“Sono il nuovo professore di Pozioni, Min Yoongi. Vi insegnerò tutto ciò che bisogna sapere per giungere all’esame finale con il massimo dei voti. Per oggi ho preparato su ogni tavolo accanto al calderone di fronte a voi, alcuni ingredienti , scegliete quelli giusti per creare la pozione obliviosa. Alla casa che la svilupperà meglio darò 20 punti: potete iniziare avete un ora”
Il professore smise di parlare e si accomodò sulla sedia morbida dietro la scrivania osservando come, con molta attenzione, ogni gruppo di studenti cercava i giusti ingredienti evitando di sbagliare la scelta ma, la sua attenzione, ricadde su un braccio alzato in fondo all’aula di una ragazza dai capelli lisci e color rame: “Mi dica signorina?” domandò lui indicandola sperando che si presentasse: “Signorina Seirei, Corvonero” ammise Seohyun mentre sistemava la frangia forse un po’ troppo lunga che iniziava a darle fastidio agli occhi: “ Non è un po’ troppo giovane per insegnare?” propose sfacciata la sua domanda mentre Emy, accanto a lei, strabuzzò gli occhi stando attenta a non versare troppe gocce di acqua del fiume Lete nel calderone: “ Come scusi?” chiese Yoongi alzandosi ed incamminandosi verso di lei, gli occhi fissi sulla ragazza: “Non abbiamo mai avuto professori giovani come lei ed è strano che sia già nel corpo docenti avendo finito la scuola da così poco tempo” proseguì lei aggiungendo due radici di valeriana nel calderone. Yoongi sbuffò appoggiando una mano accanto alla ragazza girando la testa in modo da squadrare bene il viso della giovane: “Signorina Seirei non credevo che una Corvonero sveglia come lei avesse bisogno di una risposta a questa domanda. Vedo, da come si muove attorno al calderone, che è molto brava in Pozioni se non le sta bene che io faccia il suo profes-“ “Professor Min!” esclamò la voce leggermente rauca della McGranitt che lo riportò alla realtà notando lo sguardo di Seohyun che non aveva mai vacillato un istante: “Preside McGranitt mi dica” concluse lui allontanandosi da lei mentre Emy, finalmente, tornò a respirare colpendo appena l’amica sul braccio vedendola sorridere soddisfatta e, con le guance leggermente rosse, continuare la pozione richiesta.
Sophie era comodamente seduta sulla panca in legno davanti al grande leggio in cui, sull’angolo in alto a destra, si poteva notare la sua piuma intingersi di tanto in tanto nell’inchiostro nero del calamaio pronta per essere utilizzata per prendere appunti anche se, il nuovo professore, non era ancora entrato in aula: “ Hatter a che cosa stai pensando?” domandò una voce fin troppo conosciuta alla ragazza: “ Mi chiedevo quando saresti arrivato” scherzò la Tassorosso alzando lo sguardo che, poco prima, era fisso sulla lettera vuota che aveva posizionato davanti a lei cercando di capire come mai, sua madre, le avrebbe dovuto mandare un foglio senza alcune messaggio: “Anche tu hai ricevuto quella? Allora non è il fratello di Taehyung a fare scherzi” puntualizzò Jungkook sedendosi nel banco accanto a quello dell’amica per poi incrociare le braccia al petto scuotendo la testa.
Sophie trasalì appena: aveva sentito bene? anche Taehyung, uno degli amici storici di Jungkook, aveva ricevuto una lettera simile alla sua? : “ Jeon dici davvero?” chiese lei prendendogli il braccio e guardando il ragazzo negli occhi che, leggermente spaesato, la guardò annuendo preoccupato di aver detto qualcosa di sbagliato: “ Aveva anche questo stesso simbolo?!” chiese lei indicando, sull’angolo in basso a destra, un piccolo cerchietto bluastro dove al suo interno si poteva notare la figura stilizzata di un Thestral con alcuni buchi lasciati dal mancato inchiostro del timbro. Jungkook si avvicinò alla lettera scrutandone bene il disegno, per poi spostarsi nuovamente indietro ed annuire una seconda volta: “Con la coda dell’occhio avevo visto una macchiolina blu sul foglio credo che sia lo stesso disegno. Taehyung pensava fosse uno strano scherzo del fratello, ma ora che anche tu hai la stessa cosa…” i loro pensieri si fermarono quando sentirono i passi decisi e svelti del professore entrare nella stanza passando tra loro appoggiando sulla cattedra un mazzo di pergamene che, forse, gli sarebbero state utili durante quella lezione: “Ne riparliamo dopo” mimò con le labbra la ragazza nascondendo la lettera in tasca assieme al globo di vetro con cui era arrivata, Jungkook le alzò il pollice della mano in segno affermativo per poi puntare lo sguardo sul giovane insegnante che si sistemava un gilet grigio posto sopra una camicia bianca: “ Tu la in fondo” asserì l’uomo dai capelli scuri tirando fuori dalla tasca dei pantaloni la sua bacchetta: “Lanciami quel libro che hai in mano” proseguì sbottonando un polsino della manica della camicia arrotolandosela: “Come scusi?” chiese titubante un giovane studente di Tassorosso guardando i compagni in cerca di ulteriori spiegazioni: “Forza non avere paura” proseguì l’uomo mettendo la bacchetta tra i denti in modo da avere le mani libere per finire di arrotolare le maniche della camicia:”Lanciami quel libro” insistette battendo le mani impugnando la sua bacchetta. Il ragazzo deglutì notando lo sguardo di Sophie, sua compagna di casa, che lo incitava a farlo curiosa di sapere che cosa sarebbe successo; Colin deglutì a fatica, chiuse il libro aperto poco prima e lo lanciò contro l’insegnate che urlò: “Accio!” muovendo la bacchetta perfettamente per poi prendere l’oggetto al volo con una mano appoggiandolo sulla cattedra al suo fianco: Sophie fu stregata da quei movimenti e da quelle espressioni stranamente… familiari: “Questo è un incantesimo di appello ed essendo voi del quarto anno, è ciò che vi insegnerò. Io sono il nuovo insegnate di incantesimi Kim Seokjin” concluse la sua presentazione con un piccolo inchino che fece sorride Sophie mentre, qualche ragazza di Grifondoro, applaudì al gesto:” Ma durante questa ora voglio prima conoscere un po’ di voi e delle vostre abilità da mago” proseguì camminando tra i banchi notando solo la piuma di Sophie svolazzare sopra il calamaio e sorrise ricordando come anche lui fosse solito farlo senza nemmeno rendersene conto: “Quale è il tuo nome?” chiese indicandola fermandosi proprio davanti a lei che, in un lampo, fin troppo assorta nei suoi pensieri, trasalì appena facendolo sorridere: “Sophie Hatter” rispose lei senza esitare: “Bene Sophie, vedo che gli incantesimi ti vengono facili” ammise lui indicando la piuma ancora svolazzante: “Mettiamo il caso che tu abbia bisogno di quel grande vaso laggiù, come potresti prenderlo non conoscendo ancora l’incantesimo Accio?” chiese l’insegnante incrociando le braccia al petto abbastanza sicuro che lo avrebbe risolto senza alcun problema.
Sophie si alzò prendendo la bacchetta di sicomoro che aveva nella tasca interna del mantello, la puntò contro il vaso che si trovava in fondo alla stanza e, con un ottimo gesto della mano pronunciò: “Carpe Retractum” facendo apparire una corda magica fatta di luce dorata che con maestria attirò il vaso a se appoggiandolo al banco ma, per qualche motivo a lei sconosciuto, sentire nuovamente quell’incantesimo le fece venire un forte giramento di testa e dovette appoggiare le mani al banco sotto lo sguardo preoccupato di Jungkook e Seokjin a cui non sfuggì il respiro affannato: “Signorina Hatter va tutto bene?” chiese mentre la ragazza chiuse gli occhi vedendo alcune scene di un passato apparentemente dimenticato: “Sophie rispondi!” esclamò Jungkook scuotendola, notando alcune perle di sudore scenderle lungo le tempie: “S-sto bene” ammise affannata sistemandosi nuovamente al suo posto inspirando profondamente recuperando il fiato perso. Seokjin la guardò preoccupato non pensando che, farle fare quell’esercizio, le avrebbe comportato una simile reazione: “Professore va tutto bene?” chiese un altro studente di Grifondoro facendolo voltare nella sua direzione per notare con la coda dell’occhio Jungkook che aveva una mano sulla schiena di Sophie e cercava di calmarla: “Si, non preoccupatevi la signorina Hatter sta bene” affermò con un sorriso tirato non notando come, le sue mani intrecciate, si muovevano nervose: “Proseguiamo la lezione, venti punti a Tassorosso per la superba dimostrazione di quel Carpe Retractum” concluse il professore tirando un sospiro di sollievo per poi voltarsi nuovamente alla classe: “Signorina Hatter” la chiamò nuovamente attirando la sua attenzione : “Può andare in infermeria” ammise con un dolce sorriso che colpì la ragazza facendole abbassare lo sguardo mentre si alzava ringraziandolo, tenendo stretta in tasca la ricordella ancora più convinta che non era stata sua madre ad inviargliela: ma chi?
Non era la prima volta che Sophie aveva una di quelle crisi come le chiamava lei ma, di solito, era sempre riuscita a contenersi. Le aveva esattamente da un anno ormai e non capiva cosa le scaturisse: una volta le era successo mentre sorvolava il campo da Quidditch rischiando di cadere dalla scopa mentre rivedeva il volto sorridente di qualcuno volarle accanto in quelle visioni del passato, un’altra volta mentre era ad Hogsmade che beveva una cioccolata calda o quando dovette affrontare un molliccio alla classe di Difesa contro le Arti oscure e nemmeno più si ricorda in cosa si fosse trasformato una volta fuori da quel maledetto armadio. Le dita della ragazza giocavano con il vetro freddo della sfera che, perenne, emanava un denso fumo rosso ma che la ragazza non riuscì a vedere.
La luce ormai tiepida del sole filtrava dalle grandi vetrate del castello animato, finalmente, da una grande quantità di studenti che sgusciavano veloci da un aula all’altra senza perdere fin troppo tempo. Tra questi c’erano anche Lisa e Christie che ripassavano, osservando di tanto in tanto il libro che teneva in mano la rossa, alcune antiche rune che avevano studiato l’anno prima, volevano arrivare più che preparate ai M.A.G.O che avrebbero tenuto quell’anno ed essendo quella una delle loro materie preferite, non potevano abbandonarla: “Con chi siamo all’ultima ora prima del pranzo?” chiese Lisa prendendo l’amica per il gomito ed evitando un giovane studente di Corvonero intento a correre dalla parte opposta alla loro cercando di non far cadere alcuna pergamena che teneva stretta in braccio: “ Con i Tassorosso mia cara” ghinò verso l’amica che roteò gli occhi al cielo spingendola appena sentendo poi qualcuno colpirle la spalla: “Scusami!” ammise allungando una mano verso quella figura che le passò accanto notando il cappuccio del mantello coprire la testa, non riuscendo però a raggiungerla: “Chi era?” chiese l’amica sistemando meglio gli occhiali tondi sul naso spingendoli con un dito: “Non ne ho idea” sostenne l’altra sentendo la tasca del mantello leggermente pesante.
Lisa tirò Christie a se in un antro che si trovava in disparte da tutta quella folla di studenti, l’amica la guardava dubbiosa ma le fece segno di non dire nulla per poi infilare la mano nella tasca e tirare fuori un piccolo ciondolo rotondo in ferro bluastro dove, al suo interno, un Thestral si muoveva scuotendo la testa: “E questo?” chiese Christie osservandolo da più vicino mentre Lisa lo teneva con due dita: “Credo che me lo abbia lasciato quel tipo che mi è venuto addosso qualche attimo fa” sostenne con un filo di voce in modo che non la sentisse nessuno se non Christie. Lisa si guardò attorno sospettosa cercando di capire con quanta velocità si era mosso e soprattutto che cosa simboleggiasse e perché era destinato a lei?
Immediatamente il tatuaggio che aveva sul braccio iniziò a darle fastidio, pizzicava, bruciava quasi ma cercò di non darci peso in modo che la sua amica non si preoccupasse troppo per lei: “Lisa dobbiamo andare” disse Christie notando i prefetti di tutte le case iniziare a fare la “ronda” alla ricerca di chi ancora non era in classe.
La rossa la prese per il braccio trascinandola velocemente verso la classe senza farsi scoprire, la mora sussultò quando la mano dell’amica strinse il punto cardine e l’espressione sofferente, per quanto veloce, non sfuggì allo sguardo di Christie sempre attenta: “Scusate” disse la voce di un ragazzo dietro di loro che le fece bloccare sul posto facendole sospirare afflitte: “Avete perso questo” proseguì mentre loro si girarono e Lisa incrociò lo sguardo con quello solare di Hoseok e il cuore battè più forte per un attimo: “Grazie” sostenne la mora prendendo velocemente dalla mano del ragazzo il ciondolo che, per la fretta, gli era caduto qualche istante prima: “Come mai non siete ancora a lezione?” chiese lui sorridendo non sembrando per nulla arrabbiato di vederle in giro: “Stavamo andando ma, sovrappensiero, abbiamo ritardato” ridacchiò Christie notando, con la coda dell’occhio Lisa stringersi il braccio sfregandolo appena mentre metteva in tasca il piccolo ciondolo.
Hoseok rise di nuovo ad entrambe e Lisa non riuscì a staccare lo sguardo da quel sorriso dolce che ammirava ormai da anni: “Ora andate e farò finta di non aver visto nulla” sostenne il ragazzo facendole l’occhiolino ma, mentre le due si incamminavano facendogli notare i loro bisticci, Hoseok divenne nuovamente serio facendo scomparire il suo immancabile sorriso, ripensando a quel simbolo che non gli era sfuggito dalla lettera della sua amica Sophie.