé stesso per riiniziare da capo. E lei non era Pixie, ormai lo sapeva. Era Bill che scriveva la sua storia questa volta.
“Non lo so… Lo sento, come mai prima ma… Non… Non ci riesco… Non ci sono mai riuscita…”
“Ma prima hai mai desiderato farlo?”
“No…”
“Diglielo… Continuamente, quanto pensi che lo sappia, ripetiglielo… è bello sapere di essere amati ma sentirlo… udire quelle parole può cambiarti la vita… Lui deve sentirlo dalla tua bocca, udirlo con il cuore…”
“Siamo…” singhiozzò Micaela “Siamo diventati dei poeti…”
“Già… Deve essere colpa tua credo…” sogghignò “Non avere paura…”
“Non voglio che te ne vada…” singhiozzò Micaela. Gli strinse la mano mentre il suo sguardo si spengeva “Grazie, di essere rimasta con me… con noi… fino alla fine…”
Non sentì una voce invocare il suo nome, ne percepì il battito di William rimbombare crescere rullando come un tamburo. Quando le mani di William la sollevarono da terra e lei urlò.
“Micky sono io…”
Micaela finalmente lo percepì, il suo cuore, William, il suo William la stringeva, osservandola con i suoi grandi occhi scuri. Ma Bill giaceva immobile ai loro piedi e Micaela si protese verso di lui. “Non voglio lasciarlo da solo…”
William la strinse a sé “Non era da solo, non stavolta…”
Micaela si strinse a William premendo il volto contro il suo petto, il suo respiro, il suo cuore. “Ti amo” sussurrò.
William la strinse mentre sentiva parti di se svanire assieme al corpo di Bill, trascinate via come se fossero connesse tra loro. Micaela cercò di sostenerlo ma era cos’ pesante.
Lo accompagnò a terra mentre Samuel rompeva il silenzio che il rispetto gli aveva imposto fino a quel momento.
“Cosa?” singhiozzò Micaela mentre William le scivolava via tra le dita.
“La storia… Da qui è nato e qui potrebbe svanire… Forse non è abbastanza reale per vivere…”
Micaela non si sarebbe aspettata di udire la voce del Cacciatore, invece eccolo là, emergere da un portale.
Aveva infranto le sue stesse regole pur di tentare di cancellarla dai mondi. Aveva stravolto a sua volta una delle storie che aveva giurato di osservare, tutto solo per ucciderla. Ma Bill si era frapposto e aveva sacrificato se stesso vanificando gli sforzi del Cacciatore. Ed adesso era giunto da lei, l’ultima dei Custodi delle storie, la più inesperta, di fronte al Cacciatore. Avrebbe dato qualsiasi cosa, tutto il potere, tutte le vite pur di trattenere William con sé. Lui le sfiorò il volto, mentre il Cacciatore avanzava trionfante.
Aveva vinto? Si sarebbe preso anche lui? Pixie sarebbe rimasto ad osservare? Dopotutto lui voleva plasmare nuove vite e per lui William valeva abbastanza?
“Mick io… ti amo… Ed esisto grazie a questo, in questo… In noi…”
Micaela si premette la sua mano sulla guancia.
“L’amore…” Micaela udì il Cacciatore avvicinarsi e lei si strinse a William, il suo respiro flebile, a malapena percepibile. Scivolava via, come Bill, distrutto dal suo passato, da passato che ancora lo consumava, come una fiamma incandescente, sotto il gelido sguardo dei due antichi custodi. “Pixie, noi ormai siamo gli ultimi… La tua follia ci ha portato a questo, vedere il nostro mondo svanire tra le ombre, mentre la nostra lotta lo consumava. L’amore per tua figlia ha portato tanta morte… Tu confinato per secoli, incapace di vederla crescere, creare, guidare le sue parole. Persino quando la sua discendenza è andata avanti nell’ignoranza tu non hai potuto che osservare… come adesso… Hai compreso? Siamo custodi, raccogliamo storie, non le scriviamo. Abbandona la tua follia, lascia che svanisca assieme a quest’essere…”
Micaela percepì la presenza al suo fianco grazie allo scampanellio che sempre lo aveva accompagnato. Percepì la mano premuta sulla sua sul petto di William.
“Vorrei poter vedere le storie che scriverete assieme…”
Il Cacciatore sussultò “Cosa stai facendo?”
Micaela si sollevò per osservare gli occhi di cielo del folletto. Lui le sorrise.
La sua stirpe, la sua discendenza, la storia che aveva scelto di proteggere.
Il folletto si chinò su William “Ti dono le mie parole… Di dono le chiavi delle infinite storie dei mondi… Ti dono la mia storia… A te William Russo, che sei stato Bill.. Billy… Ora rialzati come custode di tutte le storie e vivi di nuovo per raccontarle.”
Invano il Cacciatore gridò avanzando rapido, era tardi, il folletto stava svanendo, il suo dono che germogliava in William.
Micaela lo baciò stringendolo a sé mentre il suo battito che si faceva sempre più forte.
William si rialzò stringendo Micaela a sé, percepiva la nuova forza donatagli da Pixie si volse verso il Cacciatore. Ma la fata era arretrata. La storia che aveva sperato di controllare gli si aggrappava lo ghermiva imprigionandolo la dove lui aveva sperato di confinare Micaela e condannare William.
William comprese che doveva provare a usare quel nuovo inatteso dono. Le emozioni avrebbero come le parole scritte per Micaela, sarebbe stato quello la sua forza. Afferrò la mano di Samuel e cercò di raggiungere con il pensiero quella casa gialla, il luogo dove sentiva di essere rinato, la sua vita. Hans, il parco della serra dietro l’ospedale. La stanza in cui Samuel e lui aveva osservato così tanti interventi, il loggiato per gli studenti. La saletta caffè e quella brodaglia annacquata che aveva accompagnato tante conversazioni. L’odore della pioggia, il calore delle fiamme di Micaela.
Casa.
La sua vecchia storia li lasciava andare, sgusciavano tra i mondi guidati dai ricordi.
Per un attimo fu tutto buio, poi quel familiare odore di aria rafferma, polvere e umido li raggiunse. Erano nella soffitta della grande casa gialla, stretti l’uno all’altro.
Samuel stringeva entrambi con forza, come se temesse che potessero svanire di nuovo. William sorrise e ricambiò. Micaela se ne stava stretta tra loro ad occhi chiusi, aggrappata al rintocco del cuore di William. La sua casa, il suo luogo sicuro.


Day 160 - Prompt - discnedenza (09.06.2021)
   
 
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