Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    11/06/2021    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sorriso affascinante

 
“Mi spiace molto” disse Bryce imbarazzata mentre osservava Elvana allontanarsi camminando a scatti, come se faticasse a trattenersi dal correre. “Non so che cosa le sia preso, ma andrò a parlarle e la costringerò a chiederti scusa.”
“Non è necessario” disse Vyncent tornando a sedersi.
“Ma non aveva il diritto di dirti quelle cose. È oltraggioso.”
Vyncent fece un gesto vago con la mano. “Dico sul serio. Non è necessario. La capisco.”
“La stai giustificando?” chiese meravigliata.
“In un certo senso, sì” ammise. “Comprendo la sua rabbia, anche se non ne sono il responsabile.”
“E di chi sarebbe la colpa?”
“Di un certo Jorathon Komel.”
“È uno stregone di questo circolo o del tuo?” gli chiese.
“Del mio, suppongo” disse Vyncent.
“Allora che se la prenda con lui” disse.
“È morto da almeno quattrocento anni.”
Bryce scosse la testa. “Come può Elvana essere arrabbiata con te per qualcosa che ha fatto questo Komel quattro secoli fa?”
“Per via della storia.”
“Non riesco a capire” disse cercando di nascondere l’irritazione nel tono della voce.
“Ti chiedo scusa” disse Vyncent come se avesse capito quanto le dava fastidio quel suo modo di fare. “Komel è stato l’ultimo dei re conquistatori di Londolin.”
“Re conquistatori?”
Lui annuì. “Una dinastia di re che espansero i confini del regno a discapito di quelli vicini. Conquistarono una decina di città in circa un secolo, finché non decisero di attaccare Nightanatois.”
“Ci fu una guerra?”
“Più di una. Combattemmo per quasi cinquant’anni. Komel conquistò un terzo dei loro territori prima di morire.”
“Che cosa accadde dopo?”
“Arrivaste voi.”
“Noi?”
Vyncent finì di masticare uno spicchio di arancia prima di dire: “Voi Valondiani. Re Jaedon, un tuo antenato, credo.”
“Abbiamo parecchi antenati” disse Bryce cercando nei suoi ricordi. “E io non ero mai attenta quando il mio tutore cercava di insegnarmi la storia.”
“Non c’è molto altro da aggiungere. Re Jaedon arrivò e sottomise sia Nightanatois che Londolin. Fu una guerra veloce con poche vittime.”
“Ancora non comprendo la reazione di Elvana” disse Bryce.
“I ninghotriani si preparavano a riconquistare i territori perduti quando arrivò re Jaedon. La sottomissione ha fissato i confini per sempre e con il successivo accordo di pace hanno dovuto rinunciare a qualsiasi rivendicazione.”
“Mi sembra comunque assurdo provare tanto risentimento.”
Vyncent si strinse nelle spalle e fece per alzarsi. “Mi accompagni?”
“Dove?” chiese Bryce sorpresa.
“Non so niente di questo posto” disse Vyncent. “E se devo essere sincero lo trovo enorme. Credo di essermi perduto tre o quattro volte prima di trovare questa sala. E ancora non ho idea di dove dovrò alloggiare.”
“Certo” disse deglutendo a fatica. “Posso aiutarti io.”
Vyncent le sorrise e a Bryce sembrò che il suo cuore battesse più forte.
“Ti ringrazio” disse. Indicò l’uscita della sala. “Ti spiace se andiamo adesso? Il sole è già tramontato e non vorrei essere costretto a dormire nella piazza.”
“Non lo permetterò” disse Bryce ritrovando un po’ di sicurezza. Andò verso l’uscita affiancata da Vyncent. Con la coda dell’occhio vide Elvana che la osservava scuotendo la testa e li seguiva dopo aver concesso loro una ventina di passi di vantaggio.
Dunque è così semplice tenerla a distanza da me? Si chiese divertita. Dovrei chiedere a Vyncent di accompagnarmi ovunque.
Quel pensiero la fece arrossire.
“Che hai?” le chiese Vyncent.
“Nulla” disse. “Pensavo solo all’altra sera. Al ballo.”
Lui annuì grave. “Mi spiace che sia stato rovinato dai rinnegati. La consacrazione è il momento più solenne nella nostra vita.”
“Non importa” si affrettò a dire Bryce.
“Il re è ancora grave? Che cosa dicono i guaritori?”
“Per ora niente.”
Erix le aveva promesso che l’avrebbe informata se ci fossero state delle novità.
“Ma quando sono andata via sembrava stare meglio. Le ferite sono serie ma non gravi. Si riprenderà, ma non sappiamo quanto ci metterà.”
“Vuol dire che la guerra inizierà senza il suo comando.”
“È un problema?”
“L’alleanza non esiste senza il suo comandante.”
Bryce non sapeva come ribattere a quella frase. “In qualche modo rimedieremo, no? Voglio dire, abbiamo già combattuto e ucciso Malag. Possiamo farlo di nuovo.”
“Ucciso” disse Vyncent. “Mi chiedo se voglia ancora dire qualcosa, se è davvero tornato.”
“Se?”
“Sono passati cento anni dal duello contro Bellir” disse Vyncent. “E all’epoca l’arcistregone era già piuttosto anziano, se vogliamo credere alle cronache. Ciò vuol dire che adesso avrebbe centosettanta anni? Centoottanta?”
Bryce fece un profondo respiro. “Cos’è più incredibile? Un uomo che torna dalla morte o uno che vive il doppio di chiunque altro?”
“Buona domanda. Tu hai una risposta?”
Scosse la testa. “No, ma quando troverò Malag glielo chiederò. E poi lo ucciderò.”
Vyncent sorrise. “Se sapessi il luogo in cui si nasconde che cosa faresti?”
“Lo andrei a uccidere.”
“Da sola?”
“Perché no?”
Bryce riusciva a immaginare sé stessa che si faceva strada nel castello di Malag uccidendo le sue guardie e poi affrontandolo in duello per uscirne vittoriosa.
Come nei romanzi d’avventura che piacciono tanto a Joyce, si disse divertita.
Quel pensiero le strappò un mezzo sorriso.
“Lo trovi anche divertente?” le chiese Vyncent con tono sorpreso e divertito a sua volta.
Lei si affrettò a scuotere la testa. “No, no, stavo solo pensando che potrei davvero affrontarlo, se sapessi dove si trova. Credi che sia folle?”
Lui scosse la testa. “Dopo che ti ho vista combattere l’atra sera, ho paura.”
“Per me?” chiese lei speranzosa.
“Per Malag. So che ne saresti capace, Bryce di Valonde.”
 
La stanza di Vyncent era più piccola della sua e spoglia. Bryce si sentì a disagio restando sulla soglia di quel cubicolo dalle pareti che sembravano volerla stritolare. A parte il letto, c’erano un baule e una sola sedia.
Nessuno scrittoio né un armadio dove appendere gli abiti.
“In ogni caso in questa sacca ho tutto ciò che mi serve” disse lui entrando nella stanza.
L’avevano trovata chiedendo a uno degli inservienti che sciamavano per il livello. L’avevano raggiunto usando una scala che portava verso il basso.
“Devi chiedere a uno di loro quando hai bisogno di qualcosa” le aveva detto Bryce. “Ma immagino lo sapessi già da solo” aggiunse temendo di averlo offeso.
“Avete degli inservienti?”
“E valletti. Si occupano di qualsiasi cosa ci serva. Si tratta di persone fidate, scelte una per una dal consiglio.”
“Non lo stavo mettendo in dubbio” aveva detto Vyncent. “Ero solo sorpreso. A Londolin non abbiamo inservienti al circolo. A pensarci bene, anche l’edificio del circolo è molto più piccolo e meno accogliente di questo. Solo i decani e pochi mantelli di alto rango possono alloggiarvi. Tutti gli altri sono costretti a prendere una camera nelle locande della città.”
“Non lo sapevo” aveva ammesso.
“Ma non mi sto lamentando” aveva aggiunto Vyncent. “Appena la incontrerò dovrò ringraziare Erix per l’ospitalità che mi ha concesso. In fondo non mi doveva niente.”
“Tu hai combattuto alla consacrazione.”
“Lo hanno fatto in tanti.”
Vyncent camminò fino al letto e depositò a terra la sacca dove teneva la sua roba. Si voltò verso di lei con espressione imbarazzata. “Adesso dovrei cambiarmi. Sai, vorrei dormire un poco. Sono due giorni che non dormo sul serio.”
Bryce rimase immobile sulla soglia.
Vyncent si schiarì la gola.
“Certo” disse come risvegliandosi dal torpore. “Se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi.”
“Lo farò” disse lui. “E grazie per la bella chiacchierata, Bryce di Valonde.”
“Solo Bryce” disse lei con un mezzo sorriso.
Lui ricambiò con un sorriso più ampio.
Bryce chiuse la porta e rimase in attesa per qualche istante, poi scosse la testa e si girò verso destra seguendo il corridoio.
Elvana l’attendeva con la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate sul petto.
“Che scena patetica” disse mentre le passava davanti.
Bryce si fermò rischiando si sbandare. “Cosa hai detto?”
“Ho detto che mi sei sembrata patetica” disse scandendo a una a una le parole. “Solo Bryce” aggiunse con un mezzo sorriso.
“Mi stai forse giudicando, Elvana?”
“Io non giudico te, ma Londolin.”
“Si chiama Vyncent.”
“Sono tutti uguali, Bryce. Un intero popolo di piccoli ratti che divorano tutto ciò che incontrano.”
“Quello che dici è ingiusto.”
“Noi avevamo un regno glorioso, costruito dal nulla con il sudore e il sangue di migliaia che erano fuggiti dal continente antico e dalle persecuzioni degli albini. E loro erano dei selvaggi senza storia.”
“Basta, non voglio sentire altro.”
“Non ti piace che dica la verità su quel Londolin.”
“Vyncent non ha alcuna colpa. Sei assurda.”
“Ancora oggi i Londolin rivendicano i nostri territori. Dicono che una volta appartenevano a loro. Noi però li abbiamo trovati vuoti quando siamo arrivati. Erano terre abbandonate da secoli, paludi infestate da malanni e campi che non producevano abbastanza da sfamare metà dei nostri. Sono stati i miei antenati a dissodare quei campi e a bonificare quelle terre. Le abbiamo rese fertili. Ospitali. Desiderabili. E i Londolin sono arrivati con i loro re conquistatori a portarcele via. Quando stavamo per riconquistarle, quei vigliacchi hanno invocato l’aiuto di Valonde.” Scosse la testa.
“Ora vuoi dare la colpa anche a noi? A me?”
“Non mi lamento di voi Valonde” disse Elvana. “Avete dimostrato di esserci superiori e noi lo abbiamo accettato. L’alleanza che ci avete proposto era vantaggiosa e non umiliante, ma i Londolin.” Scosse la testa con vigore. “Sono infidi e traditori. Non mi fiderò mai di loro, anche se ha un bel viso e un sorriso affascinante.”
Bryce si accigliò. “Lo trovi affascinante.”
Elvana sgranò gli occhi. “Non è quello che ho detto” disse indignata.
“Lo hai appena fatto. Hai detto che Vyncent ha un sorriso affascinante.”
“Ho detto altre cose prima di quello.”
Bryce scrollò le spalle. “Allora ho sentito bene.” Fece per andarsene ed Elvana la seguì.
“Davvero hai capito solo quello di tutto il discorso che ti ho fatto?”
“Ricordo solo qualche cosa su delle paludi e dei campi” disse facendo un gesto vago con la mano. “Non sono mai stata molto attenta a certe cose, devi scusarmi.”
“E va bene, va bene” disse Elvana esasperata. “Prenditi anche gioco di me, Bryce di Valonde, ma quando saremo sul campo di battaglia ti accorgerai di quanto vale la parola di un ningothriano e quella di un Londolin.”
Bryce annuì distratta e proseguì senza rivolgerle la parola finché non raggiunsero la sua stanza.
Vicino a essa notò subito una figura in attesa. Era quella di un valletto.
“Ho un messaggio per te da parte di sua eccellenza Erix” disse rivolgendole prima un rapido inchino.
“Che cosa vuole?”
“Dice che domani puoi lasciare il circolo per mezza giornata.”
Bryce si accigliò. “Ti h detto anche il perché?”
Il valletto scosse la testa. “Mi ha solo raccomandato di dirti di riempire la tua sacca personale con quello che ti serve per un viaggio di dieci giorni e di salutare le persone a cui tieni.”
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor